Provenza, mare

ZINGARI PER CASO……..DAI MONTI AI MARI, DAI CAMPI ALLE CITTA’… DI MARIO E ANNA Periodo: ultima settimana di giugno prima settimana di luglio Destinazione: Sud della Francia Mezzo di trasporto: camper a noleggio 1° GIORNO Sabato pomeriggio partenza da Biella e prima notte trascorsa al lago del Moncenisio (mt. 1900) :...
Scritto da: annazu
provenza, mare
Partenza il: 23/06/2007
Ritorno il: 07/07/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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ZINGARI PER CASO…DAI MONTI AI MARI, DAI CAMPI ALLE CITTA’… DI MARIO E ANNA Periodo: ultima settimana di giugno prima settimana di luglio Destinazione: Sud della Francia Mezzo di trasporto: camper a noleggio 1° GIORNO Sabato pomeriggio partenza da Biella e prima notte trascorsa al lago del Moncenisio (mt. 1900) : finalmente si dorme al fresco!!! 2° GIORNO Escursione a piedi: partenza dal terrapieno della diga, si segue lo sterrato che passa dietro al forte e costeggiando il lago (dal lato opposto della strada asfaltata) si arriva ad un bivio, si risale a sinistra una valle molto verde fino al Rifugio e al colle del Petit Mont Cenis mt. 2182. Questa escursione dura circa 3 ore e visto lo scarso dislivello può essere effettuata anche in mountain-bike, magari facendo l’intero giro del lago! Itinerario consigliato alle famiglie.

Nel pomeriggio si scende in Francia e dopo pochi minuti, facciamo una sosta al Tableau d’osservation, da cui si può ammirare lo splendore della Val Morienne, si scende a Lausleburg e poi a sinistra e nel tornante prima dell’abitato di Termignon si sale seguendo le indicazioni per Bellecombe.

Si sale fino alla fine della strada, a un parcheggio immerso nel verde del parco della Vanoise. Pernottamento nel silenzio piu’ assoluto (a circa 2.200 mt.).

3° GIORNO Si parte a piedi nel sentiero che sale a destra di un piccolo orrido, dopo 5 minuti si entra in uno scenario incantevole…, si arriva al “Lac du plan” e poco dopo all’omonimo rifugio: si è al centro del parco della Vanoise tra pascoli e ghiacciai, spiccano le cime della Gran Casse (mt. 3795) e della Gran Motte (mt. 3656). Dal rifugio partono diverse escursioni per tutte le esigenze…

La nostra passeggiata continua a destra del rifugio fino ad arrivare al “Rifugio de la Femma” a circa 2.300 mt, il dislivello è minimo, ma ci vogliono 3 ore per andare e altrettante per ritornare. Questo percorso può essere fatto in mountain-bike, utilizzando una strada asfaltata e poi sterrata, fino all’ultimo tratto del sentiero, quasi tutto pedalabile. (p.S. Attenzione alle marmotte… sono grosse come dei vitelli!!!) 4° GIORNO Si lascia la Vanoise per scendere nella Val de la Morienne, arrivati al paese di San Michel de la Morienne (paesino di montagna molto carino) si svolta a sinistra e si sale fino a 1570 metri del Col du Telegraphe. Piccola sosta per ammirare il panorama e dare una “sbirciata” alla bacheca che indica la “Grand Route de Les Alpes” che parte da Mentone per arrivare a Geneve, e che comprende tutti i passi piu’ importanti, resi famosi dalle grandi imprese ciclistiche… Si sale ancora verso i 2645 mt. Del “Col du Galibier” dove ci aspetta un po’ di nevischio e … un pugno di ciclisti stanchi e infreddoliti… E’ ora di pranzo ma è meglio scendere un po’ e ci fermiamo ai 2570 mt del Col di Lautaret: non nevica piu’, ma il vento è forte, si pranza al cospetto dei ghiacciai del Parc Des Ecrins da cui svetta con i suoi 4000 metri il Pic Gaspar. Si scende ancora fino a Briancon e una visita a la “ville” è d’obbligo. Si sale un po’ verso il confine italiano e dopo poche curve si arriva a un parcheggio adiacente alle mura della città vecchia… Una passeggiata in questo borgo, fra negozi e medioevo, e poi via… Basta con le montagne. Si scende per la “Val de la Durance” fino al lago di Serre Poncon, arrivati al paese di Savines du Lac si lascia la strada principale per svoltare a sinistra costeggiando il lago dal versante orientale. La strada sale un poco e prosegue costeggiando il lago dall’alto tra boschi e terrazzi belvedere, fino ad arrivare al paesino di “Sauze du Lac”. Qui si trova una piazzetta con una vista meravigliosa sul lago: pernottiamo … il silenzio è assoluto! Il tramonto sul lago è qualcosa di indimenticabile! 5° GIORNO Si parte completando il giro del lago di Serre Poncon. La giornata è bella e il lago restituisce i suoi veri colori. Si prosegue verso Seine’ tra campi di grano “colorati” dai papaveri e pinete da cui si possono notare rocce calcaree, si prosegue tra dolci “saliscendi”, restando sui circa 1000 metri, fino ad arrivare a Digne Le Bains: piccola sosta per sgranchire le gambe… Si scende ancora verso le Gole del Verdon, ma una tappa fotografica è d’obbligo al “Plateau de Tene”. Si arriva salendo tra boschi, fino a sbucare su un altopiano con una vista spettacolare: da una parte la valle appena percorsa, dall’altra il viola dei campi di lavanda in piena fioritura e sullo sfondo le “Gole del Verdon”. Ancora pochi chilometri e si arriva all’incantevole paesino di Moustiers Sainte Marie … Il paesino è arroccato sotto a una parete calcarea a 580 metri di altezza. Chiunque vedendo questa meraviglia non può trattenersi dal farle visita … Da vedere sono le strette vie acciottolate, le fontane, la chiesa e il campanile in stile romanico. Nella parte piu’ alta del paese si trova la cappella di Notre Dame de Beauvoir, arroccata alla parete, raggiungibile solo a piedi per un ripido sentiero. Moustiers si apprezza soprattutto per l’arte del dipingere le ceramiche che risale al XVII secolo ed è tuttora attiva nelle numerose manifatture presenti nelle viuzze del borgo: c’è da rimanere incantati…

Dopo tale piacevole visita, si parte per le sospirate Gole del Verdon. Lasciamo il lago de Sainte Croix sulla nostra destra, si sale verso il piccolo paese di La Palud, piccole soste per ammirare le pareti di calcare, divise da torrente che scorre molto piu’ in basso, sono d’obbligo! In poco tempo si arriva nel paesino a circa 1000 metri di La Palud con l’originale castello e si campeggia vicino al campo sportivo, in mezzo al verde e nel silenzio piu’ assoluto. Alla sera, anche per smaltire la cena, una passeggiata per il tranquillo borgo ci fa apprezzare le piccole cose belle che anche grazie alla tranquillità dei posti, fanno grande … Una piccola vacanza! 6° GIORNO Al mattino prendiamo le bici dal camper per fare un giro e apprezzare così meglio le Gole del Verdon. Puntiamo al rifugio du Caf (rifugio del club alpino francese) che dista 8 Km, ci si arriva percorrendo una strada asfaltata che con piccoli saliscendi conduce al rifugio. Lo scenario è spettacolare, ci si ferma a ogni curva per ammirare le spettacolari gole e in poco tempo si è al rifugio: una sosta caffè… (che fa schifo ma va a patta con il panorama). La strada continua a costeggiare le gole tra panorami mozzafiato fino a tornare poi a La Palud. Il percorso totale è di 30 Km ma Anna, non essendo abituata alla bici, preferisce tornare indietro… Peccato! Piccola sosta pranzo e si riparte, risalendo il fiume Verdon: l’ambiente è stupendo, siamo nel paradiso di chi ama far canoa. La strada è un po’ stretta ma a velocità moderata si arriva a Castellane, piccolo paese caratterizzato da una chiesa costruita su di una sommità di una parete a picco sul borgo, una foto e via. Percorriamo la “Route du Napoleon”, la strada ora è larga e bella con saliscendi a circa 1000 metri di quota, e dopo valli e pinete si arriva a Grasse, la città dei profumi. Il contrasto tra la calma dei giorni precedenti con la vita frenetica di questa città è notevole, la difficoltà nel trovare un parcheggio vale però di gran lunga la visita alla città vecchia, passeggiare tra le sue vie, tra case dai dolci colori pastello e respirare i piu’ diversi profumi dei suoi negozi, rende molto gradevole la fermata… E’ un po’ come trovarsi al confine, tra la tranquillità della montagna e la frenesia della vicina costa azzurra! Si prosegue verso il mare e purtroppo la bella, ma anche troppo turistica, costa azzurra non ci offre spazi di sosta per il camper, attraversiamo Cap d’ Antibes e la città d’ Antibes e pernottiamo, con altri camper, su una spiaggia affollata e rumorosa… Peccato! E’ la prima sera che dormiamo in un posto non tanto tranquillo, ma l’aria di mare e la luna piena ci danno un po’ di sollievo…Domani sarà un altro giorno! 7° GIORNO Si parte verso “mari” migliori… prima però una passeggiata tra le mura della città vecchia di Antibes (molto graziosa) e al suo mercato e soprattutto il 1^ bagno del viaggio, in una piccola spiaggetta sotto le mura. Poi si parte verso La Tour Foundue dove a circa 2 Km. ci fermiamo in un campeggio per due notti (è la prima volta che paghiamo il pernottamento…). E’ una località di mare molto carina, in fondo al promontorio dopo la cittadina di Hyères, da vedere sono le paludi che lambiscono il mare e che fanno di questo piccolo lembo di terra una Camargue in miniatura! 8° GIORNO La giornata è bella e con il traghetto si parte da La Tour Foundue per sbarcare dopo circa 30 minuti all’Isola di Porquerolles, che con l’sola di Port Cros e l’Ile du Levant (è quasi per intero zona militare, fatta eccezione per la colonia di naturisti di Héliopolis), sono note come l’arcipelago delle “isole d’oro” e per le sue bellezze fu abitato nel corso della storia da popolazioni liguri, poi dai greci e dai romani. In certi periodi non mancarono vicende legate alla pirateria.

Essendo nel punto più meridionale della Provenza e situate a ridosso di un bel golfo, le isole godono di un clima privilegiato (si parla di 300 giorni di sole l’anno) che le rende apprezzabili in estate per il mare stupendo ma anche nelle mezze stagioni per le belle passeggiate nel cuore di una natura incontaminata.

Dopo aver lasciato il paesino, molto turistico, nei pressi del porto, con una bella passeggiata di circa 1 ora, tra foreste di pini marittimi, arriviamo alla spiaggia d’argento … E poi mare, mare e ancora mare nell’acqua limpida e cristallina.

Alcuni brevi cenni sull’isola di Porquerolles. PORQUEROLLES E’ di forma allungata che ricorda una mezzaluna, è la più grande delle tre isole maggiori, lunga 7,5 km. E larga 3. Già attraccando sulla sua costa nord, si ha un bel colpo d’occhio sulla rada e sul porticciolo turistico dominati dalla mole del quattrocentesco Fort St-Agathe, ben conservato e adibito a mostra di archeologia sottomarina.

L’isola è contraddistinta dalla varietà di vegetazione, nella quale dominano estesi boschi di pini. Sono presenti anche tre terreni coltivati a vigneto, che producono un apprezzato Côtes de Provence. Inoltre oliveti, frutteti, agrumeti e una grande varietà di piante tutelate dal Conservatorio Botanico.

Porquerolles è percorsa da numerosi sentieri escursionistici praticabili anche con biciclette, disponibili a noleggio al porto.

La visita può partire dal villaggio, situato subito a sud dell’area portuale, tutto raccolto attorno alla bella piazza alberata, delimitata dalla chiesa e contornata da negozietti e locali di ritrovo con i déhors ombreggiati.

Gli itinerari consigliati sono principalmente due, che consentono un’idea esauriente delle due coste, caratterizzate da morfologie completamente differenti: spiagge di sabbia finissima su quella settentrionale, falesie rocciose a strapiombo su quella sud.

Dal villaggio si segue verso est il sentiero che rasenta in successione le spiagge della Courtade e di Lequin, scavalca i promontori di Pointe du Lequin e Pointe de l’Alycastre per scendere poi sulla splendida spiaggia di Notre Dame. Si taglia in direzione sud verso l’interno dell’isola fino a toccare il Sémaphore, già visibile da lontano e punto più elevato con 142 metri: qui è opportuna una sosta per il vastissimo panorama. Raggiunta la costa meridionale raccordandosi così al secondo itinerario, ci si spinge fino alla Pointe de l’Oustau de Dieu, che offre vedute vertiginose da entrambi i versanti del promontorio sul mare sottostante. Si piega di nuovo verso nord per raggiungere il Fort St-Agathe e di lì al porto.

L’intero anello descritto impegna non più di tre ore, il che lascia il tempo di raggiungere (un paio di km. Tra andata e ritorno dal porto) anche la Plage d’Argent, considerata la più suggestiva dell’isola.

Con l’ultimo traghetto lasciamo a “malincuore” questo bellissimo parco naturale e si torna a dormire in campeggio.

9° GIORNO Al mattino ancora un po’ di riposo al mare, nei pressi del campeggio, in queste belle spiagge ancora poco frequentate. Poi seguendo la costa, percorrendo dei tratti molto suggestivi, soprattutto nei pressi di Bandol, dove non riusciamo a trattenerci da un ritemprante bagno pomeridiano, arriviamo a Cassis nel cuore delle calanques. Cassis è un piccolo porto di pesca ubicato a 25 km. Da Marsiglia, racchiuso in posizione spettacolare tra il Cap Canaille, le cui falesie di 416 metri sono le più alte d’Europa, e il massiccio delle Calanques, scavato da profondi canyons.

Troviamo da sistemarci in campeggio libero alla periferia di Cassis e vista l’ora tarda si decide per la prima “cena fuori”, 15 minuti a piedi e sbuchiamo nel piccolo porto di Cassis dove luci e colori si mescolano alle piccole barche e al chiaro di luna… Un po’ di vita cittadina notturna …Ci fa sentire meno zingari!! 10° GIORNO A causa del protrarsi della serata, ci alziamo un po’ piu’ tardi, ma riusciamo a prendere un battello per fare il giro delle 5 su 7 delle calanques, strapiombi di calcare bianco a picco sul mare, paradiso di arrampicatori di tutto il mondo e di chi ama le immersioni, in quanto oltre agli strapiombi ci sono delle insenature bellissime che terminano in spiaggette, dove il battello però si puo’ solo avvicinare, senza attraccare perché sono oasi protette. Ci dobbiamo così “rassegnare” a fare un bagno nella pur bella spiaggia di Cassis.

Le nostre intenzioni sono pero’ di fare il bagno alla calanque d’ En Vau che rimane da sempre una tappa d’obbligo per la sua bellezza e per le sue vie di arrampicata di più tiri, sopra uno splendido mare dal colore verde-blu. E poi ci sono la Grotte de l’Ours o il Nid d’aigle! Pertanto visto che non ci corre dietro nessuno, decidiamo di andarci a piedi, a un’ora piu’ civile, l’indomani mattina.

11° GIORNO Restiamo a Cassis ancora una notte, per partire di buon’ora e in circa 2 ore di cammino, passando per la calanque di Port Miou e quella di Port Pin, si arriva alla tanto sospirata calanque d’ En Vau…Il sentiero è bello e con scorci sul mare e sulle falesie, da far impazzire ogni appassionato di fotografia o pittura o piu’ semplicemente amante della natura, solo un tratto in discesa non piu’ lungo di 10-15 minuti è un po’ impegnativo, ma alla fine si arriva a una incontaminata spiaggia, riservato ai pochi avventurosi, e a un mare stupendo e al tanto sospirato bagno in un’acqua color smeraldo, senza onde perché questa insenatura è lunga circa 500 metri e tutto attorno pareti di calcare bianco. Sicuramente la fatica della passeggiata viene ampiamente ricompensata!! Alla sera, dopo cena lasciamo Cassis per avvicinarci ad Avignone.

12° GIORNO Dopo aver pernottato nella periferia di Aix en Provence ci avviciniamo a Avignone, fermandoci a Saint Remy de Provence, paesino carino e famoso perché ha dato i natali al famoso Nostradamus e ha ospitato nel convento-manicomio di Saint Paul De Mausole, per un anno da Maggio 1889 a Maggio 1890, Vincent Van Gogh, dove dipinse molti dei suoi quadri, tra i quali due dei suoi piu’ famosi dipinti; in essi ha ritratto la luce e i colori della campagna circostante e Saint Remy è diventato la patria degli impressionisti. Il paese il mercoledì mattina ospita un grande e vivace mercato, merita una visita il borgo vecchio, dalla vita sociale molto attiva, con mostre di pittura e musicisti “di strada” che animano le sue strade. Nel pomeriggio ripartiamo: destinazione: Abbazia di Senanque abitata da pochi monaci cistercensi. Si arriva percorrendo una strada a tratti stretta, vista dall’alto non rende molto, ma poi si scende in una conca, dove ci accoglie la parte posteriore di questa abbazia, circondata da un immenso campo di lavanda fiorita, il contrasto tra il violetto dei fiori e il colore grigio scuro della pietra, trasmette emozioni molto forti… L’Abbazia risale al 1148. Il nome del luogo sembra derivi dalla parola celtica “sagn-anc” , ossia gole paludose. I cistercensi erano soliti costruire i propri monasteri in prossimità di corsi d’acqua; acqua necessaria all’irrigazione dei campi, all’igiene personale e alle attività artigiane. Già nei primi anni dopo la fondazione del primo nucleo, i possedimenti dell’Abbazia crebbero notevolmente grazie alle numerose donazioni da parte dei nobili delle zone limitrofe (addirittura i monaci avevano terre vicino a Marsiglia). Il periodo di massimo splendore per questa comunità è il XIV secolo, che coincide con il papato ad Avignone. Sembra che il “nostro” Petrarca abbia composto il “Trattato di Vita Solitaria” dopo il suo soggiorno nella silenziosa Abbazia cistercense. Durante il XVI secolo l’Abbazia fu oggetto di saccheggi: prima da parte dei contadini valdesi del Luberon che si ribellarono alle dure leggi imposte dall’Inquisizione; poi da parte degli Ugonotti che incendiarono e distrussero la cucina, il refettorio e la fontana del chiostro. Verso la fine del XVIII secolo l’Abbazia venne abbandonata dai monaci e venduta come bene nazionale. Da allora è stata abitata per brevi periodi.

Finalmente, nel 1988, un gruppo di monaci, provenienti dall’Abbazia di Lerins, si stabiliscono definitivamente nell’Abbazia di Notre-Dame de Senanque dedicandosi alle attività tipiche dei cistercensi della zona: produzione di miele e coltivazione della lavanda. Una vita di preghiera, lavoro e sentimenti fraterni. Il monaco inizia la sua vita nell’ordine con un primo periodo di cinque anni in cui, oltre a formarsi, dovrà svolgere attività all’interno della comunità. Dopo questo lungo noviziato, se accettato dalla comunità, il frate si impegna a vivere secondo la rigida Regola di San Benedetto fino alla morte. San Benedetto era solito dire: “Saranno veramente monaci se vivranno del lavoro delle loro mani.” .

L’architettura dell’Abbazia è simile a quella delle altre “dimore” cistercensi basate sulla vecchia struttura benedettina ma con maggiore austerità. L’abbazia nasconde un piccolo chiostro interno, dove riusciamo a “rubare” una sola foto… Siamo arrivati tardi, non ci sono piu’ visite guidate, ci fermiamo però ai vespri e riusciamo così ad ammirare l’interno della chiesa e dare un breve occhiata all’incantevole chiostro. Con circa un ora di tempo si ha così modo di immergersi in uno dei monasteri meglio conservati e restaurati d’ Europa.

E’ quasi sera e facciamo una breve passeggiata nel vicino paese di Gordes, un piccolo borgo arroccato su rocce calcaree, molto particolare: le case sembrano mescolarsi alla roccia calcarea, scavata per farne ripari. Sembra di essere ai Sassi di Matera. Un passeggiata prima di cena, per le stradine senza piu’ turisti è molto piacevole.

All’inizio del paese c’è un’area sosta per camper, non chiediamo di meglio e chiacchierando con i vicini camperisti, ci consigliano di andare anche a le Baux de Provence, a pochi km. A sud di St. Remy. 13° GIORNO Dopo una bella dormita, al mattino, dopo colazione, partiamo per visitare Roussillon, paese con 1200 abitanti, è considerato uno dei piu’ bei villaggi della Francia, nel cuore del paese dell’ocra, offre una importante varietà di colori. Arrivati al mattino abbastanza presto, ci si sbizzarrisce a fotografare… Dalle case color pastello alle piccole stradine acciottolate, si arriva alla Table d’orientation, il punto culminante del villaggio, da dove si puo’ ammirare un vasto panorama dal Luberon ai Monti della Vaucluse. Da vedere anche le varie mostre di quadri, botteghe artigianali e dei prodotti provenzali, negozi di vasi in terracotta. Merita sicuramente una passeggiata il sentiero delle crete, una cava a cielo aperto dove in passato si lavorava la terra che veniva trasformata in creta e che ha reso famoso Roussillon, ma il tempo è poco, decidiamo così di ripartire e di ritornare a St. Remy per poi scendere a Le Baux de Provence.

Risalendo la vallata ci appare un grande bastione roccioso dove arroccato a 245 mt. Si stende un paesino medievale di 500 abitanti con il suo castello, l’impatto è affascinante!! Le Baux de Provence è situato nel cuore delle Alpilles e domina paesaggi affascinanti che comprendono Arles, la Camargue e i monti Alpilles. Questo immensa e superba fortezza di pietra è senza dubbio uno dei must della Provenza, è stato classificato come uno dei piu’ bei paesi di Francia, è stato restaurato pazientemente e con cura: oggi il suo patrimonio storico comprende un tesoro di 22 opere architettoniche classificate Monumento storico e comprendono la chiesa, il castello, il municipio, le cappelle, le case, le porte, ecc. E’ uno dei luoghi turistici piu’ frequentati della regione, infatti accoglie piu’ di 1 milione e mezzo di visitatori all’anno! Saliamo per un sentiero e raggiungiamo il paese con angoli di rara bellezza, ma la visita piu’ interessante è il castello: con circa 7 Euro si entra con le auricolari disponibili in 7 lingue (francese, italiano, spagnolo, inglese,ecc.), e guidati dalle spiegazioni, compiamo un viaggio nel passato, tra le vicende antiche di questa cittadina e tra quelle tumultuose dei signori di Baux che dominarono queste terre, ammirando panorami mozzafiato, passeggiando su un ampio cortile ubicato su un altopiano a strapiombo per 3 lati, tra ricostruzioni di macchine medievali d’assalto, immaginando e apprezzando così l’imponenza architettonica del castello, delle sue torri… È una formidabile storia della Provenza raccontata in una vasto scenario di pietra e di roccia.

La visita dura un paio d’ore e la consigliamo soprattutto a famiglie con figli in età scolare perché molto educativa e dettagliata. Al termine ripartiamo avvicinandoci ad Avignone. 14° GIORNO Finalmente si entra nella città vecchia di Avignone, attraversando le imponenti mura alte circa 10 metri e spesse piu’ di 4, circondano la città per 5 km, sono perfettamente conservate e furono costruite nel XIV secolo, sono una testimonianza di forza della città che è stata nel 14^ secolo sede della corte pontificia, quando Papa Clemente V e la sua corte scapparono da Roma e fecero di Avignone una importante sede artistica e culturale seconda solo a Parigi. Tra il 1309 e il 1377 nove Papi si succedettero (il cosiddetto periodo della Cattività Avignonese) e grandi quantità di denaro furono investiti nella costruzione e nella decorazione del palazzo dei Papi. Anche dopo che la corte pontificia ritornò a Roma e Avignone diventò un luogo malfamato dove imperversavano bande criminali, la città rimase un notevole centro culturale. Oggi essa mantiene le sue tradizioni di città artistica, attraverso numerosi appuntamenti, tra i quali il piu’ importante è il famosissimo Festival d’Avignone che in luglio attira centinaia di migliaia di visitatori. Da vedere il Palazzo fortificato dei Papi costruito nel 14^ secolo,è uno dei capolavori piu’ belli dell’architettura gotica del XIV secolo. Dentro un’infinità di stanze, sale, cappelle, corridoi e scale, una volta finemente decorate, oggi quasi vuote dopo razzie durate secoli, si possono vedere solo pochi affreschi, che rendono però l’idea di come doveva essere stato il palazzo un tempo. Il biglietto d’ingresso comprende sempre l’auricolare che fa apprezzare molto la visita, rendendola molto educativa e con il quale si puo’ visitare il suggestivo e romantico Pont St. Benezet, patrimonio mondiale dell’ Unesco, fu costruito sul Rodano nel 12^ secolo per unire Avignone alla vicina Villeneuve-le-Avignon. E’ il famoso Pont d’Avignon diventato famoso in tutto il mondo grazie a un’operetta del 1876 e a numerose canzoni popolari che venivano cantate nelle cerimonie nuziali. Un tempo lungo 900 metri, fu costruito numerose volte fino a che il crollo parziale del 15^ secolo l’ha lasciato così come lo vediamo oggi.

La leggenda racconta che un giovane di nome Benezet nel 1177 scese dalle montagne dell’ Ardèche perchè -a quanto raccontava egli stesso- Dio gli aveva comandato di costruire un ponte ad Avignone, la città al ‘bordo dell’acqua’. Inizialmente, la gente lo prese per pazzo ma Benèzet non si diede per vinto. Approfittando della benedizione che il vescovo stava impartendo sul sagrato della cattedrale, una domenica lo sfidò dicendogli che era stato inviato da Dio in quel luogo affinchè convincesse il popolo a costruire un ponte sul Rodano.Il prelato, sentita la popolazione, disse:”Va bene, potrai costruire il ponte se riuscirai a portare una pietra enorme sulle spalle e gettarla nel fiume”. Credeva, con questo stratagemma, di far desistere il giovane dal ‘suo proposito, ma Benèzet -senza indugio-si caricò la pietra in spalla sotto gli occhi attoniti degli astanti e la sollevò in alto prima di gettarla nell’acqua, sostenuto-a quanto si narra- dagli angeli mandati da Dio.Si dice che quel blocco di pietra sia incastonato in una delle arcate, e sembra sfidare gli elementi.Ogni papa che vi transitò in seguito, dice la leggenda, si doveva fermare un momento a pregare dinanzi alla volta di Benezèt e lasciare un obolo.

A fianco del Palazzo dei Papi si trova la Cattedrale di Notre-Dame des Doms che è del XII secolo.

Alla sera cena in un tipico ristorante e poi passeggiata nella piazza dell’Orologio, cuore della città, tra le luci e gli artisti di strada, accorsi in occasione del Festival. 15° GIORNO Lasciamo Avignone al mattino , per risalire a Nord , sulla strada di casa…, ma trovando il tempo per passare da Orange e al suo teatro romano. Venne edificato tra il I secolo a.C. E il I secolo d.C, deve la sua fama all’ottima conservazione della scena e del muro retrostante, che raggiunge un’altezza di 37 m., Luigi XIV lo elogiò come il più bel muro del suo regno. La decorazione della scena e le statue appartengono ad un rifacimento dell’epoca di Antonino Pio. I blocchi sporgenti in cima al muro, sulla facciata esterna, erano utilizzati per fissare il velario che proteggeva gli spettatori dal sole.

Il teatro segue lo schema tradizionale del teatro romano, con i gradini della cavea (37 file per 10.000 spettatori) disposti a semicerchio intorno all’orchestra. La cavea è in parte sostenuta da costruzioni, e in parte si addossa alla collina di Sant’ Eutropia.

La sua acustica notevole, dovuta alla conservazione della scena, consente di adoperarlo tuttora per il festival musicale delle Chorégies. Anche qui è consigliabile la visita guidata molto dettagliata e che ci “trasporta” in epoca romana. Breve visita al museo dove sono custoditi resti romani e dimostrazioni della antica lavorazione delle stoffe provenzali, conosciute e apprezzate in tutto il mondo. Prima di lasciare Orange l’ultima visita all’Arco romano, eretto in tarda età repubblicana (49 a.C.) a seguito della vittoria dei romani sui Cimbri e sui Teutoni. Nel 25 venne consacrato all’ Imperatore Tiberio per ricordare le gesta dei veterani della II legione gallica e celebrare la loro vittoria contro la flotta di Marsiglia sotto Cesare. È collocato all’ingresso della città, sulla via Agrippa, costruita da Agrippa verso Lione, con funzioni di porta monumentale.

Nel pomeriggio, lasciata Orange, raggiungiamo lo stupendo paese di Vaison la Romaine, che sorge nei pressi del Mont Ventoux, ultima tappa del nostro viaggio. Anche questo paese ha la “HAUTE-VILLE”, città medievale arroccata su una collina rocciosa dominata dalle vestigia del castello del XII secolo e dal suo dedalo di stradine antiche, che offrono scorci di rara bellezza, sembra quasi che il tempo si sia fermato… Consigliamo poi di visitare nella parte “ bassa” del paese il ponte romano, la chiesa romanica di N.D. De Nazareth e lì’ vicino i due siti archeologici piu’ importanti della Gallia romana (le site de Puymin e le site de la Villasse), oltre al teatro romano, dichiarato monumento storico nel 1862, è una testimonianza della prosperità della città antica di Vasio ed è uno dei rari edifici pubblici ancora oggi visibili.

16° GIORNO E’ il giorno del rientro… Si lascia Vaison la Romaine e si sale verso Nyons, una foto al suo campanile molto particolare, si vede un ponte romano, ma è tardi e non c’è tempo per un’altra sosta, si prosegue per entrare nelle gole del fiume Eygues e la strada prosegue tra bellissimi e verdi altipiani. Si lascia la Provence per entrare nella Regione delle Alpi, si arriva nella città di Gap e ci si ferma per il pranzo sulle rive del lago di Serre Poncon (proprio di fronte al paese dove abbiamo dormito la 4^ notte…).

Si riparte per Briancon e poi si sale ai 1854 metri del Colle del Monginevro e a Claviere si puo’ finalmente gustare un caffè come si deve! Ancora poche ore e si arriva a Biella… stanchi ma sereni e forse un po’ piu’ zingari…

Mario e Anna



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