Quattro giorni a Madrid 3

Il viaggio giusto al momento giusto... tra musei, divertimento, movida e le luci di una città sempre viva
Scritto da: Summergift
quattro giorni a madrid 3
Partenza il: 11/02/2012
Ritorno il: 13/02/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Viaggiare! Per me è sempre come la prima volta ed è diventato un rito.

Indice dei contenuti

La valigia la sera prima, la corsa in aeroporto, il momento del decollo che mi fa sempre emozionare e in questo caso anche preoccupare visto che è coinciso con la temuta nevicata che nel fine settimana passato ha imbiancato Roma.

Il mio viaggio inizia nel momento stesso in cui apro la guida della città che andrò a visitare e mi immergo talmente tanto che già mi immagino a camminare nelle stradine delle foto seguendo gli itinerari consigliati. Questo viaggio è iniziato proprio così, con la guida di Madrid in mano e il biglietto aereo nell’altra. Approfitto di un fine settimana che si rivelerà essere il più gelido di tutto l’inverno e decido di partire per cercare un po’ di relax e per ritrovare l’ispirazione.

Arrivo a Madrid dopo due ore di volo e atterro all’aeroporto di Madrid-Barajas in uno strano silenzio, ma l’ambiente è inondato di luce e questo mi mette subito di buon umore. Avevamo prenotato (e si non sono da sola!), un albergo a Puerta del Sol al centro della città e per arrivarci prendiamo direttamente dall’aeroporto la metropolitana che a Madrid è una vera ragnatela. Dopo circa 40 minuti arriviamo in albergo che fortunatamente è pulito e ristrutturato da poco. Sono quasi le 20, ma qui c’è ancora luce e così decidiamo subito di andare a vedere la famosa Puerta del Sol. Quella sera gli Indignados erano presenti in maniera massiccia. Protestavano contro le nuove riforme del lavoro approvate dal governo come un popolo sincero e colorato. Dalla parte opposta però c’è la polizia in assetto anti sommossa (il giorno dopo dalla televisione spagnola scopriremo che quella sera ci sono stati pesanti scontri in piazza) e questo ci induce a tornare in albergo per riposare un po’.

Primo giorno

Il primo giorno andiamo a fare colazione da Starbucks che è ovunque in città. Prezzo della colazione abbastanza salato e non ci piace nemmeno più di tanto. Ci siamo fatti ingannare dalla sirena del marchio che è un richiamo per il povero turista affamato. Passeggiamo per il centro e arriviamo al Palacio Real de Madrid. La giornata è fredda, ci sono -4 gradi, e la piazza antistante il palazzo alle 10 di mattina è vuota. Ci sono solo alcuni artisti di strada che sfidando il freddo iniziano la loro giornata lavorativa. Quello che ho notato è che a Madrid il tempo sembra scorrere più lentamente. Alle dieci di mattina, infatti, tutti i negozi sono ancora chiusi e le persone in giro per la città sono molto poche. Decidiamo di visitare il Palacio Real. Visto che sono una studentessa e che ho meno di 25 anni (in realtà ne ho 25, ma evidentemente non ne dimostro visto che non mi hanno mai chiesto la carta d’identità!) pago il biglietto ridotto di 5 euro anziché 10. Prendo l’audioguida perché voglio visitare il palazzo con cognizione di causa e non vagare per le stanze senza capire niente. La visita è abbastanza interessante considerando che siamo nella casa dei re di Spagna, che però soggiornano attualmente in un altro luogo. Il palazzo divenne la residenza reale quando Filippo II spostò la corte a Madrid nel 1561. È un edificio ricco ed è il classico esempio di palazzo che era stato concepito per impressionare e stupire. Un rovinoso incendio nel 1734 distrusse gran parte dell’edificio e Filippo V di Borbone avviò un sontuoso progetto di restauro influenzato anche dalla moglie italiana del re, Isabella Farnese. Anche Carlo III, re mecenate per eccellenza, dimorò nel 1764 nel palazzo e la sua statua accoglie il visitatore sovrastando la scalinata d’accesso progettata da Sabatini. Le stanze che visitiamo sono piene di arazzi, dipinti di celebri pittori come Tiepolo e Goya ma anche di stranezze come le ceramiche che prendono il nome di ‘cineserie’ in quanto ispirate all’oriente molto in voga all’epoca. Interessante è la visita alla Farmacia reale dove si respira ancora quel tipico odore di erbe e essenze. La Real Armeria, invece, è stata un po’ pesante da visitare con l’ausilio dell’audioguida. Un’interminabile spiegazione di tutta la storia spagnola mi ha spinta a fare una visita veloce e un po’ approssimativa. D’altronde le armi da guerra, le pistole, le sciabole, le armature, e i vari trofei non mi interessano proprio e quindi non è stata una grande perdita. Finita la visita al Palazzo, durata circa tre ore, ritorniamo nella piazza centrale e da li ci dirigiamo presso Plaza Mayor. È la parte antica della città ed è quella che a me è piaciuta di più. In questo luogo di derivazione asburgica, vi è un brulicare di gente molta seduta ai tavoli dei vecchi locali ancora in auge. Arriviamo al Mercado de San Miguel costruito nel 1916 e ultimo mercato in ferro battuto sopravvissuto a Madrid. I madrileni hanno perso il gusto di andare a fare la spesa al mercato e questo ha portato la chiusura di molti dei banchi che lo componevano. Il mercato si presenta come una serie di localini sovrastati da questa bellissima struttura in ferro battuto e dentro si può mangiare di tutto spendendo pochi euro. Noi prendiamo un tagliere con formaggi tipici spagnoli e un immancabile bicchiere di sangria. Inoltre assaporiamo lo stile di vita madrileno, molto più rilassato e direi anche felice rispetto al nostro.

Visto che è sabato sappiamo che il pomeriggio il Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia è completamente gratuito e quindi decidiamo di passare li il nostro pomeriggio. Questo museo custodisce opere di Picasso ma anche di Dalì, Mirò e Wharol. E’ un luogo molto particolare in quanto l’arte che per noi risulta essere più classica si incontra con i deliri di Picasso e le avanguardie cubiste. La star del museo è senza dubbio Guernica, celebre quadro di Picasso che rappresenta il bombardamento dell’omonima cittadina nel 1937 ad opera dell’aviazione tedesca. L’opera è potente perché fa immaginare scene di guerra e di devastazione ed è particolare come la figura femminile, ora madre, ora fuggiasca e dilaniata dal dolore sia ricorrente in tutta la composizione artistica. Si racconta che i soldati del Führer domandarono a Picasso vedendo il quadro di Guernica “Avete fatto voi questo orrore, maestro?” e lui rispose “No, è opera vostra”. Quest’opera anche se è la rappresentazione di un mondo confuso dai bombardamenti è un vero e proprio manifesto pacifista. Inoltre il dipinto era analizzato da una speciale macchina fotografica in grado di generare vari tipi di sorgenti luminose (raggi x, infrarossi ,luce visibile) la quale fornirà dei dati accurati sullo stato di conservazione del quadro senza essere invasiva per l’opera stessa.

Dopo questa giornata culturale decidiamo di andare a cena a Plaza Mayor nel famoso Mercato e optiamo questa volta per dei crostini a base di pesce. La sera andiamo a fare un giro sulla Gran Via. È un posto dove il divertimento ha il ruolo principale e infatti ci sono moltissimi cinema, teatri e fast food di ogni genere. È qui che si trova il famoso palazzo Metropolis quello che si vede in tutte le cartoline di Madrid per intenderci. Attenzione alle viuzze che portano sulla Gran Via. È uso che in strada ci siano prostitute di tutti i generi e anche se ci sono molti, ma proprio tanti, poliziotti se siete un ragazzo, da solo, questo non impedirà alle signore di avvicinarvi cercando di piazzarvi la loro merce!

Domenica

La mattina dopo andiamo a fare colazione in una buonissima pasticceria a Puerta del Sol, proprio davanti alla metro, dove ci rifocilliamo con cappuccino e brioche (siamo proprio italiani!). E’ domenica mattina e visto il freddo ci incamminiamo verso il Museo del Prado. In questo caso io non pago (sempre per lo stesso discorso dei 25 anni!!) mentre il mio fidanzato spende 10 euro. Comunque ogni domenica dalle 17 di pomeriggio l’ingresso è gratuito per tutti. Il Museo è enorme ed è facile perdersi passando da una saletta all’altra. È costituito da una collezione permanente che abbraccia la pittura spagnola, italiana, tedesca, britannica, fiamminga e francese , la scultura italiana, disegni e stampe e le arti figurative. Qui potrete osservare la celebre ‘La maja desnuda di Goya’ come anche ‘Las Meninas’ di Velazquez oppure le opere di Raffaello, Beato Angelico, Tintoretto, Rubens, Tiepolo, Caravaggio e di molti altri artisti. Vale la pena fermarsi al ristorante del museo attiguo al negozio di souvenir dove noi compriamo un libro che ci spiega tutte le opere presenti nel museo.

Finita la visita siamo leggermente stanchi e decidiamo di andare a prendere un po’ di sole e di caldo (la temperatura era di 2 gradi) ai Jardines del Buen Retiro che si trovano vicini al museo. Qui un gentile signore, vedendoci forse un po’ spaesati, ci viene incontro dandoci la cartina di questo bel polmone verde della città. Purtroppo il freddo e il vento che nel frattempo aveva iniziato a soffiare ci impediscono di godere a pieno della bellezza del luogo e così decidiamo di tornare verso Puerta del Sol. Andiamo a cena in un negozio della National Geographic sulla Gran Via e ci prepariamo ad affrontare l’ultimo giorno a Madrid.

Abbiamo il volo alle 17 e, con evidente stupore sul viso del mio accompagnatore, propongo di andare a visitare lo stadio Bernabèu. Devo dire che questa idea non è stata malsana! La sera prima c’era stata una partita (tra chi? Chiedete troppo!) e quindi si sentiva l’odore del calcio e della passione che spinge tanta gente ad andare a tifare per i propri idoli. Quello che noto è che in questi luoghi, gli individui di sesso maschile sembrano essere ammaliati da coppe e trofei e per loro è come guardare un sogno e viverlo virtualmente per una manciata d’ore.

È finito il nostro viaggio a Madrid. Per fortuna Roma ci accoglie con il sole e quindi non ci viene subito la depressione post-viaggio. Sul trenino che ci riporta a casa, stanchi ma felici, io già penso al prossimo viaggio, alle prossime emozioni e mi viene sempre il solito pensiero del ritorno: Viaggiando si impara!

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