Quel ramo del Lago di Garda
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Quest’anno, alla soglia degli anta, ho realizzato il mio proposito nonostante qualche inconveniente lavorativo dell’ultimo minuto si sia messo di traverso sul percorso. Tralasciando particolari poco interessanti, decidiamo di rimanere in Italia avendo a disposizione solo un paio di giorni da attaccare al week-end e come meta, dopo una lunga meditazione, la decisione cade sul Lago di Garda. Strano ma vero non ci siamo mai stati, abbiamo girovagato in lungo e in largo per l’Europa ma sappiamo poco o niente delle bellezze di casa nostra, è arrivato il momento di colmare anche queste lacune.
Per così pochi giorni non occorre cambiare più volte alloggio, dovendo quindi scegliere un base Sirmione ci sembra l’ideale. Da casa dista neppure 300 km e partendo il sabato mattina in un periodo per giunta neppure troppo turistico ci impieghiamo ad arrivare due ore e mezza circa, non incontrando praticamente mai traffico.
La scelta della sistemazione merita un breve discorso a parte, scegliamo un hotel poco fuori Sirmione per evitare la confusione, attraverso Booking troviamo l’Hotel Bolero a Lugana di Sirmione, 240 euro per tre notti con colazione inclusa.
La posizione è ottima, in una zona piena di ristoranti, locali di vario genere e vicino al lungolago a 5 minuti d’auto di distanza dal centro medievale della cittadina, sull’hotel ci sarebbe molto da dire. È un posto un po’ retrò, gli arredamenti sono particolari e possono non piacere a tutti, carta da parati molto scura, poca luce e pareti stracariche di quadri e foto d’epoca, richiami neppure troppo velati al Ventennio di cui anch’io non mi accorgo subito (per fortuna), quindi se da questo punto di vista siete particolarmente sensibili meglio evitare.
Le stanze sono carine e molto pulite, buffo il bagno totalmente in plastica, per capirci ricorda quello che si trova sulle navi da crociera, chi ha già fatto questa esperienza si sentirà come a casa.
Citazione a parte per i proprietari, molto gentili e disponibili (ci regalano una bottiglia al momento del commiato) ma un po’ invadenti anche se è un termine che non amo molto, in breve aspettatevi di dover sostenere per forza delle conversazioni (o forse sarebbe meglio dire piccoli interrogatori) in qualsiasi momento decidiate di scendere le scale. Qualche problema per i nottambuli visto che ad ogni uscita dovrete lasciare le chiavi nelle mani dei titolari, la cosa buffa è che li abbiamo trovati in piedi ad attenderci praticamente a qualsiasi ora.
Citazioni di merito per la colazione e il contesto in cui l’hotel è inserito, bellissimo giardino con piscina e biciclette gratuitamente a disposizione della clientela.
primo giorno
Sabato 9 aprile arriviamo in tarda mattinata e la camera è già pronta, lasciamo i pochi bagagli che ci siamo portati, sosteniamo il primo interrogatorio per capire o meno se siamo tipi loschi e di cui ci si può fidare e con molta fatica riusciamo ad uscire per andare a visitare il centro di Sirmione.
Ci si arriva in auto, il vero problema è il parcheggio. Ce ne sono parecchi ma quelli più vicini alle mura che segnano l’ingresso della città vecchia sono i primi a riempirsi nelle giornate topiche, noi per questo la lasciamo più lontano ma alla fine dei giochi ci impieghiamo una buona mezz’ora per arrivare a destinazione.
Ammetto che il colpo d’occhio è degno di nota, passeggiare lungo il lago ricorda un po’ a chi come noi viene dal mare l’atmosfera di casa, manca ovviamente il salmastro e le increspature classiche, in effetti il lago sembra una tavola.
Per essere un sabato fuori stagione c’è già parecchia gente, comunque si gira abbastanza bene per il piccolo centro, in 2/3 ore direi che la pratica Sirmione può essere archiviata, almeno nell’ottica di quel che c’è da visitare. Approfittiamo dopo pranzo per salire sulla Rocca in un momento di relativa tranquillità, il biglietto costa 4 euro a persona e per arrivare sulla vetta ci sono parecchi gradini da fare. La vista che si gode dalle mura e dalle torri ripaga pienamente la fatica, in una giornata di sole come quella in cui ci imbattiamo noi potete avere una vista a 360° gradi sul lago e su Sirmione, il che nella mia lingua equivale a dire una quantità notevole di foto…in fin dei conti in certi posti ci si viene anche per questo!
Terminata la prima visita di Sirmione ci ritagliamo un po’ di tempo anche per la vicina Peschiera del Garda, le distanze tra una località e l’altra sono minime, questo consente nell’arco della stessa giornata di vedere più cose, il che secondo me è un bene considerando che sono zone ricche di storia ed attrattive, sarebbe un delitto tralasciare qualcosa.
Su Peschiera si può fare il solito discorso di quasi tutte le altre località nei dintorni, piccoli centri deliziosi dove è piacevole passeggiare, magari mangiando un gelato o fermarsi in pieno relax in uno dei tanti locali muniti di terrazza con vista sul lago.
Come primo giorno ci possiamo ritenere soddisfatti, tant’è che per la cena si decide di non andare tanto lontano, troviamo un ristorante ad appena 500 mt dall’hotel e ci arriviamo a piedi, per gli amanti delle informazioni di servizio si tratta del Ristorante al Cavallo. Si mangia un po’ di tutto, dalla pizza alla tagliata di cavallo (gioco di parole scontato ma per fortuna non mio), al pescato di lago per un prezzo in linea con quello della zona, diciamo che non ve la caverete da nessuna parte con meno di 25/30 euro a persona.
secondo giorno
Per decidere come impiegare la domenica (10 aprile) ci affidiamo ai suggerimenti dei nostri ospiti, ci sconsigliano di visitare il lato veneto del lago per non finire intrappolati nel traffico delle varie Gardaland, Movieland e Caneva, resta quindi la sponda bresciana come plausibile alternativa.
Avevamo già in mente di andare a Gardone Riviera per la visita del Memoriale degli Italiani e della casa di Gabriele D’annunzio, partiamo però presto anche perché la strada è un susseguirsi di rotonde e di domenica è praticamente impossibile arrivarci senza incontrare un camper o un autobus turistico appositamente messi lì dal destino per rallentarvi e farvi perder tempo.
Detto questo arriviamo comunque ad un orario decente, giusto in tempo per precedere le gite organizzate che di norma rendono più difficile e meno godibile la visita, acquistiamo il biglietto comprensivo della visita guidata della casa del Vate, al costo di 16 euro a persona.
Le visite guidate durano circa 40 minuti e sono cadenzate in maniera molto precisa, potranno quindi capitarvi orari apparentemente strani come è successo a noi, alle 11:42 come da programma la visita è iniziata. Dovrete lasciare zaini, macchine fotografiche e borse nel guardaroba quindi meglio presentarsi ai blocchi di partenza una mezz’ora prima.
Nell’attesa niente di meglio che godersi il parco, noi troviamo una splendida giornata di sole, dall’anfiteatro si gode una vista di questa sponda del lago a dir poco mozzafiato, subito penso a come deve essere assistere a una rappresentazione teatrale o un concerto in un contesto del genere.
Il parco nella sua totalità è un richiamo all’eroismo, alla guerra e all’impresa intesa nel senso più classico del termine, l’uomo che va oltre i propri limiti ed entra nella storia con le sue gesta. L’altro elemento imperdibile è senza dubbio la Nave Puglia regalata dalla Marina Militare a D’Annunzio nel 1923, la prua venne smontata e trasportata da La Spezia via ferrovia per oltre 300 km, vista l’epoca e i mezzi a disposizione se non si può parlare di qualcosa di storico poco ci manca.
Ammetto di non essere mai stato un patito di D’Annunzio, è forse uno dei poeti che conosco meno, non ha mai suscitato la mia curiosità ma essere qui di persona nel piccolo paradiso che si costruì intorno prima di morire è emozionante. Sarà per l’impatto paesaggistico e per la maestria con cui il parco è stato disegnato, però anche un ignorante in materia come me non può non restare incuriosito, è anche vero che per fortuna non c’è un età per smettere di imparare e conoscere, basta che scatti la molla giusta.
La casa è, se possibile, ancor più particolare ed emozionante del parco. La visita è organizzata benissimo, orari rispettati, piccoli gruppi che non si incrociano mai lungo il percorso tortuoso delle stanze permettendo di godersi la visita in santa pace.
Aspettatevi di entrare in un ambiente quasi buio, il poeta infatti dopo aver perso un occhio in un incidente aereo iniziò ad avere problemi all’altro e pretese che quasi tutte le stanze avessero un’illuminazione minima. A differenza di altre case-museo visitate in precedenza questa è conservata splendidamente, si capisce subito come dietro ci sia cura e dedizione, d’altronde con 10.000 oggetti esposti non potrebbe essere altrimenti, tenere tutto pulito e in ordine deve essere una faticaccia. Dare giudizi di valore in casi simili ha poco senso, il vostro gusto personale vi dirà se gli ambienti saranno graditi o no, di sicuro ad un primo impatto potranno risultare un po’ kitsch, con la giusta proporzione e contestualizzazione storica sembra quasi di entrare nella casa di una rock star un po’ eccentrica dell’epoca.
Fin qui la nostra giornata va benissimo, ci fermiamo a Gardone Riviera per il pranzo scegliendo come da manuale del turista che non vuol farsi fregare un ristorante in una via apparentemente meno frequentata, l’Osteria San Souci.
Ambiente carino e grande cortesia del personale, noi prendiamo due hamburger fatti in maniera un po’ meno classica del solito, ma la scelta è ampia e comprende anche le pizze, prezzi in linea con la zona come già detto più volte.
Per fortuna abbiamo trascorso una mattinata rilassante, il resto della giornata si trasforma in una sorta di incubo. Nell’indecisione su come occupare il pomeriggio finiamo per trascorrerlo quasi interamente in auto bloccati in coda, ci avevano avvisati che qui la domenica non è gestibile ma non essendo in pieno periodo turistico abbiamo preso la cosa sottogamba, tutte le mete che proviamo a raggiungere sono inarrivabili. Innervositi e sfiancati dal traffico e dal caldo fuori stagione ce ne torniamo faticosamente in hotel, lasciamo l’auto nel parcheggio e ci facciamo una ben più rilassante passeggiata lungo il lago gustandoci un gelato, diciamo che la giornata è stata salvata in calcio d’angolo.
L’ultimo giorno (lunedì 11 aprile) è anche quello del mio compleanno e nelle previsione quello più godibile visto che è un normale giorno lavorativo. Come previsto il traffico assurdo del giorno prima è solo un ricordo perciò recuperiamo tutto quello che non siamo riusciti a fare la domenica.
Partiamo relativamente presto in direzione del Parco Giardino Sigurtà, entriamo grazie a dei biglietti scontati che ci danno i proprietari del nostro albergo, anche se nel momento in cui arriviamo non c’è praticamente nessuno. Il parco è grande ma non proibitivo per chi è un buon camminatore, il tempo che ci si impiega dipende da quel che volete fare, nel senso che ci si può anche trascorrere una giornata intera sdraiati in un prato a godersi l’esplosione di colori dei fiori, ma se vi interessa fare una passeggiata per vedere un po’ tutti gli ambienti in un paio d’ore massimo dovreste cavarvela. Capitiamo fuori dal periodo di fioritura delle rose, e questo fa perdere un po’ di fascino ad un ambiente comunque splendido, lo consiglio soprattutto per rilassarsi, natura e poca confusione sono il binomio ideale per evadere dalla quotidianità.
Finiamo in anticipo sulla nostra ipotetica tabella di marcia e ne approfittiamo per dirigerci verso Bardolino dove, vista l’ora ci fermeremo anche a pranzo. Cercando di descrivere questi luoghi si corre il rischio di essere ripetitivi, si assomigliano molto e lo dico in senso positivo, quei luoghi da cartolina dove tutti quelli che arrivano dalla città vorrebbero vivere senza mai considerarne le controindicazioni. Quel che noto è che qui c’è una spiccata impronta tedesca nel turismo rispetto alla sponda lombarda del lago, in quasi tutti i negozi i dipendenti parlano tedesco e le scritte sono dappertutto bilingue, sembra di essere in Trentino.
Nel post pranzo facciamo dello shopping enogastronomico, ad essere onesti ci dedichiamo completamente al vino, facciamo un giro alle Cantine Zeni che oltre ad un interessante museo del vino hanno anche uno shop fornitissimo, morale della favola ce ne andiamo con una decina di bottiglie e con una spesa relativamente contenuta. L’ultima tappa della giornata è la vicina Lazise, fa un caldo inusuale per aprile ed è difficile stare in giro, infatti resistiamo poco meno di due ore. Lasciamo l’auto nel parcheggio poco fuori dalle mura e da lì entrare a piedi è un attimo, per il resto anche qui il più da fare è girare per il centro e come negli altri casi finiamo nell’immancabile passeggiata lungolago seduti sotto un albero a goderci un po’ di refrigerio.
Rientriamo a Sirmione verso metà pomeriggio, provati dal caldo giusto in tempo per un ottimo gelato seduti su una terrazza con vista lago, in preparazione dell’ultimo atto che è la cena. Il ristorante prescelto a Sirmione si chiama Girasole, lo consiglio non tanto per i prezzi che sono di fascia media quindi non economici ma per il trattamento e la posizione. Rimane vicino all’ingresso delle terme di Catullo in posizione leggermente defilata, il trattamento è lodevole ci offrono aperitivo, amaro a fine pasto con tanto di pasticcini, per una spesa di circa 25 euro a testa e le porzioni sono abbondanti, ci bastano infatti un antipasto diviso in due e due primi.
A conclusione del nostro week-end lungo non possiamo dirci che soddisfatti, pur essendo viaggiatori incalliti spesso ci sfugge la bellezza di luoghi che si trovano a pochi passi da casa nostra, salutiamo il lago convinti di tornare presto.