Praslin e La Digue di Ilaria e Ivan

Alla scoperta di due perle dell'Oceano Indiano
Scritto da: fairymila
praslin e la digue di ilaria e ivan
Partenza il: 16/08/2012
Ritorno il: 26/08/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Seychelles. Le perle dell’Oceano Indiano. Un posto di una bellezza che ci ha lasciato sbalorditi! A mio parere, a confronto con Mauritius, Madagascar (Nosy Be), Zanzibar e Maldive, le Seychelles si guadagnano sicuramente il primo posto!

Il nostro viaggio è “nato” a gennaio, quindi abbiamo potuto prenotare tutto con largo anticipo. Per noi è stato molto utile il sito del turismo seychellese. Abbiamo scelto alloggi self-catering, in quanto non amiamo la cucina creola ed il pesce, quindi spesso, soprattutto a Praslin, ci siamo cucinati cibo portato da casa.

Riassumo brevemente i costi:

Volo Etihad da Malpensa con scalo ad Abu Dhabi >>> 740€ a testa

Volo Mahè – Praslin >>> 76€ a testa (prenotato una settimana prima di partire, causa cambiamento dell’orario del volo da parte di Etihad)

Ferry Praslin – Mahè >>> 49€ a testa

Ferry Praslin – La Digue – Praslin >>> 26€ a testa (a/r)

4 notti Praslin “Villa Kass” >>> 45€ a notte a testa

4 notti La Digue “Domaine Les Rochers” >>> 55€ a notte a testa

Noleggio auto 4 giorni a Praslin >>> 35€ al giorno (prenotata tramite la proprietaria di Villa Kass) – attenzione, la guida è all’inglese.

Finalmente arriva il 16 agosto e partiamo in direzione delle Seychelles. La nostra prima tappa è Praslin, che abbiamo raggiunto con un volo panoramico di 15 minuti, partendo da Mahè. All’aeroporto ci aspetta l’omino del noleggio auto, che ci porta a Villa Kass, dove troviamo già la nostra macchina (il tutto è stato organizzato da Natasha, la proprietaria di Villa Kass, a costo zero). Villa Kass si rivela molto carina, pulita e ben attrezzata, in una zona molto tranquilla e ad un passo dal mare (Anse Possession). Natasha è molto cortese, e ci ha fatto trovare un cesto di frutta e tutto il necessario per fare colazione il giorno dopo. La macchina invece è una Kia Picanto un po’ vissuta, ma a noi va benissimo così, visto che i km da fare sono pochi e a volte le strade sono un po’ dissestate.

Non perdiamo tempo e ci dirigiamo subito ad Anse Lazio, spiaggia recentemente resasi famosa x gli attacchi mortali di squali dello scorso anno. La spiaggia è molto bella, il mare è calmo e facciamo subito un po’ di snorkeling, senza allontanarci troppo. Ci rendiamo subito conto che ci sono molti italiani, sentiremo parlare la nostra lingua praticamente ovunque durante l’intera vacanza. Il sole tramonta presto, verso le 18, 18e30, sistemiamo le valigie, cena e subito a letto per recuperare il sonno perso col viaggio.

Sveglia presto, alle 8, e ci accorgiamo che è tutto nuvoloso. Facciamo colazione e decidiamo di andare a visitare la Vallèe de Mai, una zona parco all’interno dell’isola, dove si può vedere il famoso Coco de Mer, la palma simbolo delle Seychelles, con i suoi frutti molto particolari. L’ingresso è un po’ caro, 20€, ma serve anche a sostenere la protezione delle tartarughe giganti sull’isola di Aldabra. Nel parco ci sono una serie di sentieri, più o meno lunghi, da visitare anche in completa autonomia come abbiamo fatto noi (danno un bellissimo depliant informativo). Noi abbiamo scelto uno dei percorsi più lunghi, e ci abbiamo messo circa un’ora e mezza. La foresta è sconvolgente, primordiale, a noi dava l’impressione che potesse sbucare fuori un dinosauro da un momento all’altro. Nel frattempo è uscito il sole, quindi andiamo prima sulla Cote d’Or a fare il bagno, e poi ad Anse Lazio x un po’ di snorkeling. Un po’ prima di Anse Lazio, troviamo l’indicazione x Zimbabwe, un punto panoramico segnato sulla guida, e decidiamo di raggiungerlo. La strada è molto dissestata, ma la vista rende la fatica fatta! Poco prima di Anse Lazio abbiamo scoperto un baracchino che vendeva prodotti in legno scolpiti a mano, noi abbiamo comprato delle bellissime tartarughe giganti ad un prezzo veramente irrisorio.

Il giorno dopo è il turno di Anse Georgette, una spiaggia in cui bisogna prenotare l’ingresso (io li ho contattati direttamente dall’Italia all’indirizzo info@lemuriaresort.com e ho prenotato l’ingresso alla spiaggia.) Questa spiaggia è particolare perché per raggiungerla bisogna attraversare a piedi i campi da golf del Lemuria Resort, è una camminata di una ventina di minuti, non proprio pianeggiante! La spiaggia è stupenda e, come previsto, ci sono delle onde veramente alte che arrivano fino a riva. Passiamo l’intera giornata lì (vista la fatica per arrivarci…) e da riva vediamo passare al largo un branco di delfini! Nel tardo pomeriggio ci incamminiamo sconsolati all’idea della scarpinata che ci aspetta per tornare, quando passa un tizio con una jeep (credo uno dell’hotel) e ci dà un passaggio fino all’ingresso! Non la finivamo più di ringraziarlo!

L’ultimo giorno a Praslin decidiamo di fare la gita a Curiouse e St. Pierre. L’abbiamo prenotata tramite Natasha, e la barca era di suo fratello Bruno, che ci ha accompagnato nella gita (costo 50€ a testa della gita con il pranzo, più 200 rupie a testa come tassa sull’isola, perché è un parco naturale). Curiouse è una delle poche isole dove vivono le tartarughe giganti in libertà, per raggiungerle abbiamo camminato una mezz’oretta nella foresta, sopra dei ponticelli tra le mangrovie, abbiamo visto dei granchi giganti e coloratissimi, molto bello. Le tartarugone sono splendide, mangiano ramoscelli dalle nostre mani e alcune si fanno anche grattare il collo. Pranzo organizzato con pollo e pesce alla griglia, un paio di ore di libertà sull’isola, e poi dovremmo andare a fare snorkeling a St. Pierre. Bruno ci viene però a dire che il mare è troppo mosso per andare a St. Pierre, che non riusciremmo a vedere nulla. Ci porta allora alla Reserve, una zona di mare molto bella vicino ad Anse Possession, dove stiamo in acqua un bel po’. Torniamo a riva verso le 3 e mezza, e decidiamo di tornare ad anse Lazio per l’ultima volta. Ultimo tramonto di Praslin e poi torniamo a Villa Kass per fare le valigie.

Sveglia presto, salutiamo Natasha e andiamo a prendere il traghetto per La Digue (la macchina ci hanno detto di lasciarla al porto con le chiavi inserite nel cruscotto). Dopo 15 minuti di mare molto mosso raggiungiamo La Digue, ed è amore a prima vista! Al porto c’è ad aspettarci Costas, uno dei proprietari di Domaine Les Rochers, e raggiungiamo il posto su un carro trainato da un bue. Domaine Les Rochers è immerso in un giardino molto bello, c’è la casa dove vivono Costas e Paula (greco lui, seychellese lei, due persone adorabili, di una gentilezza e disponibilità incredibili), la nostra casetta per 2 persone, e una un po’ più grande per famiglie. A farci compagnia ci sono quattro cani che, oltre ad essere simpaticissimi, servono a fare a la guardia e a rendere il posto ancora più bello. Kaz Vileya, la nostra casetta, è semplicemente stupenda, dovessimo tornare a La Digue, la risceglieremmo di sicuro! Costas si è premurato di farci avere le biciclette, a 7€ al giorno. Noi abbiamo scelto di farci fare la colazione da Costas e Paula, a 10€ a testa, e ci riempivano di cibo, tanto che poi non pranzavamo mai. Ci veniva servita nel portico e avevamo brioches, torta, succhi, frutta a quantità industriali.

Anche qui non perdiamo tempo e partiamo subito alla scoperta dell’isoletta. Stiamo pedalando da neanche 10 minuti ed ecco che subito incontriamo Giacomo e Daniela, una coppia che avevamo conosciuto in aeroporto a Mahè e con la quale ci si era detto “dai magari ci vediamo a La Digue..” Siamo diventati compagni di viaggio, e abbiamo condiviso con loro praticamente tutti i 4 giorni passati lì. Ci siamo fermati con loro ad Anse Severe dove abbiamo fatto snorkeling, il reef è molto bello, l’unica cosa è che bisogna stare attenti alla bassa marea perché con le onde si va a sbattere sulle rocce.. Decidiamo di andare a vedere il tramonto a Belle Vue e, sapendo che c’è un bel po’ da camminare, partiamo presto. Lasciamo le bici all’inizio della salita e seguiamo il sentiero in direzione Nid d’Aigle, dire che è in salita è dire poco, ma dopo una mezz’oretta arriviamo ad un bar con una terrazza panoramica bellissima, la vista è stupenda, il tramonto si sta avvicinando, il succo di mango è fantastico e le volpi volanti si stanno alzando in volo… tutto perfetto insomma! Riscendiamo al buio con le nostre torce (indispensabili soprattutto a La Digue) e torniamo a casa.

La mattina dopo, coi nostri compagni di avventura, partiamo con le nostre bici scassate in direzione di Grand Anse, Petit Anse e Anse Coco. Grand Anse e Petit Anse in questo periodo non sono balneabili, ci sono onde alte e sono parecchio ventose (entrambe molto belle). Le bici le lasciamo a Grand Anse, da lì c’è 15 minuti di cammino per arrivare a Petit Anse, e poi altri 20/25 minuti per arrivare ad Anse Coco. Ad Anse Coco siamo riusciti a fare una specie di bagno tra le onde, ci siamo divertiti tantissimo! A metà pomeriggio torniamo indietro e sulla strada ci fermiamo al chioschetto di Bibi, dove ci prepara frullati freschissimi di frutta (diventerà la nostra tappa fissa di fine giornata, il nostro “happy hour”, come lo chiamavamo noi!). Proseguiamo poi verso Anse Source d’Argent, per vedere il tramonto. L’ingresso costa 7€ a testa, perché si passa in una specie di parco per entrarci (deludente), le spiaggette sono molto belle ma poco sfruttabili perché molto influenzate dall’alta e bassa marea, e lo spazio è poco; comunque ci sono degli scorci incredibili. A cena andiamo a mangiare da Chez Marston, vicinissimo casa, è mangiamo piuttosto bene, lo consiglio.

Il giorno dopo ritorniamo ad Anse Source d’Argent per vederla con un’altra luce, ma poi preferiamo tornare ad Anse Severe con Giacomo e Daniela, la marea è cambiata e riusciamo a fare un ottimo snorkeling senza faticare troppo. Giornata passata in spiaggia, è la nostra preferita, e poi nel tardo pomeriggio andiamo alla Veuve Reserve, dove si dovrebbe vedere il Paradise Flycatcher, un uccellino molto particolare che è quasi in via d’estinzione. Ovviamente non vediamo nulla, e per consolarci andiamo da Bibi per il nostro “happy hour” a base di frutta! Per cena decidiamo di prendere le pizze al take away di fianco a Gregory’s, il supermercato più grosso dell’isola, fa delle pizze davvero buone!

Ennesima mattinata ad Anse Severe, lo snorkeling ci regala grandi emozioni, una tartaruga e un pesce napoleone davvero grosso. Al pomeriggio entriamo clandestinamente ad Anse Source d’Argent, passando dal mare (c’è la bassa marea e l’acqua ci arriva in vita). Passando dalla spiaggia c’è una vista mozzafiato incorniciata dalle rocce granitiche, stupendo. Passando dal sentiero all’interno non si vedono così bene! Compriamo collane e orecchini fatti di semi e conchiglie fatti da un ragazzo lì sulla spiaggia, e poi ci facciamo un bagno in un punto molto isolato, senza nessuno attorno. L’ultima nostra destinazione è Bibi, per l’ultima “botta” di vitamine, ci saluta abbracciandoci e dicendoci che ci aspetta per un’altra vacanza. Iniziamo a realizzare che la nostra splendida vacanza sta per finire… Che malinconia nel fare le valigie… Per fortuna che ci resta ancora l’ultima mattina e, dopo aver fatto una pedalata fino ad Anse Patate ed Anse Banane, ovviamente torniamo a fare snorkeling ad Anse Severe, un tartarugone ci onora della sua presenza, i pesci volanti ci salutano dal mare e riusciamo anche a vedere un Paradise Flycatcher su un albero vicino a noi… Abbiamo visto tutto quello che c’era da vedere ormai! I 2 viaggi in traghetto al ritorno sono abbastanza tranquilli, il mare è calmo (per i canoni dell’oceano), e il mio stomaco ringrazia! Voli tranquilli fino a Milano e duro rientro alla realtà…

Che dire.. Che le Seychelles fossero belle lo sapevamo anche prima di andarci… Il verde del mare, l’azzurro del cielo e il contrasto con le rocce creano degli scenari meravigliosi. La natura è rigogliosa e la gente molto ospitale. La Digue ci ha completamente stregati, la frase che io e Ivan continuiamo a ripeterci in questo giorni è “torniamo a La Digue?!”… e la risposta è “sì!”… Non immediatamente, ma ci ritorneremo di sicuro, perché la magia di quest’isola ci ha riempito il cuore…



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