Quattro giorni a Londra

La capitale inglese per me, Simo, Giò e Frà
Scritto da: gerardopercaso
quattro giorni a londra
Partenza il: 22/04/2013
Ritorno il: 26/04/2013
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
Logistica

Volo da Napoli per Londra Gatwick – British Airways (consigliatissimo) 125 euro tutto compreso ma prenotato con larghissimo anticipo; un servizio impeccabile, orari comodi, 23 kg di bagaglio a mano più una borsa per laptop. Niente a che vedere con Ryan o Easy

Hotel Park Plaza Victoria nei pressi (3 secondi a piedi) di Victoria station; la scelta si rivelerà ottima non solo per gli spostamenti (da Victoria Station arrivi ovunque) ma anche per l’ottimo servizio di assistenza ed una fidatissima receptionist italiana.

Trasporti

Oyster card comperate on-line dall’italia (con un risparmio seppur minimo) e 20 sterline di ricarica costo totale 25 sterline (attivazione compresa)

Treno Gatwick express per andata e ritorno con trenino prenotato dall’Italia in opzione group-return; noi viaggiavamo in 4 ed abbiamo usufruito di un fantastico 4×2 (50% di sconto)

Ed eccoci in viaggio io, Simo, Giò e Fra.

Arrivati a Gatwick ciò che nessuno ti dice è che dal terminal Nord dove siamo atterrati al terminal sud, dove si prende lo shuttle che ti porta in stazione per prendere il Gatwick express o i fast train o altri collegamenti, ce n’è di strada da percorrere, per fortuna ci sono i tappeti volanti!

Giorno 1

Arrivati in stazione dell’aeroporto con la prenotazione on-line, si può andare alla cassa automatica o alle biglietterie dove ti consegnano e ti spiegano come usare il biglietto ed eccoci sul trenino… 30 minuti e neanche… e siamo nella immensa Victoria station; 10 minuti per orientarci e 5 minuti per raggiungere l’hotel. Attenzione: in stazione oltre a trovare in giro poliziotti armati fino ai denti (ammazza e che sicurezza!), si potrebbe avvicinare qualche strano personaggio per chiedervi see… avete bisogno di informazioni… e indicarvele gentilmente. Primo esempio non solo di organizzazione ma anche di una inaspettata accoglienza londinese! Siamo in albergo la nostra stanza non è pronta ma usufruiamo della stanza dei nostri compari di viaggio Giò e Fra per lasciare i bagagli darci una rinfrescata e renderci conto di quanto è bello l’albergo pulito, sciccoso, con un’ampia hall con postazione internet (e stampante) gratuita altrettanto vale per il wifi sui nostri portatili e cellulari! siamo subito in strada a sfidare un clima non troppo mite ed un cielo grigio che sta per prepararci una bella sorpresa… da freddo e pioggerellina, a pioggia e vento forte, fino ai primi fiocchi di neve che ci accompagneranno per i giorni successivi. Cominciamo a renderci conto della citta e delle distanze dirigendoci a Buckingam palace davvero a 5 minuti dal nostro Victoria Plaza; attraversiamo St Jamers Park fino a Picadilly Circus per una foto di rito! Tanta gente, gruppi di ragazzi, artisti di strada da qui imbocchiamo la grande Regent Str. via dei negozi e dello shopping mentre comincia la bufera che rende obbligatoria una fermata al primo starbucks.

Davanti a una tazza di caffè nero bollente americano e un brown cookie ci si rende subito conto di quanto sia costosa Londra; compreso il secondo giro di dolce abbiamo sfiorato le 20 sterline, alla faccia del caffè! Approfittando di un momento di calma (meteorologica) ma ancora con pioggia incessante a freddo imbocchiamo nuovamente la bellissima Regent str fermandoci qua e la ad ammirare i tanti centri commerciali multipiano; fermata al disney store e lasciamo Regent str per andare alla ricerca di Baker str e del civico 221B… Sherlok Holmes ci aspetta. Restiamo un po’ delusi, di SH c’è ben poco ma non manca la foto davanti al 221 ed al museo di Sherlock Holmes con tanto di pub tipico. Ormai e’ buio… destinazione Hyde Park e dintorni alla ricerca dell’Hard Rock Cafè per la cena. All’ingresso, un ragazzo “ovviamente” italiano ci dice che c’e da aspettare un ora e mezza, così lasciamo il nome per prenotare il tavolo e prendiamo il trasmettitore (dobbiamo restare nel giro di 200 metri!) ed andiamo al Rock Shop praticamente di fianco attraversata la strada, dove compriamo simpatiche magliette. Torniamo all’Hrc ed ordiniamo delle birre giganti al banco, nell’attesa e ben prima dell’ora e mezza prevista, mentre sorseggiamo le nostre birre il trasmettitore si illumina di rosso e vibra, cosi torniamo all’ingresso dove l’addetta ci accompagna al nostro tavolo. Cibo ottimo, musica meglio ancora, clima festaiolo e cimeli, chitarre, giacche, foto… una più bella dell’altra. L’Hrc non si smentisce mai e quello di Londra è sicuramente il più ricco che io abbia mai visto fino ad ora. Usciti dall’Hrc non resta che tornare in albergo visto il maltempo e prendere possesso della nostra camera finalmente pronta.

Giorno 2

Dopo una ricca colazione (all’italiana) andiamo direttamente al British Museum, il tempo è brutto quindi prendiamo un autobus e arriviamo direttamente davanti all’ingresso dove sotto fiocchi di neve a fatica tratteniamo Fra che aveva adocchiato un chioschetto di hot-dog caldi fumanti; pazienza, toccherà fermarci nella caffetteria del museo appena entrati per farci perdonare (eppure aveva appena finito la sua colazione “inglese”). Ingresso gratuito, guardaroba 1.5 sterlina e audioguida 5 sterline a testa e via si parte per i vari tour guidati, il museo è ricco e pieno di ambienti da esplorare, con l’aiuto delle audio guide con monitor palmare e touch screen decidiamo i percorsi preferiti. Usciamo dal British poco dopo l’ora di pranzo ed entriamo direttamente nella “taverna del museo” proprio di fronte, un locale molto carino dove mangiamo 4 fantastiche zuppe calde ed una buona birra artigianale. Di nuovo in strada, destinazione Covent Garden; è bellissimo girare per le bancarelle al coperto, ammirare i negozietti caratterisitici, ma anche i banchi della frutta e nelle due zone aperte ampie e piene di tavolini, guardiamo l’esibizione degli artisti, qui si canta e si applaude. Tutta la struttura è circondata da portici e ancora negozi e locali e l’atmosfera è molto vivace. Lasciamo Covent Garden alla ricerca di Leicester Square che scopriremo essere davvero un punto centrale di snodo; c’è davvero di tutto nelle vicinanze ed una gran folla; di qui si raggiungono i Casinò, si parte alla scoperta di Chinatown e Soho e Little Italy (davvero little secondo me), a pochi passi il teatro Her Majestic ma soprattutto c’è l’imperdibile M&Ms world store 4 piani di M&Ms incredibile anche solo da pensare; Compriamo un ciondolo ed un cioccolatino perchè come ha detto il ragazzo alla cassa (ovviamene italiano), non puoi venire qua e comperare solo un ciondolo. Su ogni rampa di scale ragazze in divisa M&Ms distribuiscono cioccolatini a tutti i bimbi e non solo… io e Fra facciamo un paio di giri. Lasciata Leicester Square, attraversiamo Chinatown, e Little Italy per andare a vedere la famosissima Carnaby str molto carina con tanti negozietti ma delle marche più comuni, ma ben poco resta del suo significato storico. Soddisfatti torniamo alla metro (tube) per rientrare in albergo, questa sera, in fondo alla strada (Wilton Road) ci aspetta la cena al ristorante turco Kazan; passeggiando verso il Kazan scopriamo e prendiamo nota di un ristorante messicano ed un locale brasiliano tutto li vicino fantastico! La cena da Kazan è stata perfetta e… costosa così rientriamo in albergo per bere un whisky al bar e parlare con Mauro ragazzo italiano di origini napoletane, è in procinto di aprire un ristorante italiano proprio dietro il Victoria Plaza Hotel… la prossima volta saremo suoi ospiti sicuramente.

Giorno 3

La mattina comincia con un deludentissimo giro a Portobello Road e Nothing Hill; a causa del tanto ma tanto freddo e del gelido vento ed anche del fatto che sono solo le 9.00 del mattino le bancarelle cominciano timidamente ad aprire ma non ci sentiamo particolarmente attratti da questa atmosfera e decidiamo di proseguire per la nostra seconda parte del giorno verso il Natural History Museum. Fila all’ingresso ma solo per un giusto afflusso di entrata, caffè e guardaroba e ci proiettiamo direttamente verso il percorso dei dinosauri già affollatissimo e che nel pomeriggio diventerà sovraccarico di gente tanto da far creare una mega fila all’interno della grande sala centrale dove è ricostruito lo scheletro di un dinosauro enorme; è la stessa sala dove sono state girate alcune scene del film “una notte al museo”. Il museo è molto carino e didattico, c’è tanto da vedere ma una guida farebbe comodo invece le audio guide non ci sono ed è possibile solo consultare una pratica mappa divisa per zone e colori con un’offerta di una sterlina; noi eravamo andati per la sala di simulazione del terremoto di Kobe ma l’abbiamo trovata chiusa che peccato. All’uscita del NHM decidiamo che è il momento di visitare Harrods e visto il freddo ed un vento pazzesco è bello perdersi nel calore dei 7 piani di questo centro commerciale immenso; il reparto di gastronomia è davvero esaltante, i negozi di gioielli di grandi marche si susseguono, entriamo da Tiffany solo per dire di esserci stati, guardiamo i Rolex giusto per vedere che ora è, andiamo al reparto di souvenir ma compriamo ben poco, tutto costa molto di più così raggiungiamo il 6 piano puoi pagare un espresso illy la bellezza di 5 sterline più 2 di servizio al micro tavolo. Usciti da Harrods, approfittiamo della tregua meteorologica per dirigerci come previsto nella zona di Southwark alla ricerca di alcuni caratteritistici tipici pub inglesi segnalati e consigliatissimi tipo l’Anchor&Hope ed il Firestation. La camminata è lunga e bella ma il freddo è tanto… purtroppo ci aspetta una triste scoperta: la domenica pomeriggio la maggior parte dei pub aprono solo il bar, cucina chiusa per tutti; che delusione. Cerchiamo altri due nomi il George-Inn ed il Barley-Mow, caratteristico perché si trova di fronte all’ufficio del coroner e finalmente capiamo: la domenica gli inglesi fanno il brunch, cominciano a mangiare dalla mattina fino al primo pomeriggio quindi la sera i pub quelli davvero tipici inglesi che avevamo cercato e trovato chiudono la cucina… maledetta domenica. Troveremo un locale che ci farà mangiare roba degna di McDonald e resteremo per sempre senza colmare questa voglia di mangiare in un tipico pub inglese. Torniamo in albergo per cambiarci ed andare a visitare al Casinò Imperial a Leicester Square e sederci ad un paio di tavoli di Texas Hold’em, poi visiteremo anche l’Ippodrome che è molto più bello dell’Imperial sempre nella stessa piazza e consiglio di provarlo, però un whisky al banco può arrivare a costare 35 sterline, ma le tariffe per i tavoli di Texas Hold’em sono sempre le stesse come ci spiega una ragazza italiana di Pisa che lavora ai tavoli. Così mentre Simo e Giò decidono di restare in hotel io e Fra decidiamo di salire sul 24, un autobus comodissimo che ferma proprio sotto l’abergo e poi prosegue per le centralissime zone di Londra è davvero panoramico ed arriva dappertutto, soprattutto se sbagli fermata e come noi, continui a chiacchierare fino al capolinea nella più sperduta e buia ed innevata periferia di Londra. Per fortuna troviamo un 24 che fa il giro al contrario, così dopo un ora e mezza di giro turistico in bus eccoci seduti al nostro tavolo da poker e tirare su un po’ di sterline!

Giorno 4

È lunedì, ultimo sfrenatissimo giorno. Partiamo direttamente per Camden Town ormai sappiamo che il 24 ferma anche a Camden quindi andiamo sul sicuro! Sfidiamo il freddo gelido stamattina, ma qui l’atmosfera è completamente diversa da Portobello Road si respira davvero aria londinese; Camden è una strada cosparsa di negozi di ogni genere dai souvenir all’abbigliamento punk rock, ai tatoo, al mercatino delle pulci, addirittura un negozio di fumetti e gadget dei supereroi fino ad arrivare a camden lock. Quando arrivi lì davanti vieni attirato dalle mille bancarelle e dai profumi (mica tanto) della moltitudine di banchi di cucina etnica… mangiare un felafel alle 10.00 del mattino mentre le ragazze prendono un espresso Illy nel chioschetto di una ragazza italiana di Milano, non ha prezzo e lo stomaco ringrazia e fa a botte con la colazione del mattino. Lo stables market è un labirinto di stand e di bancarelle. Una parte di questo stabile era un’ospedale per cavalli, oggi ci sono una moltitudine di rappresentazioni a grandezza naturale o teste giganti di questi bellissimi animali. Attraversiamo i corridoi, entriamo nei negozietti e sbuchiamo davanti ad un portone dove due enormi rotot presidiano l’ingresso… il Cyberdog sta per aprire così ci proiettiamo in un mondo psichedelico dove compriamo cose davvero originali e dove una simpatica ragazza italiana di origini napoletane ci mostra le magliette 3d fantastiche! Usciamo dal Cyberdog per fare la foto di rito sulle panchine che affacciano sul canale di Camden a forma di sedile di vespa sicuramente d’estate si respira un’aria più movimentata e festaiola, ma con quel freddo facciamo una foto, ci sediamo 5 minuti e via. Dobbiamo proseguire, la City ci aspetta, puntiamo direttamente al Tower Bridge ma dalla fermata della tube alla nostra destinazione ce né di strada da fare, per fortuna anche cose da vedere, The Monument, i grandi palazzi della City, in lontananza la cattedrale di St. Paul, il Tower Hill e finalmente il Tower Bridge; si dice che questo sua il posto più freddo e più umido di Londra, non posso che confermare, così scoraggiati anche solo a salire sul Tower Exibition, decidiamo di proseguire sul lungo Tamigi sperando di trovare riparo diretti verso il Tata Modern Museum, il museo di arte moderna ricavato all’interno di una vecchia fabbrica dismessa sulle rive del Tamigi. L’ingresso è davvero imponente e ad entrarci sembra di entrare nel ventre di una balena. Troviamo subito gruppi di studenti che si affollano nella hall e sulle scale che portano ai diversi piani, facciamo un giro velocissimo perché vorremmo pranzare al sesto piano dove si trova un ristorante con una vista panoramica mozzafiato; io, Fra e Giò, mangiamo dell’ottima carne consigliata da una preparatissima cameriera italiana di origini napoletane; Simo finalmente proverà i Fish and Chips, buoni ma non così speciali come si dice, sanno di bastoncini Findus! Dopo quest’ottimo pranzo decidiamo di tornare in albergo per riposare un po’ e prepararci per la serata al teatro (biglietti prenotati dall’Italia); prima di uscire, sfruttiamo la postazione internet per il check-in on-line per il ritorno aimè previsto per l’indomani. Arriviamo da Leicester Square con il nostro ormai fidato bus 24 nei pressi del teatro, la missione è quella di ritirar ei biglietti al botteghino e partire alla ricerca, nelle vicinanze del miglior Fish&Chips di Londra. Non lo troviamo? Oppure avrà chiuso? Il civico c’è… ma il negozietto no! Durante la ricerca ci imbattiamo nel Planet Hollywood of London e decidiamo di prenotare lì un tavolo per dopo lo spettacolo a teatro; visto il freddo glaciale ci infiliamo in teatro e ci dirigiamo al nostro piano dove ci fanno accomodare in una piccola saletta dove è possibile consumare qualcosa e fare un aperitivo; il tempo di guardarci intorno e chiederci come funziona per il guardaroba che… per fortuna… il signor Luigi (di Pomezia) ci intercetta subito come italiani dispersi all’estero e ci spiega un po’ come sono suddivisi i posti; chiacchieriamo un po’, ci parla della vita all’estero e non vuole sentir parlare di Silvio e ci spedisce al guardaroba, anche perché deve tornare al suo lavoro. Inizia lo spettacolo, gli effetti scenici sono davvero eccezionali, la compagnia ripropone questo spettacolo “pianto of opera” da un ventennio cioè dalla prima volta che lo stesso andò in scena proprio in quel teatro. La serata si concluderà come previsto al Planet Hollywood, meno male che almeno Simo ha provato i Fish&Chips di qualità sicuramente migliore della robaccia che abbiamo mangiato al PH; rientro in albergo con un’ultima passeggiata in Leicester Square per prendere il nostro affezionatissimo bus 24 che ci riporterà in albergo.

Giorno 5

La partenza. Abbiamo il volo alle… quindi c’è giusto il tempo di fare una passeggiata fino a Buckingam Palace e in pochi minuti raggiungere Hyde park, percorrerlo fino al Serpentine Lake, fare qualche foto agli scoiattoli e prendere la via del ritorno.

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Londra per me, Simo, Giò e Frà



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