Quattro giorni a Berlino 2
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Questa volta siamo io (Jessica) e mia mamma; ad aprile prenotiamo il volo che per questioni di comodità di orario scegliamo l’andata con Ryanair e il ritorno con EasyJet.
Volo da Bergamo “Orio al Serio” per Berlino “Schoenefeld” pagato Euro 68,56 a testa, mentre quello di ritorno da Berlino “Schoenefeld” a Milano Malpensa (Terminal 2) pagato Euro 212,99 a testa (costosissimo!!!! Ma era l’unica opzione possibile).
L’hotel che abbiamo scelto è “Hotel Leonardo Berlin” all’indirizzo di Wilmersdorfer Straße 32, 10585 Berlin, Deutschland (sito internet: http://www.leonardo-hotels.it/Leonardo_Hotel_Berlin_Itinerario). La metropolitana più vicina è “Bismarckstraße” (Linea U2 rossa o U7 azzurra).
L’hotel l’abbiamo pagato Euro 357,00 per tre notti con colazione (Euro 119,00 al giorno). È un 3 stelle superior ma per me ne valeva anche 4.
GIOVEDI 2 GIUGNO 2011
Partenza alle ore 15:30 da Bergamo con volo Ryanair puntuale e dopo un volo abbastanza turbolento atterriamo in orario per le 17:05 in territorio tedesco. L’aeroporto di Schönefeld si trova a circa 18 km dal centro città. Si può raggiungere il centro e le altre parti della città raggiungendo le stazioni collegate direttamente o indirettamente con l’aeroporto. Gli autobus sono disponibili al di fuori del Terminal A (bus 171).
Nel Terminal A ci dirigiamo subito al “Tourist Information Berlin-Brandenburg” a comprare due “Berlin Welcome Card”, tutte le informazioni si possono trovare sul sito ufficiale www.berlin-welcomecard.de. Prima di partire mi sono documentata sulla card e qui vi riporto tutte le informazioni dato che all’info-point il personale non parla italiano ma solo tedesco ed inglese: i vantaggi sono libera circolazione sui mezzi pubblici, ingresso gratuito in tutti i musei dell’Isola dei Musei una volta al giorno, sconti di almeno il 25% presso 160 partner culturali e turistici, mappa del centro città di Berlino e Potsdam, mappa della linea metropolitana S+U-Bahn. Si attiva vidimandola la prima volta che si utilizza un mezzo di trasporto pubblico e per usufruire degli sconti basta mostrare il biglietto dei mezzi insieme alla guida. Ci cono vari tipi di card: “Berlino AB” (48 ore a 16,90 Euro, 72 ore a 22,90 Euro, 5 giorni a 29,90 Euro e 72 ore + Isola dei Musei a 34,00 Euro) e “Berlino e Potsdam ABC” (48 ore a 18,90 Euro, 72 ore a 24,90 Euro, 5 giorni a 34,90 Euro e 72 ore + Isola dei Musei a 36 Euro). Noi abbiamo optato per la “Berlin Welcome Card + Museumsinsel” ABC ad Euro 36,00 l’una.
Prima cosa da sapere di Berlino per muoversi, la lettera “S” cerchiata di verde è il treno (ferrovia veloce urbana) chiamata “S-bahn” mentre la lettera “U” cerchiata di blu è la metropolitana (ferrovia veloce sottoterra) chiamata “U-bahn”; mentre due delle linee di autobus, la 100 e la 200, funzionano anche come bus turistico con fermate nelle principali attrazioni turistiche della città.
Fuori dal terminal A prendiamo un bus, l’autista gentilmente ci fa capire (parla solo tedesco) che ci lascerà alla fermata della S-bahn più vicina e con un po’ di cambi arriveremo in centro e al nostro hotel, ci regala anche un’ulteriore cartina della metropolitana segnandoci il percorso da fare. Il bus ci lascia alla fermata “Flughafen Berlin- Schönefeld” della S9, a primo impatto ci sembra di essere in una stazione malfamata con accesso ai binari attraverso una scalinata che non ci ispira nessuna fiducia, chiediamo informazioni e dobbiamo per forza passare di lì. Non sarà né la prima nè l’ultima stazione brutta e paurosa che incontreremo. Scendiamo a “Ostkreuz” e cambiamo con la linea S5 arancio, dopo una fermata scendiamo a “Warschauer Str.” e prendiamo la U1 verde e quasi alla fine della linea scendiamo a “Wittenbergplatz” ed infine prendiamo la linea U2 rossa per scendere a “Bismarckstraße”. Il viaggio è durato parecchio, forse perché inesperte della città e per la confusione della metropolitana, ma il viaggio di ritorno sarà molto più facile e veloce. La metropolitana è molto stretta, parecchio affollata e senza aria condizionata, è tenuta parecchio in pessime condizioni, soprattutto nelle zone della periferia c’è d’avere paura. L’accesso alla metro e alla ferrovia è libero, senza tornelli né porte e chiunque può entrare. Appena scesi alla nostra fermata due persone senza che noi chiediamo nulla ci danno indicazioni sul nostro hotel (pazzesco). L’hotel non è proprio in centro città ma nemmeno in periferia, quartiere tranquillo con negozi e ristoranti e ad 1 kilometro da “Charlottenburg”. Dopo aver fatto il check-in in hotel e datoci la camera 425 al 4° piano, depositiamo i bagagli, ci riposiamo per un po’ ed usciamo per l’ora di cena.
Il luogo scelto è l’ Hard Rock Cafè in Kurfürstendamm 224, per gli orari del locale e del negozio guardare il sito ufficiale:
Http://www.hardrock.com/locations/cafes3/cafe.aspx?LocationID=573&MIBEnumID=3
Per arrivare: metro U1 verde “Uhlandstraße”, oppure U9 “Kurfürstendamm”.
Prendiamo nachos con salse, pasta con pollo e pane all’aglio, coca cola e birra e paghiamo Euro 40,15 in due, mentre al negozio compriamo 3 magliette ed una camicia spendendo Euro 112,00. In questo locale ci sono cimeli di Elvis Presley, John Entwistle degli The Who, Led Zeppelin, Lou Reed, Neil Young, Jimi Hendrix, Jon Bon Jovi, Matthias Jabs degli Scorpions, Shakira, Jamie Stewart degli The Cult, Madonna, Annie Lennox, Lenny Kravitz, Rea Garvey degli Reamonn, Garbage, David Bowie.
Per il ritorno decidiamo di prendere un taxi che troviamo proprio fuori dal locale e con Euro 8,00 ci porta in hotel. La nostra prima giornata finisce qui.
VENERDI 3 GIUGNO 2011
Questa mattina ci alziamo presto e andiamo a far colazione, purtroppo il nostro sbaglio è stato quello di osservare ospiti dell’hotel mentre mangiano la colazione tradizionale tedesca e a noi ci passa immediatamente lo stimolo di far colazione. Stamattina la prima tappa è “Postdamer Platz”, per arrivarci si prende la metro U2 o U6 e si scende alla fermata “Stadtmitte”. Potsdamer Platz è il più sorprendente esempio di come, negli anni Novanta, il rinnovamento urbano abbia potuto trasformare Berlino nella “Nuova Berlino” di oggi. Di fatto, la piazza non è una vera e propria piazza, ma una zona costituita da tre aree, note come Daimler City, o Area Daimler Chrysler (1998), Sony Center (2000) e Besheim Centre (2004), che hanno letteralmente reinventato un terreno desolato dove fino al 1989 il Muro separava Berlino Est da Berlino Ovest. Qui troviamo esposti delle colonne di muro molto colorate e un ragazzo vestito da guardia che per Euro 5,00 ti da una cartolina raffigurante Berlino dal 1961 al 1989 con le varie zone della città: ad Ovest Francesi, Inglesi ed Americani mentre ad Est i Tedeschi ed i Russi; con la cartolina si ha anche un foglio che rappresenta il passaporto per passare dall’altra parte con i vari timbri delle diverse zone (con spiegazione in italiano compresa, divertente). La prossima visita è “Gendarmenmarkt Platz”, considerata come il più bell’esempio di architettura neoclassica a Berlino, la piazza è famosa per la maestosità delle sue costruzioni e la sua simmetria, sotto il regno di Federico I, vennero costruite due chiese per i molti protestanti francesi rifugiatisi a Berlino dopo l’abrogazione dell’editto di Nantes. Per arrivarci prendiamo la metro U6 scendendo alla fermata “Französische Straße”, si chiedono indicazioni un po’ in giro e si arriva facilmente nel giro di cinque minuti. Da qui si raggiunge facilmente “Bebelplatz”, abbiamo chiesto varie indicazioni a cittadini e guide che incontravamo ma nessuno ci sapeva dare un’indicazione precisa ma per nostra fortuna abbiamo incontrato un postino (molto carino) che ci ha indicato la strada da seguire e proprio dietro l’angolo (se vedete un edificio con una cupola verde siete arrivati) ci arriviamo facilmente. La piazza è ricordata soprattutto per il primo rogo pubblico di libri dell’epoca nazista (10 maggio 1933), avvenuto a pochi metri dall’Università Humboldt, dove lo studente Karl Marx fu allievo di Hegel. Il rogo, durante il quale furono dati alle fiamme oltre ventimila volumi di autori “sovversivi”, tra cui Karl Marx, Berthold Brecht e Thomas Mann, fu concepito come azione dimostrativa e ammonimento contro gli oppositori del Nazismo. A memoria dell’evento sorge oggi la “Versunkene Bibliothek” (biblioteca affondata), il monumento di Micha Ullmann, costruito al di sotto del piano stradale, che rappresenta una biblioteca di 50 mq con gli scaffali completamente vuoti. Al centro della piazza c’è appunto la scritta in tedesco che tradotta dice “Bruciato nel centro di questa piazza il 10 maggio 1933 studenti nazionalsocialisti le opere di centinaia di liberi scrittori, pubblicisti, filosofi e scienziati”. Continuando la nostra camminata, giriamo l’angolo e scorgiamo da lontano il “Berliner Dom” e la “Fernsehturm” (la torre delle telecomunicazioni di Alexander Platz). Per arrivare al Duomo ci si imbatte da lontano ad uno dei musei della cosi detta Isola dei Musei: l’Altes Museum. Decidiamo di visitare il Duomo che completato nel 1905, è il più grande luogo di culto protestante della città, luogo di sepoltura della famiglia reale prussiana degli Hohenzollern. Questo monumento è molto imponente e molto affascinante. L’entrata costa Euro 5,00 ma con la Berlin Welcome Card paghiamo Euro 3,00 a testa, il biglietto da diritto alla visita della chiesa e la salita della cupola (per gli orari e tutte le informazioni questo è il sito web: http://www.berliner-dom.de/). Dentro è molto bella ma possiamo starci poco perché fra poco inizierà l’orario della funzione religiosa e lo staff invita i turisti ad uscire. Proseguendo a piedi per quella via ci si imbatte, a chi interessa, nel “DDR Museum” (sconti con la card), qui c’è l’attracco dove parte un battello sul fiume Spree e per Euro 9,00 decidiamo di salire, prendiamo posto sul tetto e con un caldo cocente si parte e vediamo l’Isola dei Musei da un’altra prospettiva, il Parlamento, vari edifici simbolo della città, una strana imbarcazione chiamata “Moby Dick”, il Parco Tiergarten, La Casa delle Culture del Mondo e molto altro ancora. È ora di mangiare e dopo esser scesi dal battello ci imbattiamo in un monumento chiamato “Three Girls and a Boy”, quattro sculture di corpi nudi seduti su un muretto. Proseguendo per la via, decidiamo di fermarci a pranzare da “Block House” in Karl-Liebknecht-Straße 7 (sito web: http://www.block-house.de/), prendiamo coca cola, una birra, bruschette, una bistecca con patata al cartoccio, una bistecca con gamberetti, patate al forno, pane all’olio d’oliva, e zuppa di cipolle; il tutto molto buono, spendendo Euro 52,70 in due. Sono già le tre del pomeriggio e la nostra visita continua con il “Rotes Rathaus” proprio davanti a noi. Letteralmente significa “municipio rosso”, è il municipio di Berlino, sede del governo della città, la cui amministrazione locale, invece, ha sede nei singoli distretti. Berlino, infatti, è uno dei sedici Land, o Stati, che compongono la Germania Federale ed è dunque una città-stato. Negli anni Cinquanta, dopo i restauri seguiti alla Seconda guerra mondiale, il Rotes Rathaus è stato la sede del governo di Berlino est, mentre quello di Berlino ovest si trovava nel “Rathaus Schöneberg”, di fronte al quale il presidente Kennedy rese noto il suo appoggio a Berlino con la celebre frase “ich bin ein Berliner” (io sono un berlinese). Per chi volesse vedere quest’ultimo, la fermata della metro a cui scendere è la U4 “Rathaus Schöneberg”. Proseguendo sempre a piedi si arriva ad “Alexanderplatz”, moderna, con un mix particolare di architetture, ma non per questo meno interessante, è dominata dal profilo della “Fernsehturm”, l’altissima torre, 365 m, destinata alle telecomunicazione ma con un ristorante rotante e sicuramente con un panorama superlativo della città. Nella piazza altri due interessanti monumenti, il “Weltzeituhr” un orologio mondiale e la “Fontana dell’amicizia” internazionale. In questa fontana vediamo bambini di ogni età fare il bagno (persino una bambina completamente nuda) e gente che gira dei dintorni a piedi nudi incurante di bottiglie di vetro sparse qua e là e della sporcizia che domina le strade. In questa piazza ci sono molti artisti di strada, mendicanti e persone che offrono tour della città con mezzi strani ed alternativi. Per chi volesse arrivare con la metropolitana le linee da prendere sono: U2 “Klosterstrabe”, U5 “Schillingstrabe”, U8 “Weinmeinsterstrabe”. La prossima tappa è la famosissima “Brandeburgher Tor”, noi la raggiungiamo con la S-Bahn (S1 S2 S25) perché la metro U55 è fuori servizio per lavori in corso. La porta di Brandeburgo rimane comunque il simbolo della riunificazione tedesca, dopo oltre 44 anni di divisione simbolizzati dal muro, che passava non distante da qui. La porta ha un origine quale simbolo di pace, ma pochi anni dopo la sua realizzazione, nel 1806 Napoleone fece trasferire a Parigi la quadriga che sormontava la porta. Dopo Waterloo, la quadriga è tornata al suo posto e la Porta di Brandeburgo da simbolo di pace si è trasformata in icona della vittoria. Qui è pieno di artisti di strada vestiti con i costumi ancora dei tempi di guerra e la Porta me l’aspettavo più grande, dopo la foto di rito, la oltrepassiamo e proseguiamo a piedi fino ad arrivare al “Reichstag Bundestag”, il Parlamento Tedesco, purtroppo per accedere alla cupola è necessario prenotare in anticipo, prima l’entrata era libera a tutti ma con il rischio attentati il Reichstag ha adottato diverse misure di sicurezza; io mi sono attivata troppo tardi e nonostante ho mandato una mail di richiesta ufficiale mi hanno risposto che non era possibile per il sovraffollamento di persone in quei giorni. Peccato, ma per chi volesse tentare la prenotazione ecco il sito ufficiale: http://www.bundestag.de/htdocs_e/index.html . Io ho mandato la richiesta in inglese e loro la risposta in tedesco (per chi non conosce la lingua è bene adoperarsi di un traduttore…), precedentemente avevo mandato la richiesta in italiano ma non mi hanno mai risposto allora l’ho mandata in inglese. Da qui attraversiamo un tratto di parco Tiergarten e da lontano vediamo la “Victory Column” o “Siegessaule” alta 67 metri e uno dei simboli della città. In cima alla colonna una statua dorata ricorda le vittorie della Prussia negli anni compresi tra il 1864 e il 1871. Salendo in cima si può godere di una bella vista su tutta la città e l’ingresso con la card è ridotto. Dalla parte opposta del Reichstag, vicino alla Porta di Brandeburgo ci imbattiamo in un altro monumento, il “Denkmal für die ermordeten Juden Europas” (Monumento all’Olocausto). Ci sono voluti 17 anni perché il monumento fosse completato. Il 25 giugno 1999 il Bundestag approvò finalmente una risoluzione per realizzare un’opera celebrativa che ricordasse il genocidio degli ebrei in Europa a ma questa seguirono anni di discussioni. Il monumento fu terminato solo nel 2005. Il progetto vincente fu firmato dall’architetto statunitense Peter Eisenmann: 2711 blocchi rettangolari di calcestruzzo, sistemati a griglia in modo da sembrare sepolture. Il monumento è aperto giorno e notte e i visitatori possono camminare liberamente al suo interno. È invece vietato arrampicarsi sulle stele, divieto mal tollerato da bambini e ragazzi. Il campo, nel suo insieme, sembra un labirinto di blocchi di altezze e dimensioni diverse, scenario ideale per una silenziosa riflessione. Sotto di esso c’è anche un museo che noi non abbiamo visitato per ragioni di tempo. Davanti al monumento c’è l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America debitamente sorvegliata. La nostra giornata prosegue ripassando sotto la Porta e dirigendoci al “Madame Tussaud’s” in Unter den Linden 74 ed il sito ufficiale per avere altre info è: http://www.madametussauds.com/berlin/ . Il biglietto con la card è ridotto e lo paghiamo Euro 14,93, le statue che mi hanno colpito di più sono state quelle di Anna Frank e di Adolf Hitler, quest’ultima debitamente sottovetro con un cartello che in inglese ed in tedesco spiega che “questo personaggio è qui esposto solo perché è stato parte della storia di Berlino, sarebbe una brutta cosa farsi fotografare accanto a lui, e mettendolo sotto vetro non si vuole offendere nessuno e si vuole così rispettare tutti i morti fatti dal nazionalsocialismo, sta alla coscienza di ogni persona fotografare il personaggio o tirare dritto…”; mi sembra una giusta decisione (all’inaugurazione è stata decapitata). In conclusione questo museo è carino ma mi è piaciuto di più quello di Londra, più grande e con molti più personaggi.
Per la nostra prossima tappa, fuori da Madame Tussaud’s prendiamo il bus nr 100 che, come il nr 200, funzionano anche come bus turistico con fermate nelle principali attrazioni turistiche della città e scendiamo ancora ad Alexanderplatz. Qui prendiamo la S-Bahn (si può scegliere tra una di queste tre: S5, S3, S75) e scendiamo alla fermata “Ostbahnhof”, facciamo un centinaio di metri a piedi e ci troviamo davanti la “East Side Gallery”, un lungo tratto (1,3 km) del Muro di Berlino che si trova in Mühlenstrasse, nella ex Berlino est. È la più lunga galleria d’arte all’aperto al mondo e ospita oltre cento dipinti murali originali. Alcune tra le opere più famose sono diventate popolari soggetti da cartolina. È il caso, per esempio, di The Mortal Kiss di Dimitrji Vrubel, che raffigura Erich Honecker e Leonid Breznev che si baciano sulla bocca, e Test the Best, di Birgit Kinder, che mostra una Trabant (l’auto-simbolo dell’ex Germania est) che sfonda il muro. L’accesso naturalmente è libero e qui incontriamo anche parecchi italiani, turisti come noi, impegnati a fare fotografie; ci imbattiamo anche in un murales con tantissime mani disegnate ed anche noi lasciamo la nostra impronta con il nostro nome. Siamo molto fortunati che a quest’ora del pomeriggio la “galleria” è tutta all’ombra, riusciamo anche a trovare opere di artisti italiani. Attraversando il ponte “Oberbaumbrucke” riprendiamo questa volta la U-Bahn alla fermata “Schlesisches Tor”, ecco questa fermata è una delle peggiori che io abbia mai visto, sporca, puzzolente, piena di gente ubriaca e più si va in periferia più è peggio. Con la linea U1 verde scendiamo a “Wittemberg” e vediamo la “Scultura Berlin”; questa scultura è opera di Brigitte e Martin Matschinsky e fu eretta nel 1987 in Tauentzienstraße, con motivo del 750° anniversario della città, e volle essere un simbolo dell’unione delle due Germanie. La scultura incassa bene con il resto del quartiere, e si trova vicino alla famosa “chiesa rotta” (Chiesa Kaiser o Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche), in uno dei quartieri più eleganti di Berlino. Purtroppo la chiesa sembra in ristrutturazione e a primo impatto non l’abbiamo nemmeno notata perché si nascondeva con il resto dell’architettura urbana, questo è il sito ufficiale: http://www.gedaechtniskirche-berlin.de/KWG/index.php .
L’ora di cena si fa sentire e decidiamo di andare a mangiare proprio di fronte al nostro hotel alla “Trattoria La Pignata” in Spielhagenstr. 2 (tel. 030/34704908 / web: www.la-pignata.de),diciamo che è stato uno dei ristoranti più costosi in cui siamo state durante la vacanza e abbiamo mangiato discretamente, il punto a suo favore è stato soprattutto il cameriere sardo che parlava italiano. Abbiamo preso 2 coca cola, una birra, un antipasto classico di terra, due risotti, due dolci panna cotta, spendendo Euro 72,50 in totale! Dopo questa lunga giornata, saliamo in hotel e ci addormentiamo.
SABATO 4 GIUGNO 2011
Stamattina dopo aver fatto colazione, la giornata la dedichiamo ai musei; prendiamo la linea U2 direzione “Pankow” e scendiamo alla fermata “Zoologischer Garten” e da qui vogliamo provare a salire sul bus 200 dove vediamo altre parti della città per poi scendere davanti al Duomo e seguendo le indicazioni ci dirigiamo all’Isola dei Musei che comprendono “Pergamonmuseums”, “Altes Museum”, “Alte Nationalgalerie”, “Neues Museum” e “Bode Museum”. Noi decidiamo di visitarne solamente due il Pergamon e il Neues Museum, nel primo saltiamo tutta la coda grazie alla nostra Berlin Welcome Card mentre per secondo dobbiamo prima presentarci all’info-point lì vicino per farci convertire il biglietto in un determinato ticket.
Il Museo di Pergamo, famoso in tutto il mondo per la sua collezione archeologica, è una delle attrazioni più popolari della città. Comprende tre diverse realtà: la Collezione delle antichità classiche (in mostra anche nell’Altes Museum), il Museo delle antichità del vicino Oriente e il Museo di arte islamica. Il Neues invece ospita opere egizie ma soprattutto la statua di Nefertiti (stupenda), questo è il sito web dei musei: http://www.smb.museum/smb/home/index.php .
Allo Shop del Neues compro un magnete con la raffigurazione di Nefertiti per Euro 3,50.
Tra un museo e l’altro abbiamo pranzato proprio davanti al Pergamonmuseum al “Ristorante San Marino” in Dorotheenstrasse 3 e prendiamo antipasto di frutti di mare, zuppa di broccoli, calamari fritti, pollo alla San Marino, un caffè, acqua e coca cola, spendendo Euro 42,50 in totale.
In un negozio compro delle pile per la macchina fotografica e spendo Euro 4,95.
Ritornando davanti al duomo ci imbattiamo in un mercatino con tantissime bancarelle e qui prendiamo il bus turistico “Berlin City Tour” (sito http://www.berlin-city-tour.de/) pagando i due biglietti Euro 22,50 con lo sconto e finalmente per due ore ci riposiamo. Alla fine scendiamo alla Porta di Brandeburgo e ci fermiamo in al bar “Hopfingerbrau im Palais” in via Ebertstrabe 24 a bere un thè e dell’aranciata spendendo Euro 6,90. Anche se di sabato è chiusa, vogliamo raggiungere la “Neue Synagoge” (sito web: http://www.cjudaicum.de/) che insieme al Museo ebraico e al Memoriale per le vittime dell’olocausto, è uno dei principali punti di riferimento sul mondo ebraico in città. Costruito nel 1866, è il più grande luogo di culto ebraico in Germania e un forte simbolo della vitalità della sua comunità. Dopo la guerra, i governi della Repubblica Democratica si limitarono a mantenere in piedi la facciata, come monumento alla memoria, e questa è ancora oggi l’unica parte rimasta intatta dell’antico edificio. Per raggiungerla si usa la S-Bahn ,S1, S2, S25 oppure la metro U6 con fermata “Oranienburger Tor”. Il quartiere a tratti non è molto bello…
L’ultima cosa che ci resta da vedere in giornata è il “U.S. Army Checkpoint Charlie”, per raggiungerlo si può prendere la U6 “Kochstrabe”, U1 o U6“Stadtmitte”. Sulla strada ci fermiamo a mangiare una yogurteria. Checkpoint Charlie era uno dei più noti punti di passaggio negli anni della guerra fredda, insieme al ponte di Glienicker (Glienicker Brücke). Qui campeggiava il cartello – in inglese, russo, francese e tedesco – che fu il simbolo della divisione di Berlino e un monito per chiunque voleva avventurarsi al di là del Muro: “You are now leaving the American sector – state lasciando il settore americano”. Se oggi Checkpoint Charlie è ancora un’icona della divisione politica e del significato stesso del concetto di “confine”, fino alla caduta del muro, avvenuta il 9 novembre 1989, esso ha rappresentato il punto di passaggio tra due realtà: l’Ovest e l’Est, il Capitalismo e il Comunismo, la libertà e la sua privazione.
Per Euro 2,00 faccio una fotografia con il soldato vestito con i costumi di quei tempi proprio davanti al checkpoint; prima della fotografia mi mostra un cartello con scritto il costo e mi chiede se mi sta bene. Pazzesco! Qui si paga tutto!
Proprio lì accanto c’è il Berlin Wall Museum o “Museum Haus am Checkpoint Charlie”, l’entrata la paghiamo Euro 9,30 grazie allo sconto con la Berlin Welcome Card, anche qui come in altri luoghi turistici, le guide in italiano scarseggiano o non ci sono proprio (sito web: http://www.mauermuseum.de/english/frame-index-mauer.html). Il museo nacque inizialmente come una semplice mostra sul Muro di Berlino, il 19 ottobre 1962, all’interno di un piccolo appartamento di Bernauer Straße, una delle vie che il Muro aveva tagliato in due. Il museo vero e proprio, situato vicino al famoso punto di passaggio, aprì invece il 14 giugno 1963, grazie alla lungimiranza di Rainer Hildebrandt fondatore e direttore del museo fino alla sua morte nel 2004. Nel corso degli anni fu costantemente ampliato al fine di documentare in modo completo gli eventi storici e politici che divisero la città, compreso il faccia a faccia dei carri armati sovietici e statunitensi nel 1961. Il museo dedica spazio anche alle curiose soluzioni di fuga escogitate negli anni, dalle mongolfiere ai mezzi a motore con nascondigli speciali, fino al sottomarino monoposto: tutti esempi concreti della solidarietà dimostrata dai berlinesi ai fuggiaschi.
È ora di cena ed andiamo a mangiare ancora nella via Kurfurstendamm, al civico 26° c’è Starbucks Coffee e compriamo come souvenir due tazze che mi mancano della collezione, spendendo Euro 15,80. Stasera andiamo a mangiare ancora all’Hard Rock Cafè e seduti ad un tavolo vicino alla chitarra di Jimi Hendrix mangiamo Hamburgher con patatine, un jumbo combo (vari tipi di pollo con salse), due cocktails e una coca cola. Con la “All Access Card” mi fanno un ottimo sconto e paghiamo solamente Euro 35,95 in totale. Dopo aver ascoltato tanta buona musica, prendiamo un taxi e torniamo in hotel, siamo veramente stanche.
DOMENICA 5 GIUGNO 2011
Ultimo giorno a Berlino, in hotel abbiamo trovato un depliant molto interessante su dei tour che vengono organizzati in alcuni giorni della settimana che purtroppo noi non abbiamo fatto ma che io mi sento di consigliare: Campo di Concentramento di Sachsenhausen, Potsdam, I luoghi del crimine del Terzo Reich, Tour generale di Berlino, il sito web è: www.berlinitaliano.com.
Oggi la nostra Berlin Welcome Card è scaduta, allora facciamo un biglietto giornaliero chiamato “Tageskarte” ABC ad Euro 6,80 l’uno. Le macchinette non hanno la lingua italiana!
Stamattina ci manca da vedere lo “Schloss Charlottenburg” il più grande palazzo storico rimasto a Berlino dopo la seconda guerra mondiale. Splendidi ambienti rococò si scoprono durante la visita del palazzo, caratterizzato da sale in infilata, ovvero comunicanti direttamente tra loro. Da non perdere la Camera della Porcellana (stanza 95), le cui pareti sono completamente rivestite di porcellane cinesi. Un’altra splendida sala è la Galleria dorata, lunga 42 metri e destinata ai balli e ai ricevimenti. “Schlossgaten” è il giardino adiacente al castello. L’indirizzo del castello è Spandauer Damm 10-22 e per arrivarci si può prendere la S41, S42, S46 con fermata a “Westend”, bus 109, bus 309 il sito web è: http://www.spsg.de/index.php?id=134. Noi abbiamo usufruito sia della S-Bahn che del bus fuori dalla stazione, farla a piedi è un po’ lunga.
L’entrata la paghiamo Euro 15,00 che comprende sia il palazzo che l’ala nuova e compresa c’è anche l’audioguida. Nei musei in cui sono stata, l’audioguida era sempre compresa nel prezzo del biglietto. La nostra visita dura fino all’ora di pranzo e dopo esserci riposate nei giardini del castello, prendiamo il bus che ci porta fino allo Zoo e con una camminata di cinque minuti siamo nei pressi della chiesa Kaiser ed andiamo a pranzare al “Ristorante Avanti” in Rankestr. 2 (tel. 030 8835240), ci sediamo fuori all’ombra con un clima perfetto . Prendiamo minestra, prosciutto e melone, lasagne, mezzelune ai gamberetti, 1 caffè, tre coca cola e spendiamo Euro 43,10 in totale.
Siamo veramente stanche, la nostra giornata può finire qui, ritorniamo in hotel, prendiamo i trolley, studiamo la strada per arrivare all’aeroporto con i mezzi pubblici, uso un po’ il pc dell’hotel e siamo pronte per partire. Saliamo sulla U7 e decidiamo di scendere a “Neukolln”, qui lo scenario è scandaloso, siamo in periferia e si vede: barboni e ubriachi per strada fuori dalla metro e locali non proprio rassicuranti. Qui vogliamo prendere il bus 171 che arriva fino a Schoenefeld, di quanto è “simpatico” l’autista, nonostante ci abbia visto correre, a dieci metri dal bus, mette la prima e se ne va! Dobbiamo aspettare mezz’ora in questo quartiere, ogni minuto che passa osserviamo tutte le persone che passano, poi il bus arriva e fino in aeroporto ci godiamo ancora per un po’ il paesaggio che cambia. All’aeroporto siamo parecchio in anticipo ma scopriamo che il nostro volo invece di partire alle 19:40, avrà un super ritardo e non si sa ancora di quanto. Come risarcimento la compagnia aerea eroga un buono di 4,50 Euro a passeggero da spendere nei bar o ristoranti; noi ci abbiamo comprato coca cola, acqua e biscotti! Alla fine il nostro volo partirà alle 23:30, arriveremo a Malpensa alle 01:30 e a casa metto piede nel letto per le 03:00. Il giorno dopo alle 06,45 in piedi perché si lavora!
Una cosa che abbiamo notato di strano (anche in aeroporto) che c’è gente di ogni genere (zingari, barboni, studenti, belle signore…) che cercano bottiglie di plastica nei cestini dell’immondizia e mi chiedevo come mai? In internet ho trovato la spiegazione: A Berlino se porti le bottiglie di plastica usate nei supermercati ci sono macchine smaltisci-rifiuti che per ogni bottiglia di plastica vuota ti danno venticinque centesimi; nei cestini dell’immondizia delle strade di Berlino, non c’è una bottiglia di plastica che sia una. Noi non facevamo a tempo a buttarle che c’era già qualcuno che la raccoglieva, e qui c’è una piccola testimonianza: http://www.simone-rossi.it/?cat=15 .
In conclusione: belli i monumenti, città troppo costosa, sporca, puzzolente, abitanti gentili, nonostante la paura in qualche stazione della metropolitana non ci siamo mai trovate in nessun spiacevole episodio. Città da vedere essendo una capitale ma prima di lei consiglio di visitarne altre!