Itinerario di Praga in 3 giorni con famiglia
Partenza di mattino presto da Orio al Serio. Due famiglie, per un totale di 7 persone. Il sottoscritto Franco con moglie Simona e figli (Alice e Gabriele) con Dante, Patrizia e la loro figlia Claudia.
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Abbiamo prenotato a fine luglio volo Wizzair per l’andata e ritorno con Sky Europe.
Soltanto tre giorni prima della partenza ci hanno avvisato da Volaregratis (con cui avevamo prenotato) che il volo di ritorno era cancellato per il fallimento della compagnia aerea Sky Europe e di conseguenza abbiamo riprenotato un altro volo sempre con Wizzair. Inizio il racconto del viaggio.
Giorno 1 – il Castello e Ponte Carlo
La partenza avviene in perfettissimo orario, l’arrivo a Praga addirittura in leggero anticipo. Il tempo è nuvoloso ma tende a schiarirsi. Fortunatamente incontreremo tre giorni di tempo discreto, con sole e solo ogni tanto qualche annuvolamento, l’ideale per chi vuole muoversi per visitare. Ritiriamo i bagagli immediatamente, con nostro stupore, vista la celerità della cosa. Moderno, funzionale, pulito e ben attrezzato l’aeroporto di Praga. All’uscita ecco il “driver” dell’ albergo ad aspettarci (come convenuto), dopo 25 minuti siamo già in albergo, tutti e 7 con i nostri bagagli.
Abbiamo prenotato al Residence Trinidad. Trovato su internet. Abbiamo speso circa 900 euro in totale per 3 notti per 7 persone, colazione inclusa. È risultata essere un’ottima soluzione, per la comodità delle camere, spaziosissime e con servizi nuovi, anche per la posizione strategica. 5/10 minuti ed eccoci al Castello, oppure al Ponte Carlo, o al quartiere di Mala Strana. Con 40 euro l’albergo ci ha garantito anche la navetta dall’aeroporto. Sia all’andata che al ritorno.
Iniziamo la nostra visita alla città: decidiamo di iniziare con il Castello (Hrad) che troviamo dopo aver percorso la celebre via Nerudova, molto pittoresca, con tanti negozi e con la nostra Ambasciata che troneggia con tanto di tricolore al vento.
Decidiamo di prendere il ticket family che con sole 500 corone ci permetterà di visitare tutti i monumenti ed i luoghi a pagamento. È una soluzione molto economica e vantaggiosa in quanto ha validità per due giorni. Permette quindi di stemperare la visita al complesso del Castello anche in due giornate.
Il Venerdì visitiamo la Cattedrale di San Vito, Il Palazzo Reale, il Vicolo d’oro. La Cattedrale di San Vito ricorda molto le chiese francesi, in stile gotico. All’interno si possono ammirare lo splendido rosone e delle bellissime vetrate. E’ possibile fotografare. Notevole anche la tomba imperiale, davanti all’altare maggiore, le statue sono quelle di Massimiliano II d’Asburgo, del padre Ferdinando I e della madre Anna Jagellone. Da qui una scala scende alla cripta dove c’è la tomba di Carlo IV. Da non perdere durante la visita anche il Coro e la Cappella di San Venceslao.
Usciamo dalla Cattedrale che è già ora di pranzo e siccome siamo in piedi dalle quattro di mattina la sosta giunge gradita a tutti.
Iniziamo con il dire che a Praga è impossibile morire di fame, il problema del dove mangiare non esiste. Ci sono centinaia di ristoranti, di birrerie, di negozi che possono risolvere qualsiasi problema alimentare. Optiamo per un ristorante dove consumiamo un piatto unico a base di carne con contorni vari. Ottima la loro birra di produzione locale, abbiamo preferito la scura a quella chiara. Con circa 300-350 corone a testa riusciamo anche a prendere un discreto caffè espresso…Cosa chiedere di più??? Tornando alla birra, che è un vero e proprio vanto della Rep. Ceca, in molti sostengono sia dovuto al luppolo locale la straordinaria buona qualità di questa bevanda. È comunque veramente discreta ed ha prezzi piu’ che convenienti.
Nel pomeriggio proseguiamo con la visita al Palazzo Reale. Immensa la Sala Vladislao, caratterizzata dalle enormi vetrate rinascimentali. Sala molto ampia perché pare che all’epoca vi si svolgevano all’interno dei giochi a cavallo. Approfittatene per uscire sulle balconate e godervi dall’alto dei bellissimi panorami della città.
Passiamo nella piazzetta antistante la Chiesa di San Giorgio che decidiamo di visitare domani perché desiderosi di raggiungere Ponte Carlo. Prima però ci concediamo la visita al Vicolo d’Oro. È un vicoletto con delle casette piccole, minute dai colori particolari. Anticamente erano sede della guarnigione poi allontanata perché pare importunasse le monache del convento. Fu quindi sede di alchimisti ed orafi, da qui il nome vicolo d’oro. All’interno delle casette negozietti che vendono souvenir un po’ particolari. Al numero civico 22 pare ci abbia abitato per un annetto niente meno che Kafka.
Eccoci quindi fuori dal Castello, presidiato nelle varie entrate da guardie armate di fucile e baionetta, in uniforme di rappresentanza. Doveroso un altro sguardo a Praga dall’alto dal Belvedere.
Eccoci arrivati al Ponte Carlo. In questo periodo è per buona parte transennato per lavori di restauro, stanno rifacendo parte della pavimentazione. È un luogo sempre affollatissimo, turisti, pittori, artisti di strada, musicisti, bancherelle di souvenir. Costruito a partire dal 1357 dall’Imperatore Carlo V, dopo che la Moldova si era appena portata via il Ponte Giuditta in una delle sue tante numerose piene rovinose.
Nei giorni appresso abbiamo fatto un’escursione anche sul battello intorno al ponte e si è potuto notare il livello raggiunto dalle acque del fiume in piena nel 2002. Anno in cui morirono 9 persone e Praga rimase praticamente isolata a metà dalla furia della Moldova in piena. Fu la piena più disastrosa degli ultimi 500 anni.
Ponte Carlo offre immagini ed atmosfere molto significative, a noi è capitato di tornarci per tutti e tre i giorni del nostro soggiorno a Praga. Al tramonto offre colori ed immagini uniche, degne di essere immortalate in una fotografia o ancor meglio nella bacheca dei propri ricordi. Noi abitiamo in quel di Vigevano, in Lomellina. Abbiamo come attrattiva importante la nostra celeberrima Piazza Ducale. Perché cito questo? Perché nella Piazza Ducale c’è la statua di un santo a molti sconosciuto: San Giovanni Nepumoceno. Pare che la prima statua ad essere installata sul Ponte Carlo, fu proprio quella di questo santo. Per i praghesi ha un forte significato simbolico, perché è posta nel punto in cui il santo fu ucciso quando fu gettato nel fiume. La statua rievoca la confessione della Regina da parte di San Giovanni. San Giovanni venne gettato nel fiume perché non volle dire al re Venceslao cosa gli avesse rivelato la regina, sua moglie, durante la confessione. Qualche secolo dopo l’uccisione del santo, sarà ritrovata la sua lingua nel fiume, ancora rossa e con la carne viva. Da allora, il 16 maggio, la statua diventa luogo di pellegrinaggio da parte dei fedeli. Decisamente una leggenda affascinante, ma non l’unica che lega la storia del Ponte Carlo.
Torniamo in albergo, stanchi ma soddisfatti di quanto visto ed ammirato. Una rapida sortita serale per una cena nella città Vecchia. È una Praga che pullula di turisti, i negozi sono aperti e si intervallano a ristoranti e birrerie, e poi ci sono le splendide immagini dei monumenti sempre illuminati.
Giorno 2 – il Castello e la città Vecchia
Dopo un’abbondante colazione in albergo dedichiamo la mattinata al completamento della visita al Castello. Dall’albergo dista più o meno 10 minuti a piedi.
Visitiamo la Basilica di San Giorgio. Ben tenuta, ristrutturata completamente all’inizio del XIX secolo. Interessante la visita alla cripta. A mezzogiorno non possiamo perderci il Cambio della Guardia. Un consiglio: se volete seguirlo e fotografarlo in posizione felice, dovete avvicinarvi alla cancellata o al cortiletto almeno 20-25 minuti prima delle 12,00. Dopo, una notevole folla inizierà ad accalcarsi e vi sarà difficile avere visione migliore stando nelle retrovie. È un “teatrino” abbastanza folcloristico quello del cambio della Guardia, con tanto di banda musicale posizionata ai balconcini e alle finestre che pare scimmiottare le musiche di Guerre stellari. Diciamo che anche questo è Praga.
Pausa pranzo doverosa nei pressi del Ponte Carlo. Avendo scelto di visitare Praga a piedi, per coglierne anche gli aspetti più minuti e secondari, le pause sono sempre gradite per riposarsi e per concedersi del relax.
Approfitto della pausa per descrivere due aspetti di Praga: la sicurezza e i bisognini fisiologici. Partiamo da questi ultimi. A Praga, fatte debite eccezioni, si paga quasi sempre per espletare i propri bisogni fisiologici. Signore con la cistite e uomini con la prostata non performante ne siete avvisai. Sicurezza: siamo giunti a Praga prevenuti e abbastanza timorosi della criminalità esistente. Abbiamo letto di diverse disavventure di turisti scippati, borseggiati o truffati. A noi non è successo nulla di nulla. Ovviamente siamo stati sempre attenti ad evitare questo tipo di problemi. Anzi abbiamo trovato una città pulita, ben tenuta, con gente sempre disponibile ed educata. Penso che se ti poni in un contesto di educazione e di civismo, quasi sempre ottieni del buono. A noi almeno è capitato così.
Nel pomeriggio visitiamo la città vecchia: Stare Mesto.
Attraversiamo Ponte Carlo, e raggiungiamo Piazza della Città Vecchia. Come restare indifferenti alla bellezza dei palazzi, ai particolari degli stucchi, dei fregi, delle decorazioni. Praga è un’insieme di tanti particolari che ti catturano l’attenzione e di sollecitano lo sguardo.
Il monumento a Jon Hus rappresenta per i praghesi molto più che una statua, eretta a ricordo di questo riformatore radicale arso vivo perché voleva riformare la corrotta chiesa boema, è il riferimento per il popolo ceco dei pensieri liberali. Nel 1939 la statua venne ricoperta da un vessillo per protestare contro l’invasione nazista, idem nel 1968 contro i carri armati sovietici.
Arrivando in piazza immancabile una folla di persone con il naso alzato verso il cielo. Stanno guardando il famoso orologio astronomico, super reclamizzato che del 1410 al battere di ogni ora dà vita ad uno spettacolino pieno di simboli religiosi e civili. Ad ora esatta, i 12 apostoli appaiono in processione mentre le figure allegoriche poste vicine ai quadranti e che rappresentano la Vanità, l’Avarizia, il Turco invasore, la Morte, cominciano ad animarsi. In tutta sincerità niente di eccezionale, ma è un parere personale. La leggenda narra che l’ideatore di questo orologio fu accecato affinché non potesse riprodurne uno simile altrove, e che lo stesso per vendicarsi di questa mutilazione lo sabotò rendendolo inutilizzabile per più di un secolo…Finché un altro esperto non riuscì nell’impresa di farlo funzionare.
Se vi capita di vedere tante bellissime auto d’epoca gironzolare per Praga non stupitevi, ne esistono parecchie che possono essere noleggiate per un tour turistico. Così come esiste ancora in Piazza della città vecchia qualche carrozza trainata da cavalli.
Rientriamo in albergo non prima di esserci avventurati nel quartiere ebraico, che però essendo sabato è chiuso. Non ce ne siamo ricordati noi, lo scrivo però perché serva ad altri in futuro. La serata ci proietta a visitare Ponte Carlo di notte e poi ad avventurarci per il quartiere di Mala Strana dove troneggia ben illuminata la Chiesa di San Nicola.
Giorno 3 – quartiere ebraico
Espletata la colazione ci dirigiamo alla visita del quartiere ebraico. Lo Josefov. È utile documentarsi nell’affrontare questa visita. È la storia di un dramma che ha sconvolto l’umanità. Atroci certe testimonianze, in alternanza al fascino del Golem del rabbino Low e alla nuova vita fatta di negozi di lusso e di bancarelle di souvenir. Già negli anni passati gli ebrei vivevano una realtà di attività commerciali intense in coabitazione con emarginazione e poca tolleranza.
Nel ghetto praghese vivevano migliaia di persone in pochissimo spazio, e solo con l’avvento del rabbino Low riuscirono ad ottenere un po’ di considerazione e poi con il regno di Giuseppe II (Josefov) una certa riduzione alle discriminazioni.
L’edificio più antico del quartiere è la Sinagoga Vecchio nuova. Una leggenda dice che la sinagoga è stata costruita con le pietre provenienti dal Tempio di Gerusalemme, mentre un’altra sostiene che era già stata costruita ma sotterrata e che fu un rabbino a indicarla agli ebrei.
Per accedere al cimitero si passa attraverso la Sinagoga Pinkasla, monumento in memoria dei 77.279 ebrei cechi e moldavi massacrati dai nazisti. I loro nomi sono scritti sulle pareti della sinagoga. Particolarissimo il cimitero con una serie infinita di lapidi, quasi tutte storte, segnate dal tempo che si appoggiano l’una alle altre. Anticamente le autorità avevano concesso solo quell’angusto spazio per seppellire i morti del ghetto ed essendo sacrilegio per gli ebrei riesumare le tombe ecco che per secoli le tombe si sono accumulate, fino a dodici strati per circa 12.000 corpi. L’ultima è del 1787, quando Giuseppe II permise la sepoltura anche all’esterno. Le tombe più importanti sono indicate con dei cartelli, e tra tutte spicca quella del Rabbino Low, il papà animatore del Golem.
Pausa pranzo per poi prendere la metropolitana (circa 1 euro il costo della corsa) ed andare in Piazza Venceslao.
Prima di andare in piazza Venceslao ci concediamo un giro in battello sulla Moldava. Più che altro si posso vedere alcuni angoli di Praga visti dal fiume. In particolare una ruota di mulino nella zona definita “Piccola Venezia”. Nel complesso il giro in battello non rappresenta nulla di eccezionale.
Arrivati in piazza Vencelaso, rispetto ai luoghi visitati precedentemente si nota un certo contrasto ambientale, c’è molto più caos, si intravede qualche losco figuro ed anche la sporcizia per strada è più evidente. Probabilmente siamo in presenza dell’espressione praghese più trasgressiva, si intuisce che gironzolano spacciatori di droga e che certi locali non sono convenzionati con il gruppo degli oratori riuniti. Una Ferrari gialla con targa ceca romba avanti-indietro per l’immensa piazza, a bordo un tizio super lampadato intento a sistemarsi ripetutamente i capelli alla Sgarbi, questo per dare l’idea in questa immagine di che genere di persone (anche) frequenti la piazza. Piazza veramente immensa, circa 750 mt. Per 60. Troneggia sullo sfondo il Museo Nazionale con davanti la statua equestre di San Venceslao.
Piazza Venceslao è stato il teatro, alla fine degli anni ’70, del dramma dell’occupazione comunista sovietica. Del sacrificio di Jan Palach. Ricordo quelle mattine mentre andavo a scuola la radio che ci trasmetteva le angoscianti notizie della Primavera di Praga. A ricordo di quella tragedia una lapide antistante la statua di San Venceslao con le fotografie di Palaci e di Zajic e, poco innanzi al Museo Nazionale sul selciato una stele a ricordo di quel sacrificio contro l’oppressione e la mancanza di libertà.
Come per il quartiere ebraico, così per Piazza Venceslao, è giusto dedicare anche qualche riflessione alla nostra epoca rapportata a quella storia tiranna e crudele. Per il vivere di tutti. Oggi se Franco scrive un diario di viaggio da Praga è perché ha potuto visitarla e per arrivare a questo c’è gente che ha sacrificato la vita per dei giusti ideali. Quando qualche stupido ragazzetto e non sol, inneggiano al nazismo, alle svastiche e all’olocausto, bisognerebbe toglierli dal loro sonno cerebrale e portarli su questi scenari tragedie dell’umanità.
Domani c’è la partenza, quindi ci dedichiamo allo shopping. I ragazzi reclamano la felpa della Rep. Ceca, la moglie dei bicchierini di cristallo, una collanina sempre con ciondoli in cristallo in ricordo del nostro XX anniversario di matrimonio ricorrente proprio in questi giorni praghesi. Io mi sono preso una bottiglietta di liquore, avendolo assaporato in questo soggiorno, non mi è dispiaciuta la Becherovka, un amaro dal sottile gusto di cannella che ha contribuito in associazione con il mio stomaco a smaltire (nei giorni scorsi) uno stinco di maiale con crauti e quegli gnocchetti di pane che nella cucina ceca mettono su diversi piatti. Per i souvenir c’è comunque da sbizzarrirsi, a Praga vi sono moltissimi negozi che vendono marionette e giocattoli, si trovano anche le matriosche, le uova colorate e dipinte, tantissimi cristalli, dei gioielli di granati. Oggigiorno, come dappertutto ormai, impera il made in China. Tantissimi di questi souvenir, a cominciare dai berretti russi tipo colbacco, per proseguire con magliette e felpe sono prodotti in quantità industriale in Cina.
Rientro in albergo e all’indomani alle 04,30 di mattina partenza per l’aeroporto (sempre con la navetta dell’albergo). Bella esperienza Praga, piaciutami moltissimo.
A chi di voi leggerà questo mio diario, l’augurio di assaporare tante belle sensazioni…nient’altro.
Ciao Franco