Provenza e Camargue: alla ricerca di Vestigia!
Per la francia i documenti necessari sono: carta d’identità, modello E 111 per l’assistenza sanitaria all’estero, libretto sanitario.
Il percorso Gallarate-avignone-arles-St Maries de la Mer-aigues mortes-nimes-orange-aix en provence è di 792 km, escluso il viaggio di ritorno da Aix-en-provence a Gallarate.
10 marzo 2004: (silvia) -4… -3… -2… -1… Sì! Finalmente è arrivato il 10 marzo! Dopo due faticose settimane di interrogazioni e verifiche, partiamo per la git… ehm, cioè, per la visita d’istruzione in Francia, dove potremo divertirci e rilassarci (considerando i km percorsi e le notti in bianco, forse quest’ultimo verbo non è molto adatto…).
Dopo una massacrante sveglia alle 5.00 a.M., ci ritroviamo tutti (VA e VB ginnasio, professori Ceroni, Rivolta, Cardani e signora Cecilia) davanti a scuola e alle 6.00 a.M. Partiamo! La mattinata trascorre in modo abbastanza noioso, mentre il pullman sul quale viaggiamo attraversa la Liguria, per poi arrivare in Francia. A mezzogiorno ci fermiamo nel centro storico di Saint Paul de Vence, una cittadina molto graziosa, con tante viuzze e paesaggi davvero pittoreschi.
Bisogna aggiungere la presenza di un fatto molto strano nelle mie solite gite scolastiche: c’è il sole e fa caldo! Comunque, dopo aver faticato per trovare un bar dove mangiare (infatti c’erano più gallerie d’arte che ristoranti), risaliamo sul pullman alla volta di Avignone! Giunti a destinazione, alle 16.30 circa, visitiamo subito il Palazzo dei papi. È un edificio davvero immenso, che risale al XIV secolo ed è stata la sede papale fino al 1377. Ammiriamo dalla Grande Cour la “finestra dell’indulgenza”, da dove il papa dava la benedizione ai fedeli, e alcune sale, come il Gran Tinello, la Camera dei Paramenti, la Camera Papale e la Camera del Cervo. Dopo aver osservato il paesaggio da una delle sue torri, usciamo dal palazzo.
Purtroppo abbiamo poco tempo per visitare il resto della città, così ripartiamo subito per Arles, dove pernottiamo.
Giunti in albergo, abbiamo qualche problema con le camere, perché molte non hanno il numero di letti giusto e alcuni di questi sono rotti. In poche parole: dopo fraintendimenti con le ragazze della reception, scenate isteriche, litigi per le sistemazioni nelle stanze e scolaresche straniere che continuano ad arrivare al nostro hotel, all’alba delle 23.00 riusciamo a sistemarci tutti nelle camere (io, infine, ho dormito in un letto matrimoniale insieme ad altre due mie amiche).
La notte prosegue insonne fra party, chiacchiere, musica, lamentele da parte dei signori dell’albergo per il gran chiasso e tanta allegria! 11 marzo 2004: Il risveglio è doloroso perché la precedente notte abbiamo dormito poco. Tra sbadigli e sbuffi, ci vestiamo e facciamo colazione. Alle 9.00 a.M. Ripartiamo con destinazione Nimes; questa è detta “Roma francese” per i suoi monumenti del periodo augusteo. Per prima cosa, visitiamo il Jardin de la Fontaine, un magnifico parco, sede di una fonte consacrata agli dei. In questo giardino rimangono anche alcuni importanti resti termali, detti Temple de Diane. Proseguendo lungo la città, ci fermiamo alla Maison Carrè, un tempio costruito forse da Agrippa in onore dei suoi figli Lucio e Caio, morti prematuramente. Al suo interno è stato realizzato un museo che conserva alcuni reperti archeologici.
Dopo pranzo (quasi tutti hanno mangiato il kebab, una pietanza libanese, non troppo buona, Alessandra l’ha spalmato ben bene sul tavolo del bar…), ripartiamo e visitiamo la Camargue. Questo grande parco nazionale è molto bello, ricco di fenicotteri, aironi e cavalli; per quanto riguarda la flora, durante la nostra visita, non era ancora troppo rigogliosa.
Ci fermiamo a Aigues Mortes, un borgo medievale fortificato, fondato da re Luigi IX. Qui visitiamo la chiesa di Notre Dame des Soblons, con le sue vetrate molto originali, che creano degli strani giochi di luce.
Ripartiamo quasi subito per dirigerci a Les Saintes Maries de la Mer, che deve il suo nome alle sue fondatrici, Santa Maria Giacoma e Santa Maria Saloma. Questa città è importante per il pellegrinaggio dei gitani, che convergono qui da ogni parte del mondo per venerare la loro protettrice, Santa Sara, alla quale è stato dedicato un santuario che visitiamo. Inoltre, come dice il nome, questa città si affaccia al mare, per cui, dato il clima mite e soleggiato, si svolge una partita di calcio su una bella spiaggia.
Insabbiati, ma felici, torniamo ad Arles. Dopo cena usciamo dall’albergo e le professoresse ci fanno visitare quasi tutta la città by night, fatto un po’ strano, giacché la visita è programmata per sabato, ma il loro vero obiettivo, come abbiamo scoperto dopo, è quello di stancarci per farci dormire la notte. Vano tentativo. Difatti la notte trascorre analoga alla precedente. 12 marzo 2004: (alessandra) All’ormai consueto suono del telefono-sveglia con messaggio registrato “BONJOUR!” , rispondo “grazie!” (la stanchezza gioca brutti scherzi…) e ammiro dal balcone la giornata che si prospetta: vento gelido forza 1000, nuvoloni grigi e bassi, freddo bestiale.
Alle nove dopo colazione tutti in partenza per il Pont Du Gard, un acquedotto perfettamente conservato nei pressi del fiume Gard, con tre piani di arcate tutte in proporzione fra loro: l’effetto è grandioso, e il bellissimo ed imponente monumento si staglia a cavallo del fiume che è di un colore azzurro mozzafiato… La V A scatta migliaia di foto di gruppo sulla parte calpestabile dell’acquedotto, poi a gruppi e gruppetti facciamo spese nel fornitissimo negozio di souvenirs.
Prossima tappa è Orange, ma lungo la strada ammiriamo dal finestrino il castello di Tarascona e un arco di trionfo dell’epoca romana, di cui però non mi è rimasto alcun ricordo di tipo storico… Arriviamo a Orange per l’ora di pranzo. C’è da dire che durante questa lunga gita le professoresse ci hanno lasciato un sacco di tempo libero, per cui dopo un pranzo a base di birra e baguette in una fosca brasserie con un simpaticissimo proprietario, ho ancora due ore di tempo libero e sinceramente né io né gli altri sappiamo bene che cosa fare, dato che tutti i negozi sono chiusi.
Così bighelloniamo per il centro storico quasi deserto e quando incontriamo qualcuno del nostro gruppo è una festa! Due ore dopo si alza il vento e noi entriamo finalmente nel teatro di Orange, dell’epoca augustea: è l’unico teatro romano al mondo che ha conservato il muro di scena pressochè intatto, ci spiega la nostra guida, Silvano, e noi ci inerpichiamo su per le gradinate sfidando il tremendo vento Maestrale che soffia fortissimo! La fatica e il freddo però non ci fanno demordere, e dopo ever ammirato dall’alto il palco, la V A vuole testarne direttamente la resistenza; così con l’aiuto di Andrea e Giulia, tutti veniamo issati sul palcoscenico altissimo (ho ancora un livido sul ginocchio a testimoniare l’impresa!); alla fine qualcuno scopre che facendo il giro da fuori la salita era più agevole… Ma non importa, siamo tutti sul palco e con l’aiuto della prof Ceroni proviamo a inscenare l’Edipo Re, che abbiamo letto da poco a scuola. Troviamo Edipo (Andrea) ma nessuno vuole fare Giocasta (e ci credo!!!), così il tentativo va a farsi benedire… Ma la nostra classe è piena di risorse e di talenti in erba: filmata dalla Tay, la Rampy (io, Alessandra) canta “We Are The Champions” per provare l’acustica perfetta del teatro. Abbandoniamo a malincuore il teatro, uno dei posti più belli che abbiamo potuto visitare, perché ci aspettano due ore e più di pullman per ritornare ad Arles. Passiamo per il Mont Ventoux, famosa tappa del Tour de France, e spontaneo parte un applauso alla memoria di Pantani, che qui lo vinse per l’ultima volta (almeno così mi ha detto qualcuno).
Molti di noi si fanno un lungo pisolino durante il viaggio, io e Ary soffriamo il mal d’auto e ci alterniamo sul sedile davanti, dove la nostra vicina (la prof Ceroni) ci allieta canticchiando “Emozioni” grazie a un walkman fatto arrivare da dietro… Pioviggina. La campagna provenzale ha un’aria triste e solitaria, ma anche selvaggia, vibrante di sensazioni… Devo smetterla di fare la romantica, ma penso che questa mia prima gita si stia tramutando in uno dei momenti più felici della mia vita recente… Ormai è buio e siamo ad Arles, smetto di pensare e scarico le borse dal bagagliaio.
Dopo cena qualcuno vorrebbe uscire di nuovo, non sappiamo cosa fare e siamo annoiati. Qualcun altro discute per passare il tempo, siamo tutti stanchi. Io mi ritiro in un angolino privato della sala da pranzo deserta e per scaricare la tensione e la stanchezza di questi quattro giorni mi metto a suonare il pianoforte… Devo dire che mi mancava un po’ il mio amico sonoro!!! Dopo un’ora passata al piano, esco e trovo un gruppo di gente (prof comprese) che stava ascoltando e applaude. Scappo via tutta rossa… Ecco: e questa è pure la prima volta che qualcun altro mi ascolta suonare. Questa gita è piena di sorprese… Il resto della serata è un susseguirsi di avvenimenti: la nostra classe apre un’assemblea straordinaria per dei problemi interni abbastanza urgenti, poi a mezzanotte tutti a letto. Almeno formalmente! C’è chi festeggia l’ultima notte francese, ma almeno per quanto mi riguarda la serata è stata il compimento della stanchezza della giornata. Vado a dormire dopo uno spuntino a base di Frollis con Silvia e Chiara e cado addormentata nel mondo dei sogni.
13 marzo 2004 Il nostro ultimo risveglio in Francia è uno strazio…Ma ci rianimiamo subito visto che la giornata è serena.
Dedichiamo la mattinata alla visita della nostra città ospite, Arles: l’ennesima arena, dove fra l’altro si svolgerà a breve una corrida, è sorprendente quanto le altre, e fa sempre un bell’effetto entrare in un anfiteatro romano, per quanto mi riguarda! La cattedrale di St. Trophime e il suo chiostro sono la nostra meta successiva. Molto bello lo stile semplice dell’interno, che abbiamo notato anche nella maggior parte delle altre chiese visitate. Poi è la volta dell’Hotel de Dieu, la clinica dove fu ricoverato Van Gogh per problemi psichici, e del Bar giallo polenta dove si ritirava il pittore. Ad Arles tutte le case sono colorate con tinte diverse, come negli altri paesini più o meno, ma qui i colori sono più vivaci, più allegri, la città stessa è più viva e spontanea di altre viste. Sarà forse perché oggi è giorno di mercato! Anche noi lo visitiamo: innumerevoli spezie esposte colorano i banchi, il profumo di lavanda è intensissimo, si vendono olive, sapone fatto artigianalmente, cera d’api, erbe officinali e pane fresco ancora caldo di forno, dolci caramellati dall’aria sfiziosa… Qualcuno fa un giro sulla giostra dei cavalli, e poi partiamo per il viaggio di ritorno.
Per pranzo sostiamo ad Aix-en-Provence. Un giro veloce con Silvia e Chiara alla ricerca di P.C.V (Posti Con Vestigia), Mc Donald’s (vergogna!!!) e poi mi butto su una panchina in preda, non ci crederete, alla noia… Si riparte dopo un paio d’ore. Di Aix abbiamo visto poco, a parte le fontane che ornano tutto il viale centrale, ma, essendo il luogo della battaglia di Aquae Sextiae, mi aspettavo qualcosina di più (deformazione da liceo classico???) Verso le quattro del pomeriggio ci fermiamo sopra Montecarlo, per ammirare il Trofeo delle Alpi, fatto erigere da Augusto dopo che aveva unificato i popoli Elvetici fra i loro monti. Il vento si fa di nuovo sentire prepotentemente… Il Trofeo delle Alpi è chiuso, così ammiriamo il paesaggio mozzafiato da una terrazza con vista a strapiombo su Montecarlo e il mare…È bellissimo!!! Ma dobbiamo rispettare i tempi e ripartire, stavolta ci informano che la prossima tappa sarà già in Italia. Che malinconia mi prende… Guardiamo uno stupido film, “Amore a 5 stelle”. E nonostante i miei (e di Ary) commenti cinici, le professoresse si infervorano e si fanno prendere dall’esaltante racconto stile Cenerentola.
Siamo in Italia, e dopo la cena-razzo in Liguria (Autogrill-SpizzicoPizza), si riparte e ora guardiamo “Notting Hill”, che piace a tutti. L’ultimo quarto d’ora cantiamo l’inno Nazionale (tutto!), Fra Martino a tre cori e infine facciamo un applauso all’autista. La Ceroni fa un discorsetto di commiato e ci salutiamo, stanchi ma felici per la bella occasione di stare insieme nella terra del motto “Libertè, Fraternitè, Egalitè!”.
Alessandra (Rampy) e Silvia Villa classe 5 A ginnasio Liceo Classico G.Pascoli, Gallarate (VA) Lombardia