Praga, fra arte e magia
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5 maggio
Partiamo il 5 maggio da Milano Malpensa con volo EasyJet alle 20 (dopo un buon 3 ore di auto per arrivare a Varese… sarebbe da capire cosa lo chiamano a fare Milano Malpensa), un tragitto di poco più di un’ora che scorre senza sobbalzi fino all’arrivo verso a destinazione verso le 21:30. Per il soggiorno la scelta è caduta sull’hotel Alton che si trova nella zona di Praga 2, un tre stelle pulito con camere spaziose, colazione inclusa e personale estremamente disponibile, senza contare la vicinanza di una fermata della Metro (Pavlova) e dei tram. Vista l’ora di arrivo e la giornata pesante alle spalle non ce la siamo sentita di sperimentare subito i mezzi pubblici per arrivare all’albergo, ma ci siamo fatti prenotare con qualche giorno di anticipo dalla receptionist dell’hotel un servizio di transfer al costo fisso di 600 corone (circa 24 euro). Il bus sarebbe stato più economico ma quando lo sorpassiamo e lo vediamo pieno di gente fino a scoppiare la scelta ci pare azzeccatissima!
6 maggio
Alzati non troppo di buon’ora e fatta colazione decidiamo il da farsi sulla base del meteo! Per quel poco che ho capito io il tempo cambia in fretta e visto che le previsioni promettevano sole ne approfittiamo per andare a visitare il castello e la zona circostante. Ci viene consigliato di andare in tram vista la vicinanza della fermata all’ingresso principale, anche se esiste una fermata di metro (Malostranska) in zona che obbliga però o ad una bella salita a piedi o a prendere comunque il tram 22 come coincidenza. Il biglietto lo compriamo nella stazione della metro, facciamo quello valido per 72 ore e per tutti i mezzi della città al prezzo di 310 corone.
Il celeberrimo 22 è il tram che oltre a portare nella zona che ci interessa pare essere noto per il tasso di borseggi che si verificano a bordo o almeno questa è la presentazione non proprio rassicurante che ce ne viene fatta. Se devo essere onesto io non ho notato nulla di strano se non che era pieno di turisti come noi, ma visto che le raccomandazioni come le leggende hanno sempre un fondo di verità ci teniamo stretti i pochi averi e prestiamo attenzione. Una parte del castello è visitabile gratuitamente, nel senso che si entra in quella che chiamano prima corte e dove a mezzogiorno avviene il cambio della guardia (fermatevi a vederlo se potete, è sempre un’esperienza particolare) per poi arrivare alla biglietteria. Ci sono varie opzioni per l’ingresso e noi prendiamo il ticket da 250 corone che ci permette di vedere oltre al castello, la Cattedrale di San Vito, la Basilica di San Giorgio e il Vicolo d’oro.
Non mi soffermo a descrivere nei dettagli ciò che abbiamo visto anche perché non sono un appassionato d’arte e quindi non qualificato per dare giudizi, mi limito a dare un’opinione da profano su quello che mi ha colpito di più. Gli interni del castello sono abbastanza scarni e poco valorizzati secondo me, però danno l’idea di quali fossero un tempo gli spazi in cui si svolgeva la vita quotidiana. Mi hanno colpito moltissimo sia la cattedrale che la basilica di San Giorgio, quest’ultima in particolare mi trasmette una sensazione di semplicità e sobrietà, come mi era capitato di provare solo ad Assisi. Alla fine quello che mi è rimasto più impresso è stato (come detto prima) il cambio della guardia e la visita al Vicolo d’oro. È un vicolo nel senso letterale del termine, fatto di botteghe piccolissime (pare abbiano mantenuto le dimensioni originali) dove sono stati ricostruiti gli antichi mestieri, per mostrare uno scorcio della vita medioevale. Va detto che molto è fatto ad uso e consumo del turista, nel senso che la ricostruzione storica lascia spazio al negozio di souvenir ma questo ci sta, personalmente consiglio di visitare la galleria di armature e armi medioevali che si trova subito all’ingresso del vicolo, qui per chi vuole si può anche sperimentare l’ebbrezza del tiro con la balestra… per fortuna in un ambiente protetto e controllato!
Lascio anche un’indicazione gastronomica, abbiamo pranzato in un ristorante subito fuori dal castello scegliendo un po’ a senso quello che non ci sembrava essere la classica fregatura per turisti e in effetti ci è andata bene, si chiama A Divadlo Pokracuje… non ho la più pallida idea di cosa significhi ma so che si mangia bene, i prezzi sono più che onesti e il personale è cortese, in un ristorante questo per me basta e avanza. Dopo pranzo scendiamo a piedi verso il centro con l’intenzione di varcare per la prima volta Ponte San Carlo! Lo avevo sempre visto in tv o in cartolina e colpisce la quantità di gente che lo percorre, manca quasi lo spazio fisico per andare avanti. Ci facciamo comunque largo sbirciando ogni tanto le bancarelle di artisti (o presunti tali) che accompagnano il percorso dalla torre di Mala Strana a quella di Stare Mesto, non è proprio facile in questo caos fermarsi ad osservare le statue che ornano il ponte o scattare qualche foto, ci ripromettiamo quindi di tornare nei giorni successivi con più calma sperando di trovare un po’ meno gente! Concludiamo il pomeriggio con un breve giro in centro, sosta negli immancabili negozi di souvenir (i parenti e gli amici a cui portare un ricordo per fortuna sono parecchi) e poi ritorno in hotel per goderci il meritato riposo. Visto che mi sono già sbilanciato mi lancio in un altro consiglio in tema di ristoranti, contrariamente infatti alle nostre abitudini che ci suggeriscono di cambiare spesso siamo andati per varie sere in questo ristorante, U Knihovny molto vicino alla fermata di metro Starometska. La cucina locale non è molto varia, i piatti tipici si contano sulla dita di una mano e assaggiati quelli io non ho trovato enormi differenze tra un ristorante e l’altro, per fortuna amo la carne quindi ho faticato ben poco ad adattarmi, in questo ristorante però oltre a mangiar bene lavora una signora gentilissima e che parla molto bene italiano! Sarete d’accordo con me che quando si è all’estero ordinare da mangiare e capire cosa c’è in un piatto è un problema non da poco, qui si risolvono tutti e due in un colpo solo.
7 maggio
Oggi come da previsioni piove, andiamo quindi a visitare Josefov, il quartiere ebraico di Praga. La giornata grigia e malinconica sembra adattarsi perfettamente a quello che vedremo di lì a poco, le sinagoghe e il cimitero ebraico, testimonianze di una millenaria storia di persecuzioni, odio ma anche di orgoglio e voglia di vivere. Ci avviciniamo con molto rispetto alla visita, consapevoli del suo significato. Decidiamo di fare un biglietto cumulativo che oltre al cimitero ebraico, comprende anche la sinagoga Vecchio-Nuova, la sinagoga Spagnola, la sala delle cerimonie e le sinagoghe Pinkas, Maisel e Klaus. Facile dire che il cimitero è quello che lascia maggiormente il segno però è la verità, passare in mezzo a quel cumulo disordinato di lapidi che ricoprono delle vere e proprie piccole colline fa effetto, ancora di più se si riflette un momento sulla storia che c’è dietro. Qui si trova la tomba del Rabbino Loew (colui che secondo la leggenda diede vita al Golem per proteggere la comunità ebraica di Praga) e di altri personaggi illustri della comunità, sarebbe in effetti interessante sapere le storie che ci sono dietro alle sepolture ma vuoi per la lingua vuoi per la moltitudine di lapidi non è possibile. Visitare delle sinagoghe è particolare, di solito non c’è sfarzo e infatti quando entriamo nella sinagoga spagnola rimaniamo stupiti dal fatto contrario. Gli interni ricordano l’Alhambra di Granada, uno stile moresco che contrasta nettamente con la filosofia ebraica e forse, proprio per questo, ancora più affascinante nella sua diversità. Il giro delle sinagoghe ci porta via tutta la mattinata, arriva in fretta l’ora di pranzo che spendiamo in uno dei tanti locali del quartiere (ormai tendono ad assomigliarsi un po’ tutti!) e dopo il meritato riposo si decide di vedere la… Casa Danzante!
Devo essere onesto, la curiosità ci viene perché questa buffa costruzione è riportata sulla copertina della nostra fidata guida Routard, impossibile quindi non darle almeno un’occhiata! Metro fino a Karlovo namesti ed ecco che ce la troviamo di fronte e capiamo subito che il nome è azzeccatissimo, quando vedo certe opere dell’ingegno umano mi chiedo davvero cosa passasse nella testa di chi le ha progettate!
Finiamo la giornata con una passeggiata per negozi, prima di ritornare come sempre in hotel e riprenderci dalle fatiche di un’altra giornata da turisti!
8 maggio
Oggi c’è di nuovo il sole e scopriamo che è festa nazionale! Si celebra infatti la Liberazione dai nazisti (il nostro 25 aprile tanto per capirci). Si va subito a visitare il Vecchio Municipio, scopriamo da internet infatti che alle 10 c’è una visita guidata in italiano e decidiamo di approfittarne al volo nella speranza di evitare il caos (a Praga ho capito che c’è confusione sempre, comunque e ovunque!).
Le cose ci vanno meglio del previsto, siamo solo in 4 e la visita è tranquilla e divertente (grazie anche alla signora che ci fa da Cicerone), e possiamo goderci tutto con serenità. La cosa più carina è vedere gli Apostoli che allo scoccare dell’ora si affacciano sulla piazza dall’orologio astronomico dall’interno del meccanismo, e i sotterranei del Municipio che ci fanno capire quale fosse il livello originale della città e di quanti metri si sia innalzata nei secoli, costruendo in pratica sulle sue stesse rovine.
Capitolo a parte merita la Torre dell’Orologio Astronomico, in realtà noi ci siamo saliti la sera prima dopo cena, visto che era aperta sino a tardi abbiamo colto l’occasione. Dalla cima si gode una vista spettacolare di Praga aumentata poi dall’effetto notte, i monumenti della città illuminati assumono un fascino particolare per la gioia della mia macchina fotografica. Normalmente Torre e Municipio si visitano insieme ma vista la folla oceanica che staziona costantemente davanti all’orologio abbiamo pensato di sparigliare le carte in tavola, per fortuna abbiamo avuto ragione.
Nel pomeriggio relax assoluto, da veri turisti facciamo la mini-crociera sulla Moldava, io l’ho prenotata la sera prima via internet, le partenze sono tutte vicino al ponte Cechuv, ma se ci andate subito dopo pranzo non dovreste trovare confusione…a meno che non incappiate in una delle tante e rumorose scolaresche che invadono costantemente la città! Il giro dura un’ora, ci lasciamo trasportare lentamente sul fiume godendoci il panorama mentre un voce multilingue fuori campo ci spiega cosa vediamo. È talmente rilassante che manca poco mi addormenti, però ci voleva proprio! Ho omesso di dire che tappa quasi fissa dei nostri pomeriggi praghesi è stata una pasticceria/sala da tè subito dietro piazza San Venceslao, la sua posizione un po’ nascosta la rende difficile da trovare e quindi non preda delle orde turistiche, è il Cake Cafe Prague in piazza Jungmannovo (speriamo si scriva così…)!
9 maggio
Penultimo giorno di vacanza, ci rimangono ancora alcune cose da vedere per poter essere soddisfatti della nostra permanenza! Alle 10 (per il solito discorso di precedere le orde barbarico/turistiche) siamo all’ingresso della Torre delle Ceneri che apre proprio a quell’ora. La salita è ripida, scala a chiocciola piuttosto angusta quindi la sconsiglio vivamente a chi soffre di claustrofobia o semplicemente non ama le scale! Dalla cima la vista è gradevole (non come dalla Torre dell’orologio però), diciamo che si gode una prospettiva diversa. Finita la visita chiedo e ottengo (grande vittoria) di soddisfare il ragazzino che è in me e nonostante la veneranda età mi faccio portare al museo delle cere di Madame Toussaud. Non vi aspettate nulla di che soprattutto se avete visto quelli di Londra, Parigi, Amsterdam etc, è molto piccolo e le statue sono un po’ ammassate però l’occasione di fare una foto con un divo del cinema o della musica è ghiotta, se ne approfitta e basta!
Il meteo è clemente e il pomeriggio si presta a visitare la collina di Petrin. Ci si arriva con una funicolare che parte vicino alla fermata del tram Ujezd. Non dovete prendere per forza l’affollato 22 visto che ci passano anche il 6 il 9 il 12 e il 20, dipende più che altro da quale direzione arrivate.
La cremagliera che porta in cima alla collina parte con una cadenza di 10-15 minuti ed è sempre piena, basta un biglietto ordinario della metro o del tram per salire e scendere, armatevi però di pazienza e non fate come me che stavo scendendo all’unica fermata intermedia del breve percorso visto che avevo la testa fra le nuvole, aspettate Petrin!
Una volta fuori lo spettacolo è notevole, un grande parco tenuto benissimo con diverse attrazioni adatte a tutte le età. Decido di andare ( da solo visto che la mia dolce metà non ama le altezze) sulla torre Petrin. È alta circa 60 metri, fatta completamente di metallo e volutamente ricorda la Tour Eiffel, ci si sale a piedi senza ascensore, quindi affrontate l’ascesa con calma. Anche perché da qui veramente il panorama è eccezionale, si vede tutta la città nei minimi dettagli. Io sono rimasto colpito anche dal parco e dalla resa che di questo si ha dall’alto nonché dal Muro della Fame che percorre tutta la collina e che solo visto da qui rende l’idea delle sue proporzioni! Accanto alla torre c’è il Labirinto di Specchi dove non riusciamo ad entrare causa coda kilometrica e l’osservatorio astronomico, purtroppo il cielo velato di nubi ne rendono inutile la visita ma se capitate in una giornata tersa non perdetevelo!
La vacanza è ormai agli sgoccioli e con un un po’ di malinconia torniamo a “valle” a piedi per attraversare di nuovo il ponte San Carlo (in realtà ho perso il conto delle volte che lo abbiamo percorso di giorno e di sera!) un modo per salutare questa splendida città e ringraziarla per le sensazioni che ci ha permesso di provare.
10 maggio
Partenza verso le 10 per l’aeroporto sempre con il transfer organizzato dall’hotel e volo di ritorno in Italia alle 12:30, che altro dire… arrivederci Praga e a presto!