Ranger a Phillip Island, Victoria, Australia
Esperienza di volontariato presso il Phillip Island Nature Parks, Victoria, Australia!
Ascolta i podcast
Questo è un breve racconto della mia esperienza di lavoro come ranger volontario presso il Parco di Phillip Island nello stato di Victoria in Australia. La prima sera nel Parco ho la possibilità di assistere alla famosissima Penguin Parade, ossia il ritorno al tramonto dei pinguini blu minori dal mare verso i loro nidi. Il mare è calmo ma una brezza sferzante obbliga tutti a accovacciarsi per stare caldi. All’improvviso una piccola onda che si infrange sulla battigia consegna alla spiaggia un piccolo drappello di esserini piumosi. Dal gruppo di pinguini alcuni cominciano a cercare le loro tane, camminando sotto i sentieri sopraelevati a pochi centimetri dalle persone che li ammirano stupite. È difficile contenere l’entusiasmo dei bambini che corrono prendendo di mano i genitori per fargli vedere quella buffa creatura piumosa inabile al volo. Lentamente gli spettatori seguono il percorso dei pinguini lungo i sentieri e progressivamente la parata si svuota di persone lasciando la spiaggia e le dune sotto il cielo australe stellato e l’aria umida del mare brulicante del canto dei pinguini. L’ambiente costiero frequentato dai pinguini è un habitat molto fragile e necessita di continue cure da parte dei rangers. Tra le minacce più importanti vi è l’invasione da parte di piante alloctone. Durante i giorni seguenti è stato un piacere poter aiutare i rangers nel controllo delle specie vegetali invasive, rimuovendo con le mani ogni singola pianta alloctona a pochi centimetri dai nidi dei pinguini. Un’altra grossa minaccia per i pinguini sono le specie animali introdotte dall’uomo, come le volpi ed i conigli. Scott è un simpatico uomo scozzese, dall’aspetto fiero e passo sicuro. Arrivati nel sito dove sono stati segnalati dei conigli, ci fa delimitare il perimetro con delle reti. Poi apre le gabbiette dei furetti i quali cominciano ad infilarsi nelle tane dei conigli. Attendiamo tutti immobili ed in religioso silenzio. Poi improvvisamente un coniglio schizza fuori da un buco infilandosi nella rete, Scott con un balzo che non ti aspetteresti mai da un uomo sulla sessantina gli salta addosso come i giocatori di rugby locali fanno con la palla ovale. “Preso!!!”. Manco il tempo di realizzare la cattura che ne scappa fuori un altro che riesce a correre via superando la rete! A Phillip Island c’è un centro dedicato alla conservazione dei koala. Il centro è rappresentato da un pezzo di foresta nativa di eucalipto nella quale vivono una trentina di koala. Non si tratta di andare in uno zoo, anche qui come per i pinguini, si tratta di osservare gli animali nel loro habitat naturale. All’inizio non è facile vedere i koala. Non sai bene dove guardare. “Si, in alto, ma quanto in alto?”. Poi dopo che ne hai visto uno, “ah guarda anche la là ce ne è un altro!!” e ti giri sul sentiero sopraelevato accorgendoti che ne avevi proprio uno dietro di te a meno di un metro! È indescrivibile l’emozione che si prova a dargli da mangiare. Daniel, il ranger che li accudisce arriva con un pick-ip carico di rami di eucalipto, che aiutiamo prontamente a scaricare. Non appena il primo koala si accorge che abbiamo posizionato un ramo pieno di germogli freschi si desta dal suo torpore e lentamente si avvicina al ramo, incominciando a brucare avido i germogli più teneri. Le piante invasive non colpiscono solo le coste ma si infilano anche in ambienti forestali e ovviamente vanno controllate ed eradicate, sostituendole con centinaia e centinaia di piante autoctone da piantare. Per controllare che dalle radici non ricrescano erbacce si spande poi il mulch, ossia i residui forestali riciclati e trinciati. È proprio spalando un mucchio di mulch che ho conosciuto un altro ranger. Richard è un gran lavoratore, parla con tratto esperto e sicuro, fortemente abbronzato pur essendo inverno, barba e capelli incolti come si confà ad un ragazzo che finito di lavorare imbraccia la tavola e va a fare surf. Un tempo Phillip Island aveva più case! Ora il parco acquista le case nelle zone dove c’è un habitat migliore per i pinguini, le abbatte e ricostruisce l’ambiente naturale per poter ospitare ed ingrandire la colonia. Si costruiscono dei nidi artificiali in legno (penguin boxes) che poi vengono sotterrati e l’area vieni ri-vegetata. Ho passato varie ore a costruire penguin boxes con Rosie che è anche la ranger che si occupa dell’ospedale veterinario e di soccorrere i pinguini o gli animali feriti. Molte persone viaggiano in Australia per vedere i canguri, osservare i koala e centinaia di altri animali. Ebbene io ho avuto il privilegio di lavorare per loro, di sentirli nelle loro tane mentre strappavo erbacce li vicino, di poterli dare da mangiare e di sentire il loro odore. Il viaggio è stata occasione per incontrare persone speciali, a volte inaspettate, sicuramente appassionate. Il mio viaggio è stata un’esperienza viscerale, non in Australia, dentro l’Australia. Ogni viaggio di dà e ti prende qualcosa. Phillip Island mi ha dato tutto e preso il cuore!