Ragusa Ibla, Modica
RAGUSA – Patrimonio dell’Umanità Unesco, è una città da girare a piedi. Relativamente piccola (74mila abitanti), taxi carissimi (10 euro per qualsiasi spostamento cittadino, anche 1 km), pochi bus. Unico problema: le salite, e, soprattutto, le scale. Si divide nettamente in 2 nuclei: Ragusa (la città nuova, costruita dopo il disastroso terremoto del 1693) e Ibla (il nucleo storico distrutto dal terremoto e poi ricostruito). Da Ragusa, dopo aver visto la Cattedrale (splendida alla luce del mattino), si scende fino a S.Maria delle Scale. Qui appare poco più sotto Ibla, un pugno di case tenacemente attaccate a un promontorio roccioso. Quasi tutti gli edifici hanno un pregio architettonico da vedere, dominano la scena le Chiese (in particolare lo scenografico Duomo di S.Giorgio con la Cupola ispirata al Pantheon di Parigi), ma tutto il percorso (molto ben segnalato e comunque spiegato alla efficiente Proloco che troverete all’inizio di Ibla (in quello che rappresenta idealmente il punto di congiunzione con Ragusa) offre scorci di pregio. Fra questi la Chiesa di San Giuseppe (entrarvi equivale ad un tuffo nel passato), il Circolo della Conversazione, per finire ai bellissimi giardini Iblei del 1858. Solo a Ragusa Ibla sono presenti 50 Chiese, ed è divertente girare per scorgere anche quelle più nascoste (e non più utilizzate). Scacce (focacce ripiene) e ravioli al sugo di maiale sono le tipicità gastronomiche da non perdere. Un consiglio: si spende poco e si mangia ragusano al Bocconcino (Corso Vittorio Veneto, 96) – circa 18 euro una buona cena. Non cercate oesce, non fa parte della tradizione locale.
MODICA – A circa 15 km da Ragusa si trova Modica, altro Patrimonio dell’Umanità Unesco. Per raggiungerla ci sono i bus dell’AST (praticamente ogni 2 ore, costo A/R 3,70 euro) in partenza da via Zama (vicino al Palasport di Ragusa). La struttura di Modica non è dissimile da quella di Ibla, anche qui il terremoto del 1693 ha distrutto tutto, Castello compreso, e la ricostruzione dei gioielli barocchi ha reso la città unica. Meno organizzata turisticamente di Ragusa, ma con abitanti di una gentilezza e disponibilità davvero rare. Dici Modica e pensi al cioccolato modicano, unico per la sua antica lavorazione a freddo: da non perdere (specie alla cannella ed al pistacchio). Ma Modica è soprattutto la diversa bellezza dei due Duomi (S. Pietro, S. Giorgio) e la Chiesa di S. Giovanni (attualmente chiusa per restauri), elencati nell’ordine in cui si incontrano salendo da Corso Umberto fino al punto più alto dell’antico quartiere arabo. Qui si trova anche un belvedere che domina tutta la valle. Sull’altro lato della piccola vallata, il quartiere ebraico. Luogo dove merita perdersi girando per scale e passaggi incredibili fra abitazioni scavate nella roccia. E a proposito di grotte, una piccola chicca è la Chiesa Rupestre di S. Nicolò Inferiore. Due euro spesi bene il biglietto di ingresso. Si tratta di una piccola grotta alla destra del Duomo di S. Pietro, composta da un unico ambiente di circa 45 mq. Sfoggia un’abside completamente rivestita di icone in stile bizantino, dove in posizione centrale troneggia il Cristo Pantocratore racchiuso in una grande mandorla e contornato da angeli. Lavori di scavo hanno inoltre portato alla luce, a livello del pavimento, una serie di tombe, ancora in gran parte inesplorate. Curiosa la storia del ritrovamento. Una bambina (o un bambino, ci sono versioni divergenti) in un tema scolastico raccontando la visita al Museo locale scrisse che nel magazzino di un suo parente c’era una Madonna più bella. La maestra si incuriosì e si scoprì che veramente in uno spazio totalmente abbandonato ed adibito a magazzino sotto l’intonaco c’era degli affreschi di origine bizantina. Una passeggiata in corso Umberto può chiudere la visita.