Quattro salentini a barcellona
Barcellona d’altronde non è affatto una città costosa e pertanto ci ha soddisfatto sotto tutti i punti di vista! Inoltre per gli interessati va detto che la birra costa veramente poco e che si potrà ancora per poco fumare dappertutto! Arrivati a Barcellona abbiamo subito capito che il servizio dei trasporti pubblici da quel momento in poi sarebbe diventato un termine di paragone per ogni altro posto in cui saremmo stati: efficientissimo. Con soli 3,50 euro e senza nessuna difficoltà, il bus ci ha portato in Placa de Espana da dove poi in metropolitana avremmo raggiunto il nostro Hotel. La maestosità e la grandezza di questa bellissima piazza ci ha sbalorditi e da subito siamo stati impazienti di tornarci pochi giorni dopo, perché (dati gli “studi” asfissianti durati quasi tre mesi, tanto che ormai di Barcellona sapevamo veramente tutto), da giovedì a domenica, dalle 20,30 in poi, qui si tiene lo spettacolo della fontana magica che attira migliaia di turisti e non solo, ossia una fontana immensa che getta acqua da tutte le parti e che a ritmo di musica crea combinazioni coloratissime. Uno spettacolo magico vero e proprio! Anche la metropolitana non ci ha deluso: pulitissima, puntualissima ed organizzatissima, con tempi di attesa praticamente ridotti a zero. Perfetta se non fosse stato per il fatto che “sottoterra” l’aria era afosa e quindi insopportabile, circostanza questa che poi è diventata puntuale motivo di risata! Abbiamo acquistato un biglietto per 72 corse sui mezzi pubblici, al costo di 40 Euro e lo abbiamo usato in quattro. Per noi è stato più che sufficiente, comunque esistono diverse offerte a seconda delle proprie esigenze.
Abbiamo alloggiato all’Hotel, prenotato tramite agenzia, Nunez Urgell, un quattro stelle bellissimo con personale disponibilissimo, zona Hospital Clinic, da cui facilmente si raggiungono le principali attrazioni, che ci è costato solo 35 euro a persona per notte, escluso colazione. Fare colazione in un bar qualsiasi, dove io volentieri mi sono adattata alle abitudini della città e quindi alle brioches ho preferito i bocadillos (pseudo-panini stretti, lunghi e croccantissimi con salumi e formaggi), costa molto meno che farla in hotel. La metro dista dall’albergo meno di 200 m e la zona è nuova e molto curata ma soprattutto fornita di ogni tipo di negozio o bar. Noi abbiamo usufruito molto di un piccolo supermarket a pochi metri dall’hotel aperto fino a notte fonda. Barcellona è una città viva in qualunque orario del giorno e della notte! Per la lingua non ci sono problemi in quanto ci si capisce senza necessariamente parlare in inglese, come invece Ale ha tentato di fare ad ogni costo per suo diletto più che per necessità! Comunque, appena arrivati abbiamo tirato fuori dalle valigie il nostro programma di viaggio e armati di cartine e libricini vari ci siamo tuffati nella nostra avventura.
Le prime cose che ci hanno colpito sono stati i colori di questa città, che abbiamo scoperto essere diversissima in ogni sua zona e sempre stravagante. Il primo luogo in cui ci siamo diretti, (itinerari studiati da me già prima di partire grazie anche a questo utilissimo sito), è stata Rambla, la zona turistica vera e propria. Ovviamente qui non siamo rimasti indifferenti alla Boqueria, dove tutto il commestibile esistente è offerto su banchi così variopinti e invitanti che ci si sazia senza mangiare nulla (ovviamente non è stato il nostro caso!). La Rambla ci ha impegnato per quasi tutto il pomeriggio con le sue diverse zone dedicate a fiori, animali e soprattutto con gli artisti di strada, praticamente uno accanto all’altro, e negozietti da cui Alessandro e Miriano volevano tenerci lontane con la scusa che avevamo davanti una vacanza intera per fare acquisti! Abbiamo fatto una lunga passeggiata, con continue soste per foto varie, per la Rambla del Mar e il porto (evitando di entrare nell’immenso Maremagnum perché tanto discoteche e cinema esistono anche qui!); purtroppo non siamo riusciti a visitare la Barcelloneta, dato l’ora ormai inoltrata e la stanchezza del viaggio, e da chi conosce Barcellona abbiamo saputo che questa è una zona veramente interessante per la miriade di ristoranti tipici e comunque tutti particolari. Un consiglio, che vale soprattutto per queste zone stracolme di turisti, è quello di acquistare cibo solo quando i prezzi sono indicati perché altrimenti sono batoste. Noi siamo stati avvertiti dal simpatico proprietario di bar in una bellissima piazzetta intitolata a Cristoforo Colombo vicino alla Rambla. Comunque non conviene mangiare la buonissima paella sulla Rambla perché qui i prezzi sono maggiorati.
Il secondo giorno, (ovviamente consiglio di portare solo abbigliamento pratico e soprattutto “molto estivo” perché Barcellona a luglio ha temperature uguali alle nostre), prima tappa è stata l’Hospital de Sant Pau e Sant Creu e qui abbiamo capito che le strutture architettoniche di Barcellona sorprendono sempre e comunque, visto che più che un ospedale sembra il paese dei balocchi. Vale sicuramente la pena visitarlo, anche perché gratuito, se non fosse altro perché uscendo si intravedono inaspettatamente le guglie della Sagrada Familia che già da questa distanza lasciano poco spazio all’immaginazione e ne rivelano tutta l’imponenza! Ci siamo quindi precipitati in metro direzione Sagrada. Appena arrivati abbiamo coscientemente scelto di salire per le scale che ci avrebbero portato dalla parte posteriore della chiesa, costruita dopo Gaudì, (sempre bella ma comunque meno arzigogolata della facciata principale), poiché ho creduto che l’altra uscita mi avrebbe portato d’un tratto di fronte alla maestosa costruzione troppo complessa e artificiosa per una come me che soffre di una “pseudo-sindrome di Stendhal”. I miei comprensivissimi amici hanno accettato e abbiamo constatato che probabilmente l’imponenza e la particolarità della Sagrada Familia sarebbe stato un colpo non solo per me! Senza parole! Non è facile neppure da fotografare perché non ci sta nella foto! Ma per noi non era un problema perché Ele munita di videocamera ha ripreso anche gli angoli che nessuno ha mai notato! Comunque ha ripreso tutti gli angoli di Barcellona che nessuno aveva mai notato, tanto che noi, Miriano compreso, le abbiamo promesso che nel prossimo viaggio o lei o la videocamera! Dopo aver visto la Sagrada Familia, (bottiglietta d’acqua 3 euro nei bar circostanti) solo dall’esterno perché l’interno dicono che sia un cantiere in costruzione per il quale non vale la pena spendere 8 euro (visita rimandata al 2025 quando dicono che sarà terminata!), ci siamo diretti (metro L2 viola) sul Passeig de Gracia, la via delle grandi firme che da l’idea della città ricca e sfarzosa, ma soprattutto ancora di Gaudì: Casa Batlò, tra altre due costruzioni particolarissime tanto che questo insieme è chiamato “pomo della discordia” proprio per indicare la discordanza di stili posti uno accanto all’altro, e Casa Milà (Pedreira). Dall’esterno bellissime entrambe, (soprattutto Casa Batlò che ha colori particolari e il tetto a forma di drago inflitto da una spada), dall’interno possiamo dire bene solo della Pedreira (ingresso: 8 euro) perché è l’unica che abbiamo visitato. Ci hanno subito muniti di guida con auricolari in lingua italiana in maniera che ognuno potesse seguire un suo percorso. Ai miei compagni di viaggio è piaciuta moltissimo tutta, per me ne è valsa la pena principalmente per il terrazzo con i fumaioli di forme tanto assurde da sembrare di zucchero! Quando guardo le foto mi sembrano ancora tanto strani! Dopodiché direzione Placa de Catalunya, la grandissima piazza da cui si può raggiungere qualsiasi punto della città, con sosta all’Hard Rock Cafè! Dopo una pausa in albergo ci siamo inoltrati in quel labirinto, almeno per noi, che è il Barri Gotic, il quartiere vecchio completamente diverso dalla zona del Passeig de Gracia ma sicuramente non meno bello e, dopo aver camminato per ore senza capire come raggiungere la Cattedrale (e oramai nervosissimi), abbiamo deciso di sostare davanti una buona paella per scoprire poi che ci trovavamo proprio alle spalle della Cattedrale e, come tutto il resto, immensa anch’essa! La scoperta maggiore è stata però scoprire che da Placa de Catalunya, attraverso un viale pedonale stracolmo di negozi, si arriva in pochi istanti alla Cattedrale e al Barri Gotic! Dopodiché abbiamo optato per una perlustrazione della Rambla notturna ma abbiamo notato qualche faccia strana, anche se Barcellona ci è sembrata una città tranquillissima, e abbiamo optato per una sangria con tapas prima di ritornare in albergo! Il giorno successivo è stato ancora dedicato a Gaudì e questa volta al Park Guell (giardini di Gaudì), ingresso gratuito. Non è facile raggiungerlo, conviene, infatti, prendere l’autobus che praticamente ha la fermata all’ingresso, piuttosto che la metro che comporta una passeggiata di quindici minuti, nonostante lo spettacolo meriterebbe una passeggiata anche di più di un’ora! Siamo ancora rimasti senza parole davanti a quest’insieme di colori e forme! Tutte le opere di Gaudì ci hanno dato l’impressione del surreale! Ci guardavamo intorno come inebetiti, almeno finchè un conterraneo non ha riconosciuto il nostro accento e accortosi della nostra difficoltà nel fare una foto di gruppo seduti intorno alla fontana della “lucertola” di Gaudì, si è gentilmente offerto di provvedervi! I pugliesi li trovi dappertutto! Estasiati abbiamo proseguito la nostra visita della città diretti nella piazza della Cattedrale dove avevamo individuato il nostro ristorante di fiducia! Dopo esserci ristorati seduti all’aperto con vista sulla Cattedrale, abbiamo visitato il Museo Picasso al costo di 6 euro che però è stata un po’ per tutti una piccola delusione forse per nostra stessa colpa in quanto, poiché profani in materia, speravamo di trovarci le opere celebri che tutti conoscono e invece a parte tre dipinti di nostra conoscenza, che abbiamo potuto fotografare nonostante l’esplicito divieto, non vi abbiamo trovato le celebri opere che poi abbiamo saputo trovarsi in altri musei.
Dopo questa immersione culturale, ci siamo diretti, accompagnati, (anche a Barcellona!!) dalla voce di Laura Pausini che si diffondeva per le vie, sempre nella stessa zona chiamata Ribera, alla chiesa di Santa Maria del Mar. E’ stato durante questo breve e intenso tragitto pedonale (in questa città conviene sempre camminare e soprattutto farlo a testa in su perché c’è sempre qualcosa di inaspettato da vedere), che ci siamo imbattuti in una Xocolateria, ossia un paradiso di ogni tipo di cioccolata esistente dai gusti più assurdi! Dopo questa dolce sosta, abbiamo raggiunto la chiesa di Santa Maria del Mar, dove io e Miriano ci siamo assentati dalla visita turistica per riposare le stanche membra sulle panche, mentre Ale ed Ele imperversavano tra riprese e foto, per poi riprendere il tour della zona, che ci è piaciuta tanto perché sapeva di “vita vissuta Barcellonese” in quanto, essendo questa una zona ricca di bar, pub e ristorantini e per questo forse troppo rumorosa per gli abitanti della zona, dalle finestre dei palazzi cadevano lunghi striscioni con su scritto di fare silenzio nel rispetto dei residenti, ovviamente nella loro lingua! Serata allo “show” della Fontana Magica in Placa de Espanya:ho già detto di quanto sia scenografico tutto ciò! Nel giorno successivo abbiamo attraversato mezza Barcellona per raggiungere il Camp Nou, uno degli stadi più grandi d’Europa. Prezzo:7 euro con visita al museo. Soldi spesi malissimo, almeno secondo me, (e credo secondo tutti anche se non lo ammetteranno mai), perché ci abbiamo impiegato quasi un’intera mattinata per vedere uno stadio che, seppur grandissimo, curato e bello, non giustifica la traversata, i costi e lo spreco di tempo! Menomale che poi abbiamo recuperato in grande con la visita del Palau della Musica Catalana che con i suoi 6 euro di ingresso e la guida, a scelta tra inglese e spagnolo, ci ha inebriato tra mosaici e colori. Anche qui non era possibile fare foto o riprese e così all’ingresso Ale e Miriano, convinti di poter fregare due volpi come me ed Ele, hanno tentato un fotomontaggio con l’aiuto di una cartolina pur di dimostrare che loro erano riusciti a fare una fotografia dell’interno!Poveri! Dopo questo bellissimo teatro, ci siamo diretti nel nostro ristorantino di fronte alla Cattedrale, dove all’aperto abbiamo gustato la paella accompagnata dalle tapas. Nel pomeriggio, per diletto più mio e di Ele che non di Alessandro e Miriano, abbiamo deciso di fare un salto al Corte Igles che, sul modello di Harrod’s, offre su più piani ogni genere di indumenti e accessori e non solo, tutti firmatissimi e ovviamente con prezzi non troppo bassi! La serata l’abbiamo dedicata alla Cerveceria proprio accanto al nostro hotel dove abbiamo mangiato i migliori bocadillos e tapas di Barcellona, almeno secondo noi! Nel nostro ultimo giorno abbiamo cercato di visitare più posti possibili pur consapevoli che comunque, nonostante il piacevolissimo tour de force dei giorni precedenti, avremmo abbandonato questa bellissima città con dei vuoti che sicuramente avrebbero meritato il nostro ritorno al più presto. Così prima tappa è stato il Tibidabo, il punto più alto di Barcellona che si raggiunge con un continuo e divertente cambio di mezzi di trasporto, tutti a pagamento, tra i quali un trenino tipo far west. Consiglio di portare un qualcosa per coprirsi perché la temperatura, almeno quando ci siamo stati noi, scende di almeno 5° rispetto alla città. Quassù c’è la Chiesa del Sacro Cuore con una statua di Gesù stile Rio de Janeiro. Ci è tanto piaciuta e nonostante il freddo ne è proprio valsa la pena! Abbiamo evitato di perdere tempo nel parco dei divertimenti che si trova qui su visto che Barcellona era per noi ormai questione di ore e siamo quindi tornati in città ben felici di ritrovare le calde temperature estive che in qualche altro momento non ci erano state di così grande gradimento! Ci siamo così indirizzati verso la Rambla, e nello specifico alla Boqueria, dove abbiamo pranzato a base di tapas (io non sono riuscita a rimanere indifferente neppure all’immenso punto vendita di caramelle gommose e liquirizie!).
Dopodiché ci siamo indirizzati verso Santa Maria del Pi, dedicandoci durante il tragitto all’acquisto dei regali-ricordi sulla Rambla per la grande gioia mia e di Ele. In questa piazza, stile Montmartre parigina, ci sono pittori che espongono i loro quadri come se si fosse in un mercato, ovviamente i prezzi sono tutt’altro che da mercato. Se si è sensibili alle pitture vale proprio la pena di visitare questa piazzetta perché si possono trovare opere che lasciano a bocca aperta. Abbiamo poi proseguito il nostro percorso in direzione porto da dove, usufruendo della funicolare, alla modica cifra di 7.50 euro per 2 minuti di tragitto in circostanze pietose (per ogni tragitto fanno salire nella cabina 15 persone che si ritrovano come sardine), e abbiamo raggiunto il Montjuc. Purtroppo per la troppa stanchezza, soprattutto mia e di Ale, non abbiamo visitato niente di questa zona (comunque raggiungibile facilmente con i normali mezzi pubblici), quindi niente Poble Espanyol, Castello e soprattutto niente Fondazione Mirò .. Tutti posti che ci è veramente dispiaciuto tantissimo non aver visto! Abbiamo però fatto un giro nell’ingresso della Fondazione Mirò e ne siamo rimasti entusiastissimi, soprattutto Ele che ha saccheggiato i punti vendita interni acquistando stampe e quant’altro .. Purtroppo a volte la stanchezza non si può controllare! L’ultima serata è stata veramente intensissima, e l’abbiamo dedicata a dare il nostro personalissimo saluto a questa calorosissima e magica città: siamo ritornati alla Sagrada Familia e sul Passeig de Gracia a rivedere tutte le imponenti opere illuminate nella notte .. Spettacolari! Ancora oggi, a distanza di sei mesi, ripensiamo a Barcellona con nostalgia e soprattutto con tanta voglia di ritornare a vedere questa volta tutto quello che ancora non abbiamo visto!