Pristi Zastavka PRAHA!
Giunti a Praga alle ore 10, dopo aver cambiato presso un bancomat dell’aeroporto (con post pay) e acquistato l’abbonamento dei mezzi pubblici (tre giorni costo 13 euro), abbiamo preso l’autobus 119 in direzione Dejvicka, terminal della linea verde della Metro. Da lì ci siamo diretti verso il nostro hotel, il Central City Club, stazione Pavlova (una fermata da Narodni Muzeum, alias Piazza Venceslao). Prenotato tramite booking.Com, costo totale a persona 100 euro per 4 notti, personale cortese, colazione abbastanza abbondante e una folta presenza italiana all’interno. Unico inconveniente la presenza in un hotel di fronte di alcuni tifosi dell’Everton (impegnato in quei giorni in una partita di coppa contro il Sigma Olomouc, squadra ceca) che, di notte, abbiamo beccato particolarmente brilli. Ma potevano mica destare timore in due membri della tifoseria partenopea?:) Dopo aver posato le valigie ci dirigiamo verso Piazza Venceslao per una prima passeggiata praghese. Più che una piazza si tratta di uno stradone costeggiato da negozi di ogni genere; dal pomeriggio inoltrato uomini di colore (che riconoscevano la nostra italianità senza che aprissimo bocca) vi proporranno a raffica serate nei night club fermandovi in strada come gli artisti del pacco della nostra Piazza Garibaldi! Non manca, tuttavia, la componente “culturale” con il campeggiare maestoso, sullo sfondo, della Galleria Nazionale e la presenza del monumento ai caduti del comunismo.
Decidiamo quindi di visitare il castello (Praszky Hrad), coi suoi giardini che regalano un belvedere mozzafiato sulla città e la vicina, meravigliosa, Cattedrale di San Vito (non abbiam pagato nulla, ma acquistando un ticket era possibile visitarne anche altri settori) e da qui ci dirigiamo al Santuario della Madonna di Loreto dove facciamo una pausa seduti sulla scalinata sita di fronte alla Chiesa. Una capatina a Ponte Carlo è d’obbligo e decidiamo, quindi, di concederci la prima promenade sullo splendido ponte sulla Moldava, con foto di rito toccando il monumento a San Giovanni Nepomucèno; dicono porti fortuna! Di ritorno verso la città nuova ceniamo nella zona di Palacheko Namesti (ristorante U suteru) con gulash, patatine e delle cotolettine fatte col camembert, il tutto innaffiato da 0,5 l di Kruznovice scura (costo totale 13 euro a testa). La birra ceca è ottima e non costa nulla! Con massimo 25 corone (1 euro) bevete un mezzo litro per nulla paragonabile alle birre nostrane! 2 GIORNO Decidiamo di affrontare la tappa più lunga e stancante recandoci a Josefov, il quartiere ebraico. Con un biglietto da 300 corone visitiamo l’antico cimitero (sarebbero vietate le foto, ma riusciamo ugualmente a scattarne), le sinagoghe Pinkel, Maisel, la sinagoga spagnola e il salone delle cerimonie. La sinagoga Pinkel è molto suggestiva; sulle pareti campeggiano i circa 80.000 nomi delle vittime ceche dell’Olocausto e al piano superiore sono conservati disegni fatti da bambini del ghetto e/o prigionieri nel campo di concentramento di Terezin. La sinagoga spagnola è altrettanto interessante con arredi sacri, oggetti utilizzati nei cerimoniali e documenti di notevole interesse storico, come le liste di proscrizione emanate delle SS; leggermente deludente è stata invece la Maisel. Una curiosità: l’età media degli impiegati dei musei ebraici credo sfiori gli 80 anni! Dopo un’occhiata all’orologio del municipio ebraico (va al contrario), e un giretto per la Pariszka (strada delle grandi marche) prendiamo uno strudel di mele al Cafè Kafka (3 euro a testa) e ci dirigiamo verso quella che, a mio parere, è la zona più bella di Praga, Piazza della Città Vecchia. La cattedrale di Santa Maria di Tyn regala un colpo d’occhio stupendo, soprattutto di sera; va detto che anche qui si è subito notata la nostra italianità dato che un p.R. Romano ci ha fermato per proporci una serata in un night club. Splendido l’orologio astronomico, molto suggestiva la statua di Jan Hus circondata da bancarelle che vendono prodotti tipici tra cui prosciutto di Praga (un po’ costoso) e hot dog con i superbi wurstel praghesi (con 2 euro ne abbiamo mangiati di giganti). Dopo una visita alla suddetta cattadedrale (bella, ma non come San Vito) percorriamo le stradine vicine per dare un’occhiata ai negozietti di souvenir giungendo fino alla Porta delle Polveri e Namesti Republiky. In serata solito giretto per Ponte Carlo (in settimana la vita notturna praghese si limita alle discoteche, i pub chiudono alle 11), una Staropramen scura (la birra migliore) sorseggiata sulle rive del fiume con due amici conosciuti in aereo e quattro salti alla discoteca Karlovy Lazne, un edificio di 4 piani zeppo di adolescenti e stranieri con salette peraltro piccolissime (del resto si tratta di ex bagni pubblici adibiti a discoteca). Non amando particolarmente l’ambiente, a differenza del mio amico, approfitto dell’internet point gratuito della disco per fare un giretto sul web e per constatare che, purtroppo, gli orari dei bus per Dresda, tappa che desideravo fare, sono troppo spartani; partenza alle 7.30, ritorno alle 16.15: le corse migliori erano tutte sold out. Desisto ,quindi, da tale proposito.
3 giorno Dedichiamo la mattinata alla visita dell’Isola di Kampa, con il celebre muro di John Lennon (particolarmente bella la Certovka, zona che ricorda vagamente le stradine veneziane) e la chiesa dei cavalieri di Malta, quindi ci rechiamo a Mala Strana, quartiere prossimo al Ponte Carlo con la chiesa di San Nicola (a pagamento, circa 3 euro a testa), un giretto sulla Nerudova, stradina piena di negozietti in uno dei quali trascorriamo circa mezzora a parlare di calcio italiano con un ragazzo bulgaro. I negozi di souvenir praghesi sono quasi totalmente gestiti da stranieri, bulgari e bosniaci in primis.
Pranziamo in una trattoria sita in Malostranske Namesti, U Glaubicu, ottimo ambiente e prezzi modici. Con circa 12 euro a testa prendiamo gnocchetti di pane,timballetto di patate e pancetta, maiale con crauti e birra Pilsen da 0,5 (buona, ma non all’altezza della Staropramen). Pasteggeremo qui anche all’indomani con lombata con panna e salsa di mirtilli e minestrina di funghi e patate della Moravia. La cucina è molto diversa dalla nostra, ma il vero viaggiatore deve immergersi anche in sapori nuovi per apprezzare appieno la località visitata! Il pomeriggio è trascorso alla Collina Petrin, raggiungibile in funicolare (valido l’abbonamento dei mezzi pubblici). Trattasi di un parco molto romantico (adatto quindi alle visite in dolce compagnia), dotato di un enorme roseto e di stradine ideali per il footing. Alla salita sulla mini Torre Eiffel preferiamo il labirinto degli specchi, carino, ma decisamente piccolo. Facciamo tappa anche alla Chiesa del Bambin Gesù, sita ai piedi della collina, che ospita numerosi ex voto lasciati da fedeli provenienti da tutto il mondo.
4 giorno Giornata dedicata all’acquisto di qualche souvenir (tra cui qualche salume tipico; con 3 euro prendiamo tre salami!) e ad un ripasso della città Vecchia. Saltata definitivamente l’idea di andare a Dresda decidiamo di prendercela comoda. Al mattino ritorniamo al Castello per gustarci il suggestivo cambio della guardia; vale davvero la pena sgomitare per essere in prima fila, quindi riesco a passare (per caso) per Piazza Betlemme e Na Prikope, altra strada dedicata allo shopping. Salutiamo, quindi, per l’ultima volta Ponte Carlo; una delle scene più suggestive offerte da questo splendido spaccato praghese è offerta dal perenne volteggiare delle colombe sui tetti di Narodni Divadlo, strada distante pochi metri. Qualche consiglio. Controllori onnipresenti alle stazioni della metro, quindi non fate i furbi, tram affidabilissimi e puntualissimi anche di notte (zeppi di passeggeri e dotati, sovente, di polizia a bordo); potete tranquillamente affidarvi agli orari affissi su ogni fermata. Evitate di chiedere maionese ai venditori di hot dog! Uno di questi si è notevolmente incazzato! Evitate, altresì, di commettere l’errore che ho commesso io, mettendo in valigia un bel po’ di bottiglie di birra da portare in Italia: potreste ritrovarne rotta qualcuna nonostante le adeguate protezioni escogitate per l’occasione! Infine cercate di gestire le corone alternandole con la post pay o la carta di credito. Così facendo siamo riusciti a evitare cambi presso gli uffici appositi (ho prelevato 3000 corone, circa 120 euro e me le son fatte bastare per le spese correnti. Meglio prelevare meno e aggrapparsi eventualmente alla post pay che prelevare cifre più alte e restare con le Corone in mano!) Ah, un’ultima cosa: se vi recate a Praga in coppia munitevi di paraocchi perchè le ragazze indigene sono davvero belle. Io, un’accanito filo-mediterranee, ho dovuto fare pubblica ammenda rivalutando la bellezza slava:) Abbiamo lasciato Praga alle 4 del mattino del 29 agosto, con un taxi che, con circa 25 euro da dividere in due, ci ha ricondotto all’aeroporto sulle note di “Gangsta’s Paradise”. Il tassista stesso ha confermato: le Staropramen sono le migliori birre di Praga, città che resta nel cuore. Insomma, se non ci siete stati ve la consiglio: come “pristi zastavka” (prossima fermata) fate tappa lì!