PRAGA-MELNIK, 60kM SFIORANDO LA TRAGEDIA

Prima di partire la guida convoca un briefing durante il quale ci mostra una brocca trasparente piena d’acqua e la maneggia visibilmente, con movimenti ampi e lenti davanti ai nostri occhi per sottolineare l’importanza del bere durante il tragitto che ci aspetta. Grazie ai consigli della guida acquisto il primo concetto base del pedalare....
Scritto da: farefagotto
praga-melnik, 60km sfiorando la tragedia
Prima di partire la guida convoca un briefing durante il quale ci mostra una brocca trasparente piena d’acqua e la maneggia visibilmente, con movimenti ampi e lenti davanti ai nostri occhi per sottolineare l’importanza del bere durante il tragitto che ci aspetta. Grazie ai consigli della guida acquisto il primo concetto base del pedalare. Così come gli altri componenti del gruppo, immagino! Caso mai qualcuno, in passato, avesse avuto la cattiva abitudine di percorrere sessanta chilometri d’estate, sotto il sole cocente senza bere mai acqua, a partire da oggi, dopo l’esauriente spiegazione, ha capito che era un comportamento sbagliato. Un po’ come gli indispensabili servizi dei telegiornali nazionali che d’estate consigliano di vestirsi con abiti leggeri, non uscire durante le ore più calde e mangiare molta frutta e verdura; mentre d’inverno suggeriscono di coprirsi bene, non esporsi al freddo e mangiare molta frutta e verdura! Eccezionali! Saliti sui pedali si va alla ricerca della Moldava e si percorre la pista ciclabile lungo il fiume. Il morale è alto, la compagnia è allegra, il paesaggio circostante è rilassante ed il percorso non troppo impegnativo. Almeno all’apparenza! Almeno all’inizio! Ma dopo aver macinato chilometri e chilometri sotto il sole, la stanchezza comincia a farsi sentire. La temperatura si aggira attorno ai trenta gradi, l’aria è ferma e sento le gambe sempre più pesanti. Il gruppo si allontana, non riesco più a tenere il ritmo, vedo le ruote degli altri compagni farsi sempre più piccole, fino a quando non mi accascio sul greto della strada. A terra respiro a fatica, ma nessuno si accorge di niente. I secondi mi sembrano eterni. Una cappa di calore sopra la testa mi impedisce di ragionare, faccio difficoltà a riprendermi ma il panico di rimanere sola, sperduta nella campagna desolata della Repubblica Ceca, senza mappa e punti di riferimento, mi da la forza di ripartire. Chiedo ad un uomo lungo la strada se ha visto passare un gruppo in bicicletta. Mi indica un bivio che porta all’attraversamento di un fiume. È vero, sono tutti lì! Intenti a caricare la bicicletta su una barca. Finalmente li raggiungo e, senza tanti giri di parole, getto letteralmente la spugna. Sono a pezzi, i chilometri da fare sono ancora tanti e so di non farcela. Orrore! “Ma no, dai, puoi farcela!, Forza, devi credere in te stessa, lo devi dimostrate a te e agli altri elementi del gruppo! Non puoi arrenderti ora, sarebbe una SCONFITTA!!!” – sprona a gran voce la guida, supportata da qualche invasato del gruppo. “Una sconfitta?!? – mi dico tra me e me – se continuo, qui finisce che ci stiro le gambe! Altro che sconfitta! Ricordiamoci che sono in vacanza! E che sul depliant del viaggio c’era scritto: “facili percorsi con pernottamenti, cene e trasporto bagagli: una boccata d’aria, una botta di vita per interrompere il tran tran quotidiano!”. Insisto per farmi caricare la bicicletta sul portapacchi del furgone e per farmi accompagnare, tranquillamente seduta sul sedile di un quattro ruote, direttamente all’albergo di Melnik! Arrivata in hotel, faccio una doccia, mi rilasso, vado al bancone del bar “Ludmila” per ordinarmi qualcosa da bere e godermi il relax! Dopo circa un’ora arrivano alcuni componenti del gruppo nella hall dell’albergo. Trasformati in volto, urlano e si disperano. “Non sai cosa è successo! – gridano – un ragazzo si è sentito male, nella salita finale ha avuto un attacco epilettico! È caduto a terra rantolando, roteava gli occhi e gli fuoriusciva la saliva dalla bocca. Un’altra signora presa dal panico è svenuta!”. “E la guida e il suo aiutante?” – chiedo io. “Al Pronto Soccorso dell’ospedale di Melnik in cerca d’aiuto!”. www.farefagotto.it Silvia Argentati


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