Portugal por caso

Da Oporto all'Algarve, un Portogallo scelto per caso e girato in macchina in meno di due settimane
Scritto da: Lipperlì
portugal por caso
Partenza il: 22/07/2012
Ritorno il: 03/08/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Una vacanza particolare, tra il freddo oceano, l’ottimo pesce, le cittadine semideserte e quelle modaiole piene di surfisti.

Alla ricerca di una destinazione capace di coniugare un’appassionata di mare e un giovane giornalista poco amante della tintarella, il Portogallo è sembrato, di comune accordo, una meta perfetta. Dimenticato troppo spesso dai media e dalle agenzie turistiche, la lingua oceanica della penisola Iberica è invece nel cuore di tutti quei surfisti che adorano cavalcare (o meglio tentare di cavalcare) le onde. Premettendo che la sottoscritta non è una sportiva e che quindi questo non sarà un diario incentrato su wakeboarding, kindsurf, windsurf e chi più ne ha più ne metta, parto dagli esordi, non troppo brillanti, di questa vacanza un po’ per caso.

1° giorno

Partenza da Orio al Serio (Bergamo), biglietti acquistati a poco (all’incirca 100 euro a/r con Rayanair) e arrivo a Oporto, seconda città per importanza del Portogallo. Entrati in possesso della macchina prenotata presso la Goldcar, intraprendiamo la ricerca dell’unico albergo prenotato della vacanza. Il b&b si trova nel centro antico della città, nuovo e pulito, ci fa da subito un’ottima impressione, soprattutto perchè in due abbiamo speso per una notte solo 23 Euro a testa, cifra impensabile per il nostro paese in alta stagione. Durante la mattinata decidiamo di visitare quella che sulla guida è descritta come un reticolo di viuzze contornate da palazzi fine settecenteschi dai colori brillanti. Sarà che è estate, sarà che anche il Portogallo non gode di un’economia brillante, ma il centro storico ci lascia davvero senza parole: i famosi palazzi colorati sono sbiaditi, abbandonati e quasi tutti in vendita, le stradine ripide vicino al porto sono invase da persone poco raccomandabili e il teatro nazionale, chiuso da chissà quanto, è l’albergo dei senzatetto. Dopo un rapido caffè sull’intasatissima riva del Douro, decidiamo di tornare verso l’albergo alla ricerca di un locale dove mangiare qualcosa per cena. E’ però domenica e gran parte dei ristoranti sono chiusi. La delusione ci assale, ma non ci scoraggiamo perchè la vacanza è appena iniziata.

2°giorno

Direzione Peniche, un paesino affacciato sull’oceano, meta prediletta dei surfisti. Appena arrivati ci accolgono signore con cartelli in mano riportanti la scritta “quartos”, ovvero camere. Consapevoli della facilità di trovare alloggi sul posto non abbiamo prenotato nulla e infatti le nostre previsioni hanno trovato conferme. La cittadina è un agglomerato di casette bianche abbellite da sprazzi di azzurro e arancione, il baccalà e il rombo sono appesi fuori dagli usci in attesa della perfetta essiccazione, il porto brulica di barche e i pescatori tornano a terra perchè il mare si sta facendo grosso. Per chiunque la visita a Peniche è d’obbligo una cena di pesce soprattutto al ristorante Popular dove con solo 20 euro ho potuto degustare gamberi freschissimi, coda di rospo, merluzzo, cernia, il tutto accompagnato da contorno e vino bianco. Unica nota, per coloro che non sono mai stati in Portogallo, se vi propongono degli appetizer che voi non avete ordinato e vedete altre persone lasciarli sul tavolo senza nemmeno assaggiarli, sappiate che questi fanno parte del loro “coperto” e di solito comprendono bane, burro, olive, alici e costano all’incirca 2 o 3 euro (e se non li toccate, i camerieri li portano via e non pagate) ma può anche capitarvi, come al Popular, che vi portino le Ovas (ovaie di pesci con rispettive uova) e che voi, pensando vi stiano regalando il piatto, lo assaggiate e vi ritroviate a pagare 6 euro per un piatto che al solo ricordo mette i brividi.

3° giorno

Verso l’Algarve, da Setubal a Odeceixe. Dopo una breve sosta nei pressi di Setubal, poco distante dal sud di Lisbona, proseguiamo verso l’Algarve per raggiungere Odeceixe, un piccolo angolo di paradiso. Da Setubal (l’oceano dei dintorni è inquinato a causa delle molte industrie) ci imbarchiamo con la macchina su un traghetto che, attraccando alla penisola di Troia (una lingua di terra incontaminata dove ci ha sorpreso l’incontro con più di 20 cicogne) ci consente di raggiungere più velocemente il parco naturale della Costa Vicentina: chilometri di terra priva della traccia umana, ulivi e uno splendido suolo rosso ci accompagnano lungo il tragitto. Odeceixe è una bellissima cittadina sul confine con l’Algarve. Il fulcro del paese si trova a 2 km dal mare e tra le casette bianche una a ridosso dell’altra, nasconde ristorantini e quartos. Noi giungiamo invece sulla costa, a quella che si può definire “Odeceixe marittima”, un incanto. A ridosso di una scogliera, due,tre case, in basso, sotto una breve discesa, si apre una lingua di sabbia finissima. Il quarto giorno lo trascorriamo li, in quell’oasi battuta dal vento (forse anche un po’ troppo) e tentiamo di immergerci in acqua , tentativo purtroppo fallito!

5°- 6°- 7° giorno: Algarve, Lagos

Giungiamo finalmente nella regione più ambita dai turisti durante l’estate, la regione che ci dava la speranza di trovare un oceano un po’ più clemente, capace di farci trascorrere in acqua almeno un’oretta. Lagos è una grande città, con i suoi pregi e difetti. Ha moltissime strutture alberghiere, resort extralusso con prezzi esagerati, ma anche camere che non superano i 50 euro a notte. Probabilmente siamo stati fortunati a trovare, senza prenotazione, un posticino in alta stagione, perchè la quantità di persone in villeggiatura era veramente tanta. Un centro pieno di negozi nemmeno troppo tipici, numerosissimi ristoranti dai prezzi lievemente più alti rispetto alle località precedenti, e una marina di alta classe, danno a Lagos l’aria di una cittadina modaiola capace di offrire molti divertimenti. Oltre a una spiaggia di sabbia lunga diversi km e sottoposta al vento, nei dintorni si possono trovare diverse calette più riparate, affollate, ma ugualmente bellissime, una di queste è Baia di Doncamilo. Durante la permanenza a Lagos ci siamo spostati con la macchina per visitare Portimao, la Riccione portoghese: strutture di cemento di almeno 20 piani ospitanti migliaia di giovani inglesi e tedeschi, un resort agghiacciante si nasconde sotto quella che è l’unica perla della cittadina, la fortezza a ridosso dell’oceano. In poche parole: evitate Portimao se avete più di 16 anni. Altro piccolo spostamento ci ha condotto a Silves, un paesino dell’interno davvero carino, tipico e soprattutto fuori dalle grandi masse.

8°- 9°- 10° giorno: Algarve, Carvoeiro

A soli 30/40 km da Lagos, Carvoeiro è una cittadina che sorge intorno a una spiaggia, fulcro insieme alla piazza della vita locale. Poco nominata nelle guide, Carvoeiro merita davvero la lode, con i suoi ristorantini, le sue calette e la giusta quantità di turisti. Se si ha voglia di rimanere qui, sulle colline che circondano la lingua di sabbia, ci sono villette bianche circondate da giardini verdissimi, le quali potrete affittare anche per soli 50/60 euro a notte. Ristorante davvero meritevole è il Taste, coniuga la modernità alla tradizione semplice della cucina portoghese, in più la sangria (che in altri posti era davvero pessima) è davvero stellare.

11°-12° giorno: Lisbona

Solo per la capitale ci vorrebbe un diario a parte, mi limiterò a qualche dritta. Per muoversi nella città è indispensabile fare il ticket giornaliero poichè ogni tratta ha un prezzo specifico (due sole fermate di metro possono costare 2 euro), quindi vi ritrovereste a pagare una fortuna. Assolutamente mittleuropea, Lisbona è una capitale degna del suo nome: dalle vie del centro che portano al fiume perdetevi tra i sette colli che attorniano la baixa, salite sul tram 28 e fermatevi a godere il tramonto da uno dei tanti miraduro. La sera è Il barrio alto a dominare la scena, con i suoi tantissimi localini che dopocena offrono musica e drinks a bassissimo costo. Se avete tempo non dimenticate di vistare l’ocenario, la sola vista delle simpaticissime lontre vi ripagherà dei 16 euro del biglietto.

13° giorno: Oporto

Da dove abbiamo cominciato, concludiamo. Questa volta però la città che ci ha accolto senza troppo stupirci, ci lascia senza parole: una cena meravigliosa in un ristorantino sul Douro, pescatori instancabili sotto la luna piena, l’altra sponda del fiume con le sue fabbriche di Porto, i palazzi vuoti che oscurati dalla notte non fanno più tristezza, ma affascinano, Porto si è preso la sua rivincita. E noi, due viaggiatori dalle tante pretese, torniamo nella calda Milano, affascinati da un Portogallo scelto un po’ per caso.

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