Qui Nuova York

“Qui Nuova York”, diceva il mitico Ruggero Orlando… un’espressione familiare soltanto a chi si avvicina agli “anta”… Insomma, dopo averla sognata per anni attraverso film, libri e canzoni; dopo aver messo in discussione il modello sociale che esprime; dopo averla ammirata in quanto simbolo della libertà e della democrazia e, più...
Scritto da: mauretto
qui nuova york
Partenza il: 08/03/2007
Ritorno il: 13/03/2007
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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“Qui Nuova York”, diceva il mitico Ruggero Orlando… un’espressione familiare soltanto a chi si avvicina agli “anta”… Insomma, dopo averla sognata per anni attraverso film, libri e canzoni; dopo aver messo in discussione il modello sociale che esprime; dopo averla ammirata in quanto simbolo della libertà e della democrazia e, più recentemente, averle espresso tutta la mia solidarietà per gli attacchi subiti (senza dimenticare la mia avversione verso le recenti scelte di politica estera a stelle e strisce…) ho deciso che era giunto il momento di andare a fare due passi in questa mitica meravigliosa città…

Formazione: Io, Manlio e Luciana (marito e moglie). Il quarto, il mio compagno di stanza, ha dovuto dare forfait all’ultimo 🙁 Voli: Andata “Delta Airlines” – da Roma Fiumicino (10,15) a New York JFK (13,55). Ritorno “Alitalia” – da New York Newark (23,50) a Milano Malpensa (12,35) e da Milano Malpensa (15,00) a Roma Fiumicino (16,20). Tutti puntuali. Costo totale 468,86 euri.

Arrivati al JFK alle 13,55 locali, abbiamo optato per un taxi per raggiungere l’albergo (Helmsley Middletowne Hotel). Ci è costato circa 50$ (45 + 5 pedaggio) un importo che diviso tre mi sembra abbordabilissimo. L’albergo è una struttura con un buon rapporto qualità/prezzo (una camera standard con due letti matrimoniali costa $116.70 + 20,82 di tasse per notte), si trova a Midtown, 148 E 48th Street, a due passi dalla Grand Central Station, con prima colazione (ma tenete presente che entro 100 metri dall’albergo troverete almeno una dozzina di posti dove fare colazione, Starbucks compresi…) che è un po’ triste visto che si limitano ad allestire un piccolo buffet di fronte alla già poco ampia reception di cui dispongono. Tuttavia ci si può sempre fare un vassoietto e ritirarsi comodamente nella propria stanza a consumare.

Dopo una bella doccia, abbiamo subito fatto un salto alla Grand Central Station, una struttura architettonicamente molto suggestiva, piena di negozi, bar e ristoranti, con un flusso di persone mozzafiato. Poi ci siamo spinti fino all’Empire State Building limitandoci ad ammirarlo dalla strada per poi entrare in uno dei miti dello shopping newyorkese: Macy’s. Questo Grande magazzino che dice di essere il più grande del mondo avrà pure prezzi vantaggiosi ma non trovate certo le ultime collezioni… Per 24$ abbiamo poi acquistato una MetroCard che consente corse illimitate (che verranno assai sfruttate…) sulle metro newyorkesi. Passeggiata a Times Square con cena a base di bistecca e patatine e puntatina digestiva al Rockefeller Centre.

2° Giorno. Scesi alla fermata Brooklyn Bridge abbiamo goduto della vista del famoso ponte per poi volgergli le spalle e dirigerci, passando per il City Hall Park, verso il World Trade Centre Site: ruspe al lavoro al tanto rumore. Una visione desolante! Visita al dirimpettaio World Financial Centre che ci ha fatto vedere Ground Zero dall’alto e passeggiatina lungo Battery Park. A questo punto, dopo aver passeggiato in zona Wall Street (la Trinity Church, il NYSE, the Charging Bull e così via…) abbiamo preso il traghetto gratuito per Staten Island con vista sulla Statua della Libertà. Arrivati a Staten Island, abbiamo deciso di farci uno spuntino e passeggiando in questa zona dall’aspetto molto “british” ci siamo imbattuti in un posticino, aperto da poco tempo, che ogni italiano apprezzerà tantissimo: Enoteca Nonna Maria, 27 Hyatt Street. Un posto gestito da simpatiche donne di origini italiane che vi delizieranno con manicaretti di origine laziale-marchigiano-siciliana.

Tornati a Manhattan, abbiamo visitato il 21th century, l’altro grande magazzino di New York. Una delusione totale: i romani lo definirebbero una specie di MAS a stelle e strisce…

Visto che il 9 era il compleanno di Luciana, prenotando da Roma più un mese prima, altrimenti non si riesce a metterci piede, siamo andati a cena dal rinomato Peter Luger’s (178 Broadway). Menù ridotto all’osso , camerieri molto spicci, carne ottima, conto un po’ salato e pagamento rigorosamente in contanti sono peculiarità del posto. Fate voi…

3° giorno. Passeggiate per la 5th Avenue e Madison Avenue. Visita alla Chiesa di St. Patrick dove abbiamo potuto verificare in modo inequivocabile l’ossessione americana per la bandiera: ne pende una in bella mostra anche in chiesa come del resto in tutta città… Ritorno di giorno al Rockefeller Centre per ammirare la celebre pista di pattinaggio aperta a tutti e tuffo tra le meraviglie artistiche contemporanee del Museum Of Modern Arts: imperdibile!!!!! Consigliamo l’acquisto del City Pass, conveniente anche se non lo sfruttate tutto.

Dopo aver fermato lo stomaco con un salatissimo Pretzel acquistato in un banchetto di fronte al M.O.M.A., abbiamo proseguito la passeggiata commerciale fermandoci da Abercrombie & Fitch a fare scorta di T-shirt reperibili in Italia a prezzi impossibili…

Cenetta giapponese dall’ottimo HARU (280 Park Ave, all’altezza della 48ma) dove con 25,75$ ci hanno servito un bel piatto di Sushi&Sashimi.

4° giorno. Messa ad Harlem alla Mount Zion African Methodist Episcopal Church (1765 Madison Avenue). Una esperienza indimenticabile!! Pranzo a base di Jerk Chicken, lo speziatissimo pollo caraibico e dritti all’Empire State Building per godere di un panorama mozzafiato di Manhattan e dintorni dall’86° piano. Siamo arrivati verso le 17,30, trovando una fila accettabile, e in 20 minuti siamo entrati.

Le scarpinate cominciano a farsi sentire e al ritorno in albergo ci siamo dilungati più del solito nel break pre-cena presentandoci così nel Greenwich Village intorno alle 23 quando i ristoranti cominciavano già a sbaraccare (altro che “city that never sleeps…”). In realtà abbiamo perso qualche minuto anche per andare a visitare quel che rimane del mitico CBGB lo storico locale, ormai chiuso perché sfrattato dal qualche mese, dove si sono esibiti tutti i mostri sacri del punk-rock… Abbiamo quindi optato per una cenetta in un pub con musica dal vivo. Scelta ottima: ho mangiato il miglior piatto di Nachos della mia vita e una succulenta bistecca accompagnata da un paio di pinte di Harp gelata cantando a squarciagola Piece Of My Heart di Janis Joplin… Great!!! 5° giorno. Visita al Guggenheim Museum e lunghissima passeggiata per Central Park tornando verso sud: mamme e tate a spasso con bambini, ragazzi con i cani e tanti, tantissimi personaggi riamente abbigliati che fanno jogging in tutto il parco. Che viavai… “Merenda da Tiffany” sulla 5th avenue, per poi dirigerci verso Times Square dove abbiamo assaporato delle enormi costate e bistecche di manzo con le immancabili patatine fritte da Dallas BBQ. Tramonto sul ponte di Brooklyn: una delizia! Un consiglio: prendete la metro (credo che si la A o la C) e scendete direttamente ad High Street così il ponte ve lo fate una sola volta a ritornare verso Manhattan.

6° giorno. Megagiro a piedi comprendente Nolita (molto radical-chic)-Little Italy (tale e quale ai film “paisà, commo state…”)-Soho e Chinatown (un pullulare di cinesi e bancarelle mai visto…) e Tribeca (posto molto tranquillo). Shopping al negozio Levi’s e birretta ristoratrice da Balthazar (80 Spring Street) veramente un posto carino.

Ritorno in albergo, recupero dei bagagli, con immancabile mancia al facchino e partenza in taxi (che per il New Jersey costa un po di più: circa 60$) alla volta di Newark… Voto 10!!!



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