Provenza: la moto è pronta!
Destinazione Trinacria, un viaggio in solitaria lungo sei giorni che mi porterà a vedere borghi, paesi, conoscere, incontrare e ritrovare persone.
Il primo viaggio assolutamente in solitaria, io e la moto.
Ho prenotato un albergo a Benevento, la seconda tappa a casa di un amico a Vibo Marina, per il ritorno un albergo a San Marco Argentano, in calabria, e a casa di un amico a Fiumicino.
Mi sono studiato il percorso, le tappe, la moto è in ordine, tagliando fatto da poco, non mi rimane che girare la chiave e partire.
Pochi giorni prima della partenza Silvia mi dice “e se ti proponessi di andare, insieme, in viaggio con Silvia e Nicola? (nei Balcani)”
La prima risposta è “non ci credo neanche se ti trovo vestita da moto ad aspettarmi”, poi vedo che ha preso con serietà la cosa, il primo pensiero è quello di riorganizzare tutto, annullare le prenotazioni, avvisare le persone che avrei dovuto trovare lungo il percorso e quelle che avrei trovato in Sicilia, ma è tutto relativamente semplice, la gioia di poter partire con Silvia è più grande.
Naturalmente chiamiamo Silvia e Nicola per proporci come compagni di viaggio, accettano molto volentieri, come speravamo.
Hanno già programmato tutto e noi ci adegueremo al loro percorso.
Ci incontriamo qualche giorno prima per organizzarci in maniera più precisa, la programmazione è dettagliata nei minimi particolari, noi ci adattiamo mentalmente alla nuova destinazione e assimiliamo tutte le informazioni che ci vengono fornite, manca solo l’assicurazione sanitaria, a quella ci penso io in agenzia da Vanessa (la nostra agente di viaggi di fiducia).
Partenza giovedì 2 agosto alle ore 14.00, finisco il mio turno di lavoro, passo da casa e partiamo.
Tutto procede come previsto fino alle 10,30, circa, del giovedì 2 agosto.
Il meteo è disastroso, temporale come non si vedeva da tempo, Silvia mi chiama al cellulare e mi avverte che sta piovendo in casa, siamo quasi alla disperazione, il tetto è stato fatto nuovo a febbraio, ad esclusione di una striscia a confine con la casa accanto.
Silvia e Nicola decidono di partire comunque, hanno i giorni contati, ma visto il meteo, disastroso anche nei balcani fanno una deviazione verso la Spagna, noi decideremo tra qualche giorno.
Nella settimana che segue passiamo il tempo con i muratori che ci hanno fatto i lavori, in poco tempo per fortuna sistemano il danno.
A questo punto dobbiamo decidere cosa fare e quale sarà la nostra destinazione, e la scelta cade sulla Provenza, partenza prevista lunedì 9 agosto.
In poco tempo cerchiamo tutte le informazioni possibili sulla nuova destinazione, è un posto vicino, che volevamo vedere da tempo.
Domenica 8 agosto, non ci rimane che passare la giornata in attesa della partenza del giorno seguente, tutto è pronto.
Perché aspettare il giorno seguente? Ci vestiamo, carichiamo la moto e partiamo.
Sono le 14.00 di domenica 8 agosto, comincia la nostra piccola avventura in moto, un ritorno in sella per Silvia dopo tanto tempo, un viaggio insieme, ormai quasi insperato, la sensazione, bellissima, di partire verso una nuova destinazione con la moto e Silvia con me, per quanti giorni? Non lo sappiamo decideremo sul momento, sulle sensazioni, e quasi senza un itinerario preciso e definito, sappiamo solo che andiamo verso la Provenza.
La prima parte del viaggio è naturalmente noiosa, autostrada fino a Nizza, accompagnata però da un bel sole e temperatura ideale per viaggiare in moto, cosa che ci accompagnerà per tutto il periodo, fortunatamente, inoltre troviamo pochissimo traffico, altro elemento positivo.
A Nizza comincia la nostra avventura provenzale. Ci incontriamo con Stefano e Michela, conosciuti su internet perché hanno vissuto sei mesi a Tonga, passiamo con loro una piacevole serata.
Da qui partiamo verso l’interno, verso le famose gole di Verdon, da tempo vogliamo visitarle, abbiamo visto tante immagini che ci hanno incuriosito, il paesaggio è molto bello, assomiglia alla nostra toscana, se non fosse per le caratteristiche case provenzali, con le imposte in legno colorate, non troveremo la lavanda, purtroppo, sappiamo che in questo periodo è stata già mietuta, ma percorriamo strade bellissime, fare in moto la Route Napoleon è una sensazione unica, si sale con curve dolcissime, asfalto perfetto, la moto viaggia da sola, la mia andatura prende il passo del bradipo, 50/60 km/h, ideale per gustarsi la strada, il panorama, il sole e la temperatura perfetta. Molti motociclisti, moltissimi GS, ci sorpassano e ci salutano, noi contraccambiamo il saluto, non abbiamo fretta, il paesaggio scorre intorno a noi, lento, sembra che anche lui osservi noi.
Arriviamo nella zona delle gole, a Castellane, è quasi ora di pranzo, ma decidiamo di passare oltre, verso Moustiers Sainte-Marie e costeggiamo le gole dal lato destro, la strada è sufficientemente larga e si percorre agilmente, ogni tanto passiamo sotto archi scavati nella roccia per stendere la striscia di asfalto, frequentemente si aprono sprazzi di paesaggio da lasciarci senza fiato, 21 km di canyon, per una profondità fino a 700 metri, il più grande d’Europa, spesso si trovano piazzali dove sostare e godere di questa meraviglia. Nei giorni seguenti faremo anche il lato sinistro, se possibile ancora più suggestivo, in basso si vede il fiume Verdon, di colore smeraldo in contrasto con la roccia ed il verde della vegetazione, in lontananza si vedono anche persone che fanno rafting e kayak.
Moustiers Sainte-Marie, è considerato uno dei paesi più belli della Francia, ed è così, un delizioso paesino arroccato, dove la maiolica fa la parte più importante dal XVII secolo, qui è praticamente impossibile trovare pernottamento in questi giorni, è tutto completo, ci lasciamo trasportare dai colori e dalle vie che attraversano il paese, negozi di maioliche, souvenir, una piccola cascata ed un torrente, ed in alto una chiesa, quella di Notre Dame de Beauvoir, non ce la sentiamo però di arrivare fin là.
Il fiume Verdon sfocia poi nel lago di Sainte-Croix, un grande lago dove troveremo il pernottamento per due notti. Nel frattempo comunichiamo con Silvia e Nicola, dalla Spagna, passeranno da Aix en Provence, e lì ci incontreremo.
Il sole continua ad accompagnarci e le strade continuano ad essere l’ideale per viaggiare in moto, alterniamo strade larghe a stradine di campagna, in mezzo a filari di vite e campi di grano. I chilometri scorrono sotto le ruote, i paesaggi intorno a noi, al mattino l’aria è frizzantina, per diventare quasi caldo nel pomeriggio, però mai insopportabile. Evitiamo per quanto possibile le strade a pedaggio, preferiamo perderci nell’interno con il nostro passo da bradipo.
Arriviamo a Aix en Provence il giovedì, l’appuntamento con Silvia e Nicola è per il tardo pomeriggio, arrivano da Pamplona, 900 km in una tappa sola.
Con loro passeremo una piacevolissima serata e un altrettanto piacevole giovedì, parlando del viaggio che stiamo facendo e di quelli che faremo, in particolare di due, del quale non voglio anticipare niente, a suo tempo, se tutto verrà programmato, ne daremo notizia. Ci conosciamo da poco ma l’amicizia accresce e si rinforza.
Aix en Provence è una grande città, capitale storica della Provenza, a me ricorda molto Parigi per l’architettura, ovviamente fatte le dovute proporzioni, il traffico qui è decisamente più tranquillo, ma dopo aver visto piccoli paesi abbiamo l’impressione di essere davvero in una grande città. Passeggiamo lungo il Cours Mirabeau, con i suoi negozi e i suoi ristoranti, e ci addentriamo nelle vie adiacenti, la giornata vola via in un attimo.
Qui le nostre strade si dividono nuovamente, Silvia e Nicola rientrano a casa, noi siamo tentati di arrivare ai Pirenei, ma allungheremmo troppo il percorso e vogliamo accontentarci, decidiamo allora di andare verso la Camargue, Arles è il nostro punto strategico.
Arles, la città che si sviluppa lungo il fiume Rodano, che ha attirato Van Gogh, Picasso e molti altri, la città del grande mercato, quasi due chilometri la sua estensione, le sue viuzze, la sua Place du Forum, dove cenare in mezzo a tanta gente, la città dell’arena, qui scopriamo che la Camargue non è solo la zona dei cavalli bianchi, ma anche, e soprattutto, la zona dei tori. Qui trovi ovunque la bistecca di toro proposta come specialità culinaria. Arles è una città multietnica, il mercato ne è la prova, artigianato locale e spezie nordafricane. Una mancanza commerciale che notiamo è quella dei cinesi, probabilmente il fatto che i francesi siano fortemente nazionalisti ha impedito ai cinesi di invadere anche questo paese con il loro ciarpame.
Da Arles si arriva in poco tempo nel parco regionale della Camargue, il più grande delta fluviale dell’Europa occidentale, lagune di acqua salata e paludi circondate da canneti, tutto intorno vaste aree coltivate e cavalli e tori allo stato brado.
Leggiamo molte indicazioni per punti di osservazione della fauna selvatica, ma noi, non essendo appassionati al genere preferiamo goderci il panorama percorrendo il parco in sella alla nostra moto, ancora a passo di bradipo.
Arriviamo fino al paese di Saintes-Maries de la Mer, paese meta di pellegrinaggi annuali del popolo rom, qui si ha l’impressione di essere in Spagna, case bianche con imposte colorate, musica spagnoleggiante che arriva da locali e da un palco che probabilmente servirà per un concerto serale, e anche qui l’arena, manifesti ovunque di programmazione della corrida.
Un chilometro dopo l’altro la nostra avventura viaggia verso l’epilogo, da Arles prendiamo la strada verso casa, stavolta l’autostrada, con una deviazione sulla Grande Corniche, fra Nizza e Roquebrune sur mer, ancora qualche chilometro a passo di bradipo ammirando la costa azzurra, e da lì verso casa.
Un viaggio di poco più di 2000 chilometri, attraversando la toscana francese, percorrendo strade dolcemente disegnate con un pennello, ammirando l’architettura provenzale, i paesaggi di Van Gogh, assaggiando specialità culinarie, con l’intento di gustare questo improvvisato viaggio e valutare la possibilità di altri forse più impegnativi. Il tutto accompagnato da un sole ed una temperatura ideale, anche con l’abbigliamento tecnico da moto, e la voglia di tornare per vedere i campi di lavanda e la Route des Grandes Alpes.
Massimo