Indonesia, 4 settimana a Giava, Bali, Lombok e Flores

Un viaggio nei luoghi classici del turismo con una scoperta: le Gili del Sud-ovest
Scritto da: puremorning1999
indonesia, 4 settimana a giava, bali, lombok e flores

Un viaggio tra templi, vulcani e snorkeling, per scoprire tutto il bello dell’Indonesia.

Alcune indicazioni generali prima di passare al racconto delle singole giornate:

1. Riguardo alla sicurezza, è assolutamente necessario tenersi sempre aggiornati tramite i siti della Farnesina o di altre autorità straniere (noi troviamo sempre molto utile il sito inglese www.fco.gov.uk). A questo proposito, il Ministero degli Esteri italiano sconsiglia la visita di diverse regioni indonesiane, mentre per Lombok consiglia di rinviare i viaggi – o, se si decidesse di viaggiare, di affidarsi solo ad agenzie raccomandate – a seguito del terremoto del 2018. Probabilmente nessuno si è preso la briga di aggiornare il sito, ma questo comporta l’assenza di copertura da parte di numerose compagnie assicurative. Noi non abbiamo mai avuto il sentore di trovarci in una situazione di pericolo. Anche la zona sud di Lombok, che abbiamo visitato in una giornata, ci è sembrata priva di qualsiasi problematica.

2. Il periodo da noi scelto, coincidente con la stagione secca, si è rivelato ottimo: in 30 giorni abbiamo avuto solo 20 minuti di pioggerellina. L’unica controindicazione è che è un periodo di punta, quindi il numero dei turisti (in prevalenza italiani, francesi e spagnoli) in alcuni siti (Bromo, Mount Ijen, Ubud e Komodo) è davvero elevato, anche se in tutte le altre zone non abbiamo trovato affollamento.

3. Abbiamo organizzato l’itinerario da soli, appoggiandoci ad agenzie per i trasporti (auto e voli), le gite al Mount Bromo ed Ijen e la crociera al Komodo NP, dopo un’attenta valutazione delle recensioni pubblicate su TripAdvisor e dei prezzi proposti. Ci siamo trovati molto bene con tutte.

4. Costi: bassi a confronto con i nostri. Ad esempio, guesthouses semplici ma pulite ci son costate anche 10 euro a stanza (per una doppia con bagno e colazione). La spesa più elevata è stata per l’hotel a Gili Gede (circa 65 euro). Cenare non è quasi mai costato più di 10 euro a testa.

5. La moneta locale è la rupia indonesiana (cambio approssimativo: 1€ = 15.000 IDR; 100 IDR = 0,01€). I bancomat, che peraltro ci hanno garantito un cambio ottimo, sono presenti quasi ovunque e, se a volte non consentivano di ritirare più di 1.500.000 IDR, era sufficiente procedere a più ritiri consecutivi; ragion per cui conviene avere una banca che consente il ritiro all’estero senza commissioni aggiuntive. Non abbiamo mai cambiato Euro – fortunatamente, perché in questo caso i tassi di cambio non erano molto favorevoli. Infine, a volte alcuni esercenti applicano una commissione per l’uso della carta di credito (in media, del 3%).

6. Gli hotel nei quali abbiamo alloggiato sono stati tutti di livello molto buono, con l’eccezione di quello del Mount Bromo, che comunque era dignitoso. Il cibo è buono, anche se dopo qualche settimana può risultare ripetitivo.

7. Capitolo voli. Dopo aver letto che le compagnie locali, con l’eccezione della Garuda Indonesia, erano poco affidabili, abbiamo cercato di evitarle, ma non ci siamo riusciti. Così abbiamo sperimentato Wings Air (Bali-Lombok-Bali, 650.000 IDR a biglietto + 500.000 IDR per bagaglio di 20 kg), Batik Air (Lombok-Labuan Bajo, 1.850.000 IDR a biglietto + 500.000 IDR per bagaglio di 20 kg.; Labuan Bajo-Jakarta, 1.750.000 IDR a biglietto, bagaglio incluso) e Citilink (Jakarta-Yogyakarta; acquistato con le miglia), molto buone la seconda e la terza, e così così la prima. Abbiamo chiesto a Perama Tour di procedere all’acquisto dei voli (tranne del volo Citilink), in quanto ci avevano garantito supporto nell’ipotesi di cancellazione degli stessi. Il prezzo pagato è uguale a quello che avevamo visto su Internet, salvo un aumento del 3% per l’utilizzo della carta di credito ed un importo di 327.000 IDR per il servizio. Fortunatamente non c’è stata occasione per verificare la serietà dell’agenzia in caso di problemi!

8. Per i trasporti a Jakarta ed a Yogyakarta ci siamo spesso avvalsi di taxi grazie alle App Bluebird e Grab, che consentono di avere prezzi onesti evitando le noiose contrattazioni. Maps.me funziona abbastanza bene ovunque, anzi a Yogyakarta vi fornisce delle informazioni corrette, anche se apparentemente non lo sono.

9. Sulle comunicazioni non possiamo dare un giudizio puntuale perché non abbiamo utilizzato una SIM locale. Siamo riusciti qualche volta a collegarci in roaming e perlopiù abbiamo utilizzato il Wi-Fi, sempre presente negli hotel e nei ristoranti, ma spesso funzionante in modo approssimativo.

10. Sulla pulizia possiamo dire che hotel e ristoranti ci sono sempre apparsi in buone condizioni e che anche le città erano pulite, con l’eccezione di Jakarta. A volte però abbiamo trovato cumuli di spazzatura in giro anche vicino alle spiagge, per cui si può fare sicuramente di meglio.

11. La gente è splendida: sono tutti amichevoli, disponibili e sorridenti e questo è uno dei ricordi più piacevoli del viaggio. L’inglese, nelle zone da noi visitate, che comunque sono molto turistiche, era parlato ovunque.

12. Non partite senza assicurazione: noi abbiamo stipulato un’assicurazione annuale con Assivia, una delle poche che ci garantiva copertura anche per Lombok e Gili Gede.

13. Abbiamo utilizzato le guide “Indonesia” della Lonely Planet e “Bali e Lombok” della Insight Guides. Nessuna delle due ci ha soddisfatto del tutto, per cui è consigliabile anche controllare i blog di viaggio più diffusi. Non male neppure il numero monografico dei Meridiani, anche se un po’ datato.

Diario di viaggio

1° – 2° giorno

Partiamo all’alba per Malpensa perché il volo della Qatar è alle 9:40 del mattino e preferiamo arrivare con largo anticipo, considerata la situazione di cancellazioni e scioperi in quest’estate del 2022. Per fortuna va tutto bene e, dopo uno scalo molto breve a Doha, raggiungiamo Jakarta in orario. Sbrighiamo molto rapidamente le formalità doganali, mentre ci mettiamo un bel po’ per arrivare in centro città. Difatti, il treno che collega l’aeroporto al centro cittadino, parte solo una volta ogni ora, se escludiamo un paio di corse aggiuntive in ora di punta, per cui riusciamo ad arrivare in hotel dopo 3 ore e mezzo dall’atterraggio (Ashley Sabang Jakarta, quasi 600.000 IDR per una doppia con bagno e colazione; molto buono ed in posizione strategica. Unica pecca la colazione, in stile quasi esclusivamente locale).

Poco male però, perché raggiungiamo velocemente in taxi il quartiere storico di Sunda Kelapa, per vedere gli antichi magazzini olandesi e la torre di guardia. Purtroppo però, anche se gli edifici sono carini, il contesto è davvero fatiscente e non consente di godersi l’esperienza. Solo poco meglio riesce a fare il quartiere limitrofo di Kota, che può vantare una piazza carina e ben sistemata (Taman Fatahillah), mentre Glodok, l’ultimo quartiere della zona storica, è in profondo restauro, rendendo quindi un po’ complessa la visita. Tutto sommato l’impressione che abbiamo della città è davvero negativa e ci pare probabilmente una delle capitali più brutte che ci sia mai capitato di vedere.

Per fortuna va bene con il pranzo, a base di dim sum presso la Pantjoran Tea House (http://pantjoranteahouse.com; 235.000 IDR; molto buono). Nel primo pomeriggio raggiungiamo in taxi la Moschea dell’Indipendenza, nella zona di Merdeka Square: il custode raduna tutti i turisti e fa condurre loro una breve visita all’edificio, che è di notevole interesse. Peccato però che, dopo averci fatto lasciare le scarpe in una stanza chiusa a chiave, non riesca a trovare chi è in possesso delle stesse, per cui alla fine restiamo quasi un’ora a ciondolare nell’attesa. Terminiamo la giornata visitando il monumento ai caduti di Irian Jaya ed il Monas dall’esterno perché il parco è chiuso. Anche se questa zona non offre particolari attrattive, perlomeno è pulita e tenuta molto bene. Prendiamo al volo un gelato e poi andiamo a dormire prestissimo.

3° giorno

Al mattino ci rechiamo al vicino Museo Nazionale, nel quale sono esposti una serie di manufatti relativi alla cultura indonesiana. La parte più storica è interessante, mentre le mostre nell’edificio più moderno non sono onestamente niente di che. Dopo un paio d’ore torniamo in hotel, prendiamo un taxi e raggiungiamo con il treno l’aeroporto internazionale. Qui ci aspetta difatti un volo per Yogyakarta, che atterra nel tardo pomeriggio al New Yogyakarta Intl Airport, un aeroporto aperto da pochissimo e distante circa 45 km dalla città.

Prendiamo un taxi Grab che ci porta in hotel in 1h20’ (e c’è anche poco traffico!) al prezzo fisso di 300.000 IDR. Lasciamo i bagagli in albergo (Gallery Prawirotaman Hotel, https://galleryprawirotamanhotel.com; 2.200.000 IDR per una doppia con bagno e colazione; molto buono, ma colazione così così) e andiamo subito a cena nel vicino Warung Heru, che scopriamo essere gestito dal cantante di una band reggae (https://m.facebook.com/WarungHeru; 120.000 IDR per 3 piatti e due acaraki; molto buono).

4° giorno

Ci alziamo con calma ed iniziamo ad esplorare Yogyakarta. La prima visita è al Kraton, dove assistiamo anche ad un’esibizione di musica e danze giavanesi. Il monumento in realtà non è niente di che. Molto meglio è il Taman Sari, palazzo dei divertimenti del sultano, che vale davvero una visita. L’atmosfera generale del quartiere è piacevole e questo sintetizza bene la cittadina: sebbene non vi siano monumenti assolutamente imperdibili, è davvero simpatico andare in giro e perdersi nelle vie del centro.

Visitiamo dall’esterno la fortezza olandese e proseguiamo su Jl. Malioboro, una delle principali arterie cittadine. Il bazar è una delusione, ma il viale è vivace e accogliente. Facciamo poi una visita all’Ufficio del Turismo. Su nostra richiesta le solerti impiegate ci consigliano un vicino centro massaggi (Nakamura Holistic Therapy, Malioboro Mall, 3° piano; https://www.nakamura.co.id; 120.000 IDR a testa per un’ora di massaggio con pressoterapia), che visitiamo dopo una sosta per un roti ed un caffè (Haus! Jl. Malioboro 49; 46.000 IDR; buono).

L’idea si rivela davvero ottima, perché i nostri massaggiatori sono proprio efficaci! Proseguiamo quindi oltre la stazione per cenare presso la House of Raminten (https://raminten.com; 80.000 IDR per 3 piatti), che riscuote giudizi contrastanti, tranne che sul tema portante del locale, che bisogna assolutamente vedere per crederci!

5° giorno

Oggi sveglia alle 3.30 del mattino: dall’Italia abbiamo organizzato un tour di 2 giorni per vedere i templi limitrofi (Izzati Jogja Tour; https://izzatijogjatour.com; 2.495.000 IDR, inclusi i biglietti di accesso a Borobudur e Prambanan; ottimo servizio), per cui alle 4:00 viene a prenderci in hotel il nostro autista Sarj. La prima tappa è la collina di Punthuk Setumbu, dalla quale si può ammirare il sorgere dell’alba sul tempio di Borobudur. Questa iniziativa è stata organizzata da quando non è più possibile vedere l’alba direttamente dal tempio stesso per ragioni di tutela e conservazione del monumento. Ci sentiamo però di sconsigliarla assolutamente, perché vi troverete insieme a molti altri turisti per vedere un piccolo punto in lontananza, cioè il tempio. Non vale assolutamente la pena svegliarsi così presto per assistere ad uno spettacolo del genere. Fortunatamente Borobudur è davvero bello ed il fatto di riuscire a vederlo con la luce rarefatta del mattino presto (apre alle 6:30), lo rende ancora più magico. Il nostro giudizio però qui diverge: considerato che il tempio è visibile solo dal basso e non si può più salire in cima, non siamo concordi nel ritenere che ne valga la pena. Tra l’altro, il biglietto è già abbastanza caro (IDR 675.000 per il combo con Prambanan) e si parla di un aumento molto consistente nel prossimo futuro. Per questo motivo fate attentamente le vostre valutazioni prima di prendere una decisione.

La seconda tappa è una sosta molto turistica ma simpatica: un assaggio del famoso Copi Luwak, il caffè digerito dallo zibetto, in un bar proprio accanto al tempio di Pawon, al quale fa seguito una visita al Mendut Temple and Monastery. Questi templi sono carini, ma evitabili se siete di fretta. Tornati a Yogyakarta in tarda mattinata, facciamo un pranzo in un ristorante del centro commerciale Malioboro Mall (Tawan, circa IDR 130.000 per due piatti; buono) e subito dopo torniamo al Nakamura per un’altra sessione di massaggi. A metà pomeriggio ci dirigiamo lentamente a piedi verso sud, ripassando dal quartiere del Kraton ed ammirando i locali che trascorrono la propria domenica in tutto relax. Cena ottima presso il Kesuma Restaurant (Gang Sartono, 829 Mantrijeron III; 300.000 IDR per tre piatti ed un dolce).

6° giorno

Sarj ci preleva dall’hotel alle 9. Oggi è il giorno del giro dei templi vicini a Yogyakarta ed il primo è Candi Sari, carino ma non essenziale. Ad un altro livello, invece, si pone il complesso di Prambanan, che è realmente imperdibile. Il fiore all’occhiello sono ovviamente i tre templi di Shiva, Brahma e Vishnu, ma anche Candi Sewu è splendido, mentre Candi Lumbung e Candi Bubrah sono interessanti, ma non fondamentali. Visitiamo poi il complesso dei Templi di Plaosan, molto belli. Dopo una breve e piacevole sosta nel vicino Kali Opak Resto (https://opakjogja.business.site; 160.000 IDR per due piatti; buono), è la volta di Candi Sojiwan, bello ma non essenziale.

Vorremmo chiudere la giornata con la vista del tramonto dall’Ijo Temple, ma purtroppo è chiuso, per cui visitiamo il tempio Lereng Ijo, diverso da quelli finora visitati perché posto su una piattaforma in una bella posizione. In sostanza, se avete poco tempo, visitate senza dubbio il complesso di Prambanan, che noi abbiamo preferito ad un Borobudur visitabile solo dal basso, mentre se volete prendervela più comoda, gli altri templi riservano comunque delle soddisfazioni.

Torniamo quindi a Yogyakarta, dove salutiamo Sarj, la cui agenzia consigliamo vivamente per la professionalità e la simpatia dimostrate. Andiamo in stazione per prendere il biglietto del treno per l’indomani e poi, dopo un giro nella zona di Jalan Jenderal Surdiman in cerca di un ristorante che non troviamo, chiudiamo con una buona cena in un locale vicino al Kraton (Balé Raos, Jl. Magangan Kulon 1; tel.: +62 274415550; 260.000 IDR per quattro piatti).

7° giorno

Oggi inizia il tour che ci porterà ai vulcani Bromo ed Ijien ed infine ci farà approdare a Bali. Per questo ci siamo appoggiati all’agenzia locale Smartine Tour (https://smartine-indonesiatravel.com/en; 7.245.000 IDR per 2 persone, inclusi treno, hotel, colazione e tasse di ingresso; pasti esclusi; ottimo servizio) ed alle 6.45 siamo in stazione per prendere il treno per Surabaya. Arriviamo semicongelati ma in orario e troviamo il nostro autista Mull, che ci conduce alle cascate di Madakaripura e che ci consiglia di indossare i sandali ed il k-way. Per fortuna gli diamo ascolto: le cascate sono belle e il percorso in fondo alla gola a partire dal ponte, avviene nel letto del fiume sotto i getti delle cascate, per cui lavarsi è inevitabile. A saperlo prima, forse il costume non sarebbe stato una cattiva idea.

Nel tardo pomeriggio arriviamo nel paesino di Cemoro Lawang ed andiamo nella nostra guesthouse (Café Lava Hostel; http://cafelava.lavaindonesia.com; appena sufficiente), dove ceniamo prestissimo (100.000 IDR per due piatti) ed andiamo a dormire altrettanto presto.

8° giorno

Oggi sveglia in piena notte: come ogni turista che si rispetti, non ci si può perdere la vista del Bromo all’alba. L’autista ci preleva alle 3 del mattino e, dopo una mezz’ora in auto, ci scarica sul punto panoramico più alto. Il freddo si fa sentire e per fortuna che abbiamo addosso vestiti pesanti: è indicativo il fatto che ci siano alcuni locali che vendono delle coperte! Ci sono un po’ di turisti, ma non troppi. Pian piano arriva l’alba e bisogna dire che siamo stati fortunati: non c’è nebbia ed il panorama è mozzafiato. Riprendiamo quindi la jeep attraverso il Sea of Sand ed arriviamo alle pendici del Bromo, la cui vetta raggiungiamo dopo 45 minuti di cammino: la vista della caldera in ebollizione è impressionante.

A questo punto torniamo in hotel e, dopo colazione, Mull ci conduce a Bondowoso in circa 4 ore (Ijen View Hotel & Resort; hotel bello, ma in camera troviamo uno scarafaggio). Pranziamo discretamente in un fast food dal nome incredibile (Suka Suka; 70.000 per due piatti) ed a letto presto anche stanotte.

9° giorno

Oggi la sveglia è davvero atroce perché dobbiamo essere pronti alle 00:00 per il trek e la visita del Vulcano Ijen. Dopo circa un’ora e mezzo di trekking su un percorso estremamente ripido, anche se non troppo difficoltoso, arriviamo al limitare superiore della caldera. A questo punto capiamo che il piano che avevamo in mente non si sarebbe realizzato. La nostra intenzione difatti era di restare in alto per vedere i famosi fuochi blu, ma dall’alto non si vede assolutamente nulla, per cui la guida ci propone di scendere fino alla riva del lago, che si trova all’interno della caldera, per vedere lo spettacolo. Dopo qualche momento di perplessità, perché abbiamo letto che la discesa presenta diversi rischi, accettiamo ed alla fine le scene horror descritte dalla Lonely Planet, fortunatamente non si verificano. Tra l’altro, sembra di stare in Corso Buenos Aires il primo sabato di saldi, tanta è la gente che si incanala lungo il percorso roccioso molto scosceso (quasi tutti italiani). Alla fine arriviamo sulla riva del lago e vediamo i fuochi blu. Spettacolo suggestivo, ma se lo spettacolo valga la fatica, lo lasciamo decidere a voi; il lago dal basso è comunque molto bello. Sicuramente fantastica, una volta risaliti, è l’alba sul mare e sul lago.

Dopo essere tornati al parcheggio, Mull ci conduce al porto, dove prendiamo il traghetto per Bali; appena arrivati sull’isola, ci aspetta un’auto per la nostra guesthouse (Putu Guesthouse, https://m.facebook.com/Putuguesthousepemuteranbali; 769.500 IDR per una doppia con bagno e colazione per 2 notti; ottima). Dopo aver lasciato i bagagli, ci precipitiamo al mare e facciamo il primo bagno balinese, che però non ci soddisfa perché le correnti marine oggi rendono l’acqua torbida. Interessante è la sosta in un centro di tutela delle tartarughe (Projek Penyu). Tornati in hotel, dopo un massaggio nella media, usciamo a cena (Santai Warung; 280.000 IDR per tre piatti e un dolce; buono) e andiamo a dormire presto.

10° giorno

Tramite l’hotel prenotiamo mezza giornata di snorkeling alla Pulau Menjangan, proprio di fronte alla costa nord di Bali. Alle 8.30 viene a prenderci l’addetto della West Bali Explorer (Jl. Mimpi, Banyuwedang, North West Bali; westbaliexplorer@gmail.com; tel. & Whatsapp: +62 8214 6612 343; 500.000 IDR a testa incluso trasporto auto all’imbarco, eventuale noleggio di maschera e pinne e pranzo). In barca siamo in 8, oltre alla guida ed al conducente. La prima sosta è al Punto delle Mangrovie, dove facciamo snorkeling con la guida per circa un’ora; segue un’ora di pausa per il pranzo e chiudiamo con un’altra oretta di snorkeling in un’area limitrofa.

L’esperienza è splendida: la barriera corallina è in ottimo stato quasi ovunque, ci sono pesci colorati (dal pesce pagliaccio al temibile pesce scorpione) in quantità esagerate e vediamo anche tre tartarughe! Tornati in hotel nel primo pomeriggio, dopo una pausa assistiamo brevemente ad una cerimonia nel vicino tempio di Taman Sari, seguito da un caffè ed un cocco in spiaggia nel bar del Taman Sari Resort & Spa e da un energico e ottimo massaggio presso il Juvenex Spa & Salon. Cena molto buona nel D’Bucu Warung (235.000 IDR per quattro piatti).

11° giorno

In Italia prima della partenza, abbiamo prenotato un driver, Wayan, che sarà a nostra disposizione nel corso del nostro soggiorno a Bali (Como-Bali Tour; https://comobalitour.com; IDR 3.910.000 per sei giorni e mezzo di trasporto; ottimo servizio). Alle 8 arriva nel nostro hotel e ci conduce alla prima tappa, i laghi di Tamblingan e Buyan. Ci fermiamo presso la cooperativa Pramuwisata Amerta Jati (consigliata), dove ci informano che sono disponibili due semplici hiking guidati, di 3 o 2 ore, che comprendono rispettivamente entrambi i laghi (350.000 IDR a persona) o il solo lago di Buyan (250.000 IDR). Optiamo per il tour più lungo e ci mettiamo in cammino con la loquace guida Koma.

Il tour nella giungla è abbastanza semplice, ma molto interessante e alla bellezza del luogo si aggiungono le dettagliate spiegazioni della nostra guida sulla natura che ammiriamo. Abbiamo anche l’onore di un paio di incontri con delle mini sanguisughe, una delle quali scoperte dopo qualche ora in un calzino! L’ultima parte del tour si svolge in canoa sul lago ed è una conclusione molto bella. Tornati in auto con Wayan, dopo una breve sosta caffè, ci fermiamo al Pura Ulun Danu Bratan. Il tempio è posizionato in un luogo davvero evocativo, trattandosi di due isolette nel lago, ma il terribile parco giochi tematico, costruito proprio accanto al tempio, svilisce l’atmosfera. Non passiamo quindi tanto tempo qui e ci rimettiamo in marcia per arrivare al villaggio di Jatiluwih, famoso per le risaie terrazzate ed in effetti all’altezza della sua fama. Per questo motivo consigliamo assolutamente una visita. Ci sono diversi percorsi di trekking disponibili, ciascuno dei quali caratterizzato da un preciso colore. Noi abbiamo fatto quello rosso, molto bello ed in seguito anche quello giallo, meno bello… ma abbiamo avuto l’onore di un incontro ravvicinato con un varano di ragguardevoli dimensioni!

Al tramonto arriviamo quindi a Ubud, ma qui ci aspetta una sorpresa: il gestore della guesthouse presso la quale avevamo prenotato, Murdhasari, ci informa di aver commesso un errore e ci dirotta nella vicina Ganesh Inn (www.ganeshaubudinn.com; e-mail: reservation.ganeshainn@yahoo.com; 437.000 IDR per le 3 notti per una doppia con bagno e colazione; molto buona). Andiamo a cena nel Dapur Raja Balinese Rijsttafel per provare il Babi Guling, che però non finisce di piacerci (280.000 IDR per un menu di assaggi).

12° giorno

La giornata di oggi è dedicata a Ubud. Iniziamo con la visita del Palazzo Reale e cerchiamo di visitare anche un paio tra i templi principali, che però troviamo chiusi. Facciamo quindi un giro per la città entrando in qualche negozio fino al primo pomeriggio, quando ci concediamo un bel massaggio al Juwuk Manis Massage. Dopo una passeggiata nella vicina stradina tra le risaie ed una ricerca di un Warung che non conduce a nulla, ci fermiamo per una pausa presso il Warung Sinduk (https://www.facebook.com/sindukwarung; 180.000 IDR per 4 piatti; ottimo) e poi assistiamo allo spettacolo di danza Kecung e Trance Fire nel Pura Puseh, molto bello soprattutto per il coro di voci maschili.

L’impressione complessiva di Ubud è molto mixata. Da un lato è un posto gradevole, dall’altro però sembra una cittadina poco autentica, che ricorda molto un villaggio vacanze per il turista sostenibile-organico-ecologico e che ha nello shopping il principale punto di interesse. Forse venire qui con un obiettivo specifico (ad esempio, per seguire un corso di yoga), potrebbe portare ad una differente conclusione, ma non è questo il nostro caso. Peraltro, l’autista ci ha detto che quest’anno c’è solo il 40% dei turisti presenti nello stesso periodo prima del Covid… e la quantità di occidentali in vacanza supera di gran lunga quella dei locali. Per concludere, il traffico automobilistico è forsennato e passeggiare non è sempre un’esperienza simpatica.

13° giorno

Ci spostiamo nelle vicinanze per visitare il tempio di Goa Gajah, caratteristico per essere insolitamente scavato nella roccia con un mostro scolpito sopra il portale di accesso, ed il Pura Samuan Tiga, interessante perché, essendo del tutto privo di turismo, consente una visione sulla vita quotidiana dei fedeli locali. È poi la volta del Palazzo Reale di Samarapura/Klungkung, con dei dipinti sul soffitto dei padiglioni di legno davvero notevoli.

Torniamo quindi a Ubud all’ora di pranzo e, dopo una breve pausa, decidiamo anche noi di fare shopping su Jl. Monkey Forest, probabilmente la strada con i negozi più carini della cittadina. Concludiamo con un massaggio molto buono al Melya Dewi Spa (http://www.melyadewispa.com) ed una cena ottima presso il Sugriwa’s Warung (https://m.facebook.com/alitsemaraputra2; 180.000 IDR per 3 piatti).

14° giorno

Lasciamo Ubud per raggiungere il Pura Kehen a Bangli, un tempio deserto e molto interessante. Come interessanti sono le cerimonie di cremazione, numerose in questo periodo, che incrociamo per raggiungere questa cittadina. È poi la volta di uno degli highlights di Bali, vale a dire il Pura Besakih. Il tempio merita al 100% la fama della quale gode, grazie non solo all’aspetto artistico, ma anche alla location incredibile, soprattutto quando non ci sono le nuvole a coprire il Gunung Agung. La nostra esperienza è stata molto positiva anche con riguardo agli scocciatori, per i quali purtroppo il tempio è famoso: noi siamo stati quasi del tutto ignorati e la nostra guida (in ogni biglietto sono inclusi una guida ed un sarong) è un ragazzo simpatico.

Lasciato a malincuore Pura Besakih, ci mettiamo in marcia per Amed, che raggiungiamo nel primo pomeriggio (Pondok Aldi, Jl. Raya Amed-Jemeluk, Purwa Kerthi; madeamedbali@yahoo.com; tel.: +6281 353 445 008; +6281 805 593 840; 496.800 IDR per un totale di 3 notti in camera doppia con bagno e colazione; semplice ma ottimo). L’attrazione principale del paesino, vale a dire la barriera corallina al largo della spiaggia di Jemeluk è raggiungibile a nuoto senza bisogno di affittare una barca ed è proprio di fronte alla nostra Guesthouse, per cui, lasciati i bagagli, scendiamo in spiaggia. Purtroppo il brevissimo tratto di campagna prospiciente la spiaggia è pieno di immondizia e questa è l’unica cosa negativa di questo paesaggio.

La barriera corallina è in buono stato, il mare è ricco di pesci; ci pare che la fama sia meritata e che la barriera di Jemeluk sia quasi allo stesso livello di quella dell’isola di Menjangan. Dopo un aperitivo al Sunset Point, in tempo per vedere il tramonto, ceniamo al Tropical Sunset Café (210.000 IDR per 3 piatti; medio).

15° giorno

Ieri abbiamo prenotato un tour di snorkelling al Warung Win Beach (Tel e Whatsapp: +62 81236 825138; 200.000 IDR a testa), che si trova sulla spiaggia proprio di fronte alla nostra guesthouse. Iniziamo con il Japanese Shipwreck, ma la visibilità non è tanto buona, per cui non riusciamo ad apprezzarlo come dovremmo. Proseguiamo con uno degli highlights dello snorkeling a Bali, vale a dire Selang Beach, i cui coralli sono davvero splendidi. Concludiamo con i Lipah Coral Gardens, molto belli e torniamo a Jemeluk dopo oltre 2 ore. Ne approfittiamo per fare un po’ di snorkeling sull’Underwater Temple (o Post Office), che ieri non abbiamo visto.

Tornati alla guesthouse, viene a prenderci Wayan, con il quale arriviamo a Tulamben. Lo scopo è fare snorkeling nella zona dell’US Liberty Shipwreck, ma anche qui la visibilità è limitata, per cui riusciamo a vedere solo una tartaruga. Proseguiamo quindi per il Coral Garden, che si trova nei pressi del Mimpi Resort; tuttavia del corallo c’è ben poco, mentre molto interessanti sono i pesci. Torniamo ad Amed per un altro aperitivo al Sunset Point e ceniamo bene presso il Joli Best View Café (https://m.facebook.com/Joli-Best-View-Cafe-2279991298955478; 220.000 IDR per tre piatti).

16° giorno

Oggi è la volta di una delle attrazioni turistiche più celebrate di Bali, il Pura Lempuyang… se vi piacciono i posti relativamente pieni di turisti, con code infinite per farsi fare una foto con il panorama iconico per eccellenza dell’isola, questo è il posto per voi! Ironia a parte, il tempio è sicuramente bello e situato in una posizione eccezionale. L’eccessivo aspetto commerciale, però, ne mina la sacralità. È questo il tempio nel quale, quando si compra il biglietto, si riceve anche un numero che indica il turno da rispettare per farsi scattare una foto con lo sfondo del cancello che incornicia il Gunung Agung. Abbiamo fatto il conto che indicativamente ogni ora vengono processati circa 25 gruppi, per cui sta a voi decidere se ne valga davvero la pena… Dopo un’oretta, decidiamo di andare via (visitiamo solo il tempio più in basso: secondo quello che abbiamo letto, lo scopo di arrivare fino in cima sarebbe solo vedere il panorama, ma oggi ci sono un po’ di nuvole, per cui la scarpinata non varrebbe la fatica).

Tappa successiva è Tirta Gangga, sito molto simpatico e piacevole da visitare. Dopo una breve pausa, torniamo a Jemeluk e passiamo il pomeriggio a fare snorkeling nel tratto di mare proprio di fronte alla nostra guesthouse, che, ancora una volta, si rivela quindi una scelta ottima. Cena molto buona presso il ristorante Aroma de la Mer (www.amedscubabali.com; 330.000 IDR per tre piatti ed un aperitivo).

17° giorno

Iniziamo al mattino con una sessione di snorkeling a Jemeluk nella zona delle Pyramids: fondale carino, un po’ di pesci ed anche una tartaruga. Con Wayan iniziamo la traversata che ci porterà a Ulawatu. Facciamo una sosta a metà strada nella Blue Lagoon. Paghiamo una serie di pedaggi per ingressi e parcheggi e scendiamo in spiaggia, che è davvero magnifica e semideserta. Purtroppo il mare è troppo agitato per lo snorkeling e ci sono anche delle correnti fortissime, ma approfittiamo per fare un breve bagno in questo posto così bello e passarvi oltre un’ora e mezzo.

Ci rimettiamo in viaggio e, mentre ci avviciniamo a Kuta, il traffico aumenta a dismisura, per cui alla fine ci vogliono tre ore per arrivare dalla Blue Lagoon alla destinazione finale (Wira Guesthouse & Spa; www.wirahomestay.com; 670.000 IDR per una doppia con bagno e colazione; ottimo). Poco male: passiamo un po’ di tempo in piscina e poi cerchiamo un ristorante nella via principale del paesino di Pecatu… impresa complessa, perché ci sono solo ristoranti giapponesi o occidentali ad esclusivo uso e consumo dei turisti (certo, se avessimo girato a destra sulla via principale ci saremmo resi conto che il paese si sviluppava in quella direzione, animato da qualsiasi tipo di ristorante possibile. Ma non l’abbiamo fatto…).

Ci fermiamo al ristorante messicano Chingon (340.000 IDR per 2 quesadillas, 2 tacos e 2 dolci; buono, tranne i dolci) e poi torniamo al nostro hotel.

18° giorno

Prima tappa è il Pura Luhur Ulawatu: il tempio è carino, ma la cosa migliore è la bellissima passeggiata lungo la scogliera, dalla quale si ammirano panorami mozzafiato sul tempio e sul mare. Dopo un’oretta di visita, ci fermiamo presso la spiaggia di Padang Padang, davvero splendida ed ancora con poca gente. Facciamo una lunga passeggiata con una sosta presso il Bar The Cliff, dal quale si vede un bel panorama sulla spiaggia e poi Wayan ci lascia in aeroporto per il nostro volo per Lombok. Il nostro giudizio finale su Bali è questo: per gli amanti dello snorkeling, Menjangan Island e la zona di Amed sono destinazioni eccellenti, mentre una permanenza medio-lunga ad Ubud ha senso solo se si decide di seguire un corso.

La parte sud di Bali, che comunque abbiamo visto limitatamente, va bene per chi voglia passare del tempo in spiaggia o in un resort, fare dei bagni (le spiagge qui sembrano molto più belle di quelle da noi visitate nelle altre zone dell’isola) o surf, ma il prezzo da pagare sono un traffico notevole ed un’atmosfera meno orientale e più standard. In aeroporto ci troviamo costretti ad aspettare tre ore, perché il nostro volo per Lombok è in ritardo ed atterriamo alle 19 invece che alle 16. Qui troviamo ad aspettarci la nostra guida Sasak dell’agenzia Lombok Leisure Travel, Wayan Nate, con il quale abbiamo organizzato non solo il trasporto fino a Gili Gede, ma anche una giornata intera in giro per Lombok (https://lombokleisuretravel.com; 148€ tutto incluso; servizio ottimo).

L’idea del tour organizzato si rivela ottima perché, pur nata per venire incontro al surreale diktat della Farnesina, che, in seguito al terremoto del 2018, consiglia ancora di rimandare i viaggi a Lombok a meno che non siano organizzati da agenzie raccomandate (pena la possibile perdita della copertura assicurativa), ci risolve il problema del trasporto fino a Gili Gede, considerato che alle 21 non c’è più la possibilità di trovare una barca al porto. Arriviamo quindi un po’ stanchi al nostro resort (Alam Karang; https://www.alamkaranglumbung.com; 4.048.000 IDR per 4 notti per una doppia con bagno e colazione; eccezionale), dove ceniamo rapidamente e andiamo a dormire.

19° giorno

Oggi giornata di relax in spiaggia. A pochi metri dalla stanza abbiamo un ombrellone in paglia con due lettini, che ogni tanto lasciamo per immergerci nelle acque marine e fare un po’ di snorkeling. Al mattino la marea è alta e la barriera si raggiunge in poche bracciate – barriera, peraltro, davvero notevole, con dei coralli rosa, gialli e blu gli uni accanto agli altri e qualche pesce per noi inedito. L’unico inconveniente è dovuto alla presenza di alcune minimeduse trasparenti che a volte sono un po’ urticanti.

A metà pomeriggio, visto che la bassa marea rende difficile fare il bagno e che ci sono un po’ di nuvole, raggiungiamo a piedi il paesino vicino per un succo ed un mie goreng (Warung Gili Gede; 85.000 IDR; molto buono) e poi torniamo in hotel per cena: il ristorante dell’hotel ha davvero una cucina ottima.

20° giorno

La giornata di oggi è interamente dedicata allo snorkeling. Con l’hotel prenotiamo un tour in barca e, accompagnati dalla proprietaria Marie, che sarà anche la nostra guida, visitiamo Gili Ringgit, che presenta delle bellissime formazioni di coralli con numerosi pesci e stelle marine. In genere, pare che si vedano anche le tartarughe, ma a noi non è successo. Seconda tappa è Gili Layar, la cui caratteristica è la grandissima quantità di pesci tropicali coloratissimi; a volte sembra quasi di stare in un acquario. La ciliegina sulla torta è Gili Goleng, con un fondale corallino fantastico ed una quantità di pesci impressionante; tra questi anche un incredibile cavalluccio marino nero! Senza dubbio questa è una delle migliori esperienze di snorkeling che abbiamo mai fatto. Inoltre, il colore del mare e la spiaggia sono davvero meravigliosi.

Tornati in hotel, passiamo il tempo in spiaggia e poi andiamo a cena, sempre nel ristorante dell’hotel, dopo aver percepito una leggera scossa di terremoto.

21° giorno

Oggi decidiamo di fare snorkeling nella zona nord dell’isola su consiglio di Marie. Superiamo quindi il paesino con il porto, passiamo lo stretto il cui ponte è in costruzione, grazie ad un ponte mobile manovrato dagli operai e dopo un’altra mezz’ora di cammino, arriviamo ad una collina, che segna l’inizio della barriera. Le spiagge che vediamo dopo il ponte sono davvero meravigliose: mare cristallino, sabbia bianca ed a volte mangrovie.

Purtroppo ogni tanto sulla spiaggia ci sono dei rifiuti portati dal mare, l’unica cosa, questa, che rovina un panorama altrimenti perfetto. Lo snorkeling è molto bello, ci sono numerosi coralli e qualche pesce. Tornati in hotel, dopo qualche ora sotto l’ombrellone, ci facciamo fare un massaggio e poi ceniamo.

22° giorno

A malincuore lasciamo il nostro hotel a Gili Gede alle 8 per tornare a Lombok, dove ci attende Wayan. Il tour di oggi comprende la famosa Pink Beach ed un paio di altre spiagge a sud. Wayan ci propone di vistare questi posti con uno snorkeling tour per 700.000 IDR e noi lo accettiamo. Attraverso Lombok arriviamo a Tanjungluar, un porto importante per il commercio del pesce e davvero autentico, dove ci imbarchiamo verso sud.

La baia dello stretto di Alas è bella e ci colpiscono alcuni pali elettrici installati in acqua davvero nel nulla verso Gili Maringkik, nonché le bagan, case costruite in mare su palafitte di bambù, che i locali utilizzano per la pesca notturna. La prima sosta snorkeling è a Gili Gambir: panorama splendido e bello snorkeling, con giardini di corallo e molti pesci. Visitiamo poi la Pink Beach, che in realtà di rosa non ha tanto, ma ci piace molto ugualmente e facciamo un’altra sosta snorkeling a Seguy Beach, ennesima spiaggia splendida con dei bei fondali.

Concludiamo quindi con una breve pausa a Palau Pasir, isola che emerge solo con la bassa marea. Tornati sulla terraferma, ci dirigiamo a Praya, dove salutiamo Wayan e ci fermiamo in hotel (Illira Lite Hotel; http://www.illirahotel.com/praya; 347.652 IDR per una doppia con bagno; molto buono). Ceniamo in hotel, tra l’altro molto bene (IDR 300.000 per tre piatti).

23° giorno

Alle 8.50 del mattino abbiamo il volo WingsAir e Batik Air per Labuan Bajo via Denpasar, per cui arriviamo presto in aeroporto con il taxi Bluebird prenotato la sera prima. Fortunatamente stavolta partiamo ed atterriamo puntualmente… anche se vedere sull’aereo Wings Air la brochure ‘Invocation Card’, con alcune preghiere cristiane, islamiche, buddhiste, ecc., ci ha lasciato un po’ perplessi! Andiamo quindi in hotel in taxi; qui non esistono né Bluebird, né Grab, per cui bisogna negoziare (Puri Sani Beach Hotel; https://www.purisaribeachhotel.net/en; 98,97€ per una doppia con bagno e colazione per 2 notti; ottimo).

Il nostro hotel è lontano dalla città, per cui, non avendo nulla da fare a Labuan Bajo, decidiamo di passare il tempo in spiaggia. Il mare però è il peggiore che abbiamo trovato in Indonesia, per cui ci spostiamo in piscina. Dopo aver sbrigato alcune questioni burocratiche con l’agenzia per il tour di domani ed aver assistito ad un tramonto spettacolare in spiaggia (almeno è servita a questo!), ceniamo bene in hotel (300.000 IDR per tre piatti).

24° giorno

Dall’Italia abbiamo prenotato con Longlasting Trip (https://longlastingtrip.com; 3.500.000 a persona tutto incluso; ottimo servizio) una breve crociera di quasi 3 giorni e 2 notti nel Komodo National Park. Al mattino passa a prenderci l’addetto dell’agenzia e ci porta sulla Zendaya, la barca che abbiamo scelto, la cui organizzazione è affidata a Erwin.

La prima tappa della navigazione è l’isola di Kanawa, dove ci fermiamo per un po’ di snorkeling, bello tutto sommato. Continuiamo a navigare e guardiamo il tramonto al largo dell’isola dalla quale si allontanano in volo migliaia di volpi volanti; spettacolo impressionante, ma forse più per il tramonto stesso, che è davvero spaziale. Ceniamo, chiacchieriamo con i nostri compagni di crociera ed andiamo a letto. Una nota sulle sistemazioni: attenzione a prendere cuccette condivise o situate sotto il ponte, perché, anche se costano meno, non sono molto confortevoli a causa sia dell’odore persistente di gasolio quando la barca è in moto che dello spazio limitatissimo. Noi abbiamo preso la cabina migliore sul ponte superiore e ci siamo trovati molto bene… o almeno pensavamo così…

25° giorno

Sveglia alle 4.30 del mattino per fare un trekking di circa mezz’ora e raggiungere una delle cime di Padar Island dalla quale poter ammirare il panorama. C’è davvero tantissima gente, ma la vista delle tre baie è proprio mozzafiato. La luce migliore compare un po’ dopo l’alba, per cui si può venire serenamente anche più tardi. Segue la visita alla bellissima Pink Beach: guardandola ci rendiamo conto che le foto che appaiono in rete non sono ritoccate e che la spiaggia è davvero rosa, in forte contrasto con il mare cristallino.

Ci rimettiamo in navigazione per raggiungere Komodo Island. Appena approdati, riusciamo a vedere 3 dragoni quasi immediatamente, ma sembrano addormentati, per cui ci viene il dubbio che i rangers li abbiano sedati per far contenti i turisti, che hanno così la sicurezza di poterli vedere e la cosa ci lascia fortemente perplessi. Fortunatamente poco dopo ne vediamo uno realmente allo stato brado ed anche un paio di giovani. Tornati in barca, dopo pranzo ci fermiamo a Manta Point: le correnti sono davvero fortissime e poco gestibili, ma lo snorkeling è bello. Vediamo anche quattro tartarughe ed intravediamo una manta.

Sosta tramonto a Taka Makassar, un banco di sabba nel nulla poco lontano da Manta Point, che merita una sosta per gli splendidi colori. Serata karaoke con alcuni dei nostri compagni di viaggio, conclusa con la scoperta che nella nostra stanza, nascosti nelle pieghe della tenda, ci sono ben 3 scarafaggi, uno dei quali di dimensioni impressionanti! Per fortuna uno dei ragazzi dell’equipaggio risolve prontamente la situazione.

26° giorno

Al mattino visitiamo Kelor Island per vedere il panorama delle isole limitrofe dalla vetta. Carino, proprio come il bagno sulla spiaggia dell’isola ed il successivo snorkeling nelle vicinanze, presso Manjarite Island. Nel complesso la crociera è stato uno degli highlights del nostro viaggio, perché ci ha consentito di vedere alcuni dei posti che abbiamo apprezzato maggiormente in Indonesia. Subito dopo pranzo salutiamo Erwin e torniamo in hotel, dove facciamo un massaggio, guardiamo l’ultimo, splendido tramonto e ceniamo, sempre molto bene (380.000 IDR per tre piatti). Concludiamo la serata chiacchierando con una simpatica coppia di italiani che erano con noi sulla Zendaya.

27/28° giorno

Dopo colazione passiamo qualche ora in spiaggia sempre in compagnia della coppia italiana ed in tarda mattinata raggiungiamo l’aeroporto, dove ci attende il volo per Jakarta. Passiamo qualche ora in aeroporto nell’attesa del nostro volo per Milano via Doha, cenando in un giapponese decoroso (Marugame Udon; Terminal 3; 140.000 IDR per due piatti) ed arriviamo a Doha in orario ed a Malpensa addirittura con 15 minuti di anticipo.

Le regioni che abbiamo visitato in Indonesia sono state davvero interessanti ed il mare quasi insuperabile. Se dovessimo tornare indietro, salteremmo del tutto Jakarta, visiteremmo Borobudur e Prambanan in una sola giornata e forse potremmo trascorrere un giorno in meno ad Amed per riuscire a visitare anche Nusa Penida, della quale ci hanno parlato molto bene. Per il resto, il tour è stato perfetto.

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