Quattro vecchi amici a Strasburgo

Dopo aver festeggiato in quattro ben venti Capodanni, l'Europa non ha più segreti: Strasburgo è sicuramente una delle città più caratteristiche
Scritto da: Vasarina
quattro vecchi amici a strasburgo
Partenza il: 28/12/2012
Ritorno il: 02/01/2013
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
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STRASBURGO 28/12/2012 – 02/01/2013 (Quattro Amici Mitici)… pragmatico sintetico, bohh!

28 Dicembre – venerdì

Ore 11.30, arrivo al terminal T1 Alitalia, una fila incredibile per le partenze verso la Francia; si deve fare il chek-in automatico e poi consegnare solo i bagagli. Avvio le procedure e non risulta la prenotazione Alitalia.. arriva la hostess e mi informa che il numero del volo “tal dei tal” è Air France, allora tutto diventa semplice. Prendiamo l’autobus che ci accompagna all’aereo dove c’è una signora con un capotto marrone: non si capisse se è di lana lavorata in un modo originale o fatta con tanti pezzetti di pelliccia. M.: ti ricordi che c’è stato un periodo che andavano di moda le pellicce e le facevano con le gole di visoni. F.co: ma con i c.. dei visoni che ci facevano? F.ca: ci facevano i bottoni! F.co: no, ci facevano le asole! Cominciamo bene! L’aereo è piccolo sembra un aereo privato. M. e F,co siedono negli ultimi posti vicino alla toilette; hanno assistito a tutto l’andirivieni delle pipì. Bibita, snack e atterriamo dopo 1 ora e 45’ nel piccolo aeroporto di Strasburgo.

Ritiro bagagli velocissimo. Taxi, l’autista è un marocchino simpatico e chiacchera con F.co. F.ca: senti F.co, come è entrato nel francese! M.: appena arriva in Francia esce la Jeneviève che è in lui. (La sua amica francese di bambino) Taxi €. 40 Albergo Beaucour, stavolta siamo al massimo centro ad un passo dalla Cattedrale di Notre Dame, ottima scelta di M.. L’ingresso dell’albergo è addobbato con orsetti di peluches, ali con piume di uccello, palle di cotone, alberi, tutto bianco! Le camere sono semplici ma pulite, i bagni comodi ma senza bidet. Fa un caldo della miseria! Dopo mezz’ora siamo fuori a godere la città illuminata e tutti i baracchini di Natale. Brindiamo con vin brulèe bianco, qui si dice chaud e pane speziato… ci stiamo adattando agli usi del posto! F.co: il pane lo abbiamo “spiezzato” in due! Il clima ci meraviglia tanto che M. dice: è freddo q.b. La Cattedrale ha un colore d’oro che con le foto non riusciamo a riprodurre, è bellissima! Siamo frastornati dai colori delle luci, dall’enormità di gente che passeggia, dai baracchini o casette di legno pieni di oggetti natalizi, dal presepe e dall’enorme albero di Natale in Piazza Klèber, dall’albero azzurro a Piazza Gutenberg, dall’addobbo e le vetrine con animali in movimento delle Galeries Lafayette, dai palazzi a graticcio pieni di orsetti, scoiattoli, fiocchi, ali, bambole, rami di abete, tutto bianco. E’ proprio una “città natalizia”!! Verso le 19,00 i nostri stomacucci si fanno sentire, anche se è un po’ presto ci accomodiamo al ristorante “Au Vieux Strasburg” a rue de Maroquin. C’è già molta gente, ci fanno accomodare al primo piano e ordiniamo due maxi choucroute, birra, dolcetto finale e ci alziamo soddisfatti!! Cena €. 121,40

29 Dicembre – sabato

Visita alla Cattedrale di Note Dame, poco prima delle 12,00 ci mandano fuori tutti, si pensa per la funzione religiosa ma non è così… lo scopriremo dopo! Uscendo vediamo delle lunghe file pronte per entrare in Cattedrale: una è per salire sulla torre, una è per i biglietti e vedere l’orologio astronomico ed una è per entrare ed assistere all’apertura dell’orologio astronomico. Naturalmente non facciamo in tempo a fare nulla. Ufficio del Turismo, tappa che non può mancare perché da qui inizia la gara tra F.co e P. per chi trova la cartina della città più interessante. M. ed io ci consoliamo con le ciambelle fritte e vin chaud rosso. Le ciambelle non sono un granchè, la prossima volta ci prendiamo il krafen. Con il taxi ci facciamo accompagnare al Parlamento Europeo. Visitiamo esternamente i due edifici e la sede del Tribunale dei Diritti dell’Uomo. C’è un bel tram che gira, gira e ci fa venir voglia di prenderlo; guardiamo il tragitto, il cambio, dove si compra il biglietto e.. P. ferma un taxi. La prossima meta è Petite France, un quartiere storico con le classiche case a graticcio e viuzze acciottolate. Entriamo nell’Eglise de Saint Thomas che stranamente ha le sedie sia davanti che dietro l’altare. Non è strano in quanto è la chiesa protestante di Strasburgo. Qui, si dilettava W. A. Mozart a suonare l’Organo Silbermann del 1741. Brasserie per lo stuzzichino a base di tarte alla cipolla, tarte flambèe (sfoglia sottilissima di pasta ricoperta di panna acida, cipolla, pezzetti di pancetta e/o gratinata con formaggio), si mangia sempre: come aperitivo, come antipasto, come pranzo insomma, tipo la nostra pizza! Camminiamo come il nostro solito ed attraversiamo il fiume Ill superando i ponti coperti. In questa zona è stato edificato le Musèe d’Art Moderne et Contemporain. Torniamo all’albergo per un riposo ma strada facendo F.co ci racconta come sono nate le pompe funebri. Ceniamo al ristorante Le Gruber (questo luogo era stato scelto per il cenone di Capodanno ma il prezzo di €. 59,00 non ha convinto noi signore). Per fortuna! Non si mangia male ma non è nemmeno il migliore. La cena è molto più contenuta di ieri sera ed il prezzo è di €.124,00, in più usciamo che puzziamo di cipolla fino alle magliette intime!

30 Dicembre – domenica

Oggi, dopo colazione, abbiamo deciso di andare a Colmar, una cittadina a km. 75 da Strasburgo raggiungibile con mezz’ora di treno. Per arrivare alla stazione non si trova un taxi, ce lo chiama la signorina dell’albergo; entriamo in stazione per fare i biglietti. Treno pulito, caldo, accogliente proprio come quello del nostro aeroporto. Si sonnecchia e si arriva in lampo. Biglietto €. 34 Raggiunta la cittadina con un taxi i siamo coscienti che è deliziosa ma è tutta lì. Prima tappa Chiesa di San Martino. Una “delizia di marzapane”, così ci appare Colmar. Le case a graticcio sono ancora più antiche di Strasburgo, addobbate con tutto e di più, in bianco; stradine acciottolate anche qui, ponti sui canali della Petite Venise, mercatini di Natale in ogni strada e piazzetta. Botteghe piene di dolci tipici, in una sembra che siano stati appena sfornati i famosi kafen e ne prendiamo due con un vinarello caldo; non sanno da niente, sono freddi, vuoi mettere le bombe che fanno a Roma? F:co invece si prende un bretzel salato che non è male; ci dice che l’ideale sarebbe berci una birra insieme ma alle 11,00 del mattino non è il caso. Per prima cosa andiamo all’ufficio del turismo che è sempre una tappa delle nostre visite e ci prendiamo una bella cartina ciascuno. Ci dirigiamo al Musèe di Unterlindenc per conoscere il Polittico o Altare d’Issenheim di Matthias Grunewald del 1512/16. (ne ha parlato Daverio in Tv). Museo €. 32. Il dipinto è bello e molto particolare in quanto viene illustrata la storia della vita di Gesù su vari scomparti di legno che si potrebbero sfogliare come un libro, ma naturalmente ci si riesce solo con il modellino che è stato posizionato vicina all’opera d’arte. Prima di uscire F.co ci fa notare il sarcofago di Ulrich von Hus (senza gambe) e ci ricorda che senz’altro è stato lui ad inventare le pompe funebri! Bisognerà scriverla da qualche parte questa famosa leggenda! Alla chiesa sconsacrata dei Domenicani (Eglise des Domenicains) viene esposto il dipinto di Martin Schongauer del 1473 della Vergine delle Rose o al Roseto. Baracchini di Natale a non finire, assaggiamo un torrone con fichi e datteri: buono ma dolcissimo, troppo! In piazza della Cattedrale F.co chiede che chiesa è. M. e P. all’unisono cantando: “san marten campaner”. Petite Venise è, come si può immaginare piena di ponti e ponticelli che attraversano decine di canali. Pranzo alla trattoria La Krutenau con ricordi storici sciistici alle pareti e al soffitto. Il cameriere ci avverte che c’è solo le potage e la tarte flambèe o la tarte flambèe e le potage, per noi va benissimo il tutto annaffiato da vino bianco. Il luogo è caratteristico e accogliente, sulle panche di legno sono stese delle pelli di pecora soffici soffici e c’è un sacco di gente. Bisogna riconoscere che le sole due cose servite sono eccellenti in special modo le potage che è servito dentro un barattolo di vetro ermetico accompagnato da crostini di pane e dalla crosta della nostra ( mia e di M.) tarte flambèe, la migliore mangiata sino ad ora! Pranzetto da €. 70,00. Giro per la cittadina, ricerca di un taxi ( che non c’è) per tornare in stazione ma scopriamo che con una breve camminata si può fare. Il treno è in ritardo e per passare un’oretta ci accomodiamo al bar. Ritorno alle 17,37 e torniamo in albergo. Cena a Petite France al ristorante Le Petite Alsace, c’è molta gente ed il cameriere fa fatica a seguire tutti. Dietro di noi c’è una coppia (poi scopriamo che è veneta) della quale sentiamo la fine di un discorso…”co….ni!”. Probabilmente il marito si era stancato di aspettare. Portiamo pazienza e facciamo le nostre ordinazioni compresa la birra. M. assaggia la birra e pensa che sia annacquata, la proviamo tutti e la sensazione è identica. F.ca: “quando me salta me monta!”. Chiedo al cameriere che marca è la birra e si ci hanno messa l’acqua, naturalmente nega tutto ed io gli rispondo che è terribile. P. e F.co mi ricordano che ora nei nostri piatti ci sputeranno! Non so se hanno sputato ma la cena è la peggiore. Per dessert M. ed io prendiamo una meringa glassèe, scopriamo che è un gelato al cioccolato coperto di meringa che non è proprio male! P.: qui l’unica cosa carina è il menù! Cena €. 121,00 F.co parla di un paese svizzero dove le case sono affrescate con i “pupazzi”. (Schaffhausen) M. lo guarda meravigliata dicendo che è il solito superficiale e lui serafico dice: io sono un “pragmatico sintetico”! Dopo la cena scadente ci sediamo al Cafè Rhoan per una grappetta Marc Gewurztraminer. M. guarda la cartina per vedere cosa fare domani. Girala di qua, girala di là, sta guardando la cartina di Colmar ( fa pure rima).. è bastato mezzo bicchierino e voilà!

31 Dicembre – lunedì

Sta finendo un anno difficile. Come ciliegina sulla torta ci siamo lasciati la visita del Musèe Rhoan. €. 24,00 Prima il piano terra dove tra gli altri c’è un’opera di Van Dick Sono le 11,30 ed andiamo a fare la fila per i biglietti dell’Orologio Astronomico. In mezz’ora prendiamo i biglietti ed entriamo. Stiamo come sardine, ci sorbiamo mezz’ora di filmato dove viene ripreso il funzionamento ed i personaggi dell’orologio. Non ci si può muovere, inizia a far male la gamba, la schiena, allarghi i gomiti per non essere pressato, non vedi nulla perché davanti c’è gente più alta di te e alla fine suona l’orologio, escono 4 personaggi, canta il gallo (e qui tutti a ridere) ed in quattro minuti tutto finisce. Quei maledetti organizzatori hanno pressato decine e decine di persone tanto da sentirsi male; fosse accaduto in Italia si gridava allo scandalo, s’invocava la protezione civile e l’ambulanza pronta fuori della porta. Appena riusciamo ad allontanarci dall’orologio ci abbattiamo sulle sedie della Cattedrale per respirare finalmente e siamo tutti d’accordo che è stata una gran stupidaggine, assolutamente da non fare! Andiamo a conoscere la famosa Maison Kammerzell, splendido edificio medievale, il più antico di Strasburgo (1427), dove questa sera ceneremo per salutare il nuovo anno; ora è bar, ristorante, albergo. La prenotazione della cena è stata sofferta dall’Italia. Hanno voluto un assegno bancario in acconto che, con la raccomandata, non arrivava mai. Ci siamo tranquillizzati solo il 27/12 quando abbiamo avuto la conferma dopo 15 giorni. Seduti nel salottino del bar ordiniamo il caffè che qui, solo per curiosità, ricordiamo che costa €. 2,20. Passeggiamo per il centro e ci avviamo a l’Eglise de Saint Paul de Strasburg, Anche camminando molto, i nostri stomacucci verso le due si fanno sentire sempre. Vediamo un locale chiamato Bier Stub – Birrerie Artigianal et Brasserie e c’infiliamo subito. Anche qui tanta gente ma il servizio è veloce, la birra sia nera che ambrèe stupenda, vivande gustose, siamo proprio soddisfatti! €. 70,00. Torniamo in hotel a farci belli… o almeno ci proviamo! Alle 20,30 usciamo, M. ed io con tacchi a spillo, i nostri “ragazzi” ci danno il braccio e sono belli anche loro due: con gli abiti eleganti, camicia e cravatta intonata fanno la bella figura di italiani eleganti. Mitica Maison Kammerzell. Al guardaroba posiamo i cappotti, e saliamo, saliamo, saliamo fino al terzo piano nella Salle des Belles Dames. La prima cosa che notiamo è un altoparlante gracchiante e molto fastidioso che dovrebbe trasmettere musica. Lo facciamo spegnere e poi ordiniamo. In sala con noi c’è una tavolata con ragazzi giovani ma tranquilli ed una coppia: lui un omarino normale bruttino, lei enorme! Il bello è che M. li vede bene: lui le dona l’anello di fidanzamento e lei nel riceverlo, piange. (scena romanticissima!) Il menù è fisso ma le bevande no. Acqua, vino bianco Pinot e per finire e brindare una bottiglia di Moet Chandon. Mangiamo benissimo compreso il famoso foie gras accompagnato da un pane dolce alle nocciole. P. preferisce mangiarlo con pane normale. Prima della mezzanotte ci portano i cottillons argentati. Una serata cordiale, elegante, serena e sempre così calda tra noi Quattro Vecchi Amici. All’uscita chiediamo dove sta la musica, ci rispondono di andare al primo piano, li ringraziamo. Per noi è andata bene anche così. Cena €.119,00 Vino €. 40,00 Champagne €. 80,00.

1 Gennaio 2013 – martedì

Motto di M. per il nuovo anno:”non mi aspetto niente da nessuno, quello che viene, viene”. P. ed io continuiamo con quello coniato da poco e quindi può essere valido per il 2013 : “ma chi se ne importa!”. Comunque venga coniato il motto, per tutti vuol dire la stessa cosa. Ci precipitiamo al Bateaux Mouche in quanto non c’è fila, ci accomodiamo. Ci sono le cuffiette che trasmettono la visita nella lingua prescelta. F.co e P. non sentono niente.. ti credo si sono infilati le cuffiette del posto accanto! Viaggio piacevole e rilassante. Interessante è stato il passaggio alle chiuse dove il battello deve risalire circa 1,80 m. per poter arrivare a Petite France ed ai ponti coperti. Naturalmente al ritorno la cosa avviene al contrario; arriviamo sino al Parlamento Europeo e poi approdiamo ed in fila ci sono decine di persone; questa volta abbiamo fatto la cosa giusta! Passeggiata in una città deserta verso la piazza della Cattedrale. Tutto è chiuso, P. pensa di andare au Musèe Bartholdi che sta proprio lì vicino e poi au Musèe d’Art Moderne et Contemporain. Chiediamo all’ufficio del turismo se sono aperti e la signorina ci risponde con la frase da noi temuta da tanti anni: “ il n’ya pas le Musèe Bartholdi a Strasburg”. P. piccato tira fuori la cartina della città… Colmar e lui non ha bevuto ancora niente! Per fortuna che il Museo era proprio lì! Comunque niente musei, niente negozi, le casette di Natale stanno sbaraccando: che tristezza ragazzi! Bighelloniamo, nonna Teresa direbbe “ ‘ndemo de baucon”, guardiamo e vediamo tutto. C’è solo un negozio aperto che vende “ogni cosa”. I ristoranti sono chiusi, Mc Donald è gremito, ma lo guardiamo solo da fuori, alla fine sempre alla Cattedrale è aperto il Dauphin. Pranzo leggero accompagnato dall’immancabile birra €. 100,00. All’ufficio del turismo P. ha letto che si tiene un concerto d’organo alla chiesa di Saint Pierre le Jeune. Tanto per stare al caldo e seduti ci andiamo dopo aver preso un caffè ad un bar lì vicino. Mamma che sonno!! Ma siamo coerenti, ce lo ascoltiamo tutto fino alla variazioni di non so chi. La nostra serata la concludiamo al ristorante delle prima sera che è stato il migliore: Au Vieux Strasburg. Ritorno in albergo, preparazione delle valige.

2 Gennaio – mercoledì

Alle 9,00 arriva lo stesso autista, già prenotato all’arrivo, e ci avviamo all’aeroporto. Stessa prassi dell’andata, ma qui ci danno automaticamente anche il talloncino per le valige. Spogliazione al metal, cerchiamo qualcosa da portare a casa al duty free. Foie gras d’oca con relativo pane, sigarette no perché costato di più. Di nuovo un piccolo aereo e “voliamo” in tutti i sensi, con il comandante donna che arriva con circa mezz’ora di anticipo. Questi viaggetti sono proprio dei “scacciapensieri”! Pensiamo al prossimo?

La Vasarinne



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