Praga… in primavera

Quattro bellissimi e caldi giorni di (quasi) primavera nella splendida capitale della Repubblica Ceca
Scritto da: mannelletta
praga... in primavera
Partenza il: 15/03/2012
Ritorno il: 19/03/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
In occasione del tanto agognato raggiungimento della pensione di mia madre, prima che partisse alla volta di lidi lontani a tempo indeterminato, le ho voluto regalare quattro giorni a Praga, approfittando del ponte di San Giuseppe (festa in Ticino).

Partenza Giovedì 15 Marzo 2012 con volo Easyjet alle ore 19.20 da Milano Malpensa. Arrivare in aeroporto è stato un parto, avendo fatto l’errore di passare da Stabio e non da Como (venendo dal Ticino), ci siamo ritrovate perse in un dedalo di statali mal segnalate. Stesso discorso per trovare il parcheggio in cui avevamo intenzione di lasciare l’auto. Ma ammettiamo l’errore nell’esserci scordate il navigatore.

Volo perfetto, atterrate a Praga alle 20.30, in anticipo di venti minuti sul programma. Uscita dall’aeroporto rapida e tranquilla come fossimo alla stazione dei treni. A Praga infatti vi sono due terminal principali, di cui uno preposto esclusivamente ai voli da e per Schengen. Non vi è stato quindi nemmeno il bisogno di attraversare alcuna dogana in uscita.

All’arrivo abbiamo trovato ad attenderci la navetta dell’albergo, Hotel Astoria, riservato assieme ai voli Easyjet, tramite Expedia.it per un totale di 475 € di cui 220 € circa per il pernottamento più la colazione in albergo quattro stelle (anche se gli standard sono leggermente inferiori alla media internazionale) centralissimo (a due passi dalla Torre delle Polveri). Il servizio navetta, estremamente comodo quanto caro (730 Kc – 30 € ca.) si è rivelato superfluo essendo i trasporti pubblici efficientissimi. Ogni quarto d’ora infatti il 119 porta dall’aeroporto al capolinea della metro verde (Devjcka) con la quale si raggiunge in brevissimo tempo il centro città. Al ritorno infatti abbiamo raggiunto l’aeroporto coi mezzi.

Arrivate in albergo alle 21.30 ca. siamo subito uscite per un giro di ricognizione della zona, che ci ha permesso di accorgerci come buona parte delle attrazioni di Praga siano in realtà vicinissime tra loro. A un paio di minuti cammino dall’albergo, infatti, si trovano La Torre delle Polveri e l’adiacente Casa Civica, la Piazza del Municipio con il famoso orologio astronomico e la chiesa della Madonna di Tyn, e la via più commerciale di Praga: la Naprikope, che in brevissimo tempo conduce a Piazza Venceslao.

Le temperature serali erano ancora piuttosto freschine, ciononostante le zone centrali pullulavano di gente e di locali aperti. Dopo aver individuato la strada per il ponte Carlo abbiamo optato per un rientro in albergo al fine di riposare e prepararci alla battuta a tappeto della città l’indomani.

E ora veniamo all’itinerario vero e proprio.

Venerdì 16 Marzo 2012

Colazione a buffet in albergo. Abbondante scelta di dolce e salato e orari più che ragionevoli anche per i più dormiglioni (07-10). Dopo una rapida sosta alla chiesa di San Jakub lungo la via, arriviamo alla Piazza del Municipio alle 9.40 circa e ci rendiamo ben presto conto che la Praga turistica si sveglia alle 10. Tutte le chiese sulla piazza sono chiuse e quindi non ci rimane che attendere, assieme a un folto gruppetto di turisti col naso all’insù, i dieci rintocchi dell’orologio astronomico e l’esilarante spettacolino che questo offre. A chiusura dei rintocchi, ci sorprende un trombettista vestito in stile medievale che dalla cima della torre suona una sorta di fanfara e dà l’avvio ufficiale alla giornata. Anche noi come il resto della folla che si dissolve verso varie direzioni, abbandoniamo lo spiazzo antistante l’orologio per dirigerci verso la chiesa della Madonna davanti a Tyn. La particolarità di questa chiesa è che l’entrata è nascosta dal complesso della Scuola di Tyn appunto, eretto tutto intorno all’imponente chiesa. All’interno non è possibile scattare foto (come in molti altri monumenti di Praga, se non dietro acquisto della speciale licenza di fotografare) per cui ci limitiamo ad ammirare l’imponenza dell’edificio e rimaniamo alquanto colpite dalla sua luminosità, che non avremmo mai immaginato tale, vedendola dall’esterno. Visitiamo anche l’altra chiesa sulla piazza del municipio, anche questa molto bella e sede di numerosi concerti di musica classica (un evento ricorrente nelle chiese di Praga) dopodiché ci dirigiamo verso il famigerato ponte Carlo, attraverso la via Karlova. Notiamo con un po’ di rammarico che le vie del centro sono ormai asserragliate da centinaia negozietti tra l’oro identici, rivenditori di improbabili souvenir made in China, ma la bellezza dei palazzi che incontriamo lungo la via ci fa presto dimenticare quel che accade a quota terra e procediamo affascinate col naso perennemente all’insù. Visitiamo il complesso del Klementinum solo rapidamente e dall’esterno e procediamo spedite verso la nostra meta principale della giornata: il Castello di Praga. Quando finalmente giungiamo a Ponte Carlo lo spettacolo è degno della sua fama. Il ponte, con le sue statue e le sue decorazioni, nonché col magnifico panorama del castello sullo sfondo, offre uno degli scorci più suggestivi di Praga. Attraversiamo il ponte soffermandoci più volte ad ammirare il panorama e le diverse statue che si susseguono, rievocando, grazie alla Lonely Planet fidata compagna di viaggio e rivelatrice di ignoti aneddoti, l’avanzata degli Svedesi che proprio su questo ponte furono sconfitti e le diverse defenestrazioni che si sono compiute nei secoli dai palazzi del Castello e dallo stesso ponte Carlo. Prima di inerpicarci lungo la Nerudova per raggiungere il Castello, facciamo tappa a piazza Mala Strana, dove visitiamo la chiesa di St. Nikolaus, ingresso a pagamento e questa volta foto concesse. Gli interni, estremamente ricchi, ma di tonalità chiare, rendono anche questa chiesa, seppur carica, estremamente luminosa e piacevole.

Ritornate all’aperto proseguiamo il nostro cammino attraverso la dorsale principale di Mala Strana: via Nerudova. Ci concediamo una pausa caffè di fronte all’ambasciata italiana, speranzose circa la qualità dello stesso vista la posizione e non rimaniamo deluse. Arriviamo in piazza Hradcany alle 12.40 circa, purtroppo non in tempo per il cambio della guardia e la parata militare di mezzogiorno. Decidiamo comunque di attendere le 13.00 per assistere almeno al cambio della guardia che avviene ogni ora e intanto ci muniamo di biglietti per la visita completa al Castello. Questi comprendono l’Antico Palazzo Reale, la Storia di Praga, la Cattedrale di San Vito, il Vicolo D’Oro, la Basilica di San Giorgio, la Torre delle Polveri, il Palazzo Rosenberg e la Galleria Reale. Meritevoli sicuramente la Cattedrale di San Vito con le sue vetrate magnificamente decorate e l’imponente tomba di San Giovanni Nepomuceno, così come il pittoresco Vicolo D’Oro con le casette arredate in stile originale. Il resto, seppur interessante, l’abbiamo visitato con estrema sommarietà e non lo inserirei tra i must see di Praga.

Pur essendo molto caldo, marzo sottostà comunque agli orari invernali e quindi alle 16.00 ha chiuso tutto, per cui abbiamo visitato il Vicolo D’Oro in fretta e non abbiamo fatto a tempo a visitare il palazzo Rosenberg. A onor del vero va specificato che il biglietto è valido due giorni quindi avremmo potuto tornare il giorno successivo, ma avevamo già altri piani.

All’uscita del Castello ci siamo concesse un delizioso Trdlo (dolce tipico a forma cilindrica fatto di pasta sfoglia zuccherata e ricoperta di cannella e noci… squisito) tanto buon quanto impronunciabile, ad una bancarella sulla piazzetta subito sotto il Vicolo D’Oro per poi ritornare verso l’albergo, soffermandoci ad ammirare meravigliose vedute del Ponte Carlo nella luce del primo imbrunire.

Dopo una doccia e del meritato riposo in albergo, siamo uscite per cenare presso la birreria al piano interrato della Casa Civica, come su suggerimento di un Diario di Viaggio letto sul sito di Turisti Per Caso. La fame ci ha giocato un brutto scherzo e abbiamo finito per ordinare due portate tanto famose quanto grosse e pesanti: lo stinco di maiale e l’anatra arrosto, il tutto condito da una buonissima birra Pilsner e da un’atmosfera tradizionale estremamente suggestiva, il cui climax è stato raggiunto con l’entrata in scena di una coppia di paffuti e goliardici suonatori di fisarmonica che hanno allietato la serata con chiassose canzoni tradizionali. Il tutto alla ragionevole cifra di ca. 13€ a testa. D’obbligo una passeggiata digestiva tra piazza della Repubblica e la Naprikope.

Sabato 17 Marzo

Dopo averci illuso con un grado di affollamento relativamente scarso, il sabato Praga viene invasa da orde di turisti del weekend, e la differenza la cogliamo soprattutto nell’attraversare il Ponte Carlo, sul quale è quasi impossibile anche solo fermarsi a scattare una foto. Percorrendo la stessa strada del giorno precedente raggiungiamo Mala Strana, fermandoci questa volta all’inizio, per visitare e percorrere l’isola di Kampa che grazie al pittoresco canale che la divide dalla terra ferma è definita la Venezia di Praga. Percorriamo la deliziosa piazzetta e il purtroppo ancora spoglio parco soffermandoci di fronte alle bizzarre sculture poste accanto al museo Kampa e ammirando la vista che ci si offre della città e del Ponte Carlo.

Percorsa l’isola nella sua interezza ci riaddentriamo verso Mala Strana, direzione Collina di Petrin. Ci imbattiamo dapprima nel Muro della Fame, una sorta di muraglia che percorre la Collina di Petrin, fatto erigere da Carlo IV per dare lavoro ai poveri, grazie ad un’intuizione keynesiana ante-litteram, e nel monumento alle vittime del Comunismo, devo dire toccante nella sua semplicità.

Ci dirigiamo poi verso la stazione a valle della funicolare di Petrin con l’intento di raggiungere comodamente la sommità della collina, per scoprire ahinoi, che questa rimarrà chiusa fino al 31 marzo. Non ci rimane che affrontare la calura (sono circa le 11 e ci sono 20° C) e incamminarci a piedi. Lo sforzo è di gran lunga ricompensato dagli scorci panoramici che i sentieri che si inerpicano su per la Collina di Petrin offrono sulla città di Praga e sul Castello. Siamo – molto ingenuamente – sprovviste di acqua, quindi ci fermiamo ad un bar per un succo di frutta e poi proseguiamo la nostra salita. Abbandoniamo l’idea di raggiungere la cima della collina e visitare il labirinto degli specchi e scegliamo il sentiero che porta direttamente al Monastero Strahov. Nel tentativo di trovare la famosa e bellissima biblioteca del monastero, sbagliamo ingresso e finiamo per visitare anche il monastero e la sua galleria d’arte, scoprendo, solo dopo averli acquistati, che i biglietti per la biblioteca non sono compresi in quello per il monastero. Visitiamo così il chiostro e la collezione di quadri del monastero nella mezzora esatta che ci manca all’apertura pomeridiana della biblioteca e alle 13 esatte ci presentiamo all’ingresso di quest’ultima. Il ricordo che avevo non è rimasto tradito dalla seconda visita a quella che può essere definita una delle più belle opere d’arte dedicate al libro: la sala Filosofica. Rimango ammaliata di fronte alla bellezza di questa biblioteca e mi rammarico, oggi come nel 2004, di non poter sfogliare uno ad uno i libri in essa contenuti. Visitiamo anche la sala Teologica, meno imponente ma altrettanto affascinante coi suoi tetti decorati e i suoi mappamondi antichi, dopodiché proseguiamo il nostro itinerario verso il santuario di Loreta, che deve il nome alla riproduzione (in scala ingrandita) della Casa di Maria racchiusa nel santuario di Loreto, contenuta al suo interno. Paghiamo anche qui il biglietto di ingresso, che comprende la casa santa, la chiesa e il tesoro di Loreta, una rimarchevole esposizione di antichi ostensori e altri oggetti liturgici finemente decorati. Allo scoccare dell’ora ci saluta un allegro scampanio proveniente dalla torre del santuario e ancora una volta col naso all’insù, salutiamo un altro meritevole punto d’interesse praghese. Percorriamo il Novy Svet, quartiere fatto di piccole e graziose casette un tempo fatte edificare per i dipendenti del Castello, che la Lonely Planet definisce un’alternativa gratuita al Vicolo D’Oro. Innegabilmente affascinante anche Novy Svet, ma il Vicolo D’Oro mantiene comunque il primato.

Rientriamo in albergo, distrutte e questa volta dopo la doccia, scappa il pisolino. Alle 20.3 ci risvegliamo, ma la fame non è molta data la difficoltà nel digerire la cena della sera prima, per cui decidiamo di mangiare qualcosa al volo in uno dei tanti punti di ristoro del centro commerciale di piazza Repubblica. In realtà io cedo alla tentazione di mangiarmi una fetta di prosciutto di Praga arrosto, alla bancarella in piazza. Ca. 7 €, abbastanza, ma li vale tutti! Squisito. Dopodiché accompagno mia mamma a mangiarsi un’insalata da Mac Donald’s (Incredibile! Andare da Mac per stare leggeri suona come un paradosso).

Domenica 18 Marzo

Domenica mattina, noi e tutto il resto dei turisti di Praga ci svegliamo con la stessa idea, dettata un po’ dal caso un po’ dalla necessità: visitare il quartiere ebraico di Praga (chiuso alle visite al sabato, per ragioni immaginabili). Iniziamo la nostra visita del complesso museale diffuso dalla Sinagoga Spagnola, decorata in stile moresco ed estremamente bella. Da qui parte anche una mostra sulla storia degli ebrei di Praga che viene poi riproposta affrontando temi ogni volta diversi, nelle altre tappe della visita al Museo Ebraico. Procediamo verso la seconda sinagoga, la sinagoga Pinkas, la quale ci colpisce per l’infinità di nomi scritti alle pareti, a memoria degli ebrei praghesi sterminati dal nazismo. Proseguiamo la visita attraverso il curioso ed estremamente interessante cimitero di Praga, scattando abusivamente qualche foto (anche qui ci siamo rifiutate di acquistare la licenza per fotografare). Infine, concludiamo la visita al Museo Ebraico visitando la Sala delle Cerimonie e la Sinagoga Klaus.

Ci lasciamo alle spalle l’affollato Museo Ebraico e ci dirigiamo verso il lungo fiume, che percorriamo, passeggiando, fino a raggiungere la casa danzante, una delle poche applicazioni del Cubismo in architettura esistenti al mondo. Memori della difficoltà nel digerire la cucina ceca alla sera, decidiamo di riprovare la cucina tipica locale a pranzo. Quale posto migliore per farlo che non a U Fleku? La più antica birreria di Praga, risalente al 1499 in cui viene servita una deliziosa birra scura fatta sul posto. Questa ci viene portata prima ancora che si possa decidere dove sedersi, ma ben consapevoli di ciò, sempre grazie ai Diari di Viaggio di Turisti per Caso, accettiamo ben volentieri. Rifiutiamo invece più volte il liquore che viene portato non appena ti siedi, trovando l’insistenza con cui ci viene proposto, abbastanza fastidiosa.

Ordiniamo due gulash e un’insalata di cavolo e restiamo piacevolmente colpite dalla rapidità del servizio (forse perché erano le 14.00). Gulash buonissimo e porzioni giuste. La birra altrettanto squisita. Questa volta usciamo più che soddisfatte e la notte niente incubi di papere arrosto e stinchi di maiale.

Proseguiamo il nostro tour per la città di Praga, visitando ancora la statua di cera del Bambin Gesù e l’esposizione dei suoi graziosissimi vestitini, presso la Chiesa di Santa Maria Vittoriosa e la Chiesa di Santa Maria delle Nevi, famosa per essere più alta che lunga, dato che la costruzione fu avviata con l’intento di farla divenire la chiesa più imponente di Praga, ma furono portati a termine soltanto i lavori di realizzazione dell’abside.

Infine, ultima tappa della nostra lunga ma fruttuosa giornata, arriviamo in Piazza Venceslao all’altezza della statua di San Venceslao a cavallo. La percorriamo nella sua interezza soffermandoci sul memoriale a Jan Palach, datosi fuoco nel 1969 in segno di protesta l’indomani dell’invasione sovietica di Praga e compiamo una piccola deviazione per visitare, all’interno del Palazzo Lucerna, una delle tante irriverenti statue di David Cerny in cui è possibile imbattersi a Praga: “Horse” che raffigura un cavallo morto, appeso per le gambe, sul cui stomaco siede fiero San Venceslao stesso.

Alla sera, dopo la solita, doverosa, tappa in albergo per riposare i piedi, decidiamo che non è possibile lasciare Praga senza aver visto il Ponte Carlo in notturna, per cui ci dirigiamo verso Mala Strana e lo spettacolo che ci si para davanti è quanto mai affascinante. È domenica sera, larga parte dei turisti sono ripartiti e i praghesi hanno ripreso possesso della propria città. Le uniche persone che attraversano il ponte, finalmente liberatosi dalle onnipresenti bancarelle, sono le coppiette di innamorati che – come dar loro torto – si lasciano avvolgere e travolgere dalla romantica atmosfera del ponte e del Castello illuminati.

La nostra permanenza a Praga volge oramai al termine e il fascino che questa città ha saputo svelarci ci appare ora più che mai infinito. Ben curata, a misura d’uomo, tranquilla, moderna e al contempo anticamente affascinante e misteriosa, questa città è davvero una piccola perla nel cuore dell’Europa.

Lunedì 19 marzo

Ci svegliamo con calma e approfittiamo del fatto che si può fare il check-out entro le 12 per fare le valigie al mattino. Non abbiamo fretta, tutto quello che ci eravamo prefissate di vedere l’abbiamo visto e l’aereo partirà solo alle 21.20. Orario un po’ scomodo, ma Easyjet non lascia molti margini di scelta. Passiamo la giornata in zona Piazza Repubblica, tra negozi e bancarelle, per poi recarci in aeroporto, con largo anticipo, utilizzando i mezzi pubblici. Partenza dalla fermata di piazza Repubblica alle ore 17.15 circa, arrivo in aeroporto alle 18.00. Come spesso accade siamo impreparate per cena e ci lasciamo fregare dalle sanguisughe aeroportuali: ca. 16€ per due panini preconfezionati e freddi ed una bottiglietta d’acqua. Unica nota dolente, di quello che è stato un soggiorno da favola nella capitale ceca.



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