Primavera in Umbria

il polmone verde d'Italia
Scritto da: PamGogh
primavera in umbria

Ferie ad aprile, la primavera è alle porte e così, da amante della natura, scelgo una delle regioni più verdi in cui in passato ho vissuto ed amo profondamente: l’Umbria.

Il mio Kangoo è camperizzato, ma ancora il caldo non si decide ad arrivare, in più il marito ha problemi di schiena quindi optiamo per un appartamento sperso nei boschi. E lo trovo ad un prezzo bassissimo in un posto bellissimo che scopro dopo giorni essere metà rinomata per il tartufo: Macerino, vicino ad Acquasparta.

È un punto strategico perché dista più o meno un’ora da ogni punta dell’Umbria da visitare ed è abbastanza conficcato nei boschi tanto da sentire solo il rumore degli uccellini e vedere solo verde, come piace a me!

Giorno 1 – Cacciano e Sant’Angelo

Il primo giorno tappa nelle Marche, da piccola venivo sempre in questo paesino perché ci vivevano i miei nonni. San donnino, una manciata di case nel mezzo tra Sassoferrato e Arcevia. Una volta c’era un campo da bocce, una volta c’era un pastore, una volta zia Italia e zio quinto avevano i maiali, le galline, i conigli e credo anche i tacchini, una volta a settimana facevano il pane, pizza e torte per tutti nel grande forno a legna fuori. Adesso la casa è piena di grandi e profonde crepe sia nel soffitto che nel pavimento. In paese sono rimasti in 5 tra cui Marco, scultore e lavoratore di ferro battuto, un mio lontano cugino che con suo padre Franco ha mantenuto il laboratorio li in paese. Pranzo con loro e mi raccontano la tristezza di vedere il paese vuoto. Un paese che prima era vivo che ora si anima solo con la festa che c’è d’estate, ma ormai tutti se ne sono andati.

La chiesa è chiusa, la casa del parroco è messa in sicurezza e dovrebbero metterci anche la casa dei miei bisnonni. Ma la natura si mangerà tutto se l’uomo non interverrà. Marco mi consiglia di andare a Cacciano, sa che io dipingo ed è un borgo di murales. Tanti Borghi hanno rivalorizzato le strade e i palazzi con i murales e questa è una buona cosa che porta turismo, oltre a portare colore.

Così si va a Cacciano, molto piccolo, a differenza di Sant’Angelo, il paese delle fiabe, che ha un tema specifico, qua ogni murales è a se, senza un filo conduttore. Borgo carino, si gira in poco tempo. Vale la pena se amate i murales, ma se dovete scegliere vi consiglio Sant’Angelo, forse perché amo le fiabe o forse perché le artiste sono tutte donne non so, ma li la mia bambina interiore si è innamorata!

Giorno 2 – Calcata e Gole di Narni

Secondo giorno: Calcata, il borgo delle streghe. Questo paese arroccato su una montagna di tufo sulla strada che porta a Roma è bellissimo. Pieno di gatti e magia. Visitarlo in aprile è stata la scelta migliore perché non c’era nessuno. La strada che dal parcheggio porta a Calcata vecchia sembra il sentiero dei mattoni gialli del mago di Oz, nel mezzo a piante selvatiche ed alberi, gradini infiniti, salite e discese. In un attimo ti ritrovi in mezzo alle case e se butti un occhio in un giardino o in una finestra non è difficile vedere una scultura, una pergamena, un libro, un quadro, delle piante nel vaso…un luogo senza tempo.

Purtroppo la “Grotta Sonora” era chiusa, un posto in cui ci sono tanti gong, campane tibetane con un’acustica pazzesca, ma ci tornerò!  Pomeriggio a trovare la mia vecchia casa in cui ho vissuto 9 mesi.

Un paese che è un gioiello incastonato nelle gole del fiume Nera, Stifone. Non andavo da due anni e l’ho trovato diverso. La direzione più commerciale che sta prendendo, ho paura che lo rovinerà. Sono stati tagliati alberi ed ho sentito voci di turisti che non mi sono piaciute, il turismo purtroppo rovina i posti e questo paesino tra qualche anno non sarà più come lo ricordo. Alle gole di Narni, luogo in cui passavo le mattine a fare il bagno hanno creato un museo dentro la Domus Octavia, casa del pittore Alvaro Caponi. Museo di reperti archeologici.

Lungo la strada che porta a Narni vi consiglio un pit stop al bar Da Nicoletta, ottimo cibo e tavoli vista fiume, un paradiso. Da li potete prendere a piedi la pista ciclabile e, se la giornata ve lo permette, fare una bellissima passeggiata nel verde.

Giorno 3 – Narni e Bomarzo

Terzo giorno: Narni. Il 21 aprile è iniziata la Corsa all’anello e non potevo certo mancare! È una ricostruzione medievale meravigliosa dove si mangia, si beve, si ride, si festeggia e si assiste alla ricostruzione dei borghi come erano un tempo. I terzieri sono tre: Mezule, Fra Porta e Santa Maria. Ogni terziere allestisce e ricrea l’ambiente e alla fine il migliore vince.

E poi c’è tutto il mondo dietro alla corsa, i cavalli, i fantini, i preparativi!

Nelle giornate della corsa all’anello le osterie deliziano i nostri palati in totale stile medievale e per tutto il tempo che si sta li sembra di rivivere nel medioevo. Io sono mezulana di adozione, non posso farci niente, così è successo quando mi trasferii a vivere a Stifone e sento i giorni della festa come fossero giorni miei, anche se non vivo più li. I ragazzi sono straordinari, è tutto un fermento, l’Unione che c’è tra di loro, l’amicizia, la solidarietà, in pochi posti nel mondo le ho trovate!

Pomeriggio salpiamo alla volta di Bomarzo, sia il paese che è bellissimo, ma ormai quasi del tutto un borgo abbandonato, che il Parco dei Mostri.

È la seconda volta che ci vado e lo trovo straordinario, sia da un punto di vista artistico, che paesaggistico. È tenuto bene, è pulito e ben conservato. Ho solo un paio di appunti da fare: il biglietto è un po’ troppo costoso (13 euro) e nessuno spiega il significato alchemico, animico e simbolico che c’è dietro ogni scultura.

Una frase dentro il parco incisa nella roccia mi colpisce: “Voi che per il mondo andate errando alla ricerca di meraviglie alte e stupende venite qui dove tutto parla d’amore ed arte.” Un parco creato nel 1500 dall’architetto Pirro Ligorio, progettato dal principe Vicino Orsini. Perdersi senza guardare l’orologio, sedersi davanti ad una scultura o dentro il pavimento della Casa Pendente e confondere la gravità. Queste sono le cose da fare qua!

Giorno 4 – La Scarzuola

Quarto giorno: La Scarzuola. Uno dei miei posti preferiti, situata a Montegabbione, in un monte ed un bosco meravigliosi.

Cito le parole scritte sul volantino che Marco Solari, il proprietario ed erede, consegna all’arrivo: “La Scarzuola è la visione surreale, onirica ed inafferrabile di Tommaso Buzzi. Nel 1956 il complesso francescano venne da lui acquistato e restaurato. Tra il 1958 e il 1978 egli progetto ed edificò a fianco del convento la sua Città ideale. L’erede Marco Solari dal 1981 ne è costruttore, custode, anfitrione e anima. Marco ha fatto la pietra, costruendo la Scarzuola per quarant’anni, materializzando i progetti di Buzzi e spiritualizzando le energie del luogo. Il percorso in cui accompagna il visitatore è surreale, onirico, irriverente e folle, tra le salite e le discese del giardino illumina i tufi rivelatori, svela melodie che risuonano nell’anima, tratteggia i colori della Grande Opera, porta l’anima pronta sulla via del ricordo.”

Non ho altro da aggiungere se non di andare, lasciare fuori dalla porta il vostro ego ed entrare con lo spirito curioso ed entusiasta di un bambino che vive senza pregiudizi e preconcetti. Che si lascia stupire dal tutto e che attraverso l ‘ascolto e l’osservazione espande il proprio Io, la propria coscienza.

E così, carichi di tutto questo, salpiamo alla volta di Perugia. Città in cui ho vissuto per un anno e mezzo, città del Jazz. Il tempo di una passeggiata in corso Vannucci (via di rito se sei perugino!) ed incontro per caso il mio amico Giulio che con altri volontari sta facendo un flash mob contro gli allevamenti intensivi. Hanno la maschera di V per vendetta è in braccio tengono un monitor che manda immagini tremende. Sono i ragazzi di “Anonymous for the voiceless”.

Io, vegana da anni ormai, sono troppo sensibile a quelle immagini, ma ringrazio per lo straordinario lavoro di sensibilizzazione che stanno facendo. Ho smesso di mangiare la carne nel 1997 e mai mi sarei aspettata un così grande aumento esponenziale di vegani in Italia. È una notizia che mi riempie il cuore!

Assisi

Troppa gente a Perugia, decidiamo di andare ad Assisi perché il maritino non l’ha mai vista. Assisi, città di pellegrinaggio, il giorno prima della marcia della pace. Tantissima gente riversa per le strade. La chiesa più grande gremita di gente a prendere messa e fare la fila per vedere la tomba di San Francesco. Ho fatto 9 anni di scout AGESCI e ci venivamo spesso.

Sono rimasta un po’ delusa dalla commercializzazione. Più o meno è sempre stata così, ma ormai il centro è solo negozi di Santini, croci, ulivi, souvenir e ristoranti (dai prezzi non bassissimi). Comunque ci sono sempre le vecchie piadinerie tanto buone ed economiche che salvano in calcio d’angolo!

Una cosa mi ha colpita molto, nel bosco di San Francesco c’è una barca. È una delle milioni di barche di legno che arrivano a Lampedusa cariche di donne e di bambini. Quella barca ha visto morte, sofferenza, speranza, preghiere e dolore. Trovarla li, nel mezzo al bosco di San Francesco, con la sua storia scritta sopra che parla soprattutto di tanti bambini che non ce l’hanno fatta, è stata un’esperienza straordinaria e forte allo stesso tempo.

Giorno 5 – Relax a Narni

Quinto giorno relax al bar da Nicoletta sulle gole del nera e poi c’era il programma di tornare su all’aquila nera, osteria di mezule a Narni ma il diluvio ha annullato il piano!

Giorno 6: Spello, Spoleto e Rasiglia

Mattina a Spello, ci sono passata davanti miliardi di volte, ma non mi sono mai fermata, è giunto il momento! E che dire…che piacevole e meravigliosa sorpresa! Non sapevo Spello fosse famosa per le infiorate e che fosse piena di studi d’arte! I miei occhi non si sono mai stancati di guardare botteghe, atelier e laboratori! Ognuno diverso, ognuno con la sua particolarità, ognuno unico, come l’arte!

Oggi pranzo al sacco in un campo a Spoleto, appuntamento con una cara amica per un caffè su al caffè degli artisti. Anche Spoleto è abbastanza piena di gente (non come Spello, da gomitate!) ma è gradevole. Si nota che sta ripartendo, sembra un po’ una città post abbandono, è come se ancora sonnecchiasse. Ma comunque sempre con il suo fascino. Il Ponte della torre, detto anche ponte dei suicidi, è sempre un incanto, la strada panoramica immersa nel polmone verde del bosco è sempre meravigliosa. Si va piano, si passeggia e ci si gode un po’ di bel sole primaverile.

Poi partenza per il mio paese preferito: Rasiglia. Borgo incantato immerso nell’acqua. Magia, pura magia. Piove a dirotto, ma decidiamo di aspettare un attimo in macchina, magari smette. E così dopo 10 minuti ecco un arcobaleno bellissimo e fine della pioggia. Le strade di Rasiglia sono ormai vuote, tutti gli artigiani hanno chiuso bottega ed è rimasto aperto un solo bar gestito da una coppia carinissima. Che bello passeggiare per un paese che è sempre super affollato. Ci dicono che la mattina c’è stato il caos assurdo da tanta gente c’era. Pensare che fino a 10 anni fa nessuno conosceva questo borgo incantato. Poi alcuni abitanti hanno deciso di rimboccarci le maniche e gestirla. Ed hanno fatto un ottimo lavoro, anche se è diventata troppo turistica, troppo.

Giorno 7: Gubbio

Che meraviglia passeggiare per Gubbio in un normale martedì qualsiasi. Solo 3, 4 turisti e poi un bel sole. Abbiamo faticato un po’ per trovare un posto in cui mangiare qualcosa di vegano e, alla fine, un kebab ci ha salvato. Li trovi sempre i fallare, polpette di ceci squisite!

Ci sono tante foto e luoghi che ricordano la serie televisiva di Don Matteo, mia nonna sarebbe stata felice di vederli. In un bar ci sono addirittura i cappelli del carabiniere (Nino Frassica) e Don Matteo, una scacchiera e il ciak. Non stiamo molto a Gubbio, ho una cara amica da andare a trovare in un bellissimo agriturismo nel bosco! Restiamo da lei, il marito e le due figlie per tutto il pomeriggio a passeggiare sul laghetto e poi via a cena a Narni. Stasera serata mezulana all’aquila nera, l’osteria. Ultima sera prima della partenza, un po’ di nostalgia per la fine della vacanza e cosa c’è di meglio di passarla con gli amici?

Così si conclude questo piccolo ma intenso tour fatto di boschi, laghi, fiumi e borghi medievali. A Narni sono anche entrata nel museo della rocca, interessantissimo e ben conservato e consiglio sempre Narni sotterranea. Mi è difficile (anche se in questo giro non ci sono stata) non menzionare la bellezza delle cascate del Menotre, delle cascate delle Marmore e della pace delle fonti del Clitunno, oltre al lago del Fiastra (il mio preferito) e il lago Trasimeno.

Ma questi saranno i posti della prossima storia. Dove parlerò di un piccolo ecovillaggio interamente costruito con l’argilla, Panta Rei.

Guarda la gallery
senza_nomejyiu



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche

    Video Itinerari