Praga una città in bianco e nero

Prima di partire per un week end di 4 giorni a Praga ho compiuto due azioni secondo me fondamentali: ho acquistato un vocabolario di ceco, sicurarente non riuscirò a pronunciare nemmeno una parola in questa lingua comunque mi aiuterà a capire i cartelli nelle strade e mi sentirò meno confusa con tutte quelle k z e y contenute nelle parole e poi...
Scritto da: iursi
praga una città in bianco e nero
Partenza il: 13/11/1998
Ritorno il: 16/11/1998
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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Prima di partire per un week end di 4 giorni a Praga ho compiuto due azioni secondo me fondamentali: ho acquistato un vocabolario di ceco, sicurarente non riuscirò a pronunciare nemmeno una parola in questa lingua comunque mi aiuterà a capire i cartelli nelle strade e mi sentirò meno confusa con tutte quelle k z e y contenute nelle parole e poi ho comprato anche una cartina della Metrostau (la loro metropolitana) e con una matita ho segnato le tappe fondamentali della nostra visita: – l’Ibis hotel (stazione metro Krizikova) – Santuario di Loreto – Loreta (stazione metro Hradcanska) – Castello di Praga (stazione metro Malostranska) – Ponte s. Carlo – Karluv most (stazione metro staromestska) – P.Zza S. Venceslao – Vaclavske namesti e la Chiesa della Vergine della neve – Kostel Panny Marie Snezne (stazione metro Mustek) Una particolarità dei trasporti pubblici di Praga è che se si cambia autobus bisogna usare un nuovo biglietto mentre nella metro il ticket dura 60 minuti indipendentemente dal fatto se si cambia o no linea.

Eistono anche biglietti turistici per un numero illimitato di corse e della durata da 1 a 5 giorni.

venerdì 13 novembre 98 Arriviamo a Praga nel tardo pomeriggio, in aereo ho trovato un opuscolo con una cartina dell’aereoporto e decido di portarla con me per orientarmi meglio visto che dobbiamo prendere l’autobus 119 fino a Dejvicka dove con la metro arriveremo al nostro hotel.

Stiamo molto attenti ai nostri soldi perchè purtroppo la metro di Praga pullula di borseggiatori, ho avuto numerosi colleghi che appena arrivati in questa città sono stati ripuliti di tutti i loro averi quindi cerco di far tesoro delle loro esperienze.

Siccome abbiano cambiato metro a Mustek chiedo in inglese ad un ragazzo del posto, che sembra uno studente, se quella linea arriva a Krizikova.

Il ragazzo con un sorriso accenna ad un si con il capo.

Finalmente scendiamo a Krizikova, a quell’ora la metro è veramente troppo affollata! Ci accorgiamo ben presto che la strada da percorrere per arrivare all’albergo non solo è buia perchè nel frattempo è arrivata la sera ma è anche poco frequentata.

Mio marito ed io ci avviciniamo ai nostri ragazzi e li proteggiamo mettendoci ai due lati,spostiamo nel mezzo anche trolley e zainetti ben stretti nelle nostre mani.

Nel silenzio quasi irreale della situazione in cui ci troviamo sentiamo dei passi cadenzati dietro di noi.

Con la coda dell’occhio controllo chi sta percorrendo quella strada buia insieme a noi e mi accorgo che , per nostra fortuna, è il ragazzo della metro il quale ci raggiunge e si mette vicino a mio marito continuando a camminare senza proferire parola.

Forse vuole accompagnarci fino all’albergo per proteggerci , magari dovremo dargli una mancia una volta arrivati. Mentre cerco di capire le sue intenzioni mi giro a guardarlo e mi rendo conto che sta fissando con insistenza lo zainetto di mio marito il quale si sente a disagio per la situazione che si è andata a creare.

Ho una brutta sensazione, perciò penso di liquidare quel compagno di viaggio non richiesto dicendo in inglese e con voce un po’ agitata: “Grazie per l’aiuto!” Il ragazzo mi guarda interdetto poi scappa a gambe levate.

“Cosa gli hai detto per farlo correre in quel modo?” chiede mio marito.

Secondo me c’è stato un equivoco io, sono convinta di aver detto “Grazie per l’aiuto” mentre il ragazzo forse non ha capito “chiamerò aiuto” ed è fuggito a gambe levate pensando di essere stato scoperto.

Sollevati per lo scampato pericolo vediamo l’insegna dell’Ibis.

Una volta in camera troviamo sulla porta un cartello scritto in quasi tutte le lingue che consiglia ai turisti di tirare dritto per la propria strada quando accade che: – qualcuno ti ferma per chiedere un’informazione – ti sporcano gli abiti con un gelato – proprio davanti a te due persone iniziano a litigare L’idea di Praga città pericolosa e violenta che si sta formando in me non accenna a svanire, raccomando a mio figlio di chiudersi in camera, mia figlia invece ha un pò di febbre perciò decido che passerà la notte con noi. Sabato 14 novembre 98.

Metro per Mustek, dove abbiamo cambiato linea la sera prima, per vedere il Municipio di Staré Mesto (Staromestska radnice) e la sua torre con l’orologio astronomico (Orloj) composto dalla parte centrale: una sfera con la terra al centro dell’universo (teoria astronomica del medioevo) che misura il tempo e indica il movimento della luna e del sole fra i vari segni zodiacali e la parte superiore dove da 2 finestrelle ogni ora escono i 12 apostoli, inoltre uno scheletro che rappresenta la morte tira con una mano le corde della campana a morto e con l’altra tiene alta una clessidra.

Quando le finestrelle si chiudono un gallo scuote le ali.

Altre statuine compongono questo orologio molto particolare e sono:un turco che scuote la testa ricordando l’invasione Turca dell’Europa XVI e XVII, un avaro che fissa la sua borsa probabilmente piena di denaro ed un vanitoso che si ammira allo specchio.

Contiamo la nostra visita con Vaclavske namesti (piazza San Venceslao) una piazza lunga 750 metri e larga 60 che ospitava il mercato dei cavalli, attualmente è circondata da alberghi, cinema, ristoranti, bar e negozi.

Qui si trova il monumento a San Venceslao dove, attorno alla sua statua, ci sono quattro santi protettori della Boemia: ludmilla, Procopio, Agnese ed Adalberto di Praga.

Proprio accanto al monumento di San Venceslao Jan Palach uno studente di 21 anni nel 1969 si è dato fuoco dopo essersi cosparso di benzina diventando il simbolo della resistenza antisovietica e della primavera di Praga (1968).

Il suo zaino lasciato cadere poco distante dal posto dove si è dato fuoco conteneva un quaderno a righe nel quale c’era scritto:”Poichè i nostri popoli sono sull’orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poichè ho avuto l’onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana. Noi esigiamo l’abolizione della censura e la proibizione di Zpravy (il giornale delle forse armate sovietiche).

Se le nostre richieste non saranno esaudite entro 5 giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia umana s’infiammerà”.

Quasi un milione di praghesi seguiranno il funerale di Jan Palach mentre al confine sono pronti ad intervenire i carri armati russi.

In seguito altri imiteranno il sacrificio di questo ragazzo ma la Cecoslovacchia dovra attendere gli anni 90 per essere indipendente.

Il mio viaggio quindi si è svolto pochi anni dopo la creazione della Repubblica Ceca e devo dire che qualcosa di vecchio e grigio è ancora rimasto all’interno di Praga per esempio: appena ritornati in albergo abbiamo chiesto le chiavi delle nostre stanze all’addetta alla reception la quale ci ha fatto letteralmente il terzo grado come ai tempi della polizia sovietica, rivolgendosi a noi in inglese voleva sapere perchè un letto della seconda stanza a noi assegnata non era disfatto e dove avevamo passato la notte,.

Il giorno prima la donna ci aveva assegnato le stanze parlando in francese ed era stata professionale, molto seria ma gentile perciò ho chiesto cortesemente se poteva spiegarmi cosa stava accadendo in francese, lingua nella quale mi era più facile rispondere alle sue domande conoscendone molti più vocaboli. A quel punto l’addetta mi ha comunicato che in quell’hotel si parlava solo ed esclusivamente l’inglese, non me la sono sentita di controbattere per no urtare la sua suscettibilità, era riuscita a farmi sentire in difetto anche se non avevo fatto nulla. Mortificata ed in difficoltà ho provato a spiegare nel mio inglese un po’ stentato che mia figlia aveva avuto la febbre e che quindi essendo molto piccola avevo preferito farla dormire con noi invece che con il fratello ( ho premesso anche che quando ho prenotato l’albergo avevo chiesto espressamente una quadrupla o in alternativa una tripla ed una singola perchè preferivo che i miei figli dormissero con me).

Per tutta risposta la donna ci ha invitato ad usare ognuno il proprio letto.

Da buoni Italiani, per nulla grigi e rigidi anzi pieni di fantasia, abbiamo continuato a far dormire la piccola nella nostra stanza e, per non destare sospetti, a disfare tutte le sere il secondo letto vicino a quello di mio figlio.

Nel pomeriggio abbiamo continuato il nostro giro per Praga e con la metro fino a Staromestska arriviamo al Ponte San Carlo (Karlov most).

E’ molto suggestivo passeggiare nelle vie della città vecchia o del quartiere Mala Strana collegati tra loro tramite il ponte Karlov, sembra di trovarsi in un film in bianco e nero perchè tutto intorno i palazzi, il ponte, le strade e perfino il cielo partono dal bianco, accennano tutte le sfumature del grigio fino ad arrivare, in alcuni casi quasi al nero.

In queste zone frequentate soprattutto da turisti abbiamo assistito ad uno scippo con la vittima che ha reagito avendo la meglio sullo scippatore.

Sabato 14 novembre 1998.

Giornata dedicata al Castello di Praga (Prazsky hrad) metro Malostranka. Più che di un castello si tratta di una vera città che comprende diversi edifici destinati al culto o adibiti a residenza dei sovrani.

I principali sono: la Cattedrale di san Vito (dove vevivano incoronati e sepolti i Re boemi), la Basilica di San Giorgio,il Palazzo Reale e le Torri (in clima con la città) bianca, nera e delle polveri. Domenica 15 novembre 1998.

Visita al Santuario di loreto (Loreta) luogo di pellegrinaggio più rinomato della Boemia, questo splendido complesso architettonico si compone di un chiosco con la Casa Santa e la Chiesa della natività, c’è da dire che il carrillon della torre campanaria è stato realizzato con 27 campane ed in estate ogni ora suona una canzone boema dedicata alla Madonna.

Nella camera del tesoro invece trovano posto oltre 300 pezzi in esposizione.

Il pomeriggio lo dedichiamo allo shopping nella così detta croce d’oro che comprende anche la zona pedonale di Vaclavske namesti (p.Zza San Venceslao). Da ricordare: conservare gli scontrini per giustificare gli acquisti alla dogana.

Lunedì 16 novembre 1998 partenza per Roma.

Abbiamo fatto il ceck-in prestissimo quasi un’ora prima del necessario quindi ci siamo seduti su delle comodissime poltrone proprio dopo la dogana.

Sono passati da lì i passeggeri di due voli, non ricordo con precisione per dove, ed i doganieri sono riusciti in poco tempo a controllare i loro bagagli, non hanno nemmeno chiesto di aprire le valige.

Poi chiassosamente sono arrivati i passeggeri del volo diretto a Roma e la dogana ha avuto il suo bel da fare per controllare tutti i bagagli perchè, una cosa che non ho detto, a Praga, oltre ai negozi diciamo ufficiali che rilasciano lo scontrino ci sono per la strada mercati o addirittura bancarelle con dei prezzi veramente convenienti che vendono anche merce di marca.

I nostri connazionali che non sono riusciti a dimostrare con lo scontrino l’acquisto effettuato hanno avuto problemi con la dogana.

Visto che si trattava soprattutto di capi di vestiario, jeans, cinte, borse, scarpe etc. Sarebbe stato meglio indossare gli acquisti, sempre che non fossero in una quantità industriale, per evitare così ogni problema.

Anche il viaggio a Praga si è concluso, sono quasi sicura che tornerò in questa città in bianco e nero perchè mi rendo conto di aver sbagliato a scegliere il mese di novembre per visitarla, in questo periodo infatti il tempo non aiuta ed il sole non si vede mai.

Tornerò appena possibile in questa città perchè nonostrante tutto voglio proprio vedere se a Praga la primavera è piena di colori.



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