PRAGA: Romantica
VENERDI’ 24/02/2006 Ore 2:30, suona la sveglia! Mi preparo di corsa, dopo una notte praticamente insonne, chiudo le valigie ed attendo che il solito ritardatario passi a prendermi. Incredibile ma vero non va oltre il minuto di ritardo! Alle ore 5:00 siamo a Malpensa, parcheggiamo, ci facciamo portare al Terminal 1 e sbrighiamo le solite formalità per la partenza. Chek-in, consegna dei bagagli e aspettiamo l’ora di imbarco girovagando tra i negozi interni.
Ore 7:30 si decolla, il volo dura 1 ora e dieci minuti. Alle 8:40 di mattina siamo già in Repubblica Ceca e più precisamente a Praga. Il cielo è limpido, fa caldo… -5° !! Freddo a parte tutto sembra volgere a nostro favore, la partenza puntuale ed il trasferimento in albergo prenotato dall’Italia ci permettono di poter sfruttare a pieno la giornata. Alle ore 9:10 siamo davanti all’Hotel Radisson, 5 stelle, in pieno centro commerciale, vicino a Piazza Venseslao. Il tempo di ritirare le chiavi della camera, n. 402, sistemare velocemente i pochi bagagli (una valigia “grande”, un Trolley ed un borsone…Che vergogna!) e subito ci troviamo avvolti dall’atmosfera praghese. Iniziamo la visita della città da Piazza Venselao che attraversiamo per dirigerci verso la zona di Stare Mesto. Piazza della Città Vecchia è splendida, coinvolge in un’atmosfera che porta indietro nel tempo, incantevole come una ricostruzione di un film, affascinante la chiesa di Thyn che si staglia con le sue guglie nel cielo limpido di Praga, curioso l’orologio e la storia della sua costruzione. Costruito dall’orologiaio Hanus, ha un meccanismo che aziona ogni ora 12 apostoli; su ogni lato ci sono due personaggi barocchi: la Vanità che si guarda allo specchio, l’Avaro con la borsa dei soldi, La morte che avvisa ogni spettatore che l’ora si avvicina, il turco che rappresenta il terrore degli invasori. Una leggenda racconta che Hanus venne accecato per impedirgli di costruire un orologio analogo in qualsiasi altra parte d’Europa; fu per questo che Hanus spinto dalla rabbia, in punta di morte, si fece portare dietro l’orologio e ne distrusse in parte il meccanismo. Fu per questo motivo probabilmente che l’orologio non funzionò per alcuni anni.
Dopo una rapida occhiata della piazza, che sarà per altro sempre al centro delle nostre passeggiate quotidiane, ci dirigiamo verso il quartiere ebraico di Josefov. Acquistiamo un biglietto cumulativo che ci consente di visitare i monumenti più importanti che ricordano il popolo ebraico. Iniziamo la nostra visita dalla Sinagoga Klaus contenente ricordi delle tradizioni religiose e non delle famiglie ebraiche. Percorriamo Via Maiselova e svoltiamo a destra verso Via Siroka per visitare uno dei luoghi piu’ suggestivi del quartiere: la sinagoga Pinkas ed il cimitero ebraico. Entrando nella sinagoga subito un senso di smarrimento ci coglie. Le pareti sono ricoperte di scritte riportanti i nomi, le date di nascita e di morte di 77.000 ebrei deportati nei campi di concentramento. Impossibile non tornare con il pensiero a quei momenti orribili della storia mondiale. Saliamo al piano superiore e la dura realtà di quanto accaduto ci si rivela nella forma piu’ tragica. Decine di disegni, raffiguranti il campo di concentramento di Terezin, fatti da bambini ebrei che con i loro occhi hanno visto la crudeltà nazista, sono esposti in ricordo di quanto accaduto ma soprattutto a memoria del sorriso rubato di quei bambini che non hanno fatto piu’ ritorno.
Usciamo dalla sinagoga ed entriamo nel cimitero. Centinaia di tombe, all’apparenza trascurate, ricordano l’origine ebraica del quartiere; camminiamo in questo luogo sacro consapevoli che sotto i nostri piedi ci sono ben 11 strati di tombe. Ricordiamo, osservandole, l’usanza dei sassolini deposti al posto dei fiori e pensiamo a quale tra queste sia la tomba del rabbino Low legato alla famosa leggenda del Golem. Si racconta che un giorno, il rabbino Low costruì un servitore di argilla disposto ad obbedire ogni qualvolta gli venisse inserita in bocca una pergamena con scritta la lettera indicante la vita. Un giorno però il rabbino si dimenticò di togliere al Golem la pergamena e questi vagò per il quartiere terrorizzando la popolazione. All’uscita dal cimitero visitiamo, sulla sinistra, l’antica sala delle cerimonie spazio espositivo delle tradizioni e dei costumi ebraici. Ci dirigiamo ora verso la Sinagoga spagnola, a mio avviso la piu’ bella di tutte quelle visitate. Gli interni, oserei dire arabeggianti, sono di una bellezza rara ed incantevole. La visita del quartiere ebraico termina poi con la sinagoga Maisel lungo la via Maiselova. Si è fatta ora di pranzo, ecco dunque che ci dirigiamo verso il famoso ristorante italiano “Don Giovanni” che nulla ha a che vedere con la cucina ceca ma che sicuramente soddisferà il nostro palato sopraffino. Il locale è molto carino, il menù italiano interessante…Il pranzo è decisamente gradevole: salmone affumicato, insalata di mare, fettuccine allo scoglio e linguine con cozze e vongole… Sono le ore 13:45 quando ci ributtiamo in strada per continuare il nostro itinerario; a dire il vero per il Venerdì l’unica cosa programmata era il quartiere ebraico, peraltro chiuso alle visite il sabato, ma vista la puntualità dell’aereo e del trasferimento ci troviamo ad avere a disposizione un intero pomeriggio e decidiamo dunque di iniziare la visita del Ponte Carlo .
Numero le leggende legate al ponte giunte ai giorni nostri, alcune curiose meritano di essere raccontate. Si dice che sotto il Ponte vi siano dei folletti chiamati Vadnik, creature dal corpo verde, bravi ma permalosi; un giorno uno di questi folletti che abitava uno stagno fuori Praga venne disturbato dal passare di un carro; si trasferì sotto il ponte Carlo e quando il commerciante che inquinò la sua prima dimora lo attraversò venne fatto annegare dal folletto. Un’altra leggenda racconta che Carlo IV quando fece costruire il Ponte invitò gli abitanti dei paesi limitrofi a portare delle uova il cui albume sarebbe servito per tenere piu’ saldamente la malta. Sin qui è realtà. La leggenda dice che un paese di ignoranti portarono delle uova sode che servirono solo a sfamare i costruttori.
Saliamo sino alla sommità della torre d’ingresso dalla quale si gode una spettacolare vista sul Ponte, sul castello, su Stare Mesto e Mala Strana. Il Ponte è per noi una vera sorpresa, ricco di bancarelle e artisti di strada che con la loro musica e le loro canzoni lo rendono ancora piu’ romantico. Lungo piu’ di 500 metri e con ai lati statue di Santi, proietta il visitatore verso il pittoresco quartiere di Mala Strana (o città piccola) e permette di scattare l’immancabile foto ricordo con vista sul Castello. Tra le tante statue che costeggiano il Ponte quella piu’ ammirata dai turisti è quella di San Nepomuceno. Al santo fu tagliata la lingua, reo di non aver raccontato al sovrano le confessioni della regina, fu gettato dal Ponte nel luogo ove oggi sorge la sua statua e dall’acqua emersero cinque stelle. Si dice che toccando la statua si possa tornare a Praga entro un anno ed avere fortuna. Ovviamente come tutte le statue legate a leggende la parte interessata è talmente lucida che colpirebbe anche il turista impreparato sulla storia del Santo.
Attraversando Il magnifico “Carlo” (confidenzialmente) ricordo di aver letto da qualche parte della presenza a Mala Strana della famosa statua del Bambin Gesu’ di Praga. Partiamo dunque alla ricerca della chiesa che custodisce questa icona religiosa. Io, collezionista di santini, da anni mi chiedevo se mai sarei riuscita a vedere questa splendida statua e finalmente me la trovo davanti. La dimensione mi stupisce, me l‘aspettavo piu’ grande, ma non mi delude, attira intorno a se qualcosa di mistico e di storico allo stesso tempo.
Torniamo sul Ponte, attraversiamo via Karlova, Piazza Vecchia e Venseslao; qui dei festeggiamenti sono in corso, non capiamo di cosa si tratti, probabilmente si festeggia la medaglia d’oro della Navratilova alle olimpiadi di Torino; festeggiamo con loro e torniamo in albergo. Sono le ore 16:45 ed il freddo pungente ci impone una sauna; Sono le 19:00 quando usciamo alla ricerca di un nuovo ristorante e fortunatamente non dobbiamo vagabondare ore per trovare un locale carino; a Praga c’è l’imbarazzo della scelta e proprio uno lo avevamo adocchiato nel pomeriggio; “7 Angels”, splendido, romantico, non potevamo chiedere di meglio; speriamo che anche la cucina ceca ci soddisfi. Ordiniamo il solito immancabile salmone affumicato, dei gusci di lumaca, una trota in salsa nera e della sogliola ripiena di gamberetti. Nulla da dire sul salmone, ma sulle lumache… Squisite, ne ordiniamo un altro piatto e non riusciamo così ad assaggiare quanto ci viene portato successivamente! Finiamo di cenare alle ore 21:00 e corriamo per vedere l’ultimo rintocco dell’orologio, ma la nostra corsa è vana, non giungiamo in tempo e rinviamo il tutto all’indomani. Passeggiamo per via Venseslao, entriamo in galleria e ci prendiamo l’ultimo “caffè” della giornata.
SABATO 25/02/2006 Sveglia alle ore 7:30… Facciamo colazione in albergo ed alle ore 9:00 siamo già pronti per la seconda giornata di visite. Giornata stupenda, fredda ma soleggiata. Ci dirigiamo verso via Prikopke per giungere davanti alla torre delle polveri che fa da ingresso ad una delle vie piu’ eleganti di Praga, costeggiata da splendidi palazzi. Arriviamo alla solita Starometske Nameski ovvero piazza della città vecchia ma non possiamo visitare la splendida chiesa di Tyn in quanto chiusa d’inverno. Sono quasi le ore 10:00, l’orologio sta per mettere in moto quel meccanismo che da anni tiene migliaia di turisti con il naso all’insù per ore… per scoprire poi che lo spettacolo dura 10 secondi all’incirca; comunque soddisfatti di non aver perso questo appuntamento obbligatorio con Praga, decidiamo di salire in cima alla torre dell’orologio per godere di una vista stupenda sulla Piazza. Sono le ore 10:30 quando scendiamo e decidiamo di salire al castello. Attraversiamo nuovamente lo splendido Ponte Carlo; ho letto della possibilità di raggiungere Hradcary attraverso una scalinata; la troviamo e a passo spedito iniziamo a salire gradino per gradino. Abbiamo aumentato il ritmo per poter arrivare in tempo all’ingresso del castello… Sono le 11:00 quando ci troviamo dinanzi all’entrata del castello e puntualmente inizia il cambio della guardia. Entriamo ed iniziamo la visita dalla 3° corte, la piu’ interessante che racchiude la chiesa di San Vito, quella di San Giorgio ed alcuni palazzi importanti. Entriamo a San Vito ed acquistiamo un biglietto cumulativo. Visitiamo la cappella di San Venseslao, le tombe di Rodolfo II e Carlo IV e quella di San Nepomuceno. L’antico palazzo reale si trova a destra di San Vito, al suo interno ammiriamo immensi saloni e magnifiche stufe in maiolica del 1600 oltre ad una raccolta di oggetti d’epoca tra i quali cristalli di Boemia. Visitiamo poi la basilica di San Giorgio, la galleria nazionale e la Torre delle polveri. Ciò che piu’ mi attrae però è sicuramente la visita del Vicolo d’oro, una via costeggiata da piccole casette nelle quali si diceva abitassero gli alchimisti chiamati al castello da Rodolfo II. Anche Kafka, uno dei personaggi cechi piu’ conosciuti al mondo, lavorò in questo vicolo.
Entriamo nei negozietti, abbassiamo a volte la testa tanto sono basse queste costruzioni, scattiamo qualche foto ricordo di questo romantico passaggio e usciamo dal castello visitando per ultima la torre Daliborka anch’essa legata ad una leggenda. Si dice che il prigioniero Dalibor suonasse così bene da attrarre sotto la torre cui era prigioniero decine di persone. Calava un paniere che i cittadini, pur di continuare a sentirlo, riempivano di cibo; non morì così di fame come sarebbe dovuto essere.
Scendiamo le scalinate che portano di nuovo al quartiere di Mala Strana; sono le ore 13:30 e l’appetito si fa sentire. Decidiamo all’unanimità per il “Don Giovanni”; ordiniamo un tris di carpacci di pesce e la solita immancabile pasta allo scoglio il tutto per 1650 corone. Abbiamo il tempo per passeggiare di nuovo sul Ponte Carlo. Il freddo è piu’ pungente di ieri, ma l’atmosfera è sempre romantica. Solo una cosa mancherebbe a questo punto per rendere indimenticabile questo fine settimana: una nevicata e una dichiarazione…Proprio sul Ponte. Facciamo shopping nei negozi del centro, acquistiamo i soliti souvenir dopodiché, soddisfatti degli acquisti rientriamo in albergo per la solita, necessaria, sauna. Usciamo alle ore 19:30 e torniamo al “7 Angels” per una cenetta romantica ( salmone affumicato, solite buonissime lumache e crepes con fragole ed ananas e frittelle di mirtilli con panna). Passeggiamo per il centro e decidiamo di bere un caffè al “Praha” sotto la torre dell’orologio al modico prezzo di € 4,00/caffè. (Non dovrebbero piu’ rivederci nei prossimi giorni e anni). DOMENICA 26/02/2006 E’ il giorno della partenza ma Praga ci riserva ancora delle sorprese… nevica. Facciamo colazione alle 8:30, vogliamo sfruttare al meglio le ultime ore che ci restano in questo posto incantevole. Lasciamo la nostra stanza, consegniamo le valigie ed usciamo. Attraversiamo Stare Mesto e quando giungiamo sul Ponte ha smesso di nevicare, ma come… Ecco all’ora che insceno uno nevicata artificiale per scuotere l’animo gelido (e non solo per il freddo) del mio compagno. Finalmente si decide… E riesce a commuovermi. E’ in questo momento che ci accorgiamo quanto questa città possa incantare e far fare cose impensate. Non vorremmo piu’ lasciare questo luogo ma decidiamo di dare un’occhiata ancora a Mala Strana ed in particolare all’Isola di Kampa, angolo affascinante che ci regala una vista alternativa del Ponte. Girovaghiamo ancora per il quartiere con il dispiacere nel cuore di doverlo lasciare a breve. Ultimo pranzo al Don Giovanni, ultima passeggiata in Via Karlova, sul Ponte e a Stare Mesto. Si beve un caffè in Piazza Venseslao e ci si dirige verso il nostro albergo. Sono le 15:00, l’autista arriva e ci porta all’aeroporto. E’ veramente finita anche questa avventura. Check-in, imbarco (in ritardo di un’ora … Volo Alitalia) e alle ore 19:30 siamo a Milano.
Difficile raccontare cosa resta di questo weekend; difficile dimenticare l’emozione sul ponte Carlo, il fascino di Praga sotto la neve, i suoni degli artisti che ti accompagnano alla visita della città. Tutto questo resterà indelebile nei nostri ricordi… ma… Alla prossima!!!