Rajasthan, horne please
I colori dell'India
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Il motivo del titolo lo capirete appena arrivati a Delhi dove tutti i camion portano sul retro questa scritta, come dire: “suona, perché io non ti vedo”, dato che gli specchietti retrovisori per i mezzi di trasporto indiani sono un vero OPTIONAL!!!! Il nostro meraviglioso viaggio in India inizia il PRIMO novembre alle 5 del mattino quando arriviamo all’aeroporto di Delhi e troviamo ad attenderci Mr. Sharma, il driver mandatoci dall’agenzia di Karni Singh sperimentata positivamente dai tanti italiani che vanno in Rajasthan. Dopo 25 minuti arriviamo all’hotel Sing Songs nella Old Delhi, capendo subito perché si chiama OLD! Tutto sembra decadente e con un gran bisogno di pulizia. 02.11 Mr.Sharma ci viene a prendere alle ore 12 con un itinerario già stabilito che tutto sommato ci va bene. Iniziamo con la New Delhi e la Humayum’s Tomb (250rp, 1€ vale circa 60 rp) eretta nel 1565 dalla vedova dell’imperatore per contenerne le vestigia. I giardini tutt’intorno sono ben curati, vediamo i primi scoiattoli e nessun importunatore! Chissà forse è domenica anche per loro! Per pranzo Mr.Sharma ci porta in un ristorante per turisti garantendoci che i suoi ospiti non hanno mai avuto problemi di stomaco (Pindi Restaurant in Pandora Road Market); esordiamo con pollo e montone, entrambi un po’ piccanti (650rp). Nel pomeriggio visitiamo il QUTB MINAR, una zona molto verde, dove si ergono un minareto di 72 metri in arenaria rossa del 1199 e una moschea. Il caldo c’è (28°) ma è assolutamente sopportabile. Le ns. Macchine fotografiche scattano in ogni angolo anche perché i giardini sono inondati di belle donne indiane che indossano magnifici sari colorati. L’ultimo monumento del giorno è il tempio rosso dove non si può entrare né con le macchine fotografiche né con i telefoni, ma non abbiamo avuto alcun problema a lasciare il tutto in custodia con quella che diventerà la consueta mancia per qualsiasi cosa in India (10rp). Per cena Mr. Sharma ci porta in un ristorante vicino all’hotel perché abbiamo capito che a lui non piace il traffico di Delhi e continua a dirci “vedrete il Rajasthan com’è bello!”. Il chicken tikka ci ha conquistato e diventerà il ns. Cibo preferito durante tutto il viaggio. 03.11 A colazione si presenta Mr. Karni per conoscerci, assicurarsi che il viaggio sia iniziato bene e … Naturalmente per ritirare il compenso, poiché dall’Italia non ci aveva chiesto alcun anticipo. Alle 9.00 si parte ed essendo lunedì ci immergiamo nella vera Delhi, ossia un incubo! Dopo 1 ora abbiamo percorso meno di 10 km. La prima tappa è la Jama Majid, la più grande moschea dell’India e ci arriviamo a piedi attraversando una zona un po’”difficile”, dove però non ci siamo mai sentiti in pericolo. All’ingresso c’è il rito delle scarpe e noi ci facciamo ammirare dagli altri europei sfoggiando i mitici soprascarpe da sala operatoria in nylon blu elettrico, scelta azzeccatissima, per non entrare solo con le calze. La moschea è molto sobria, alcuni fedeli stanno pregando, altri si bagnano il volto nella grande vasca centrale; attraversiamo il cortile e saliamo sul minareto (50rp) da cui si può godere la vista su questa immensa città. Dalla moschea si arriva facilmente al Forte Rosso ma è chiuso il lunedì e così non possiamo entrare. Ripresa la via del traffico, facciamo sosta al Raj Ghat, luogo di commemorazione, dove nel 1948 è avvenuta la cremazione del Mahatma Gandhi e dove le persone sfilano in religioso silenzio. Alle 14.00 arriva l’ora del pranzo al solito ristorante in Pandora Road, dove mangiamo un delizioso Chicken Tikka Tandoori (pollo disossato marinato nello jogurt e cotto al forno, rigorosamente DRY!) senza salse, accompagnato da un gustoso cheese naan (specie di piadina lievitata con formaggio). Il tutto per 574 rp (9,5€ in due). La visita commerciale ricade sul negozio della catena CIE, suggeritomi da un’assidua turista. In effetti, gli oggetti in mostra sono eccezionali per qualità e adeguati nel prezzo. Si tratta soprattutto di pashmine, tappeti, sari e cuscini, uno più bello dell’altro; gli acquisti però sono rimandati alle altre città, dove, secondo mr. S., i prezzi sono più bassi. Il tour quotidiano termina con l’India Gate e il Parlamento; per cena torniamo al ristorante vicino all’hotel, dove ci siamo trovati bene la sera prima. 04.11 L’uscita da Delhi si conferma caotica, per strada vige la legge del più forte e di chi suona di più il clacson, le strade a 4 corsie sono sempre occupate da 5 macchine che si sfiorano senza mai toccarsi e tagliano la strada a quella dietro. In Italia ci sarebbe un vaffa… ogni 10 secondi e una zuffa ogni 30! Qui invece nessuno si scompone e ciascuno prosegue per la sua strada. Fuori dalla grande città si iniziano ad incontrare i villaggi pieni di persone che camminano, conducono carretti trainati da asini, mucche o cammelli a seconda della merce trasportata. Le botteghe si susseguono una dietro l’altra con tutta la mercanzia in bella mostra ricoperta da uno spesso strato di polvere. Le donne ci sorprendono ancora una volta: anche durante i lavori di campagna, mentre prendono a padellate il didietro di una mucca o con i libri sottobraccio mentre vanno a scuola, indossano con incredibile eleganza i lori sari colorati, spesso adornati di preziosi ricami. Lungo la strada Mr.Sharma ci parla della sua famiglia, dei suoi figli (4) e dei suoi sacrifici economici per mandarli tutti alla scuola privata (è un messaggio subliminale in vista della mancia finale?????). Dopo 7 ore di auto, con piccola sosta per il pranzo (370rp) arriviamo all’hotel Castle Mandawa, un po’ decadente ma con il fascino dell’antica residenza. La camera è un po’ spartana e in bagno la doccia lascia un po’ a desiderare (Mr. Karni aveva lasciato in sospeso se l’hotel era qs. O il Desert Resot Mandawa, forse più lussuoso. Meglio definire tutti gli hotel prima della partenza!) Alle 16.30 ci attende una guida che parla italiano e che ci accompagna a vedere le haveli che lasciano immaginare quanto dovevano essere belle qs. Case ai tempi passati e quanto potrebbero ancora esserlo se i ricchi proprietari usassero parte dei loro soldi per il restauro. La visita termina con la sosta al negozio di stoffe della famiglia della guida, dove non possiamo non fare il primo acquisto di una striscia per la tavola fatta a mano. Tornati in albergo io e mio marito abbiamo fatto lo stesso pensiero: teniamo le dita incrociate ma fino ad ora non siamo stati assaliti da bambini, donne, uomini alla ricerca di soldi o di qualsiasi altra cosa, nessuno è stato insistente, neppure la guida quando al suo negozio abbiamo acquistato solo la striscia. Salutandoci ci ha detto che quello era il primo business del giorno. Voleva commuoverci e farci sentire in colpa o era la verità? Dobbiamo essere cinici o far prevalere le ragioni del cuore? Per cena ci fermiamo in hotel, dove troviamo un buon buffet, in una bella atmosfera con splendide sale affrescate. 05.11 partenza alle 8.30 con sosta a Fatehpur dove ci aspetta una guida che per 100 rp ci fa visitare le più belle haveli sia le vecchie che quelle recentemente ristrutturate. Qui ci sentiamo di dare un consiglio: le haveli di Fatehpur sono più belle di quelle di Mandawa, quindi si potrebbe arrivare all’hotel di Mandawa nel pomeriggio, farsi un bel bagno in piscina, dalle 18 alle 18.30 fare un giro nel villaggio e tornare in hotel per cena, lasciando la visita più approfondita delle haveli per il giorno dopo a Fatehpur. Alle 13.30 arriviamo a Deshnoke, al celebre TEMPIO DI SHRI KARNI MATA, alias TEMPIO DEI TOPI. L’esperienza è incredibile, io non credevo che sarei riuscita a entrare anche perché pensavo di trovarmi tra 4 strette mura circondata da queste bestiacce. Invece il tempio all’interno è aperto quindi volendo, si può stare al centro, a debita distanza dagli adorati topi, che sono in realtà delle piccole bestioline che corrono all’impazzata lungo il perimetro e si accalcano intorno alle ciotole di latte. L’evento del giorno si ha quando Mr.Sharma scova in un angolo il mitico white mouse e ci chiama a gran voce per farci entrare in un buco di stanza dove la bestiola si era rifugiata. Questo però non riusciamo proprio a farlo e così passiamo la macchina fotografica per immortalare l’evento! Ce ne andiamo dopo un po’ rincorsi da alcuni ragazzi indiani che ci lasciano la loro e-mail perché vogliono assolutamente la foto del bianco topolino. Anche questa è l’India! Alle 15.30 entriamo al JUNAGARTH FORT di Bikaner (100rp+70per il video+30per la macchina fotografica), lo visitiamo in ca. 2 ore, bello e interessante. All’uscita ci consegnamo per la sosta al negozio di miniature, dove non possiamo esimerci dall’acquistarne due con elefante e cammello. L’hotel dove alloggiamo è Lalgarth Palace, ricavato da un’ala del palazzo del Maraja, ricco di storia e atmosfera. 06.11 Alle 8.30 si parte per Jaisalmer, ci aspettano 350 km e ca. 5 ore di auto. Il viaggio è meno duro e noioso del previsto, con alcune soste per visitare templi buddisti e induisti e una pozza d’acqua dove si abbeverano centinaia di grossi uccelli migratori. Durante queste soste si vedono veri spaccati di vita indiana con persone che pregano, lavorano mangiano, il tutto lungo la strada. Anche in qs. Soste ci meravigliamo di non riscontrare quanto descritto da altri viaggiatori: gli odori sono sicuramente diversi dai ns. Ma non insopportabili, la sporcizia esiste, non è certo un bello spettacolo ma anche in Italia di recente non abbiamo visto belle immagini, sugli importunatori che dire? Li mettiamo ultimi nella categoria, nettamente dopo egiziani, cingalesi e peruviani. I bambini sono tenerissimi, molto più interessati a afrsi scattare le foto per poi guardarle nel display della macchina digitale che non a chiedere soldi o caramelle. Noi abbiamo dispensato pennarelli colorati a tutti ma i sorrisi più splendenti li abbiamo visti proprio alla vista delle loro foto! Consiglio: se qualcuno ha una vecchia polaroid, la porti via e regali le foto! Arriviamo a Jaisalmer verso le 16.30 e, vista dalla città bassa, la fortezza di pietra color ocra è davvero suggestiva. Il forte è racchiuso tra 99 bastioni, è l’unico ancora abitato da ca. 3.000 persone in tutto il Rajasthan e all’interno si trovano un palazzo del maraja, un tempio jainista, case di gente comune e tante botteghe. Ci rilassiamo qualche ora all’hotel Rang Mahal, incantevole. Dopo un bagno rinfrescante ed un massaggio ayurvedico, siamo pronti per l’ennesimo tandoori chicken, vegetable rice e butter naan, innaffiati da una leggera kingfisher beer (600rp mancia compresa) al Junction Air force Circle. Lo spettacolo di musica e danza è coinvolgente. Grazie ancora a Mr. Sharma che ci propone questi deliziosi ed economici ristoranti. 07.11 Si parte alle 8.30 per la visita guidata di Jaisalmer con una guida garantita dall’agenzia di Mr.Karni (a cui lasceremo 400rp di mancia). Ci innamoriamo subito della fortezza, delle haveli scolpite con sapiente maestria e le ns. Macchine scattano all’impazzata, alternando terrazzi finemente intagliati, donne agghindate per le classiche foto da turisti e scatti “rubati” a qualche bimbo che gioca per strada con una bottiglia o ad una mucca che ingurgita pezzi di carta. Poche persone si avvicinano a noi per chiedere soldi o trascinarci nelle botteghe. Neppure gli odori ci sono … arriviamo alla conclusione che la diversità sta nella stagione: è quella secca, fa molto caldo 38° ma non c’è l’umidità agostana che rende anche le persone meno tolleranti. Dopo il forte ci aspetta la “new city” con le haveli più belle che ci lasciano a bocca aperta passeggiando in mezzo ai bazar (che secondo la guida significa mescolanza). Dopo 2 ore di sosta rinfrescante alla piscina dell’hotel, alle 16.00 ripartiamo per con destinazione il piccolo villaggio di Khuri, composto di poche capanne, dove ci aspettano i cammelli che ci condurranno sulle dune a vedere il tramonto. La passeggiata è molto turistica ma il “contorno” è davvero affascinante: il sole è rosso fuoco quando scende tra le dune di sabbia, la luna è già nitida in cielo, i cammelli sonnecchiano e talvolta mostrano la loro enorme dentatura in un clamoroso sbadiglio. Al rientro ci attende una tradizionale cena al lume di lampada, seduti per terra secondo la tipica usanza indiana, con pietanze vegetariane, allietati da quattro musicisti. Anche questa struttura è stata personalmente visionata da Mr. Karni che sceglie i ristoranti da proporre ai turisti, soprattutto italiani e spagnoli, in modo tale che abbiamo un certo standard di qualità ma che siano anche caratteristici della zona in cui si trovano. E noi fino alla fine non ci siamo mai pentiti di esserci fidati di quanto proposto dal driver. 08.11 alle 8.30 (orario ormai consolidato) partiamo per Jodhpur. Le ore di viaggio scivolano veloci attraversando il deserto del Thar, dune sovrastate da piante verdi le cui ombre creano giochi di luce che ci ricordano il meraviglioso ma più colorato deserto del Namib. I villaggi si susseguono come le piccole capanne sperdute da dove puntualmente escono bambini che inseguono le auto dei turisti alla ricerca di penne e caramelle o, più semplicemente, di una fotografia. In questi casi Mr.sharma non è molto tenero, è molto intransigente con i piccoli che, secondo lui, devono sempre andare a scuola e non accontentarsi e abituarsi ai regali dei turisti … e forse non ha tutti i torti. Arrivati alla città blu di Jodhpur saliamo subito a visitare la FORTEZZA DI MEHRANGARH da dove si gode uno splendido panorama sulla città e sulle case dipinte di color indaco. Il blu contraddistingue le abitazioni dei bramini, la casta eletta dei sacerdoti per i quali questo colore è associato alla saggezza e simbolo della lotta del Bene contro il Male. Per visitare il forte ci serviamo dell’audio guida in italiano e in ca. 2 ore percorriamo tutte le 33 postazioni passando attraverso sale coperte di specchi colorati, gallerie con collezioni di armi e antichi abiti e cortili da dove si ammira l’abilità degli intagliatori che anche a Jodhpur hanno fatto del forte un vero capolavoro, eretto nel 1459. Accanto al forte merita una visita anche il JASWANT THADA, un cenotafio appartenente alla famiglia reale, in marmo bianco, tanto splendente da farlo soprannominare “piccolo Taj”. Il giro serale al bazar con Mr. Sharma, nei pressi della Clock Tower è un’avventura di colori e profumi e … risate perché il driver è molto interessato a portarci al banco delle spezie per “prendere il suo compenso”, mentre noi siamo affascinati dai banchi di frutta, verdura e qualsiasi altra mercanzia esposta! Ci fermiamo anche a osservare il rito di uno sposo portato a cavallo e “agghindato per le feste” contornato da una banda che suona per festeggiare il futuro matrimonio. Il poverino lo incontreremo anche davanti al ns. Hotel dopo circa due ore immaginando quindi che i festeggiamenti sono proseguiti ad oltranza. Anche qui i bambini ci si accalcano intorno e fanno a gara per farsi fotografare con dei sorrisi clamorosi entusiasti poi alla vista della loro … dentatura di un bianco smagliante! Io invece sono conquistata di loro grandissimi occhi neri. 09.11 Oggi Mr.Sharma riacquista i punti persi ieri sera con la tappa obbligata per gli acquisti delle spezie; lungo la strada ci fa fare una deviazione attraverso i villaggi Vishnoi abitati da persone che adottano una filosofia di vita basata sulla non violenza, l’alimentazione vegetariana e la tutela di animali e alberi, tanto che nel 1730 363 persone si fecero uccidere dal maraja tentando di impedirgli di abbattere gli alberi necessari per costruire i suoi mobili. L’ambiente è molto tranquillo, emana un senso di pace profonda ed è anche l’habitat naturale di grossi uccelli e molti chinkara, una specie di daini di cui ammiriamo 4 esemplari scuri che sembrano essere molto difficili da osservare (Mr.S. Ci dice che siamo stati molto fortunati). Dopo la tappa d’obbligo a una fabbrica di tessuti meravigliosi dove facciamo i ns. Primi “massicci” acquisti di pashmine, copriletti e tovaglie (a prezzi quasi europei!!!), nel primo pomeriggio arriviamo a Ranakpur per visitare l’indescrivibile TEMPIO DI ADINATH, consacrato al culto jainista, eretto nel XV secolo e terminato in 50 anni di egregio e superbo lavoro di scultura del marmo. I giaina sono i seguaci di una religione antichissima che ha come fine la ricerca della purificazione, come regola il rispetto della vita, come arma la non violenza e come ideale la bellezza. E tutto ciò traspare assolutamente mentre ci si aggira tra le 1044 colonne estasiati da questo insieme di architettura e scultura. Dopo un breve pranzo lungo la strada riprendiamo la via per Udaipur attraversando valli verdeggianti circondate dai monti Arawali, con il sole che comincia ad abbassarsi e la temperatura gradevole che ci permette di viaggiare con i finestrini aperti per scattare qualche veloce foto approfittando di ogni sosta nei villaggi dove le auto si incrociano a fatica. Alle 18 arriviamo al Sharoop Vilas Hotel (il più brutto insieme a quello di Delhi). 10.11 Questa mattina partiamo con calma per visitare il CITY PALACE, un’enorme costruzione (che non ci ha certamente conquistato) lunga 250m e alta 30m, iniziata nel 1559 e ampliata da ogni maraja salito al potere. Si può visitare solo l’ala adibita a museo, formata da una serie di scale, cortili e stanze colorate con mosaici, vetri e specchietti. Rinunciamo alla galleria dei cristalli perché 25€ d’ingresso ci sembrava eccessivo e dobbiamo rinunciare anche al classico giro in barca sul lago che, in questa stagione (unico inconveniente!) è quasi secco. Per riempire la giornata Mr. Sharma ci porta a passeggiare in un bel giardino e a visitare la galleria d’auto d’epoca del maraja, dove per 300rp ci danno anche il pranzo vegetariano. Nel pomeriggio facciamo finalmente una passeggiata in solitudine a piedi lungo le tranquille stradine della città vecchia nei pressi del JAGDISH TEMPLE, monumento dedicato a Vishnu del 1624, dove entriamo e, come molti altri turisti, cerchiamo di scovare tra le mille rappresentazioni di dei scolpiti nella pietra, quelle riguardanti scene del kamasutra, che puntualmente troviamo quando vediamo un gruppo di italiani in coda davanti ad una colonna con la macchina fotografica in mano! Questo pomeriggio di relax lo ricorderemo per essere rimasti seduti su una panchina semplicemente a guardare come convivono in questi vicoli strettissimi macchine, moto, biciclette, mucche e addirittura un elefante che riesce a bloccare il traffico con la sua lenta andatura. Il tramonto lo ammiriamo nei pressi del lago, incantati a osservare le “lavandare di Udaipur”, come abbiamo soprannominato le decine di donne che affollavano le rive con le loro ceste e i panni coloratissimi, dedite al lavaggio e ai pettegolezzi (esisteranno anche in India!). Con la cena al ristorante vegetariano, frequentato rigorosamente dai locali, in cui per la prima volta Mr.Sharma mangia con noi, abbiamo messo definitivamente alla prova il nostro stomaco che, ancora una volta, si rivela di ferro e ci consentirà di tornare dall’India indenni da qualsiasi tormento! 11.11 Il viaggio verso Puskar è molto lungo, oltre 6 ore. Giunti al Puskar Resort e preso possesso della nostra tenda all’interno di questa bella struttura con giardini verdissimi ed una piscina alquanto invitante, ci avventuriamo sulla portantina trainata da cammello verso la famosa “camel fair”, festa nazionale dedicata agli affari in tema di … cammelli. Qui ci troviamo davanti ad una marea di gente, soprattutto indiani ed essendoci così tante persone possiamo scattare a volontà ed immortalare ogni genere di uomini, donne, bambini, sorrisi, sguardi vaghi, litigate, dibattiti tra vecchi con il fumo tra gli occhi o vecchie sdentate che vendono bracciali e collane. Ci divertiamo davvero tanto in mezzo a cammelli agghindati con corone di fiori e ghirlande coloratissime. E’ una vera festa paesana con tanto di lunapark, corsa dei cammelli e noccioline tostate in vendita sui carretti di legno, ma soprattutto è una vera festa indiana con i turisti che fanno solo da contorno. Dopo l’ottima cena vegetariana consumata presso il resort, alle 20.30 siamo già alla nostra tenda, alla luce fioca di una lampada seduti nel silenzio del deserto ad ammirare il cielo stellato e la luna piena splendente nel buio totale. 12.11 Finalmente arriva la tappa tanto attesa da Luca, il Ranthambhore National Park, per la ricerca della tigre, dove giungiamo verso le 13.30. Alle 14 si parte subito per il primo safari. Il pomeriggio è memorabile: appena entrati nel parco, la avvistiamo subito, lì proprio sulla strada e noi siamo primi ad arrivare così ci mettiamo nella posizione migliore per le foto che partono a raffica. Ogni singolo movimento, battito di ciglia, spostamento di pupille o sbadiglio è stato immortalato con un’innumerevole serie di fotografie; terminato il servizio fotografico, ci gustiamo in rigoroso silenzio i suoi piccoli spostamenti, dalla strada, alla radura, all’erba alta fino a quando, dopo circa mezz’ora, decide di passare davanti alla nostra jeep e inoltrarsi nella boscaglia sparendo così dalla nostra vista. Altre volte abbiamo assistito in silenzio ai meravigliosi gesti di animali in libertà (zebre, giraffe, elefanti in Namibia, orsi e cervi in Canada) ma l’emozione provata alla vista della tigre è stata davvero insuperabile. 13.11 Sveglia alle 5.30 e partenza per il secondo safari che però, dopo tre ore di girovare in lungo e in largo per tutto il parco, non ci regala le emozioni del giorno precedente. Della tigre vediamo solo le orme che rincorriamo lungo tutte le piste senza successo. Ci dobbiamo accontentare della vista di cervi, cerbiatti, pavoni e anche un piccolo coccodrillo sulla riva di una pozza d’acqua. I cerbiatti sono davvero dolcissimi quando ci guardano alzando le piccole orecchie tonde, sempre all’erta e pronti a scattare al rumore … della tigre che continuiamo a cercare disperatamente fino alle 10.30 quando, ormai rassegnati, le guide ci riaccompagnano in hotel. Vista l’esperienza eccezionale vissuta ci sentiamo di consigliare un giorno in meno a Delhi e uno in più a Ranthambhore con safari aggiuntivo. Consigliamo anche di specificare, nella prenotazione, una jeep di 4/6 persone e non il “camion” da 30 che non permette di ammirare con tranquillità gli animali e non può raggiungere i luoghi più impervi. Dopo un’abbondante colazione si parte per Jaipur, la città rosa, per tradizione simbolo di ospitalità. Appena arrivati, andiamo subito all’hotel Shapora House, degno di menzione per l’accoglienza del titolare, molto curati gli interni, bella la piccola piscina, ottima e varia la colazione; non il più lussuoso, ma al primo posto tra i ns. Hotel. Per cena siamo invitati a casa di Mr. Karni che alla fine, vista la presenza di altri 4 turisti italiani, ci porta tutti (in dieci sulla sua monovolume) in un ristorante vegetariano. E’ stata una piacevole serata allietata anche dalla conversazione con la moglie di Mr. Karni che ci regala un elegante copriletto in segno di ringraziamento e … di auspicio di buona pubblicità, cosa che ci sentiamo di fare poiché il viaggio è stato perfetto, fatta eccezione per la qualità degli hotel di Delhi e Udaipur, non all’altezza di tutti gli altri. 14.11 La giornata si annuncia lunga e sarà … lunghissima! Avevamo deciso di non utilizzare la guida locale proposta dall’agenzia di Karni per evitare il coinvolgimento nel tour dell’artigianato locale “imposto” preferendo fare un giro da soli nel bazar cittadino e invece, causa malinteso (?!?) Mr.Sharma ha prenotato la guida parlante italiano, un simpatico ragazzo di nome Raju che è stato comunque molto utile nei commenti all’Amber Fort, al Jantar Mantar e al City Palace, ma che ovviamente ci ha anche portato nei negozi di tessuti, in due gioiellerie ed ha accettato il rifiuto per quello dei tappeti perché alle 18 eravamo proprio cotti!!! Partiamo infatti alle 8 con la prima sosta al Palazzo dei Venti, un frontale architettonico molto armonioso, costruito nel 1799, di colore arancio-rossastro (anche se viene impropriamente detto rosa), tipico della città vecchia di Jaipur. La seconda sosta è dedicata all’Amber Fort; l’esperienza della salita al forte con l’elefante è certamente turistica ma comunque piacevole. Il forte è, come sempre, arroccato su una collina ed stato costruito complessivamente in 120 anni! La guida ci illustra le particolarità ingegnose dell’epoca, come il sistema di raffreddamento e riscaldamento dell’aria. Molto bello il soffitto della sala degli specchi. La terza sosta è riservata all’Osservatorio e qui Raju ha dato il meglio di sé spiegandoci il modo di funzionare di tutti gli strumenti costruiti nel 1700 dal genio del Maraja Jai Singh II, conoscitore di 17 lingue, uomo di scienza, denominato il Newton dell’Oriente. L’ultima sosta culturale è dedicata al City Palace, differente dagli altri visitati, con stanze meno maestose, fatta eccezione per la sala delle udienze, dove sono conservati soffitto e pareti decorate con colori naturali, ancora splendidamente sgargianti dopo ca. 400 anni. Alle 18 rientriamo in hotel stanchissimi e, dopo una doccia rigenerante, ci godiamo una cena sulla terrazza al lume di candela, allietati come sempre da musiche e danze tipiche del Rajasthan (1400rp). 15.11 Mr.Sharma si fa subito perdonare il ritardo di 20 minuti portandoci in regalo un DVD di musiche e danze indiane, un Hennè e un bracciale per me; questa è la sua città e per due sere è potuto tornare a casa a vedere la moglie e i 4 figli, quindi è proprio felice. Ci porta anche a bere il miglior lassì del Rajasthan, assicurandoci che ci possiamo fidare perché è l’unico posto da lui consigliato in tutto il Paese. E noi decidiamo ancora una volta di farlo confermando che il nostro stomaco è di ferro. Riprendiamo la marcia automobilistica alla volta di Fatehpur Sikri, la città eretta nel 1572 e abbandonata 15 dopo, costruita tutta in arenaria rossa, di cui oggi si possono ammirare i resti, ben conservati. Alle 17 arriviamo ad Agra che si conferma essere non particolarmente attraente, con molto caos e rifiuti ovunque. Ma poco importa, qui si viene per ammirare il tempio dell’amore, che ci attende domani all’alba. 16.11 Quando arriviamo alle 6.45 c’è già molta gente, facciamo il biglietto (750rp), depositiamo gli oggetti sospetti che Luca teneva nel marsupio (mp3, calcolatrice,…) ed arriviamo al cospetto di questo gioiello di marmo, il mausoleo fatto costruire nel 1631 dall’imperatore Shah Jahan come tomba per l’amatissima moglie, morta al 14° parto! Per realizzarlo, oltre 22.000 operai e artigiani lavorarono per 20 anni sulle sponde del fiume Yamuma, fatto appositamente deviare dall’imperatore affinché il mausoleo potesse specchiarsi nelle sue acque. Nonostante ci siano molte persone, si riescono comunque a scattare bellissime foto e noi non ci risparmiamo! Il sole si sta alzando e i colori cominciano a cambiare nonostante permanga una leggera foschia che, secondo noi, è perenne e dovuta ad un certo grado di inquinamento. Alle 9 abbandoniamo la zona, non prima di aver scattato l’ultima foto da sotto gli archi che incorniciamo il TAJ MAHAL, come visto nelle migliori riviste di viaggio. Ci aspetta una sontuosa colazione all’hotel Clark Shiraz, anonimo albergo internazionale ma con ristorante all’ultimo piano con vista sul Taj (nelle migliori giornate limpide!). Alle 11 ci dirigiamo verso il Forte di Agra che, in prima battuta non ci entusiasma, ma ci fa cambiare idea quando arriviamo nella sala delle udienze, con uno splendido colonnato ed una piccola loggia in marmo ancora decorato con pietre preziose e semipreziose. Alle 13 inizia il triste viaggio di ritorno verso Delhi, da dove il volo della Qatar Airway parte … alle 5 del mattino! Purtroppo non avevamo pensato a questa parte della giornata e ci siamo ritrovati a Delhi alle 18; Mr.Sharma, dopo che per tutto il giorno ci ha detto che ci avrebbe portato a cena alle 20 e in aeroporto alle 22, ci ha mollato in un ristorante alle 18.30 e lì abbiamo capito le intenzioni! Senza fare polemiche, poiché a quell’ora non avevamo certo fame, gli abbiamo chiesto di andare direttamente al terminal 2 dove, alle 19, è iniziata la lunghissima attesa al Visitor Lounge perché dentro l’aeroporto si può entrare solo dopo le 2! Il ns. Consiglio quindi, nel caso in cui gli orari siano come i nostri, è quello di fermarsi qualche ora in più ad Agra (imponendolo al driver) o chiedere di aver un hotel di appoggio dove “sostare” dalle 18 alle 20, cenare con tranquillità e arrivare in aeroporto verso le 22. Alla fine salutiamo Mr.Sharma che ci consegna un altro regalo acquistato ad Agra (una scatola di dolci al cocco); è stato comunque attento e premuroso e quindi gli lasciamo una bella mancia, credendo in quanto ci ha raccontato di lui e della sua famiglia e della sua volontà di fare dei sacrifici per far studiare e dare una vita migliore ai suoi figli rispetto a quella dei bambini che affollano le strade dell’India. Complessivamente il viaggio è stato molto bello, i monumenti visitati sono diversi tra loro (forti, palazzi, haveli, templi) ed i safari al Ranthambhore N.P. Hanno certamente interrotto, con una giornata naturalistica, le visite “culturali”. Divertente per la moltitudine di gente che abbiamo visto è stata anche la fiera dei cammelli di Puskar, i cui colori resteranno sempre impressi nella nostra memoria.