provenza d’inverno 2010, hyeres porquerolles..
Ho voluto sperimentare quest’anno la Provenza in inverno.
Dopo esserci stato parecchie volte in tutte le altre stagioni con piena e soddisfacente impressione, ho proprio voluto mettere sotto la lente d’ ingradimento questa splendida zona di Francia, accompagnato anche dalla mia inseparabile Emma, soprattutto per verificare il rapporto dei francesi (hotellieur e restaurateur) coi viaggiatori-con-animale-al-seguito.
Rimando quindi a tutti gli altri reportage circa le solite e classiche notizie turistiche (luoghi da visitare, comunicazioni, costi, autostrade ecc. Ecc.) soffermandomi solo su alcuni punti chiave.
Innanzitutto l’albergo: ho scelto come campo base fisso la lussureggiante e graziosissima cittadina provenzale di Hyeres Les Palmiers, dove il nome stesso fa capire essere la capitale mediterranea dei palmeti, con una temperatura mite anche d’inverno ( o sono stato veramente fortunato con una media di 12-15°C!) e un’ubicazione molto centrale per visitare nel raggio di 50-80km ( quindi a brevissimo autotrasporto) luoghi arcinoti come TOLONE, MARSIGLIA, ST TROPEZ, CASSIS E LE CALANQUES, THORONET.
Di solito vado sul sicuro in Francia ( ma anche in Europa) scegliendo hotel del gruppo multinazionale francese Accor (Sofitel-Mercure-Ibis-Novotel ecc.) che offrono accomodamenti per tutti i gusti e per tutte le tasche in un ottimale rapporto qualità-ubicazione-prezzo. A Hyeres siamo “scesi” all’IBIS Centre (http://www.Ibishotel.Com/it/hotel-1172-ibis-hyeres-centre/index.Shtm): in effetti ce ne sono due di Ibis a Hyeres, l’altro è sulla strada (zona La Capte, dopo l’aeroporto internazionale di Tolone-Hyeres) per il porticciolo di La Tour Fondue (Penisola di Giens), punto di imbarco per Porquerolles e ritenuto un Thalassoterapique Hotel con piscina e Spa, forse più adatto ad un soggiorno estivo, un po’ più caro e soprattutto non ubicato logisticamente così bene per gli spostamenti come quello scelto da noi, che ha un grosso pregio: è sì in centro ( quasi all’angolo col bel corso “palmierato” di Avenue Gambetta che porta alla cittadella medievale), ma allo stesso tempo si trova sulla direttrice “Voie Olbia” ( la statale N98) che conduce molto comodamente e velocemente da una parte a Tolone,Cassis e Marsiglia e dal’altra (a est) verso Le Lavandou, St Tropez, St Maxime e l’Abbazia di Thoronet, con comode superstrade e autostrade, alcune a pedaggio, altre no.Parentesi viabilistica: ottime strade ed autostrade e i pedaggi non sono poi così esorbitanti ( come affermano alcuni turisti-viaggiatori che sparano a zero sul costo delle autostrade francesi), nè più e nè meno dei nostri “pèage”( basti pensare che un tratto di 30km scarsi sull’autolaghi Milano-Como costa la bellezza di 3,80euro!) ed i sistemi di pagamento non sono poi così difficili da comprendere ( moneta “al volo” nel cestino – con ben publicizzato costo della tratta nei km precedenti il casello e certo non bisogna essere imbranati nel lancio… -, telepass europeo o normalissima carta di credito o bancomat). Torno all’hotel Ibis. Ottima accoglienza, pulizia inappuntabile e camera spaziosa con letti all’americana ( cioè due matrimoniali), balcone, tv satellitare ( tra le italiane si vede Rai1 solamente, però), ma senza cassafortina e frigobar, e soprattuttto (grande punto a favore nel panorama mondiale) connessione internet wi-fi gratis in camera e nella hall! I cagnolini come la nostra Emma ( ma anche quelli di stazza grande, ed altri animali) sono ben accettati e possono andare ovunque (cosa strana!) anche al restaurant e nella sala breakfast, ovviamente sempre se i loro padroni sono educati, perchè qui sta il problema ed il succo del discorso! Costo: 59 euro a notte per camera con 2 persone + 5 euro a notte l’animaluccio. Colazione a discrezione e a parte a 8euro, ma ottima e abbondante, senza limiti: quindi va bene per gli italiani “arraffatutto”, ma si può prendere anche solo un caffè a 1,8 euro. Nell’hotel c’è un ristorante carino e con prezzi per tutte le tasche. Inoltre, fuori dagli orari del restaurant, vi è sempre la possibilità 24H su 24 di avere qualcosa di caldo da mangiare ( ovviamente tipo “Quattro salti in padela Findus”, niente di pretenzioso) a prezzi modici. La direttrice mi è sembrata di origine italiana – ed infatti era l’unica a districarsi facilmente col nostro idioma -, mentre le altre addette alla concierge ( su tutte spicca per gentilezza una giovane signora in attesa di un baby, di nome Emmanuelle) parlavano l’inglese abbastanza fluently e comunque sempre con la pronuncia francesizzata! Parcheggio auto gratuito in garage coperto, il che non è poco! Ma la mia auto l’ho sempre lasciata fuori nel parking esterno. Dall’hotel in 5 minuti a piedi lungo il palmierato Avenue Gambetta ( con musica diffusa tra le frasche ed illuminazione natalizia di grande effetto) si è nella città vecchia di Hyeres, per gironzolare nei suoi “carrugi” e vicoli pienissimi di negozi e di vita ( tenendo sempre presente che l’alta stagione è quella estiva). Da visitare le chiese romaniche di St Paul e St Louis, il Casinò, il Castell,. Place de La Republique, rue Massillon e tante altre cosine. Si mangia bene- indubbiamente- a Hyeres ( come in tutta la Francia) ed a prezzi tutto sommato più che onesti, certamente inferiori a quelli di Milano ( la più cara d’Italia) dove vivo. Anche perchè c’è sempre l’escamotage tipicamente francese dei vari menu a differenti prezzi per tutti i gusti e i prezzi, oltre che ” a la carte”. Certo che il vino, in una delle due patrie mondiali enovinicole, dovrebbe costare molto meno, sempre che non ci si arrangi con il solito pichet di vino locale ( da cartone o bottiglione: tutto il mondo è paese!).
Certo che in tutti i locali gli animali sono ammessi, sale ristorante comprese: grande punto a favore, contrariamente all’Italia dove molti gestori si inventano fantomatiche ordinanze Asl, per vietare l’ingresso ai nostri piccoli amici pelosi, quando la legge pone solo a discrezione dell’esercente l’accettazione o meno dell’animale! Anzi, di solito il patron francese si premura di portare alla bestiola acqua in ciotola ad hoc e ( a noi è capitato) persino chiedere per il cibo, sempre che la dieta non imponga certi obblighi per il cagnolino.
Siamo stati veramente bene e da Hyeres siamo riusciti in max un’oretta di auto a raggiungere le nostre mete programmate ( vedi sopra).
Segnalo una splendida St Tropez in winter time, ottimamente illuminata con effetti pastello sul famoso “Quai du port”, una Place de Lice da favola ( con tanto di pista di ice skating ben integrata architettonicamente con la piazza) e giocatori di pètanque ( simil bocce nostrane) provenzale sotto i lampioni, by night, sulla terra battuta ( tipica piazza provenzale). Be’, non fatevi mancare almeno un caffè con panna ( caro però come tutto a StTropez, 2 x 7euro) da “Senecqueir” sul porto, comodamente seduti nelle poltroncine rosse, sottolineo all’aperto con 15°C e senza orrendi funghi riscaldatori a gas, di fronte a mega yatch ( la metà di italiani, sic!… Che se la nostra GdF potesse venire qui farebbe uno sfacelo). Tolone e Marsiglia non hanno bisogno di presentazioni, specie Marseille! E quindi tralascio. Cassis è una perla provenzalmarinara come St Tropez, anzi di più! Con le sue Calanques ( visitabili anche d’inverno con gite barcaiole, sfidando un po’ di venticello ostinato e mare un poco incazzosino) ed un porticciolo fiabesco, un pochino salvato ancora dalla cementificazione di massa della Provenza e della Costa Azzurra in particolare ( cfr. Menton-Montecarlo- Eze-Villafranche sM- Nizza, Cannes e dintorni ecc. Ecc.).
Ho visitato l’Abbazia di Thoronet ( circa 50km da Hyeres, N98direz. Est, poi verso l’A8 uscita “Le Luc”, un buon navigatore vi porterà sicuramente in un battibaleno), una delle tre famose sorelle cistercensi provenzali, fondate da Bernardo da Chiaravalle), entrata 7euro, ma ne vale la pena! E nei dintorni ho scoperto un minipaesino sulle alture provenzali sotto il Massif de Maures, Cabasse: una chicca preziosa da visitare in mezzoretta e soprattutto un ottimo suo ristorantino, Le Cabassois, (cfr: gestito da una splendida coppia, Claude e Martine Travia, maestri nell’arte culinaria e grangourmand.
Chiudo con l’isola di Porquerolles ( una delle tre Isole d’Oro, le altre due sono Port-.Cros e Ile du Levant, di fronte a Hyeres e alla sua penisola, di Giens), che non ha bisogno di presentazioni essendo sito plurivisitato e pluridecorato dai viaggiatori, dagli amanti della natura e dell’ecologia ( a Port Cros anche dai nudisti), facendo parte di un famoso parco nazionale, ma forse anche sopravvalutato dai soliti italiani esterofili (“quelli dell’erba del vicino è sempre più verde”). Certamente Porquerolles è una bellissima isoletta, e sicuramente in primavera e d’estate sarà anche un paradiso, ma d’inverno è praticamente morta, sebbene fossimo sotto le vacanze natalizie, e soprattutto un po’ lasciata andare ( volutamente? per reinventare l’aria retrò, vintage?), eccezion fatta per l’organizzatissima “marina”. Quattro i locali aperti tra paese e porticciolo, prezzzi altissimi ( ma si sapeva già che quest’isola è carissima e molto trendy – quindi ripeto “cara” – ) piena di italiani, gli unici che comunque girano e girovago spendendo(e spandendo), con francesi velisti molto snob ( come tutti i velisti con la puzzetta sotto il naso ed il look volutamente trasandato e demodè). Da affittare subito – se si può e si vuole – una bicicletta per girare le varie calette oppure nel raggio di 90min di cammino si raggiunge tutto a piedi in mezzo alle pinete, come abbiamo fatto noi.
Ma, mi domando, i francesi, gli europei, gli italiani stessi ( quelli di prima, “dell’erba del vicino…”) hanno mai visitato le nostre ( lungo elenco da nord a sud Italia): Palmaria, Tino e Tinetto, Arcipelago toscano, Giglio, Ponza e Ventotene con Palmarola, Capri,Ischia e Procida, la mia mai dimenticata e verdeggiante Salina ( ci sono andato per 11 anni!) e tutte le altre Eolie, Favignana e le Egadi, Pantelleria, la bistrattata e affascianante per natura Lampedusa, le Tremiti, l’arcipelago della Maddalena e giù a sudovest della Sardegna Sant’Antioco e San Pietro e mi scuso per quelle dimenticate ecc. ? A confronto delle nostre vere perle del Mediterraneo, Porquerolles obiettivamente scompare, pur nella sua affascinante bellezza. Le nostre isole sono ricche di natura, architettura, storia in maniera unica al mondo! Ovviamente escludo Sicilia e Sardegna perchè le considero – positivamente per tutto ciò detto sopra – veri e propri piccoli continenti, incomparabili! Tutto sommato un bellissimo viaggio invernale en route al calduccio della riviera provenzale, dell’atmosfera bohemienne tipica francese, ottimi pasti e accoglienza di hotellerie superlativa senza confronti con la nostra bella Italia, nonostante si parli di hotel di categoria economica, budget hotel, molto indicato anche per famiglie.