Provenza 2

Vacanza in Provenza. Ho deciso di raccontarvi la mia vacanza nel caso foste interessati a vedere questa regione che sicuramente ha molto da offrire. Prima di partire abbiamo letto le esperienze di altri viaggiatori di questo sito che ci sono state d’aiuto per le mete e per i consigli pratici. Sono partita con Giuliano (il mio fidanzato) un...
Scritto da: serenah77
provenza 2
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
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Vacanza in Provenza.

Ho deciso di raccontarvi la mia vacanza nel caso foste interessati a vedere questa regione che sicuramente ha molto da offrire. Prima di partire abbiamo letto le esperienze di altri viaggiatori di questo sito che ci sono state d’aiuto per le mete e per i consigli pratici. Sono partita con Giuliano (il mio fidanzato) un mercoledì dopo ferragosto da Bergamo alla volta di Arles, nostra prima tappa. Dopo la frontiera si incontra un paese che si chiama Eze che decidiamo di visitare.

Eze. Abbiamo faticato non poco per trovare parcheggio, ma ne è valsa la pena perché il paesino è carino, arroccato su un monte. Piccolo ma elegante con le botteghe caratteristiche e i bar all’aperto decisamente cari, d’altronde siamo in costa azzurra. Di sera sicuramente molto suggestivo.

Proseguiamo per Arles e dopo 650 Km arriviamo alla meta. Questa cittadina è abbastanza grande, ma per fortuna ci sono le indicazioni per arrivare in molti alberghi .Il nostro si chiama “Porte de Camargue” ed è un 2 stelle a conduzione familiare che abbiamo prenotato via internet. Si rivela pulito, semplice ed accogliente. E anche la colazione non è male. I proprietari sono gentili e disposti a dare informazioni sulla città, sui ristoranti e sulle zone limitrofe. La sera cerchiamo un posticino dove cenare, così passeggiando per il paese entriamo in uno dei tanti locali all’aperto del centro.In linea di massima i prezzi sono un po più alti che in Italia. Il giorno successivo decidiamo di fare questo itinerario: S. Remy de Provence, Les baux (piuttosto vicini) e la Camargue (un po più distante).

S. Remy de Provence. Luogo di nascita di Nostradamus e luogo di soggiorno di Van Gogh, il quale prese spunto qui per molti quadri. Subito notiamo un grande viale ombreggiato da platani con molti locali all’aperto. Riconosciamo questa caratteristica provenzale in altre città che visiteremo. Parcheggiamo gratis un po fuori dal centro con uno speciale disco orario che ci viene regalato da un barista. Curiosiamo per questo paese e nei negozi di souvenir, di saponi e di prodotti tipici. La passeggiata si rivela gradevole e ci imbattiamo nella casa natale di Nostradamus.

Leggiamo sulla guida che ci sono degli importanti resti romani nei dintorni (la zona di Glanum), ma non essendo particolarmente interessati decidiamo di saltarla.

Les baux. Non dista molto da S. Remy, per arrivarci si seguono delle strade tortuose un po in salita, ma una volta arrivati il paesaggio è davvero bello. Da questo paese prende il nome la bauxite, un minerale particolarmente presente da queste parti. Il parcheggio è a pagamento (3 euro per tutta la giornata). Il paese è a dir poco incantevole e qui scopriamo un’altra caratteristica della Provenza: i Santos, ossia statuine da presepe fatte a mano che riproducono personaggi tipici della zona. Anche qui molti negozietti di souvenir e di profumi, saponette etc con l’immancabile lavanda.Vi è anche un castello nel quale non entriamo, dove si dice vi sia una vista mozzafiato e da dove un certo conte si divertisse a gettare delle persone per ammirarne l’espressione di terrore.

Nel tornare indietro, diretti a Les Saintes Maries de la mer, ci imbattiamo nell’abbazia benedettina di Montmajor, che ammiriamo da fuori. Questa costruzione era la sede di una ventina di monaci che avevano il compito di prosciugare le paludi per renderle agibili. L’abbazia subì un crollo e inoltre Luigi XIII la fece distruggere per vendetta contro un cardinale (ultima figura religiosa dell’abbazia), coinvolto nello scandalo della collana di Maria Antonietta.

Les Saintes Maries de la mer. Appena imbocchiamo la strada per la nostra meta ci accorgiamo di cosa abbiamo davanti. Dopo pochi km, la strada fiancheggia da entrambi i lati un paesaggio paludoso e pianeggiante. Ci accorgiamo della presenza di numerose piccole case basse dal tetto di paglia. Ma la cosa a rendere unica la Camargue è un’altra, infatti notiamo non molto lontano dalla strada cavalli e fenicotteri rosa che vivono in zone non recintate. Non li vediamo, ma leggiamo che ci sono anche i tori. Questo paesaggio è in continuo cambiamento perché è situato alla foce del Rodano che ogni anno riversa grandi quantità di detriti nel mare, mentre il mare ha la tendenza ad avanzare coprendo la terraferma. Arriviamo nel paese e notiamo che questa è una località balneare per la presenza di numerosi villeggianti e per le spiagge affollate. Questo è il paese dei gitani, che si ritrovano qui ogni anno per festeggiare S. Sara. Facciamo una passeggiata sul lungomare e ci addentriamo all’interno dove ci sono numerosi negozi di souvenir e bancarelle di dolciumi e snack di tutti i tipi. Facciamo qualche acquisto dato che i prezzi sembrano più abbordabili. Notiamo poco dopo una chiesa bianca che decidiamo di visitare. All’interno è spoglia di quadri, decori ed è piuttosto buia. Sulla sinistra si nota subito la piccola barca con dentro due statuine che sembrano voler narrare ai passanti un’affascinante storia di 2000 anni fa. Mari adi Cleofa, sorella della madre di Gesù e Maria Salomè, madre di Giovanni e Giacomo apostoli, insieme ad altri testimoni della vita di Cristo, vennero abbandonati su una barca senza remi, viveri né vela. Sara, la serva di colore delle due marie, si disperava sulla terraferma per la loro sorte, così Maria di Salomè gettò in acqua un mantello che divenne una zattera che condusse Sara a loro La storia narra che la barca giunse sulla spiaggia antistante alla chiesa. Qui cominciò l’opera di evangelizzazione e venne costruito un piccolo oratorio che in seguito divenne l’attuale chiesa che conserva le reliquie delle due sante. Nella parte sottostante dell’edificio è conservata la statua nera raffigurante S. Sara che viene portata in processione dai gitani durante la festa. Saliamo anche sul tetto tramite le scale e da qui ammiriamo il tipico paesaggio e ci capita di veder volare uno stormo di fenicotteri. In conclusione ho trovato gradevole Les Saintes Maries de la mer, mentre al mio ragazzo non è piaciuta molto: l’ha trovata troppo turistica e dallo stile poco provenzale. Il secondo giorno decidiamo di spingerci ancora in Camargue fino ad Aigues Mortes e di fare un po di spiaggia.

Aigues Mortes. La strada è piuttosto lunga, ma scorrevole in mezzo alla Camargue, ma mentre ci avviciniamo alla meta il paesaggio diventa più boschivo. Parcheggiamo fuori dal centro anche perché è pedonale. Questa cittadina è circondata da mura (o bastioni), dalla quale domina la torre di Costanza che era, nel passato, luogo di detenzione per cavalieri e uomini politici. Ci immergiamo in un’atmosfera quasi surreale, quasi favolesca anche perché i negozianti sono vestiti in costumi medioevali per la festa della città. Saliamo sulla torre e facciamo il giro dei bastioni. Apprezziamo il panorama sulla Camargue e sulle saline, dalle quali deriva il nome della cittadina, ossia acque morte perché salate). Pranziamo in uno dei soliti locali all’aperto e poi ci dirigiamo verso la spiaggia.

La guida ci indica una zona balneare vicina chiamata Le Grau du roi. Una volta giunti ci troviamo in una spiaggia sabbiosa e con un mare molto simile (se non più sporco) a quello di Rimini. D’altronde siamo alla foce del fiume. Delusi dal mare torniamo ad Arles. Il giorno seguente è il momento del trasferimento all’hotel di Avignone, ma dopo aver preparato le valigie ci dedichiamo ad approfondire la visita della città che ci ha ospitato.

Arles. Ricca di resti romani a partire dall’Anfiteatro per arrivare alle Terme di Costantino e all’Arena. Qui sembra di sentirsi in Spagna soprattutto per la cultura del toro, infatti nell’arena si svolge periodicamente la corrida con l’uccisione di più tori. Tanti locali infatti espongono la locandina per promuovere l’evento. Durante la festa del paese si lasciano liberi i tori di correre per le strade e vi sono delle persone a cavallo che devono guidarli, una variante della festa di Pamplona. Poi come non parlare della testimonianza di Arles lasciata da Van Gogh nei suoi quadri. Un bar giallo ne ha ispirato chiamato “la nuit”. Il bar ritratto è ancora intatto nella place di Forum. Su alcuni marciapiedi notiamo strane indicazioni. Sono percorsi pedonali che portano il turista sulle tracce di Van Gogh e sui resti di Arles antica. Visitiamo il portale della chiesa di S. Trophime e decidiamo di dare un’occhiata al mercato.Qui è un tripudio di sapori, odori e colori e io comprerei tutto! Si passa dalle classiche saponette, da tutti i tipi di spezie, dolciumi e pane ad una grande varietà di frutta. Da provare qui sono le olive, i meloni e le pesche, ma io non disdegno i croissant (di tutti i generi) che inoltre qui costano pochissimo. Dopo pranzo a malincuore ci dirigiamo ad Avignone. Il nostro albergo nel centro, ossia all’interno della cinta muraria. Pessimo errore perché all’interno il parcheggio è a pagamento ed siamo costretti ad un continuo tornare indietro per i sensi unici e le zone pedonali. Così troviamo posto fuori dalle mura e utilizzeremo questo parcheggio per 3 giorni un po preoccupati.

Avignone. Potenzialmente bella città, ma sporca e piena di gente poco raccomandabile. Vediamo da fuori l’imponente palazzo dei papi e non entriamo perché all’interno è vuota dei sfarzi del passato. Facciamo una passeggiata per i bei giardini e arriviamo ad un punto dove, dall’alto, si gode un’ottima vista. Vediamo, senza salirci, il famoso ponte interrotto di S. Benezet decantato in una conosciuta canzone orale. Si dice che un pastorello, Benezet appunto, udì delle voci che gli chiedevano di edificare un ponte nel posto che gli avrebbe indicato un angelo. Convinse gli abitanti di allora ad aiutarlo nella costruzione dimostrando che c’era del divino nella facilità che possedeva nello spostare blocchi di pietra enormi. Ormai è rimasto poco del ponte (4 arcate su 22) a causa delle guerre e delle piene del fiume. Per cena andiamo in uno dei tanti locali di place de l’Horloge dove spendiamo parecchio, siamo mangiamo male e siamo serviti tardi. Passeggiamo per questi viali con palazzi altezzosi ed imponenti stile Nizza e non sentiamo molto il clima provenzale, perché sembra di essere in una grande città.

Il giorno seguente l’itinerario è Gordes, Roussillon e Senanque. Nell’andare a Gordes passiamo per Isle sur la Sorge, dove vediamo un mercato enorme grande quanto il paese e al quale mi piacerebbe assistere ma non troviamo parcheggio e restiamo fermi un po di tempo in coda.

Gordes. Molto carino, soprattutto per la vista che si ha arrivandoci, ma molto piccolo Roussillon. Arrivati qui ci sembra di essere su un’isola perché è tutto così diverso dai paesi finora visitati. Le case sono tutte rosse come la terra che costituisce la natura intorno. Facciamo diverse foto approfittando del cielo blu che contrasta con il colore del paese. Da queste zone si ottiene l’ocra, il colorante usato per dipingere. Visitiamo i sentieri dell’ocrache dicono sia molto particolare. E infatti è molto suggestivo perché si cammina su questa sabbia di varie tonalità di rosso e sembra di essere nel Gran Canyon. Enormi speroni di montagne di questo colore particolare mi illudono di essere su un altro pianeta. La visita in tutto dura un’ora e ne vale la pena.

Senanque. Si arriva dal fianco della montagna a questa abbazia benedettina che simboleggia la Provenza. Nella zona antistante ci sono distese di lavanda ma purtroppo in questo periodo è già stata colta.

Il giorno seguente è dedicato a Pont du Gard, Uzes e Nimes.

Pont du Gard. È il famoso ponte che è stampato sulle banconote da 5 Euro. È un acquedotto di 2000 anni fa su 3 piani. Parcheggiamo nella zona apposita (5 Euro tutta la giornata!) ed entriamo gratuitamente. Dopo qualche negozietto il sentiero ci porta a questo imponente ponte rimasto pressoché intatto. Si può accedere alla prima fila di arcate, ma chi segue una guida turistica può salire fino al terzo. Tutto sommato carino, ma la visita si effettua brevemente.

Uzes. Paese medioevale grazioso soprattutto per i vicoletti e i portici caratteristici. Vediamo la torre più importante, la tour Finestrelle e ripartiamo Nimes. Parcheggiamo un po fuori dal centro in uno dei tanti parcheggi gratuiti. Passiamo davanti l’Arena che è più grande di quella di Verona. Apprezziamo la Maison Carrè, un tempio romano rimasto pressoché intatto. Girando e curiosando incontriamo lo stile provenzale nelle vie più piccole, ma anche la città più elegante con boutique, centri commerciali e palazzi d’altri tempi. Il tutto è ben amalgamento e dosato in modo da non risultare eccessivo in un senso piuttosto che nell’altro. Mi piacerebbe continuare a gironzolare senza meta, ma il tempo è tiranno.

Il giorno seguente ricominciamo il rientro in Italia a tappe e così visitiamo Aix en Provence e Nizza. Per andare ad Aix prendiamo la statale panoramica e attraversiamo un paesaggio favoloso tra campagna e montagne. Passiamo da un paese, S. Maximin la Sainte Baume, ossia la santa grotta dove è stata trovata la tomba di Maria Maddalena, che, sfuggita alle persecuzioni si stabilì in queste zone. Aix en Provence. Sebbene alcuni non ce ne abbiano parlato bene, troviamo questa cittadina veramente caratteristica. È martedì e ci sono diversi mercati alimentari e non. Il bello qui, come in altri posti, è semplicemente passeggiare tra case e negozi. Di questi luoghi è originario Cezanne, infatti qui come ad Arles è indicato su alcuni marciapiedi un percorso che indica i luoghi nel quale ha vissuto e dai quali ha tratto ispirazione. Poco fuori da Aix c’è una catena montuosa che è stata da lui dipinta in moltissimi quadri.

Proseguiamo per Nizza. L’intento è di fermarsi qualche giorno in costa azzurra per fare mare, ma appena usciamo dall’autostrada ci imbattiamo in code, continui sensi unici che ci costringono a fare giri assurdi. Così ci fermiamo nel primo albergo che troviamo.

Nizza. Elegante ed altezzosa, mi sembra di stare a Torino per la struttura della città e anche perché qui ci sono moltissimi italiani. È bello passeggiare per le zone pedonali e anche sul lungomare che è molto largo e ha moltissime panchine. Vediamo anche il mercatino, nella zona vecchia e facciamo un tuffo nel mare che sembra quello ligure. In fin dei conti Nizza è una città carina, ma bisogna fare i conti con il traffico (inoltre qui non sono molto disciplinati nella guida) e con i prezzi decisamente alti.

Questa è stata la nostra vacanza. Piacevole, ma prima di venire fin qui suggerirei di visitare l’Umbria che l’anno scorso mi ha colpito di più.

Suggerimenti pratici. -Le autostrade sono care e non hanno criteri. Infatti da quando siamo entrati in Francia fino ad Arles avremmo pagato 4 o 5 volte.Di solito ci sono in alternativa le statali più lunghe ma più panoramiche.

-In ogni paese più conosciuto c’è un ufficio del turismo dal quale è possibile avere informazioni sugli alberghi e sulle manifestazioni.

-L’acqua minerali ai ristoranti costa parecchio (3÷4,5 Euro 50 cl), quindi tanti chiedono une caraffe d’eau del rubinetto che è gratuita.

-I prodotti più tipici sono le olive, la frutta, le spezie, i saponi (alla lavanda e non) oltre ad una quantità esagerata di dolci, brioches, pane e biscotti.

-La benzina verde è di 2 tipi: quella a 95 ottani e quella a 98. La prima è meno “raffinata” e meno cara della seconda, ma non fa alcuna differenza per le comuni macchine. In generale è un po meno cara che in Italia.



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