Primavera alle Cinque Terre

Sole, mare, natura e passeggiate
Scritto da: marcoa1974
primavera alle cinque terre
Partenza il: 19/03/2011
Ritorno il: 23/03/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Eccoci qua, ancora una volta a condividere con tutti i frequentatori del sito “turisti per caso”, la nostra ultima vacanza passata alla scoperta delle Cinque Terre. Mare, sole, fantastici paesaggi e un tempo mite ci hanno fatto compagnia durante la vacanza.

Siamo partiti in treno approfittando di una promozione di Trenitalia che ci ha permesso di raggiungere La Spezia da Roma pagando circa 45 euro a persona, andata e ritorno. Il treno ha impiegato meno di quattro ore ed è stato in perfetto orario. Arrivati a La Spezia abbiamo preso il treno regionale che in venti minuti circa ci ha portato a Monterosso, località scelta come nostra base per muoverci nei quattro giorni di vacanza.

Monterosso è il paese delle Cinque Terre maggiormente organizzato con una parte nuova, lungomare Fegina, con diversi alberghi. Noi abbiamo scelto l’hotel Punta Mesco, su consiglio dei viaggiatori di turisti per caso. L’hotel è stato recentemente ristrutturato, la camera era accogliente e pulita e la colazione varia in modo da soddisfare tutte le esigenze. Il prezzo giornaliero è stato di 42 euro a persona per notte. Il primo giorno è stato dedicato al riposo dal viaggio, alla scoperta del paese e all’organizzazione delle visite che avremmo fatto nei giorni successivi. Abbiamo cenato al ristorante Belvedere, degli stessi proprietari dell’albergo e pertanto convenzionato, mangiando le tipiche trennette al pesto. Insieme alle focacce sono stati i piatti tipici che abbiamo mangiato durante la nostra permanenza nelle Cinque Terre.

Il secondo giorno ci siamo recati in stazione per fare la Cinque Terre card treno, la carta che permette di accedere ai sentieri e ai monumenti della zona a pagamento e prendere il treno illimitatamente nella tratta La Spezia-Levanto spostandoci, così, in modo comodo e rapido in tutto il territorio delle zona.

La nostra prima tappa è stata Rio Maggiore, il primo paese delle Cinque Terre venendo da La Spezia. Abbiamo fatto una passeggiata nella parte alta del paese e visitato la bella chiesa di San Giovanni Battista, per riscendere dalla parte opposta fino ad una splendida spiaggetta, che ci ha colpito per il mare cristallino e la roccia sovrastante, in questo periodo in piena fioritura nella tipica vegetazione mediterranea. Il posto ci ha entusiasmato a tal punto da riprometterci di tornarci ancora, prima della fine della nostra vacanza. Poi, facendo il sottopassaggio ferroviario abbiamo imboccato la famosa Via dell’Amore. In realtà il percorso al mare è una parte del sentiero numero due, denominato Sentiero Azzurro, che collega tutte le località delle Cinque Terre. Purtroppo l’unico tratto aperto era la Via dell’Amore mentre gli altri collegamenti erano chiusi per lavori di consolidamento.

La Via dell’Amore è un percorso agevole che si fa in circa mezz’ora, con affacci sul mare veramente particolari. L’unica nota negativa è, in alcuni orari, l’affollamento eccessivo di turisti che fa perdere in parte la magia del luogo. Il sentiero termina nei pressi della stazione ferroviaria di Manarola, il secondo borgo delle Cinque Terre. Dopo aver mangiato qualcosa, chiediamo informazioni sui mezzi pubblici che raggiungono il paese di Volastra. Considerato che avremmo dovuto aspettare le cinque del pomeriggio per prendere il primo autobus utile per raggiungere Volastra, decidiamo di incamminarci a piedi percorrendo il sentiero numero sei. Il percorso si snoda attraverso l’antica mulattiera che passa principalmente attraverso appezzamenti coltivati a ulivo. Inutile dire che si è trattato di una passeggiata completamente in salita, anche abbastanza faticosa per chi come noi non è abituato a percorsi del genere. Il nostro punto di arrivo è stato il Santuario della Madonna della Salute, piccolo ma perfetto e quasi incastonato nell’ambiente circostante. Dopo un meritato riposo, anche seguendo diverse persone che imboccavano un sentiero prospiciente alla chiesa, abbiamo percorso il sentiero numero 6d, da Volastra a Case Bianche. Il percorso corre in senso trasversale rispetto alla linea della costa, principalmente pianeggiante, e offre spettacolari panorami in uno degli angoli delle Cinque Terre meglio conservati tra i campi di vite. In alcuni tratti a strapiombo sul mare mette a dura prova chi soffre di vertigine da altitudine.

All’intersezione con il sentiero 7a prendiamo la direzione sbagliata e facciamo un tratto veramente impervio che mette a dura prova la nostra resistenza fino ad arrivare all’incrocio con la strada carrabile ed accorgerci, solo in quel momento, che avevamo sbagliato direzione. Incontriamo una coppia di fidanzati inglesi che ci indica la strada corretta per arrivare a Corniglia e, stanchi ed anche un po’ scoraggiati, proseguiamo il nostro percorso.

Il sentiero, correttamente imboccato poi per Coniglia, risulta molto più agevole e in circa venti minuti raggiungiamo il paese, l’unico delle Cinque Terre a non essere direttamente sul mare. La stanchezza comincia a farsi sentire ma non rinunciamo ad una breve passeggiata per questo minuscolo ma tanto affascinante paese e a scattare qualche foto nella terrazza panoramica sul mare. Approfittiamo del bus del parco per raggiungere la stazione e prendiamo il primo treno per Monterosso. La serata la trascorriamo nella parte vecchia di Monterosso a cena nel ristorante pizzeria Ely godendoci un meritato riposo.

Il terzo giorno, ancora provati dalla fatica del giorno precedente, decidiamo di muoverci esclusivamente con il treno, sfruttando la Cinque Terre card e visitando, come prima tappa, il borgo marinaro di Vernazza. Non a caso definita la perla delle Cinque Terre, ci affascina in particolare il piccolo porto con la chiesa di Santa Margherita eretta sul mare con le finestre di una navata, che offrono lo sguardo direttamente verso la linea blu dell’orizzonte dove il mare incontra il cielo ligure. Mangiamo con le tipiche focacce liguri ed assaggiamo anche la focaccia di Recco, ripiena all’interno di un formaggio morbido.

Dopo la sosta visitiamo la torre del castello Doria che, sulla sommità del promontorio, domina tutto il tratto di costa circostante. Una sosta è d’obbligo sia per scattare le classiche foto ricordo che per sedersi nelle panchine posizionate proprio nei punti più panoramici e godere al meglio del panorama. La giornata è veramente bella, con un temperatura gradevole ed il mare ligure si presenta a noi in tutta la sua bellezza.

Terminata la visita a Vernazza prendiamo il treno per Levanto, al di fuori del parco delle Cinque Terre, ma compresa come percorso negli itinerari proposti dalla carta. Si tratta di una cittadina sul mare pulita e ordinata, che subito ci trasmette un senso di tranquillità e di pace. Visitiamo la chiesa principale e, dopo aver raggiunto il forte, scendiamo verso la passeggiata lungomare affollata di genitori, che hanno approfittato della bella giornata per portare a spasso i loro figli. Prendiamo un gelato e percorriamo la parte opposta della passeggiata ricavata sul tratto ferroviario dimesso, dal quale riusciamo a vedere fino al promontorio di Portofino. Tornando verso la stazione ne approfittiamo per fare piccoli acquisti per noi e per i nostri parenti. La giornata termina con la classica cena, questa volta nel ristorante Belvedere convenzionato con l’albergo, e con la consueta passeggiata per i vicoli della parte vecchia del paese e sul lungomare Fegina.

Il quarto giorno decidiamo di camminare a piedi percorrendo nuovamente uno dei sentieri del parco. La nostra scelta ricade sul sentiero numero 9 che da Monterosso porta al santuario della Madonna di Soviore. Anche questa volta sbagliamo ed imbocchiamo non il sentiero segnalato ma un percorso di campagna, che si inoltra verso gli orti coltivati principalmente a limoni. Decidiamo di girarci ed incontriamo, in quel punto, un signore del posto che ci chiede da dove venivamo e dove volevamo andare. Ci dice che avevamo sbagliato strada e ci dà le indicazioni esatte per raggiungere il Santuario. Decidiamo di tentare anche questa scalata e armati di buona volontà iniziamo il percorso. Il sentiero si dimostra più difficoltoso di come immaginavamo, soprattutto nella parte finale, dopo l’intersezione con la strada carrabile. L’ultimo pezzo è molto in salita ma i panorami che vediamo ci ripagano della fatica che facciamo per percorrerlo.

Dopo un ora e mezza circa di camminata, raggiungiamo il santuario in un posto veramente incantevole. Ammiriamo lo spettacolo del promontorio di Punta mesco dall’Alto, nella terrazza panoramica, sotto l’ombra di lecci monumentali. Dopo aver mangiato un panino comprato nel bar vicino al santuario, visitiamo la chiesa e ci incuriosisce la statua della Pietà, Madonna con bambino sopra l’altare, per le dimensioni e il significato della stessa immagine. Il corpo di Cristo è di molto più piccolo rispetto alla Madonna, rappresentata volutamente più grande, come a voler indicare la protezione della mamma nei confronti del figlio. Terminata la visita, scendiamo verso Monterosso e così come c’eravamo ripromessi, prendiamo il treno per salutare la spiaggetta di Rio Maggiore che ci aveva letteralmente incantati. Ci sdraiamo sui ciottoli a prendere il sole e aspettiamo così il tramonto, in completo relax. Alle 7 prendiamo il treno che ci riporta a Monterosso, per passare lì l’ultima serata alle Cinque Terre.

E’ già mercoledì mattina e si avvicina l’ora di partire; l’ultima sosta alla panchina di fronte alla stazione, lo sguardo sul mare, la luce del giorno ed i nostro saluto a questo angolo di luguria che ci ha letteralmente affascinati. Con un po’ di malinconia prendiamo il treno che ci riporterà a Roma, aspettando la prossima vacanza.

Marco e Loredana



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