Queste due perle del Trentino ti faranno conoscere il lato più bello della montagna

Tre giorni per scoprire le Dolomiti orientali del Parco Naturale Adamello Brenta
Scritto da: alvinktm
queste due perle del trentino ti faranno conoscere il lato più bello della montagna

Non so se capita pure a voi ma spesso i viaggi pensati, e organizzati, all’ultimo minuto sono quelli che riescono meglio. Forse perché non ci caricano dell’ansia per l’attesa e manca il tempo di generare aspettative che a volte vengono disattese. Ovviamente sto parlando di improvvisare un week end lungo o al massimo una settimana, per destinazioni raggiungibili in auto, e di sapersi adattare un poco, senza la pretesa di voler soggiornare nel centro di località rinomate in strutture a 4/5 stelle. Tutti aspetti che farebbero lievitare i costi a dismisura. Eppure se ci si arrangia un pochino il risultato può essere incredibile.

Così navigando su internet alle 18 del giovedì scoviamo un’offerta (sul sito della struttura) per il Bio Agritur Millemele a Spormaggiore, un grazioso paesino distante rispettivamente 10 chilometri da Andalo e 15 da Molveno, due gioielli del Parco Naturale Adamello Brenta. L’agriturismo è ospitato in edifici storici recentemente strutturati, offre un garage coperto, camere in legno confortevoli, colazioni con prodotti propri di alta qualità, spazi verdi accessoriati di sdraio, spa gratuita per adulti e piscina accessibile anche ai bambini fino alle 18-18:15 del pomeriggio. Soggiornando qui si ricevono inoltre sulla mail le istruzioni per attivare la Trentino guest card che dà diritto a sconti per impianti di risalita, negozi, attività e molto altro. 

Venerdì 7 luglio – Altopiano di Pradel e Andalo

croz dell'altissimo

Sbrigate in tarda mattinata le pratiche di check-in, giungiamo animati da una vivace curiosità alla partenza della cabinovia Molveno-Pradel. L’area di sosta dell’impianto è di dimensione ridotte e la sosta è costosa, 15 euro al giorno come nel resto del paese, perciò ripercorriamo a ritroso la strada in auto per qualche centinaio di metri, trovando una piazzola sterrata libera, poco oltre la fine del marciapiede. 

Adesso siamo pronti per salire alla quota di 1400 metri dell’Altopiano di Pradel. Qui ci fermiamo giusto il tempo di un panino con vista panoramica sul fondovalle occupato dalle acque azzurro intenso del lago di Molveno. L’idea è di esplorare l’area al ritorno, quindi montiamo sulla seggiovia biposto per il rifugio Montanara, molto utilizzata dagli amanti del downhill. La salita lenta e all’aria aperto svela pian piano il paesaggio meraviglioso godibile dal ristoro, collocato sui fianchi di un cucuzzolo prativo e circondato dalla pineta. Così mentre nostro figlio si diverte nel parco giochi, noi sorseggiamo un caffè incantandoci di fronte ai picchi dolomitici dalle tipiche sfumature grigio chiaro e alla vicina parete verticale del Croz dell’Altissimo sul cui apice a 2339 metri spicca la croce bianca.

È difficile staccare gli occhi da una bellezza così immensa e immacolata. Se esistesse il paradiso potrebbe assumere queste sembianze. 

Imbocchiamo il sentiero numero 340B (non transitabile con bici e passeggini) che si inoltre nel bosco fitto in direzione di un secondo rifugio con il nome omonimo alla cima. Il tracciato è anche detto delle grotte e in effetti attraversa un segmento di rocce friabili segnate da alcune cavità. Vista la presenza di alcuni tratti un poco esposti e stretti bisogna prestare particolare attenzione ai bambini, e comunque non lo consiglierei al di sotto dei 6 anni. Pure perché il ristoro Croz dell’Altissimo è collegato alla stazione di monte della cabinovia da un trail di un’ora più adatto a loro, il 340. È proprio con quello che ci colleghiamo a metà del nostro percorso e fra saliscendi, passerelle in legno, brevi gallerie scavate nella pietra, arriviamo a destinazione dopo 1h 15 minuti, nel profondo della val delle Seghe. È un obbligo piacevole sedersi a uno dei tavoli esterni sorseggiando una bibita fresca e puntando il naso all’insù per ammirare le cattedrali di roccia. I cartelli indicano altre mete fra le quali la bocchetta di Tuckett ancora innevata e battuta da coloro che vogliono ‘scollinare’ nella parte occidentale del parco, quella con i rifugi Tuckett e Quintino Sella nel comprensorio di Madonna di Campiglio-Pinzolo, vivamente consigliati per gli scenari.

Come promesso a nostro figlio Leonardo, una volta tornati alla cabinovia lo lasciamo scorrazzare nell’area prativa attrezzata con giochi e sdraio fisse, e arrampicarsi all’interno del grande scoiattolo Sciury costruito con assi di legno e mascotte del luogo. Insieme esploriamo il sentiero didattico intitolato al simpatico animaletto, intervallato da statue in legno, balconi panoramici e pannelli educativi, poi facciamo correre la biglia di legno prelevata al distributore al costo di 2 euro nelle tre lunghe piste. C’è pure il parco avventura Forest park al quale però noi non accediamo.

Scendiamo a valle con le ultime corse dell’impianto di risalita, la cui chiusura in alta stagione è alle 18:45, per sfruttare fino in fondo la giornata stupenda, e affamati guidiamo per sei chilometri sino al ristorante pizzeria al Picchio Rosso nel piccolo comune di Cavedago, proprio alle porte di Andalo. Il locale sorge al limitare della pineta e ai margini di un pascolo ondulato dove i bambini trovano altalene, dondoli, canestri e tanto spazio per correre. Propone primi e secondi di qualità con un buon rapporto qualità-prezzo e una scelta di pizze sfiziose. Il personale è estremamente gentile e disponibile con in più piccoli, e ci troviamo talmente bene da cenare lì entrambe le sere. Inoltre come clienti del Bio Agritur Millemele si usufruisce del 10% di sconto. È consigliabile prenotare in quanto molto gettonato da residenti e turisti.

E dopo cena è gradevole passeggiare sulla via centrale pianeggiante di Andalo (a 1040 metri di altezza) che non possiede un vero e proprio nucleo storico ma si è sviluppato negli ultimi anni con la costruzione di hotel lussuosi e residence.

Sabato 8 luglio – Castel Belfort e Molveno

lago_di_molveno

L’azzurro del cielo è visibile a sprazzi e già dal mattino un vento fastidioso promette peggioramenti in quota. Non ce ne disperiamo avendo pianificato delle alternative valide da svolgere nel fondovalle, che credetemi qui non mancano. 

Gustata con calma un’ottima colazione ci rechiamo nel posteggio gratuito e a tempo (massimo 2 ore) adiacente alla chiesa e alle scuole di Andalo. Purtroppo nei mesi estivi tutte le aree di sosta del paese sono a pagamento tranne questa. Da qui in meno di dieci minuti a piedi si scende al complesso sportivo e appena dietro troviamo il parco giochi libero e a pagamento i tappeti elastici, i gonfiabili, gli scivoli e i gommoni: una vera droga per i bambini, compreso il nostro. Gli ingressi sono acquistabili in loco e scontati con la Trentino guest card. Le attività si dispongono ai piedi e sui dolci pendii prativi da cui partono numerose escursioni. Se siete due adulti accompagnatori conviene alternarsi nella supervisione del pargolo e sfruttare il tempo libero passeggiando nei dintorni.

Trascorse due ore bisogna però ricordarsi di spostare il disco orario sull’automobile, così cogliamo l’occasione per consumare uno spuntino all’ombra degli aceri antistanti la chiesa, ma dopo aver superato i 300 scalini della scalinata palestra del cuore, collegamento fra il palasport e la zona residenziale. 

Una volta rifocillati ci attende il giro dei Masi che si snoda tra ben 14 edifici antichi costruiti in pietra e legno. Noi ne vediamo solo alcuni, fra i quali il caratteristico Maso Doss e il Maso Toscana ai margini della contrada storica, e per farlo saliamo una via in salita per abbandonare la parte moderna del paese e immergerci nei pascoli lambiti dalla pineta. Una facile passeggiata adatta alla famiglia, bici e passeggini, l’ideale con un tempo incerto o semplicemente per rendere ancora più varia la vacanza.  

Sulla strada del rientro al Bio Agritur Millemele, dove vogliamo trascorrere il resto del pomeriggio fra piscina, saune, bagno turco e aree relax, non passano inosservati i ruderi di Castel Belfort appollaiati in cima a un cucuzzolo nel mezzo della valle. Chiamato così proprio per la sua posizione predominante e un tempo di controllo dei transiti, è pure detto delle cento famiglie a causa del succedersi di diversi proprietari. A seguito d’importanti interventi di restauro intrapresi fra il 2000 e il 2012 è visitabile in sicurezza, a ben 700 anni dalla fondazione, e d’estate vi vengono organizzate degustazioni ed eventi culturali.

Per concludere la giornata, dopo la cena al ristorante Picchio Rosso scendiamo al lido di Molveno (860 metri di altezza) dove il lungolago con il porticciolo si schiude all’inizio della valle delle Seghe attraversata dal torrente Massò. L’atmosfera è ravvivata da bar e gelaterie, negozi di souvenir, giochi a gettoni per bambini, due piste per le macchinine e parco con minigolf.

A sorpresa poi, dirigendoci nel cuore storico del paese, ci imbattiamo nello spettacolo messo in scena dall’associazione culturale Ballincontrà in piazza della chiesa. Uno show esilarante nella scenografia di una vecchia cucina, con utensili e arnesi antichi. La risata è assicurata grazie agli sketch comici in dialetto veneto (con traduzione simultanea in italiano) alternati ai balli tradizionali, alla narrazione di storie popolari e aneddoti, e ai momenti di coinvolgimento del pubblico. Un modo diverso, inaspettato e spassoso di trascorrere una serata di vacanza.

Domenica 9 luglio – Cima Paganella e Sentiero delle Aquile

ferrata delle aquile

Fortunatamente ci svegliamo con un cielo terso e temperature gradevoli. Perciò non abbiamo dubbi su come trascorrere l’ultimo giorno in terra trentina: salire sulla Cima Paganella a 2124 metri di altitudine. Per farlo lasciamo l’auto nel parcheggio a pagamento (ma gratuito per gli utilizzatori degli impianti) accanto alla partenza della cabinovia e giungiamo alla stazione intermedia di Dosson, a 1450 metri (fermata non disponibile durante la discesa). Se come noi viaggiate con dei bambini questa tappa è obbligatoria per via del Baby Park antistante alla struttura nuova e accogliente del rifugio con terrazza panoramica sulle Dolomiti dell’Adamello-Brenta.  Il ritaglio di prato dedicato ai più piccoli è grazioso, con laghetto, alcuni gonfiabili, giochi vari, tuttavia non vale il ticket d’ingresso che comunque un genitore è disposto a pagare per la gioia dei propri figli. C’è molto da migliorare e solo se apporteranno dei cambieranno vi ritorneremo.

Quello che invece vale assolutamente il prezzo del biglietto è percorrere il secondo troncone della cabinovia e quindi montare sulla seggiovia sino alla Cima. Lassù si è travolti da un paesaggio ampissimo e mozzafiato in qualsiasi direzione lo si guardi. I picchi rocciosi del Parco Naturale, la valle dell’Adige, le Dolomiti del Sudtirolo, le rive settentrionali del lago di Garda: uno spettacolo capace di appagare occhi e mente, e di inondare il cuore. D’inverno è il paradiso degli sciatori, mentre d’estate lo è per gli amanti della mountain bike e dei trekking, e noi vogliamo proprio scoprire uno di questi: il Sentiero delle Aquile

Dalla sommità della Paganella bisogna seguire uno sterrato in discesa e poi pianeggiante che in una quindicina di minuti conduce all’inizio del tracciato, immerso in una distesa di pini mughi. Raggiungiamo il salto del camoscio dal quale la vista è calamitata dalla parete bianca, verticale con la Ferrata delle Aquile e dai climber, minuscoli in lontananza, impegnati nella scalata. Il solo guardare la falesia incute timore e rispetto. Scendiamo un centinaio di metri oltre alla scalinata in legno fissata al fianco roccioso, tuttavia qui preferiamo tornare indietro a causa della conformazione dei passaggi, stretti e pericolosamente affacciati sul burrone. Nonostante sia presente un cavo di acciaio al quale aggrapparsi non ci sentiamo sicuri ad affrontarli con un bambino. Riproveremo fra qualche anno quando sarà più grande e smorziamo la delusione di Leonardo spiegandogli che a volte in montagna il rinunciare è segno d’intelligenza e non di codardia. 

Ripieghiamo quindi sul secondo tratto del Sentiero delle Aquile, dopo aver girovagato nel pianoro foderato di arbusti fino all’area occupata da numerose antenne per ammirare Trento e il Monte Bondone. La parte conclusiva del trail parte dal Canalone Battisti, è impegnativa ma non pericolosa, e in circa mezz’ora si è al Trono delle Aquile, punto di salita della Ferrata omonima. Lo scenario è a dir poco spettacolare e per un attimo ci si sente davvero come un rapace appollaiato all’apice di un cucuzzolo roccioso che domina la valle e il mondo intero. Per rientrare alla seggiovia scegliamo il percorso botanico che si addentra nella flora locale, illustrata da pannelli esplicativi, e riporta al Canalone da dove la via più breve è inerpicarsi sui pendii scoscesi della pista da sci. 

Anche stavolta rinviamo la discesa a valle fino alla chiusura dell’impianto. Il tardo pomeriggio è il momento della giornata che amiamo di più, quando la montagna si svuota e rimane soltanto la bellezza silenziosa della natura. Non abbiamo fretta di tornare a casa, seppure la strada attraversi luoghi montani di un fascino intenso. 

Se come noi transitate per la val di Sole all’ora di pranzo o di cena consiglio di fermarvi al ristorante pizzeria Bucaneva a Commezzadura, vicino a Dimaro. Vi è un’ampia scelta di primi, secondi, piatti completi, insalate e pizze a prezzi onesti, serviti, se il tempo lo permette, nel prato disteso sulla sponda del torrente Noce e in parte occupato da un grande parco giochi: salvezza dei genitori.

Trentino per noi è sinonimo di una vacanza in famiglia all’insegna del divertimento e del relax, dell’esplorazione e delle camminate, della montagna, i laghi e i borghi suggestivi. Lo attraversa un’atmosfera magica che vale la pena scoprire. 

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falesia_con_ferrata_delle_aquile_vista_dal_salto_del_camoscio

sul_sentiero_per_il_rifugio_croz_dell_altissimo_molveno_

verso_il_rifugio_croz_dell_altissimo_molveno_

castel_belfort

lago_di_molveno_visto_dal_sentiero_di_sciury

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