Rajasthan on the road
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Questa volta ho pensato di fare una cosa diversa dalle altre, anziché scrivere al mio rientro ho pensato di riprendere quello che ogni sera scrivevo agli amici a casa. Questo tipo di diario da una parte può apparire un po’ disorganizzato, dall’altra però permette di vivere un po’ di più le emozioni vissute in quel momento.
25 Ottobre
Siamo ormai a un giorno dalla partenza per il nostro viaggio nel Rajhastan, lo stato indiano più grande che si trova nel nord-ovest del Paese. La sua dimensione supera quella dell’intera Italia. Oltre a questa parte della grandissima India (10 volte il nostro Paese con oltre 1,2 mdi di persone) visiteremo Delhi punto di arrivo e di partenza, Agra con il grandioso Taj e la mistica Varanasi.
Dopo diversi viaggi in vari continenti questo sarà il nostro primo viaggio in Asia ed è anche per questo motivo che la scelta è ricaduta su un itinerario abbastanza tradizionale. A differenza poi di tutti gli altri nostri viaggi, rigorosamente self-service, abbiamo ritenuto di effettuarlo con un autista locale. I primi contatti con questa agenzia locale risalgono ormai ad un paio di anni addietro, ma per motivi vari non siamo poi riusciti ad organizzare. Quest’anno abbiamo ripreso le relazioni e abbiamo definito il programma. Il tutto durerà 18 giorni, tra città, natura, feste, parchi, templi, palazzi dei Marhaja e tanta tanta gente.
26 Ottobre
In perfetto orario alle 10,05 sbarchiamo a New Delhi, effettuate le formalità doganali e recuperati i bagagli che avevamo imbarcato superiamo la fatidica porta sesamo e subito troviamo la nostra guida Meahveer, dopo le presentazioni di rito recuperiamo la nostra auto. Qui una bella sorpresa un suv di quelli che ti danno grande sicurezza, anziché la prevista piccola Ford Fiesta. Usciti dall’aeroporto capiamo subito cosa ci aspetterà riguardo al traffico, ma M. ci ricorda immediatamente che oggi è domenica e che oggi si va via sciolti. Meno male!! bene andiamo. Il nostro percorso sarà lungo (6 ore ca. ci dice M. anche se poi effettivamente saranno 8) e pieno di sorprese. La vita scorre in strada, e anche se abbiamo letto tanto vivere la realtà è tutto diverso. Il modo qui di guidare è davvero incredibile, infatti dopo un po’ M. ci dice esattamente: In India no traffic-rules .. andiamo bene! ma d’altra parte come altrimenti si può fare tra tutto quello che viene fatto su una strada. Fra parentesi quello che ho visto su questa strada (carri che trasportano carichi enormi, carretti trainati da cammelli, scimmie al guinzaglio, motociclette con 4 o 5 pp a bordo ovviamente senza casco, gente, vacche sacre, capre, cani, asini, biciclette oltre ovviamente alle auto) il tutto in un caos totale. Proseguendo ci fermiamo in un colorato mercato, e poi per un matrimonio con musica perforante (che qui ci viene detto si svolgono solo durante 4 mesi l’anno) e infine a una fonte dove donne con il sari raccolgono l’acqua. La gente è molto disponibile a farsi fotografare anzi sono ben compiaciuti. Qui alla fonte incontriamo una ragazza che parla benissimo l’inglese e che ci vuole presentare la sua famiglia compreso nonna e bisnonna, poi ci fanno vedere con orgoglio la loro casa e ci vogliono offrire da bere, ma il tempo è già tiranno e dobbiamo ripartire. Sono le cinque e mezza e il sole è già tramontato, arriviamo finalmente a Mandawa, cena da Monica sulla sua terrazza (di fatto un’haveli privata trasformata a ristorante) e poi finalmente a dormire. ahh dimenticavo costo della cena compreso birra da un litro pollo e formaggio 10 euro in due. Questo è il racconto della prima giornata, direi intensissima soprattutto per l’ambientamento.
27 Ottobre
La giornata di oggi è iniziata con ritardo causa mancato funzionamento della sveglia. Il nostro programma prevede la visita di Mandawa e alcune Haveli. Qui entriamo proprio nel vivo del viaggio, il paese è costituito da una strada centrale dove transita praticamente il Mondo in mezzo a un rumore assordante e negozi di tutti i tipi (va bé chiamarli negozi è un po’ forte ma per rendere l’idea) e poi alcune vie laterali più tranquille. Numerosissime case sono dipinte e sono davvero caratteristiche e si chiamano appunto haveli (Sono le meravigliose residenze che testimoniavano la ricchezza dei commercianti indiani di un tempo ormai trascorso. La principale particolarità delle Haveli sono le pareti dipinte con rappresentazioni uniche e completamente fatte a mano).
Nel corso degli anni queste residenze venivano infatti abbellite e ingrandite parallelamente al buon arricchimento del proprietario. Vennero realizzati intarsi che oggi parrebbero irrealizzabili e la cui bellezza vista dal vivo è irraccontabile. Il Rajasthan è ricco di queste residenze e ne vedremo diverse a Mandawa, a Bikaner e in molte altre città del vostro viaggio in India.
Purtroppo descrivere cosa si vive qui è davvero difficile ma sembra proprio di essere tornato indietro nel tempo. (frase che sembra un po’ fatta, ma è proprio così). Si prosegue per Fathepur e qui ci fermiamo per la visita interna di un’Haveli stupenda per i colorati dipinti. Proseguiamo su una strada questa volta abbastanza veloce e arriviamo a Bikaner visita del meraviglioso forte della città (in terra rossa) e poi la nostra prima esperienza su un tuc-tuc per le vie della Old-City. Qui è davvero impossibile raccontare cosa si prova a viaggiare su questa piccola motoretta rigorosamente “piaggio”
28 Ottobre
Visitiamo Bikaner, che si trova nella parte settentrionale del Rajasthan vicino al deserto che confina col Pakistan. Una città circondata da mura fortificate del XXIV secolo, centro strategico sulle rotte carovaniere. La città è circondata da antiche mura con 5 porte d’ingresso e ci sono molti monumenti interessanti a Bikaner come il Junagarh Fort, Il Lalgarh Palace.
Un altro posto affascinante è il Karni Mata Temple di Deshnoke, a 30 km da Bikaner, dove i topi sono venerati quali incarnazioni della dea Durga. Un luogo unico al mondo dove a essere venerati sono ratti. Migliaia e migliaia di topi scuri adorati e nutriti dai fedeli come divinità.
Partiamo per Jaisalmer fondata nel 1156 dal principe Rajput della casata dei Bhatti, Jaisal, Jaisalmer conobbe un grande sviluppo nei secoli seguenti come stazione sulla rotta delle carovane commerciali verso occidente, attraverso il temibile deserto del Thar. I mercanti residenti costruirono magnifiche magioni e templi con la pietra locale in questa città fortezza, tra le più antiche del Rajasthan, che appare come un miraggio per il viaggiatore che vi si avvicina. Lo sviluppo del commercio marittimo causò il forte declino delle antiche vie carovaniere che cessarono la loro funzione nel 1947. Le seguenti guerre col nuovo vicino – nemico Pakistan ( 1965 e 1971 ) però, fecero sì che questa lontana postazione divenisse strategica e così il governo indiano sviluppò il sistema ferroviario e stradale della zona, per agevolare il dislocamento di truppe lungo il confine. Su di una collina di base vagamente triangolare, la Trikuta Hill, sorge la fortezza che domina la città, circondata da bastioni seicenteschi costruiti a secco: pare un gigantesco castello di sabbia. All’interno si erge un’ ulteriore cinta muraria con porte, che protegge il cuore della cittadella. Vi si entra salendo un rapido piano inclinato e pavimentato attraverso una serie di 4 maestose porte.
Diario
In questo momento siamo ad un punto di sosta sulla strada per Jaisalmer. La mattina è iniziata con la visita al Karni Mata Temple ovvero il tempio dei topi. All’entrata bisogna lasciare le scarpe e prendere delle apposite calze con leggera suola. Qui i topi scorrazzano da tutte le parti e i religiosi gli forniscono latte a volontà. Tutto il nostro timore svanisce in quanto non si avvicinano più di tanto forse perché sono davvero molto sazi di tutto quello che gli viene dato da mangiare. Riprendiamo la nostra strada lunga e abbastanza noiosa visto che attraversa il deserto del Thar. Qui la strada è larga e buona e M. ci spiega che è la strada che porta al Pakistan. L’imprevisto è dietro l’angolo, d’altra parte il topo bianco non lo abbiamo visto. La strada è interrotta da scioperanti che bruciano gomme per bloccare il traffico. M. non perde neanche un secondo prende una strada laterale per superare il blocco. Attraversiamo un piccolissimo villaggio e incontriamo un piccolo tempio dove, incredibile ma vero, il santone ci spiega che è conosciuto in tutta l’India perché è l’unico che cura dal morso del cobra e ancora più incredibile ci da il suo indirizzo da diramare in Italia quando torniamo. Bene adesso ripartiamo per Jaisalmer il nostro albergo è fastoso, anche troppo, ma alla sera arrivare qui serve per rigenerarsi. Ancora una tappa per visitare il tempio di Battarbargh (bellissimo) e poi a cena.
29 Ottobre
Jaisalmer: la visita della città prosegue per tutta la mattina. Città decisamente bella sia all’interno del forte che esternamente. Mahaveer insiste per farci prendere una guida e cosi ci facciamo accompagnare in lungo e in largo da lui. Ci spiega parecchie cose e non solo riguardo i palazzi ma anche riguardo la vita che si vive da queste parti (tutto un altro Mondo). Facciamo una sosta nel nostro hotel (con un rigenerante bagno nella bellissima piscina) prima di partire per il giro in cammello sulle dune del deserto. Dobbiamo dire che riguardo questa attività, ne avevamo sentito parlare come un qualcosa di estremamente turistico e non possiamo fare altro che confermare. Se tornassimo indietro non la rifaremmo.
30 Ottobre
Anche oggi la giornata si presenta molto molto calda. Il cielo è sempre senza una nuvola ma grigio. Puntuale come sempre M. ci aspetta all’uscita del nostro hotel. Partiamo destinazione Jodhpur, ma prima come sempre ci aspetteranno sorprese. Dopo circa un’ora visita al tempio Hindu di Ramaedora poi uno Giainista e poi ancora uno hindu a Oxian. Quelli Hindu si presentano già fuori. La gente è tanta la sporcizia è ovunque i rumori sono tanti dentro si presentano con musica, suoni canti e altro ancora. E’ difficile descrivere. Quelli Gianinisti a parte le scultura davvero bellissime si presentano puliti, tranquilli, la gente prega a loro modo ma nel silenzio. In entrambi bisogna tener presente che all’entrata bisogna lasciare fuori le scarpe… Proseguiamo il nostro percorso, ovvero il nostro viaggio, si perché non si può dire da qui a lì ci vogliono “x” ore, no perché c’è sempre qualcosa che ti dà l’opportunità di fermarti. Quando vediamo una scuola con bambini con il maestro che insegna sulla sabbia e sotto il sole cocente delle 13 non possiamo non chiedere a M. di fermarsi. Entriamo siamo accolti come extra terrestri ci fanno visitare tutta la scuola. Ci sono ca. 350 bambini dall’asilo alle medie. Qualcuno è sotto il sole, qualcuno sotto una tettoia e altri nelle classi, ma tutti sempre seduti per terra. Le classi saranno grandi un 5×5 con dentro almeno 40 bambini. I più grandi con carta e penna i più piccoli con lavagnetta e gessetto. I bambini al nostro arrivo salutano e non stanno più nella pelle salvo il richiamo del maestro che li riporta immediatamente alla tranquillità. Ridiamo e scherziamo con loro poi è ora di lasciarli. Un saluto, un’offerta e via. Arriviamo a Jodhpur e qui veniamo ribaltati nella realtà, siamo in India non dimentichiamocelo. A dire il vero se a Jaisalmer parlavamo di caos qui di cosa dovremmo parlare. La città è più grossa e ancora più caotica. Jodhpur è la città delle spezie e cosi andiamo nel classico negozio. E’ ben diverso, da noi entriamo e compriamo quello che ci serve qui si parte dalla storia della famiglia ci fanno sedere, ci offrono il the e ci presentano tutto il loro campionario, diversamente però da altri paesi tipo il Marocco non si inizia una trattativa ma si compra quello che si decide, (anche se si aspettano sempre che tu acquisti in grossi quantitativi e non sono mai contenti) in ogni caso passano almeno tre quarti d’ora. Eccoci finalmente in Hotel. Ecco il grande contrasto fuori il caos più totale già descritto a più riprese dentro un oasi di pace. I rumori rimangono fuori. Per la serata altra sorpresa, decidiamo di salire al ristorante dell’hotel e qui è davvero magico. Il forte di Jodhpur illuminato, i suoni lontani della città con il classico muezzin, l’aria tipica delle serate estive con quella leggera brezza lasciano senza parole.
31 ottobre
Nel dormiveglia della mattina un muggito, poi un altro muggito oddio siamo sulle montagne del Tirolo, fantastico. No non è così siamo in centro città a Johpur dalla finestra del nostro Hotel vedo che la quotidianità indiana è già partita. Ma siamo in centro città! Eppure è così qui alle vacche portano l’erba e pregano….
La giornata di oggi è composta di tre tappe principali.
La prima un tempio, la seconda il forte e la terza la città blu. Il tempio che andiamo a visitare è molto bello e gradevole. Dopo poco entriamo nell’imponente forte. E’ a dir poco fantastico per dimensione e per costruzione. Come dice Lella sembra un palazzo da mille e una notte. Terminiamo il nostro giro all’interno di questo sontuoso palazzo e sono già le 13 e ci dobbiamo trovare con M. alle 15 due ore per fare cosa? beh decidiamo di prendere un tuc-tuc, chiediamo al conducente di portarci nella old-city dove si possono vedere le case blu che dall’alto del forte facevano una macchia appunto di questo colore. Perché blu? ovvio perché il blu allontana le zanzare e dà un senso di freschezza che quando è maggio e giugno diventa insopportabile (40/45°) Il conducente rimane un po’ sorpreso di dover accompagnare 2 turisti nella old-city, ma vista la nostra richiesta e sentito il profumo di 450 R. decide di portarci. Qui la situazione è veramente forte e forse è meglio che non racconti proprio tutto, girovaghiamo per gli strettissimi vicoli assediati dalle solite moto strombazzanti e mucche che non si fermano davanti a nulla (d’altra parte sono sacre) le case blu però sono veramente stupende per il loro colore. Riprendiamo il nostro tuc-tuc e in perfetto orario arriviamo all’appuntamento con il driver. Adesso andiamo in campagna a vedere un villaggio a una ventina di km dalla città e poi SHOPPING!!! si perché M. ci porta ad una fabbrica di pashmina, tappeti ecc. anche qui come ormai d’abitudine The, presentazione di tutto il campionario ecc. Ma quando andiamo il hotel? Si eccoci finalmente entriamo nella nostra oasi. E’ davvero incredibile, adesso sono qui in un piccolo cortile tutto dipinto, tra palme, l’acqua della fontana che scorre, le pale del ventilatore che girano lentamente in assoluto silenzio, e a distanza di venti metri usciti dal portone alto 15 metri c’è una centrifuga che gira 24 ore su 24. Non sò se riesco a rendere l’idea, a proposito dimenticavo un piccolo particolare oggi nel mezzo del solito caotico traffico c’era anche uno che tranquillamente girava a cavalcioni della sua piccola bestiola….un elefante.
Domani 8,30 partenza per Udaipur la città romantica del Lago Pichola.
1 novembre
In questo momento siamo in autostrada o più precisamente al casello dove ovviamente sono fermi anche trattori e carretti. Abbiamo appena passato il tempio Hindu dove il nostro driver si è fermato per l’offerta. Qui si venera a protezione di tutti quelli che vanno in macchina o in moto, una motocicletta, tra musiche e fuochi. Sono passati ormai sei giorni pieni dal nostro arrivo e forse vale la pena fare un po’ il punto.
Abbiamo visitato Mandawa con le sue Haveli, Bikaner con la prima esperienza in tuc-tuc, Jaisalmer avan-posto in pieno deserto, Jodhpur con le sue case blu e il maestoso forte. Abbiamo ormai fatto oltre 1000 km., abbiamo visto castelli, Haveli, templi di varie religioni, abbiamo fatto shopping e abbiamo girato a piedi anche in luoghi davvero difficili. Proprio per fare il punto della situazione e visto che sicuramente ce lo chiederete al nostro rientro, due parole sul CIBO. Beh certamente non si possono pretendere i nostri piatti, ma tutto sommato non ci si può lamentare, tanti piatti vegetariani cucinati in varie modalità, sempre un po’ speziati ma non particolarmente piccanti anche se è sempre meglio precisarlo. Insomma sopravviviamo anche senza spaghetti e pizza.
La gente devo dire che è stata una piacevole sorpresa. Parlando di gente di strada ho sempre trovato cortesia e disponibilità verso di noi. Quando sentono che siamo italiani ci salutano e ci chiedono spesso di fare foto con loro (e questo già la dice lunga). Anche girando da soli e in luoghi dove turisti non se ne vedono, non abbiamo mai sentito un senso di paura o di pericolo, al massimo ci chiedono se vogliamo comprare qualcosa, se vogliamo una guida o cosi via ma quando diciamo il nostro NO la cosa finisce li senza insistenza. Anche la gente della casta più bassa (chiamati da noi i barboni, gli intoccabili da loro) quando chiedono la carità non insistono e non ti corrono dietro. La strada si fa difficile, forse è meglio continuare dopo.
Dopo una breve sosta proseguiamo su un percorso che passa nelle campagne, l’ambiente si è fatto completamente diverso, il verde delle piante e dei campi hanno preso il posto della sabbia del deserto. Come sempre la vita corre sulla strada e quando ci fermiamo per fare qualche foto praticamente la gente del luogo si raduna per conoscerci, e unicamente per curiosità. Non vogliono niente. Arriviamo a Ranakpur il tempio giainista più grande è davvero uno spettacolo di intagli nelle pietra sulle centinaia di colonne presenti. Adesso siamo ad Udaipur città del Lago Pichola, siamo già andati a cena in un piccolo ristorante con vista e rientrati in hotel.
Domani sarà dedicata interamente a questa città che dicono una delle più belle dell’India, vi faremo sapere. Certamente stasera abbiamo visto uno spettacolo di luci riflesse sul lago. Dicono che siamo fortunati perché domani ci sarà grande festa per il matrimonio reale con spettacolo di fuochi d’artificio.
2 Novembre
Colazione a bordo lago in un bellissimo e tranquillo ambiente. Il caos è lontano. Oggi si prevede la visita di Udaipur. In primo luogo il City Palace un sontuoso palazzo sul lago Pichola. Il palazzo è bellissimo purtroppo la gente è tantissima ed è difficile goderselo. Nel pomeriggio il giro per la città vecchia ci permette di godersi il tranquillo lago con i colori delle donne che lavano i panni e se stesse oltre ai bambini che fanno il bagno.
Il tutto in un acqua dove è presente di tutto, questa è l’India.
Ripetiamo l’esperienza del ristorante di ieri sera. Questa sera ritorniamo al nostro ristorante con veduta sul CIty Palace e sul ghat. Le luci creano un ambiente davvero coinvolgente.
Udaipur è una cittadina che sorge attorno alle acque turchesi dei suoi laghi ed è contornata dalle morbide colline delle Aravalli. Chiamata la città dell’aurora è da molti considerata la più romantica città indiana. Situata nel sud del Rajasthan, preceduta da una campagna a tratti semi desertica è nota per i suoi numerosi e incantevoli luoghi di interesse storico. I bianchi palazzi, gli splendidi giardini e i laghi rendono Udaipur più simile a un miraggio del deserto. Udaipur fu costruita dal Maharana Udai Singh, ed è da lui che ha preso il nome.
3 Novembre (riflessioni)
Oggi dopo che un indiano nel mezzo del solito frastuono mi ha detto :”In India NO TRAFFIC RULES” ho riflettuto e non la penso nella stessa maniera. Così ho deciso di provare a mettere per iscritto le 10 regole d’oro per viaggiare correttamente in India:
1) Suonare sempre, non c’è bisogno di un motivo, bisogna suonare e suonare sempre.
2) Sorpassare in qualsiasi modo, al limite si sposta quello che sta arrivando dall’altra parte, l’importante è anche qui suonare;
3) Se si va su una strada ad una sola corsia (quello che si chiama senso unico alternato) andare sempre più veloce e se arriva un altro di fronte aspettare fino all’ultimo a scansarsi. Infatti solo quando ci si trova a pochi metri di distanza uno dall’altro si sterza uno da una parte e l’altro dall’altra, nella speranza che non scelgano la stessa direzione)
4) Se c’è un passaggio a livello con le sbarre abbassate ovviamente si passa sotto e in massa in modo da fare una muraglia e attraversare fino a quando il treno (che arriva ovviamente sbuffante e con un grande suono) è a una distanza massima di 25 metri;
5) Per viaggiare in moto, bisogna prima di tutto non avere il casco, essere almeno in tre meglio se in quattro, non c’è comunque un numero massimo. Se poi c’è un bimbo sotto l’anno di età e un’altro verso i tre, ancora meglio. Anche qui il suonare è d’obbligo.
6) Il tuc-tuc possibilmente si accende in discesa e deve essere almeno di una trentina di anni
7) di sera è importante viaggiare senza luci in modo tale che diventi più difficile vedersi
8) Altri veicoli non citati, ad esempio, asini, carretti, trattori, cammelli, elefanti sono tutti ammessi senza eccezione alcuna e su tutte le strade, autostrade comprese;
9) In autostrada se si deve andare a trovare qualcuno che sta dalla parte opposta al tuo senso di marcia, ovviamente non si va fino al casello e si torna indietro, si attraversa lo spartitraffico e si fa contromano (corsia di sorpasso avversa) tutta la strada necessaria per arrivare dove si deve arrivare
10) i pedoni devono pestare almeno un paio di volte al giorno quel qualcosa che poi devi pulire trascinando la suola per terra in modo da consumarla il prima possibile, cosicché quando arrivi ai templi non devi più toglierti le scarpe.
Per finire le vacche, ecco queste sono quelle che possono andare veramente dappertutto e senza regole!!! :-))
Dopo qualche giorno di problemi di connessione eccomi di nuovo qui per chi volesse continuare con noi questa avventura. Per non perdere le sensazioni che stiamo vivendo, ho comunque continuato ad aggiornare il diario day by day.
3 Novembre (diario)
In questo momento siamo alla solita sosta della mezza giornata. Siamo partiti da Udaipur, siamo arrivati a Citthogar, una fortezza a metà strada verso Puskar meta di questa sera. Sai quando parti ma non sai mai quando arrivi. Posso dire che ogni giorno è un viaggio all’interno del viaggio principale. Oggi ci dice M. è il giorno degli sposi e c’è in giro una moltitudine di gente. Mi sembra che qui c’è sempre una festa mahh. La fortezza molto antica e con le sue torri è poderosa, ma quello che ci coinvolge sempre di più è la vita quotidiana. Adesso lascio, anche perché qui l’aria condizionata è a manetta e quando fuori fa 35° il contrasto è forte. Siamo in partenza per Puskar, non vi dico ancora cosa ci attende, ma me lo immagino.
Il viaggio on the road comincia a farsi difficile.
Sono le cinque del pomeriggio e arriviamo a Pushkar dove è in pieno corso la più grande fiera del Cammello dell’India. Provate ad immaginare milioni di persone, musiche, cavalli, uomini con i turbanti di tutti i colori, donne con i sari anche questi multicolori, carretti che vendono ogni tipo di alimento (escluso carne), odori, fumi, bambini scalzi che chiedono e chiedono, bambine che fanno le giocoliere sulla fune alta un 3 metri, fachiri con il cobra nella cesta e naturalmente cammelli, tanti cammelli, immersi nella polvere che copre il sole al tramonto. Immaginatevi insomma una festa di quelle che abbiamo visto in qualche film documentario sul medioevo.
NB i turbanti vengono indossati dagli uomini a cui è morto il padre. I sari vengono invece indossati dalle donne sposate.
Pieni di polvere fin sopra i capelli e ormai buio andiamo verso il nostro hotel fuori città. Questo è davvero sontuoso. A dire il vero tutti gli hotel dove siamo stati sono molto elevati. Curano tantissimo la scenografia con grandi ingressi pieni di luci e grandi giardini, poi le camere sono del nostro medio livello, certamente tutti pulitissimi e questo è quello che conta. Sembra sempre di entrare in un castello o comunque in oasi di pace. aaaah grande quel nostro amico saggio di Saronno che disse dall’alto della sua esperienza indiana “dopo una giornata sulle strade dell’India entrare in un bel hotel è rigenerante”.
4 novembre
Sveglia presto, questa mattina ci dobbiamo immergere ancora in Pushkar. Prima di tutto andiamo sui ghat del piccolo lago, ma prima di arrivarci la solita immersione nella folla, un fiume praticamente in piena tra bramini e gente comune (gente comune = parola grossa, molto grossa). I gath sono praticamente le scalinate che vanno direttamente nel lago, suono luoghi sacri dove la gente si immerge nell’acqua per fare il bagno, per fare le offerte e per pregare. Bisogna anche qui togliersi le scarpe e al primo momento non è cosi facile, ma poi non possiamo non andare. Ambiente pazzesco!!! ma al tempo stesso coinvolgente per i colori dei sari immersi nell’acqua che creano bellissimi riflessi. I bramini vestiti per lo più con tuniche arancioni e un secchiello argento tra le mani, oltre ai dipinti nel centro della fronte, dettano le regole e qui non si può fotografare ma si sa qualcosa scappa….turisti sui gath….nn
E’ mezzogiorno direi di fuoco visto il caldo opprimente, ci dirigiamo ancora alla fiera per rivedere questo carnevale, prima di partire per Jaipur la capitale.
Sono le 6 e mezza e tra poco siamo a cena da Mister Karni, il proprietario dell’agenzia locale che ci sta organizzando il tour. Qui salderemo (pensate un po’ per il momento gli abbiamo mandato solo un piccolo acconto) e poi ci ha invitato a cena. La cena è andata benissimo e grande sorpresa Amita, la moglie del boss, ha voluto fare a un regalo a Lella e poi abbiamo telefonato alla nostra “amica tutor” Sabrina di Milano che ci ha davvero aiutato ad organizzare questo tour. a domani…..
Si domani ci aspetta un’altra avventura.
5 Novembre
La giornata è dedicata alla visita del forte Amber e della città di Jaipur. Il forte è bellissimo e il percorso per arrivarci viene fatto a cavallo di un possente elefante (in questo viaggio proprio non ci siamo fatti mancare nulla). La scenografia è certamente particolare, il forte come tutti gli altri palazzi tenuto molto bene e il giro è davvero interessante. Proseguiamo poi con la visita della città e come sempre il caos regna sovrano. E’ davvero difficile qualsiasi fare qualsiasi percorso. Visitiamo l’osservatorio e soprattutto il famoso palazzo dei venti a dir poco meraviglioso. Decidiamo per questa sera di mangiare al ristorante dell’Hotel per doverci nuovamente buttare in strada.
6 Novembre
Si parte direzione Ranthambore, il parco delle tigri. A dire il vero bisogna essere molto fortunati per vederne una visto che oramai sono rimaste veramente poche, ma noi ci proviamo. Saltiamo il tempio del re delle scimmie un po’ per la ressa incredibile che già c’è alle 8 e mezza del mattino e poi si templi ne abbiamo visti veramente fin troppi. La strada è lunga, ci vogliono 4 ore, per fortuna, si fa per dire un bel CD di musica indiana ci fa compagnia 🙂 Arriviamo nel nostro splendido lodge in anticipo sul primo safari previsto. La piscina che si trova all’interno di un bel giardino è troppo invitante e così vista anche la temperatura molto alta facciamo una bella nuotata.
L’appuntamento per il primo safari dei tre previsti è alle 14 e trenta. Si parte con la jeep a gran velocità. Entriamo nel parco e giriamo finché il sole non tramonta, ma purtroppo di tigri neanche l’ombra. Speriamo per domani 🙂 sveglia ore 5,45
7 Novembre
Bene come avevamo detto ore 5, 45 sveglia, thè caldo e alle 6,30 si parte fa un freddo boia, sulla jeep scoperta. Sulla jeep c’è scritto zona 6 bene. Il parco è diviso in 10 zone, e avendo letto un po’ ci sono le migliori e le peggiori, ma non si può scegliere decidono loro. Dalla 1 alla 6 sono buone la 7 e la 8 le peggiori. La zona 6 è visivamente meglio della 3 che avevamo visto. Entrati nel parco c’è subito un gran fermento le jeep rombano e accelerano tutti raggiungono lo stesso posto. Eccola finalmente un ombra è lei che cammina in lontananza nel bush, la si segue per un pò eccola poi sulla nostra sinistra Lella la vede, io non riesco a fotografarla. La ricerca continua ma senza nuovi avvistamenti sarà per oggi pomeriggio ultimo dei nostri safari.
Partenza prevista alle 2,30, quindi tutto il tempo per rifocillarci e riposarsi nella bellissima piscina dell’albergo (sempre la classica oasi).
Adesso vi prego di leggere con attenzione di immedesimarvi e seguire le indicazioni.
La calma in piscina è solo apparente, infatti più si avvicina l’ora del nostro ultimo safari il nervosismo affiora. Sarà la nostra ultima occasione e poi difficilmente torneremo da queste parti. Parliamo del più e del meno ma è evidente la nostra ansia.
Sono le due, ci facciamo trovare nella hall dell’albergo con un anticipo di mezz’ora rispetto all’orario previsto per la partenza. Eccola finalmente la nostra jeep e subito parte un NOOO la zona 8! Va bé Lella sempre positiva dice magari nella 8 è la volta che la vediamo bene!!! Entriamo, il sole è ancora alto e fa ancora molto caldo. Il driver ci dice che questa mattina nella zona 8 ne ha viste due un maschio e una femmina e che ci porterà subito là. La jeep prosegue nel bush e vediamo antilopi e scimmie. Proseguiamo ancora ed ecco ci viene fatta vedere un’impronta. “Go on” dice con un sorriso si prosegue e le macchine si ammucchiano ma ancora niente. Il sole sta calando e io dico: anche stasera niente, ma la guida mi redarguisce dicendomi “sei ancora nel parco e fino a quando non esci c’è speranza”. Ma purtroppo nulla. Domani partenza per Agra e il suo Taj mahal.
8 Novembre
Oggi giornata di trasferimento verso Agra. Le ore sono tante e in mezzo la visita alla città imperiale di Fathepur Sicri. Qui è un assalto ai turisti per vendere qualsiasi cosa. Altra cosa per altro già detta è la ricerca della mancia in ogni occasione e oltretutto non sono mai contenti. Detto questo il viaggio è veramente lungo, e come sempre difficile.
Stasera salutiamo il nostro autista con una cena assieme, domani sveglia all’alba per la visita del Taj Mahal.
9 Novembre
Stamattina come previsto alle 5,45 eravamo già sulla strada per il Taj Mahal. Palazzo straordinario di grande effetto, e rientro dopo che per la prima volta in questo viaggio ci siamo un pò persi nella miriade di strade e stradine, alle 9,45 per il breakfast. Adesso stiamo riposando in hotel in attesa di lasciare la camera e immergerci nuovamente nel caotico traffico di Agra per visitare l’Agra Fort, poi point of view sul Taj dall’altra parte del fiume e partenza per la stazione di Tundla, dove prenderemo il treno che ci porterà a Varanasi. Si ….non ci facciamo mancare neanche il treno. Arrivo previsto per le 4 di domani mattina.
Il viaggio non è ancora finito, ma la stanchezza, inutile nasconderlo, sta avanzando.
Ritornando sulle dieci regole mi viene in mente una cosa :
M., il nostro autista continuava a dirci:- “meno male che qui non ci sono regole altrimenti sarebbe un problema, un grosso problema”. Anche vero però che più si viaggia con lui e più si capisce e a fronte di questa pseudo tranquillità sulle regole del traffico si nota che invece hanno come noi i 10 comandamenti
1) al mattino prima di partire per il viaggio della giornata si fa un inchino al volante (come il nostro segno della croce per intendersi)
2) obbligatorio avere il santino Hindu sul cruscotto (un pò quello che si metteva da noi 50 anni fa “vai piano papà”
3) tutti i giorni si deve fare un offerta per gli animali sacri
4) Una volta nella vita se deve fare visita al tempio Hindu della motocicletta
5) Una volta al mese bisogna andare a venerare i topi del tempio di Bikaner
6) Obbligatorio avere il cordone nero appeso al paraurti della macchina contro il malocchio
7) bagnarsi nelle acque dei laghi sacri (Pushkar/Varanasi)
8) avere come suoneria del telefono una litinaia tipo preghiera Hindu
9) Avere il desktop del cellulare con il Dio Ganesh (quello dell’elefante per intenderci)
10) Avere i peperonicini verdi sul frontalino dell’auto
10 Novembre – improvviso rientro
RIASSUNTO
Purtroppo il nostro India si è dovuto interrompere improvvisamente e siamo dovuti rientrare con urgenza saltando l’ultima parte. Mi sembrava però molto brutto finire senza un riassunto finale. Quello che leggerete è stato scritto durante il mio viaggio di ritorno in aereo con uno stato d’animo ovviamente particolare.
Dunque:
E’ stato per noi il primo viaggio itinerante in Asia, oltretutto fatto nel paese che per nomea è il più difficile, anche se il Rajasthan è lo Stato dell’India che prima di tutti si è aperto al turista e quindi più pronto, ma forse per questo più propenso nel bene e nel male ad “intervenire” sul turista.
Dal nostro punto di vista il modo come lo abbiamo affrontato (auto privata e autista) è stato senz’altro il migliore. Qui è assolutamente impossibile e poco raccomandabile prendere un auto a noleggio come abbiamo fatto altre mille volte, e d’altra parte penso (ma questa vale sempre per noi) che farlo con pullman e altre 20 pp. non ti permette di arrivare a quel contatto diretto che abbiamo avuto noi.
Il nostro autista Mahaveer è stato più che un autista, direi un tutor pronto ad ogni evenienza. Sempre disponibile e presente e al tempo stesso discreto e organizzato. Durante i nostri lunghi trasferimenti in auto si fermava quando glielo chiedevamo e con la coda dell’occhio verificava se volevamo fare qualche foto e anticipava la richiesta. Lunghe pause di silenzio e interventi al momento giusto per dirci quello che secondo lui poteva essere il programma migliore o darci le indicazioni su come muoversi. Con lui abbiamo parlato della sua famiglia e del suo lavoro, dell’India e di tanto altro con il suo mezzo inglese e qualche parola d’italiano e poi abbiamo fatto anche delle belle risate e questo è stato davvero piacevole.
L’agenzia locale Karni è stata perfetta,
Prima del viaggio, quando per mesi abbiamo chiesto tramite mail un’innumerevole serie di informazioni e ci ha sempre risposto puntualmente.
Durante: quando una volta deciso ha prenotato alberghi, treni, guide, tour, aerei interni e tutto quanto gli abbiamo detto di prenotare. Nel corso del nostro tour ci ha poi chiamato per sapere se tutto andava bene e alla nostra sosta ci ha invitato a casa sua e ci ha offerto una bella cena in un ristorante del posto, assieme ad altri italiani che viaggiavano con lui. Al momento dell’urgenza quando siamo stati obbligati a rientrare in anticipo, Karni ha organizzato in tempo reale tutto, permettendoci in poche ore di raggiungere Delhi, ci ha prenotato una camera e ci ha riportato in aeroporto per partire, senza lasciarci mai soli. Davvero una organizzazione eccezionale.
Dopo: quando al nostro avvenuto rientro ci ha scritto per sapere come era andata.
Nella sua organizzazione ha poi creato la figura di corrispondente a Milano. Sabrina, che visto il suo grande amore per l’India si fa davvero in quattro per dare tutte le informazioni ai viaggiatori che intendono fare questo viaggio. Per pura passione fa questa attività con grandissima disponibilità. Per noi è diventata una grande amica.
Gli alberghi. Quando abbiamo definito il programma e Karni ci ha proposto due soluzioni, una extra lusso e una più economica, vista la tipologia di Hotel proposti per la soluzione economica, che ci sembravano comunque già di elevato standard cosi abbiamo deciso per quest’ultima. A dire il vero abbiamo anche detto che forse si poteva ulteriormente scendere. Dobbiamo dire che quelli che ci ha indicato sono stati tutti veramente ottimi e soprattutto puliti. In qualcuno c’era la piscina e in tutti ho trovato il wifi e un ottimo servizio. Forse potremmo suggerire di alzare lo standard di quello di Delhi, che pur essendo pulito non è certamente confrontabile come standard con tutti gli altri.
Il volo lo abbiamo fatto con Air India, compagnia della quale possiamo senz’altro dire bene. Unica cosa leggermente negativa è che la partenza da Milano viene fatta con l’aeromobile che arriva da Delhi e il riordino viene fatto solo a Roma. Quindi il tratto Milano Roma, non è il massimo della pulizia. Al ritorno abbiamo dovuto fare scalo a Roma ed è stato un po’ lungo.
Fare un viaggio in India non è certamente una cosa facile anzi potremmo dire che tra tutti i viaggi fatti è senz’altro stato quello più impegnativo in assoluto. Andare sulle strade dell’India, che tu vada in macchina o a piedi o in un qualsiasi modo è difficile. Il traffico è infernale e senza regole, a piedi invece sei travolto da tutto quello che ti sta intorno, tenendo conto che i marciapiedi non esistono sei praticamente sempre sulla strada assieme a motorette, auto, animali, tuc-tuc, biciclette e a milioni di persone che camminano. Non che ci sia un problema di criminalità anzi da questo punto di vista siamo sempre andati in giro senza alcuna paura anche dove turisti non ce n’erano, ma la sporcizia, il caos, gli odori e quello che vedi non ti lasciano indifferente.
La gente è senz’altro molto cordiale e disponibile, sempre pronta ad aiutarti e a chiederti se hai bisogno. Quando vedono un turista sono contenti, ti chiedono da dove vieni e quando dici Italia fanno immediatamente il nome di Sonia Ghandi per ricordare che anche lei è italiana. Difficilmente ti negano una fotografia. In questo caso gli uomini si inorgogliscono mentre le donne ridono meravigliate. Purtroppo il lato negativo è quello che troppo spesso cercano un qualsiasi motivo per chiedere una mancia, e a lungo andare questa cosa diventa di difficile gestione e qualche volta è pure capitato che vengono fatte considerazioni negative su quello che hai dato. Il turista come un po’ in tante parti del Mondo è quello che deve comprare a tutti i costi e la cosa va gestita. Questo modo, ha di fatto sortito l’effetto contrario in quanto per evitare di continuare a trattare e perdere tempo abbiamo comprato veramente pochissimo.
Il cibo non è certamente quello a cui siamo abituati. Cercando di entrare sempre in sintonia con il viaggio che facciamo, abbiamo scelto menu’ vegetariano. Cucinano le verdure in molti modi diversi, spesso con sughi di pomodoro. La loro particolarità sono senz’altro l’uso dello spezie. Per evitare di infuocare la bocca basta chiedere sempre piatti “no spicy” che comunque un po’ lo sono sempre. Spesso abbiamo mangiato un piatto tipico con tante varietà diverse. Queste composizioni si presentano con un paio di zuppe, riso, formaggio, chapati e un piccolo dolce. I prezzi sono bassissimi e le porzioni abbondanti. Nei posti più eleganti con vista panoramica non abbiamo speso mai più di 1200 R. circa 15 euro in due.
Le città che abbiamo visitato, meritano davvero tutte e non ne lasceremmo indietro neanche una, a partire dalla piccola Mandawa, che era solo un transito veloce. Jaisalmer ha quell’aria di avamposto nel deserto, Jodhpur con la veduta dal meraviglioso forte sulle case di colore blu, Udaipur con il suo lago e il palazzo reale, Puskar con quella pazza fiera del cammello e il mistico lago, Jaipur la città rosa e il bellissimo forte e per finire Agra….il Taj Mahal anche se lo hai visto milioni di volte in foto non delude!!!
Insomma ogni città, ogni forte, ogni palazzo ha una sua particolarità e tutti meritano. Quello che vedi ti fa superare senza dubbio tutte le difficoltà.
Anche i templi che abbiamo visitato sono senz’altro da vedere. Quelli giainisti sono spettacolari per gli intarsi nella pietra e sono davvero mistici, completamente diversi quelli Hindu, che sembrano un inno al malocchio, con fuochi, musica, animali e tanto tanto altro di difficile spiegazione.
Il Ranthambore questa è una nota un po’ dolente e non solo perché non abbiamo visto la tigre, ma soprattutto per le modalità con cui vengono organizzati i safari. Come detto il parco è diviso in più zone, in qualcuna sono presenti più tigri in altre meno o quasi zero. Il fatto che tu non possa scegliere quale fare è già di per sé un problema, anche perché a qualcuno è capitato di fare due safari nella stessa zona e per uno che viene magari dall’altra parte del Mondo non è bello. Inoltre le guide/autisti fanno un po’ quello che vogliono nel senso che anziché cercare con entusiasmo e passione di coinvolgere il turista fanno il loro lavoro in modo asettico, diciamo anche un po’ menefreghista. Ben diversi sono i safari organizzati in Africa, dove l’autista cerca di fare il possibile per scorgere l’animale o il luogo più interessante. Per fare certi lavori dal mio punto di vista molto personale occorre invece prima di tutto la passione e l’entusiasmo.
Un bel capitolo dobbiamo dedicarlo ai colori. Milioni di colori invadono le strade da mattina a sera, da quelli dei banchi dei mercati e bazar. La frutta e le verdure sono davvero bellissime, si vede che qui il sole c’è per 10 mesi all’anno.
Poi ci sono i turbanti degli uomini. Ci viene spiegato che non esiste una regola per i colori e che ognuno può scegliere quello che vuole e da qui ci si può immaginare il risultato. Ci sono quelli multicolore e quelli a tinta unita, bisogna però portarli solo quando si è diventati i più vecchi della famiglia.
Infine i sari delle donne, qui è davvero difficile descrivere quello che si prova a vederli magari tutti assieme ad una funzione religiosa o anche singolarmente in mezzo ad una campagna.
Gli sgargianti gialli, i forti rossi o fucsia, gli eleganti verdi e arancio e cosi via, illuminano le strade, i mercati e le campagne. Oltretutto vi è da dire che le donne lo portano tutte con molta eleganza anche quando stanno facendo i lavori più umili. Il colore ci viene detto viene scelto dall’uomo ed è sempre quello, la donna non lo può cambiare.
In conclusione un viaggio senz’altro da fare che da forti emozioni e grande entusiasmo. E’ un viaggio a ritroso nel tempo, più di una volta ci siamo detti… se togli auto, moto e cellulari sembra di essere tornati nel medio evo. Un viaggio che consigliamo di fare, ma preparati.
Ringrazio tutti quelli che hanno avuto il tempo e la pazienza di leggere il nostro diario giorno dopo giorno, ringrazio soprattutto quelli che mi hanno mandato messaggi per esortarmi a proseguire nella scrittura, cosa che mi ha permesso di continuare nonostante la stanchezza che mi prendeva dopo giornate cosi impegnative. Cercherò di fare un reportage con le migliori foto per chi vorrà continuare a viaggiare in questa incredibile India.
Roberto