Rajasthan e India del Nord, appunti di un viaggio in famiglia

Visitare l'India è un'esperienza affascinante e riuscire a farlo con la propria famiglia può essere qualcosa che non dimenticherai più. Cronaca di un viaggio nelle zone desertiche e bollenti dell'India del Nord con autista al seguito.
Scritto da: piroga
rajasthan e india del nord, appunti di un viaggio in famiglia
Partenza il: 10/08/2011
Ritorno il: 26/08/2011
Viaggiatori: Quattro
Spesa: 2000 €
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Carichi di attese e in preda all’ansia che ti prende quando viaggi in paesi così lontani e sconosciuti, ci imbarchiamo su un volo Qatar con scalo a Doha per raggiungere Delhi dove troviamo ad attenderci Mahendra, l’autista che ci accompagnerà per tutto il viaggio. Il sorriso di Mahendra e il suo benvenuto in italiano ci fanno ben presto dimenticare la fatica delle ore di viaggio e dopo qualche ora di riposo nella stanza del nostro albergo (The Park, buono e centrale) ci accingiamo a visitare la capitale dell’India che ci accoglie con un caldo asfissiante ,ma senza pioggia. Visibile la paura di atti terroristici denotata dai continui controlli di polizia che la nostra auto subisce. Nel pomeriggio visitiamo lo splendido complesso del Qutub Minar, la Tomba di Humayun e l’India Gate ma la cosa che ci colpisce di più è Old Delhi con i suoi vicoletti pieni di povera gente che vive e dorme per strada nella miseria più assoluta.

Il giorno dopo partiamo alla volta di Agra, assaggiando per la prima volta il terribile traffico indiano con le sue mucche che sostano in mezzo alla carreggiata ,gli ingorghi infiniti,i tuc tuc strapieni e i motorini con intere famiglia appollaiate sui sedili e serbatoi. Inoltre, si rischia la vita ad ogni sorpasso visto che l’unica regola che viene rispettata è il segnalare la propria presenza con il clacson… Ad Agra visitiamo nel pomeriggio l’Agra Fort e la mattina dopo alle 6 il famoso Taj Mahal,monumento all’amore, che rispecchia appieno le attese con i suoi marmi bianchi finemente lavorati che si rispecchiano nella vasca circostante. E’ un luogo denso di misticismo anche se la grande massa di turisti disturba un pò ma tant’è…

Dopo un’abbondante colazione, partiamo alla volta di Fatehpur Sikri, l’antica bellissima capitale costruita in arenaria rossa, che visitiamo in una calura opprimente e poi ci dirigiamo verso Jaipur, la Città Rosa, ma prima ci fermiamo a visitare il Monkey Temple che aspira a diventare il luogo più sporco della terra,vista la contiguità di esseri umani e scimmie presenti in gran quantità.. Comunque molro bello e affascinante!

Il giorno seguente, dopo una bella dormita al Ramada di Jaipur (bello ma un pò decentrato), eccoci a dorso di un elefante risalire verso il favoloso Amber Fort la cui visita ci impegna per tutta la mattinata,dopo visitiamo l’osservatorio astronomico (da non perdere) e il deludente City Palace (meglio l’esterno del Palazzo dei Venti). La sera siamo a cena da Karni, l’organizzatore del nostro viaggio dove insieme ad altri italiani paghiamo la quota restante del viaggio e veniamo invitati a cena in in ottimo ristorante veg (bella serata, anche la famiglia di Karni è molto simpatica).

La mattina seguente ci dirigiamo verso Chittorgah, la città fantasma la cui visita viene disturbata dalla pioggia ma il posto è molto bello e poi arriviamo a Pushkar, la città sacra dove molti occidentali sono rimasti ad abitare abbagliati dal misticismo che emana questo luogo.Il lago è sacro ma melmoso e putrido,ma nostante ciò moltissimi indiano compiono le abluzioni di rito. Segnalo il ristoranre Om Baba dove abbiamo mangiato molto bene a prezzi ridicoli (2-3 €) ma ricordo che la città è solo veg e non si dovrebbe bere birra anche se ne ho viste in giro.

Il giorno dopo dopo un altro trasferimento siamo ad Udaipur, città anch’esso su un lago dal clima gradevole dove siamo alloggiati in unfavoloso albergo, lo Shiw Nivas Palace dove ci viene assegnata una suite Lake View che da sola vale la gita in questo paese. Il paesino è ridotto ad un paio di stradine piene di negozietti affolati di turisti in gran parte occidentali; visitiamo comunque lo splendido Jagdish Temple osservando una funzione religiosa molto partecipata. Abbandoniamo dopo 2 notti lo sfarzo del nostro hotel e ci dirigiamo a Kumbalgarh, dove visitaiamo lo splendido ed inespugnabile forte e poi arriviamo a Ranakpur che si ricorda per i suoi mirabolanti templi giainisti; il giorno seguente ci dirigiamo verso Mount Abu che viene spacciato per una località dal turismo locale e infatti così è ce ne accorgiamo quando facciamo la coda per visitare i Dillwara Temples. Nel pomeriggio ci concediamo anche una gita sul Lago Nakki con una barchetta (niente di indimenticabile). Da ricordare invece la tappa seguente, Jodhpur, la città blu, che ci accoglie sotto un fortissimo temporale che però non ci impedisce di visitare il bazaar e gli intricati vicoli della città vecchia. La mattina dopo splende il sole e dopo la visita al Mehrangarh,(ottima audioguida in italiano) gironzoliamo senza meta nei vicoli della città blu. Appagati, ripartiamo alla volta di Jaisalmer,la città d’oro,in cui il paesaggio è totalmente differente e il caldo veramente torrido. Trascorriamo qui 2 notti visitando lo splendido Forte pieno di stradine, templi e negozietti per turisti e concedendoci un camel sfari nel deserto che si conclude sulle dune di sabbia ad ammirae il tramonto e poi a cena nel cortile di una poverissima abitazione di Khuri (bello e divertente anche se un pò turistico). Il viaggio volge al termine ,ma ancora ci resta da visitare il famoso Karni Mata Temple in cui vivono centinaia di topi adorati dai locali perchè creduti la reincarnazione di alcune famiglie locali (siamo nei pressi di Bikaner,polverosa e poverissima città dal clima torrido dove trascorriamo una notte non indimenticabile). Sulla via del ritorno a Delhi, abbiamo ancora una tappa a Mandawa, altra cittadina poverissima di cui ricorderemo solo l’insistenza di alcuni bambimi per accompagnarci in una presunta visita guidata. Eccoci nuovamente a Delhi dove ci buttiamo per un’ultima full immersion nel clima indiano nel brulicante bazaar di Palika a Connaught Place nel clima afoso e soffocante che ci ha accompagnato in tutto il viaggio. Partiamo l’indomani con la convinzione di dover imparare molto da questa gente così povera e dignitosa,sempre pronta a sorriderti se tu regali loro qualche rupia o qualche caramella. Forse la nostra civiltà ha imboccato la strada sbagliata e non so se sarà possibile fare ritorno. In conclusione, se come dicono tutti gli Indiani “In India tutto è possibile” non so se da noi possiamo dire lo stesso. A presto India.



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