Rasiglia e Orvieto

Il borgo delle acque e il borgo del tufo
Scritto da: Tartaruga92
rasiglia e orvieto

È ideale trascorrere un weekend tra questi due borghi così diversi, ma abbastanza vicini tra loro, distano solo 90 km. Il soprannome di Rasiglia, “borgo delle acque”, si deve proprio alla protagonista del borgo: l’acqua. Rasiglia è un piccolo paesino in mezzo alle montagne umbre, nel comune di Foligno, ormai gli unici abitanti sono i turisti che la visitano.

Passando dalla strada neanche ti accorgi di questo borgo unico nel suo genere; la sua particolarità rimane nascosta tra le anonime case. D’estate è necessario lasciare l’auto al parcheggio predisposto per i turisti, da lì il borgo è raggiungibile a piedi. Le auto infatti sono quasi assenti nelle strette vie del centro. In bassa stagione, da metà febbraio, andando con la moto si riesce ad attraversare il centro e a parcheggiare in qualche stradina laterale. È la moto il mezzo giusto per arrivare a Rasiglia: la strada di montagna tutta curve sembra proprio accompagnarti in questo posto magico.

Rasiglia

I primi a darti il benvenuto sono tanti bei micioni che si affacciano sui davanzali delle finestre e dai balconi. Subito dopo, e di questo nel nostro caso ha aiutato la bassa stagione, arriva la consapevolezza del silenzio che ci circonda, rotto unicamente dal rumore dell’acqua.

Sì, perché il centro del borgo è attraversato da un rigoglioso corso d’acqua, interrotto da vasche, mulini, lavatoi, ponticelli in legno e cascatelle.

Nella storia antica di Rasiglia, infatti, l’acqua ha fatto da padrona ed è stata incanalata dalle famiglie del posto per favorire le attività della comunità, come azionare mulini o telai per tessere, alcuni di questi sono stati ora ricostruiti e visibili. Il paese è tenuto vivo, in ordine e ben pulito grazie all’Associazione “Rasiglia e le sue sorgenti”. Nel ’97 a seguito del sisma, subisce un improvviso spopolamento, fintanto che, alcuni anni dopo, dalla passione di pochi abitanti, ancora innamorati del luogo, rinascono le vie del centro e le antiche tradizioni. I volontari organizzano manifestazioni e visite guidate, prenotabili telefonicamente.

In bassa stagione sono solo due i locali aperti a pranzo. La qualità è molto buona e propone le specialità del territorio, salumi, formaggi e pasta fatta in casa. Niente da chiedere in più per rilassarsi che essere cullati dal rumore dell’acqua che scorre mentre si assaggiano dei buoni piatti della tradizione.

Affiancando l’acqua limpida e fresca, salendo per un breve sentiero, passato il cimitero comunale, si arriva alla rocca di cui è rimasta unicamente metà di una torre. Però, da lassù, si riesce ad ammirare ancora meglio la particolarità del borgo delle acque. Mentre si passa a fianco del ruscello, viene proprio voglia di tuffarsi, ma anche il solo trascorrere qualche ora tra le vie di Rasiglia sembra quasi come se il tempo si fosse fermato. L’acqua che scorre crea una pace e una calma interiore veramente preziose per distogliere le nostre vite dalla freneticità della realtà e ricaricarsi.

Orvieto

Lasciata Rasiglia, nel primo pomeriggio ci dirigiamo verso Orvieto. Ci fermiamo subito all’affittacamere prenotato nel cuore del centro storico. È facile da raggiungere; sul sito internet i proprietari hanno caricato un video con le indicazioni per arrivare alla struttura evitando zone ZTL, meglio di Google Maps.

La struttura mette a disposizione un parcheggio nella corte privata, al fine di non preoccuparsi del mezzo durante il soggiorno e permettere di visitare tranquillamente a piedi e vivere pienamente la città.

Una notte circa 70 euro, la colazione non è compresa ma a disposizione è presente una cucina in comune completamente attrezzata. Le camere sono ben arredate e ristrutturate da poco, con tutto il necessario.

La sera cena al ristorante, incuriositi dalle ottime recensioni e dal percorso sotto il locale. Ottima cucina, la tradizione leggermente rivisitata. Vera attrazione del locale il labirinto sotterraneo! Sì, perché essendo Orvieto abbarbicata su una rupe di tufo, ha anche una città sotterranea, costruita nei secoli a partire dagli Etruschi per ovviare ai motivi di mancanza di spazio e per approvvigionamento di acqua.

Il proprietario, durante i lavori di ristrutturazione, scopre sotto il proprio locale cunicoli e grotte scavate nel tufo e utilizzate come cantine, contenenti addirittura un fossile vegetale, visitabili alla fine della cena.

Duomo di Orvieto

La mattina del sabato, dopo una ricca colazione, visita al Duomo, che spunta silenziosamente dietro le case del centro. Ti lascia a bocca aperta lo splendore della sua facciata colpita dai raggi del sole, tutta in oro e carica di mosaici, guglie e sculture, interamente da ammirare. Fatto il biglietto, 5 euro, entriamo e la bellezza risiede nelle cappelle. Nella prima è presente l’immagine più famosa di Dante, quella che ci ha accompagnato durante le lezioni di letteratura a scuola. È come essere tornati a scuola seguiamo e ammiriamo gli affreschi della cappella che rappresentano le scene fondamentali della vita di Gesù. La più importante è l’altra cappella, del Corporale, che conserva una preziosa reliquia, il lino insanguinato macchiatosi dall’Ostia durante una celebrazione della messa.

Torre del Moro

Dopo ci dirigiamo alla Torre del Moro, che con i suoi 50 m. di altezza, sovrasta il centro. Saliti più di 200 scalini, si apre davanti a noi il panorama del centro di Orvieto e dintorni: il palazzo del Comune, il Duomo, più alto del resto, il Palazzo del Popolo, le piazze e i vicoli tutti intorno e da ultimo il mercato settimanale.

È arrivata l’ora di pranzo. Troviamo un buon ristorante, nascosto in un vicolo; appena in tempo, poco dopo il ristorante è pieno, buon segno! Il pranzo si conclude con dei dolcetti fatti a mano dalla cuoca, la quale ha modificato la ricetta tradizionale, sostituendo al vino il liquore alle erbe tipico di Orvieto, un ottimo fine pasto.

Essendo a ridosso di San Valentino al pomeriggio ci aspetta il tour “Innamorati di Orvieto”, organizzato dal Comune e da un’associazione per la promozione del turismo, per far conoscere la città alle coppie di innamorati. L’iniziativa ci accompagna nella Orvieto underground, passando per il pozzo della Cava, il labirinto di Adriano, concludendo con il meraviglioso pozzo di San Patrizio, illuminato di rosso in onore dell’amore, voluto da papa Clemente VII per garantire una riserva d’acqua alla città in caso di assedio.

Le visite sono intervallate da alcune rappresentazioni con tema l’amore, naturalmente: una serenata di canzoni popolari, una degustazione di prodotti e vini tipici dell’orvietano.

Domenica dobbiamo lasciare Orvieto e tornare verso casa; salutiamo la città arroccata che sembra impenetrabile, ma una volta arrivati è generosa e si fa scoprire piano piano, rimanendo nel cuore.

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