Quattro giorni a Barcellona, di gran corsa, ma che bello!
Martedì 18 aprile 2017
Volo Ryanair da Bologna a Barcellona el Prat a 65 euro a testa andata e ritorno, arrivo alle 13,00 e ripartenza alle 22,00. Arrivati all’aeroporto di Barcellona fra le varie opzioni decidiamo di prendere la metro L9 viola perché abbiamo prenotato tramite Booking.com l’hotel Quatro Naciones, proprio sulla Rambla, a fianco della Plaza Real e vicino alla fermata Liceu e, cambiando all’Università con la L3 verde, arriveremo molto più vicini che con l’Aerobus che ferma invece nella piazza Cataluna. L’hotel è stato veramente ottimo, 110 euro a notte la doppia con prima colazione completa e personale gentilissimo.
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L’unico problema in aeroporto è che la stazione della metro, nuovissima e bellissima, è un po’ lontana e si deve scarpinare un po’ facendo un lungo passaggio sopraelevato, ma è tutto facile e ben indicato.
Ci fermiamo anche all’ufficio del turismo dell’aeroporto per informarci sulla Barcellona Card per musei e mezzi di trasporto e decidiamo di fare quella da tre giorni per farla partire da domani e farci stare dentro anche il ritorno in aeroporto che sarà in tarda serata.
Scopriremo ben presto che la scelta è sbagliata! A parte l’utilità dei mezzi pubblici free, che però da soli per tre giorni costerebbero 22 €, i 45 € della Card non valgono la candela in quanto i principali monumenti legati a Gaudì, imperdibili, sono praticamente fuori ed hanno sconti risibili (1 euro per la Sagrada Familia sui 29 del biglietto d’ingresso!) e, avendo fra di noi anche degli over 65 e uno studente, la tariffa ridotta di queste categorie è di gran lunga superiore a quella della Barcellona Card. Inoltre, la parte di musei gratuiti prevede comunque un pagamento per l’audioguida. Fra l’altro nell’ufficio che è dentro al Colon ci danno una versione ancora diversa, cioè che gli sconti della card dovrebbero essere applicati alla tariffa spettante… allora sì che converrebbe di più, ma è l’unico monumento fra quelli che abbiamo visitato che ragiona in questo modo. Tutti gli altri dicono che gli sconti applicabili non sono cumulabili. Potete capire che ci siamo innervositi non poco su questa partita, mai successo qualcosa del genere e soprattutto Barcellona si conferma essere la città europea più cara, per gli ingressi ai monumenti, di quelle che abbiamo visitato ultimamente!
Insomma, essendo alla quarta visita che faccio a Barcellona ed avendo già visto moltissime cose, consiglio di scegliere poche visite, quelle che veramente interessano e fare solo l’abbonamento dei mezzi! Poi se si vuole impazzire un po’ e fare code, ci sono orari gratuiti, ad esempio la Cattedrale dalle 17,45 alle 18,45 e così altre opportunità. Informarsi e pianificare vale sempre la pena ma tutto può essere molto stressante e impegnativo.
A parte questa lunga premessa/sfogo, e non sarà l’ultima, appena arrivati dedichiamo il primo pomeriggio a visitare il Barrio Gotic ed in particolare la Plaza Real coi lampioni di Gaudì, la stupenda Cattedrale con le sue 13 oche bianche, la cripta di Santa Eulalia, il curioso Cristo di Lepanto e il fonte battesimale dove furono battezzati i primi sei nativi americani portati in Europa da Colombo, poi la Santa Maria del Pi col suo enorme rosone, la piazza Oriol, il tempio di Augusto e le sue incredibili colonne, tutte le piazze e piazzette della zona, la piazza de Saint Jaume col bel municipio, poi ci spostiamo verso la Santa Maria del Mar, la chiesa decisamente più bella e suggestiva, in zona Born. Ovviamente tutte le chiese le visitiamo a pagamento.
Decidiamo, visto che è lì vicino, di cenare al famoso Cal Pep, dov’è c’è già la coda in attesa dell’apertura alle 19,45. Entriamo e per fortuna arriviamo ad occupare gli ultimi 4 posti disponibili al banco. Alle nostre spalle in attesa e in piedi molte persone, un po’ tipo gufo sulla spalla da cui non bisogna farsi imbarazzare o affrettarsi, sono serenamente in attesa perché sanno che questa è la trafila! Le cose che ci danno da mangiare, in stile piattini tipo assaggi, fra cui le famose vongole veraci al prosciutto, i cannolicchi, i pimientos del padron, la torta di patate (la migliore assaggiata in Spagna), la tartare di tonno, le seppioline fritte… sono tutte ottime e preparate al momento a vista. Le quantità non sono eccessive… con annesso vino bianco ci schioda però 35 € a testa! A nostro avviso però ne è valsa assolutamente la pena anche per la simpatia/allegria del locale e del personale ma anche degli avventori catturati da questa simpatica e alternativa modalità di mangiare.
Torniamo soddisfatti in hotel e ci prepariamo a domani, giornata che abbiamo programmato in maniera intensa.
Mercoledì 19 aprile 2017
Levataccia per essere operativi alla Sagrada Familia ben prima dell’apertura per evitare le code… facciamo una bella colazione e partiamo con la metro attivando la nostra Card che dunque varrà 72 ore da questo momento.
Arrivati alla Sagrada Familia sbagliamo ovviamente uscita e ci tocca farne il periplo completo ma scopriamo subito che non ci fanno entrare perché oggi è “full” e che comunque si entra solo prenotando on line. Altra botta di nervoso perché all’ufficio informazioni e nel sito che avevo consultato prima di partire non se ne fa menzione. Si parla solo di fare il biglietto on line per saltare la coda ma non che sia obbligatorio. Sono già molti i siti che si visitano solo prenotando on line, per esempio l’Alhambra o l’Ipogeo di Malta che ho visto recentemente o tanti altri, ma è riportato chiaramente nel sito e nelle guide. Comunque il ragazzo all’ingresso ci dice che proprio lì sul cancello c’è l’area wifi da cui accedere al sito www.sagradafamilia.org/en/tickets/index.html per prenotare, ci proviamo insieme a tanti altri turisti rimasti a bocca asciutta come noi. Ovviamente non ci si riesce, la rete non è al massimo! Ripartiamo un po’ avviliti e andiamo diretti al Passeig de Gracia per andare alla Casa Batllò. Zero coda, prezzo alto (23,50 € a testa) ma ottima audioguida in italiano compresa. La visitiamo in tutta calma e pian piano si riempie eccome! E’ la quarta volta che la visito ma non me ne pento, è stupenda! Sul tetto, fra i meravigliosi camini, ritento attraverso il wifi della Batllò che è molto efficace il sito dei biglietti della Sagrada e con una manovra da stratega e una prepagata prenoto per domani alle 18,15 con torre e audioguida (27 € a testa)! Da un capolavoro di Gaudì a un altro! Sospirone di sollievo e dirigiamo alla Pedrera. Qui ci facciamo un 10 minuti di coda ed entriamo sempre ad alto prezzo (22 € a testa) e con audioguida in italiano. Anche qui per me un felice ritorno. Gli strani camini sul tetto, guerrieri stellari con elmi incantati, sono di rara suggestione. Ma la cosa ancora più sconvolgente sono gli archi catenari di mattoncini che si rincorrono simili ma sempre diversi uniti da sottili nervature a formare il sostegno del tetto in una sorta di mansarda. Un capolavoro assoluto di ingegneria e fantasia. Geniale e bellissimo.
Sia nella Pedrera che nella Batllò si sono organizzati in modo che ti fanno la foto di rito e poi te la fanno vedere all’uscita, te la confezionano e ti danno il sito da cui puoi scaricarla, alla Pedrera addirittura con tre sfondi diversi… 10 € a foto.
Dalla Pedrera riprendiamo la metro e ci spostiamo nella zona del Palau della Musica. Qui le visite sono ad orari fissi e sempre in lingue diverse. Ci prendiamo la prima utile, in inglese. Questa volta la visita è preceduta da un video che illustra tutto il palazzo e in un certo senso toglie un po’ l’emozione dell’ingresso nella sala e della visione dello splendido soffitto. Comunque la guida è bravissima e il Palazzo è imperdibile.
In giro ovviamente tapas e churros col cioccolato, non ci si può esimere da certi rituali.
Usciti dirigiamo al Museo Picasso che sinceramente non è entusiasmante per la presenza di pezzi giovanili e poco conosciuti che deludono un po’. Bello il palazzo e soprattutto compreso nella Card…..solo l’audioguida si paga a parte (5 €).
Caffè e merenda al bar al nono piano del Corte Ingles della plaza de Cataluna con vista splendida sulla piazza.
La cena l’abbiamo prenotata ai 4Gats (www.4gats.com/). Chitarrista e menu non troppo ricco ma fine, servito benissimo e squisito. Fantastici il riso nero con le seppie e il baccalà. Il locale è molto particolare e molto bello. Si trova in una casa progettata da Cadafalch ed è famoso per il dipinto di Ramon Casas dei due uomini su di un tandem (Casas stesso e Pere Romeu) e per la stretta relazione con il famoso “gatto nero” parigino.
Torniamo in hotel facendoci tutta la Rambla strapiena di gente a perdita d’occhio, come per altro un po’ tutta Barcellona!
Poi nella Plaza Real crema Catalana e caffè cortado per chiudere la serata.
Giovedì 20 aprile 2017
Sveglia sempre presto perché siamo al lavoro come turisti impegnati… non in vacanza! Stamattina ritentiamo un’altra volta un’altra prenotazione on line. Ieri infatti abbiamo saputo casualmente, informandoci sull’autobus per andare al Parco Guell, che anche questo è diventato a pagamento e con prenotazione. Così ieri sera abbiamo tentato l’operazione ma con la prepagata non è stato possibile. Oggi si riprova con la carta di credito ed ecco che ci riesce un’altra mirabolante prenotazione on line per il Parco Guell per domani mattina, gli orari liberi sono pochissimi e optiamo per le 8,30. Il sito www.parkguell.cat/compra-dentrades/ accetta solo carte con la password di sicurezza. Anche in questo caso i biglietti vengono inviati via mail e si scaricano sullo smartphone. Il prezzo è 7 € a testa. Sono ammessi 400 visitatori ogni mezz’ora ma una volta entrati si può rimanere quanto si vuole e si deve far rivedere il biglietto all’uscita.
Oggi partiamo e andiamo diretti al mercato La Boqueria dopo aver fotografato il mosaico di Mirò in mezzo alla Rambla e cercato la piastrella con la sua firma e aver osservato il famoso negozio di ombrelli d’angolo. Il mercato è aperto e da Pinotxo c’è già il bancone pieno di gente che mangia di tutto. La cosa bellissima di quest’orario mattutino è che molti ancora stanno allestendo i banchi e si assiste ad una vera opera artistica nella disposizione delle merci in modo così perfetto e appassionato. Ogni tipo di merce è presente in maniera variegata, divisa per colore, per alimenti, per settori. Una vera meraviglia. Prendiamo la metro dopo questa botta di vita e di colore e dopo esserci comprati una bella dose di frutta fresca già tagliata e pulita. Scendiamo alla fermata Dressanes vicino alla statua del Colon. Ascensore micro da due persone per salire nella colonna e Mirador microscopico da 4/6 persone che permette di affacciarsi dalla palla che sostiene la grande statua di Colombo. Vista stupenda sul verde serpentone della Rambla, sul lungomare pieno di palme e sul mare. Siamo solo noi! Vale la pena. Scesi camminiamo per tutta la Barcelloneta fino al mare. Caffè in spiaggia con il sole già caldo e puntiamo alla teleferica per il Montjuic. C’è già la coda in attesa dell’apertura. Biglietto piuttosto caro, 11 euro la sola andata, ma poi una volta saliti nell’alto pilone di partenza aspettiamo poco prima entrare nella funivia. Il tempo è splendido e il percorso sulla città così in alto offre scorci bellissimi. Scendiamo e ci affacciamo al mirador sopra la stazione poi iniziamo la passeggiata verso la Fondazione Mirò. Siccome il percorso è lunghetto prendiamo un autobus, il 150, che ci lascia proprio all’ingresso. Questo, essendo museo, è compreso nella card ma l’audioguida è naturalmente a pagamento. Questo museo merita veramente per le opere e per la location, molto di più di quello di Picasso. Ce lo godiamo in interno e in esterno e ripartiamo con un altro bus, sempre il 150 e sempre usando la nostra card per i mezzi, e scendiamo allo stadio olimpico. E’ aperto e sono in corso allenamenti. Ci si può passare dentro e poi si esce nell’enorme spianata digradante con fontane che porta alla torre delle telecomunicazioni di Calatrava, di acciaio bianco, alta 136 metri e funzionante anche come meridiana. La base, per richiamare lo stile di Gaudì, è rivestita in trencadis, quella sorta di mosaico di frantumi di piastrelle e vetro che permette di rivestire superfici concave e convesse che è tipico delle sue decorazioni. La forma della torre richiama una persona stilizzata che regge la fiamma olimpica.
Scendendo si può ammirare meglio la grandiosa facciata dello Stadio che ha in alto le bighe con i cavalli di Gargallo. Stupendi. L’insieme è veramente grandioso.
Da qui è possibile scendere fino al MNAC, museo nazionale d’arte della Catalogna, con opportune e graditissime scale mobili. Anche questo fu costruito nel 1929 come lo stadio olimpico, quest’ultimo però in occasione dell’esposizione universale. L’edificio è enorme e scenografico e dalla sua base la vista sulla città è bellissima e viceversa, da sotto e da tante parti della città, il MNAC è ben visibile per le sue dimensioni e per la sua collocazione in alto sul colle del Montjuic. Entriamo, sempre perché essendo museo è compreso nella card….abbiamo poco tempo perché alle 18,15 dobbiamo essere alla Sagrada Familia, così facciamo solo la parte dedicata all’arte moderna dove ci sono anche alcuni mobili e maniglie di Gaudì, sculture di Gargallo, opere di Dalì e le opere di Ramon Casas, quello dei 4Gats.
Scendiamo sempre con le scale mobili che scorrono a fianco della stupenda e scenografica scalinata che porta alla Fonte magica che non vedremo in funzione. In questo periodo è attiva solo venerdì e sabato sera. Io sono riuscita a vederla una sola volta, gli orari sono nel sito e si possono chiedere all’ufficio del turismo. La ressa è sempre notevole ma lo spettacolo straordinario e se ci si riesce lo consiglio vivamente. In quell’occasione sono anche in funzione tutte le cascate che scendono dal museo. Un vero spettacolo.
Comunque anche senz’acqua la discesa è piacevole e la vista sulla Plaza de Espania e sulla Plaza de Toros ripaga della mancanza di acqua!
Nella Plaza de Espania riprendiamo la metro verso la Sagrada Familia… finalmente.
I biglietti funzionano ma bisogna presentarsi all’orario preciso così intanto mangiamo un po’ di pollo fritto al KFC di fronte! Poco spagnolo ma molto buono! All’orario previsto entriamo, ovviamente il tempo a disposizione è abbastanza poco visto che abbiamo anche l’orario della salita alla torre che preme e vogliamo vedere anche la parte museale. L’audioguida è in italiano e spiega benissimo sia l’esterno che l’interno. Non ho parole per la meraviglia letteralmente mozzafiato dell’interno. Indescrivibile. La luce, la struttura di incredibile meraviglia e fantasia, ovunque si posi lo sguardo si rimane a bocca aperta. Esternamente è certo meno affascinante per la vistosa incompletezza e per l’aria da cantiere aperto che spiazza. La facciata principale, ormai completa, è invece magnifica e richiede attenzione e spirito di osservazione per apprezzare tutti i particolari e la simbologia, fra cui la tabella numerica di Subirachs che dà sempre la somma di 33 come gli anni di Cristo. Stupendo il portale dello scultore giapponese Etsuro Sotoo di edere e insetti policromi e i cesti di frutta sui pinnacoli. Al nostro orario saliamo con l’ascensore su una delle due torri e da lì… e non lo sapevamo, si scende a piedi per più di 300 gradini. Comunque vale assolutamente la pena.
Scesi visitiamo la parte museale che illustra storia e futuro del monumento, si vede anche l’incredibile campana tubolare (le torri sono sottilissime e non potrebbero contenere una campana normale) ideata sempre da Sotoo, e tutta una serie di documenti molto interessanti anche se alle 20 chiudono e siamo ormai un po’ in affanno… scopriamo anche che la tienda dei souvenir è già chiusa, per fortuna che il magnete con la tabella di Subirachs l’avevo già comprato un’altra volta!
Usciamo ed entriamo subito a fianco nella cripta in uso per funzioni religiose dove si trova la tomba di Gaudì. E’ direttamente sotto alla cattedrale e anche questa stupenda. E’ gratuita e chiude alle 20,30.
Riprendiamo la metro e andiamo senza meta nella zona del Barrio Gotic in cerca di un locale dove cenare. Scegliamo un locale basco, Orio, dove ceniamo a base di Pintxos (sorta di Tapas basche) in modalità molto free. Si passa al bancone e ci si prende ciò che si vuole, ogni Pintxos è infilzato con uno stuzzicadenti, oppure si prende dai piatti che i camerieri fanno girare fra i tavoli. Alla fine per fare il conto contano gli stuzzicadenti!
Torniamo all’hotel abbastanza stracotti, la giornata non è stata piena… di più!
Venerdì 21 aprile 2017
Indovinate? Sveglia strapresto perché dobbiamo essere all’ingresso del Parco Guell alle 8,30! Colazione un po’ all’ingozzo e metro dal Liceu alla Cataluna dove andiamo spediti alla fermata del bus 24 che è quello che porta direttamente all’ingresso del parco dalla parte alta e che, per fortuna, passa molto frequentemente. Tenere presente che ci mette 30/40 minuti. Di fatto arriviamo al parco precisi al nostro orario, esibiamo i nostri biglietti sul telefono e entriamo. Il tempo è sempre splendido ed essendo il secondo turno di ingresso con orario mattiniero non ci sono ancora pullman e la gente non è moltissima.
Andiamo diretti alle mitiche panchine ondulate, miracolo di armonia e di colore dove il trencadis si sbizzarrisce in fantasmagorici e sempre diversi accostamenti. La vista sulla città e sul mare luccicante è indimenticabile.
Scendiamo al colonnato che sostiene la spianata delle panchine, anch’esso miracolo di architettura con il soffitto a chiavi di volta sempre ondulate e colorate. Dal colonnato si accede al famoso lucertolone simbolo del Parco e di Barcellona. Malgrado l’orario mattutino la lotta per avvicinarsi e scattare una foto senza intrusi è durissima ma ci si riesce con un po’ di pazienza e sorrisi affettati. Scendiamo fino all’ingresso basso dove si può visitare la casa del guardiano di quella che doveva essere la zona residenziale che Gaudì aveva ipotizzato e idealizzato, mai portata a compimento, una sorta di flop che gli diede una profonda delusione ma che ci ha lasciato questo bellissimo parco! Nell’altra casetta si trova la tienda dei souvenir, piccola ma molto carina. Qui si trova anche un bar dove ci facciamo un caffè in relax. Risaliamo lentamente godendoci ogni particolare ma già più il tempo passa e più l’invasione degli ultracorpi è inquietante. Così a malincuore abbandoniamo l’ennesimo capolavoro del genio Gaudì e ci facciamo comunque la visita alla sua casa che è subito fuori dall’uscita del parco e che ovviamente si paga extra! Oggetti e spiegazioni interessantissime a completamento delle conoscenze sulla figura di questa incredibile personalità, ciò che colpisce in particolare è la sua frugalità, la sua modestia, la sua religiosità, la sua camera spoglia quasi povera.
Grande passione, genio e umiltà. Non si può non ammirarlo.
Riprendiamo il bus 24 (nel frattempo il piazzale all’uscita del parco si è riempito in maniera inquietante di pullman turistici) e scendiamo alla piazza Cataluna per buttarci a cercare qualche negozio della catena Alè-Hop per acquistare delle cose che avevamo visto e che ci piacevano. Il tutto per fare ora di pranzo passeggiando per le stradine pedonali e piene di negozi di ballerine, espadrillas e souvenir vari in direzione de La Boqueria.
A quest’ora il mercato è nel pieno fulgore. Tutte le bancarelle sono a pieno regime e ovunque ci sono cose pronte da magiare. Un tripudio sfolgorante. Carinissimi i piccoli coni di carta gialla con misti di salumi o formaggi, le ostriche, i ricci di mare, addirittura i famosi percebes che in Galizia non eravamo riusciti a trovare perché non in stagione, tutto da asporto, un vero street food invitantissimo. Non resistiamo e ci compriamo un sacchetto di pimientos del padron che in Italia non abbiamo mai trovato e che metteremo in valigia, e anche un bel po’ di frutta, poi ci posizioniamo dal mitico Pinotxo intenzionati a batterci per mangiare qualcosa. L’attesa vale la candela. Socializziamo con degli spagnoli che ci fanno assaggiare le loro olive e poi mangiamo fagioli dell’occhio con calamaretti, scampi, acciughine coi pomodorini, vino bianco… insomma una delizia condita anche di simpatia ed allegria e, malgrado il pieno di persone, con calma e tranquillità, Piacevolissimo… non ci sposteremmo mai da qui!
Per concludere la baldoria gastronomica ci facciamo anche la sosta da Granja M.Viader, mitico e imperdibile bar/pasticceria/negozio per una cioccolata con churros, pare la migliore di Barcellona, locale, banco vendita, tavolini e… cameriere… datati 1870! A dire il vero è la terza volta in questi giorni che ci proviamo perché fa degli orari piuttosto strani, con una lunga chiusura nel pomeriggio e chiusura precoce alla sera!
Decidiamo poi di farci per l’ultima volta tutta la Rambla e di andare alla Rambla del Mar. Sole, una marea di gente al solito, e la bella passeggiata in legno con panchine e ogni tanto lo stop per lasciar ruotare due pezzi della passeggiata stessa ed aprire il varco per le barche a vela ormeggiate nel posto che escono verso il mare aperto. Ci vogliono pochi minuti per aprire e chiudere e si può riprendere a passeggiare. L’Acquario l’avevo già visitato un’altra volta così ci limitiamo ad entrare nel Maremagnum, una sorta di mega centro commerciale con bar e ristoranti affacciati sul mare e negozi vari. Si può evitare tranquillamente, a parte la bella posizione e i locali per bere e mangiare! Comunque visto che a sera poi abbiamo il volo e faremo notte fonda ci facciamo un gelatino e un po’ di relax al sole.
Torniamo poi in hotel, recuperiamo la valigia e partiamo alla volta dell’aeroporto.
Qui è un po’ diverso da altri aeroporti che abbiamo visto: come si arriva si passano direttamente i controlli e si entra in zona duty free, non c’è cioè una zona bar e negozi di attesa esterna agli imbarchi dove poter sostare ed attendere insieme ad eventuali accompagnatori o se si è in anticipo. Controlli super approfonditi, quasi esagerati, ma rassicuranti. Poi si può stare e girare fra i negozi fino a che non compare il numero del gate. Una volta all’imbarco si assiste all’ingresso dei passeggeri appena arrivati che passano dallo stesso varco da cui usciremo noi. Questo perché si entra e si esce dal braccio mobile. Per lo stesso motivo le file Ryanair sono tre: priority, dal sedile 20 al 33 e rimanenti. Dovrebbero giustamente far entrare prima quelli che vanno in coda per non intoppare il corridoio, ma succede dopo poco che, tipico degli italiani, si buttano tutti avanti e si manifesta un classico accesso alla rinfusa. Solito problema che nelle cappelliere non c’è posto per tutti i bagagli a mano e ci si scanna per non doverlo imbarcare nella stiva!
A parte ciò partenza in orario e volo ok. Purtroppo si torna!
Avendo più tempo un museo interessante è quello marittimo che ho visitato in un’altra occasione, così come l’acquario.
Vale poi la pena, se la cosa appassiona, ma richiede appunto tempo e spostamenti con i mezzi, andare a caccia dei numerosissimi e diversi esempi unici e bellissimi del modernismo di Barcellona per vedere le numerose case costruite da Gaudì, Montaner e Cadafalch.
Puro scatenamento della fantasia!