Provenza in fiore
Il nostro volo Raynair acquistato a 39 euro, decolla da Bologna alle 13.30 anziché alle 11.55, una volta arrivati a Marsiglia sbarchiamo al terminal 2, da dove dobbiamo raggiungere a piedi il terminal 1 di fronte al quale si trovano gli autonoleggiatori. Inforcata la nostra Peugeot 2008 solo alle 17, partiamo a tutta birra in direzione Bonnieux, dove abbiamo l’appartamento prenotato per la prima notte. Strada facendo, dato il ritardo, decidiamo di allungarci un po’ e fare prima una tappa a Isla de la Sourge dove arriviamo circa alle 18. Siamo stanchi e sudati ma facciamo lo stesso una bella passeggiata per questo grazioso paesello, molto carino e molto provenzale, con il fiumiciattolo che scorre in mezzo attraversato da pittoreschi ponticelli e su cui si affacciano tanti localini in stile e alcuni mulini. Il centro è caratteristico e ben tenuto, pieno di angolini che sembrano dipinti, negozietti da scoprire, stradine strabordanti di fiori da percorrere lentamente. Davanti alla piazza non resistiamo dal mettere i piedi a bagno nell’acqua gelida del fiume per ristorarci e riprenderci dalla calura opprimente di questa giornata. Restiamo un’oretta, poi ripartiamo verso Bonnieux, durante il tragitto incontriamo un primo meraviglioso, enorme campo di lavanda dove ci fermiamo immediatamente per scattare delle foto, anche se è recintato ed è accanto ad una casa… facciamo finta di niente, scavalchiamo il muretto e andiamo di là, e non siamo neanche gli unici. Raggiungiamo Bonniuex in un mezz’oretta, ma prima di arrivare al paese troviamo il nostro alloggio, il Gite du Mas Saint Victor, che si trova in una posizione facilmente raggiungibile ed è un casolare restaurato dove, dato che abbiamo già pagato in anticipo, ci hanno lasciato la chiave sotto ad una tegola. Il nostro appartamento è molto grande, nuovissimo e pulito, solo…infuocato! Ci sono tre camere da letto, un bagno e un soggiorno-cucina con un unico piccolo ventilatore, ma purtroppo essendo esposto al sole tutto il giorno ed essendo stato chiuso solo con i vetri (gli scuroni non ci sono), dentro si muore dal caldo. Facciamo una doccia e fuggiamo lasciando le piccole finestre aperte nella speranza di trovare una temperatura un po’ più affrontabile al ritorno. Andiamo a Bonnieux, troviamo facilmente parcheggio e andiamo alla Brasserie Les Terrasses, che avevamo visto da una ricerca su internet, essere un po’ più a buon mercato del resto, dove mangiamo una discreta pizza spendendo 55 euro in quattro. Concludiamo la serata con un giro per Bonnieux, piccolo paese in cui purtroppo a quest’ora è ormai tutto chiuso, e infatti fatichiamo un po’ a trovare delle bottiglie d’acqua, ma scoviamo anche qui tanti angolini caratteristici da fotografare nella calda luce giallastra dei lampioni. Rientriamo al nostro appartamento verso le 23 e purtroppo lo troviamo ancora caldissimo, sarà una lunga notte di stenti….
Domenica 7 luglio 2019 – Gordes/Senanque/Roussillon/Riez/Valensole
E lunga notte di stenti è stata, per tutti. Solo al mattino presto, poco prima del suono della sveglia, puntata per le 7, una sonora grandinata ha un po’ rinfrescato l’aria, ma giusto un po’. Rifacciamo tutti la doccia e usciamo verso le 8, con il tempo ancora incerto, in direzione Gordes. E’ ancora presto per i ritmi francesi, non c’è nessuno e parcheggiamo facilmente appena fuori dal centro, per poi addentrarci nel paesino, che è molto piccolo, a cercare qualcosa per la colazione. Arriviamo subito in un luogo familiare: la piazzetta con la fontana davanti ad un bar con i tavolini fuori dove sono state girate alcune scene del film “Un’ottima annata”, ma essendo ancora chiuso non possiamo fermarci e così seguiamo un profumino invitante fino ad intercettare un panificio incastrato accanto ad un grazioso porticato di ingresso alla farmacia e, nella fredda accoglienza della commessa, deprediamo il bancone di ogni ben di Dio. Gustiamo il nostro bottino seduti negli scalini della piazzetta mentre un addetto pulisce tavolini e pavimento con un idropulitrice a pressione senza fare troppo attenzione alla nostra presenza. I croissant sono veramente squisiti! Nel frattempo si sono fatte le 9 e qualche negozio inizia pigramente ad aprire e ad esporre all’esterno la mercanzia. Noi optiamo per un caffè in un bar di fronte alla piazzetta che si rivela di dubbio gusto (il caffè) ma con un ottima vista sul panorama circostante. Facciamo un ultimo giro veloce e ci rimettiamo in auto per raggiungere l’Abbazia di Senanque. Ci fermiamo a distanza per alcune foto di rito con i campi di lavanda e ci prendiamo anche gli insulti dell’autista del pullman che deve far manovra nel piazzale ma non riesce a causa delle auto parcheggiate, in effetti c’è ovunque il divieto di sosta, ma il panorama è così bello….impossibile non fermarsi! Ci avviciniamo e parcheggiamo nel parcheggio giusto, poi ci muoviamo a piedi ma, ahimè, non solo troviamo l’abbazia chiusa fino alle 14 (oggi è domenica), ma anche il campo di lavanda proprio accanto, quello che si vede in tutte le foto-cartolina di questo luogo, quest’anno ha le piantine piccole piccole, ancora non fiorite e così il tanto atteso spettacolo, più volte visto ritratto, rimane un pochino deludente, ma si sa, la natura ha i suoi tempi e il ciclo della lavanda è di 7-9 anni, dopo di che le piante vengono estirpate per piantarne delle nuove a cui servono 2 o 3 anni per crescere e arrivare a regime della fioritura. Improvvisamente iniziano a cadere grosse gocce di pioggia che ci costringono ad una rapida ritirata sotto ad una tettoia per qualche minuto. Da qui raggiungiamo un ingresso laterale dove si sta dirigendo molta gente, ma scopriamo presto che è per la messa domenicale allestita nel giardino e non ci sentiamo di far finta di voler partecipare solo per dare una sbirciatina, per rispetto della vocazione sacra di questo luogo. Purtroppo siamo capitati nel momento sbagliato, ma rimane comunque un luogo meraviglioso da visitare. Raggiungiamo Roussillion verso le 11, le nuvole se ne sono definitivamente andate e il caldo ha ricominciato ad essere opprimente. Lasciamo l’auto in un comodo parcheggio a pagamento esattamente a metà strada tra il paesino e l’ingresso del sentiero dell’Ocra. Iniziamo da quest’ultimo, già piuttosto affollato, e scegliamo il percorso più lungo di 50 minuti. Dopo una prima discesa da una scalinata siamo immediatamente catapultati in mondo fantastico, simile ad un paesaggio da canyon americano, ai lati e di fronte a noi si innalzano rocce rosse a strapiombo, punteggiate da verdi piante che hanno trovato il coraggio e la forza di aggrappare le loro radici in qualche invisibile fenditura. Camminiamo su un sentiero fatto di sabbia rossa in mezzo alla foresta lungo il quale si incontrano scorci da cui ammirare il caratteristico colore di questa roccia e, ogni tanto, qualche panchina su cui riposarsi. Non è un sentiero impegnativo e i 50 minuti sono anche un po’ sovrastimati, ma qualche salita da affrontare c’è. Quando usciamo andiamo direttamente in paese, che nel frattempo si è popolato di millemila turisti, e facciamo un giro nel piccolo e grazioso centro dove la lavanda fa da padrona in ogni angolo: saponi, sacchettini, dipinti, miele, biancheria per la casa, oggettini vari, gelato…tutto ha un unico comune colore viola. Ma non è ancora giunto il momento dello shopping, è giunto invece quello del pranzo: ci fermiamo a La Sirmonde, mangiamo bene spendendo 62 euro per una pizza, due insalate e un omlette, è abbastanza caro, ma i prezzi sono livellati su questo standard. Almeno ci sono gli spruzzi d’acqua che rinfrescano questa giornata bollente. Dopo pranzo partiamo per Riez, dove arriviamo verso le 15.30. Raggiungiamo a piedi la nostra deliziosa Maison Le M attraversando una festa paesana in stile medievale di cui pensiamo di approfondire la visita più tardi, perché con questo caldo siamo distrutti e vorremmo riposare un po’ prima di uscire di nuovo. Ci accoglie la simpatica Beatriz che ci accompagna alle nostre stanze e ci spiega il funzionamento delle serrature delle porte che, essendo antiche, sono piuttosto complicate. La maison è fantastica! Disposta in verticale, le stanze sono tutte affacciate sulla scala a chiocciola di pietra e sono tutte arredate sui colori del bianco e tortora in stile antico provenzale, la nostra è molto grande e con la doccia in camera, veramente di gusto! E fresche! Ci voleva proprio. Ci diamo appuntamento alle 17 e riposiamo un po’ con il sottofondo di un pianista in erba che diffonde nell’aria le note a tratti incerte di splendida musica classica, l’ideale per un po’ di relax. Quando usciamo, riusciamo a malapena ad attraversare la strada e ci sorprende un acquazzone. La festa medievale, che era già sul finire, viene definitivamente smantellata mentre noi rimaniamo riparati sotto la volta della piazzetta per una mezz’oretta. Risaliamo in auto e raggiungiamo Valensole facendo però un lungo giro il cui itinerario l’avevamo trovato cercando informazioni su Internet, che si rivela non proprio azzeccato in quanto per un primo lungo tratto non troviamo alcun campo di lavanda. Poi man mano che ci avviciniamo a Valensole i campi iniziano ad esserci, le tappe si fanno sempre più frequenti e le foto si sprecano. Gli occhi si perdono nei colori di questi fiori, le orecchie nel ronzio delle api ma il culmine si raggiunge nell’altopiano di Valensole dove le fila di piante di lavanda si distendono a perdita d’occhio alternate ai campi di girasoli in un tripudio di colori e odori. Un contorno di campi di fieno appena arati punteggiati da rotonde balle fa da cornice a questo luogo meraviglioso, gioia per i sensi e per l’anima. Ci attardiamo a fare foto su foto e quando arriviamo al negozio e museo della lavanda lì vicino, lo troviamo chiuso. Pazienza. Torniamo al paesino di Valensole e scegliamo Le Petit Resto per una tranquilla cena all’aperto, dove spendiamo 65,50 euro per due wrap, un hamburger e una cotoletta.
Lunedì 8 luglio 2019 – Riez/Moustrie St. Marie/Saint Croix du Verdon/Aix en Provence
La nostra richiesta di fare colazione alle 8 è stata categoricamente bocciata da Beatriz con un gesto della mano. Troppo presto. Almeno le 8.30. Qua in Provenza nessuno è particolarmente mattiniero. Alle 8.30, dunque, facciamo un ottima e abbondante colazione nell’incantevole location in cui abbiamo trascorso la notte, condita di chiacchiere in un anglo-ital-francesce con cui comunque riusciamo a capirci. Prima di partire in auto facciamo anche un giro per il centro di Riez, in cui siamo gli unici svegli, a quanto pare, ma non troviamo nulla di che e così ci dirigiamo presto verso Moustriers Sainte Marie, un delizioso paesello che sembra uscito da una favola. Il vantaggio di essere mattinieri è che si è sempre in vantaggio sulle orde barbariche di turisti, ed anche qui troviamo facilmente parcheggio gratuito lungo la strada, vicino al centro. Percorriamo la strada principale guardandoci attorno con meraviglia: negozietti, locali verandati, casine dagli scuroni colorati e i balconcini fioriti. Il paese è attraversato da un fiumiciattolo, che costeggiamo fino a raggiungere un ponticello di pietra oltre il quale il paese continua per sfociare nella graziosa piazza con la chiesa. In alto, tra due costoni di montagna, due tiranti tengono sollevata la famosa stella, su cui non troviamo informazioni sul posto, ma cercando su Internet scopriamo che dovrebbe essere una sorta di ringraziamento di un cavaliere per essere tornato vivo da una crociata. Saliamo anche lungo il sentiero che porta alla Chappelle Notre-Dame de Beauvior, sentiero breve ma intenso, ripido e, soprattutto in discesa, anche piuttosto scivoloso. I nostri amici abbandonano strada facendo per un problema di….vertigini! Noi arriviamo in cima sudatissimi e dopo un po’ di riposo visitiamo l’interno della Chiesa dove, per fortuna, non c’è il divieto di ingresso per chi indossa short e canottiera. Scendiamo tenendoci ai corrimani laterali e una volta tornati in paese e ricongiunti con i nostri amici si da il via alle danze…..shopping!! Con la scusa dei regalini deprediamo un paio di negozi prendendo un sacco di cosine tutte all’aroma di lavanda.
Anche oggi il caldo è importante. Pranziamo in un locale un po’ defilato che offre panini e poco altro e dopo un’ultima occhiata a questo paesino che ci è piaciuto proprio tanto, torniamo all’auto infuocata e ripartiamo in direzione Saint Croix du Verdon, sull’omonimo lago, incontrando per strada qualche altro campo di lavanda, ma i migliori li abbiamo ormai alle spalle, nella zona di Valensole. Ci fermiamo nel paese, che rimane in alto rispetto alla quota del lago, e, onestamente, non ha molto da offrire se non delle splendide viste del lago che compare dietro alle curve nel suo splendido color turchese vivo. Avevo letto che questo lago aveva delle acque color verde, è vero, ma il verde si percepisce solo in alcuni punti e man mano che ci si avvicina, dall’alto prevale decisamente un color azzurro intenso, quasi velluto. Optiamo presto per scendere al lago e troviamo una località balneare perfettamente attrezzata in cui decidiamo di fermarci per un bagno. Parcheggiamo facilmente e ci cambiamo nei bagni pubblici che si trovano all’inizio della strada a disposizione della “spiaggia”, poi ci ritagliamo un posticino a mezz’ombra sotto un grande albero dove stendiamo i teli e ci diamo il cambio per andare in acqua……gelida! Anche un po’ torbida, ma non sporca, e comunque con questo caldo è molto piacevole rinfrescarsi così, solo che farebbero comodo le scarpette perché il fondo è pieno di sassi che fanno male sotto i piedi. Verso le 15.30 ripartiamo in direzione Aix En Provence, ormai la Provenza dei film è alle nostre spalle. Arriviamo in questa cittadina verso le 16.45 e troviamo facilmente il nostro hotel, l’Odalys City Atrium, in cui abbiamo prenotato un piccolo appartamento con camera da letto matrimoniale e seconda camera con divano letto per 202 euro con colazione. I letti sono ancora da fare, si vede che qua funziona così, perché la stessa cosa l’abbiamo trovata la prima notte a Bonnieux.
Facciamo una doccia e usciamo di nuovo verso le 18, a piedi perché siamo molto vicini al centro. Attraversiamo la città lungo il centro per cercare l’Hotel de Ville, davanti al quale ci dovrebbe essere una pizzetta con un caratteristico mercato di fiori, che purtroppo non troviamo. O meglio: troviamo l’hotel De Ville ma non il mercato, forse non c’è tutti i giorni. Ripieghiamo quindi sulla Cattedrale, che raggiungiamo da dietro, per poi aggirarla ed entrare dall’ingresso principale, per una veloce visita dentro che non ci entusiasma. Al che camminiamo, con varie tappe, tra cui la più bella, a mio avviso, Place des Cardeurs, fino a corso Mirabeau, il centro vitalico della città, in cui è molto piacevole passeggiare e fermarsi a guardare la merce della banchette e le fontane belle che ogni tanto spezzano la lunghezza. Tra le mille offerte, scegliamo un locale un po’ più a buon mercato per la cena all’aperto. Finiamo la serata passeggiando per corso Mirabeau, notando però che man mano che fa buio, al di fuori di questo animato corso, il resto della città è completamente deserto e poco invitante. La vacanza è finita, domattina ci alzeremo presto e dopo un ottima colazione in hotel, andremo diretti in aeroporto per il volo di rientro, che stavolta non sarà in ritardo!