Quattro tappe con tenda e auto nella Grecia tranquilla

Campeggio nelle isole di Andros, Sifnos e Milos e nella penisola di Sithonia
Scritto da: enzo46
quattro tappe con tenda e auto nella grecia tranquilla
Partenza il: 04/07/2013
Ritorno il: 27/07/2013
Viaggiatori: 3
Spesa: 1000 €
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Noi due “vecchi” (io e mia moglie) e la nipote diciottenne, due tende e un’auto piccola. Anche per la meta ci eravamo ripromessi di vivere in tranquillità, su spiagge riservate e con la buona compagnia di libri (anzi di e-book).

Conoscevamo già alcune isole delle Cicladi e quindi abbiamo optato per quelle, munite di campeggio, che non conoscevamo. Viaggio da Brindisi a Patrasso senza storia, così come il trasferimento a Rafina per prendere il traghetto per Andros.

Qui subito all’unico campeggio, posto a poche centinaia di metri dal porto, tra gli ulivi e gestito da una simpatica e collaborativa coppia di giovani e poi a giro per l’isola. Ottime le spiagge che abbiamo potuto utilizzare, tutte al riparo del violento methemi che ci ha impedito di visitare quelle esposte a Nord (peccato !!). Segnaliamo la spiaggia di Apothikes dopo qualche chilometro di sterrata.

Il capoluogo Andros è molto carino e l’isola, nel suo complesso, è esente da obbrobri urbanistici anche se non è tra quelle classiche delle cicladi, con rocce e casette cubiche bianche. Ad Andros segnaliamo due importanti e bei musei, per essere in una piccola isola, quello di Arte Moderna e quello Archeologico.

Abbiamo fatto solo 5 giorni perché il methemi era davvero insistente e quindi di nuovo a Rafina e poi al Pireo per l’imbarco per Sifnos.

Anche qui un solo campeggio, al porto di Kamares, piccolo, ben ombreggiato e gestito con amore. Commoventi gli sforzi per mettere gli ospiti a proprio agio e la pulizia degli ambienti.

L’isola è il sommario delle Cicladi da cartolina, con scorci bellissimi. Segnaliamo l’abitato di Kastro che ti strappa foto a ripetizione ma anche il capoluogo di Apollonia è carino, anche se troppo trasformato in un gigantesco ristorante con cianfrusaglie di contorno. Tra le spiagge quella di Vathi, con chiesetta sulla sabbia ma soprattutto quella subito a Sud di Faros dove le tamerici fanno da ombrelloni e l’acqua è sempre calma. Ottime le viste dalla chiesa di Ag. Simeon e quella del minuscolo porticciolo di Cheronissos, il cui minuscolo molo serve da sala da pranzo per alcuni ristorantini, mentre i bambini giocano ed il sole va giù. E’ l’essenza della Grecia più bella.

Consigliamo anche Voulidhia beach, raggiungibile con uno sterrato che nella parte finale diventa ripidissimo a fondo cementato. Laggiù in fondo rocce, spiaggia di ghiaia ed un ristorante/bagno con una simpaticissima signora coadiuvata dalla figlia. Una giornata in cui si capisce cosa è la tranquillità assoluta.

Sulla costa opposta (Quella ad Est) non perdete Poulati, una chiesa straordinariamente carina che permette di montare addirittura sul campanile (con foto-ricordo che faranno invidia al mondo). Da lì parte un sentiero pedonale in discesa che transita da un’altra chiesetta, con la chiave nella serratura, che si può visitare e che arriva poi ad una baia rocciosa e selvaggia, tra profumi di macchia mediterranea.

Dopo una settimana di nuovo a togliere le tende e spostarci verso la vicinissima Milos, che peraltro noi già conoscevamo e che ho già descritto in altro post. Qui il methemi si è fatto più violento e quindi dopo una visita ai due musei (quello geologico e quello archeologico) ed il dovuto omaggio ai panorami irripetibili di Sarakoniko e Mandrakia, per la gioia della nipote, siamo dovuti ripartire per il viaggio più lungo.

Traghetto serale per il Pireo, arrivo a mezzanotte e trasferimento notturno per Sithonia, il “dito” di mezzo della Calcidica.

Qui l’ambiente naturale è opposto. Monti pieni di foreste e pini fin sulle spiagge, con angoli d’incanto ma anche strutture turistiche più diffuse ed esempi di vera e propria speculazione.

Abbiamo scelto il Camping Stravos perché su una strada costiera secondaria, che collega Neo Marmaris con Galini. Il primo è un paesone sovraffollato e di nessun pregio, ma le spiagge a sud sono incantevoli.

Il soggiorno ci ha dato la possibilità anche di vedere, dal battello e previo pagamento di 20 € a testa, gli incredibili monasteri del monte Athos ed anche, nell’unico giorno di pioggia, il bellissimo museo archeologico di Salonicco.

Anche qui abbiamo utilizzato sia spiaggette “personali” portandoci l’ombrellone o spesso utilizzando l’ombra naturale degli alberi oppure i piccoli “stabilimenti” balneari che regalano ombrellone e lettini dietro la consumazione ( 3 €) di una bibita e che, volendo, servono pranzi rapidi a costi davvero bassi.

La ristorazione è ossessivamente uniforme, così come il servizio. Si tratta di menù-fotocopia lunghissimi e quindi è evidente che solo pochi piatti sono davvero cucinati dal ristorante mentre i più sono industriali (surgelati o pre-cotti) anche perché si presentano identici in tutta la Grecia. Non esiste, specie nei luoghi più decentrati, una ristorazione di qualità ed il consiglio è quello di pasteggiare a birra (buona la Mithos, greca) invece che con i modestissimi vini che vengono proposti. Insomma la Grecia non è una meta enogastronomica ma può dare tanto, tantissimo, come meta balneare, per chi cerca tranquillità, buoni rapporti umani, paesaggi del “cuore” e riposo.

Quello cercavamo e quello abbiamo abbondantemente trovato.



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