Primavera albanese

Dieci giorni in Albania, passando da Croazia e Bosnia, per scoprire le meraviglie del piccolo paese balcanico.
Scritto da: puremorning1999
primavera albanese
Partenza il: 23/04/2019
Ritorno il: 05/05/2019
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Alcune indicazioni generali prima di passare al racconto delle singole giornate.

1. Capitolo sicurezza: l’Albania ci è sembrata una nazione sicura. Ovviamente abbiamo evitato le zone periferiche delle città, ma in generale dimenticate i pregiudizi e godetevi l’ospitalità degli albanesi, una popolazione incredibilmente disponibile e gentile.

2. Il periodo da noi scelto, fine aprile/inizio maggio, anche se non ci ha consentito di fare il bagno, è stato ottimo: le temperature sono state miti, anche in zone montane quali Korçë ed il tempo bello, se si esclude mezza giornata di pioggia a Tirana.

3. Prezzi. Bassissimi, in sintesi estrema. Vitto e alloggio hanno dei costi irrisori: cenare costa quasi sempre meno di 10€ a testa ed anche le cene a base di pesce sulla costa non hanno superato i 20€. Gli hotel, molto belli, hanno avuto un prezzo massimo di 42€, ma in genere si sono attestati sui 30€ per una doppia con bagno, colazione e parcheggio. Booking in genere offre i prezzi migliori ed un’ottima scelta, mentre ci sono sembrati meno convenienti altri siti che di solito consultiamo. Il cambio applicato è stato indicativamente il seguente: 1€ = 122 ALL.

4. Quanto ai trasporti, abbiamo raggiunto l’Albania in macchina da Milano. Fino alla fine della Croazia non ci sono problemi, ma le strade di Bosnia, Montenegro ed Albania sono un altro discorso, perché quasi sempre a 2 corsie ed abbastanza affollate. Nonostante quello che abbiamo letto, tutto sommato gli albanesi non guidano tanto peggio degli italiani. Le uniche differenze in negativo sono state le rotonde, dove non esiste il concetto di precedenza e le auto in sosta in piena strada, che si fermano spesso senza preavviso e senza freccia. In tutto abbiamo guidato per circa 4.100 km.

5. Il cibo è uno degli highlights del viaggio nelle città, al mare ed in montagna ed è un peccato che la cucina albanese non sia diffusa all’estero.

6. Quanto alle guide, abbiamo utilizzato la Bradt Albania, aggiornata al 2018 e molto buona. Per Split e Pola abbiamo usato la Rough Guide, anch’essa soddisfacente.

7. Assicurazione: noi abbiamo una polizza annuale con Globelink, che fortunatamente non abbiamo utilizzato.

1° giorno – Partiamo in auto da Milano verso le 8 sotto una pioggerellina, che diventa una pioggia seria già all’altezza di Bergamo e che ci accompagna fino a Zara. Arriviamo a Spalato poco prima delle 18.30 e, dopo aver cercato parcheggio per un po’, lasciamo i bagagli presso la nostra sistemazione (Nirvana Split Rooms, Duplancica Dvori 3; 37€ la doppia con bagno; buono; è nella zona pedonale). Nel giro di qualche minuto, dopo aver sistemato i bagagli, raggiungiamo la città vecchia ed il palazzo di Diocleziano. Spalato ci sembra una città davvero meravigliosa ed unica. Dopo un paio d’ore in giro a scattare foto, ceniamo in un bel locale di cucina mediterranea (Bokeria, Domaldova 8; 450 KN circa in totale; ottimo).

2° giorno – Al mattino facciamo una visita della città entrando nei monumenti che la sera prima abbiamo visto solo dall’esterno: la Cattedrale, il Battistero, i sotterranei – splendidi perché riescono a dare un’idea di come fosse il Palazzo di Diocleziano – ed anche la Sinagoga, dove un simpatico signore italofono ci racconta la storia della locale comunità ebraica. Verso mezzogiorno lasciamo questa splendida città ed iniziamo la nostra discesa verso Shkoder. Che è molto più lunga del previsto: tra code create da veicoli pesanti o conducenti lentissimi, tre dogane dalle quali transitare, un ferry inaspettato, ci mettiamo 8 ore per 400 km.! Arrivati a Shkoder poco dopo le 20, lasciamo le valigie in hotel (Kaduku Hotel; 25€ la doppia con bagno privato, colazione e parcheggio; hotel-kaduku.com; centrale e molto buono) ed andiamo subito a cena nel ristorante Arti’Zanave (Rruga e Berdicajve, Gjuhadol; 1720 ALL in totale; molto buono; facebook.com/artizanave). La prima impressione di Shkoder è molto positiva, per cui andiamo a dormire stanchi ma soddisfatti.

3° giorno – Secondo la guida Bradt il tour in barca del lago Komani meriterebbe di essere annoverato tra i percorsi classici di questo genere, insieme, ad esempio, al tour dei fiordi norvegesi con la Hurtigruten. Spinti da questa descrizione, prenotiamo un tour (komanilake.org; 45€ a testa incluso pranzo e trasporto da Scutari e ritorno) e partiamo alle 8 del mattino. In effetti, la bellezza del posto rende pienamente giustizia alla descrizione della guida: la vista delle montagne a picco sul lago (che in realtà è un fiume bloccato da una diga) è magnifica e navigare al centro di questo spettacolo è bellissimo. Dopo un paio d’ore di navigazione, rese più complesse dal fatto che il livello del lago è molto basso e quindi siamo costretti a cambiare barca ed a percorrere a piedi alcuni tratti, arriviamo al ristorante, che è una costruzione in legno sul fiume. Facciamo una passeggiata di un’oretta lungo il fiume dalle acque gelide e poi mangiamo un piatto a base di maiale e patate al forno, davvero ottimo. Verso le 15 ci rimettiamo in marcia per Shkoder, dove arriviamo alle 18.30. Ne approfittiamo per visitare un po’ la città, che, per quanto non abbia monumenti di particolare rilievo, è gradevole e molto vivace, con una bella zona pedonale piena di bar, ristoranti e tanta gente. Ceniamo molto bene sulla terrazza del ristorante San Francisco (Rruga Idromeno; 3600 ALL in totale).

4° giorno – Dopo colazione visitiamo il museo fotografico Murabi, un’interessante raccolta di fotografie scattate nei primi decenni del secolo scorso a Shkodra e nel resto del paese. E’ poi la volta di un posto decisamente meno piacevole, vale a dire il Site of Witness and Memory, un centro di pre-detenzione per prigionieri politici, utilizzato nei tempi del comunismo. La visita alle celle sicuramente non vi lascerà indifferenti. In tarda mattinata riprendiamo l’auto e visitiamo il bel castello di Rozafa, dove scambiamo due chiacchiere con dei ragazzini delle medie che studiano italiano, seguito dal bel ponte del paesino di Mes. Lasciamo quindi Shkodra, una città gradevole e ci dirigiamo alla volta di Lezhë. Il paesino però ci lascia abbastanza indifferenti, per cui lo consigliamo solo ai fan accaniti di Giorgio Skanderbeg. È divertente comunque la sosta in un locale che prepara burek, la cui proprietaria, una simpatica signora di mezza età, non parla né inglese né italiano. Arriva quindi prontamente un ragazzino dal negozio accanto che si offre da interprete e risolve la situazione! La tappa successiva di questa intensa giornata è il paesino di Kruja. Sia il bazar che la fortezza sono davvero incantevoli e valgono assolutamente una visita. Nel tardo pomeriggio arriviamo dunque a Tirana, dove ci fermiamo nel nostro hotel, il Theranda, solo il tempo di lasciare i bagagli (therandahotel.com; 40€ a notte la doppia con bagno, colazione e parcheggio; ottimo). Facciamo subito un giro in città, iniziando dal quartiere nel quale alloggiamo, il Blloku, e proseguendo in Piazza Skanderbeg. Un’ottima cena presso il Ristorante Oda (odarestaurant.al; 2200 ALL in totale) ed una lunga sessione fotografica serale in Piazza Skanderbeg chiudono questa lunga giornata.

5° giorno – Iniziamo la giornata con una visita alla casa di Enver Hoxha, seguita da una sosta al Post-Blloku, una installazione in memoria dei privilegi ai quali avevano accesso i membri del PPSH, vale a dire il Partito Albanese del Lavoro. Purtroppo il tempo volge al brutto, ma decidiamo di seguire comunque il tour gratuito che avevamo in mente di fare (http://www.tiranafreetour.com). La nostra guida, Eri, un ragazzo di 27 anni, ci conduce per un paio d’ore nel centro di Tirana, che riesce a farci apprezzare nonostante il diluvio, ed i cui racconti ci colpiscono moltissimo (in particolare il racconto del nonno che, subito dopo il crollo del regime, attribuiva il nome ‘banana’ a tutto quello che di nuovo era disponibile in Albania, dalle banane vere e proprie alla Coca Cola, o l’abitudine, che è durata poco tempo, di esporre la bottiglia della Coca Cola come un trofeo, o l’aver conosciuto improvvisamente i costumi del mondo occidentale, da Michael Jackson alle auto). Dopo esser tornati in hotel per cambiarci, torniamo in centro a visitare la House of Leaves, ex quartier generale della Sigurimi adesso aperto al pubblico, con una mostra sui metodi di spionaggio utilizzati nel passato dai servizi segreti e sugli abusi perpetrati ai danni della popolazione – molto interessante. Segue una visita al Museo Nazionale d’Arte, che vanta una nutrita collezione di quadri di chiara ispirazione realista-socialista e, dopo un giro in centro fra centri commerciali, un’occhiata all’Hotel Dajti in restauro ed un paio di monumenti minori, visitiamo la mostra della Bunk’Art 2 (bunkart.al), dove sono illustrati i 45 anni della dittatura di Enver Hoxha. Dire che si tratta di una mostra interessante è dire davvero poco, per cui non dovete assolutamente perdervela. Cena in un ristorante non lontano dall’hotel (Ejona; facebook.com/ejonarestaurant; molto buono, ALL 1800 a testa).

6° giorno – Iniziamo la giornata con una visita al edificio dell’università, situato proprio alla fine del viale che si diparte da Piazza Skanderbeg. Seconda tappa della giornata è il Museo Nazionale Storico, dove sono esibiti i reperti della storia dell’Albania, dalla preistoria alla fine del comunismo. Dopo una sosta al bar girevole della Sky Tower, visitiamo il Lake Park, che, essendo oggi domenica, è pieno di gente a passeggio. Tornati in centro, cerchiamo di scalare la piramide di Enver Hoxha, senza però riuscire ad arrivare purtroppo in vetta in quanto la parte superiore è verniciata e particolarmente scivolosa. Prendiamo quindi la macchina e ci dirigiamo in teleferica sul monte Dajti, dal quale si gode di una vista splendida della città e delle montagne circostanti. Anche qua scopriamo l’esistenza di un bar girevole, nel quale passiamo quasi un’oretta. Abbandoniamo quindi Tirana e raggiungiamo Durazzo, dove lasciamo i bagagli in hotel (Hotel Veliera; Bulevardi Epidamn; 40€ la doppia con bagno, colazione e parcheggio; ottimo) ed iniziamo l’esplorazione della città. Partiamo dall’anfiteatro romano, scavato solo in parte ma di effetto, anche grazie alla presenza di una piccola cappella cristiana costruita all’interno dell’edificio, caso questo forse più unico che raro. Al di là di questo monumento però, Durazzo non offre granché: sia quello che si ritiene essere il foro Romano che le terme, sono in uno stato di semi abbandono e gli altri monumenti sono carini, ma possono essere visitati davvero in pochissimo tempo. Facciamo quindi un giro sull’affollato lungomare, dove ci fermiamo anche per una cena a base di pesce (Gusto di Mare; 4000 ALL in totale; ottimo).

7° giorno – Lasciamo Durres verso le 8.30, in direzione Berati, città museo patrimonio Unesco. Nonostante sia un lunedì, e quindi sia il Museo Onufri che il Museo Etnografico siano chiusi, la città è davvero splendida. Dopo un giro nella zona pedonale moderna, visitiamo la King’s Mosque (ancora in restauro, ma l’interno è bello) e poi il Castello. Tornati in città, non manchiamo di scattare alcune foto panoramiche dall’altra parte del fiume, dove si trova il quartiere di Gorica. In sostanza, veniteci assolutamente se siete da queste parti. Proseguiamo poi per il Monastero di Ardenica, altro posto degno di nota, che si visita in poco tempo e concludiamo con il sito di Apollonia, del quale ci colpiscono molto anche il refettorio e la chiesa bizantina, oltre naturalmente agli scavi. Superiamo quindi Vlore ed iniziamo a vedere l’incredibile costa sud. È davvero strano che un posto così bello non sia stato ancora invaso dal turismo di massa: speriamo che gli albanesi siano in grado di proteggerlo come merita. Lasciati i bagagli nel nostro hotel di Dhermi (Augustus Hotel; facebook.com/augustushoteldhermi; € 28,80 la doppia con bagno e colazione; ottimo), ceniamo in riva al mare da Luciano (ALL 5000 in totale): il polipo grigliato e gli scampi crudi resteranno tra gli highlights della vacanza!

8° giorno – La prima visita del mattino è dedicata alla spiaggia di Dhermi, completamente deserta se si esclude la presenza di alcune maestranze che effettuano dei lavori nelle case limitrofe. Proseguiamo sulla splendida litoranea, fermandoci per la visita del castello di Alì Pascià Tepelema, situato su un’isoletta collegata da un terrapieno alla spiaggia. Qui, tra l’altro, visitiamo un paio di edifici sui quali è possibile ancora vedere degli slogan del partito, sbiaditi sì, ma decifrabili. Il castello è interessante, ma sicuramente la cosa più bella sono gli splendidi panorami che si possono godere dall’isoletta sulla baia circostante. Successivamente continuiamo verso sud, dove visitiamo le rovine del castello di Borsh, che raggiungiamo a piedi dalla strada principale. Confermiamo quello che dice la nostra guida Bradt: del castello non restano che le fondazioni e la moschea, ma il panorama è davvero eccellente. Tornati in macchina, superiamo Saranda ed arriviamo a Butrint, cittadina greca successivamente colonizzata da Romani, Bizantini e Veneziani. Anche in questo caso i reperti sono di per sé estremamente interessanti, ma è la bellissima laguna nella quale si trova l’isola a fare davvero la differenza. Non è un caso che Butrint sia il sito archeologico più visitato in Albania. Ci rimettiamo quindi in auto e in quasi un’ora raggiungiamo il Syri i Kalter, una fonte all’interno di un fiume situato in un boschetto, che crea dei giochi d’acqua di un colore blu intenso. Molto bello. Arriviamo quindi a Gjirokaster e, mentre attendiamo il proprietario della guesthouse, Eduard, veniamo avvicinati da un signore anziano un po’ strano che parla italiano benissimo. Ci dice di essere un professore di italiano in pensione e di non andare a visitare la casa di Enver Hoxha perché ha tenuto l’Albania isolata dal mondo. Eduard ci conferma che era davvero un professore ma che da qualche anno non ci sta più tanto con la testa. Lasciati i bagagli nella guesthouse (Mele Guesthouse; 25€ la doppia con bagno, colazione e parcheggio; ottima), andiamo a cena in un posto molto semplice ma con del cibo eccellente (Kujtimi, Pazar Bazar District, Old Town; ALL 2300 in totale). Concludiamo la giornata con un giro del centro storico, davvero meraviglioso, sebbene la pavimentazione delle strade principali sia in restauro.

9° giorno – Iniziamo la nostra visita di Gjirokaster dal castello – visitiamo anche il Museo della città, piccolo ma interessante e le prigioni. Proseguiamo con la casa Skenduli, che ci viene illustrata dal proprietario e che merita una visita e terminiamo con il Museo Etnografico, nonché casa natale di Enver Hoxha, che però non è niente di che. Dopo un veloce pranzo, ci mettiamo in marcia verso Korçë attraverso Permeti ed Erseka. Le condizioni della strada tutto sommato sono tra l’accettabile ed il buono. La prima sosta è per visitare la piccola chiesa di Kozine seguita da una breve sosta a Permeti, paesino che pur non avendo monumenti di rilievo, è gradevole per la sua bella posizione tra il fiume ed i monti. Terza tappa a Banje, dove speriamo di poterci immergere nelle pozze termali, ma fuori fa un po’ di freddo e l’acqua non è così calda. La location comunque merita una deviazione. Finalmente arriviamo a Korçë verso le 19: la strada attraversa dei panorami molto belli, per cui non è un percorso faticoso. Prendiamo possesso della nostra stanza nella Guesthouse Bujtina Leon (41€ la doppia con bagno e colazione; facebook.com/pages/category/Hotel/Bujtina-Leon; eccellente, nonché la migliore colazione del viaggio) ed andiamo a cena presso Vila Cofiel (facebook.com/pages/Vila-Cofiel, 2000 in totale; molto buono).

10° giorno – Dopo una colazione memorabile visitiamo Korçë, cittadina piacevole con degli edifici antichi dall’edilizia interessante. Merita salire le scale della torre panoramica per ammirare la vista della città, in posizione centrale tra le montagne. La cosa più interessante a noi è comunque sembrata il bazar, ristrutturato con molta cura. Prendete un caffè nel centrale Kafe Komiteti, un locale nel quale sono conservati cimeli del passato (radio, telefoni, dischi, ecc). In tarda mattinata visitiamo Kamenica, un interessante sito noto per i tumuli funerari risalenti al 1° millennio a.C. (in realtà nel sito non c’è granché, ma il museo è meritevole) e poi ci dirigiamo a Voskopoja, un paesino che nel XVIII secolo era una delle principali città dei Balcani. Il paese è famoso per le chiese meravigliosamente affrescate e noi ne vediamo tre: San Nicola, Sant’Anastasio e Santa Maria. Se non c’è nessuno e le chiese sono chiuse, non vi sono problemi: chiamate il numero di telefono indicato fuori dai complessi ed una guida verrà ad aprirvi. Le tre chiese sono davvero bellissime ed è un peccato notare lo stato di degrado della maggior parte degli affreschi: speriamo in un imminente lavoro di restauro. Riprendiamo l’auto e raggiungiamo il Lago di Prespa. Lo scopo della nostra visita è quello di riuscire ad arrivare in barca all’isoletta al centro del lago e visitare la chiesa. Purtroppo, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a trovare nessuno che possa portarci. Questo lago, molto bello da vedere dall’alto, non offre granché al turista ed è sicuramente un posto molto remoto in Albania. Per questo motivo, se doveste visitarlo in bassa stagione, vi consigliamo di organizzarvi in anticipo. Ben diverso è il lago Ohrid: Pogradec è una cittadina la cui principale attrattiva è la bella posizione sul lago; è un posto piacevole per passare qualche ora, ma nulla più ed è esattamente quello che facciamo noi, concludendo la serata a cena nel ristorante dell’hotel Pogradeci (hotelpogradeci.com; ALL 2000 in totale; buono). Dormiamo presso la Guesthouse Bimbli, Rruga Dëshmoret e Pojskës (30€ la doppia con bagno, parcheggio e colazione; buono).

11° giorno – Il vantaggio principale della nostra stanza in hotel è il panorama, in quanto la vista sul lago è proprio bella. Circumnavighiamo il lago sulla sponda ovest: siamo diretti alle tombe illiriche nei pressi del villaggio di Selcë. Trovare le tombe però è tutt’altro che facile, sia per la mancanza di indicazioni che a causa di alcuni lavori sulla strada. Alla fine comunque ce la facciamo. Le tombe non sono male, ma non è chiaro se riusciamo a vederle tutte o meno, a causa dell’assenza di indicazioni. Inoltre, la fatica che ci è costato arrivare qui probabilmente non vale la visita. Iniziamo quindi con estrema calma il nostro viaggio di ritorno in Italia. Ripassiamo dal nostro hotel di Durrës, dove dobbiamo ritirare un pacco che avevamo dimenticato e ne approfittiamo per fare l’ultimo pranzo in Albania (Mema House, Lagjia 1, Rurga Taulantia; ALL 2700; molto buono). Quindi verso le 14 ci rimettiamo in auto e, dopo 3 dogane (la nostra auto viene ispezionata alla dogana montenegrina), innumerevoli lavori in corso, code causate da carretti, bus ed altre automobili, ci fermiamo poco dopo le 21 a Stolic, paesino in Erzegovina che ci sembra molto carino. Prenotiamo mentre siamo in strada presso la Rooms at Grandmas Fatima (21 Banovinska, di fronte al Bar La Nota; € 25 per un appartamentino semplice ma curato con bagno privato, parcheggio e colazione) e ceniamo benissimo presso il vicino Old Mill (€ 18,50 in totale).

12°/13° giorno – Al mattino partiamo in direzione Pola, Croazia. Dopo aver superato frontiere ed ulteriori controlli di polizia (iniziamo a pensare che stiano cercando qualcuno che ci assomigli), arriva l’agognata autostrada, così riusciamo ad essere a Pola verso le 16.30. La nostra sistemazione è un appartamentino in centro, l’Old City Romantic Studio (€45 con parcheggio; ottimo). Visitiamo lo splendido anfiteatro, la piazza principale ed alcune chiese, per poi cenare nel ristorante Alighieri, in Piazza Dante (361 KN in totale, molto buono). Pola è una cittadina gradevole, nella quale si passeggia con piacere. L’Anfiteatro è meraviglioso e solo questo meriterebbe una visita.

Il giorno dopo ci rimettiamo in macchina e raggiungiamo Milano nel primo pomeriggio.

Il nostro viaggio in Albania ci ha pienamente soddisfatto: i paesaggi, la gentilezza della gente e le città hanno contribuito a rendere questo viaggio indimenticabile.



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