Quel ramo del lago di Como 2
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Venerdì 24 febbraio 2012
Beh, insomma, la spina la stacchiamo solo dopo un po’ perché lavoriamo fino all’ultimo minuto e dall’ufficio partiamo diretti, quindi ci ritroviamo ad imboccare l’autostrada a Forlì verso le 15.00 in maniera piuttosto rocambolesca, con una certa ansia da ritardo cronico. E’ il primo week end di bel tempo dopo giorni di neve, l’aria è tiepida e man mano che i chilometri corrono iniziamo a rilassarci. Troviamo un filo di traffico giusto in tangenziale a Milano, ma superata la città l’aria cambia e iniziamo a sentirci in vacanza, tutto attorno a noi sembra abbia una luce diversa e iniziamo a captare una certa atmosfera da montagna mentre il sole ci regala un coloratissimo tramonto. Alle 18.30 siamo in centro a Como e mentre il lago ci dà il benvenuto punteggiato ai lati da mille luci, telefoniamo ai gestori del miniappartamento che abbiamo prenotato per avvisarli del nostro imminente arrivo. La voce allegra di Carlo ci guida fino al Municipio di Torno dove ad aspettarci c’è la sua sorridente sorella Laura che ci accoglie come fossimo amici di vecchia data, ci indica dove lasciare l’auto gratuitamente e a piedi ci accompagna per le stradine di questo tranquillo paese fino all’appartamento prenotato. Non è un caso se siamo qui. Ero già stata a Torno circa 10 anni fa e mi ero innamorata del ristorante albergo Belvedere, e in particolare del suo terrazzo a picco sull’acqua, che si trova nella piazzetta antistante l’imbarcadero, dove ero sbarcata per caso girovagando senza meta. Allora alloggiavo da un altra parte e una sorta di tromba d’aria mi impedì di tornarci almeno a cena, ma fino ad oggi ho conservato il biglietto da visita con la ferma intenzione di venirci se avessi avuto l’occasione di rivisitare questi luoghi. Dieci dopo con mio marito eccomi qui a mantenere la promessa, ma scopro con rammarico che Laura e Carlo hanno dovuto lasciare la gestione del locale alcuni anni fa a causa di un mancato accordo con la proprietà che gli ha impedito di affrontare gli ingenti lavori di ristrutturazione di cui necessitava. Me lo racconta con infinita tristezza perchè la gestione del locale era della loro famiglia da oltre 40 anni e ci hanno lasciato il cuore. Ora gestiscono il ristorante Vapore a Faggetto Lario (non quello di Torno), mentre qui sono rimasti alcuni miniappartamenti e il ristorante Belvedere da allora è tristemente sfitto. Hanno conservato lo stesso numero di telefono, per questo li ho comunque ritrovati, e sono in lotta con la burocrazia per poter riutilizzare lo stesso nome nel loro nuovo locale. Anni fa questo locale appariva spesso nel telefilm “Vivere”, ma indipendentemente da questo, la posizione è splendida, l’edificio molto caratteristico e trovo sia una spreco lasciarlo in queste condizioni. Al contrario il nostro miniappartamento, che si trova proprio a fianco alla piazzetta, è nuovo e pulito e lo battezziamo tra le “ottime scelte” dei nostri viaggi. E’ una stanza grande con tre letti, una mini cucina attrezzatissima nascosta in un armadio e un bel bagno nuovo e pulito, ci costa 80 euro a notte senza colazione, considerato che è bassa stagione magari si poteva anche trovare a meno, ma l’atmosfera di questo piccolo paesino incantato è qualcosa di eccezionale, sembra di essere in una favola.
Facciamo due passi per le viuzze pedonali del centro prima di cena, al di fuori delle due vie principali le stradine sono scarsamente illuminate, ma le poche persone che incontriamo ci salutano educatamente. Siamo gli unici turisti, mi sa. Passeggiamo senza meta e torniamo sempre nello stesso punto…un quarto d’ora dopo abbiamo già esplorato a fondo Torno e andiamo a cena, al ristorante Vapore, quello di Torno stavolta, che non c’entra nulla con Carlo e Laura. Si trova in posizione opposta rispetto all’ex Belvedere, ma sempre in riva al lago e con una bella terrazza-giardino, sarebbe bello fosse estate per poter mangiare all’aperto ma dobbiamo accontentarci di guardare il panorama attraverso la porta finestra. Spendiamo 45 euro per 2 risotti, un secondo di carne, un contorno, un limoncello, acqua e 1/2 di vino sfuso e tutto era ottimo. Anche questo sarà archiviato tra le “ottime scelte” dei nostri viaggi.
Sabato 25 febbraio 2012
Anche oggi è una splendida giornata di sole. Facciamo colazione al bar Italia, in piazzetta. E’ un localino accogliente e un po’ retrò, e anche qui l’atmosfera è quella di casa. Ci sono pochi abituè, non più giovanissimi, che prendono il caffè, leggono il giornale e discutono di politica, tutti ci salutano con cordialità ma nessuno fa troppo caso a noi, la signora dietro al bancone ci prepara due cappuccini e due brioches, poi quando andiamo a pagare ci dice “andate già via?”. L’accoglienza provata in questo paese è veramente qualcosa di eccezionale. Dall’altra parte della piazzetta, c’è un minuscolo bugigattolo vuoto ma completamente aperto, a cui ci avviciniamo per fare i biglietti per il battello, dopo pochi secondi uno degli omini che era seduto al bar, lo stesso che era nel bugigattolo anche ieri sera, ci viene incontro e con gentilezza ci chiede esattamente che tragitto dobbiamo fare per poi consigliarci il biglietto giornaliero per 14,50 euro. Lo acquistiamo e rimaniamo in sua compagnia per qualche minuto. Quando arriva il battello ci saluta allegramente, ci augura buona giornata e si dirige di nuovo verso il bar lasciando tutto aperto. Fantastico.
Ci accomodiamo all’aperto e attraversiamo il lago con l’aria nei capelli, c’è una luce morbida e leggera e in pochi minuti siamo a Cernobbio dove andiamo a visitare la nostra “scusa”, la fiera, nella splendida location di Villa Erba, roba da bongustai! La raggiungiamo tranquillamente a piedi dall’imbarcadero, attraversiamo i giardini, dove perfettamente mimetizzata sorge una struttura in vetro all’interno della quale si svolgono questo tipo di eventi, entriamo e scorriamo velocemente gli stand, giusto per dire che ci siamo stati. In realtà gli occhi sono sempre fuori a sbirciare gli angolini di verde e di lago da ogni punto di vista. Ci soffermiamo dalla nostra amica e rimaniamo a chiacchierare per un po’ con il suo “staff” (ovvero la sua mamma, che l’accompagna), poi ci diamo appuntamento per la sera per andare insieme a cena al ristorante dei nostri ospiti Carlo e Laura. Usciti dalla fiera passeggiamo un po’ per i giardini di Villa Erba fino a raggiungere la villa e propria, che non abbiamo capito se sia visitabile oppure no, ma non ci importa, le giornate sono ancora corte e sarebbe un peccato sprecare questa anticipazione di primavera chiudendosi all’interno di una villa, quando l’alternativa è il lago. Così ci concediamo qualche minuto seduti sui gradini a guardare le numerose barche e gli idrovolanti che si divertono dopo un inverno di privazione prima di incamminarci nuovamente e tornare nel centro di Cernobbio. All’imbarcadero attendiamo seduti sulle panchine rivolti verso il lago, ci sono tante famiglie e tanti bambini che giocano, questo bel tempo ha fatto venir voglia a tutti di uscire di casa.
Ci imbarchiamo per Como dove arriviamo verso le 12.45. Ci lasciamo alle spalle piazza Cavour per iniziare la nostra visita dal Tempio Voltiamo e dalla passeggiata delle ville, purtroppo sul lungolago ci sono parecchi lavori di ristrutturazione e tutta la vista è completamente oscurata dai cantieri. Arriviamo nei giardini pubblici e decidiamo che è ora di pranzare, ci fermiamo al chiosco di fronte allo stadio per due panini e due bibite e valutiamo il da farsi visto che davanti a noi si stanno svolgendo le grandi manovre per lo svolgimento della partita di campionato Como-Pisa. Le strade attorno sono chiuse e presidiate da forze di polizia che vigilano sui pullman di tifosi ospiti che vanno e vengono. Quanto spreco di risorse pubbliche per una partita di calcio, ma perchè non può essere semplicemente un momento di piacevole svago come dovrebbe essere un qualsiasi sport? Come sempre, per colpa di qualche esaltato, siamo costretti ad assistere a scene come queste quando poi mancano fondi per tutelare la sicurezza dei cittadini durante la vita quotidiana. Ve bè, divagazioni a parte, ci rendiamo comunque conto che oggi raggiungere la passeggiata delle ville a piedi è un po’ impegnativo perchè dovremmo attraversare la zona stadio facendo il giro dall’esterno, quindi finito il pranzo torniamo sui nostri passi e riattraversati i giardini pubblici, visitiamo a breve distanza l’uno dall’altro, il monumento alla Resistenza, il monumento ai Caduti e il Tempio Voltiano, in cui entriamo per 3 euro a testa.
All’ingresso ci consegnano una piantina e una legenda puramente elencativa dei reperti, rigorosamente da restituire prima di uscire. Purtroppo le spiegazioni rendono la visita un po’ inconcludente per gli ignoranti come noi, ma merita comunque l’architettura dell’edificio molto particolare.
Usciti torniamo verso piazza Cavour e da lì raggiungiamo la vicina piazza Duomo, vivace e allo stesso tempo intima. Rimaniamo ad ammirare da fuori il Broletto, poi entriamo a visitare il Duomo e i suoi maestosi interni. Facciamo una puntatina nella retrostante piazza Verdi su cui si affaccia l’omonimo teatro, dalle cui colonne si sprigiona una soave musica perfetta per qualche minuto di riposo sui gradini, e la Casa del Fascio dall’architettura un po’ particolare. Proseguiamo il giro per la simpatica piazza San Fedele, anche se dobbiamo rinunciare alla visita della Chiesa perchè vi si sta svolgendo una funzione, poco male, c’è un piccolo mercatino di artigianato e ci consoliamo con quello. Imbocchiamo via Natta, via Del Pero e via Rovelli, strada facendo ci fermiamo in un bar per un caffè e ci sediamo nei tavolini all’aperto, tanto si sta bene, a guardare il via vai delle persone. E’ sabato pomeriggio e il brulichio è notevole, complice la bellissima giornata. Raggiungiamo la Torre Medioevale fermandoci di tanto in tanto a guardare le vetrine dei negozi. In generale non sono amante delle città, eccezion fatta per la mia città d’origine, Ravenna, che adoro. Le città mi opprimono e mi inquietano, ma Como mi è piaciuta perchè, passeggiando per le vie del centro, ho avuto quella sensazione di placida tranquillità che raramente provo quando giro in una città che non è Ravenna. Con molta calma ripercorriamo lo stesso percorso a ritroso mimetizzandoci in mezzo ai comaschi. Arrivati in piazza Cavour prendiamo un gelato e lo gustiamo seduti in riva al lago mentre aspettiamo il battello delle 17.25 che ci riporta a Cernobbio.
Ritrovate le nostre amiche ci imbarchiamo nuovamente nel battello successivo e torniamo a Torno. Siccome è presto e al ristorante ci aspettano per le 20, ci fermiamo a fare l’aperitivo e una partita di chiacchierare al nostro ormai familiare bar Italia con vista imbarcadero, la signora di stamattina ci riconosce, ci accoglie calorosamente e ci prepara ottimi crostini da accompagnare allo spritz.
Con la pancia già mezza piena raggiungiamo l’auto e ci dirigiamo verso il ristorante Vapore di Faggetto Lario dove Carlo e Laura ci fanno una gran festa e ci consigliano un menù coi fiocchi: antipasti misti di pesce, risotto al persico innaffiati con ottimo vino bianco della casa di cui ce ne scoliamo due bottiglie intere e una l’acquistiamo da portare via, e per concludere la miascia, dolce tipico comasco che la mamma di Carlo e Laura ha preparato proprio oggi dopo aver lasciato il pane in ammollo nel latte per una notte intera. Inutile dire che usciamo rotolando. Sul prezzo non so che dire, perchè la cena è stata offerta dalle nostre compagne e non sono riuscita a estorcere nulla, ma sulla qualità devo dire che dire che riduttiva definirla semplicemente “ottima”, per non parlare dell’ospitalità e della gentilezza dei padroni di casa e di tutto il personale. Anche qui c’è una bella terrazza sul lago e il panorama è stupendo anche di sera. Salutiamo Carlo e Laura con baci e abbracci e ci rimettiamo in auto. Accompagniamo le nostre amiche al loro hotel di Cernobbio e rincasiamo a Torno approfittandone per fare un giro serale in auto per Como.
Domenica 26/02/2012
Altra giornata di sole che mette buon umore dopo una nottata di stenti a causa dell’abbuffata di ieri sera. Ce la prendiamo con molta calma, del resto Carlo e Laura si sono raccomandati tanto di rimanere anche tutto il giorno se volevamo, forse immaginavano lo stato delle nostre pance dopo una cena consigliata da loro? Ne approfittiamo, proprio tutto il giorno no, ma fino alle 10.45 si… e nonostante l’orario riusciamo a fare colazione solo con un caffè, siamo ancora pieni da ieri sera! Non fraintendiamo, non siamo stati male… abbiamo solo mangiato tanto… troppo…
Naturalmente siamo di nuovo al bar Italia, con la stessa barista, lo stesso omino dei biglietti e gli stessi anziani di paese che chiacchierano e leggono il giornale, sembra di aver fatto un salto indietro nel tempo.
Un ultimo saluto a questo sonnecchioso paesotto e ci rimettiamo in macchina fino alle porte di Como dove parcheggiamo e prendiamo la funicolare per Brunate. Arrivati in cima c’è una pimpante piazzetta su cui si affacciano bancarelle e negozietti, ma è ora di pranzo e non c’è molta gente in giro. Ci informiamo sugli orari del pulmino per raggiungere il Faro Voltiano, ma il servizio ricomincia solo alle 14 quindi o la facciamo a piedi o aspettiamo un ora e mezza qui. Ripieghiamo su una facile passeggiata panoramica, ma non raggiungiamo il faro che è piuttosto lontano e sembra anche una salita un po’ impegnativa, chissà che ville ci sono nascoste dietro a questi cancelli coperti di siepi e alberi! In alcuni punti si vede un bellissimo panorama del lago e della città.
Scendiamo di nuovo a Como dove raggiungiamo a piedi Villa Geno, dato che abbiamo parcheggiato lì vicino, per ammirare da vicino la sua fontana visibile da tutti i punti del lago, la Villa oggi è un ristorante per cui non è visitabile. Con la macchina andiamo poi a curiosare fino ai cancelli della bellissima villa oltre Villa Geno, di cui non ho capito il nome, poi attraversiamo per l’ultima volta Como e parcheggiamo di fronte all’imbarco degli idrovolanti. Pranzo a base di… panini in un barettino lì vicino e concludiamo il nostro week end con la passeggiata lungo il lago fino a Villa Olmo saltata ieri a causa della partita. Anche qui sono in corso alcuni lavori di ristrutturazione ma è tutto molto curato nei dettagli e le ville molto belle, anche se in nessuna si è vista anima viva. Incontriamo anche due sposi cinesi, o coreani, con fotografi al seguito che seguiamo fino ai giardini di Villa Olmo, dove ci sediamo un po’ per terra per gustarci gli ultimi momenti di relax prima di ripartire per tornare a casa.
Alle 15.00 siamo di nuovo in auto e salutiamo questa bella e accogliente città e il suo meraviglioso lago con una certezza… di questi luoghi si parla veramente troppo poco! Ma in fondo in fondo, la bellezza di questi posti sta forse anche nella loro riservatezza, se ci fossero strutture turistiche del livello del lago Maggiore e del lago di Garda, il lago di Como perderebbe molto del sapore intimo e familiare che invece ha ancora.
Però ogni tanto qualcosina se lo meriterebbe… in due anni di abbonamento alla rivista dei Turisti per Caso, non ho trovato un solo articolo pubblicato di questa bellissima zona… quindi… speriamo di porvi rimedio!