Provenza il paese della lavanda

Il mio viaggio in Provenza ha toccato la Camargue a sud, il Mont Ventoux a nord, risalendo per Arles e Avignone; sono poi ridiscesa girando in lungo e in largo il Luberon, facendo ultima tappa ad Aix en Provence. Città splendide, piene di arte e di cultura, ma non basta ciò a fare di una regione un posto speciale. Ciò che realmente mi ha...
Scritto da: det
provenza il paese della lavanda
Partenza il: 26/06/2008
Ritorno il: 02/07/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Il mio viaggio in Provenza ha toccato la Camargue a sud, il Mont Ventoux a nord, risalendo per Arles e Avignone; sono poi ridiscesa girando in lungo e in largo il Luberon, facendo ultima tappa ad Aix en Provence. Città splendide, piene di arte e di cultura, ma non basta ciò a fare di una regione un posto speciale. Ciò che realmente mi ha conquistata sono i colori forti e a contrasto, una natura selvaggia a sud, un gioco d’ombre e nuances diverse tra i vigneti nella campagna a est; i profumi persistenti ed inebrianti come quello della lavanda; i sapori semplici ma rotondi e forti del cibo e del vino francesi; i sorrisi aperti, la gestualità generosa di chi da sempre abita questo territorio.

Ho fatto tappa per due notti ad Arles godendo della città by night, tra un bicchiere di vino bianco ghiacciato e del formaggio di capra fresco condito con olio d’oliva. Place du Forum pullula di localini ma anche la zona intorno Les Arenes ha il suo fascino.

La prima giornata è stata interamente dedicata alla Camargue, in particolare Aigues Mortes e Saintes Maries de la Mer , entrambe sfacciatamente spagnoleggianti, gremite di gente e briose come un flamenco. L’aspetto a mio avviso più autentico è però il paesaggio:distese infinite di verde e spazi lacustri dove liberi e selvaggi è possibile avvistare centinaia di uccelli, fenicotteri, tori e cavalli. Il tutto anche senza allontanarsi dalla strada principale anche se, avendo più tempo, mi sarei volentieri inoltrata , magari fermandomi in una delle fattorie tipiche della zona, bianche con il tetto in giunchi, a stretto contatto con i mandrians, i butteri francesi.

Ad Aigues Mortes segnalo un bar lungo Boulevard F.Mistral, dove si tiene il mercato, fuori la città vecchia, chiamato “La Goya”. E’ talmente anonimo da fuori da non tenerlo neppure in considerazione, ma se si entra dalla porta sulla stradina laterale, si accede in un tipico e delizioso giardino con un bancone all’aperto che serve pastis e birre-pression, qualche tavolino, molto verde, musica francese e gente del luogo. L’orario dell’aperitivo è il migliore:donne con le sporte cariche di frutta e verdura e uomini dalle camicie a stampe colorate si riuniscono dando luogo ad un reale spaccato di vita quotidiana. Non c’è nulla di turistico e ti rilassi davvero, condividendo un momento di totale spensieratezza.

Il giorno dopo ci siamo spostati a Saint Remy de Provence, una piccola cittadina ricca di leggende e di personaggi illustri come Nostradamus. Un centro accogliente, fatto di piccole stradine e angoli caratteristici. Una cura tutta francese per i particolari, tanti fiori e le immancabili fontane.

Molte le boutiques e i negozi di arredo, boutis d’occasione ed un’ampia scelta di articoli per la casa. Abbiamo poi proseguito per Avignone, e dopo un piccolo centro lo choc è stato forte, specie per il caldo asfissiante. Così, dopo aver parcheggiato appena fuori le mura (un piccolo consiglio:ovunque vi rechiate in Provenza non spingetevi troppo in centro per parcheggiare; qualche passo in più e non si paga e soprattutto non si rischia di rimanere incastrati nel caos), ci siamo diretti verso il Palazzo dei Papi e il ponte St. Benezet che sono veramente grandiosi e vanno goduti a mio avviso con molta calma, magari scegliendo percorsi alternativi con storie avvincenti su vizi e costumi dei papi che hanno vissuto la cattività avignonese, o perchè no, osservandoli dall’altro lato del fiume per una prospettiva diversa. C’è poi tutto un territorio a nord di Avignone, culla di vini eccellenti, Chateauneuf du Pape in testa. Lontano dalla confusione cittadina, noi abbiamo scelto un piccolissimo centro oltre Carpentras, Saint Pierre de Vassol, in uno chambres d’hotes, il Mas de Bonnety nel cuore di un vigneto, dove due ragazzi molto simpatici, Frederic e Pascal assieme al loro cane Vito, ci hanno accolto, coccolandoci con dolci e marmellate fatte in casa, un decor raffinato ma semplice e una piscina rinfrescante.

Piccola segnalazione: a pochi chilometri dal Mas de Bonnety, esattamente a Bedoin, consiglio caldamente il ristorante “L’Escapade”:vi assicuro un menù davvero eccellente, un servizio impeccabile, una presentazione dei piatti da gourmet, il tutto a prezzi davvero contenuti.

Terza giornata: primo incontro con la regina incontrastata della Provenza…La lavanda. Ci siamo diretti a Sault e, ad accoglierci distese di aromatica lavanda blu. Forte l’emozione anche perchè la Provenza l’avevamo vista spesso in immagini che riproponevano il fiore in tutte le sue sfumature, ma credevamo fossero ritoccate e migliorate al computer, invece ciò che avevamo davanti agli occhi e sotto il naso superava di gran lunga l’idea iniziale.

Per tornare a valle abbiamo scelto il percorso panoramico delle Gorges de la Nesque, un paesaggio fatto di canyon e gallerie scavate nella roccia ad altezze elevate…Da brivido, specie per chi come me soffre di vertigini! Ci siamo poi spostati nella zona delle “Dentelles de Montmirail”, chiamata così perche le guglie di roccia che si scorgono lungo tutto il perimetro ricordano appunto un ricamo, un merletto. Molti i paesini sul cammino: Suzette, Le Crestet, Seguret e ancora Beaume de Venise, conosciuta per il suo eccellente moscato e Gigondas con i suoi caveau sparsi ovunque dove degustare i vini tipici. Sulla piazza principale di Gigondas visitate la cooperativa vinicola dove sono concentrati i prodotti dei principali domaines . Avrete una scelta notevole e prezzi molto competitivi.

Il quarto giorno è cominciato con la visita di Isle sur la Sorgue, una cittadina percorsa da canali costellati da antiche ruote atte un tempo alla lavorazione della seta, oggi perfettamente funzionanti. Il suono allegro dell’acqua che scorre e la frescura che ne deriva invogliano a girovagare per il centro antico ed in modo particolare per botteghe d’antiquariato praticamente ovunque.

Quasi controvoglia siamo partiti alla volta dell’abbazia di Senanque, un luogo di culto cistercense immerso nei campi di lavanda e di grano…Sembrava di essere entrati in una cartolina. Ancora storditi dal profumo e dai colori ci siam goduti una birra ghiacciata al Cafe de l’Indipendence in piazzetta a Gordes, uno dei paesi “perchés”, abbarbicati alla montagna: tanta ombra data dai platani, una bella fontana, unica fonte d’acqua per il paese fino a qualche tempo fa e tanta, tanta calma.

Ad attenderci dopo Gordes c’era Roussillon, il paese dell’ocra. Ben diciassette le differenti tonalità della preziosa polvere con cui sono dipinte le case, le chiese, i negozi, persino le tombe al cimitero. Un’ alternarsi di rossi, arancio, gialli, marroni che si possono ammirare allo stato naturale lungo il Sentiero delle Ocre tra canyons e dune o acquistare in simpatiche boccette nei tanti negozi di articoli per la pittura.

Tappa finale della giornata il Mas des deux Puits, agriturismo a due passi da Bonnieux. Un po’ complicato da trovare ma ne vale la pena. Da poco ristrutturato completamente, immerso nel verde tra campi di lavanda e alberi da frutto è un oasi di relax: cinque minuti a dondolarsi sull’amaca in piscina e ci si sente nuovi.

Dedichiamo le giornate successive all’esplorazione dell’area circostante accompagnati da una sorta di stordimento dato dall’autentico relax che ci pervade. Bighelloniamo tra le bancherelle del mercato di Lourmarin , gustiamo ottime terrine nei locali attorno l’Etang , la grande e rettangolare vasca d’acqua che caratterizza Cucuron, gustiamo i vini, specie i Cotes de Luberon, offertici al Domain Les Eydins e allo chateau La Canorgue, location del film “Un’ottima annata”con Russel Crowe. Al tramonto ci ritroviamo a passeggiare per le vie di Bonnieux e per una serata speciale ci concediamo una cena a Le Fournil, un ristorante un po’ caro ma molto d’atmosfera.

Salutiamo il Luberon e attraverso strade che costeggiano campi di girasoli e papaveri raggiungiamo Aix en Provence. Abbiamo ancora un giorno, decidiamo di vivere la città all’insegna della lentezza. Gironzoliamo un po’, ammiriamo le tante piazze e il maestoso Cours Mirabeau, i grandi palazzi e i tanti mercati. La giornata scorre e lì dove al mattino c’erano banchi di fiori, ora ci sono decine di tavolini di café e bistrot affollati. E’ già iniziato il festival dell’arte lirica ed ordinate file di appassionati sono davanti i principali teatri e sale; tanti artisti di strada, su tutto la presenza forte di Cezanne: i colori sono gli stessi dei suoi quadri.



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