Relax in Florida
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Ecco il mio diario di viaggio nell’allegra e frizzante Miami, nello splendore delle Keys, un arcipelago di isole che si stendono tra l’atlantico e il Golfo del Messico, unificate da una strada panoramica mozzafiato e nella natura delle Everglades.
1° giorno
Volo Torino-Miami via Francoforte, spesa 600 euro a testa a cui aggiungeremo altri 200 euro per passare alla premium al ritorno. Con Lufthansa i voli sono sempre piacevoli, confort, molta gentilezza e pasti non male. A Miami l’arrivo è decisamente sgradevole, 2 ore di coda al controllo passaporti, con poliziotti e sorveglianti poco garbati; ho avuto la sensazione di essere trattata come una migrante di cui diffidare e non come un prezioso viaggiatore. Altre 2 ore di coda in piedi all’Avis: pur avendo prenotato, lentezza, disagi, personale disorganizzato. Per fortuna i fastidi si fermano all’aeroporto, peraltro brutto e poco accogliente. Con l’aiuto del navigatore, che si rivelerà indispensabile nel nostro percorso, raggiungiamo il New Hotel BBG che, per l’accoglienza calorosa del gestore, per il giardino con piante tropicali si rivelerà un’oasi di confort e simpatia.
2° giorno
Partiamo all’esplorazione di Miami con una passeggiata sulla bella spiaggia sabbiosa e poi colazione alla Buenos Aires bakery, vicino all’hotel: empanadas, churros, brioches, succhi per 2 persone tutto buonissimo e una spesa di soli 12 euro.
Raggiungendo Miami Beach notiamo un anfibio che fa un interessante giro nel centro città per poi entrare in acqua. Decidiamo di divertirci con questo tipo di prima esplorazione e, soprattutto la parte nell’oceano sarà molto interessante con vista delle più belle abitazioni de Miami tra cui quelle di alcune star del cinema e della musica. Proseguiamo poi a piedi su Ocean Drive dove si trovano la casa di Versace e locali modaioli di ogni genere.
Per cena abbiamo prenotato al Larios on the Beach, il famoso ristorante cubano di Gloria Esteban; si rivelerà il miglior ristorante di tutta la vacanza: piatti cubani deliziosi.
3° giorno
Ci rechiamo a Key Biscayne, isola a circa 7 chilometri dalla terraferma raggiungibile attraversando un ponte; accediamo, nella parte sud al parco (a pagamento), piove a dirotto, ma il clima ė caldo e senza farci scoraggiare camminiamo fino al faro, da dove c’è una splendida vista dello Skyline di Manhattan e della baia.
Il tempo muta velocemente e riusciamo a fare il bagno su una spiaggia spettacolare e poco frequentata Crandon Park Beach, dove l’acqua è calda perché la baia è protetta da una barriera corallina.
Quindi ci rechiamo a Coconut Grove dove visitiamo il museo Vizcaya, una villa in cui un magnate americano ha voluto riprodurre un po’ Venezia (con un molo che ricorda proprio gli attracchi delle gondole) con una vista bellissima, bei giardini, usati dalle ragazze truzze di Miami per fare book fotografici e interni cupi con un miscuglio di mobili d’epoca.
Proseguiamo per Coral Gables e Little Havana; quest’ultimo quartiere è interessante: ci sono i giocatori di domino, i galli liberi per strada ed i supermercati cubani con prodotti d’altri tempi (noi comperiamo caffè cubano e un pacchetto di platanos).
Cena da Fleming’s, locale nel quartiere nord, nulla di che, anzi direi da evitare.
4° giorno
Partenza per Key West percorrendo la famosa e spettacolare Overseas Highway, un tragitto che collega tutte le isole, fermandoci a Marathon (Middle Key) per un bagno a Sombrero Beach, bella spiaggia con mare pulito ma non trasparente.
Le spiagge della Florida, sono belle, spettacolari linde, fanno parte di parchi, dotate di ogni servizio, ma non sono paragonabili a quelle del Mediterraneo.
Proseguiamo per Key West dove soggiorneremo per 4 notti all’hotel Paradise Inn, composto da abitazioni coloniali splendide, in mezzo ad un giardino tropicale, con piscina, idromassaggio… tutto è molto caro e da questo momento, per 4 giorni saremo salassati dovunque, attrazioni, ristoranti, escursioni ma… l’avevamo previsto.
Tuttavia Key West è unica, vivace, sofisticata affascinante per la deliziosa architettura degli edifici, le palme sempre mosse dal vento, gli splendidi tramonti colorati di rosso e arancio, i locali pieni di gente danarosa e con molta voglia di divertirsi.
Cena a Blue Heaven: locale fuori dal tempo, cortile con le galline, bar all’aperto, personale simpatico, cibo buono e… conto in linea.
5° giorno
Visita alla casa di Hemingway, dove ho fatto tantissime foto ai socievoli gatti con 6 dita, poi visita al U.S. Coast Guard Cutter Ingham Maritime Museum, una bella nave che racconta un pezzo di storia. Proseguiamo a piedi per Fort Zachary e la relativa spiaggia, selvaggia, spettacolare da vedere, ma con mare molto arrabbiato.
Cena da Nine One Five: bel ristorantino, molto affollato, molto caro, pretenzioso; i piatti sono buoni, ma nulla di eccellente o memorabile (se non il salasso nel conto).
6° giorno
Ci rechiamo nelle Lower Keys fermandoci sulla spiaggia di Bahia Honda: è molto bella, mare calmo, piena di conchiglie e di animali. Un acquazzone di pochi minuti non ci disturba, anzi è perfino divertente poiché l’acqua è calda e la vista straordinaria.
Ci fermiamo a visitare il Turtle Hospital, una fondazione che recupera, cura e restituisce al loro ambiente le tartarughe ferite o ammalate, facendo una visita guidata negli ambulatori e contribuendo alla salvaguardia di questi animali.
Cena al Lobster Sheck: è la cena più interessante e goduriosa di Key West: panino con aragosta a pezzi insaporita con burro fuso, lime, croccante insalata avvolti in un dolce panino, polpettine con i vongoloni locali; anche qui il prezzo non è irrisorio, per essere quasi da asporto, ma sono rimasta del tutto soddisfatta.
6° giorno
È il giorno top del viaggio, grazie al simpaticissimo Mark (dell’hotel Paridise Inn) abbiamo prenotato 2 posti sul seaplane che va a Tortugas Dry, un’isola del golfo del Messico a più di 100 kilometri da Key West. L’atollo è un paradiso della natura, mare cristallino, con i pesci che ti nuotano intorno, sabbia bianca per i microscopici grani di corallo e conchiglie, abitata solo dagli uccelli. Sull’i sola si trova Fort Jefferson, sorto nel 1800 per riparare il golfo, poi trasformato in prigione federale, stazione di quarantena ed infine monumento nazionale. Esperienza unica il volo sulle altre isolette con l’idrovolante a 10 posti.
La giornata si conclude con il tramonto a Mallory Square e cena al Blue Macaw, ristorante all’aperto, dal sapore caraibico, informale e festoso, con buona musica.
8° giorno
Partenza per le Everglades. Ho voluto fare l’esperienza di un motel americano il Travelodge Florida City: 10 e lode, nulla di lussuoso, ma confortevole e provvisto di tutto. Camera spaziosa, letto e bagno comodo, piscina, dotata anche di elevatore per portatori di handicap, lava/ asciugatrici, abbondante e completa colazione a buffet; erano presenti anche macchine per pancake pronti in 1 minuto e waffel. Il portafoglio ha tirato un sospiro di sollievo.
Prima di visitare il parco ci siamo fermati da “Robert is Here”, un mercato/fattoria dove si possono comperare e gustare prodotti locali, come marmellate, tanti tipi di miele, frutta e verdura; ne abbiamo approfittato per comperare alcuni regali per familiari.
Abbiamo visitato una parte dell’immenso parco partendo da Royal Palm. Il biglietto costa 27 dollari e può essere utilizzato per 7 giorni .All’interno si trova un percorso molto interessante con delle passerelle sopra elevate che permette di vedere diversi animali tra cui i famosi alligatori e coccodrilli.
Cena: siamo stati in un ristorante cubano sito in un centro commerciale Casavana: ci è piaciuto molto, per la gentilezza e calorosità nell’ accoglienza. Frequentato da molte famiglie dei dintorni presentava piatti eccellenti, così abbondanti che ogni famiglia si faceva portare la doggy bag.
9° giorno
Avevamo prenotato un’escursione in aircraft, effettuando una ricerca accurata al fine di evitare i numerosi tour che utilizzano animali in cattività o coccodrilli presi in braccio. Abbiamo scelto Everglades Nature Tour, dove viene privilegiato il rispetto per l’ambiente e gli animali, senza nulla togliere al divertimento di sfrecciare ad alta velocità sul mare di erba. Abbiamo visto alligatori, una enorme tartaruga, simpatici pesci gatto, uccelli colorati che camminano sulle foglie galleggianti, candidi fiori nell’acqua.
Utilizzando la cartina del parco ci siamo recati presso altri ingressi, effettuando alcuni percorsi a piedi sui sentieri percorribili in mezzo agli alberi rovesciati dall’ uragano Irma, o su passerelle di legno in mezzo alle mangrovie. Tutto i percorsi sono ben tenuti, ben segnalati, senza un filo di carta o sigaretta in giro, dovunque disponibili bagni puliti e personale per informazioni.
10° giorno
Bagno nella piscina del motel e, per concludere uno splendido viaggio, volo in premium, con sedili spaziosi, più reclinabili, cocktail di benvenuto… pensando alla possibilità di un ritorno per una più approfondita esplorazione di un territorio sorprendente e di una realtà con molteplici sfaccettature.