Primavera a Ischia

Metti un weekend di marzo a Ischia
Scritto da: spigar
primavera a ischia
Partenza il: 17/03/2011
Ritorno il: 20/03/2011
Viaggiatori: 7
Spesa: 500 €
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Weekend di Marzo ad Ischia

Primo giorno

Approfittiamo della festa dell’Unità d’Italia e decidiamo di trascorrere il weekend ad Ischia, isola che nessuno di noi ha ancora visto.

Animati dai migliori auspici Luca, Mariarosa, Sara, Maurizio, Donatella, Barbara e Leonia da Venezia prendono il volo Alitalia che li porta a Napoli.

Poco dopo le otto siamo all’aeroporto di Capodichino e prendiamo l’Alibus per il molo di Beverello che sta di fronte al Maschio Angioino. Il tempo è nuvoloso ma non piove. Giusto il tempo di prendere contatto con l’arte della pasticceria napoletana (colazione con un enorme cornetto) e salpiamo con l’Aliscafo per Ischia Porto. L’aliscafo sbarca anche a Forio, dove alloggeremo, ma causa cattivo tempo l’unico scalo è Ischia Porto.

Una persona dell’equipaggio ci invita a sederci verso la parte posteriore dello scafo, perché “c’è un po’ di mare”. Il mare a dire il vero è tranquillo, ma appena ci allontaniamo dalla costa c’è da divertirsi, un gruppo di giovani turisti stranieri annunciano le onde con urla collettive come fossero sulle montagne russe, ma presto assieme ad altri passeggeri dovranno ricorrere a numerosi sacchetti. A noi, invece, da più fastidio vedere la gente che vomita piuttosto che il rullio dell’ aliscafo, che anzi ci diverte, inizialmente. Un consiglio, se “c’è un po’ di mare” non mangiate prima di prendere l’Aliscafo.

Arrivati ad Ischia Porto facciamo subito i biglietti per l’autobus valevoli tre giorni che ci permetteranno di visitare liberamente l’isola. Pochi decine di minuti ed arriviamo a Forio.

L’isola si presenta subito per quello che è: bella. I piccoli paesini sono incastonati nella costa e la vegetazione mediterranea, anche se ancora nella sua fase iniziale, colora già l’isola. Gli alberi di limoni hanno già i loro frutti. A Forio alloggiamo in un bed & Breakfast proprio di fronte alla spiaggia la Chiaia, a pochi passi dal centro. Il posto è incantevole anche se in questo periodo è decisamente fuori stagione. Ma, questo non toglie nulla ai luoghi, la spiaggia è così più selvaggia ed è tutta per noi. La maggior parte delle attività commerciali sono chiuse, ma troviamo facilmente negozi e locali aperti in centro.

Il pomeriggio è dedicato alla visita della cittadina di Forio: il pittoresco centro del paese, la bianca chiesa del Soccorso che collocata su una punta protende verso il mare. Da Forio ci incamminiamo lungo la costa. In questi posti non serve avere una meta, un programma. I paesi non sono molto grandi e un po’ per qualche informazione che abbiamo raccolto prima di partire, un po’ per le indicazioni turistiche, un po’ per quel senso di orientamento insito in ognuno di noi, l’isola si fa scoprire naturalmente. La costa è talmente bella che cammini, cammini e cammini. Ad ogni passo, l’occhio chiama un altro passo. Cosi, ci troviamo quasi a Panza, prendiamo una deviazione verso il mare e dopo un lungo e duro sentiero in salita, tra belle case, orti e viti raggiungiamo il piccolo faro che quasi tocca il mare e che possiamo vedere da una roccia alta ed impervia (punta Imperatore). Di tanto in tanto piove, ma nulla ci ferma. Scendiamo verso Panza e qui esausti decidiamo di fermarci per la cena. Ci fermiamo alla pizzeria “da Luca” un posto di cui avevamo letto. Offre una simpatica offerta, paghi otto euro e puoi mangiare tutta la pizza che vuoi. C’è tutto un regolamento che disciplina l’offerta. E’ un modo simpatico per mangiare tutti assieme queste grandi pizze tagliate a spicchi da dividere in compagnia, una dopo l’altra. La pizza è fantastica, da tempo non ne mangiavamo di così buona. Più che soddisfatti della giornata torniamo a Forio, questa volta in autobus.

Secondo giorno

Subito ci concediamo una buona colazione che da queste parti è quasi un rito. La pasticceria è una goduria, cornetti, sfogliatelle, zeppole sono una bontà ed il caffé è ottimo ovunque. Unica cosa, la colazione con servizio al tavolo è un po’ cara, nel posto più caro caffé e cornetto 5,00 euro. A parte la colazione nelle caffetterie eleganti, l’isola non è cara e si può mangiare con pochi euro.

Con l’autobus raggiungiamo Ischia Porto e con un altro piccolo bus Ischia Ponte, dalla quale vediamo l’isolotto roccioso, collegato con un ponte, sul quale è abbarbicato il castello Aragonese. Si sale con l’ascensore. Il castello è in realtà un piccolo paese nel paese con chiese, la cattedrale, il convento, le prigioni, ecc. Nella parte più alta dell’isolotto, il maschio degli Angioini, ora non accessibile. All’interno anche un hotel, un bar ed un ristorante, questi ultimi sono però chiusi. Il panorama è fantastico, la giornata è coperta e non possiamo vedere bene il panorama che dal castello sarebbe possibile ammirare, ma si può vedere distintamente l’isola di Procida.

La visita del castello richiede circa due ore. Finita la visita ci perdiamo nelle stradine di Ischia Ponte e ci concediamo una sosta pranzo a base di pesce e pizza in un ristorante con terrazza sul mare Proseguiamo raggiungendo a piedi Ischia Porto, attraverso bei viali con diversi negozi aperti. Verso sera raggiungiamo Forio ed in centro ceniamo in un ristorantino proprio di fronte al mare.

Terzo giorno

Velocemente raggiungiamo il bar per la colazione, ormai non abbiamo limiti, ce chi mangia anche tre paste, la pasticceria napoletana è molto pericolosa. Oggi andiamo a S. Angelo che dicono sia bellissimo, ma prima visiteremo le sorgive lì vicino, dalle quali sgorga acqua bollente che permette di fare il bagno anche d’inverno, vedremo.

Dopo una sosta al giardino Ravina caratterizzato dalle sue numerose piante grasse, dove il proprietario ci intrattiene cordialmente, raggiungiamo Panza. Da qui a piedi attraverso un bel percorso raggiungiamo Sorgeto un piccolo spettacolare fiordo dal quale dopo duecento scalini (non li abbiamo contati) si può arrivare al mare. Il posto è bellissimo, troviamo diverse persone che si rilassano immerse nelle acque calde del mare. Ci fermiamo un po’. Nella parte più vicina alla roccia l’acqua scotta e bisogna stare attenti di non scivolare entrando in acqua. Ve lo diciamo a ragion veduta, poiché la caduta è stata sperimentata personalmente da uno di noi, senza gravi conseguenze.

Risaliamo ed a piedi raggiungiamo S. Angelo. Che dire, uno spettacolo, un gioiello della natura: il piccolo villaggio chiuso al traffico abbracciato alla roccia, la darsena, la lingua di spiaggia che si allunga verso il mare e che posta ad un altro piccolo isolotto, l’acqua di variegate sfumature di turchese. Da vedere. Ci fermiamo per un gradito panino con mozzarella di bufala. La comitiva prosegue verso le fumarole. La sabbia della spiaggia nel punto più caldo è bollente ed è impossibile affondare la mano in profondità. Poco più avanti un tortuoso piccolo canjon ci conduce alle terme di Cava Scura che sono chiuse ma riusciamo comunque a visitare poiché vi è un accesso laterale aperto, dentro c’è una vasca di acqua calda di colore azzurro e alcune persone stanno facendo una sauna.

Continuiamo fino alla fine della spiaggia di Maronti e prendiamo l’autobus che ci riporta lungo la bella strada panoramica a Lacco Ameno dove, alla vista del caratteristico scoglio a forma di fungo, facciamo una pausa in una eccellente pasticceria locale. La sera ci concediamo un’ultima pizza a Panza.

Quarto giorno

Dopo l’ultima e quindi abbondantissima colazione prendiamo l’aliscafo da Forio per Napoli, il mare è calmo. A Napoli ci concediamo una passeggiata nel centro: piazza del Plebiscito, galleria Umberto I, il Palazzo Reale, il teatro San Carlo. Ci fermiamo in Galleria per il pranzo con successiva tappa d’obbligo al Caffè Gambrinus. Ci allunghiamo per via Toledo dalla quale si possono intravedere caratteristici scorci dei quartieri spagnoli, la via Spaccanapoli, fino a piazza Dante. Lasciamo Napoli a malincuore con la promessa di visitarla un’altra volta con più tempo. Nonostante il periodo, o forse proprio per il periodo di bassa stagione, Ischia ci è parsa bellissima. I bei luoghi, il buon cibo e la gentilezza degli ischitani saranno ricordati a lungo. Ci ripromettiamo di tornare anche per provare le cure termali per cui l’isola è famosa.

Ciao a tutti, al prossimo racconto di viaggio.



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