Quattro giorni a Parigi

Nella capitale francese... fra low cost e ritmi slow
Scritto da: Nadia Marchegiani
Partenza il: 20/06/2014
Ritorno il: 23/06/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €

Organizzazione

Dopo aver scelto la meta, la mia organizzazione parte sempre dal cercare il volo più economico e dall’aeroporto più vicino e con lo ‘sforzo’ minore possibile; quindi Ryanair da Roma Ciampino delle 6,25 a Beauvais il 20/6/14 e ritorno partenza dallo stesso alle 21,25 per Ciampino il 23/6/14. L’agenzia di viaggi a cui mi appoggio ci riserva un volo per 2 a/r a Tot. 132E, più 30E di commissioni. Stavolta voglio vedere se prenotando da venerdì a lunedì invece che domenica, la Ryan mi risposta il volo, ma fortunatamente non accade; quindi ho capito come scavalcare un problema che ne ha innescati parecchi altri 2 volte su 2 in passato.

Attraverso il sito di Budgetplace, trovo l’hotel ‘Le Carrosse’ – 88 rue Desnouettes, ben collegato al centro da 2 metro (linea n.8 lilla ‘Balard’; linea verde n.12 ‘porte de Versailles’); molto pulito e con personale cordiale e gentile; le foto della camera sono veritiere; giusta qualità prezzo. Forse un po’ troppo rumoroso per chi è insofferente al rumore del traffico giorno e notte. Ma noi abbiamo dormito sempre (e comunque! Anche al di là del rumore) con la finestra aperta; magari chiusa attutisce di più; non c’è l’ascensore, ma noi fino al III piano portavamo solo il bagaglio a mano, quindi fattibile.

Per non recare troppo disturbo a chi mi accompagna e riprende all’aeroporto, opto quello parigino più fuori mano (ed economico), sprecando 68E a/r in 2 per 3 h di viaggio a/r (la prossima volta meglio 5E di parcheggio a Fiumicino e atterrare/ripartire molto più vicino!). Da lì partono con cadenza frequente navette con le diverse direzioni stampate sull’autobus stesso; è impossibile sbagliarsi. I biglietti si fanno sia in aeroporto (fila molto lunga) che subito prima di imbarcarsi in degli appositi prefabbricati. Per chi è pratico, consiglierei i biglietti online, risparmiando 2E a tratta.

L’autobus ci ferma alla stazione Port Maillot, da cui partono sia treni (RER) che metro; ogni volta che metto piede in una città straniera a me capita di incasinarmi inizialmente (vado in stress da viaggio e disorganizzazione) nella comprensione di zone, tariffe e carnet vari. Alla fine torno lucida e prendo il carnet ‘T+’ da 10 ingressi, valido per tutte le stazioni e zone, compresa la linea ferroviaria RER, che c’è servita un paio di volte. Ne prenderemo 3 in tutto, al costo di 13E l’una.

arrivo e primo giorno

Dopo la paura iniziare di beccare previsioni del tempo avverse, per contro troviamo un clima assolutamente favorevole: sole e fresco per tutto il tempo! Leggendo le recensioni sui costi cittadini (acqua fino a 5E!), ci orientiamo quasi sempre su street food, acqua di fontanelle e spesa fatta al supermercato per i panini. Anche se poi è pieno di venditori abusivi che te la forniscono a 1E.

Non riscontriamo l’accattonaggio strong che ho letto.

Arrivati finalmente in hotel, essendoci svegliati alle 5 di mattina, ci prendiamo 1 oretta di relax e decidiamo un tour iniziale molto soft. Iniziamo a prendere confidenza con Parigi con una passeggiata a Place de la Concorde, Champs Elysées e arco di trionfo, Tour Eifelle (non riusciamo a salirci per poca pazienza: file infinite e immobili: optate per ticket online, se li fanno!) e Trocadero, approfittando della zona per un giro in battello preso sotto la Tour Eifelle, alla tariffa di14E a persona (croisiere decouverte); per un prezzo un po’ maggiore avevi o un drink o qualcos’altro che non ricordo. Panorama, inutile dirlo, poetico e rilassante! Da innamorati insomma. Abbiamo comunque camminato già molto; quindi spizzichiamo qualcosa di street food e andiamo a dormire. In questo periodo dell’anno rimaniamo stupefatti dal fatto che fa buio alle 23:00 passate! Almeno 2 h dopo che in Italia.

Qualcosa mi dice che non sarà una visita culturale, ma sensoriale; infatti il caso vuole che una serie di concause ci impediscano o facciano passare la voglia di visitare neanche uno dei musei classici previsti (D’Orsey, Louvre, Centre Pompidou); quindi ci godiamo Parigi ‘on the road’, e posso dire di essere contentissima di averlo fatto! Ceniamo al volo con un panino del supermercato e prendiamo 2 birre al cafe Grenelle (188 rue de grenelle) per 15E in 2, col sottofondo della partita della Francia contro non ricordo chi, vinta per 5 a 2 dai francesi!

secondo giorno

Ci svegliamo con molto comodo e usciamo intorno le 10:30, con l’intento di iniziare a vedere qualche museo (Pompidou, ad esempio) ma alla reception ci dicono che la sera dopo le 20:00 è gratuito, quindi rimandiamo a dopo cena, ma la ‘deviazione’ di fa girovagare per i quartieri Beauborg, les Halles e Marais. La piazza antistante al Pompidou sembra p.zza del Campo a Siena, tutti assiepati li, artisti e venditori di strada inclusi. Visitiamo anche la chiesa di S. Eustache, in cui troviamo un concerto pop in atto, come sembra sia attualmente di moda nelle città europee.

Decidiamo di tentare, allora, il museo D’Orsey, ma il caso vuole che sbagliamo sia giorno che orario! Per cui proseguiamo il tour appoggiandoci a un riscio’ che ci riporta a Beauborg per 20E in 2.

Proseguiamo a caso per l’Ile de la Citè, Hotel de Ville, Notre Dame e finiamo nel quartiere latino, a S. Michel, intanto che inizia il festival della musica, con gruppetti improvvisati a ogni angolino del centro, che suonano fino a tarda notte, creando un’atmosfera tipo capodanno! Restiamo incantati da viuzze caratteristiche, negozietti, giardinetti, angolini vari, tutta la riva della Senna affollata da ragazzi e turisti vari, appoggiati ovunque, organizzati coi loro sacchetti ‘a porter’ di pranzi al sacco e alcolici…molti…tanti alcolici! Di sera, sempre ovunque! Infatti a S. Michel troviamo il buontempone che a una certa ora trova goliardico arrampicarsi sulla statua (evidentemente per farsi riprendere e postare su qualche social), nel accolto dalle guardie appena sceso. Volendo dire un’amorevole cattiveria, io e il mio compagno ipotizziamo che il pungente odore di urina che troviamo troppo spesso e volentieri per una città del genere (neanche fossimo a Calcutta), malgrado gli svariati bagni pubblici anche autopulenti un po’ ovunque, derivi dal fatto che la sera siano cosi’ ubriachi che non facciano in tempo ad arrivarci.

Decidiamo di goderci tutta questa vista, gli odori, le luci e la gente, con mia somma soddisfazione! Distrutti di stanchezza e dopo un paninone al volo da Maoz (della catena veg) in zona quartiere latino, andiamo a dormire in attesa del gg dopo.

terzo giorno

Ci svegliamo di nuovo con comodo e ci spostiamo verso la basilica di Sacre Coeur e Montmartre: una bomboniera! Negozzietti di souvenires vari dove avrei comprato tutto! (m’è venuto il mal di Parigi). Proseguiamo poi per il quartiere del Moulin Rouge, che sembra una mezza rambla barcellonese con tutti sexy shop e mi lascia un parecchio delusa. Non ci tornerei. Ci avviciniamo verso il Parc Mouceau e restiamo lì a riposarci un paio d’orette. A Parigi la gente si stende in ogni angolo verde che trova, e ogni giardino che abbiamo visitato era ‘asfaltato’ da persone in relax, coi loro pacchetti ‘a porter’. Il parco è molto carino, con statue, stagnetto con oche, tante fontanelle provvidenziali e giostre. La sera deviamo per il quartiere di Montparnasse e i giardini di Lussemburgo, anche questi molto rilassanti e belli.

Per finire la serata in pieno stile parigino, ci sdraiamo sugli Champ de Mars, con pizza ‘a porter’ presa in ‘Pizzeria fiorentina – 7 bld de Grenelle’ gestita da un italiano: direi buona! Attendiamo il tramonto che non arriva mai (alle 23 ancora luce), intanto che si accendono le luci della Regina d’acciaio parigina, che quando è sera, ai primi 5 minuti delle ore si illumina ulteriormente come se brillasse.

quarto giorno e ritorno

Ci svegliamo cosi’ in ritardo dalla stanchezza che dobbiamo sbrigarci a lasciare la stanza per l’orario del check out (11:00) e ci dirigiamo verso i giardini di Tuileries, che somigliano molto a quelli di Lussemburgo. Proseguiamo la passeggiata finale verso la zona del Louvre (che vediamo solo da fuori ovviamente); ci concediamo un pranzo in un locale che credevamo francese ma si rivela gestito da cinesi, in un quartiere cinese; è in una traversa fra l’Hotel de Ville e Rue Rivoli e non ne ricordo il nome, dove prendiamo una insalatona tipica francese (insalata, senape, prosciutto cotto, uova sode, patate lesse), una bisteccona con patate, una birra e mezzo lt di souvignon della casa per circa 45,00 in due: molto soddisfatti!

Quindi torniamo verso Port Maillot, dove riprendiamo con molta facilità il pulman del ritorno; arrivo in aeroporto in tempo e ritorno a casa, con la certezza (e scusa) di tornare anche solo per i musei. Anche Parigi è fornitissima in quanto spostamenti con bikes e piste ciclabili, situati un po’ ovunque, e prima o poi mi cimenterò in tour cittadini molto ‘green’, perché effettivamente Parigi è da viverla tutta in strada, ed è effettivamente molto impegnativo solamente a piedi; e avvalersi spesso della metro è veramente un peccato.

Quando ci tornerò, mi organizzerò con il maggior numero di tickets online possibili e valigie un po’ più grandi! Ormai inizio ad aver viaggiato un pochino, e sono felice di aver smentito il mio dubbio che fosse un clichè dover parlare di Parigi per forza romanticamente: mi sbagliavo! Torni diverso, anche io, che sono molto pragmatica e poco romantica.

Au revoire!

Nadia

Spesa approssimativa: 450E a persona

Periodo: estate (e sempre)

Mezzi: aereo



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