Radiohead, Blade runner, Kill Bill..

Tutto nasce circa un anno e mezzo fa: stavo cenando sul tardi e facendo zapping selvaggio sono capitata dalle parti di MTV...avendo io superato l'età dell'adolescenza da un bel pezzo (sono 43 il 9 ottobre!) di solito non seguo molto questa emittente, ma quella sera evidentemente era scritto che dovessi finire lì: vedo che c'è un "mono" su un...
Scritto da: lucia65
radiohead, blade runner, kill bill..
Partenza il: 29/09/2008
Ritorno il: 06/10/2008
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
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Tutto nasce circa un anno e mezzo fa: stavo cenando sul tardi e facendo zapping selvaggio sono capitata dalle parti di MTV…Avendo io superato l’età dell’adolescenza da un bel pezzo (sono 43 il 9 ottobre!) di solito non seguo molto questa emittente, ma quella sera evidentemente era scritto che dovessi finire lì: vedo che c’è un “mono” su un gruppo di cui avevo sentito parlare e di cui avevo anche ascoltato qualcosa ma sempre distrattamente o comunque senza trovarci un granch’è Stavolta mi fermo e comincio a vedere il primo video e penso: “mica male la canzone!”, poi il secondo, il terzo…Insomma a farla breve nel giro di mezz’ora sono innamorata dei Radiohead! E’ stata una folgorazione, un vero innamoramento, infatti se mi chiedono perchè mi piacciono rispondo come tutte le persone veramente innamorate che non lo so che cos’è, ma c’è! Comincio a documentarmi e a collezionare i loro dischi, fra l’altro stava per uscire il loro settimo (“In Rainbows”), ragione per la quale è stato trasmesso il programma su MTV, e mi ritrovo sommersa dalla “Radioheadmania”! Il bello è che quasi in contemporanea con il disco parte anche il tour che toccherà Europa, America e Asia e così inizio a pianificare un viaggio per vedermi la band, che mi dicono dal vivo faccia faville! Detto fatto riesco anche a trascinare un po’ di parenti e amici il 6 giugno 2008 a Dublino (Malahide per la precisione, nel parco di un castello!) per il loro primo concerto europeo, un concerto meraviglioso e una serata fantastica perchè la pioggerellina che aveva impazzato per tutto il giorno smette all’inizio del concerto e per una di quelle coincidenze che hanno del miracoloso appaiono in cielo 2 arcobaleni! Magari un’altra volta vi farò un resoconto del bellissimo viaggio irlandese, adesso continuo a percorrere il tunnel dei Radiohead che mi porta a decidere di vederli anche a Milano il 17 giugno in arena civica (vuoi che non vada quando vengono in Italia?) Stranamente nel paese del sole la serata è un po’ più piovosa ma appena escono i maghi della pioggia naturalmente smette subito…Niente arcobaleni però! Il concerto? Neanche a dirlo, bello, appassionante, vivo, perfino commovente quando tutta la folla canta in coro “Karma Police”… Ormai come dice mia sorella ho un problema di dipendenza e seguo l’esempio di Wilde: “Resisto a tutto fuorchè alle tentazioni”! Insomma come si sarà capito riesco a seguire la band anche a Berlino, ho deciso che visto che volevo vedere la città già da un po’ approfitto e mi faccio 4 giorni a luglio con concerto compreso: Berlino è molto bella e mi intriga subito, la trovo molto interessante, cosmopolita e giovane, infatti consiglio a tutta la meglio gioventù di farci un giretto, i tedeschi sono meno crucchi di quanto credessi e la vita lassù scorre dinamica e serena; il concerto si svolge in un parco in periferia non degradata della città…Una bella location per un altro concerto memorabile: i nostri sono galvanizzati, suonano con una carica intensa e alla fine sembra che non vogliano proprio andarsene… Ma purtroppo tutto scorre e mi ritrovo sulla metropolitana per il rientro in albergo Ora si arriva alla ragione di questo resoconto: era da un po’ che mi sfarfallava in testa l’idea di un viaggetto un po’ lontanuccio, e con il solito “traino” del Radiohead tour mi sono decisa…Si parte per il Giappone! Ebbene sì, Yorke e compagni suonavano a Osaka e Tokyo, e io li ho seguiti nel paese del sol levante: non sapevo una parola di giapponese, conoscevo poco usi e costumi (sapevo però che non è bene girare con i buchi nelle calze!), ero a centinaia di chilometri dalla mia Venezia ma sono stata felicissima di aver intrapreso questa nuova avventura…

Le note che seguono sono state divise in capitoletti che riprendono titoli di film perché mai come in questo viaggio (forse solo a New York), mi sono venuti in mente paralleli cinematografici…Quindi il viaggio comincia Blade runner, Kill Bill… Ok, brevemente un cenno sul viaggio in aereo, sapevo che sarebbe stato lungo ma in definitiva si è risolto più che bene, infatti ho fatto scalo a Helsinki e ho visitato in poche ore la città che non è male ma fa un freddo boia! Poi sull’aereo per Osaka per puro caso sento il mio vicino che mi dice grazie in uno dei momenti topici del volo e così scopro di non essere l’unica italiana a bordo! Infatti l’altra vicina di posto era una giapponese di circa 20 anni molto simpatica e gentile ma non parlava inglese molto bene, come me del resto, insomma tra qualche chiacchierata in giappo-inglese, altre in italiano e qualche sonnellino arriviamo a Osaka prima di quanto credessimo.

Purtroppo le previsioni di ilmeteo.It erano vere e infatti il tempo è grigio dopo che per tutti i deserti cinesi (o russi, chi lo sa?) splendeva il sole! Comunque qui ci dividiamo e comincio a scammellare alla ricerca del mio treno…In breve arrivo al mio hotel ma la receptionist in un inglese a dir poco pessimo per una che fa il suo mestiere mi dice che si può entrare in camera solo alle 3…Ma manca solo mezz’ora! Maledetta precisione nipponica!!!! La camera non è male, scopro subito che è fornita dell’ottava meraviglia del mondo, cioè il water con la plancia di comando da space shuttle con i pulsanti per scaldare il sedile, fare il bidet, ecc ecc…Che risate! Entro poi in piena atmosfera Blade runner…La pioggia è leggera ma continua e fra insegne luminose e pubblicità parlanti manca solo Harrison Ford che insegue i replicanti! Il giorno dopo faccio un giro a Kyoto che è una città orrenda se si resta nella parte moderna ma che nasconde meravigliosi templi e giardini…Io la giro un po’ tutta e vedo le folle (nella quasi totalità di locali) che eseguono riti propiziatori come bere l’acqua di una fonte, e pregano in mezzo al casino In questo bailamme spiccano i ragazzini in divisa scolastica e a me fa un certo effetto vedere le bambine con la divisa da marinaretta perchè mi ricordano la ragazzina killer pazza di Kill Bill! Alla fine pero la pioggia vince e me ne torno all’hotel…Sto Blade runner ha rotto!!!! Il giorno dopo decido di vedere Osaka che non ha poi molte attrattive ma fra queste c’e una torre panoramica davvero bellissima, detta “Il giardino pensile” peccato che sia un po’ fuori mano e infatti non c’era molta gente per mia fortuna, ormai è anche uscito il sole così schiatto dal caldo quando vado al castello che si rivela essere molto bello da fuori ma deludente all interno, comunque anche da lì si gode una bella vista di questa città cosi moderna ma che ha ancora salde radici nel passato La sera scatta l’ora x perchè arrivano i radiohead e io alle 6 sono già li per vedere i miei idoli…Sarà una serata davvero fantastica, il concerto è psichedelico e “insane” come dice il mio vicino di posto, un canadese di chiare origini indiane…Comunque ci passiamo due ore di perfetta goduria ascoltando i geni di oxford La giornata successiva la dedico a Nara che anche grazie al sole risulta uno dei posti più belli che abbia visto qui in terra nipponica…Si tratta infatti di una città con alcuni templi in un parco in cui i cervi girano liberamente perchè sono messaggeri degli dei (o qualcosa del genere), e ci sono anche bancarelle che vendono i biscotti per loro, infatti sono invadenti e vengono a vedere se hai il biscottino, a mo’ di cagnolini!!! I templi sono veramente mozzafiato, in uno c’è la statua del buddha più grande del mondo e una colonna ha un buco per il quale si deve passare se si vuole andare nel nirvana…Ma ci potrebbero andare solo i bimbi o i giapponesi moooolto magri perchè e davvero minuscolo! Tanto io il nirvana lo ritrovo la sera perchè mi sparo un altro concerto della band che mi riserva sorpresone a non finire, canzoni vecchissime e arrangiamenti quasi jazz…Insomma ancora una vera pacchia, ma qui mi possono capire solo i malati come me!!! Ok, è già ora di andare a Tokyo e così la mattina dopo ho preso lo shinkansen che mi porta velocissimamente alla capitale e devo dire che la cosa piu bella non è tanto la velocità che non si nota più di tanto ma il bigliettaio e la venditrice di bibite che ogni volta che escono dalla carrozza fanno l’inchino!!! Mi viene da ridere pensando a quello che succederebbe in Italia se il controllore facesse le riverenze!!! Arrivo in questa città caotica e immensa e subito esco a vedere uno dei templi più importanti di Tokyo, il Sensoji, visto che è sotto casa, e trovo anche qui le scene dei fedeli che tentano di pregare con i turisti alle calcagna…Complimenti per la fede! In serata vado nel centro della vita notturna e trovo miliardi di persone, naturalmente soprattutto giovani, che girano come forsennati per le stradine vicino a Shibuya, una stazione della metro che è famosa per la statua di un cane che si dice abbia aspettato davanti alla metro il suo padrone che era morto per dieci anni! Povero cagnolino, adesso la sua effige è rintronata da migliaia di squilli e chiacchiericci…Comunque non soffre al solitudine! Il parallelo con New York sorge spontaneo ma devo dire che Tokyo vince alla stragrande…Non ho mai visto tanto casino in vita mia e infatti dopo un pò la vecchietta si stufa e se ne torna a nanna…Anch eperchè il giorno dopo c’è il terzo concerto dei miei artisti preferiti e non posso certo arrivare stanca ad un’appuntamento con la Musica! 🙂 Il racconto del viaggio vero e proprio può finire qui, senza scrivere ripetizioni inutili, quindi nei prossimi capitoli cercherò di parlare delle peculiarità di questa nazione che mi hanno colpito…E i film continuano Lost in translation Anche stavolta mi viene in mente il titolo di un film, prima di tutto perchè era ambientato a Tokyo e poi per la cronica imbranataggine nipponica per l’inglese…Insomma io che non parlo di certo un fluent english lì mi sono sentita una vera suddita della regina! Una volta ho cercato di intavolare una conversazione semplicissima con un ragazzo che avrà avuto 20 anni al massimo e quindi ho pensato fosse fresco di studi ma mi ha guardato con occhi vuoti, come direbbe Shultz, insomma una vera tragedia!!! Anche il personale della reception del primo albergo era assolutamente incapace di intavolare una minima conversazione in inglese, ricordo ancora con terrore misto a divertimento uno dei momenti più incredibili della mia permanenza laggiù: ad una mia domanda riguardante un’orario, quindi una delle cose più semplici e più frequenti, la receptionist mi ha guardato sconsolata, e mi ha parlato (in un’inglese più che elementare) di tutt’altra cosa, poi ha chiamato in causa un’altro collega che a sua volta mi ha risposto pan per polenta e poi paventando l’arrivo di un terzo che magari mi facesse altre domande assurde e incomprensibili e mi desse risposte altrettanto surreali ho lasciato perdere! E qui si parla di persone che un po’ di inglese lo sanno, male, ma lo sanno, per strada invece le persone sono gentilissime ma non spiccicano una parola! Un ragazzo a cui ho chiesto “Please, for the Tokyo station?” tanto per non mandarlo nel panico avevo deciso di semplificare al massimo le mie domande, mi risponde a malapena e quando deve dirmi “left” dice “lofff”, per fortuna i gesti sono universali! Tutto ciò guardandomi con la solita espressione che ormai conosco a menadito che significa “Vorrei tanto aiutarti ma anche se ho studiato l’inglese per molti anni non ho mai imparato bene la pronuncia che per me giapponese risulta difficilissima, inoltre metti in conto che come tutti i giapponesi sono molto timido e perfettino allo stesso tempo quindi mi vergogno di parlare un’altra lingua se non la so perfettamente, appunto, non come voi italiani che magari sparate cazzate ma vi fate capire in tutto il mondo, e in questo siete decisamente più spigliati di noi!” Magari il discorso sottinteso non era così lungo ma spiega bene perché i giapponesi non parlano l’inglese…E sul fatto della pronuncia non posso dare loro torto, visto che una delle cose più eclatanti che ho visto in questo senso è stato un programma tv in cui si insegnava l’inglese: ebbene la ragazza che faceva la parte della “studentessa” e doveva ripetere la frase finale della lezione praticamente parlava un’altra lingua! La frase era “I’m telling you”, quindi niente di trascendentale, ma la povera giapponese diceva più o meno “Aieeiiiiiuuu”, cosa alquanto divertente per me ma altrettanto terrorizzante al pensiero di quello che mi avrebbe aspettato per le vie di Tokyo! Smoke Ecco, ci siamo arrivati, per i non fumatori come me è solo una pacchia, un’evoluzione naturale e dovuta di un annoso problema che finalmente ha trovato la sua soluzione perfetta…Di che parlo? Dei ghetti per fumatori! Ebbene sì, in Giappone sono avantissimo e il divieto di fumare non è solo nei locali come è ormai normale in quasi tutto l’occidente ma anche per strada, con tanto di cartelli che ad ogni piè sospinto (è il caso di dire!) ricordano agli ultimi praticanti di questo culto che il fumo è proibito o comunque sconsigliato Dove si fuma? In appositi ghetti che sono allestiti in tutte le stazioni o fuori dai megastore in tutte le città più grandi: si tratta di angoli dedicati a questa religione con un monolite-posacenere davanti al quale tristemente si concentrano a praticare il rito i poveri tabagisti nipponici, probabilmente consapevoli di appartenere ad una specie in via di estinzione…O almeno così si spera! The mask Lungo le strade giapponesi è facile assistere ad una scena che per noi sarebbe del tutto innaturale ed inquietante, cioè vedere decine di persone indossare mascherine anti-contagio con tutta naturalezza Io all’inizio pensavo che fossero solo un modo di proteggersi dallo smog, che fra l’altro non ho trovato particolarmente esagerato neanche a Tokyo, mentre poi quando ho sentito una tipa che la portava tossire ripetutamente ho capito che la loro è una forma di rispetto quasi integralista della salute altrui Infatti il culto del corpo è una delle caratteristiche principali dei giapponesi (vedi anche i famosi bagni pubblici) e da questo deriva una cura della propria salute quasi esagerata che si irradia a quella altrui Comunque l’idea non è per niente assurda: a me ad esempio è toccata una ragazza mascherata tossicchiante come vicina di posto sul volo di ritorno Osaka-Helsinki e devo dire che ho apprezzato la cosa perché beccarmi un virus e trovarmi a letto al ritorno dalle ferie non era proprio il massimo della felicità! Oltre a queste mascherine di protezione ci sono anche altri tipi che diffondono essenze ecc ecc, se volete approfondire c’è un bel pezzo su questo blog: http://casajappo.Iobloggo.Com/

Cartoline dall’inferno Ma dove sono finita? Io di solito non amo molto quei posti assurdi uguali in tutto il mondo che ci fanno capire di vivere in un mondo globalizzato e votato al commercio più becero…Parlo dei negozi per turisti che in certe città hanno raggiunto parossismi ai limiti della decenza: basti pensare alle principali città italiane, ma anche Stoccolma per me è stato un vero shock: una via intera del centro storico tappezzata di negozi rigurgitanti oggetti strampalati, di norma gestiti da orientali o indiani Insomma magari ci faccio un salto per curiosità e di solito compro le cartoline o altre piccole amenità ma non ci passo le giornate…Chi me lo diceva che avrei rimpianto i negozi-trappole per turisti? In giappone infatti non ne ho trovato uno che sia uno, ci sono sì i numerosi negozietti intorno a tutti i templi, rivelando che la loro religione è quasi più incline della cattolica alla vendita di oggetti di culto e portafortuna, ma un posto che avesse una cartolina manco a pagarlo a peso d’oro! Così la mia ricerca che era cominciata tranquillamente si è trasformata in una vera caccia alla cartolina che si è risolta solo alla fine, all’aeroporto di Osaka con me che leccavo i francobolli e scrivevo in bilico su una seggiolina della sala di attesa, con un occhio all’orologio e un altro al monitor delle partenze: una vera scena comica! Tin cup Lo so che nessuno se lo ricorda, è un film con Kevin Costner, mi serve per introdurre l’argomento degli sport in terra nipponica, se volete sapere altro sul film…Andate su wikipedia, no? Lo sport nazionale è il baseball e ci sono talmente tanti campi in giro che si potrebbe pensare di essere negli Stati Uniti (fra l’altro è uno sport che come la maggior parte degli italiani non ho mai capito, malgrado abbia letto tutti i fumetti di Schultz), ma anche il golf non se la cava male Io non sono stata molto in “campagna” quindi non so dirvi se ci sono molti campi da golf veri e propri ma di sicuro ci sono un sacco di campi di prova nelle città, riconoscibili da lontano grazie alle enormi coperture di reti verdi che evitano danni da palline impazzite nelle zone circostanti Anche i negozi dedicati sono un’infinità rispetto ad altri paesi, per non parlare della pubblicità che attinge a man bassa dai campioni di questo sport Purtroppo non ho potuto vedere un incontro di sumo, lo sport-lotta tradizionale praticata da ragazzoni obesi che fanno una vita quasi monacale, mi sarebbe piaciuto ma in quel periodo non c’erano tornei e quindi nisba…Sarà per la prossima volta Un’altra attività agonistica molto popolare è la corsa che viene praticata anche nei centri urbani sfidando il traffico e con le pause di rito ai semafori (con il blocco del cronometro ogni volta, che stress!)…Insomma il popolo giapponese mi è parso molto dedicato alla vita all’aria aperta e alle attività sportive e il risultato di questo stile di vita sano si nota perché di obesi praticamente non se ne vedono Il tipo fisico che va per la maggiore è di corporatura normale o magra, l’altezza è ancora un po’ bassina, specie per le femmine, ma si sta alzando perché ho visto un bel po’ di ragazzi che cominciano a superare il metro e settanta: in tutto questo io con il mio 1,65 ero praticamente una stangona e questo si è rivelato un pregio non da poco al concerto che ho visto in piedi…Infatti ero in una botte di ferro perché ce n’erano pochi più alti (a parte gli occidentali) e le ragazze mi facevano pena perché non vedevano un accidente! Ne avevo un paio vicino a me che mi arrivavano alla spalla (e io ripeto sono 1,65!!!) che erano assolutamente oscurate dal resto della gente, anche quando saltellavano non arrivavano oltre le altre teste… insomma in pratica avevano pagato per ascoltare un concerto senza vederlo! Men in black Io amo vedere l’uomo in giacca e cravatta ma in Giappone si esagera! Il vestito ufficiale dell’impiegato giapponese è sempre e comunque elegante, il casual non si usa molto, nemmeno il venerdì, e così si vedono camminare (correre) per la strada e in metropolitana le schiere dell’esercito impiegatizio omologato nella divisa scura d’ordinanza, che non risparmia neanche le donne L’effetto visivo non è poi malvagio ma la spersonalizzazione è ai massimi livelli, e mi sono chiesta se questo contribuisce all’alienazione di cui pare siano vittime i giapponesi in età produttiva. Pare infatti che la percentuale di suicidi sia molto elevata, le ragioni vengono attribuite allo stress da lavoro appunto che si somma al profondo senso di responsabilità e di disciplina tipici di questo popolo…Un mix che se non trova valvole di sfogo si rivela troppo pesante e compressivo Un discorso a parte meritano invece i giovani, soprattutto le giovani che invece si sbizzarriscono in look discutibili… Dolls Le ragazze di questo paese si dividono in due categorie: quelle che si vestono normalmente e quelle che si adornano di orpelli in modo da apparire come delle bambole, aiutate in questo anche dalla fisionomia e dalla carnagione, accentuate da un trucco pesante Per una occidentale la vista di queste ragazze, chiamate “lolite”, risulta assolutamente sconcertante, per quanto sapessi che c’era questo “movimento” e avessi visto alcune foto devo dire che la prima volta che mi sono trovata faccia a faccia con una bambola di dimensioni umane lo shock è stato bello forte! Girano in gruppi e si trovano soprattutto a Tokyo ma ne ho viste anche a Osaka, e sembra che il loro manifesto culturale sia da riferire alla rivendicazione di un’infanzia che vogliono allungare il più possibile come protesta per il ruolo che la società giapponese riserva loro una volta adulte Infatti in Giappone il patriarcato è ancora la forma familiare più diffusa e il ruolo della donna nonostante gli studi rimane ancora quello della casalinga Questa moda è in costante e vorticoso divenire, ciò che oggi va alla grande potrebbe già domani essere out, inoltre le categorie sono infinite: si parla di gothic-lolita, sweet-l., punk-l., classical-l., e chi più ne ha più ne metta Intorno a questo movimento come di norma è nato un giro d’affari che comprende riviste specializzate in cui è possibile trovare cartamodelli per creare il proprio look, aziende che vendono tutto l’occorrente per lolitizzarsi, dalle stoffe agli accessori, e marchi di moda che sono stati eletti dalle ragazze come “fornitori ufficiali” e che naturalmente hanno esasperato le loro creazioni in modo da soddisfare i gusti decisamente fuori dall’ordinario di questa tribù Ultimamente sono in forte ascesa le ragazze che si ispirano ai cartoni animati giapponesi, i famosi manga, così non stupitevi se trovate sailor moon camminare vicino alla stazione di shibuya, uno dei centri pulsanti delle mode giovanili della capitale Così le donne-bambine delle metropoli si sono ritagliate un angolo di “eterna giovinezza” che le difenda dall’odiato futuro, e in cuor mio non so dare loro molto torto: che gusto c’è a crescere se la tua vita è già programmata? ps: il film del titoletto è un capolavoro di Takeshi Kitano che offre molte riflessioni sul Giappone moderno, lo consiglio caldamente anche se è molto triste Il corvo Qui a Venezia siamo abituati ai piccioni e ai gabbiani che sono una presenza stabile nelle calli e sui canali, e lanciano i loro versi nel cielo cittadino (oltre a lanciare i loro ricordini sulle giacche dei turisti e veneziani!) ma non ero preparata a trovare i corvi nelle città giapponesi! Osaka e Tokyo sono le due grandi città che ho visitato e mi sono molto stupita al primo cra cra che ho sentito, immaginavo di avere le allucinazioni uditive, mentre di lì a breve ho visto il primo di una serie di corvi che popolano tranquillamente i quartieri cittadini Se andate in giappone non vi sarà difficile ascoltare i loro versi sgraziati e vedere i voli brevi e pesanti anche in mezzo al traffico più caotico, strano spettacolo per una metropoli! Sì, a Londra ci sono i corvi della torre, che però sono tenuti in semicattività perché la leggenda dice che finchè ce ne saranno la monarchia non si estinguerà; si tratta probabilmente degli ultimi discendenti di una eletta schiera che si distingueva dallo stormo che nelle ere antiche popolava la capitale britannica, e stanno lì a ricordarci che in tempi remoti il loro gracchiare era uno dei suoni più familiari per tutti gli abitanti delle città Ora questo non è più vero se non in pochi posti, come le città giapponesi, così quando andrete laggiù mentre camminate in mezzo ai grattacieli più moderni e alle enormi insegne pubblicitarie vi capiterà di notare un nero messaggero dei secoli passati Anche un altro suono potrebbe allietare la vostra passeggiata per le vie del centro ed è quello dei grilli! Non li trovate solo nei parchi o nelle loro vicinanze ma anche nelle zone più grigie di cemento, quando mille insettini invisibili lanceranno i loro richiami, così tra i suoni del traffico della metropoli si confonderanno anche i cra cra e i cri cri di creature che vi riportano ad un tempo antico Il bagno turco Sì, lo so, in realtà il titolo dovrebbe essere “Il bagno giapponese”, ma non mi risulta che ci siano film di questo tipo! I bagni “normali” in cui fare i bisognini sono sempre pulitissimi, a parte rare eccezioni…Ebbene sì, contrariamente a tutti quelli che ho sentito io ho trovato un bagno sporco, ma solo uno! Sono di due tipi: alla giapponese e all’occidentale; il primo è un bagno alla turca un po’ evoluto, non è scomodo e io l’ho usato un sacco di volte Il secondo è come i nostri a parte qualche differenza sia strutturale sia tecnologica: in molti di questi bagni infatti è previsto una specie di lavandino che si trova sopra lo sciacquone e quindi l’acqua che si usa per lavare le mani poi sarà utilizzata di muovo per il water, una vera lezione di ecologia! Poi c’è la parte più divertente e meno ecologica: mi avevano parlato di bagni dotati di una plancia di comando da shuttle e che alla fine dello sporco lavoro ti fanno anche il bidet e quando l’ho trovato nel primo albergo non ho potuto fare a meno di fotografarlo! In pratica il water ha sulla destra una postazione con vari pulsanti tra cui quello per scaldare il sedile (io però l’ho trovato fastidioso perché era praticamente ancora estate, forse d’inverno ha una sua utilità), poi ci sono i due pulsanti per il bidet, da uomo o da donna…Da dove arriva l’acqua? Da una specie di sondina che fuoriesce a comando (appunto premendo il pulsante apposito) dalla tazza, si può regolare oltre alla direzione anche l’intensità della pressione e l’oscillazione: devo dire che è molto utile e comodo, oltre che igienico! Poi c’è l’aspetto assolutamente inutile ed esagerato della cosa, ma ancora più divertente: la tavoletta si alza e si abbassa praticamente da sola, basta portarla ad una certa altezza e poi lei va su o giù…Un po’ troppo, vero? Ma il massimo l’ho trovato in un bagno di un grande magazzino: nella solita postazione di comando c’era anche un tasto con disegnata una nota musicale, naturalmente l’ho premuto e quale non è stato il mio spasso a sentire il suono finto dello sciacquone! Mi avevano parlato di questa cosa ma viverla è stata davvero un’esperienza! Alla fine ho capito che data la loro timidezza i giapponesi non amano fare sentire al mondo che stanno facendo pipì, così appena entrati azionano lo sciacquone virtuale in modo da coprire il rumore …Nei bagni più evoluti non serve neanche premere nulla: entri e parte da solo, quasi uno shock!!! L’altro bagno giapponese è quello pubblico, detto Onsen, come vi ho già accennato i loro bagni pubblici sono una vera istituzione, questo popolo ama curare la propria igiene e in questo mondo le vasche comuni sono dei must Purtroppo non ho avuto molto tempo (e neanche abbastanza coraggio, forse) e non ho potuto apprezzare questo lusso e rilassarmi a mollo nell’acqua calda, magari al suono di musica appropriata e circondata da profumi Se invece vi capiterà di andare laggiù non perdete l’occasione, è una delle cose che secondo me bisogna provare almeno una volta nella vita…Poi magari ci si prende gusto e si diventa clienti abituali!!! L’igiene del giapponese medio come già più volte detto è attestata su standard altissimi quindi non hanno scuse neanche gli schizzinosi, inoltre pare che l’ingresso al bagno segua alcune regole: mi risulta che le persone tatuate non possono usufruire del servizio, pare perché i tatuaggi in Giappone sono riservati agli adepti della Jakuza, la loro mafia, quindi se avete un bellissimo tribale sul braccio cercate di nasconderlo con un cerotto e tentate di entrare! Ripeto che non ho purtroppo esperienze personali da riportare quindi vi rimando alle guide e al sempre indispensabile web Turista per caso Potevo non usare il geniale titolo del film che i nostri eroi hanno preso a prestito? No, ed infatti eccolo, per introdurre la parte finale del mio resoconto, la più interessante per chi vuole intraprendere un viaggio nel paese del sol levante, cioè il racconto più pratico del viaggio e i suggerimenti nati dall’esperienza diretta Viaggiare: ci sono molte compagnie che fanno la tratta dell’estremo oriente ma la maggior parte a prezzi esosissimi, quindi il consiglio più importante è quello di aspettare come dei falchetti appostati sul web le offerte che quasi tutte le compagnie ogni tanto buttano fuori per riempire gli aerei nei periodi più mosci Io purtroppo non avevo scelta, i concerti erano in ottobre e ho dovuto fare buon viso a cattivo gioco ma devo dire che mi sono trovata molto bene con la finnair: begli aerei, puntualità svizzera, cortesia del personale…L’unica pecca il cibo servito a bordo ma quello quando mai è decente? Forse solo in alitalia, dove però non ho mai viaggiato, e chissà se ci viaggerò mai visti i prezzi! Un altro piccolo appunto va ai filmini in classe “poverelli” che si potevano vedere solo dagli schermi in comune mentre quando ho volato con la swiss ogni passeggero anche tra i comuni mortali aveva lo schermo privato e poteva decidere tra vari film o giochi o documentari o altre amenità e in un viaggione lungo la cosa è apprezzabile; comunque il sito della finnair è http://www.Finnair.Com/ Una volta arrivati in Giappone se avete abbastanza tempo a disposizione e volete vedere una serie di posti vi sarà utilissimo se non indispensabile il japan rail pass, per gli amici JRP, una specie di abbonamento che vi consente di pigliare un bel po’ di treni ma anche alcuni bus e metropolitane: io a Osaka ho dovuto pagare ogni tanto la metropolitana perché il mio albergo non era servito dalle linee del JRP ma a Tokyo non ho mai fatto un biglietto e ho girato tutta la città senza problemi, come mi ha consigliato un esperto del Giappone a cui ancora adesso rivolgo devoti canti di lode e di grazie…Se volete leggere il suo bellissimo blog è : http://www.Fabrizioguerrini.Blogspot.Com/ Il JRP si può fare solo dall’estero perché è rivolto solo agli stranieri o ai giapponesi residenti all’estero quindi muovetevi per tempo perché si deve “ordinare” ad un’agenzia che vi consegnerà una specie di ricevuta che dovrete cambiare con il vero abbonamento una volta arrivati in terra d’oriente: occhio perché il pass vale 7, 14 o 21 giorni e comincia la validità il giorno in cui lo ritirate (non guardano l’orario, solo la data) Poi per entrare nel reparto japan rail delle varie stazioni basta evitare i tornelli e passare sempre dove si trova il personale umano a cui mostrerete con malcelato orgoglio il vostro tesserino (fra l’altro bellissimo: c’è la riproduzione dell’onda di Hokusai) Per viaggiare sui leggendari shinkansen basta prenotare il giorno prima (ma anche meno: io una volta ho cambiato la prenotazione pochi minuti prima e non ci sono stati problemi) negli uffici jr e avrete un servizio di prima qualità con il numero del posto e della carrozza sul biglietto che vi consegnano: al momento di pigliare il treno basta che vi piazzate esattamente dove c’è il segnale sul marciapiede con il vostro numero di carrozza e il gioco è fatto, in men che non si dica arriverà il treno più veloce del mondo e non dovrete fare altro che accomodarvi in carrozze pulite, con personale più che gentile (che mastica pure un po’ di inglese!) e posti spaziosissimi con sedili reclinabili all’infinito dove ho dormito alla grande! Inutile dire che partirete in perfetto orario e arriverete in orario perfetto: per noi italiani è come entrare in un mondo parallelo dove i treni sono davvero come dovrebbero essere! Il sito del JRP è http://www.Japanrailpass.Net/ l’agenzia più economica che ho trovato è a Firenze, la HIS experience (ma forse troverete di meglio con un po’ di più tempo, io ero un po’ in ritardo!) Dimenticavo: se siete femminucce la metropolitana riserva delle carrozze solo per voi, sono contrassegnate dal colore rosa e comunque da scritte anche in inglese e l’idea non è per niente malvagia perché di solito sono più vuote delle altre!!! Se siete appassionati della macchina e volete guidare a tutti costi io ve lo sconsiglio fermamente: la guida è come nel Regno Unito e già qui cominciano le difficoltà ma soprattutto i cartelli sono per la maggior parte in giapponese, quindi a parte il linguaggio universale dei semafori rischiate di trovarvi in guai seri, comunque sull’argomento non posso aiutarvi in ogni caso quindi passo, ribadendo di lasciar perdere: perché ostinarsi a rovinarsi il fegato nel traffico orientale quando si può viaggiare comodamente cullati dalle ferrovie giapponesi? Il solito consiglio di portare scarpe comode per scarpinare è d’uopo (che viaggiatori sareste altrimenti?) ma qui si colora di nuove sfumature: se volete visitare i templi (e lo volete, vero?) ricordate che nella maggior parte degli edifici di culto si devono togliere le scarpe quindi non portate calze rotte e curate la pedicure in estate! Inoltre anche nelle locande tradizionali giapponesi (i Ryokan) è obbligatorio togliere le calzature e se siete fortunati e vi invitano in qualche casa idem, quindi mi raccomando! Mangiare: io amo moltissimo viaggiare ma nel cibo sono un vera italiana, anche se non sono una golosona soffro le cucine estere perché non c’è niente da fare, la nostra è la meglio e non ci sono storie! Detto questo in Giappone non mi sono trovata malissimo come in altri posti (tra cui il mio adorato Regno Unito) e ho risparmiato molto…Come? Con i cosiddetti bento, dei vassoietti o comunque piatti pronti che trovate in tutti i supermercati et similia che se richiedono riscaldamento vi scaldano al microonde direttamente quando pagate alla cassa e vi potete portare al parco (o se piove in albergo) con notevolissimo risparmio e un gusto non così malvagio (non aspettatevi il miglior sushi però!) Anche in molte “bettole” i prezzi non sono elevati e mangerete abbastanza bene e per di più immersi nel “colore locale” (espressione che non ho mai capito bene: ma che è sto colore? boh!), ricordate che in molti di questi posti si “ordina” il piatto pagandolo in una macchinetta che vi dà lo scontrino che portate al banco: io la prima volta ho fatto un casino e la signora è dovuta uscire dal bancone per aiutarmi come fossi una bimba piccola, ma d’altronde non capivo un’acca di quello che mi ripeteva…Però è stato divertente! Anche i sushi bar sono uno spasso perché c’è il nastro trasportatore che vi passa sotto il naso e da cui pigliate i piattini, non sono malvagi e i prezzi sono buoni Io consiglio comunque di scegliere sempre posti in cui i prezzi sono esposti per evitare sorprese, anche perché la maggior parte dei locali ha in vetrina i famosi bellissimi piatti finti che vi danno un’idea del cibo servito con il cartellino del prezzo molto chiaro, quindi non cercate alternative più lussuose se non volete ritrovarvi un conto esorbitante! Se invece avete grana da spendere credo che ci siano molti posti in cui il livello del cibo e del servizio sono elevati ma non ho cognizione di causa, informatevi sulle guide, vi dico solo che la città famosa per il cibo è Osaka, quindi magari cominciate da lì per un giro gastronomico giapponese Un discorso a parte in questa sezione meritano i bastoncini: abituatevi ad usarli perché in molti posti non c’è alternativa! Non è poi così difficile come sembra, guardate come fanno loro ed adeguatevi, vedrete che il cibo sarà anche più buono: io ci ho preso gusto e ormai mi facevo dare le bacchette anche quando c’era la possibilità della forchetta! Anche per le bibite non crucciatevi: il Giappone è tappezzato di macchinette distributrici di acqua, the freddo, coca cola, birra…Ne trovate davvero ad ogni angolo, quasi fin dentro ai templi! Dormire: ci sono molte possibilità tra cui i già nominati Ryokan che sono molto suggestivi perché vi fanno provare la vera ospitalità giapponese con tutte le sue peculiarità però costano una fortuna, infatti io ho lasciato perdere perché le finanze erano già provate! Io come al solito ho sfruculiato internet alla ricerca di qualche posto carino e a buon mercato e ho trovato varie offerte: di solito cerco con expedia e tripadvisor in modo di vedere le foto dei posti in cui andrò e leggere i commenti di altri utenti, così ho trovato due alberghi a Osaka e Tokyo Il primo a Osaka non era niente male, aveva stanze all’occidentale (preferisco) ma anche piacevolezze orientali come l’Onsen Il bagno giapponese è un’istituzione, la loro cura per il corpo è leggendaria e il bagno si inserisce in questa visione dell’essere, non posso darvi alcuna dritta perché (con un po’ di postumo pentimento) non l’ho mai provato…Lo so, ho sbagliato ma la prossima volta non mancherò! Nel mio albergo c’erano i due bagni per le femmine e i maschi e per il nostro era necessaria una password per entrare in modo da tutelarci dai maschiacci (ma dove saranno tutti questi bruti in Giappone? Mah!), rimaneva aperto per quasi tutto il giorno e la notte ed era molto utilizzato dalla clientela locale (cioè il 99% dei clienti: io ero l’unica occidentale…Infatti il personale zoppicava nell’inglese!) L’albergo è il Dormy-Inn Shinsaibashi, davvero un buon rapporto qualità-prezzo, una bella colazione, non abbondantissima come nei paesi nordeuropei ma buona…L’unica pecca la postazione internet: praticamente un buco con un computer da consultare in piedi e che funzionava pure male, ma a parte questo da consigliare A Tokyo sono stata all’Oak hotel, poco più di un ostello, non molto bello, la mia stanza non era il massimo e aveva un bagno piccino piccio’, il bagno giapponese manco sognarlo ma in compenso aveva tre computer tre con i loro sgabellini che andavano alla grande! La clientela è cosmpolita e infatti il personale parla bene inglese, sono molto gentili e a me hanno dato il phon e anche la spina per caricare il cellulare (infatti le nostre spine hanno bisogno dell’adattatore), non c’è colazione ma intorno trovate un bel po’ di posti in cui sbizzarrirvi con piatti all’orientale, se poi avete nostalgia di cappuccino e brioche andate in centro dove trovate anche gli illy e i segafredo caffè (dove mi hanno fatto la schiumetta a forma di cuore!) anche se le brioches non erano particolarmente buone devo dire che mi hanno tirato su! Comunque il quartiere è uno dei migliori della capitale, siete vicini alla stazione di Ueno, avete uno dei templi più famosi di Tokyo (il Sensoji) praticamente sottocasa e strade animate da commercianti, insomma un albergo mediocre ma in un bel posto Finito il mio lungo resoconto, spero di essere stata utile a chi vuole andare in questo meraviglioso paese, l’ultimo suggerimento che mi sento di dare è quello di imparare un minimo di giapponese se vi è possibile per le ragioni già esposte…Io che ho intenzione di tornarci mi sono già iscritta ad un corso! Ciao, anzi, sayonara!



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