Ragazzi avventura con amata fiat 500 del ’72
… se non fosse stato per qualche pressione da parte mia, la mitica 500 sarebbe ancora una favola da raccontare … Risvegliato il cuore del padrone e attivati come non mai a mettere in strada una leggenda nata nel ’72 si comincia a fine settembre 2008 al restauro della fiat F ll berlina 500 ( per gli amici Revolution ) per farla tornare a ruggire per le strade del borgo Grottammare e decisi poi ad intraprendere un on the road per la Spagna.
Tra l’arrivo di un pezzo da Chieti, Bologna e Torino; un lavoro e un altro; Gomme e cerchi nuovi; assicurazione e revisione. 500 rianimata … e come chicca finale non potevano mancare l’autoradio con tv estraibile, estintore all’interno dell’auto e tom tom. 13 dicembre 2008: data di inizio avventura. … ore 9.00 programmiamo la partenza, ma il sottoscritto ancora deve buttarsi sotto la doccia allo scottare dell’ora stabilita. … Sulla linea dello start la mitica 500 segna 66395 km.
.. Ore 10.00 partenza.
… pieno di benzina, ultimi controlli alla documentazione e quant’altro necessario per il viaggio e frustando i cavalli, si parte … lentamente, senza troppa fretta, direzione Civitavecchia dove ci attende la nave per catapultarci direttamente a Barcellona, Spagna.
… ore 12.30 pausa pranzo. Come previsto la nostra 500 non manca a farsi notare: ci salutano in autostrada; altri si limitano a sorriderci; interi gruppi all’interno di un bus si girano a guardarci ( pensando: chi saranno questi pazzi? ) e all’autogrill diventa un gioiellino in mostra. Ore 13.15 si riparte … Ore 15.30 entriamo in territorio romano … Ore 16.00 dopo un tour della città di Roma, grazie al nostro tom tom ( per gli amici Gino ) … con tanto di conduzione all’entrata di un parcheggio per andare chissà dove … altro giretto turistico: gianicolo … colosseo … altare della patria … sarà un po’ strano questo giro? Ehm … ehm … forse bastava impostare la strada più veloce e avremmo evitato il caos del centro città; il tempo non manca e fa sempre piacere rivedere le bellezze della capitale e nel frattempo mostrare anche una bellezza storica italiana: la nostra 500.
… cammina, cammina, cammina … riusciamo a riprendere la strada giusta e arriviamo al porto di Civitavecchia.
… check-in fatto e ora in attesa: 17.30 imbarco.
Classica coda italiana dove ognuno non segue le regole. L’auto attira la curiosità delle persone intorno e approfittiamo per fare qualche conoscenza di italiani che vivono in Spagna e per prendere informazioni sul tragitto di viaggio programmato. Parcheggiamo l’auto in nave e ci collochiamo nella nostra camera doppia vista mare. Doccia e via alla scoperta della nave: 3 mesi di vita, questo colosso presenta bar e piscina all’aperto, disco, ristorante alla carta e ristorante a buffet al decimo piano, casinò, vari bar con spettacoli dal vivo; centro benessere. Ci guardiamo intorno e tra il numeroso personale notiamo qualcosa … qualcosa … ma qua sono tutti thailandesi: tanto tanto lavoro e poca poca moneta.
Cena a buffet, una sorta di pasta scotta con un sughettino finto … diciamo proprio finto … e Emanuele troppo si salva con la sua fettina e patate fritte.
Non può mancare una visita alle sale del casinò dove rimaniamo fino a tarda nottata … Giorno 14 dicembre soldi per la colazione risparmiati grazie alla meravigliosa crostata di zia nazzarena che ci segue dall’Italia.
Pranzo sulla nave, con gemellini ( o meglio chiamati farfalle ) con una sorta di pesto; unica cosa che aveva del pesto era il colore verde chiaro chiaro. Si richiudono le valige e pronti allo sbarco. Lasciate le cabine alle 14.30 ci raggruppiamo sul ponte in attesa che la nave attracchi. Quattro chiacchiere con il camionista siciliano, lo sborrone della zona andalusia e il tipo di Barcellona divorziato. Lasciato il porto di Barcellona avremmo dovuto percorrere 200 km verso nord, passare il confine e entrare ad Andorra; giorno dopo partenza per Madrid, passando per Zaragozza e montagne della Spagna. Sembra che la nostra 500 non avrebbe mai passato la frontiera, data la grande abbondanza di neve e grazie al ghiaccio e maltempo di quei giorni, i monti della Spagna sarebbero stati un’impresa. Quindi un particolare ringraziamento allo sborrone, che appassionato dal nostro viaggio, ci ha dato parecchie dritte su un percorso alternativo … oh mamma … sotto con la cartina e via a modificare tutto il programma di viaggio prima di sbarcare.
Perciò abbandonata l’idea di passare il confine, decidiamo di raggiungere Madrid via sud. Giro largo verso Tarragona, Valencia e poi arrivo a Madrid dove ci attende il 17 dicembre il volo per le canarie … ben 800 km contro i soli 600 km previsti da programma, ma almeno viaggeremo senza preoccupazioni. E speriamo bene! Scendiamo dalla nave; piccolo controllo alla vite del cambio della fuoriserie; tutti si fermano e si preoccupano vista la 500 alzata con il crick. Rassicuriamo tutti, Emanuele si mette alla guida e da buon navigatore porto l’auto fuori da Barcellona senza tanti problemi e ci dirigiamo alla volta di Tarragona, 60 km da Barcellona, considerata patrimonio mondiale dell’Unesco. Monumenti spettacolari e città particolarmente affascinante anche sotto clima di natale; unico punto debole è la poca gente che affolla la città durante la sera … Facciamo un bel giro a piedi e poi ci dirigiamo in un locale di plaça de la font dove prendiamo un piatto di wustel con fagiolini e una pizza … o almeno credevamo di averli ordinati invece arriva un piatto con salsicce e fagioli e una orribile pizza finta con qualcosa che spacciavano per mozzarella quando invece era del gorgonzola fuso. Emanuele sembra apprezzare tutto, anche la mia orribile pizza Proseguiamo il giro turistico con la nostra meravigliosa revolution che non manca di farsi notare. Scattiamo foto, foto, foto … ma quante foto mi farai scattare Emanuele? Tornati in hotel, si crolla dalla stanchezza e nonostante la sveglia alle 8.45 ci alziamo ben 60 minuti dopo. Di corsa a fare colazione, doccia e si parte alla volta di Valencia, dove già il cuginetto prenota una visita al porto, sede dell’american cup 2007 e dove ha partecipato anche luna rossa. Questa città è una continua magia di bellezze architettoniche e lui? Mi mostra tutt’altra bellezza: la bellezza delle gru di ultima generazione posizionate per costruire la città. Eheh … e va bè… … anche ciò fa parte della città. Entriamo in centro dopo ben 280 km … la 500 ha retto bene. Nessun problema! In autostrada i soliti sorrisi delle vetture che ci sorpassavano o che sorpassavamo … che ridere … poteva accadere solo con revolution … premio auto “ rimorchio “ anno 2008. La città è fantastica: oceanografico con vicino un ponte futuristico … piazza Reina … piazza ayumento con la sua fontana e tanti fiori ( dato che è anche il mercato dei fiori ). A fortuna troviamo un hotel con una posizione perfetta. Parcheggiamo e ci sistemiamo in camera, doccia e usciamo per la città a piedi. Si cammina, si cammina, si cammina, anche se Emanuele non è molto convinto, però poi il tempo vola tra le vie di Valencia … è tutto alquanto ben posizionato a distanze molto brevi … maestose cattedrali … plaça de toro … si cerca un posticino che faccia la paella valenciana. Non possiamo mancare all’assaggio della vera paella. La ricerca diventa ardua e alla fine si trova una specie di ristorantino … forse taverna … forse 4 tavoli … forse bettola però non possiamo lamentarci della buona paella, anche se questo ristorante in Italia avrebbe chiuso data la posizione della cucina dalla parte opposta della strada all’interno di un altro ristorante e la nostra paella si è vista in una mission impossible tra inquinamento urbano, condizioni climatiche un po’ avverse e passeggiatina sotto una pineta … Dicono che la roba zozza è sempre più buona. Ammazziamo un po’ il tempo in una sala di jueco o propriamente detto casinò, anche se sembrava più una piccola sala giochi, dove regaliamo un po’ di denaro alla città.
… alla ricerca di un pub con un po’ di vita per bere qualcosa, la fortuna non è prossima e date anche le condizioni climatiche ben 8°… E ben 5° subito sulla piazza dietro l’angolo ci dirigiamo verso l’hotel e come tutte le notti si prende la strada per il letto intorno alle 2.30 a.M. Giorno 16 dicembre sveglia alle ore 10.00 si prende la strada verso il porto. Vediamo dove hanno preparato la grande regata; interessante porto e zone limitrofe completamente ristrutturati. Non possiamo mancare a fare qualche foto all’hanger di luna rossa con la nostra 500 posizionata in bella mostra davanti.
Abbandoniamo la città destinazione Madrid. La fortuna ci bacia lungo l’autostrada e non possono mancare deviazioni e la chiusura di un tratto dell’autostrada e Gino ci fa fare i giri più assurdi Purtroppo la strada si presenta per la maggior parte in salita e revolution poverina inizia a sentire la stanchezza … ci fermiamo per un pranzetto al volo, dove il cameriere alquanto simpatico ci fa uno scherzetto al momento di pagare in cassa. Simpatici spagnoli Piccolo controllo all’olio, con tanto di pubblico e si riparte … più avanti bisogna fermarsi per un pieno di benzina; la 500 inizia a segnare rosso e per non avere sorprese meglio fermarsi … altro controllo dell’olio e la nostra vettura … perde olioooooooo … panico … panico … panico … niente panico … Emanuele provvede a sistemare il tutto.
Si riparte! Revolution fatica quanto non mai tra salite, discese e subito di nuovo salite … arrivati in città, la vettura a singhiozzo ci conduce in centro … sono stato solo una volta in questa città ma ricordo perfettamente come muovermi. Prendiamo un hotel nelle vicinanze di puerta del sol e dopo aver parcheggiato si torna a rilassarci in camera. Doccia e si esce alle 22.00 Giretto turistico: puerta del sol, il punto zero, l’orso simbolo di Madrid, la statua di Re Carlos, plaça Mayor, la residenza del re e della regina, plaça di Espana e si risale verso Puerta del Sol. Ci ispira un localino del tutto underground secondo Emanuele carino, ma un po’ kitch secondo me. Un buon panino e una buona lasagnetta di verdure … e con questa cena non possiamo lamentarci. Ci dirigiamo al bingo per una partitina, ma la fortuna non è dalla nostra parte. Usciamo e percorriamo la gran via alla ricerca di un localino per condividere la movida spagnola. Troviamo un simpatico locale, che non ha età … nel vero senso della parola dato che si mischiano senza problemi giovani, adulti e senior … ottima concezione di locale e pensare che in Italia son difficili da trovare. Emanuele si fa una birretta e io mi prendo una bella acqua tonica. Ci mischiamo tra la gente e se non fosse per la mappa turistica e la macchinetta fotografica non si sarebbe mai notato che siamo turisti Decidiamo di terminare la serata tentando ancora la fortuna … mai dire mai … ma nulla … e … ore 3.00 a.M. Credo sia giunta proprio l’ora di prendere la strada del letto … la stanchezza, nel momento che ci si ferma, si fa sentire … però siamo giovani e pieni di spirito di avventura … però sto letto è proprio anti spirito di avventura Crolliamo subito e il giorno seguente sveglia con tutta calma alle 11.00 Mentre mi butto sotto la doccia per riprendermi dal freddo della camera, forse si sono dimenticati che questa camera è occupata, Emanuele va a prendere la macchina nel parcheggio … non ero molto sicuro dell’esito della sua decisione e così è stato quando mi rendo conto che il tempo passava … passava … e passava … e di lui e della 500 nessuna traccia … per fortuna torna se pur senza auto, torna si è perso e pensare che il parcheggio è proprio dietro l’hotel questa volta lo accompagno: prendiamo l’auto, carichiamo i bagagli sempre sotto gli occhi di alcuni spettatori incuriositi e si parte direzione aeroporto che dista solo 12 km, ma il traffico è tanto e come sempre non possiamo non perderci Nel frattempo automobilisti dietro alla nostra macchina ci fotografano. Ci affiancano e dobbiamo metterci in mostra per la foto: gireremo tutto il mondo.
Presa la retta via, arriviamo proprio sotto l’aeroporto e si parcheggia. Credo che al nostro ritorno, dovremo chiedere un mutuo per pagare il parcheggio, altro che i 7.50 euro al giorno programmati Una volta dentro l’aeroporto, mangiamo, attendiamo il check-in e iniziano ad arrivare i primi imprevisti … la valigia di Emanuele pesa 22 kg e ½, ben 2 kg e ½ fuori norma, mentre la mia valigia pesa 28 kg, ben 8 kg fuori norma … e sembra che easy jet non perdoni … ci chiedono un supplemento di 24 euro per la prima valigia e ben 114 euro per la seconda valigia … da pazzi … facciamo comunque il check-in della valigia di Emanuele, del resto 24 euro possiamo anche pagarli, che poi sono diventati 21 euro. Bisogna alleggerire la mia valigia … e ora cosa sacrificare? Butto un pò di cose … e poi? Andavano ridotti ancora molti kg e decidiamo di far fuori qualcosa del cibo portato. Nel frattempo mi accorgo di aver perso la carta d’identità … accidenti … forse il tipo al check-in non me l’aveva ridata e in attesa che smaltissi la valigia … sembra che lui non sia molto d’accordo sulla mia idea. Era andato perso il documento. Lo stress aumentava considerando anche il check-in in chiusura. Mi consiglia di fare una denuncia al corpo di polizia e con una copia della stessa mi avrebbe fatto partire. Con premura chiedo alla poliziotta di accelerare i tempi. Prendendomi a cuore chiama l’addetto all’interno dell’ufficio e al pronunciare del mio nome … voilà … la carta d’identità era già dentro una busta pronta a volare in Italia. Che fortuna! E ora … correre correre al check-in … questa volta la valigia ha un peso di 23 kg, avevo smaltito ben 5 kg. Oh mamma! E la signora delle pulizie ringrazia alla vista di così tanta roba nel sacco dell’immondizia … cose che capitano … pago un supplemento di ben 28 euro e 50 centesimi e di corsa all’imbarco … e si volaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Volo alquanto tranquillo se non per l’arrivo, che a causa di un po’ di vento, l’aereo inizia a ballare … oltre il russare di una signora dall’altro lato del corridoio e dei miei vicini di posto. Per fortuna tocchiamo terra: isola di Lanzarote. Bagagli e prendiamo una macchina a noleggio: una yaris blu a benzina. Direzione Arrecife dove ci attende la nostra prima notte in hotel, ma come sempre sbagliamo strada e facciamo un tour delle cittadine nelle vicinanze. Finalmente giunti in hotel, doccia e un po’ di relax. Siamo in un posto meraviglioso: la balconata della camera dava sul lungomare con davanti l’oceano! Facciamo un bel giro della città, piccola e facile da visitare. Magnifico il castello di San Gabriel, una meraviglia per i nostri occhi. Ore 22.00 inizia a farsi sentire la fame e ci fermiamo in una pizzeria: due pizze e qualche stuzzichino fritto che ci riporteremo fino alla mattina seguente ci trasferiamo in un localino sul lungomare per prendere qualcosa da bere. Bel locale e prezzi del tutto onesti e nonostante sia inverno, con una certa vita turistica e locale. A nanna e sveglia delle ore 9.00 a.M. Colazione; riassetto delle valige e si parte alla scoperta dell’isola. Un salto verso nord passando per la costa e attraversiamo costa Teguise, belle spiagge e meta per surfisti. L’isola è magnifica, pulita, un piccolo quadro tutto da ammirare. Ci fermiamo alla cueva de los verdes, grotte di oltre 5 km, ma percorribili solo per 2 km. Ben 8 euro a persona l’ingresso. Da subito si sono mostrati un ottimo affare per le bellezze naturali del posto. Dalla roccia sembrava quasi uscisse una sorta di musica … musica che proveniva dall’auditorium che sorgeva all’interno delle grotte … un incredibile gioco di luci … bellezze su bellezze si componevano a questa visita guidata, in spagnolo e dopo tanto camminare arriviamo alla gola del diavolo … la guida si raccomanda di fare parecchia attenzione per i vari pericoli che si presentavano da una gola così profonda senza mezzi di protezione e per il pericolo di animali che vivevano all’interno … mentre le persone si apprestavano pian pianino ad allungare il collo per guardare dentro, la guida lancia un sasso per mostrare la profondità … tutti in attesa … parte il sasso … e … e … purtroppo non posso terminare il racconto, scusatemi … abbiamo promesso di mantenere il segreto della cueva sicuramente sono stati ben spesi gli 8 euro anche grazie a questo momento che ci ha strappato una sana risata Visita terminata. Si torna in auto, mentre la macchinetta fotografica continua a fare foto … foto … si procede per il mirador, altra bellezza naturale dell’isola che mostra tramite una balconata sull’oceano le bellezze delle isole davanti … non entriamo dato che il tutto si poteva vedere anche da una parte del parcheggio esterno, senza pagare nulla. Grandi italiani furbi E ora alla ricerca di qualche spiaggia. Ci incanaliamo in strade desertiche, ma piene di fascino, nella speranza che la benzina non venga a mancare dato che non si vede l’ombra di un benzinaio. Arrivati a caleta de famara, una bellezza naturale per surfisti e scendiamo a vedere la spiaggia dove c’erano ragazzi di una scuola di surf che si stavano esercitando. Che posto! Oceano, spiaggia bianca, dune alle spalle, montagne ancora dietro! Da una bellezza a un’altra proseguiamo per il parco di timanfaya … un parco nazionale protetto con all’interno un vulcano … il vulcano di fuoco … giriamo un bel po’ per paesini e qualche volta anche per strade di campagna … già … in questo ultimo caso c’eravamo persi, non poteva mancare … decidiamo di fare pranzo e ci fermiamo in un supermercato: tre panini, una confezione di salame e una confezione di formaggio, tre pomodori freschi, coca cola e un’acqua tonica per la modica somma di 4 euro e 98 centesimi. Onesti! Proseguiamo e ci fermiamo in un parcheggio, dove aperta la valigia contenente le derrate alimentari ci prepariamo un pranzo di fortuna. Non può mancare la sigaretta digestiva di Emanuele e si riparte. Entriamo nel parco e percorriamo km e km. Ci fermiamo in un parcheggio da dove partivano persone a bordo di un cammello per una passeggiata guidata sul vulcano. Sinceramente meglio i due piedi e fatta una breve pausa, riprendiamo l’auto alla volta di playa blanca, paesino piccolino sul mare. Cerchiamo il nostro hotel a un passo dal centro e a 50 mt dal mare. Doccia e subito a passeggiare per la parte pedonale, piena di negozietti turistici. Facciamo spesa al supermercato per il pranzo del giorno dopo dato che abbiamo deciso di tornare a caleta de famara dove Emanuele vorrà provare la sua esperienza di Kyte alle Canarie e speriamo che non bisogna andarlo a riprendere in Marocco. Eheh Ore 19.30 arriva la fame e ci dirigiamo a consumare la mezza pensione in hotel … e meglio non commentare la cucina del posto! Ore 20.30 non possiamo mancare all’appuntamento organizzato dall’hotel per una partitina a bingo. Età minima nelle vicinanze 65 anni Partita sospirata; usciti quasi tutti i numeri, nessuno sembra voler vincere. E poco dopo, qualcuno chiama il bingo e non si vince manco qua Si esce a guardare qualche altra bellezza notturna. Del resto dovevamo anche finire la benzina dell’auto che andava riconsegnata il giorno dopo Giriamo per il lungomare e ci portiamo verso la zona di Papagayo, riserva naturale durante il giorno con ingresso a pagamento e ingresso libero la sera per la serata tra i vari locali. Giracchiamo un po’ e valutiamo di fare un salto al boowling … dovremmo pur divertirci, no? Giochiamo in sala giochi come due ragazzini e nel frattempo perché farci mancare una birretta? E si beve. Evviva Rotta verso l’hotel, si lasciano le chiavi dell’auto in reception e di corsa a nanna. Ore 00.35 terminato il racconto di quest’oggi, siamo pronti a dormire.
Si noleggia un’altra auto per la modica cifra di 26 euro. 60 km e siamo a caleta de famara. Troviamo una posizione tranquilla e lontana da qualsiasi cosa che Emanuele avrebbe potuto colpire col kite Prepara la vela con tanta premura, mentre io ne approfitto per godermi il sole nonostante che tiri un po’ di vento. Siamo pronti. Incrociamo le dita, gli giro la vela e viaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, su verso il paradiso il vento si mostra da subito un po’ forte per una vela da 12, però non si demorde e continua l’avventura tra una botta in spiaggia, un bel po’ d’acqua bevuta in mare … Emanuele si diverte anche nonostante le ammaccature che continua a regalargli questa sua passione Dopo tanta fatica, pranzo al sacco con pasta fredda preparata da me e si riparte con il kite. Il vento si fa sentire maggiormente e si presentano maggiori difficoltà fino a un salto con ricaduta malsana per la caviglia di Emanuele che bloccano le sue avventure a caleta de famara. Non viene a mancare la fiducia e con un sorriso si riprende l’auto destinazione playa blanca. Doccia; cena e poi si torna in camera dato il dolore alla caviglia dell’atleta Giorno 20 dicembre, nave playa blanca/Corraleyo, isola di Fuerteventura. Sbarcati il caldo si fa sentire così come il vento. Siamo nell’isola di Fuerteventura = isola dal vento forte. Ci collochiamo nel nostro appart/hotel. Ben 4 stelle. Una struttura completamente nuova e molto elegante. Andiamo a farci un giro per la piccola città di Corraleyo. Si mostra molto più civilizzata a differenza dell’isola di Lanzarote dalle case semplici e a un piano. Del resto questa isola è il sogno di tutti i surfisti! Facciamo spesa al supermercato. Meglio garantirsi qualche pasto decente con lo chef Christian Notiamo che la maggior parte delle attività sono gestite da italiani e cinesi. Ma gli spagnoli dove sono? Torniamo all’abitazione dove mi presto a preparare un bel risottino ai funghi e dati i fornelli elettrici, un normale primo piatto si trasforma in un’impresa. Torniamo di nuove sulle strade di Corraleyo, docciati e splendenti e in tenuta estiva. La via principale e centrale è piena di vita. Chiediamo in vari punti informazioni su un auto a noleggio per scoprire le bellezze anche di quest’isola.
Ore 18.00 ci prestiamo a fare un meraviglioso aperitivo: Emanuele una sangria e mezzo dolce al cioccolato e Christian una classica acqua tonica e l’altra metà del dolce. Che vita! Prosegue la nostra passeggiatina questa volta alla ricerca di informazioni su un corso di kite e appena ricevute si torna nell’appart/hotel, dove ci attende la cena: prosciutto crudo spagnolo per Emanuele con qualche olivetta verde e per me un po’ del risotto avanzato del pranzo, in attesa che terminava la cottura delle patate in porchetta La caviglia di Emanuele sembra prossima a guarire e speriamo in un miracolo per domani. Visto il forte vento che si abbatte per le strade della città e data la giornata intensa che ci attendeva il giorno dopo, decidiamo di restare a guardare il signore degli anelli in spagnolo sul nostro 32 pollici a cristalli liquidi samsung e poi a nanna.
Mattina del 21 dicembre sveglia con tutta calma e presa una seat cordoba da Wendy si parte per il nord dell’isola e lungo la strada per La Oliva, incontriamo Molina de Villaverde, un mulino piazzato in mezzo alle montagne. Arrivati a La Oliva paesino senza tante bellezze, ci spostiamo immediatamente verso El Cotillo. Carino. Continuando una specie di lungomare arriviamo al faro de Tostòn dove il vento molto forte ci costringe a vestirci con qualcosa di più pesante. Notiamo che di lato, nella caleta de Beatriz ci sono dei ragazzi che fanno kite surf e subito Emanuele viene colto dalla curiosità. Ci apprestiamo a scendere per una strada sterrata con la nostra seat cordoba e pensare che non siamo assicurativi per questo tipo di strade; mi raccomando non dite nulla a Wendy ma non possiamo mancare a cotanta bellezza. Facciamo foto, foto, foto e ci rilassiamo un pochino, anche se il vento a volte diventa quasi fastidioso. Ripresa l’auto, torniamo a fare una passeggiata per El Cotillo dove non può mancare anche qui l’incontro con degli italiani. Ripartiamo direzione Puerto Rosario, la capitale di Fuerteventura. Lungo la strada passiamo per Tetir zona culturale. La capitale si fa notare con tutte le sue abitazioni e poi Las Rotondas un grande centro commerciale visitato con escursioni organizzate da paesini vicini. Mah! Mangiamo un panino e poi ci spostiamo sul lungomare e zona porto. Notiamo qualche piazzetta carina e vari monumenti ai lavoratori.
Riprendiamo la strada per Corraleyo costeggiando la costa. Prima di entrare in città ci fermiamo a fare qualche foto tra le dune e a respirare un po’ d’aria pulita, dato che le Canarie è il paese meno inquinato d’Europa. Rapida doccia in hotel e poi alla cafèteria de Paris, oramai nostro spaccio di dolci di fiducia. Altro giro da turisti e poi a cena. Le giornate sono molte intense e così decidiamo dopo tanti dubbi di rilassarci sul divano e finire così la giornata. Mattina del 22 dicembre Emanuele è in attesa di avere conferma per la sua lezione di kite surf. Il tipo della scuola ci sbologna ad un’altra scuola dove c’è un istruttore italiano: Luca, sardo e campione italiano di kite surf 2007. Appuntamento ore 14.00 per la prima lezione a flag beach, la spiaggia alle porte di Corraleyo dove le emozioni prendono il volo. Luca decide di riprendere da zero la preparazione tecnica di Emanuele. Del resto ognuno ha il proprio metodo. Nel frattempo io mi posiziono a prendere il sole. 3 ore di lezione volano. Ops! Scusate la battuta Appuntamento giorno dopo per la seconda lezione in acqua. Torniamo in città dove ci attende il cafè de paris con le sue fette giganti di dolce e poi in hotel visto che Emanuele è sfiancato. Ultima cena a Corraleyo con delle patate e delle carote all’origano rosolate e poi un bello spaghetto con sughetto e mirepoix vegetale. Ah! Che mangiata. 23 dicembre abbandonato l’hotel corraleyo beach ci dirigiamo alla flag beach per la seconda lezione di kite. Altre tre ore di corso singolo e Emanuele ne esce estasiato. Dategli qualsiasi sport estremo a sto ragazzo e lo farete felice.
Direzione sud dove ci attende l’ultima notte all’isola di Fuerteventura. Durante il tragitto ci fermiamo per visitare Castillo de la caleta de fustes e un meraviglioso mcdonalds Percorsi 107 km arriviamo a Morro De Jable. Hotel, cena e poi a nanna.
Giorno 24 ore 12.00 siamo al porto in attesa della nave Morro Jable/Las Palmas. Facciamo pranzo in un bar dove le due figlie del titolare lietano l’attesa degli ospiti una suonando la chitarra e l’altra cantando canzoncine dell’isola di Fuerteventura … e pensare che avranno neanche 10 anni … e da quel giorno ci porteremo dietro una delle loro canzoni che diventerà un tormentone della vacanza … “ è natale a fuertaventura … fuertaventura … fuertaventura … ( motivetto tradotto ) Nave e accesi i motori salutiamo l’isola del vento: Fuerteventura.
Dopo tre ore circa arriviamo al porto di Las Palmas, isola di Gran Canaria. Si nota subito la differenza fra le isole. Del resto siamo nel porto commerciale di Las Palmas e grande città del tutto differente ai posticini turistici precedenti. Ci posizioniamo nel nostro appart/hotel Miami con vista Parque Catalina e 300 mt dalla spiaggia de Las Canteras. La sera ci facciamo un giretto per il lungomare e dopo ben 2 km arriviamo alla cattedrale della città. Camminiamo ancora e decidiamo di entrare in un centro commerciale Las Arenas, dove stuzzichiamo qualcosa. Notiamo che tutti si affrettano a far compere e poco dopo ci connettiamo: è la vigilia di natale in vacanza del resto si perde la realtà con il tempo e nelle isole canarie, dove in ogni luogo gli orologi hanno un’ora diversa è possibile far parte solo della realtà del posto.
Cena al gran buffet chino king. Con la modica cifra di 6 euro a persona mangi tutto ciò che riesci a ingerire. Che mangiata. Per digerire ci vuole proprio una passeggiatina! Prima di rientrare ci fermiamo in un pub sotto una scalinata che avevamo notato di passaggio nel pomeriggio. L’ambiente sembra carino. Bandiere tedesche in ogni dove e gente tranquilla a bere. Sembra tutto normale, no? La signora dietro al bancone, sulla cinquantina si mostra subito “ folle “ e mentre il figlio giracchia per il locale lei lavora … lavora … Abbiamo notato che qui le donne lavorano tantissimo! Sembra quasi che sostituiscano gli uomini, mentre se la godono a fare surf … ma poco dopo notiamo qualcosa … l’ambientino prende colori diversi dal bagno esce una ragazza alquanto “ felice “ che credo abbia fatto serata. Oh cavoli! In che locale siamo capitati? E va bè! Ci facciamo due risate nel guardare gente che entra e esce dal bagno, sarà per i fiumi di birra, no? E per quanto anche noi dobbiamo cambiar acqua, decidiamo di aspettare il ritorno al miami. Di corsa il conto e prendiamo la strada verso il letto.
Natale è alle porte e babbo natale non potendo scendere da un camino, si accontenta di allungare la mano da letto a letto creando l’aria natalizia dando il regalo a Emanuele un meraviglioso boxer con tratti rossi Frankie Morello da mettere l’ultimo dell’anno … non può mancare! Il sonno vince! Il giorno seguente dopo una ricca colazione, direzione mare. Prendiamo posizione in mezzo a tanta gente. Ma qua non lavora nessuno? Ci accorgiamo che gli italiani non mancano manco qua e dopo esserci fatti un po’ i cavoli dei vicini che non si stavano mai zitti, mostrata la nostra vera identità color italiano ce ne andiamo senza socializzare Pranzo di natale con cannelloni fantasia, prosciutto di montagna e polletto volatine ancora da catturare ( e accontentiamoci della nostra tagliatellina al pomodoro e origano e un ringraziamento speciale a mamma Giulia che non ci fa mancare un bel panettone al cioccolato ) e di corsa di nuovo al mare. Il sole si fa sentire: ben 27°.
Ore 17.30 storditi più che mai ci facciamo una passeggiata per il lungomare verso il faro di Las Palmas. Torniamo a “ Miami “ e dopo un bello spaghettino ai ceci e un bicchierino di spumante per brindare, usciamo diretti al bingo, per sentire il clima di natale. In zona c’è solo una scultura di sabbia sul lungomare che rappresenta il presepe e nient’altro che dia l’idea natalizia. Boh! I vari negozietti sono aperti anche il giorno di natale. L’unica cosa simpatica che notiamo sono molte persone giovani e senior vestiti anche in maniera elegante con un cappello rosso da babbo natale strani questi spagnoli! Ci sistemiamo al bingo. E speriamo bene. La signora al tavolo vicino mi sorride e mi fa l’occhiolino. Che simpatica Inizia a fare linea ( cinquina ) e bingo. E ancora un bingo. Poco dopo un’altra linea e un bingo. E cavolo! Mi sorride ancora. Mi starà forse prendendo in giro? Insieme al premio bingo in moneta, danno anche servizi di piatti, di bicchieri, cestini natalizi, frullatori. E qua si può fare la lista nozze A tarda serata riusciamo a fare una linea, ben 24.84, siamo ricchi qualche altra partita e poi ore 2.00 a nanna. Crolliamo anche causa stanchezza mare. Giorno seguente ancora mare … mare … . Oggi abbiamo ben 32° e poco vento e forse è meglio usare un po’ di protezione 15. Che bella giornata. Emanuele prova a nuotare nell’oceano e speriamo che non venga colpito dalla vendetta della medusa gigante, che il giorno precedente aveva allertato la spiaggia tenendo fuori dall’acqua ogni turista. Pranzo in un localino del lungomare. Altra passeggiatina e poi si torna al “Miami” per un po’ di relax. Mentre Emanuele si fa abbracciare da Morfeo, io inizio a sistemare la valigia dato che alle 1.00 di notte abbiamo il volo per Madrid.
Preparo la cena e si torna a rilassarci. In questi giorni ci siamo ricaricati per tornare alla movida spagnola con la nostra 500 Ore 00.00 prendiamo un taxi direzione aeroporto Las Palmas ( ben 30 euro senza mastercard ), check-in e ore 1.55 grande vueling si parteeeeeeeeeeee per arrivare a Madrid alle ore 5.30 a.M. Ora locale, dato che le Canarie hanno un’ora indietro. Si riprendono le valige e arrivata la fame, colazione al bar dell’aeroporto. Ben 10 euro due cornetti, una spremuta d’arancia e un cappuccino. Che furto! Bisogna abituarsi di nuovo al caro vita della terra ferma Non vediamo l’ora di riprendere la nostra 500. Che emozione è ancora lì integra, non manca nulla. Le ruote sono al loro posto. Vetri integri. La radio c’è ancora. Emanuele ricollega la batteria e girata la chiave, tre due uno: goooooooooooooooooo! Va che è una meraviglia questa macchina. Giorno 27 dicembre si rientra in centro a Madrid dove vorremmo prendere un hotel per riposarci un po’. La ricerca diventa un po’ ardua dato il pienone sotto le feste, perciò abbandoniamo la città per dirigerci verso Toledo, città patrimonio dell’Unesco. Dista solo 74 km e credo si possa fare. Entriamo all’interno delle mura, parte vecchia della città. Molto carina. Prendiamo una camera all’hotel esperanza. Alla hall ci riceve una simpatica signora, oramai superati i 60 anni, ma di gran classe con capello cotonato e truccatissima. Una camera doppia alla modica cifra di 45 euro + 3 euro di parcheggio. In camera inizia la guerra con il climatizzatore che sputa solo aria fredda. Uff! Dopo circa mezz’ora al freddo e al gelo, fortunatamente riusciamo a far uscire aria calda e poco dopo … non ricordiamo più nulla … si dormeeeeeeeeee profondamente, fino a quando squilla il telefono: Giulia ci informa della visita del medico dell’Inps che è andato a casa. Oramai è ora di alzarsi. Queste due orette di sonno ci hanno ricaricato. Si procede alla visita della città e delle sue bellezze. Anche qui i soliti italiani. La città è piena di turisti. Giriamo curiosando tra cattedrali, vie del centro, castelli medievali. Quasi un piccolo borgo medievale. Approfittiamo anche per vedere negozietti e un piccolo mercatino di natale. Ore 16.45 pranzo rapido e poi altro svago, qualche foto e presi due panini, cena al volo in hotel e a nanna presto. Mentre in tv danno un film con Swaznager in spagnolo, Emanuele è già del tutto perso nel mondo dei sonni dopo essersi strafogato mezza pagnotta di pane con pancetta rosolata e queso. Speriamo che non c’abbia le allucinazioni questa notte. Giorno 28 dicembre, colazione e purtroppo mio caro Emanuele dobbiamo lasciare questa città che tanto hai amato. Destinazione Cordoba, circa 340 km. Viaggio tranquillo anche con una leggera deviazione all’interno delle montagne dell’Andalucia, dove ci saluta una coppia di signori in camper. In un primo momento non diamo tanto peso, era uno dei tanti saluti e oramai diventati così famosi avevamo iniziato a snobbare i fans poco dopo invece ci accorgiamo che il camper portava targa italiana. Emanuele si porta all’inseguimento. Anche loro escono a Cordoba. Gli siamo dietro anche all’interno della città, ma poi costretti all’abbandono causa 500.
Cordoba da un primo punto di vista si presenta una normale città. Anch’essa patrimonio dell’unesco, ci rivela oltre il tipo locale che gestisce una parte del parcheggio pubblico, dove l’auto rimarrà integra solo dietro il pagamento di una ” libera ” offerta 🙂 anche altre meraviglie! Prendiamo una camera all’hotel boston in pieno centro. Doccia e si esce alla ricerca di un posto per cenare. Ma dove sono le pizzerie e i ristoranti? Giriamo e rigiriamo, ma nulla. Alla fine stremati dalla fame a fortuna imbocchiamo una via laterale dove troviamo un meraviglioso localino con prodotti locali freschi. Emanuele si prende una ” cazzarola ” con dentro delle uova sbattute e sopra prosciutto cotto e formaggio, mentre io mi prendo una meravigliosa grigliata di verdure e patate alla salsa di aglio. In Spagna aglio e cipolla sono diventati quasi un incubo. Pieni rinunciamo al dolce e si va al bingo anche questa sera. E speriamo che termini al più presto questa aria natalizia.
Strana concezione di bingo in Spagna. In alcune sere della settimana, si entra a giocare e puoi mangiare un meraviglioso e gustoso menù completamente gratis. Le due signore davanti a noi si sono mangiate: un piatto a testa di insalata mista con tonno, indivia, pomodori e altre schifezze. Poi son passate a un calamaro gigante ( quasi finto ) in salsa di prezzemolo e polpette con sugo e patate. E si continua con una macedonia di arance … e per fortuna siamo andati via, altrimenti avremmo visto le due signore scoppiare. Ritirata e mattina seguente ore 11.30, 140 km verso Siviglia. Dopo 2 ore alla solita marcia di 80/100 si arriva in città, dove la macchina inizia a fare strani scherzi. Non tiene il minimo. Decidiamo di far riposare l’auto e approfittare per far pranzo. Trovato un bel parcheggio pubblico: urca! Il parcheggio del cimitero, speriamo che revolution non decida di mollarci ora Ci dirigiamo in un bar dall’altra parte della strada. Dopo 10 minuti passati a conversare con il cameriere alquanto gentile, capiamo che per il vegetariano Christian non ci sono possibilità di sorta, manco un’insalatina con qualche foglia verde e due pomodori. Abbandoniamo il bar e ci spostiamo al vicino discount LIND, dove con soli 2,90 euro ci portiamo via: una confezione con 22 fette di pane integrale, 150 gr. Di coppa ( che Emanuele era convinto fosse mortadella ), tre pomodori freschi, una bottiglia d’acqua e una coca cola zero. Alla cassa in più ci regalano una bottiglietta di acqua tonica e un bitter rosso. Che lusso Ci posizioniamo nel parcheggio per farci qualche panino. Nel frattempo revolution attira l’attenzione di varie persone, tra cui un simpatico vecchietto che si ferma a farci i soliti complimenti per l’auto e ci racconta la storia della sua topolino 600. Sbolognato il dolce vecchietto, si procede alla scoperta della città di Siviglia. Visitiamo dove si fa la corrida, purtroppo non riusciremo a vederla, dato che i tori scendono nell’arena solo dal mese di aprile ad ottobre. Pazienza sarà per la prossima volta. Ci spostiamo al bordo del fiume che divide la città. Passiamo il ponte e scopriamo abazie, chiese e bellezze di parchi. Il tempo non è dalla nostra parte purtroppo e decidiamo invece di rimanere una nottata in città, visto il centro, di proseguire per Cadiz nella speranza di poter prendere un po’ di sole e lasciar andare Emanuele sul kite surf. Nel frattempo l’indecisione sul dove passare il capodanno continua … Spagna? Un salto in Marocco? O quale altro posto? Boh! Vedremo! Lungo la strada per Cadiz approfittiamo per fare un aperitivo in auto con il bitter rosso e l’acqua tonica gentilmente offertaci dal discount Lind. Le condizioni meteo lungo la strada si prospettano favorevoli.
Entriamo in città. Carina e piena di vita. Facciamo un giro per il lungomare dove sentiamo urlare ascoliiiii piceno. Oh cavoli! Il camper italiano incontrato a Cordoba. Saluto al volo dato che stavano bloccando il traffico, giusto il tempo di precisare che siamo di Grottammare in provincia di Ascoli Piceno e poi alle nostre spalle altri italiani ci salutano. Sicuro che siamo in Spagna? Ci collochiamo in hotel, doccia e si esce. Cena al burger king, ben 16 euro. Un furto! Ci spostiamo sulla piazza dove il comune offre zona wifi su tutta la piazza. Grande sindaco di Cadiz. Cerchiamo un hotel per il giorno dopo per Tarifa, patria dei surfisti. Nel frattempo Emanuele si prende una birretta e scopriamo che in questo giorno, in tutti i locali della piazza ogni bibita o panini si potevano prendere con un euro cadauno. Azz! Pazienza! Ore 1.30 si raggiunge il letto. Giorno 30 dicembre si parte alla volta di Tarifa, ben 105 km circa. Sempre più al sud e sempre più verso il sole. Piccolina come città, ci collochiamo in una posada all’interno delle mura della piccola cittadina. Qui è il paradiso per Emanuele, visto che lungo la via ci sono una marea di negozi e scuole di kite surf. Sia dentro le mura che fuori non mancano piccoli bar, ristorantini e tanti altri localini. E questa sera tutta vidaaaaaaaa! Pranzo in un piccolo localino vegetariano, finalmente del sano cibo e prendiamo un piatto unico: falafel, pida, una sorta di salsa cremosa e insalata con salsa tzaziki. Gustoso! All’uscita mi informo se Emanuele vuole integrare con un panino ma sembra che gli sia bastato Facciamo una bella passeggiata in giro per la città: porto che in soli trenta minuti porta in Marocco, castello, giro per le mura della città dalle quali si possono vedere le coste africane, passeggiata in spiaggia dove il sole si fa sentire come lo stesso vento. Ci portiamo sulla via principale in attesa dell’apertura delle scuole di kite surf dove prenotiamo una lezione con maestro italiano per la mattina seguente. Bene! Si torna all’interno della posada per una doccia e di corsa a mangiare una pizza italianaaaaaaaa. Sono giorni che la sognamo e finalmente a Tarifa abbiamo una scelta vasta, anche se la qualità non è mai italiana doc.
Terminiamo la serata fra i vari localini bevendo qualcosa.
Giorno 31 dicembre 2008 ore 10.30 appuntamento con Gigi l’istruttore. Ci spostiamo alla spiaggia dove già parecchi kite sono in mare. Che spettacolo. In spiaggia fa freschino e pioviggina anche un po’. Lascio Emanuele proseguire la sua lezione e mi faccio un giro, in attesa delle 14.30 per mangiare insieme! Ci godiamo un po’ di relax in camera, per poi prepararci alla gran serata di fine anno. Mentre Emanuele cade in letargo, ne approfitto per collegarmi un po’ in internet e fare qualche ricerca sul continuo del nostro viaggio. Ore 19.00 credo sia ora di risvegliare il bello addormentato e prepararci. Ore 21.30 la gente non manca per le vie. Ci collochiamo in un localino. Ordiniamo due pizze e due birre e parte la nostra seratonaaaaaaaa. Il locale prende sempre più vita. Prendiamo un’altra pizza e birra. Un po’ di bisbocce si possono anche fare l’ultimo dell’anno e vista la gente che invade il locale decidiamo di aspettare la mezzanotte all’interno del posto. Nel frattempo un ragazzo vicino, dopo essersi ascoltato tutti i nostri discorsi ci svela la sua identità: italiano. Uff! Ci facciamo un po’ di chiacchiere dato che condivide vari interessi, tra i quali la moto, la vela ( anche se lui fa aquilone acrobatico ) … e bla bla bla … C’è movimento nelle vicinanze … il volume della musica viene diminuito … credo siamo vicini … prendiamo un flute di spumante e lo offriamo anche al nostro nuovo amico e via al conteggio. 10 – 9 – 8 – 7 – 6 – 5 – 4 – 3 – 2 – 1 – buon annoooooooooooooo … Arriva anche il primo sms di auguri sul mio cellulare e i festeggiamenti continuano spostandoci da un bar ad un altro … Giorno 1 gennaio 2009 la sveglia è dura … molto dura per Emanuele. Serata da leoni e mattina da coglio .. Lo lascio dormire un altro po’ e approfitto per fare colazione. Ore 11.30 dopo una gru, dell’acqua e tante parole di incoraggiamento siamo riusciti a resuscitare Emanuele e ore 13.00 ci siamo lasciati alle spalle Tarifa e il 2008.
La giornata è baciata da un bel sole che spero ci accompagnerà per i prossimi 280 km. Passiamo per Marbella affascinante posto di mare e di gran classe. Malaga, curiosiamo per il lungomare, il porto e qualche via del centro e poi riprendiamo il nostro cammino direzione Granada. Arrivati alle ore 18.30 andiamo subito in escursione per Alhambra, palazzo dei sultani patrimonio dell’unesco. Un’immensa struttura che sovrasta la città di Granada e ci facciamo una passeggiata … una bella passeggiata … forse direi anche una bella sfacchinata tra salite e discese intorno alle mura. Purtroppo date le ore 18.30 l’ingresso all’interno non era più possibile. Dopo ben due ore, ritrovata l’auto scendiamo in centro città, parcheggio e hotel. Doccia e di corsa a mangiare vista la fame. Il turismo e la gente locale non mancano nonostante si fanno sentire i 5°. Giorno 2 gennaio decidiamo di percorrere altri 360 km direzione alicante. La costa è ancora lunga da risalire verso Barcellona e il tempo a nostra disposizione si sta riducendo. La macchina già da giorni, non tiene il minimo e si spegne varie volte. Cerchiamo di ripulire con mezzi di fortuna il carburatore intorno a noi come sempre nella piazzola dell’autogrill si forma il solito pubblico e poi arriva lei … Rosa … una ragazza spagnola che ci spiega che fa parte di un gruppo di persone con oltre 200 auto d’epoca e ci fa una serie di foto che spero ritroveremo sul loro sito. Parliamo per oltre un’ora e a differenza nostra che ci siamo percorsi fino ad oggi 2800 km solo per questa vacanza, loro tirano fuori le loro belle macchinine ( fiat abarth, mini morris, varie 600 e tantissimi altri modelli ) una volta all’anno per percorrere la bellezza di soli 30 km. Sistemata al meglio la 500, facciamo pranzo al volo … anche perché 3 ore di sosta sono state un po’ troppe … e si riparte. Visitiamo Murcia e poi arrivo a Valencia dopo ben 520 km percorsi. E pensare che inizialmente avevamo programmato solo 300 km al giorno, invece ora… Hotel e subito a nanna. Giorno dopo sveglia presto per andare alla ricerca di un meccanico, ma è sabato e le varie officine sono tutte chiuse. Decidiamo di smontare il carburatore pezzo pezzo e ripulirlo all’interno del parcheggio dell’hotel. Il tempo a nostra disposizione non è molto. Ben 2 ore e rimontato il tutto incrociamo le dita … riparteeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee! Speriamo che resista fino a Barcellona, altri 360 km … percorsi senza troppi problemi.
Barcellona ore 17.45! Traffico intenso. Conduco l’auto a plaça de Calanuja e trovato parcheggio sotto la piazza ci collochiamo in hotel, camera vista plaça. Però bisognerà trovare un altro parcheggio, visto che ci vogliono ben 48 euro al giorno dove l’auto è ora. Azz! Doccia e si procede alla passeggiatina sulla rambla.
Cena al mcdonalds i quali soliti sapori non ci tradiranno mai . Qualcosa da bere all’hard rock cafè e ore 2.00 a nanna.
Giorno 4 gennaio sveglia alle 12.00 e risuscitati da una bella doccia fredda/calda/bollente, usciamo … questa volta ci dividiamo e Emanuele va a mangiare di nuovo al mcdonalds, mentre io mi conduco in un meraviglioso ristorantino vegetariano. Rincontrati dopo pranzo inizia la nostra grande camminata: si percorre la rambla, vediamo colombo, mare magnum, port vell, barceloneta, sosta al casinò ( con meravigliosa vincita di 200 euro ) e si risale la via fino ad arrivare alla sagrada famiglia. Che sfacchinata! Prendiamo la metro e ore 20.30 siamo di nuovo a plaça de Catalunja. Cena in un ristorantino italiano: orribile! Hotel, doccia e poi altro giretto al quartiere gotico e birretta fino a tarda nottata.
5 gennaio è arrivato il giorno di tornare in patria. In mattina cogliamo l’occasione di visitare il museo dell’erotica sulla rambla, la boqueria ( un fantastico mercato ) e shopping nella più antica pasticceria di Barcellona, dove due meravigliosi mini dolcetti li portiamo via alla modica cifra di 9 euro. Urca! Ore 17.00 check-in al porto e dopo 2 ore si riprende la nave direzione Civitavecchia con un velo di tristezza per questa magica avventura che stiamo lasciando… Ma che rimarrà nel nostro cuore.
In nave recuperiamo le forze con ben 10 ore di sonno e giorno 6 gennaio riconduciamo la mitica 500 a Grottammare… In attesa del prossimo viaggio!