Rajasthan e Maldive
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Siamo al martedì 19 febbraio è ci apprestiamo a visitare la “fortezza di Agra”, non di secondaria importanza al Taj Mahal. Il nostro autista ci lascia all’ingresso meridionale del forte, “L’Amar Singh Gate”, e da qui dopo aver ammirato le prime mura, ci avviamo per un sentiero che ci porta alla Motj Masijd (moschea perla). Poco prima della moschea, si trovano la Diwan-i-Am (sala udienze pubbliche), compreso il trono di Shah Jahan. Di seguito passiamo, dopo aver superato una rampa di scale e un grande cortile, nella Nagina Masjid (moschea gemma), per le dame di corte. Sotto si trova il Bazar delle signore, dove le dame si recavano per fare i loro acquisti. Seguendo in ordine cronologico il forte si passa alla, Diwan-i-Khas, (sala di udienze private), e affacciato sul fiume e sul Taj Mahal, visitiamo il Takhti-i-Jehangir, una poderosa lastra di roccia nera con iscrizione attorno all’estremità. Infine, ammiriamo il Shish mahal (Palazzo degli specchi), e proseguendo nel margine orientale il Musamman Burj e il Khas Mahal, torre ottagonale in marmo bianco, dove si riesce a scorgere la sagoma in lontananza del Taj Mahal. Di fianco c’è l’Anguri Bagh, giardino portato recentemente al suo splendore. Dopo due ore raggiungiamo Raj, e ci apprestiamo successivamente a raggiungere Fatehpur Sikri, per visitarlo.Già da questi primi spostamenti ci rendiamo conto di dover fare molti km, ma il tutto è superato dagli scenari e dalla autenticità dei posti. Arrivati a Fathepur Sikri e dopo aver lasciato la macchina in parcheggio il nostro autista ci da le ultime dritte e ci lascia alla visita, anche oggi abbiamo preferito muoverci senza guida, in assoluta libertà. Entriamo non per l’ingresso principale, dove si trova la moschea Jama Masjid, e attraversiamo prima il chiostro dell’astrologo, per raggiungere il cortile del Pachisi, la Diwan-i-Am (sala udienze pubbliche), e il laghetto ornamentale. Ci spostiamo nel Panch Mahal, padiglione costruito da cinque piani. E per finire visitiamo è il palazzo più grande, il Palazzo di Jodh Bai, dimora della moglie indu di Akbar. E’ formato da colonne indiane tradizionali, cupole islamiche e tegole persiane dalle sfumature azzurre e turchesi. Dopo aver visitato la prima parte del complesso di Fahtepur Sikri, attraversiamo un parcheggio per dirigerci alla grande moschea di Jama Masjid, l’ngresso attraversa la grande porta della vittoria Buland Darwaza, alta 54 mt. All’interno del cortile spicca la splendida tomba di Shaikh Salim Chishti, in marmo bianco. Proprio come Akbar, le donne senza figli fanno visita alla tomba e legano un filo agli “jali”, sperando nella nascita di un erede. Restiamo all’incirca un ora, perché dopo ci appresteremo a fare una piccola deviazione lungo il percorso per visitare il pozzo di Abhaneri, e per poi successivamente dopo 150 km. su strada sterrata raggiungeremo Sawai Madhopur per fare due safari nel Ranthambore National Park. Il giorno 20 febbraio la sveglia è molto mattiniera, sono le cinque e ci apprestiamo a fare il primo dei due safari in programma, dopo una colazione veloce, arrivano le nostre guide, saliamo sulla gip di 5 posti , e da queste parti alle 6 del mattino fa molto freddo, ma lo spettacolo dell’alba nel parco non ha eguali, man mano che il sole nasce assistiamo ad uno spettacolo di luci dietro l’altro. Dopo aver pagato il permesso per la videocamera, iniziamo il nostro safari. Davanti sa noi ci sono molti fuoristrada ed ognuno prende un sentiero diverso. Uno degli obbiettivi di questo safari e avere la fortuna di vedere la tigre. Si deve essere molto fortunati perché nei 1334 kmq. Di parco, e stimato che si muovono in assoluta libertà circa 32 tigri, di cui 5 aggiunti in questi ultimi anni dal Sariska Tiger reserve, dal project tiger che si occupa della salvaguardia delle tigri dal 1979. Il percorso della riserva e pieno di saliscendi, e inizialmente ci capita di vedere in lontananza il “Forte di Ranthambore” e “chhatri”, ricoperti di rampicanti. Attraversiamo le prime aree e ci imbattiamo con la prima fauna, rappresentata da piccoli bambi, pavoni e rapaci in libertà appoggiati placidamente su alberi.Continuiamo a percorrere il sentiero n.5 (in tutto il parco ne sono 9) e ci fermiamo vicino ad un laghetto dove c’è un coccodrillo, un uccello e arriva anche un cervo. Terminiamo il percorso e la nostra guida chiede ad altri fuoristrada se hanno avvistato tigri, ma c’è il sentore che in questo safari mattutino non si avrà il piacere di fare questo incontro. Ritorniamo indietro e ci soffermiamo a notare di nuovo pavoni, un lontra, ancora cervi e un gruppo di simpatiche scimmie, e splendidi uccelli colorati, che fanno il bagno in piccoli laghetti formatisi lungo il percorso. Terminato il primo safari, sono le 10 e 30 e facciamo ritorno al nostro hotel, un po’ delusi ma fiduciosi che nel tour pomeridiamo faremo sicuramente l’incontro con la tigre. Ci rilassiamo un po’ sulla piscina e verso le 14 e 30 ci facciamo trovare pronti nella hall dell’hotel dalla guida che ci accompagnerà al parco. Dopo aver raccolto altri 5 turisti, il nostro autista e la guida ci dicono che oggi faremo un percorso diverso, il sentiero n.1 del parco, e con molta probabilità faremo l’ncontro atteso.La fauna che incontriamo inizialmente e la stessa del mattino, cervi, bambi,ma qualcosa attira la nostra attenzione, si , impronte fresche di una tigre appena passata. Allora fermiamo il fuoristrada in prossimità e vediamo in lontananza anche un ipotetico pasto del felino, un cervo aggirarsi nei paraggi. Ba forse se abbiamo fortuna anche lei si aggirerà nei paraggi… dopo 20 minuti ripartiamo senza aver visto nulla e terminiamo il percorso. Al rientro ormai verso le 17 e 40 ci apprestiamo all’uscita dal parco, un po’ delusi di non aver fatto l’incontro. Ma all’improvviso ci incrociamo con un altro fuoristrada, le due guide si parlano e la nostra si fionda, verso un punto dove sono arrivati altri turisti. Alziamo il nostro sguardo e sbigottiti ci appare una sagoma di una gigantesca tigre, bellissima, c’è molto caos, ma riusciamo a scattare lo stesso qualche foto e fare pure il video, anche perché, come una star si mette a debita distanza in posa… All’ultimo minuto riusciamo a vederla, è un evento molto raro, anche perché loro amano uscire di più nei periodi che vanno da maggio a novembre, nei periodi dei monsoni e quando il parco e chiuso, per abbeverarsi e farsi un bagno nei laghetti. Dopo 30 minuti, contenti, ci avviamo al nostro hotel, ceniamo e andiamo esausti a letto.Il giorno dopo, il 21 febbraio ci apprestiamo a prendere il treno per trasferirci a Jaipur, siamo pronti per fare questa esperienza su un treno in india… entriamo nella stazione e ci accomodiamo nella sala di attesa, dopo un po’ arriva il nostro autista che ci consegna il biglietto e saliamo nello scomparto di prima classe. Facciamo subito conoscenza con la coppia che dividiamo lo scomparto, vengono dal sud dell’india e sono diretti a Jaipur per commercio. Dopo tre ore arriviamo in stazione e il referente della nostra agenzia ci accompagna in hotel. Dopo un ora di riposo e pranzo, Raj che è appena arrivato in auto da Sawai Madhopur ci viene a prendere e siamo diretti nel pomeriggio prima al Galta Temples, detto Monkeys Temple, tempio delle scimmie. Successivamente saremo diretti per il tramonto al Nahargarh Fort. Ci dirigiamo verso il Galta Temple, e lungo la strada il simpatico e attento Raj ci fa notare delle costruzioni tipiche di Jaipur e lungo il tragitto notiamo addobbi da usare, ad un facoltoso matrimonio. Paghiamo il nostro biglietto che è soprattutto il prezzo del permesso della videocamera e ci troviamo di fronte ad un tempio chiuso da due colline e al centro, prima di salire le scale, ci sono le simpatiche scimmie (chi vuole può comprare anche delle noccioline per loro). Saliamo le scale del tempio e lungo il percorso notiamo alcune cisterne sacre nelle quali i più ardimentosi si tuffano. Prima di raggiungere la cima c’è anche un incantatore di serpenti. Arrivati ci fermiamo in cima a fare delle foto e i video, poi ci dirigiamo verso l’uscita. Essendo un tempio piccolo, la visita è stata fatta in meno di un’ora. Sono le 17 , lasciato il Galta Temple, improvvisamente mi giunge agli occhi qualcosa di unico,un barbiere atto nella sua professione sotto un ponte, mi fermo per fare un video e qualche foto, ma velocemente, perché Raj ha dovuto fermare la macchina in un posto scomodo. Percorriamo una strada in salita e sulla nostra sinitra ammiriamo delle mura di protezione, che somigliano vagamente alla muraglia cinese. Ci fermiamo lungo il percorso e ammiriamo in lontananza la città di Jaipur con il palazzo di Jal Mahal. Non ci soffermiamo molto, cerchiamo di arrivare in cima prima del tramonto. Varcato l’ngresso, iniziamo la visita del Nahargarh Fort, che domina la città di Jaipur.Dopo aver visitato tutte le stanze, usciamo e attraversiamo la fortezza per posizionarci in un postò dove possiamo ammirare il tramonto in tutto il suo splendore. Rientriamo in hotel successivamente e ceniamo nel ristorante dello stesso, ormai stanchi, per prepararci a visitare l’altra parte della città. Il giorno 22 febbraio, Raj puntuale come sempre, ci preleva dall’ hotel intorno alle nove e lungo il percorso ci fermiamo all’ Hawa Mahal per una breve sosta,dove ci viene presenta la nostra guida. Proseguiamo subito per raggiungere la nostra prima escursione, Amber Fort, antica capitale dello stato di Jaipur. La nostra macchina si ferma un Km. prima del forte, per alcune foto di rito. Già in lontananza notiamo le caratteristiche della costruzione del forte, in arenaria con sfumature ocra-rosate e in marmo bianco. Facciamo la fila per entrare, visto che è molto caratteristico il percorso con gli elefanti colorati. Passa quasi un’ora e viene il nostro turno. Iniziamo la salita che raggiunge l’ingresso principale, il Jaleb Chowk. Scesi dal dorso degli elefanti, saliamo lo scalone che conduce al palazzo principale, anche se prima visitiamo il piccolo Siladewi Temple. Dal Jai Mandir è possibile ammirare e fotografare bei panorami dai bastioni del palazzo sul sottostante lago Maota. Proseguendo la visita passiamo dal Diwan-i-Am, sala delle udienze pubbliche. Successivamente passiamo al terzo cortile dove si trovano gli appartamenti del Maharaja, in cui accediamo dal Ganesh Pol, un portone decorato di mosaici e sculture, e ammiriamo il Jai Mandir (sala delle vittorie), il quale ci colpisce per i pannelli intarsiati e i soffitti a specchi. Dopo 2 ore usciamo dal Chand Pol, dove ci attende Raj. Lungo la strada del ritorno verso la città, ci fermiamo solo a fare delle foto, perché non è possibile visitare, il Jal Mahal, antico luogo di piacere e refrigerio dei maharaja.La sosta dura 30 minuti e dopo ci dirigiamo verso il City Palace, la guida ci dà alcune indicazione su cosa fotografare. Attraversata la Mubarak Mahal, iniziamo la visita del City Palace, e successivamente passiamo dalla sale delle udienze pubbliche a quelle private. Proseguendo, attraversiamo il cortile interno del palazzo dove si trova la Pitam Niwas Chowk, con quattro maestose porte che rappresentano le stagioni. Sul Peacock Gate (porta del pavone) e rappresentato l’autunno. Al di là del chowk sorge il palazzo privato, il Chandra Mahal, attuale residenza del maharaja.Restiamo comunque impressionati dalla varieta di colori e dalle caratteristiche geometrie del palazzo. La visita ci prende un po’ di tempo, e usciti dal palazzo raggiungiamo dopo due minuti, il Jantar Mantar, osservatorio voluto da Jai Singh, e tutt’ora patrimonio Unesco. Ogni costruzione all’interno dell’osservatorio ha una funzione precisa di calcolo del tempo, delle stelle, altitudine e eclissi. La guida in questo caso dopo una breve spigazione ci lascia un po’ di tempo per passeggiare e ammirare da soli i molteplici strumenti di calcolo del tempo. Usciti dal Jantar Mantar ci dirigiamo, verso le numerose arcate che nascondono i numerosi negozi della old city, negozi che mantengono il colore rosa, tradizionale colore della città di Jaipur “città rosa”. Raggiunto L’Hawa Mahal, dopo averlo visto esternamente, lo visitiamo e notiamo subito la sua struttura in arenaria rosa formata da 5 piani, lavorati a nido d’ape. La sua struttura permette alle donne di corte di assistere alle processioni e osservare la vita quotidiana della città. Arriviamo fino alla cima dove c’è un bellissima vista del Jantar Mantar e del City Palace. Siamo ormai arrivati alla fine delle cose da visitare nella città di Jaipur, e giusto il tempo per fare visita ad una cooperativa che vende sari e foulard tipici, dopo ci regaliamo un fantastico trattamento di medicina ayurvedica, un body massage con oli alle erbe. ci vuole proprio dopo tutto il cammino che abbiamo fatto oggi. Dopo un’ora usciamo rilassati e velocemente torniamo in hotel, ci facciamo una doccia per poi andare a casa di Karni Singh, il proprietario dell’agenzia, al quale ci siamo affidati per questo tour. Dopo una breve presentazione, la moglie, ci offre un aperitivo e ci regala una bellissima tovaglia indiana. Dopo un po’ ci dirigiamo in un ristorante tipico indiano per la cena, da lui offerta per l’occasione. Certo, dovevamo saldare il tour, ma tutto il dopo ci ha fatto molto piacere.
23 febbraio
Oggi con molta calma ci trasferiamo a Pushkar. Alle 09:30 partiamo da Jaipur, saremo a destinazione in due ora e mezza. Lungo il percorso facciamo qualche fermata, la prima in una scuola-orfanotrofio dove facciamo visita a bambini bisognosi. Abbiamo portato con noi una piccola valigia con indumenti e materiale didattico. Raj ci presenta agli insegnanti e loro fanno mettere in ordine i piccoli allievi, e iniziamo a distribuire il materiale. Notare il valore che danno a questi piccoli oggetti (i ‘nostri’ bambini non darebbero tanta importanza) ti fa sentire pieno di orgoglio anche se è solo un piccolo gesto di solidarietà. Quindi, riprendiamo la nostra strada e subito dopo vediamo un gruppo di uomini locali che seduti al bordo della strada con i loro meravigliosi turbanti, trascorrono il loro tempo libero ad un gioco con i dadi.
Cinque minuti dopo riprendiamo la strada e raggiungiamo Pushkar, nota come meta di pellegrinaggio per molti fedeli hindù. Breve sosta nel nostro hotel, e Raj ci raccoglie per fermarci vicino al ghat, dove c’è il Pushkar Palace Hotel. Abbiamo a disposizione meno di mezza giornata, ma la città e piccola e crediamo di riuscirla a visitare. Prima sosta, per vedere il Vishnu Temple, molto caratteristico. Poi ci dirigiamo verso la Sadar Baazar, la via del commercio, è molto caratteristica e piena di negozietti, ne approfittiamo per fare shopping e lungo il percorso ci fermiamo per visitare prima il Varah Ghat e poi il Gandhi Ghat(dove furono disperse le ceneri di ghandi). Alla fine della strada del Baazar c’è il Brahma Temple, lo visitiamo e lungo la strada di ritorno assaggiamo un buon lassi (il loro yogurt). Dopo esserci soffermati nei ghat in precedenza menzionati, raggiungiamo il punto di partenza, vicino al Pushkar Palace, sono le 17 e 30 e aspettiamo il tramonto. Qui è il posto migliore per scattare un po’ di foto. Rientriamo in hotel e dopo qualche ora usciamo di nuovo per andare a mangiare al ristorante Om Shiva, ottimo cibo a prezzi minimi. Il nostro autista, molto disponibile anche dopo il suo servizio, ci ha accompagnati al ristorante, ma lo facciamo rientrare non troppo tardi, perché domani dovremo percorrere quasi 500 km, per raggiungere Jaisalmer.
24 febbraio
Alle 08:00 lasciamo Pushkar per raggiungere Jaisalmer. E’ un percorso in parte non abituale, perché dovremo anche fare circa 100 km. fuori dai percorsi turistici. Il tragitto sarà Pushkar – Nagaur(prima di entrare in città) – Madpura – Phalodi – Jaisalmer. Il tratto da Madpura – Phalodi è molto caratteristico e la gente è molto sorpresa a vedere turisti da quelle parti. Subito dopo Phalodi ci fermiamo per un breve snack e dopo lungo il percorso ci fermiamo a fare qualche foto in una fattoria con alcuni dromedari. Verso le 16 e 30 raggiungiamo Jaisalmer. Ci sistemiamo in hotel e dopo mezzora Raj ci porta a visitare due cenotafi. Ci dirigiamo prima a Bada Bagh, tombe destinate ai reali e facciamo una veloce visita per le foto e qualche ripresa, visto che i colori all’ora del tramonto fanno risaltare l’arenaria delle costruzioni facendola luccicare, e i colori sono di un giallo oro. Dopo un po’ siamo diretti verso gli altri cenotafi, destinati ai Bhramini, Vyas Chhatri. Li ammiriano, scattiamo le foto di rito, e subito dopo, verso le 18 e 30, ci posizioniamo verso la terrazza che affaccia sul forte, per riprendere il magnifico tramonto, che sicuramente ci incanterà. Questa splendida e intensa giornata terminata dopo 500 km. di trasferimento e vi assicuro che è stata ricca di emozioni.
25 febbraio
Facciamo conoscenza con la guida che ci accompagnerà alla visita di Jaisalmer. Con Raj ci dirigiamo alla nostra prima tappa, il Gadi Sadar, lago artificiale e principale riserva d’acqua di Jaisalmer fino al 1965. Sulle sue sponde , si susseguono alcuni templi e santuari. Alcune persone gettando del pane in acqua, attirando i pesci gatto. Ci soffermiamo un po’ anche ad ammirare un suonatore di flauto. Ripartiamo dopo un ora in direzione del forte, unico del Rajaisthan ancora abitato, ci colpisce quasi all’ingresso, l’unico negozio che vende oppio, autorizzato dallo stato. Sul cortile centrale del forte ci soffermiamo a vedere l’elegante palazzo a sette piani dell’ex maharaja, e dopo proseguiamo per visitare due templi jainisti, gli unici visitabili, il primo e il “Chandraprabhu”, presenta belle sculture e colonne riccamente scolpite. La nostra guida si sofferma a spiegarci un po’ di storia del tempio, intrecciata con spiegazioni sulla religione hinduista. In India la vita quotidiana è fortemente influenzata dalla religione. Passiamo alla visita dell’altro tempio, il tranquillo “Rikhabdev”, con pareti ornate da belle sculture protette in teche di vetro. Proseguiamo per le stradine del forte. La nostra guida ci tiene a farci vedere la vita reale e la tranquillità della città-forte, le donne che si riuniscono per parlare del più e del meno, chi è affaccendato ad espletare le faccende domestiche, tutto alla luce del sole. La nostra guida poi ci porta sul terrazzo di un hotel in cui godiamo una splendità panoramica del forte, per alcune foto e video di rito, e poi ci rilassiamo prendendo un drink. E lui coglie l’occasione, siccome è un argomento che ci interessa, per spiegarci il ruolo delle caste. Terminata la passeggiata per le calle della città, ci dirigiamo verso la Patwa-Ki-Haveli, la più grande di tutta Jaisalmer. Ci colpiscono le facciate in pietra lavorata simile ad un merletto color miele. Dopo averla visitata, ci soffermiamo in alcuni negozietti per un po’ di shopping. Rientriamo in hotel, un’ora di relax sulla piscina, e senza sosta ci prepariamo per la seconda parte della giornata. Sono le 15 e 30 e Raj ci prende in consegna per accompagnarci in escursione sul dromedario, nel Desert National Park, che si estende per circa 3162 Km. Arriviamo nel piccolo “villaggio di Khuri”, dell’omonimo deserto, dopo tre quarti d’ora di macchina e, saliti sui dromedari, raggiungiamo il punto più alto delle dune di sabbia. Mentre un po’ per volta aspettiamo il tramonto, ci incantiamo a vedere i numerosi colori che modificano le dune di sabbia. Finchè non sopraggiunge uno spettacolare tramonto. Raggiunto il villaggio, ci accomodiamo sulla terrazza di un piccola guesthouse e in attesa della cena ascdoltiamo musica e vediamo le danze del luogo.
26 febbraio
Alle 08 e 30 lasciamo Jaisalmer per raggiungere Jodhpur, il percorso non è molto lungo, ma Raj ci consiglia di fermarci lungo la strada per un veloce snack, di modo che possiamo visitare tutta Jodhpur nel pomeriggio. Arrivati in città, ci dirigiamo verso l’ingresso del Jaswant Thada,che si affaccia su un laghetto, luogo dove i reali venivano cremati, passeggiamo per i terrazzamenti e in lontananza scorgiamo il Mehrangarh Fort e anche una bellissima veduta della città di Jodhpur. Giriamo intorno al momumento in marmo bianco dedicato a Jaswant Singh II. Ritornati alla macchina, ci dirigiamo verso il Mehrangarh Fort , una delle fortezze più suggestive di tutta l’india. Entrati ci procuriamo una pratica audioguida, e iniziando il percorso notiamo l’altezza dei bastioni che parte dai 6 metri a ai 36. Attraversata la porta principale, lo Jaipol, arriviamo al Dodh kangra Pol, porta esterna costruita nel 16° secolo.Esternamente porta ancora i segni delle cannonate. Seguiamo successivamente una strada che porta al Imritiapol e il Loha Pol, ingresso originario della fortezza.Saliamo le scale che ci accompagnano alla visita del museo e arrivati al Shringar Chowk, cortile della consacrazione, notiamo un gruppo di turisti che ammira, ad una dimostrazione di come si compone un turbante. La tela che lo forma, può essere lungo circa 7 metri. Visitiamo le gallerie adiacenti al cortile, e vi sono esposti tessuti, dipinti, manoscritti, e copricapi. Seguendo un percorso numerologico, al piano superiore, troviamo una collezione di miniature della collezione Marwar. Attraversiamo la camera da letto del Maharaja, con un bel soffitto ricco di decorazioni fantasiose. Dai terrazzamenti, che si trovano vicino alla stanza del Maharaja, scorgiamo fantastiche vedute della città di Jodhpur, e notiamo i caratteristici tetti di colore blu, caratteristica tradizionale che contraddistingue il colore delle famiglie brahmini. Terminiamo la visita di questo magnifico forte con la visita della Cradle Gallery e il Moti Mahal. Prima di uscire, ci fermiamo nel bar del forte per un rinfrescante lassi. Prendiamo la strada per raggiungere il centro di Jodhpur, la parte più caratteristica e frenetica della città, qui tutti cercano di vendervi qualcosa. Ci soffermiamo prima in un negozio dove vendono spezie e thè, c’è di tutto, poi ci trasferiamo dove è ubicato la caratteristica torre dell’orologio, li facciamo un giro per il Sardar Market, esso rappresenta uno dei punti di riferimento della città vecchia, circondata da suoni, dai colori e dagli odori. Ci si addentra nel cuore commerciale di questa città, tra viuzze brulicanti di attività e bazar che vendono verdure, spezie, dolci, argenteria e artigianato.Sono ormai le 18 e 30, Raj ci accompagna in hotel e gentilmente come sempre, ci attende un’ora per accompagnarci in un ottimo ristorante.
27 febbraio
Verso le 09 siamo diretti a Udaipur, però, prima faremo una piccola deviazione per visitare il tempio jainista di Ranakpur, considerato uno dei più importanti di tutta l’india. Per raggiungere il sito dobbiamo percorrere una ripida scarpata piena di boschi che attraversa i monti Aravalli. Raggiunto il sito, iniziamo la visita del tempio “Chaumukha Mandir (tempio a quattro facce)”, il più importante dei tre che si trovano a Ranakpur. Esso è costituito da una serie di 29 sale, 80 cupole e 1444 colonne, scolpite, tutte diverse tra di loro. Ammiriamo gli interni tutti ricoperti di meravigliosi lavori di intarsio, infondono spaziosità, armonia e calma. Dopo esserci soffermati, per un paio di ore, riprendiamo il cammino per Udaipur. Ci facciamo fotografare con le persone del posto, che in ogni luogo diverso hanno differente colore del turbante (qui era rosa predominante)… vediamo ragazzi che sono in quattro sulla moto… qui lo scorrere della vita è tranquilla in tutti i villaggi che attraversiamo lungo il percorso e, inoltre, ci colpiscono le grandi distese di verde, cosa molto rara in altri luoghi del Rajaisthan. Vediamo donne e uomini coltivare e usare ancora metodi tradizionali, come l’aratro con la mucca, o le donne che portano i fasci sulla testa. Un percorso di 200 km che ci porta indietro nel tempo e ci fa capire che questi luoghi mantengono quasi intatti i loro valori e le loro tradizioni. Raggiunta Udaipur, Raj ci organizza la serata e il giorno seguente. Domani lo saluteremo, dopo l’escursione nel lago Pichola. Ceniamo nel ristorante del nostro hotel, bellissima scenografia, sulla seconda parte del lago pichola, e prima assistiamo anche a un bel tramonto.
28 febbraio
Ci apprestiamo a visitare la città di Udaipur, nostra ultima tappa del Rajaisthan. Come tutte le città visitate questa offre delle bellezze differenti alle altre. La cornice naturale in cui sorge Udaipur non ha eguali, lambita dalle acque scintillanti del lago Pichola e impreziosita dalle tinte ocra porpora dei Monti Aravalli. Un comandante inglese della compagnia delle indie, la definì il luogo più romantico del continente indiano. Raj ci accompagna vicino all’ingresso del City Palace, dove c’è la biglietteria per la visita in barca del lago Pichola. Partiamo con l’escursione delle 10, e con la barca passiamo di fronte al City Palace, poi giriamo intorno all’isolotto di Jagniwas, dove non è possibile fare escursione, perché è di proprietà dell’hotel Lake Palace, insieme al Shiv Niwas Palace e al Monsoon Palace, il Lake Palace è comparso in alcune scene del film James Bond Octopussy – Operazione Piovra del 1983. Dopo 20 minuti ci fermiamo sull’isolotto di Jagmandir. E’ molto ben curato, e notiamo una schiera di enormi elefanti di pietra. Poi passeggiamo nell’enorme giardino ben curato che attraversa tutta l’isola e notiamo che stanno allestendo un palco per qualche evento importante. Trascorriamo il nostro tempo a scattare qualche foto al lago. Verso le 11 e 30 rientriamo al punto di partenza, cioè vicino al City Palace, e prima di entrare per la visita salutiamo il nostro autista Raj, la nostra ombra in tutta questa meravigliosa esperienza in Rajaisthan. Lo ringraziamo per i suoi consigli su tutto; la professionalità di questi ragazzi non ha eguali, noi speriamo che rimanga sempre la stessa, per poter offrire ai turisti che verranno lo stesso servizio, eccellente, che abbiamo avuto noi. Dopo esserci presi le indicazioni di chi dovrà sostituirlo, per le escursioni di Varanasi e New Delhi, entriamo nel City Palace, il più grande palazzo del Rajaisthan, sormontato da balconi, torri e cupole che si specchiano sul lago (la facciata misura 244 mt. di lunghezza e 30 mt. di altezza). Attraversiamo il Badi Pol (grande porta), notiamo 8 arcate erette in onore di 8 maharaja. Dopo aver attraversato le arcate del Tripolia Gate, accediamo in un ampio cortile, il Manek Chowk. Dal cortile ammiriamo l’imponenza del palazzo. La parte principale del City Palace, ospita il Museo, accediamo in esso dal Ganesh Chowk. Il museo si apre con il Rai Angan, il cortile reale. Le sale al lato del cortile conservano numerosi dipinti storici. Procediamo nella visita e attraversiamo il Baadi Mahal, un altro bellissimo giardino che offre belle vedute della città. Il museo è enorme e attraversa molte sale del City Palace e ammiriamo ancora il Kishan, dove è custodita una collezione di miniature il Surya Choupad dove spicca un enorme sole ornamentale, simbolo della dinastia Mewar. Vicino, troviamo il Mor Chowk, cortile del pavone, decorato con magnifici pavoni, animale simbolo del Rajaisthan. Infine c’è lo Zenana Mahal e un bel padiglione, il Laxmi Chowk. Usciti, facciamo un po’ di shopping nei negozi adiacenti al Palace e dopo ci troviamo all’ingresso dello Jagdish Temple, tempio indo-ariano, al cui interno è custodita una statua in pietra nera di Vishnu. Continuiamo la passeggiata verso le stradine di Udaipur, fino a dirigerci verso uno dei due ponti che congiunge l’altra parte della città, lo attraversiamo, e percorriamo Bajrang Marg. E’ sempre un susseguirsi di negozi turistici ma viviamo molto la vita caratteristica del Rajaisthan, sappiamo che sia a Varanasi che a New Delhi gli scenari cambieranno. Alla fine del percorso ci fermiamo al ristorante Upre, dove c’è una bellissima terrazza panoramica. Dopo esserci rilassati per un’ora, riprendiamo la strada che ci porta al nostro hotel, ma prima ci concediamo una passegiata per le caratteristiche stradine della città… poi giusto il tempo per prenderci un tè, in un locale dove le persone del posto si fermano di solito. E’ tardo pomeriggio e siccome è una giornata splendida ci dirigiamo sulla terrazza dell’hotel Jaiwana Haveli, per gustarci un drink nel rooftop. I consigli letti sulle guide non deludono, e diciamo che è il modo migliore di concludere questa magnifica esperienza in Rajaisthan, assistendo ad uno dei tramonti più belli, visti in questo viaggio. In serata contrattiamo un rishò, che ci accompagna all’hotel, ceniamo e andiamo presto a letto, domani c’è la sveglia alle 5… dobbiamo trasferirci all’aereoporto, direzione Varanasi.
1 marzo
Arriviamo all’alba in aereoporto e con l’aereo della jet airways delle 7 e 25 ci trasferiamo a New Delhi. Con la stessa compagnia arriviamo a Varanasi intorno alle 11. Ci incontriamo con il nuovo autista e ci accompagna subito in hotel. Ci sistemiamo in camera e poi pranziamo. Intorno alle 15 iniziamo la visita di Varanasi, anticamente detta Benares. Una delle città più antiche al mondo. Per gli Hinduisti è una delle 7 città sacre più venerate. Per i religiosi hinduisti morire a Varanasi, si ottiene la liberazione dal ciclo delle reincarnazioni, la moksha. Questo luogo, a detta di molti, non è adatto alle persone sensibili. I riti della morte si svolgono in pubblico, gli odori e i rumori dei ghat, possono risultare intollerabili. Il nostro autista ci porta a visitare, il tempio di Sarnath, e uno dei 4 siti buddhista più importanti dell’india. Entriamo e ci dirigiamo dove è posizionato il Dhamekh Stupa, alto 34 metri, segna il punto in cui buddha pronunciò il primo sermone. Giriamo all’interno del tempio, e notiamo molti pellegrini in preghiera. Usciti, prima di rientrare nel centro storico di Varanasi, ci soffermiamo alla Chaukhandi Stupa (tomba) e in fondo ci colpisce una statua di buddha enorme. Sono le 16 e 30, e ci aspetta il nostro barcaiolo per la prima passeggiata nel Gange al tramonto. Posizioniamo la macchina in parcheggio e ci dirigiamo verso il Dasaswamedh Ghat, uno dei ghat principali. C’è un viavai di gente anche perché verso le 19 ci sarà la chiusura della giornata per il religioso hinduista, con la cerimonia giornaliera del ganga aarti con puja, falò e danze. Con la barca ci dirigiamo verso il sud di Varanasi e lasciando il Dasaswamedh Ghat, passiamo per l’Ahalya Bai’s Ghat, Munshi ghat, ottimo come soggetto fotografico, fino al Raj Ghat. Poi ritorniamo indietro e passando dai ghat precedenti passiamo per il Man Mandir Ghat, con un angolo rivolto ad una bella balconata in pietra, il Meer Ghat presenta un tempio nepalese. Infine raggiungiamo il Manikarnika ghat, principale per le cremazioni. Ci avviciniamo lentamente stando attenti a non scattare foto per una questione di rispetto. Giornalmente vengono cremate all’incirca 200 persone e il fuoco centrale è acceso 24 ore al giorno. Appena portano il defunto viene immerso nel gange per la purificazione del corpo, poi viene posizionato sulla legna, che viene pagata a peso dalla famiglia dell’estinto e un componente della famiglia, di solito il figlio/a, assiste da vicino alla cremazione vestito in bianco. Sono scene molto crude ma appartengono alla tradizione hinduista. Restiamo 20 minuti e rientriamo al Dasaswamedh ghat, dove attendiamo le 19 per la tradizionale Ganga Aarti, il rituale Hindu, dedicato alla Dea Madre Ganga. La cerimonia inizia con un tintinnio di campanelli continui ed ha come componente essenziale il fuoco. Alle 20 rientriamo in hotel per la cena e subito dopo andiamo a letto. Domani ci aspetta la seconda uscita in barca sul gange all’alba.
2 marzo
Alle 5 il nostro autista ci accompagna al Dasaswamedh ghat, per l’uscita dell’alba, saliamo sulla barca ed è ancora scuro, la gente già fa il bagno purificatore nel gange ed è tutto molto suggestivo. Lentamente facciamo lo stesso percorso del giorno precedente, ma con le luci del mattino è tutto molto suggestivo, lasciamo cadere anche noi nel gange dei fiori con un lumino acceso per i cari che non ci sono più. L’alba, che un po’ alla volta appare all’orizzonte, è magnifica: i colori dei ghat cambiano minuto dopo minuto, non ci sono parole per descriverlo, è un’esperienza molto suggestiva, da vivere. Terminiamo il giro, dopo aver raggiunto il Manikarnika Ghat, al Man Mandir Ghat. Il nostro barcaiolo ci porta a visitare le strette stradine vicino ai ghat. Rientriamo in hotel per la colazione e dopo aver riposato un po’ (svegliarsi all’alba è molto dura), verso le 11 e 30 prendiamo un rishò fuori dal nostro hotel e ci accompagna per 12 km. all’Assi Ghat. Siamo desiderosi di fare a piedi, tutti i ghat principali, e di vedere da vicino la vita giornaliera che si svolge negli stessi. Partiamo dall’Assi Ghat, il punto dove l’Assi incontra il Gange, quindi ci concediamo, dopo aver pranzato in un ristorante adiacente, ad un lassi prima, il quale l’offriamo anche a dei simpatici ragazzini che accettano di farsi fare qualche foto, e poi un tè. Prendiamo la strada dei ghat, e l’Assi ghat, che presenta le sue particolarità. Troviamo due persone che stirano dei pantaloni a clienti, un barbiere accovacciato a terra che aggiusta i baffi ad un cliente. Passiamo poi al Tulsi Ghat, Shivala ghat, Dandi Ghat, dove c’è un pescatore che sistema le proprie reti, Hanuman Ghat, Kedar Ghat dove ci fermiamo ad ammirare i numerosi asceti hindu (santoni), i quali sono per la maggior parte in meditazione e si nutrono in alcuni casi solo di acqua, digiunano per molto tempo e fumano solo oppio. Dopo due ore raggiungiamo il Manikarnika ghat, dove assistiamo alla crudo rito della cremazione. Restiamo solo ½ ora, anche perché per la cremazione di un corpo ci vogliono 3 ore. Ne approfittiamo per scattare qualche foto allo Shindhia Ghat, dove c’è un tempio sprofondato in acqua, e mia moglie approfitta per fare una foto insieme ad una ragazza indiana vestita con un bellissimo sari. Ritorniamo al Dasaswamedh Ghat per assistere di nuovo alla Ganga Aarti. Rientriamo in hotel verso le 20, stanchi ma soddisfatti, oggi abbiamo visitato Varanasi partendo dal ghat più a sud fino a quello più a nord. Non dimenticheremo facilmente il caos della città di Varanasi, i migliaia di pellegrini che vengono da tutta l’india e, soprattutto, la particolarità dei vicoli, che sono come i labirinti, adiacenti ai ghat.
3 Marzo
Mattinata in hotel e verso le 13 e 30 il nostro autista ci porta in aereoporto. Verso le 16 abbiamo un volo con Air India, che ci porterà a New Delhi. Arrivati alle 17 e 30, raggiungiamo il nostro hotel che si trova nella zona di Karol Bagh. In serata facciamo due passi in questa zona, anche perché è piena di negozi.
4 marzo
Ci vengono a prendere puntuali alle 08 e 30 in hotel: fino alle 14 ci dedicheremo alla visita di New Delhi. Alle 8 e 30 il referente dell’agenzia Karni ci raggiunge al nostro hotel in Delhi, e partiamo subito per il nostro mini tour nella città. Parcheggiamo l’auto e contrattiamo un Rishò, il quale ci porta subito all’ingresso della moschea Jama Masjid, la moschea del venerdì, è la più grande di tutta l’India e può contenere 25.000 persone. Entriamo dal gate n.3 (ha tre ingressi) e ci dirigiamo al centro, dove c’è una grande fontana. La moschea ha anche 4 torri e 2 minareti, alti 40 metri, presenta fasce verticali in arenaria rossa e marmo bianco. Terminiamo la visita, salendo i 121 gradini del minareto meridionale, si gode una splendida veduta. Con il rishò proseguiamo la visita della città, e ci inoltriamo in Chandni Chowk, nella Old Delhi. Gli ampi viali sono gremiti di gente e di venditori ambulanti. Attraversiamo i minuscoli vicoli stipati di bazar, questa per noi e per il nostro autista è la vera New Delhi, non quella moderna e ipertocnologica che sta portando l’India al ruolo di superpotenza. Ci soffermiamo soprattutto un po’ di più nel famoso mercato delle spezie, un autentico spettacolo di colori e soprattutto di odori.
Ultima tappa con il Rishò è il Red Fort , fortificazione in arenaria rossa, oggi misera ombra della sua antica grandezza. Ci soffermiamo solo a scattare qualche foto da fuori, perché il lunedì è chiuso per le visite all’interno. Sono le 11 e ci dirigiamo verso il Raj Ghat, a sud del Red Fort, sulla sponda del fiume Yamuna. Entriamo e ci dirigiamo verso una piattaforma quadrata in marmo nero, che segna il luogo dove il Mahatma Gandhi fu cremato, dopo essere stato assassinato nel 1948. Il sito è immenso in una rasserenante atmosfera di pace e silenzio. In ultimo ci dirigiamo verso l’attrattiva più spettacolare della città, visitata anche dai coniugi Obama, nella loro visita a New Delhi, “la tomba di Humayun”, capolavoro della prima architettura moghul. Prima di apparirci in tutta la sua maestosità dopo una grande arcata, attraversiamo un lungo corridoio. Facciamo qualche foto dove c’è una splendida fontana e subito dopo saliamo sul terrazza per ammirarla: è sormontata da cupola a bulbo e circondata da 12 ettari di giardino all’italiana. Sono le 13 e 30, e anche se abbiamo ancora tempo, decidiamo che è conclusa la nostra esperienza in India e ci dirigiamo verso l’aereoporto per prendere il volo con la Sri Lanka Airlines, Delhi – Colombo – Male, cambiando tipologia di vacanza… dopo aver fatto un viaggio bellissimo ma duro, ci dirigiamo alle Maldive per 8 giorni di relax, anche se questa sarà un’altra esperienza, visto che abbiamo prenotato in una Guest House e non un resort, rimanendo in contatto con una piccola popolazione maldiviana. Che dire del Rajaisthan? L’impatto con l’India, 2 settimane fa è stato un po’ duro e crudo. Passando da Delhi ad Agra abbiamo visto zone in cui convivevano uomini, mucche, immondizia, caos, ambiente ostile e difficile per noi europei. Poi, tutte queste situazioni diventano normali e ti catturano…. la semplicità delle persone, tutti ti rendono importante, vogliono farsi fotografare con te e fotografarti, come un trofeo da portare al loro paese. E che dire dei colori, dei sari, dei turbanti, dei vestiti degli uomini e delle donne variopinte! Colori che cambiano da città a città. I mercati con stoffe di colori forti che ti catturano. Le spezie, numerose, ce ne sono a migliaia in piccoli e disordinati negozi. I vari mestieri, che si trovano in ogni luogo, in piccoli negozi, per strada, sdraiati a terra. Ognuno si organizza come può. Il discreto diventa indiscreto, insomma… Incredible India everithing is possible.
CONSIGLI UTILI SUL VIAGGIO IN RAJAISTHAN(INDIA DEL NORD)
RISTORANTI: Fare un controllo incrociato su Lonley Planet e Tripadvisor – se scegliete Agenzia Karni, fatevi guidare dai consigli dei suoi autisti e non vi sbagliate. Noi ci siamo trovati bene.
Hotel:
Agra: Hotel Utkarsh Vilas Hotel
Ranthambore n. Park: Hotel Regency Ranthambore
Jaipur: Hotel Shahpura House
Pushkar: Hotel Palace Jagat
Jaisalmer: hotel Garbandh palace
Jodhpur: hotel Ranbanka
Udaipur : hotel Rampratat palace (non consigliato)
Varanasi: Hotel Radisson
New Delhi: Hotel Florence Inn
Visto: Anticiparsi un po’, ci vogliono circa 20 giorni o piu’ per averlo
MALDIVE PER TUTTI ATOLLO TINADHOO “CASA BARABARU”
Giorno 5 marzo
Dopo esserci trasferiti da New Delhi a Colombo, pernottiamo in un hotel nei pressi dell’aereoporto. In mattinata, alle 7 e 25, sempre con un volo della Sri Lanka Airlines, arriviamo a Male, capitale delle Maldive. Dopo aver espletato tutte le formalità di rito, ci attende il referente di Maldive per Tutti, e ci imbarchiamo sulla barca veloce per il transfer sull’isola di Thinadoo, situato vicino all’atollo di Vaavu – Felidhoo. Abbiamo deciso di fare questa esperienza e di scoprire le maldive in modo alternativo, in un villaggio maldiviano, a contatto con le persone del posto. Dopo un’ora e mezza, raggiungiamo l’isola e siamo accolti nel piccolo porticciolo da Elisa, la proprietaria, e subito dopo conosciamo il marito, Mongi. Facciamo una chiacchierata e subito dopo ci sistemiamo nella camera. Il primo giorno, d’accordo con l’agenzia Albatros, che si occupa della prenotazione, prendiamo possesso di una camera d’appoggio, comunque comoda e ben spaziosa. Sono le 11 e facciamo il percorso che ci porta sulla spiaggia dell’isola. Ci rilassiamo un po’ e ho il tempo di fare anche un po’ di snorkeling nel reef. Stupendo! Pesci tropicali e coralli di vario tipo. Alle 14 ci dirigiamo verso la sala dove è pronto il pranzo. E’ molto ricco ed abbondante. Dopo, mia moglie va un po’ a riposarsi. Io, cambiando sentiero, ne prendo uno interno all’isola più fresco visto che fa molto caldo, ritorno sulla spiaggia per rilassarmi sul lettino e immergermi nelle meravigliose acque dell’isola. Verso le 5, il tempo sembra cambiare e nuvoloni neri minacciano pioggia, ma velocemente torna il sereno dopo qualche goccia di acqua. Nel frattempo un meraviglioso arcobaleno compare all’orizzonte, e quello che è ancora più fantastico, ogni dieci minuti, sono i colori del cielo e della sabbia che cambiano. Quindi ci ritroviamo a filmare e fotografare lo stesso soggetto per dieci volte, ma diverso nei colori, magnifico…
6 marzo
Dopo la colazione ci organizziamo per un’uscita su una barriera corallina, vicino Thinadhoo. Restiamo per una ora circa, anche questo reef è molto ricco di pesci e coralli e non vorresti mai smettere di vederlo, anche perché in questo viaggio mi sono munito di una fotocamera digitale subaquea e mi incanto a filmare questo paradiso marino. Rientriamo per il pranzo, e dopo un ricco piatto di pasta con pesce e per secondo con frutta, ci dirigiamo verso la spiaggia di Thinadoo, dove ci fermiamo fino al tramonto per goderci questo spettacolo della natura fino alla fine. Rientriamo in camera, al buio ma lo spettacolo del tramonto non poteva essere perso, e credo qualsiasi cosa faremo, il tardo pomeriggio ci dirigeremo in spiaggia per goderci lo spettacolo.
7 marzo
Oggi abbiamo in programma una delle escursioni più belle di tutte, credo, ci dirigiamo verso l’atollo di Anbaraa, ad un’ora e venti da Thinadhoo. Lo raggiungiamo con il Doni, tipica imbarcazione Maldiviana, di proprietà di Casa Barabaru, e appena l’isola ci appare ci impressiona la varietà di colori che sprigiona. Il mare è di un celeste e turchese… ed è di una limpidezza straordinaria. Sbarchiamo e prima di tuffarci, facciamo un po’ di foto di rito. Dopo ci dedichiamo ad una bella nuotata con snorkeling lungo la meravigliosa barriera corallina e verso le 13 e 30 ci viene servito il pranzo. Nel primo pomeriggio, facciamo un po’ di snorkeling nell’altro versante dell’isola e dopo ci rilassiamo un’ora sulla spiaggia bianchissima dell’isola. Non vorremmo mai andare via e come si dice in gergo “le cose belle durano poco”, ci imbarchiamo verso le 16, direzione Thinadoo. Arrivati ci dirigiamo sulla spiaggia per assistere al tramonto, ultimo spettacolo di questa meravigliosa giornata.
8 marzo
Oggi è venerdì, giorno di festa dei ragazzi che lavorano sull’isola, perché loro sono di fede musulmana al 100%, e quindi restiamo sulla spiaggia di Thinadhoo tutta la giornata (c’è da ricordare che sull’isola bisogna rispettare la loro cultura religiosa, non bere alcool, non mangiare carne di maiale e le donne, ogni volta che si rientra nelle camere della guest house e si attraversa il villaggio, essere vestite con parei o scialli, quindi da evitare di camminare in costume. Dopo questa giornata di tranquillità sulla spiaggia (non andiamo nemmeno sull’isola di Felidhoo per lo shopping), dopo cena ci viene offerta da tutto il personale di Casa Barabaru e da altre persone del villaggio, una festa con tipiche musiche e balli maldiviani.
9 marzo
Dopo la colazione ci raduniamo al porticciolo per imbarcarci sul Doni, direzione isola di Bodumohoraa e dopo un’ora e 20 la raggiungiamo. Il tempo non sembra essere buono. Ne approfitto per fare un po’ di snorkeling, ma il reef non è bello. Dopo un po’ come d’incanto esce una bellissima giornata dove i colori ne fanno da padrone, il mare è di un blu forte e la sabbia di un bianco accecante. Mia moglie decide di fare una passeggiata lungo l’isola, anche perché dove abbiamo ormeggiato con la barca, la sabbia è piena di plastica, peccato… un paradiso terrestre pieno di bottiglie di plastica portate dalla corrente. Bisognerebbe avere più rispetto di questi luoghi. Risaliamo sul doni per il pranzo e mia moglie non dà segnali, sembra rapita dall’isola, però dopo un pò la scorgiamo all’orizzonte molto entusiasta per aver scoperto l’altro lato dell’isola, una zona migliore per bagnarsi e scattare bellissime foto. Dopo pranzo ci spostiamo di nuovo, dopo dieci minuti di cammino, nel lato opposto dell’isola. Fatte le foto e le riprese di rito, restiamo fino alle 16 a rilassarci sui banchi di una bianchissima sabbia. Come Anbaraa, vorremmo che il tempo si fermasse, e credo che Bodumohoraa possa essere classificata con la stessa bellezza. Prima di rientrare sul Doni in lontananza vediamo tre macchie nere che si avvicinano, sono delle razze e appena si avvicinano sulla spiaggia faccio in tempo a mettere la telecamera subacquea in acqua… una si avvicina a me scambiando la videocamera per un pesce, purtroppo non riesco a filmarla dall’emozione… Dopo un po’ rientriamo sul Doni e ci dirigiamo verso Thinadhoo. Ceniamo dopo e poi a dormire.
10 marzo
Oggi abbiamo un’escursione di mezza giornata nell’isola che abbiamo di fronte: Aarah. Ci fermiamo e ci dirigiamo verso la lingua di sabbia che si trova all’estremità. Facciamo un po’ di snorkeling e dopo una mezzoretta di relax sulla sabbia e qualche tuffo rientriamo a Thinadhoo. Mentre mia moglie va a pranzare, io resto in spiaggia, oggi sono sicuro di fare un bello snorkeling. Da solo vado a favore di corrente sul reef e ad un certo punto mi appare in lontananza una bella tartaruga marina. Mi posiziono in un buon punto e le faccio una bella ripresa, mentre si allontana. In serata con altri ospiti, andiamo a fare una battuta di pesca con il Doni al tramonto. Non siamo fortunati, prendiamo solo 3 pesci. Rientriamo per la cena e dopo andiamo a dormire.
11 marzo
Grazie alla disponibilità di Mongi, io è mia moglie con una piccola barca siamo diretti prima alla visita dell’isola di Kunavashi e poi Vashugiri. Dopo un’ora e mezza arriviamo a Kunavashi, il personale del posto ci viene a prendere sul molo e posizioniamo le cose sotto un gazebo usato per il picnic. Giriamo un po’ per scattare qualche foto e girare i video. Mia moglie va a farsi un tuffo, io vado dal lato opposto dell’isolotto per fare un po’ di snorkeling. Dopo mezzora vado a farmi anche io un bagno. E’ molto bello questo luogo e, soprattutto, rilassante. Prima di andarcene, giochiamo un po’ con il personale dell’isola, con un loro gioco caratteristico. Tra la mattina e il primo pomeriggio notiamo i cambiamenti dei colori del mare, lasciamo con un po’ di rammarico il luogo, ma è il nostro penultimo giorno di vacanza e anche per due ore. Ci facciamo portare a Vashugiri, isolotto di proprietà del resort di Alimanthà. Siamo soli: la sabbia è bianchissima e restiamo sull’isola fino alle 16 e 30. Al rientro sfruttiamo la nostra uscita fino alla fine, facendo un po’ di pesca a traino. Appena rientriamo ci uniamo agli altri componenti della Guesthouse per un’uscita di pesca e grigliata di pesce sul Doni. La pesca anche stasera va male, ma almeno il pesce è già stato pescato e lo mangiamo alle griglia… con lo spettacolo del cielo stellato. Rientriamo e andiamo direttamente al letto. Il penultimo giorno è stato molto intenso e abbiamo visitato altri due luoghi paradisiaci.
12 marzo
Ultimo giorno, oggi abbiamo voglia di riposarci sull’isola, quindi non prendiamo parte all’uscita per fare snorkeling. Ci dirigiamo sulla spiaggia e ne approfitto lungo il tragitto a fare qualche video del villaggio. Oggi è una giornata stupenda, fa molto caldo, come lo sono state le altre trascorse. Ne approfitto per fare un ultimo snorkeling lungo il reef e dopo relax sulla spiaggia. Subito dopo pranzo ritorno in spiaggia per sfruttare fino all’ultimo, i colori, la pace e il relax di questa meraviglia… attendiamo il tramonto con mia moglie insieme a Sandra e Cristiano, due simpatiche persone conosciute in questa settimana, e subito dopo rientriamo per prepararci per la cena conclusiva. Arriviamo in sala e ci hanno già apparecchiato un tavolo molto fiorito. E’ tradizione che chi parte il giorno dopo riceve questo trattamento. Inoltre, terminata la cena mongi ed elisa ci hanno organizzato una festicciola in sala e partecipano anche gli altri ospiti, con i tipici canti maldiviani. Ci divertiamo, ma stiamo attenti a non fare molto tardi, domani la sveglia è alle 4 del mattino. Salutiamo i padroni di casa e ci fanno dono della maglietta ricordo di Casa Barabaru, ed un po’ alla volta gli altri ospiti conosciuti in questa settimana, il personale, che è stato premuroso e gentile in tutti questi giorni. A volte il successo di una organizzazione dipende anche dalle persone che lavorano in silenzio dietro le quinte, è riduttivo nominarli singolarmente, ma li ringraziamo in toto tutti, compresi i proprietari, non è facile gestire questa organizzazione e contrastare i grandi resort che hanno dietro società proprietarie multimilionarie. Loro, Mongi ed Elisa, non solo rendono il soggiorno piacevole ai loro clienti, ma contribuiscono anche alla crescita della piccola popolazione maldiviana che vive sull’isola. Noi personalmente, come credo molti viaggiatori, preferiamo apportare benessere direttamente alle persone autoctone, e non a società dove non si sa dove vanno a finire i proventi…..
Giorno 13 marzo
Dopo qualche ora di sonno ci imbarchiamo sul motoscafo veloce che ci accompagna fino all’aereoporto. L’ultimo spettacolo c’è lo concede l’alba… riprendiamo il filone lasciato dall’india, albe e tramonti spettacolari, i quali si uniscono i colori e la gente, meravigliosa in entrambi i casi. Ci addentriamo in aereoporto… viaggiamo da anni fortunatamente, ma quando la vacanza volge a termine ci avvolge un velo di tristezza, interrotto da un pensiero… stiamo ritornado da un’ennesima grande esperienza