Procida, un weekend d’amore sull’isola dai colori pastello

Due giorni di romantico relax nella perla del Golfo di Napoli alla scoperta della natura, del mare, dei profumi e dei sapori di questa piccola ma incantevole isola
Scritto da: storm_87
procida, un weekend d'amore sull'isola dai colori pastello
Partenza il: 24/06/2016
Ritorno il: 26/06/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Per il nostro ottavo anniversario di fidanzamento (eh sì, la mia Alessia mi sopporta da tanto), io e la mia ragazza abbiamo deciso di trascorrere un dolce week end d’amore sull’isola di Procida. A dire il vero, l’idea è stata di Alessia che mi ha regalato biglietti per il traghetto e alloggio per questi due giorni stupendi!

Indice dei contenuti

Avevamo già sentito parlare di Procida, avevamo visto qualche documentario e ammirato le foto di amici e parenti che già c’erano stati. Più volte ci eravamo ripromessi di andarci prima o poi, ma Alessia è stata più lesta di tutto e tutti e, alla fine, ha pensato a tutto lei per un romanticissimo week end!

24 giugno

Siamo partita da Pozzuoli venerdì 24 giugno, al mattino. Dopo circa mezz’ora di navigazione siamo arrivati a Procida e subito ci siamo sistemati nella casetta che Alessia aveva prenotato. Attraverso il noto sito Airbnb, Alessia ha prenotato un appartamento in zona Ciraccio, proprio al centro dell’isola e ideale come location per visitare i posti più belli. L’appartamento, con cucina, piccolo salone, camera da letto, bagno e un bel terrazzino, era molto confortevole, pulito e ben tenuto: il tutto, inoltre, a cifre più che contenute. Ad accoglierci c’era Federica, la nipote della proprietaria che, oltre ad essere stata molto gentile, ci ha dato tanti consigli per muoverci al meglio sull’isola e vivere al meglio la nostra vacanza.

Messi da parte i bagagli siamo subito partiti, da buoni esploratori, alla scoperta dell’isola. Visto il caldo fortissimo abbiamo deciso di fare subito una capatina al mare. Dopo una lunga ma piacevole passeggiata lungo Via Vittorio Emanuele (una delle principali dell’isola) ci siamo rifugiati sulla spiaggia della Silurenza, situata poco al di là del molo dove attraccano i traghetti. La sabbia nera di origine vulcanica fa da contrasto ad un mare fresco e cristallino: la Silurenza è la spiaggia dei procidani e, quindi, poco conosciuta dai turisti. Il valore aggiunto è rappresentato dal fatto che, in questo periodo, Procida è molto vivibile in quanto le ondate di visitatori arrivano da metà luglio in poi. Alla Silurenza abbiamo trovato, quindi, tanta pace e anche una piacevole ombra per ristorarci dal sole e dal caldo.

A pranzo ci concediamo una pizza e poi, nel pomeriggio, via alla scoperta delle principali bellezze dell’isola. Pur essendoci la possibilità di muoversi con bus, taxi, biciclette e scooter, io e Alessia scegliamo di scoprire Procida camminando per i suoi vicoli e le sue strade. Senza troppo pensarci, quindi, ci inerpichiamo su per le vie del centro fino a raggiungere Piazza dei Martiri. Da qui proseguiamo fino al Belvedere dei Due Cannoni dal quale è possibile ammirare Marina della Corricella, il caratteristico borgo di pescatori formato da case arroccate l’una sull’altra dai colori pastello. Pare che le case abbiano tutte dei colori diversi in quanto i pescatori che le abitavano nei decenni scorsi erano soliti riconoscerle al rientro dalle loro uscite in mare proprio per le loro tonalità. Dal belvedere, come tutti i turisti che si recano a Procida, non possiamo non ammirare la bellezza di questo scorcio d’isola e ci fermiamo per le foto di rito.

Proseguendo di qualche centinaio di metri ci addentriamo nel borgo di Terra Murata. Terra Murata rappresenta il centro storico dell’isola in quanto, nel XVII secolo, i procidani furono costretti a rifugiarsi in questa zona per via delle invasioni piratesche sull’isola. Intorno ai ruderi di un antico penitenziario sorge un borgo silenzioso ma bellissimo, con piccole case che sembrano disegnate anche nei loro minimi dettagli. All’interno del borgo è possibile visitare (con offerta libera) l’Abbazia di San Michele Arcangelo. L’ingresso, un po’ nascosto, si trova tra le scalinate esterne di due abitazioni. All’interno spiccano l’abside con i quattro dipinti e, soprattutto, il soffitto a cassettoni in legno e rifiniture in oro di stile barocco.

Abbandoniamo l’Abbazia e Terra Murata e ci dirigiamo velocemente verso Marina della Corricella. Raggiungiamo la Corricella attraverso un fitto dedalo di vicoletti e scalinate che conducono fino al cuore di questo romantico borgo. Alessia immediatamente si perde tra le viuzze e le gradinate poste tra le case a scattare foto. Lungo la banchina, essendo ormai prossimi al tramonto, è magnifico guardare i pescatori alle prese con la manutenzione delle reti o delle proprie barche ed è altrettanto stupendo osservare tutto questo lasciandosi coccolare dai caldi raggi del sole e dal timido rumore dell’acqua che si infrange sui muretti del molo o sul legno dei gozzi e delle paranze dei pescatori. Passeggiamo tra i tavoli dei bar (famosissima la Locanda del Postino, locale dove Massimo Troisi girò alcune scende del suo ultimo film, “Il Postino”), guardando i gatti e i gabbiani che, famelici, aspettano qualche scarto di pesce da parte dei ristoratori o dei pescatori. Prima di rientrare a casa per una doccia ristoratrice, prenotiamo un tavolo alla pizzeria Fuego: è l’unica pizzeria della Corricella, riaperta circa 30 anni dopo l’ultima pizzeria in questa zona. Dopo esserci sistemati per la serata arriviamo puntuali al nostro ristorante, mangiamo bene e a prezzi contenuti considerando anche la location. Nonostante le tante persone che affollano la Corricella, passiamo una serata molto tranquilla, gustando la nostra pizza al nostro tavolo affacciato sul mare e ammirando quanto, anche di notte, sia bello questo angolo di Procida.

25 giugno

Trascorsa la nostra prima notte a Procida, sabato 25 giugno lo dedichiamo principalmente al mare. Al mattino, dopo una colazione a base di lingue di bue (tipico dolce procidano fatto di pasta sfoglia e ripieno alla crema o al limone…da non perdere!), ci dirigiamo verso la spiaggia di Pozzovecchio, meglio conosciuta come la Spiaggia del Postino perché, anche qui, furono girate alcune scene del capolavoro di Troisi. Sormontata dal cimitero comunale, la spiaggia di Pozzovecchio è una bella cala di sabbia vulcanica racchiusa tra Punta Ottimo e Punta Serra. Lo spazio per distendersi è bello ampio ma, per chi volesse maggiore comodità, c’è anche uno stabilimento che fitta ombrelloni, lettini e offre anche bibite e panini. Restiamo a Pozzovecchio per qualche ora e, quando il sole è ancora bello alto e caldo, decidiamo di rimetterci in cammino: prossima tappa Marina della Chiaiolella.

Marina della Chiaiolella è un piccolo borgo dove si trova il porto turistico di Procida, a pochi passi dall’isolotto di Vivara (collegato al resto dell’isola da un ponte ma purtroppo ancora chiuso al pubblico…). Arriviamo alla Chiaiolella dopo circa tre quarti d’ora di passeggiata sotto il sole ma la stanchezza passa in secondo piano perché la tranquillità dell’isola ci trasporta e quasi ci fa dimenticare la distanza. Arrivati alla Chiaiolella rimaniamo però un po’ delusi (il paragone con la Corricella è impari…) e ci dirigiamo verso il lungomare Cristoforo Colombo. Qui si trovano diversi lidi che si alternano tra di loro lasciando comunque spazio ad ampi tratti di spiaggia libera. Stanchi, decidiamo di concederci un po’ di riposo in spiaggia prima di rientrare a casa in vista della serata che ci aspetta.

Il 25 giugno è proprio il giorno del nostro anniversario e lo passiamo a cena in un ristorante a Marina Grande (zona porto). Prima, però, ci concediamo una passeggiata con tanto di foto lungo Via Roma, proprio sul porto. Il ristorante scelto per la cena è L’Approdo. Nonostante il servizio molto lento (2 ore esatte per servirci un primo, un secondo e un dolce a testa…) mangiamo però molto bene scegliendo uno spaghetto ai frutti di mare e un fritto di alici. Anche qui, come alla Corricella, passiamo delle ore in totale relax, godendoci la cena davanti al mare.

26 giugno

E’ il giorno della nostra partenza da Procida. La nave che ci riporterà a Pozzuoli parte però alle 19.10 e, quindi, abbiamo ancora un’intera giornata da goderci. Prepariamo i bagagli e ci dirigiamo sul lungomare dove Federica, la proprietaria del nostro appartamento, gestisce uno stabilimento balneare insieme ai suoi familiari. Grazie ad un’offerta riservata ai suoi affittuari (due lettini e un ombrellone per 10 euro), ci accomodiamo al Lido La Rotonda dove, molto cortesemente, ci custodiscono anche le valigie. Tra un tuffo e un po’ di tintarella, io e Alessia manteniamo inalterato lo spirito da esploratori che è in noi passeggiando lungo l’arenile fino alla zona del Ciraccio e, in direzione opposta, fin sotto l’isola di Vivara. Tra una foto ai Faraglioni di Procida (ebbene sì, non solo Capri ha i suoi faraglioni…) e una granita al limone (squisita quella preparata dalla signora Rosa al Lido La Rotonda), a pranzo decidiamo di accomodarci ai tavoli del ristorante Girone, situato proprio accanto al nostro lettino. Mangiamo un delizioso antipasto di mare e abbondanti fritture di paranza e di calamari, spendendo cifre ragionevoli rispetto alla quantità e alla qualità del cibo proposto.

Come tutte le cose belle, anche questa vacanza si avvia alla conclusione. Riprendiamo le valigie e ci dirigiamo verso il porto. Ultime foto, acquistiamo cartoline e souvenir oltre, ovviamente, ad una scorta di lingue di bue per i parenti rimasti a casa. La nostra nave è ormai pronta a salpare.

Lasciamo Procida mettendoci alle spalle le case di color pastello di Marina Grande illuminate dai raggi di un sole che si avvia ormai al tramonto e l’imponente borgo di Terra Murata che domina sul mare antistante. Lasciamo Procida con un velo di malinconia per la consapevolezza che sarà difficile ritrovare altrove la stessa atmosfera respirata su quest’isola. Lasciamo Procida con la promessa a noi stessi di ritornarci, per potercela godere ancora al meglio per respirare i suoi profumi, lasciarci bagnare dalle sue acque e farci ammaliare, ancora una volta, dalla bellezza dei suoi angoli più nascosti.

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