Praga 6
Il ghetto ebraico è ormai trasformato tranne però qualche piccolo angolo che resta ancora ad indicare una storia antica e tormentata, come per esempio il vecchio cimitero con le sue lapidi-lame conficcate nella poca terra disponibile dove c’è un’ atmosfera stranissima: si è in mezzo alla città ma là dentro sembra che il tempo si sia fermato e quando vi entri non senti più i rumori delle vicinissime strade, è come se fosse protetto da una magia..
c’è una leggenda legata alla peste ed al rabbino Low che è una figura fondamentale dell’ ebraismo praghese.
Si dice che una terribile peste si abbatté sulla comunità ebraica, le salme venivano seppellite nel vecchio cimitero ed in particolare i bambini venivano seppelliti su una piccola collinetta ancora chiaramente identificabile.
La notte i fantasmi dei bambini nella loro bianca veste funebre si aggiravano senza requie per il cimitero ed ogni giorno le schiere di questi piccoli fantasmi s’infoltivano per l’inarrestabile avanzare dell’ epidemia.
Agli occhi del rabbino era chiaro che era una punizione divina che si stava abbattendo sulla sua comunità ma non riusciva a capirne il motivo per cui gli venne l’idea di mandare il più zelante dei suoi studenti al cimitero con l’ordine di rubare la veste funebre ad uno dei fantasmi bambini e di portargliela.
Lo studente pieno di paura portò a termine il suo compito e, quando i tutti i bambini tornarono alle loro sepolture,colui al quale era stata rubata la veste se ne accorse ed andò alla casa del rabbino pregandolo di restituirgli la veste altrimenti non sarebbe potuto tornare a riposare in pace.
Il rabbino, con un chiaro scopo in testa, si rifiutò di farlo a meno che il bambino non gli avesse rivelato la causa della pestilenza.
Dopo strepiti e pianti strazianti il bambino cedette e rivelò al rabbino che due coppie vivevano nella lussuria e per questo Dio aveva mandato la pestilenza.
Il rabbino restituì la veste al bambino che tornò nel cimitero, punì le coppie lussuriose e la peste finì.
Visitando il cimitero verso sera quando è quasi buio, accucciandosi lungo il sentiero che permette di camminarvi, e guardando in controluce le lapidi, l’atmosfera è talmente surreale che ci si può immaginare cosa provasse lo studente durate la sua attesa. Nell’ adiacente sinagoga c’è un piccolo museo con degli oggetti straordinariamente belli(rotoli della torah,libri,paramenti sacri ed una cassetta per le elemosine fatta a forma di braccio teso…) poi al primo piano c’è una stanzetta toccante:i disegni che i bambini deportati hanno fatto in campo di concentramento, non so come dire ma in quella stanza si respira la sofferenza, la mancanza di speranza e dopo un pò diventa claustrofobica…Una sensazione intensissima che ti resta dentro.
Fra quelle mura, quelle lapidi ed attraverso i silenzi magici che vi regnano, se chiudi gli occhi puoi immaginarti i rabbini che seguendo la qabbalah creano i golem facendo giri “in avanti” attorno al corpo d’argilla ancora inanimato in attesa che, attraverso le formule magiche recitate dallo Zohar e dallo Yetziràh ed in particolare le dieci Sephirot, fuoco acqua ed aria lo portino in vita.
Il rabbino Low ha fatto un’ esegesi della qabbalah influenzato dalla circolazione nel periodo rudolfino di tanti testi alchemici. In particolare assimila la spina dorsale dell’ uomo al serpente, simbolo regale ebraico, e qui si ritrova l’intreccio con l’alchimia che prevede la polvere di basilisco come ingrediente fondamentale nelal trasformazione del piombo in oro.
Il quartere ebraico lo definirei oscuro, inquietante e molto affascinante.
La vicina piazza vecchia con la torre dell’ orologio astronomico e le guglie di santa Maria di Tyn, che di notte si illuminano di una luce surreale, sembrano uscite da una fiaba nordica appunto, quelle con la doppia anima di luce ed oscurità ma con tendenza ad evidenziare l’oscuro. Se la notte si alzano gli occhi verso le guglie gotiche illuminate di santa Maria di Tyn, non ci si meraviglierebbe se una strega vi volasse attorno e poi se mentre si osserva quel gioiello di allegoria e meccanica che è l’ orologio astronomico si pensa alla crudele ricompensa che il suo inventore ricevette, forse si può ancora vagamente intuire l’ anima ambigua della Praga di quei tempi. Il fanatismo religioso degli hussiti e la loro violenza in nome della fede stava lacerando Praga.
Il suo costruttore, secondo la leggenda, fu accecato affinché non potesse andare altrove a costruire un orologio simile.
Il castello è un capolavoro, forse un pò troppo “leccato” ma anche qui se si tenta di guardare oltre la facciata si sente qualcosa d’ impalpabile che cattura e così: la cattedrale di San Vito, che dall’ ingresso all’ abside percorre quasi 1000 anni di storia, dove è sepolto il re “pazzo” Rodolfo II che con la sua sete di conoscenza richiamò presso la sua corte scienziati e matematici di fama ma anche maghi e qualche ciarlatano, il vicolo d’oro che oggi francamente è un pò troppo “naif”,un tempo era luogo per alchimisti che lavoravano per il re pazzo e che lui costringeva a ritmi massacranti affinché riuscissero a trasformare l’ anima del mondo.
Personalmente credo che un fondo di verità ci fosse nell’ alchimia perché un qualunque alchimista serio avrebbe affermato che l’obiettivo principale era trasformare prima se stesso quindi l’idea della possibilità di una propria trasformazione mi pare vera e la condivido ma non più di questo.
Girellando per le stanze del castello finisci per affacciarti alla finestra della seconda defenestrazione da dove due cattolici colpevoli, agli occhi dei protestanti, di essere servi di uno zelante re cattolico, vennero lanciati giù e caddero su di un carro…Di letame e si salvarono facendo gridare i confratelli cattolici all’ intervento divino.
Il ponte Carlo è di una bellezza straordinaria,con le sue statue ognuna diversa e con duplice significato evidente e nascosto.
Nelle nebbiose serate invernali,quando è deserto, non è così strano immaginarsi che il fantasma del bimbo del costruttore che, dopo un patto con il diavolo riuscì a ricostruire il ponte, vi aleggi ancora.
La leggenda vuole che dopo la morte di San Giovanni Nepomuceno, gettato nella Moldava, il ponte crollò ed ogni volta che lo si ricostruiva la notte cadeva di nuovo allora un carpentiere fece un accordo con il diavolo che accettò a patto che la prima anima che lo avrebbe attraversato sarebbe stata sua.
Finito il ponte il carpentiere fece passare un gallo ma il diavolo non cadde nell’ inganno e si precipitò subito dalla moglie del carpentiere dicendole che il marito aveva avuto un incidente, lei accorse subito,traversò il ponte ed il diavolo ebbe il suo pegno.
La donna era in incinta e si dice che il fantasma del bambino ogni sera aleggiasse sul ponte starnutendo fino a che un passante d’istinto rispose “salute” e l’anima trovò pace.
Mala strana è un quartiere piacevole soprattutto uscendo dalle vie principali affollate da improbabili negozi di souvenir. La piazza, la via e la chiesa dei Maltesi sono affascinanti e ricordano quanto nei secoli Praga abbia accolto le culture più diverse. L’ isola di Kampa beh , credo che ognuno vorrebbe abitarvi per l’atmosfera da fiaba.
Appena varcato il rivolo del diavolo, così chiamato perché nei tempi lontani ci abitava una donna dal carattere terribile, c’è un parco con tigli e platani giganteschi e proprio di fronte ad uno di questi platani enormi ho assistito, a debita e rispettosa distanza, ad una scena toccante e credo molto intima: una signora era appoggiata al tronco dall’ albero con entrambe le mani e recitava una litania incomprensibile oscillando lentamente, era totalmente assorta nel suo intimo rito.
Un’ immagine insolita che mi ha colpito.
La fortezza di Vysehrad è un altro bellissimo posto, all’interno c’è un parco a strapiombo sulla Moldava che in autunno evoca atmosfere antiche.
Una particolarità : la chiesa di S. Pietro e Paolo che ha una facciata gotica e le navate interne in stile liberty…Detta così sembra un cazzotto in un occhio invece ha il suo perché: provare per credere, anche se vi delude non vi deludrà la passeggiata dentro la fortezza ed il panorama sulla moldava.
La musica è una delle tante anime di Praga, ogni sera in chiese e palazzi ci sono decine di concerti di musica classica e tutti di buon livello.
Dvorak, Smetlana, Mozart, Vivaldi, Schubert rivivono ogni sera in ambientazioni suggestive che riportano alla Praga degli antichi splendori di fine ‘800.
Viene da pensare che questa cultura della musica classica, che sicuramente ha radici antiche e che esprime la sensibilità di un popolo, sia stata negli anni bui del regime comunista uno dei pochi modi per esprimere l’identità di un popolo calpestato.
Le statue di David Cerny, sparse per la città, sono molto intriganti, provocatorie, forti insomma a me piacciono molto per l’idea che ci sta dietro, per la genialità e per l’aspetto di provocazione teso a smuovere le emozioni di chi guarda e spingere verso una prospettiva diversa anche se a volte un po’ estrema. Un’informazione: alcune sue opere saranno in mostra a Roma presso CO2Gallery dal 21/11/09 al 27/02/10 Il lungo rettangolo di piazza Venceslao ha due anime: una è quella tipica occidentale con negozi, centri commerciali insomma quell’ anima un po’ manierista, la seconda è quella della memoria storica che qui si è tragicamente radicata.
La primavera di Praga è iniziata qui con la drammatica invasione sovietica ed il sacrificio di Ian Palac ricordato da una piccola aiuola di fronte alla quale mi sono emozionato pensando a quanto può essere forte il desiderio di libertà arrivando fino alle estreme conseguenze.
Al rientro mi sono ascoltato la canzone di Guccini ed i brividi sono tornati…
Non so se riesco ad esprime ciò che ho provato a Praga pensando a quei momenti drammatici ma è come se si potesse ancora percepire la ferita profondissima inferta ad una città sempre votata alla vitalità, all’arte, alla musica, alla diversità nel suo ruolo di collegamento con l’ oriente.
Da quella terribile primavera sono passati 40 anni e 20 dalla rivoluzione morbida del novembre 1989, non è passato tanto tempo e credo che , in parte, quella ferita sanguini ancora.
Praga una città magica che vale assolutamente la pena di vedere.
Note tecniche di viaggio Volo: roma fiumicino-praga CZech Airlaines Da non perdere il prosciutto di praga servito a tranci nella piazza vecchia( non so però se le bancarelle ci sono solo sotto Natale) e le ciabelle arrotolate con zucchero e cannella Un ottimo ristorante è U Zavoje, un po’ caro rispetto alla media praghese, ma si mangia e si beve molto bene sia francese che ceco.
Per i pasti i prezzi di Mala Strana sono in genere più bassi di Stare Mesto, due indirizzi validi uno di fronte all’altro in Malteske Namesti: Cafè de Paris( evitate però la terrina di fois gras perché non merita mentre è buona la carne come la lista vini), non ricordo il nome ma ha una balena gialla nell ‘insegna ed è esattamente di fronte al cafè de paris( ottimo il pesce per es i calamari con lime e peperoncino, discreta la carta vini, insomma un buon locale) La soluzione appartamento si è rivelata migliore e più economica degli hotel. L’appartamento era in via Tynska,9 Bohemia Apatrments 59€ al giorno dignitoso,senza grosse pretese,centralissimo per cui ottimo per raggiungere i punti più importanti della città. La metro più vicina è Mustek e dista 5 minuti a piedi.
Per lo shopping due segnalazioni: fine ponte carlo lato Mala Strana c’è un negozio che vende le “donne di praga”, statuine in terracotta molto belle ed eleganti. Passando la torre e proseguendo lungo via Mosteka dopo 100m sulla destra c’è un negozio di cristallo che ha degli oggetti bellissimi, spesso unici, ma i prezzi sono alti. Fra i tanti che ho visto mi è sembrano l’unico dove eventualmente svenarsi per acquistare dell’ ottimo cristallo.
Acquistare un libricino a 4€( nel vicolo d’oro al castello c’è una libreria piccolissima ma molto interessante da vedere): Il Golem di Praga- leggende ebraiche del ghetto, Vitalis Per i concerti la scelta è variegata, io ho optato per un concerto all’ Accademia della Musica in Malostranke Namesti Palazzo Lichtenstein davanti alla chiesa di San Nicola per 400 ck ho sentito un concerto straordinario.
Da vedere(cose un po’ più nascoste): le case cubiste sparse per la città in particolare gli Atlanti cubisti verso Dusni( quartiere ebraico) il lampione cubista in Jungmannovo Namesti da dove si entra anche in un giardino francescano con una scultura con tre statue che spiccano il volo e dagli occhi vuoti… La chiesa di S.Pietro e Paolo a Vysehrad e tutta la fortezza.
Il parco di Kampa verso nord La stazione della metro Mustek: i tunnel dei treni hanno delle pareti molto particolari Il centro commerciale Rococò a metà di Venceslao lato destro salendo verso il museo nazionale, una vera chicca in stile liberty con dentro una statua… rovesciata o quasi di San Venceslao fatta dal provocatorio Cerny Da leggere/consultare prima e dopo: Mistica ebraica, G.Busi, Einaudi Qabbalah, Sholem, Einaudi Fiabe Ebraiche, E. Lowenthal, Einaudi Simboli del pensiero ebraico, G. Busi E. Lowenthal, Einaudi Kafka
Alessandro