Pserimos a piedi nudi

Vivere assaporando la vita e l'atmosfera della piccola isola greca
Scritto da: emiliano78
pserimos a piedi nudi
Partenza il: 26/08/2013
Ritorno il: 02/08/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Eccoci qui, finalmente è arrivato il giorno della partenza. Si ritorna a “casa nostra”, in Grecia, dopo un inverno passato a sognare e organizzare la nostra prossima avventura in terra ellenica.

Quest’anno eravamo molto indecisi sulla meta e dopo due anni consecutivi passati a Tilos decidiamo di scoprire un altro gioiello… ma quale?

Le nostre sere fredde ed umide trascorrono raccogliendo informazioni, prezzi e voli su varie isole, ma sembrava che nessuna mi volesse attirare a sè, effettivamente non sapevamo nemmeno noi se e quando saremmo partiti.

Arrivati a metà giugno i prezzi dei voli su Kos con Ryanair si abbassano per fine agosto e prima che risalgano ancora decidiamo di fermarlo. Prenotiamo il volo con andata Bergamo-Kos e ritorno Kos-Bologna dal 26 agosto all’8 settembre con una valigia da imbarco a 349€, risparmiando così 170€ se fossimo ritornati su BG Orio al Serio.

Ma Kos non mi attira nonostante non l’abbia mai vista, ma non è il mio target, cercavamo un’ isola sconosciuta al turismo di massa, piccola, dove non sei un numero o un bancomat con le gambe e che non ti regali solo mare e spiagge indimenticabili, ma anche qualcosa di più profondo e unico.

Guardando google map alla ricerca delle isole del dodecanneso vedo un pezzetto di terra stretta tra Kos e Kalymnos, zummo pensando fosse poco più di uno scoglio e mi chiedo…questa come si chiama? Pserimos? Solo 14 kmq? Boh, vediamo?!

Mi metto alla ricerca di informazioni, ma nulla o niente se non i soliti siti con le solite quattro righe, niente di niente… ed inizio a pensare… eccola, mentre Cinzia preoccupata mi chiede dove la voglia portare!

A un certo punto mi imbatto in un diario che più che un diario scoprirò essere un omaggio a questa isola, ”Pserimos l’isola che(non)…c’è.”, ecco il segno ci siamo quest’anno andiamo a Pserimos .Decidiamo di fare una settimana a Pserimos ed una a Kefalos nella baia a sud di Kos visto che sembrava che non ci fosse molto da fare a Pserimos.

Inizia il conto alla rovescia, ma come ci arrivo a Pserimos? Non trovo nulla, cerca e cerca scopro che il traghetto parte da Kalymnos tutti i giorni alle 9.30 ed in meno di un’oretta sei a ad Avlakia il paese-porticciolo(molo) di Pserimos e riparte alle 17 per Kalymnos. Infatti Pserimos è più servita da Kalymnos perché è sotto la propria giurisdizione e non a quella di Kos come pensavo.

Da Kos sono due le alternative, fino ad agosto parte al Sabato un traghettino da Mastichari (paesino di pescatori a nord di Kos)che in 30 min arriva a Pserimos, oppure da Kos Town l’unica alternativa è chiedere ai caicchi in partenza tutti i giorni, mare permettendo, per i tour se ti danno un passaggio… e così sarà perchè sono molto gentili e disponibili.

Ma dove dormo a Pserimos, nei siti specializzati non si trova niente, in effetti a Pserimos non c’è struttura recettiva, gli unici posti per dormire sono le camere che affittano i proprietari delle taverne locali e qualche abitante, ma si parla di una trentina di posti letto in tutto, dopo qualche mail inviata mi risponde un’agenzia di Kos che spara dei prezzi esagerati per fine agosto (55€ più i costi di registrazione)allora decidiamo di aspettare, dopo qualche giorno risponde Georges Karaiskos di Kalymnos e mi dice che una sua amica ha una Taverna con quattro stanze ma ora è a Rodi per delle visite e mi aggiornerà a giorni. Il giorno dopo mi contatta e mi conferma la camera a 25€ al giorno… PRESA! Chiedo come arrivare e mi risponde di non preoccuparmi che si sarebbe informato, in pratica sarei dovuto andare con l’autobus dall’aeroporto di Kos a Mastichari e prendere il traghetto che mi avrebbe portato a Kalymnos, notte lì poi al mattino dovevo prendere la MANIAT che alle nove ti porta a Pserimos.

Chiedo se si puo partire da Kos Town direttamente per Pserimos, dopo aver fatto qualche chiamata mi dice di andare al Porto di Kos Town e prendere il caicco NiKita dell’amico capitano Skevos.

Decidiamo questa soluzione in modo da poter visitare Kos anche di sera con calma e ripartire alla mattina dopo per Pserimos. Troviamo sistemazione al Desiree, uno studios a 5 minuti dal porto e dal centro a 25€ a notte, intanto che ci siamo cerchiamo la sistemazione a Kefalos per la settimana dopo e troviamo al Maritsa all’incredibile prezzo di 15€ a camera con angolo cottura attrezzato, pulizia camera giornaliera e aria condizionata ,in una struttura ben tenuta, pulita e comoda.

26.08

Ci siamo, partiamo con calma da Parma in mattinata verso BG Orio al Serio, il volo parte alle 13.15 ed arriviamo alle 17.45 ora locale in perfetto orario, l’autobus per Kos Town parte alle 18 per cui con l’attesa bagagli non sarebbe stato possibile e il prossimo sarebbe stato alle 21.

Arriviamo a Kos, non serve la vista, basta chiudere gli occhi e ascoltare il suono del Maltemi e sentire i profumi che porta per capire che siamo in Grecia. Ci dirigiamo per il ritiro bagagli e sorpresa sono già li che girano… incredibile! Prendiamo la nostra valigia Azzurro Grecia (casuale) ed usciamo dove ci sono i taxi ed i pullman dei tour operator, vediamo che c’è ancora l’autobus in partenza per Kos, carichiamo i bagagli e via, per il biglietto passa il controllore a fartelo sul momento al costo di 3,20€ a persona, stipati come al solito, arriviamo a Kos Town dopo essere passati da Mastichari, piccolo porticciolo di pescatori leggermente turistico, molto carino!

Arrivati al capolinea ci dirigiamo con la cartina alla ricerca del Desiree, durante il tragitto vedendoci con le valigie ci vengono fatte tantissime proposte di camere e studios ma cmq tutti molto gentilmente ci indicano la strada degli Studios Desiree della signora Maria (e come si doveva chiamare… il 90% delle donne in Grecia porta questo nome). Non c’è una reception, ma un cartello indica il numero su cui chiamarla, di non suonare il campanello che non avrebbe risposto nessuno e che sarebbe arrivata subito, 15 secondi di chiamata….1,5€! Alla fine si affaccia e scopriamo che era al piano di sopra… Mah!

La siura Maria è un vecchietta molto premurosa e gentile, ci regala due bottiglie d’acqua e ci mostra la camera spaziosa e fornita di tutto con angolo cottura, ma a noi servirà solo per dormire, ci chiede dove siamo diretti e lei sorpresa ride e ci dice che nessuno sta una settimana a Pserimos perchè tutti vanno o a Kalymnos o Nissyros o le isole del nord, però ci dirà che sarà bellissimo…. meno male…. Cinzia mi stava già fulminando!

Appoggiamo i bagagli e dopo una bella rinfrescata usciamo alla scoperta di Kos Town. Il porto ed il centro con le belle vie di negozi e taverne sono a 5 min di passeggiata. Andiamo subito alla ricerca del Nikita, lo vediamo ormeggiato lungo la passeggiata del porto appena rientrato dal tour delle 3 isole insieme agli altri caicchi, chiediamo del capitano Skevos, facciamo il nome di Georgeos e chiediamo il passaggio per domani, con una stretta di mano ci conferma e ci dice di venire qui domani mattina alle 9.30 per la partenza. Ringraziamo e ci dirigiamo a bere qualcosa di fresco ed a sbirciare qualche angolo dalla città’ tanto poi saremo lì tra una settimana. Facciamo una passeggiata lungo il porto cercando un posticino caratteristico e genuino, lo troviamo alla fine del porto verso sinistra, un grosso albero con sotto qualche tavolino e sedie azzurre dove 4 signori giocano a backgamon. Ci sediamo e prendiamo le nostre prime due Mythos, vado a chiedere se ha delle patatine da sgranocchiare, mi dice che non le ha ma che ci porta qualcosa. Arriva dopo un po’ con pane ed un piatto di pomodori, olive, cetrioli e feta… vado a pagare e mi chiade 4€ per le due Mythos, gli faccio presente che c’è anche il piatto di insalata ed il pane e lui risponde che looffriva lui… io e Cinzia ci guardiamo e diciamo avevi dei dubbi? Siamo in Grecia! Ovviamente la settimana dopo ritorneremo da lui.

Dopo un po’ di giretti, pyta giros e birre, stanchissimi torniamo presto al Desiree per un meritato riposo tanto poi saremo a Kefalos e una giornata a Kos Town la faremo sicuramente.

27.08

Sveglia di prima mattina, è prestissimo ma la smania di vedere Pserimos è tanta. Puliti e profumati usciamo per salutare Maria che ci ha preparato qualche fette di torta fatta da lei da mangiare strada facendo, squisita la finisco prima di scendere le scale! Dopo i saluti ed i ringraziamenti ci dirigiamo al Nikita dove arriviamo con lieve anticipo, sono le 8.15 ed i caicchi partono alle 10,non c’è nemmeno il capitano che poco dopo arriva e ci carica i bagagli nella stiva e ci ospita. Rimaniamo in attesa che il caicco si riempia di turisti che faranno il giro delle 3 isole (Pserimos, Plati, Kalymnos) tutti in costume, salviettone e creme solari, mentre noi con vestiti e valigie, ci guardano effettivamente straniti, ma poi sicuramente quando noi resteremo sull’isola e loro dopo aver appena assaporato la quiete e la bellezza di Pserimos ci invidieranno. In quel momento mi sento già un navigante e non più un turista… sensazione impagabile!

Uno dopo l’altro i caicchi partono per le varie destinazioni, chi a Pserimos e chi a Kalymnos. Ora tocca a noi e dopo una tranquilla navigata arriviamo in prossimità delle basse coste di Pserimos dove ci dà il benvenuto la bandiera Greca impressa sul promontorio e che alcuni uomini aggrappati alle rocce stanno ritinteggiando (ci vorrà qualche mese). Dopo circa 50 min. la baia di Avlakia nascosta gelosamente si apre a noi come il palco di un teatro quando levano il tendone e ci mostra il suo unico porticciolo, l’unico paese e le uniche case dell’isola. Lo stupore a bordo si avverte. Ormeggiamo nel molo più grande, ringraziamo Skevos e scendiamo con tanto di valigie.

Siamo gli unici che si fermeranno , pare confermata dal fatto che la gente del posto quando ci vede passare in spiaggia con tanto di valigie ci guarda con stupore. Non ci era mai capitati di passare in spiaggia con le valigie per cui capiamo che sarà un’avventura diversa dal solito. A Pserimos non ci sono strade, ma solo sentieri e sabbia. Gli unici mezzi di locomozione sono degli abitanti per trasportare i viveri che arrivano da Kalymnos tutte le mattine, del resto ci si sposta solo a piedi… NON HA PREZZO!

La visuale è bellissima, la calma regna fino a quando i caicchi due volte al giorno, dalle 11 alle 12.30 ed alle 15 fino alle 16.30, attraccano e tutta la baia di Avlakia si popola e la spiaggia viene invasa dai turisti.

Ci dirigiamo alla ricerca della Taverna Sevvasti, non è difficile ce ne sono solo tre, altrettanti bar e due Market dove trovare i beni necessari. Il resto sono bancarelle di souvenir molto belli e caratteristici che alle 16.30 chiudono quando se ne vanno i turisti mordi e fuggi.

Arrivati alla fine della spiaggia sentiamo urlare il mio nome Emilianooo! Sta a vedere che sono arrivato fin qua nel nulla dopo un anno di ricerche su un’isola della quale nessuno sapeva niente e trovo qualcuno che conosco!

Invece vedo spuntare dalla cucina una signora sorridente a braccia aperte ed io con un sospiro rispondo PRESENTE! Sevvasti ci abbraccia come se fossimo di famiglia attesi da molto tempo, ci fa accomodare sotto il pergolato di vite piena di uva e ci porta due elleniko cafè metrio (due caffe greco di media dolcezza), nerò (acqua) ed una torta squisita fatta con sfoglia dolce e ripiena di crema…. la pace dei sensi! Io e Cinzia ci guardiamo ed esclamiamo…. FINALMENTE A CASA!

Maria la moglie di suo fratello Panajotis ci accompagna alla camera al piano di sopra, la stanza con bagno è molto carina, luminosa , con balcone, con frigorifero ed aria condizionata che cmq non utilizzeremo mai perché si stava benissimo.

Il tempo di mettersi le ciabatte ed il costume e siamo giù in spiaggia. I turisti mordi e fuggi se ne sono andati ed in spiaggia siamo solo noi… anche in paese, visto che non si vede nessuno, ci immergiamo nelle calde acque tranquille di color tuchese di Pserimos. La sabbia è bianca e finissima… dopo un anno l’Egeo ci riabbraccia e noi ci godiamo questa atmosfera irreale.

Verso le 15 arriva l’ultima ordata di turisti, ed io immagino, mi sembra di rivivere e di vedere le scene che gli antichi greci si trovavano davanti all’arrivo dei turchi con i loro caicchi con ben altre intenzioni ovviamente. Alle 16.30 tutti ripartono e l’isola ritorna a risplendere nella sua immensa quiete e bagno dopo bagno ci attardiamo fino allo sparire del sole.

Qualche passo scalzo e siamo da Sevvasti che con la sua immensa positività ci riaccoglie e ci porta in cucina per scegliere la cena, inizio a sentirmi di famiglia. In cucina c’è la matriarca, la madre di Sevvasti che sta facendo le Dolmades, bene scelgo quasi tutto e tra risate generali (ma dicevo sul serio) saliamo in camera per una bella doccia rigenerante.

Scendiamo per cena, ci sediamo sotto il pergolato e siamo circondati solo da abitanti, gli unici turisti in quel momento siamo noi ed una coppia di ragazzi che conosceremo nei giorni a seguire. Sevvasti è in cucina ma tutti si danno da fare per farci sentire come in famiglia durante i pranzi delle festività. La figlia che vive a Kalymnos, la madre tra cucina e griglia, un’amica che vive a Kalymnos, il fratello con la moglie Maria ed il fratello maggiore Capitano in pensione… sono tutti per noi, mentre gli altri si apparecchiano e si servono da soli. Arriva il ben di Dio che avevo ordinato in cucina forse esagerando, comunque senza buttare niente… Un piatto con 12 dolmades giganti, 1 piatto con pomodori e peperoni ripieni di riso e carne, 1 piatto di Pastizo, un calamaro gigante ed un sarago alla griglia, vino e acqua… in pratica una cena per quattro a 31€ totali con grappa locale con loro uve e dolce offerti.

Stiamo a tavola in totale tranquillità come tutti anche perchè alla sera non c’è altro da fare ed è stupendo uscire a piedi nudi di sera e camminare sulla sabbia fresca ad ammirare il cielo stellato.

Kalinikta

28.08

Questa mattina sveglia presto, sono le 7.30 ed io sempre scalzo scendo per farmi un bagno in solitudine. Sevvasti mi fa vedere una bacinella piena di pesce appena pescato e che mi preparerà questa sera e mi chiede se deve prepararmi la colazione. Gli rispondo… vado mi butto e torno! Lo spettacolo che mi trovo è stupendo, sono solo io. La baia è tutta mia e mi immergo nella sua solennità!

Quando rientro con il costume bagnato è già tutto pronto, sveglio Cinzia e facciamo colazione con caffè greco e la torta di squisita di ieri… quale buongiorno migliore?!

In piena tranquillità, prima che arrivino i turisti, le donne del paese come in una processione religiosa si immergono in acqua come da tradizione vestite con abiti neri, scarpe e copricapo. Si intrattengono una mezz’oretta l’una con l’altra, poi sorprese ci salutano (effettivamente non sono abituate a vedere turisti che dormono sull’isola) poi salgono e spariscono all’avvicinarsi dei caicchi per poi tornare così come gli altri abitanti quando i caicchi ripartono. Decidiamo di stare tutto il giorno nella spiaggia principale, Pserimos ha 4 spiaggie: Avlakia, Vathi, Marathona, Grafiothissa poi un paio di baiette in ciottoli raggiungibili in barca su richiesta a qualche abitante. La mia giornata passa alla scoperta di scorci ed angoli non accessibili se non tramite un minimo di scarpinata, mentre Cinzia si dedica al suo sport preferito… sole, bagni, sole bagni ed ancora nuotate su nuotate avanti ed indietro lungo la baia di acqua a specchio… la sera aveva le branchie!

Trovo una minuscola caletta di un metro e mezzo a sinistra del porto su di una scaletta bianca e azzurra girando dietro al piccolo promontorio dove trovo di tutto, dalle conchiglie alle ossa di capra (che stava meglio prima), compreso un teschio integro completo di mandibola e denti e poi alcuni resti di reti da pesca che il mare prontamente ci riconsegna. Nel frattempo arriva il viavai di turisti che colonizzano la spiaggia e i bar. Poi, ecco che alle 17 tutto torna in un’ emozionante e profonda atmosfera e l’isola ti regala una musica unica composta dalla melodia delle onde del mare che accarezzano delicatamente la sabbia fine, il vento che fa risuonare le conchiglie appese nelle bancarelle dei souvenir, il fruscio degli alberi e il coro di sottofondo degli uccelli, le galline e degli asini accompagnati dalle campanelle e dal belare delle capre rientrate dal pascolo. E’ l’ora della Mythos. Guardando il sole che scompare dietro i brulli promontori coperti di timo, origano e basilico… ultimo bagno e poi via per la doccia, la fame è al limite. Questo è quello che Pserimos ti regala.

Sevvasti ci chiama in cucina, i miei occhi si spalancano ed io, lasciando la razionalità in valigia, dico ”TUTTO”, in pratica ho esagerato come il solito tzatziki, verdure stufate, souvlaki, il solito pesce alla griglia, patate fritte fatte in casa, krasì lèfko (vino bianco) e solita megalo nerò (bottiglia d’acqua grande) il tutto a 30€ con anguria offerta. Finita l’abbuffata ce ne stiamo semplicemente a chiacchierare ed a vedere il solito viavai degli anziani del posto che si servono da soli, ma non mangiano mai a casa? E le mogli dove sono? Mah! Alle 23.30 si spegne tutto e si va a letto.

Kalinikhta

29.08

Questa mattina decidiamo di andare alla spiaggia di Vathi raggiungibile in 35-40 minuti di cammino percorrendo il sentiero che parte dalla spiaggia principale verso la chiesa del paese. Il primo tratto è pianeggiante ed attraversa alcune case per poi costeggiare l’enorme uliveto. A un certo punto si inizia a salire verso il crinale del promontorio per un massimo di 6-7 minuti di cammino per poi discendere verso la baia sabbiosa con qualche zona di ciottoli bianchi. Il mare è incantevole, color smeraldo, grazie alla sabbia sul fondale finissima e bianca.

Con calma facciamo la nostra colazione insieme a Sevvasti per poi preparare le nostre borse mare e ci muniamo di acqua e frutta per pranzo in quanto la spiaggia è sperduta e l’unica acqua dolce presente si trova in un pozzo in spiaggia ad uso esclusivo alle capre per dissetarsi. Muniti dell’immancabile macchina fotografica partiamo lungo il sentiero segnalato. Gli abitanti ci salutano al nostro passaggio e le capre ci accompagnano per tutto il tragitto. Dopo aver passato il grandissimo uliveto inizia una breve salita sul promontorio immersi nel silenzio più assoluto. Il paesaggio alle nostre spalle è stupendo, infatti si vede la piana del paese con la sua baia ed è proprio qui che faccio una scoperta terrificante… la macchina fotografica è praticamente scarica… errore imperdonabile! Va beh dai… tanto poi non sarà l’unico giorno che trascorreremo in questa meravigliosa spiaggia. Riprendiamo il cammino ed in breve tempo arriviamo sul crinale e quello che vediamo è un panorama difficile da spiegare… le parole non riescono ad uscire di fronte a tale bellezza della natura. La baia è meravigliosa e si mostra con tutta la sua luce ed i suoi colori. Il sole picchia, ma fortunatamente un lieve maltemi ci accompagna lungo la discesa tra cespugli di origano, salvia e timo. La fatica sparisce completamente ed i profumi ci aprono la mente. A Vathi non c’è ombra, ma poco male. Mi toccherà stare in acqua tutta la giornata, e poi c’è questo lieve venticello che mi garantirà una SCOTTATURA TOTALE!

Siamo soli. Si sentono solo le capre e le pecore che si spostano al pascolo e che iniziano la processione per dissetarsi. Ogni tanto arriva qualche turista in barca a vela per farsi un bagno ristoratore e per godersi per qualche minuto la quiete di questa baia.

Ci godiamo il silenzio accompagnato solo dalla lieve risacca del mare sulla battigia, ovviamente la mia lucertolina decide di prendersi il sole tutto per se; poco male, vorrà dire che io mi dedicherò al mio passatempo preferito cioè la ricerca delle conchiglie. Ne trovo di bellissime così come trovo molti cimeli lasciati in mare dall’uomo e che l’Egeo ci restituisce i quali, sicuramente, hanno avuto una vita, un’anima ed una storia per cui io mi diverto ad immaginarla ed immaginare chi possa aver bevuto in questa bottiglia, chi possa aver usato queste reti da pesca o chi possa aver portato queste ciabatte piuttosto che un paio di pantaloni sgualciti e strappati. Mi vengono in mente le storie di tanti migranti pieni di speranza e di sogni che vedono nelle nostre terre, una salvezza che forse, purtroppo, per molti di loro non arriverà mai.

Dopo tanto girare il tempo è passato inesorabilmente per cui decido di farmi un bel bagno rigenerante nell’azzurro di questa baietta incantata.

Quando il sole si nasconde dietro al promontorio decidiamo di rientrare in paese mentre le barche arrivano per passare la notte in rada. Insieme a noi rientra anche un signore che si occupa degli allevamenti di orate poco più avanti lungo il sentiero che prosegue dalla spiaggia e che tutte le mattine lui percorre per andare al lavoro e che riprende alla sera verso le 19.30. In effetti è un personaggio magrissimo con un passo velocissimo. Ci dice che la maggior parte di quelle orate è diretta in Italia… Il suo passo è troppo veloce per noi e lo lasciamo andare volentieri tanto poi lo incontreremo di nuovo da Sevvasti a bere un pò di birre insieme ad un gruppo di muratori! Io mi aggrego volentieri e mi scolo la mia bella e gelida Mythos ed i profumi portati dal maltemi vengono sostituiti dai piacevoli odori provenire dalla cucina di Sevvasti e dalle braci accese delle varie taverne che si preparano per la cena. I profumi che emanano il pesce e le carni sono inebrianti ed io mi lascio travolgere da tutte le emozioni che oggi Pserimos ci ha regalato, quando ad un certo punto vengo interrotto dal richiamo di Sevvasti provenire dalla cucina che mi ricorda di andare a scegliere la nostra cena. Questa volta decido di usare un po’ di raziocinio e sono indecisissimo di fronte a tante prelibatezze genuine al che Sevvasti ci dice che ha preparato solo per noi una loro specialità, una pasta a forma di riso con seppie e pomodoro con verdure stufate e fave al sugo…. che spettacolo, una vera bontà! Ci sediamo e ci apparecchiamo da soli perchè vediamo che tutti si servono come se fossero a casa loro per cui ci adeguiamo in attesa delle portate che arrivano imperiose poco dopo accompagnate da vino rosso locale per la modica cifra di 23€ in due. Stremati, alle 21,30 siamo già a letto aspettando un nuovo emozionate giorno.

30.08

Un’altra notte è passata ed oggi Pserimos ci regalerà un’altra giornata piena di tranquillità. Scendiamo per colazione… caffè greco e due piattoni di yogurt greco con miele di timo di Pserimos… e noi ce lo godiamo fino all’ultima cucchiaiata.

Oggi il Maltemi si fa sentire un pochino, ma è gradevolissimo stare a contemplare senza pensieri sotto il pergolato di vite; ad un certo punto arriva la matriarca, la madre di Sevvasti, una donna sulla novantina sempre vestita di nero con un copricapo bianco. Taglia un grappolo d’uva e ce lo porge. E’ una signora dura come una roccia, instancabile da fare invidia, cucina, pulisce, si occupa sempre della griglia e per lo più insieme ai nipoti ha vendemmiato l’uva in mezzo alle api senza fare una piega… mancava solo che se le mangiasse le api!

Va bè, che dire, ottimo inizio. Decidiamo di stare nella spiaggia del paese, ormai sta diventando un divertimento vedere arrivare i turisti e vederli ripartire dopo poco ed osservare con quanta velocità la spiaggia ed il paese si sveglia e si riaddormenta in poco tempo. Inoltre subentra in noi un certo godimento vedendo andare via tutte queste persone e sapendo che tu rimarrai lì perchè non sei più un turista ma sei diventato parte dell’isola ed i suoi abitanti ti considerano un amico, uno di famiglia. La giornata passa leggendo un libro, un giro per la spiaggia, un bagno e osservando i volti dei turisti felici e dispiaciuti allo stesso tempo con cui non condividiamo quasi niente se non la visione dei colori e la genuinità che Pserimos ci regala.

All’arrivo della seconda ondata di turisti decidiamo di ritirarci, sempre rigorosamente scalzi, in una delle taverne sulla spiaggia per mangiare qualcosina in attesa che ritorni la quiete. Optiamo per due Mytho, due insalate greche belle fresche e leggere a cui però accompagniamo due piattoni di polpette di polpo e calamari fritti il tutto per 20€…. Fatichiamo ad alzarci per cui ce ne stiamo assorti nei nostri pensieri.

Con precisione greca i turisti se ne vanno ed inizia la processione delle donne del paese che escono dalle loro case e si immergono in acqua mentre noi ci impossessiamo di nuovo dell’isola da bravi e rispettosi isolani quali siamo. Vediamo due uomini pescare a mano due polpi giganti per poi sbatterli continuamente come un rito sulle rocce per circa una mezz’ora. Poi, ad un certo punto, esce un omone gigante dall’acqua con una fiocina e due pesci belli grandi color rosa…. e dentro di me penso ”ed anche stasera abbiamo il menu”.

Quando le montagne si innalzano e iniziano a coprire il sole, sulla spiaggia cala il sipario, le case sul promontorio sono illuminate dagli ultimi raggi e sembrano gioielli incastonati nella roccia. I nonni escono di casa con i nipoti e in riva al mare, come un rito di iniziazione, si preparano a pescare ed a tramandare i loro saperi alle generazioni, dove l’unica arma è un filo con un piombo ed un amo con l’esca che viene continuamente lanciata e ritirata fino a pescare lo stretto necessario per la loro cena.

Rientriamo in casa per una doccia rinfrescante e poi giù in taverna dove ci attende un ”Big Fish”. Questa volta ci apparecchiano loro, tovaglie di carta che servono per coprire delle bellissime tovaglie in cotone ricamate con perle in vetro raffiguranti gli occhi di Dioniso che si illuminano con il riflesso delle luci prodotte da splendidi lampadari fatti di tantissime piccole conchiglie che con la brezza della sera producono un piacevole suono che ci accompagna durante la cena.

Per il bere ovviamente ci serviamo da soli. Poco dopo arriva un bel piattone con 14 dolmades fatte in casa, due pomodori ripieni di riso e la pesca della mattina cioè un bel pesce gigante da dividere con Cinzia, due mithos, ena megalo nerò e dulcis in fundo ci offrono delle amarene sciroppate…. 36€

Ancora in estasi dalla abbondante cenetta, prima di risalire in camera decidiamo di fare un giretto sul lungomare che non è altro che la battigia, ovviamente a piedi nudi in completo silenzio avvolti dal cielo talmente grande che sembra di poter toccare le stelle. Le uniche luci sono solo quelle provenienti dalle finestre delle case sulla spiaggia.

31.08

Le campane rompono il solenne silenzio del mattino, inizia un nuovo giorno, il papa predica messa e le donne in coro lo seguono in preghiera con un cantico lento e sofferente. In giro non c’è nessuno ed il vento fa da sottofondo a questo rituale.

Mangiamo qualche biscotto e caffè come in contemplazione seduti sotto il pergolato lasciando scandire il tempo dalle onde del mare in attesa che tutta questa solennità venga temporaneamente interrotta dai nuovi turchi che sbarcheranno a breve… i caicchi arrivano pieni di turisti di varie nazionalità che trasformano l’isola da roccaforte dell’antica Grecia a centro del mondo.

Ormai mi sono totalmente adeguato ai ritmi degli abitanti, infatti me ne rimango seduto con alcuni di loro in attesa che i caicchi ripartano in modo da poter fare il bagno in piena tranquillità. Uno di loro dice qualcosa che ovviamente io non capisco, ma grazie alla traduzione di Jannis (ragazzo di Creta che vive in Italia da 15 anni ed anche lui in vacanza a Pserimos), capisco che non sono molto felici di questo via vai di turisti mordi e fuggi perché quando se ne vanno lasciano un po’ di immondizia sulla spiaggia che viene poi ripulita prontamente. Inoltre dicono che a parte un gelato ed una bottiglia d’acqua non lasciano molto denaro perché per pranzo rientrano in barca.

Oggi grazie al maltemi molti caicchi non sono arrivati per cui la spiaggia è tutta nostra, quasi ci viene da chiedere “permesso disturbiamo?”, ma ormai tutti ci conoscono, anzi rimangono ancora stupiti nel rivederci ancora lì ogni mattina; una signora esce da casa sua e mi chiede di seguirla in cucina per vedere tutto il bendidio che ha preparato (evidentemente si è sparsa la voce). Ho appena finito colazione ma un calamaro me lo divorerei all’istante. Cinzia mi riporta subito sulla terra e la nuvoletta con il calamaro sulla griglia si dissolve bruscamente ”uva e pesca” mi dice, ed io sconsolato come un bambino mi tuffo in un Egeo limpido e consolatore… l’appuntamento con la signora alla fine è solo rimandato.

Oggi decido di cercare il sentiero per la spiaggia di Grafiothissa, la spiaggia con la chiesetta crollata per metà e tanto sospirata da Adeliana.

Mi incammino scalzo lungo la spiaggia per cercare l’inizio del sentiero, cammina e cammina, ovviamente ero partito leggermente sprovveduto senza ciabatte e senza maglietta per cui il risultato lo potete immaginare, ma il sentire il contatto della mia pelle con la terra mi ha spinto come in trans a continuare lungo il sentiero. Ero tutt’uno con l’isola, non c’era nient’altro e il dolore dei sassi sotto i piedi mi faceva sentire vivo e mi risvegliava ad ogni passo. I miei occhi fotografano ogni scorcio, ogni visuale e tutto il bellissimo sfondo della baia e della suggestiva costa turca.

Comunque, cammina cammina, non so come ma mi ritrovo sul sentiero che porta alla spiaggia di Vathi, in pratica dalla parte opposta di dove dovevo andare. Per cui, lemme lemme, me ne torno con i piedi doloranti verso il paese dove trovo Cinzia in acqua che si gode bella tranquilla e serena il suo bel bagnetto. Mi tuffo immediatamente e tutto passa.

Chiedo informazioni per sapere come raggiungere Grafiothissa e mi dicono che un vero e proprio sentiero non c’è. E’ cmq una camminata semplice, bisogna mettere un passo davanti all’altro verso il promontorio, quando sei sul crinale in prossimità di un grandissimo albero prosegui verso destra (ottima come spiegazione). Se vogliamo ci può portare con la sua barchetta ma poi aggiunge che oggi non ne varrebbe la pena perchè con questo vento il mare è mosso. La spiaggia dicono sia bellissima quasi al pari di Vathi anche se quest’ultima essendo dalla parte opposta al vento il mare è sempre una tavola color turchese.

Il suono del mare ad un certo punto è interrotto dal traghetto Maniat che tutti i giorni fa la spola da Kalymnos con viveri di ogni genere. La gente del paese è tutta indaffarata a prepararsi per il suo attracco ed a riempire le carrette dei beni arrivati. Sembra un grande mercato. Oltre alle merci sono arrivati anche molti parenti ed è bello vedere la felicità sui volti delle persone che riabbracciano i propri cari ed i propri amici. In breve, tempo tutto ritorna a sonnecchiare con i soliti ritmi e la solita pace; gli anziani se ne stanno assorti seduti su sedie di legno e paglia a giocare a carte. Il silenzio è tale che si riesce a sentire il rumore delle carte buttate sui tavolini in legno. Io mi aggrego a Jannis per sorseggiare un caffè shekerato in attesa che il sole si nasconda dietro la collina rimarcandone le linee dolci cadere in mare e colorando la baia di rosa.

Ormai è ora di cena e mi si riaccende la nuvoletta di stamattina, l’aria si riempie di profumi, agli aromi di salvia, timo e origano si aggiungono i profumi delle carni e dei pesci alla brace provenire dalle taverne coinvolgendo tutti come una grande famiglia pronta a riunirsi a tavola.

01.09

Questa mattina facciamo con calma anche se di prima mattina risuonano le campane che annunciano la messa. Il silenzio riempie la stanza e un lieve venticello porta il profumo del mare. Verso le 10 decidiamo di scendere in spiaggia dove ovviamente non c’è nessuno, sono tutti a messa, anzi solo le donne, gli uomini sono tutti seduti a contare le onde del mare ed ad ascoltare lo scampanellio dei lampadari di conchiglie sorseggiando caffè accompagnati sempre da qualcosa da mangiare.

Capisco che le forze portanti dell’isola, come nella vita, sono le donne… gestiscono tutto loro, la casa, le taverne, le bancarelle e gli affari con i pescatori. In giro ci sono sempre loro, di uomini quasi mai nemmeno l’ombra. Infatti mi dicono che gli uomini presenti sono in ferie oppure sono gli anziani del villaggio in pensione, ex pescatori o grandi capitani e grandi marinai.

Gli uomini di Kalymnos e Pserimos sono molto famosi ed enormemente rispettati sia in Grecia sia in tutto il mondo per essere i più grandi e più ambiti capitani e marinai dell’esercito greco e della marina mercantile. Questi uomini, così come i loro figli, sono in giro per il mondo per gran parte dell’anno per cui le donne sono il fulcro e la spina dorsale della famiglia e della comunità.

Andiamo in spiaggia e stendiamo i teli con un pò di timore, sempre in punta di piedi per la paura di disturbare. Anche il mare è una tavolozza di colori di varie sfumature. Oggi voglio riprovare a cercare il sentiero che porta alla spiaggia di Grafiothissa. Cinzia decide di godersi la spiaggia vuota ed il mare calmissimo. Io questa volta mi attrezzo con scarpe e maglietta e mi dirigo verso il molo dove attraccano i caicchi, prendo la stradina a destra ed al bivio, a differenza della volta precedente, vado verso sinistra pensando di entrare in un recinto di capre. Scopro che parte proprio la scalinata che porta al sentiero. Questa volta ci sono, per cui dico a Cinzia che torno subito e che farò solo l’inizio per fare qualche foto… ma la natura chiama.

Salgo fino alla cima del monte tra profumi di basilico fino alla prossimità di un grosso albero che dona refrigerio alle capre. Da lì regna il silenzio. Si sente solo il fruscio delle foglie mosse dal vento. La visuale che si vede sulla baia dona un senso di libertà e pace, poi in lontananza scorgo una luce… eccola, è la mia lucertolina stesa al sole a godersi la calma prima dell’arrivo degli Unni… ih ih ih ih ih.

Decido di proseguire richiamato dalla voce del Maltemi come se fossi un marinaio attratto dal cantico delle sirene. Il sentiero è roccioso e costeggia il mare, non è ben definito ma facilmente individuabile e di facile percorrenza. Infatti, ogni tanto ci sono delle rocce colorate che segnalano la retta via. Passo dopo passo distratto da tanta bellezza seguo questo cammino. Sono solo io, mi sento libero e senza fatica e, attratto da non so chi o cosa, continuo a camminare fino a che non intravedo una parte di spiaggia che si mostra dietro al promontorio roccioso. Lo aggiro seguendo il sentiero in discesa ed ecco che lo spettacolo si mostra ai miei occhi, la tanto sospirata Grafiothissa con la sua famosa chiesa per metà crollata in mare e quella nuova costruita a pochi passi da lei in attesa che la natura si prenda quello che gli spetta ed a fare da cornice l’isolotto di Plati e sullo sfondo Kalymnos.

Continuo a camminare e fare foto ad angoli di natura dove nessuno sembra mai passato. Grafiothissa si mostra in tutto il suo splendore con sabbia bianca, selvaggia e incontaminata. Il vento aumenta come a dire ”Ragazzo ti sei lasciato a me ed io ti ho ripagato con questo spettacolo maestoso”.

Prima di rientrare scatto altre foto, da lì si è in prossimità dello scoglio di Plati, meta di turisti che fanno il giro delle tre isole, e sullo sfondo sale la maestosa Kalymnos con i suoi promontori brulli e scoscesi. Decido di rientrare, mentre sono a metà sentiero con ancora alle spalle la spiaggia circondato da basse e brulle montagne il vento mi scuote ancora una volta. Siamo io e lui in questo angolo di mondo sconosciuto. Mi sento piccolo davanti a tanta mostranza e impetuosità. Il vento mi scuote sempre più forte, mi scuote nell’anima, mi vuole invogliare a lasciarmi andare, a sfogare tutto quello che ho dentro accumulato in un anno, in una vita… sfogare la rabbia che in ogni posto, in ogni luogo della terra ti porti dentro. Ma lì no, li puoi sfogarti, ti spinge a farlo, a urlare, a imprecare e a ringraziare di quello che ti è stato donato e di chi hai al tuo fianco lungo il cammino della vita… Lo faccio, sì, mi lascio trasportare. Le montagne mi ascoltano, il mare mi risponde ed il vento porta via le mie parole. Passiamo una vita a cercare un luogo dove far succedere tutto questo ed io ho avuto la fortuna di trovarlo.

Dopo tante emozioni ed un turbinio di sensazioni positive mi ritrovo, senza accorgermene, all’inizio del sentiero dove tutto è iniziato come se fossi tornato in un’altra dimensione e mi immergo di nuovo nell’atmosfera speciale di Pserimos.

Raggiungo Cinzia che pazientemente e nemmeno minimamente preoccupata mi aspettava immersa nel suo libro nella tranquillità della spiaggia e che nel frattempo ha fatto innumerevoli nuotate e camminate nelle calde acque della baia.

Sono passate due ore e decidiamo di lasciare tutto in spiaggia e di andare a mangiare nella taverna famigliare Kli Kardaia che si trova alle nostre spalle. Mangiamo divinamente… altro che frutta di mezzogiorno: 1 mussaka, 1 piatto di peperoni e pomodori ripieni con riso e carne e 4 mithos… spesa 21€.

Però, ora c’è da smaltire. Visto che tra poco arriverà l’ultima orda di turisti decidiamo di andare ancora una volta nella tranquilla e scenografica Vathi. Essendo una domenica di agosto pensiamo di trovare gente, mentre c’è solo una famiglia di Pserimos arrivata in barca. Ci riconoscono e ci salutano. Loro hanno costruito una capanna per ripararsi dal sole. Dopo un po’ si avvicinano e ci offrono dell’anguria fresca e graditissima. La giornata è ventilata e mi dedico esclusivamente ad intensi bagni in questa piscina naturale, ma trovando il tempo di costruire il mio orologio ecologico e silenzioso come Pserimos attirando così i sorrisi e le foto dei nostri vicini psemoritini.

Arriva sera e puntuali come capre svizzere arrivano quelle greche a dissetarsi annunciando la fine della giornata per cui rientriamo in paese. Mi fermo da Sevvasti a dissetarmi con una bella mithos ghiacciata… è stupendo stare li seduti dopo una lunga camminata tra persone familiari e ripercorrere con la mente tutte le immagini passate davanti ai nostri occhi.

Dopo cena i nostri occhi non reggono a tante sensazioni e anche tanta fatica, per cui serenamente ci addormentiamo prestissimo.

02.09

Oggi è l’ultimo giorno a Pserimos. Faremo poi una settimana a Kos, ma non so ancora come arrivarci. Vado al molo e chiedo se ci sono barche barchette, canotti o caicchi, d’altronde è tutta la settimana che arrivano e partono imbarcazioni però non si sa mai. Infatti, mi dicono che la Kalypso che tutti i giorni fa Kos–Pserimos al lunedì riposa, però, ci sono sempre i caicchi che al rientro dai tour ti danno volentieri un passaggi per 10€ e gli isolani mi danno una mano visto che si conoscono tutti.

Bene, ora posso godermi l’ultima giornata in pieno relax facendo un bagno dopo l’altro. Il caicco arriva alle 15,30 e ripartirà alle 16,30, per cui iniziamo i preparativi dei bagagli. Mi siedo da Sevvasti per l’ultima birra, mentre Cinzia si gode gli ultimi attimi di tranquillità, e lui si siede con me a chiacchierare parlando un pò di inglese misto italiano. Mentre mi alzo mi arriva un piatto di formaggio fatto da loro ed un piattone di pasta con pomodoro e seppie. Non contenta di questo omaggio va in casa e mi regala una spugna di mare, un sacchetto pieno di splendide conchiglie ed un cofanetto rivestito sempre di minuscole conchiglie. Così ci salutiamo e ci abbracciamo. Commossi ci dirigiamo verso la Odissey. Il tragitto, passando per la spiaggia, lo facciamo al contrario. Questa volta, però, invece di trovare persone stupite del nostro arrivo con tanto di valigie, vedendoci in partenza ci salutano. Il titolare del market prende la sua motoretta e mi carica con tanto di valigia da 20 kg da una parte e via tutta la spiaggia a ridere e tra l’ilarità dei turisti mi porta al molo mentre Cinzia mi segue defilata a piedi insieme al nostro amico Jannis che ci porta gentilmente l’altro trolley.

Il capitano ci ospita al suo fianco e dopo il benvenuto ci omaggia di acqua e frittelle dolci ricoperte di miele di timo. Infine, il rientro dei turisti allegri sul caicco ci fanno già rimpiangere il ritorno a Kos (che cmq si dimostrerà una settimana altrettanto bella). Poi, solo il lento allontanarsi di Pserimos alle nostre spalle con la bandiera dipinta sulla roccia e la musica solenne greca fanno il resto.

Sono gli ultimi momenti, mentre Pserimos si allontana ed il vento che passa sulla mia pelle mi ricorda gli attimi a Grafiotissa come se volesse darmi il suo ultimo saluto. Mi sembra di provare le stesse emozioni che provano i marinai (padri e figli) pronti a girare il mondo per lunghi periodi, lasciando le loro famiglie e la quiete che la loro isola conserva con la consapevolezza che al loro ritorno nulla sarà cambiato.

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Pserimos



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