Portogallo on the road, un viaggio tra città storiche e grandi ricette tradizionali
Spulciando i voli da Torino con costi abbordabili e orari comodi ci facciamo tentare dal volo per Porto, la seconda città del Portogallo, da cui si può partire per un tour di una decina di giorni noleggiando un’auto. Eravamo stati in Portogallo 28 anni fa con le figlie piccole in una vacanza automobilistica di quasi un mese in giro per la Penisola Iberica. Poi una quindicina di anni fa eravamo andati qualche giorno a Lisbona in inverno (clima straordinariamente gradevole) approfittando di un volo diretto da Torino della TAP (poi abolito). Per questo viaggio, tenuto conto di vari vincoli, abbiamo definito le tappe in modo da fare un percorso ad anello. Abbiamo prenotato con booking le varie sistemazioni per dormire e cercato un autonoleggio con costi ragionevoli.
Indice dei contenuti
Il tour ha toccato le seguenti località:
- Porto
- Braga
- Guimares
- Coimbra
- Monastero di Batalha
- Tomar
- Evora
- Lisbona
- Obidos
- Monastero di Alcobaça
- Nazaré
Costi
- Volo: Ryanair con trolley da cabina e zainetto ciascuno da Torino a Porto 302 € per 2 passeggero.
- Auto: cercando su vari siti la tariffa migliore trovata per un’auto tipo Fiat Panda è Klass Wagen. Il costo dell’auto è incredibilmente basso, però se non si fa l’assicurazione Kasko bloccano 1000€ sulla carta di credito. Per evitare grane prenoto il pacchetto Kasko senza franchigia a 252€. Non si deve pagare nulla anticipatamente e non si deve lasciare un numero di Carta di Credito a garanzia. Quando poi ho ritirato l’auto è stato molto caldamente consigliato di pagare circa 18 euro per il telepass. In effetti è stato comodo. Hanno bloccato 100€ per i costi autostradali. Quello che non viene speso sarà rimborsato.
- Parcheggio Ceretta a Caselle: 46€
- Hotel/B&B/Guesthouse: 780€
- Pasti, biglietti di ingresso, benzina, spese varie: circa 1000€.
Spesa totale: circa 2400€
Diario di viaggio
Venerdì 30 giugno
Il volo parte con 30’ ritardo e arriva con 30′ ritardo. Telefono a KlassWagen e nel giro di dieci minuti arriva la navetta che ci porta al parcheggio a pochi km di distanza dall’aerostazione. Pago vettura e telepass e finalmente si parte. Con il navigatore arriviamo senza difficoltà alla guesthouse “Bcharming Hotel”. Per fortuna la via in cui è situata la guesthouse ha parcheggi liberi gratuiti. In zona la sosta è prevalentemente a pagamento. Costa poco, ma ha il limite a 2 ore massimo di parcheggio. A noi è andata bene. Un turista che ha noleggiato l’auto come fa se non ha la fortuna di trovare un parcheggio libero? La stessa cosa si ripeterà circa in tutte le città. Il massimo di sosta a pagamento consentita che ho visto è 4 ore in zone periferiche. Tom, il gestore del BCharming, ci fa accomodare e ci offre una bella dose di ottimo porto di benvenuto (a stomaco vuoto) mentre ci spiega come arrivare a piedi in centro e cosa vedere. Una mezz’ora di passeggiata (o in alternativa una metro a 10 minuti a piedi). Il clima è ideale: sole e ventilato. La strada un po’ meno; salite e discese abbastanza impegnative.
Alle 15 ci fermiamo a fare uno spuntino in centro e organizzare il pomeriggio. Passeggiando per il centro storico di Porto vediamo molti cantieri stradali e tantissimi cantieri di recupero edilizio. Magari tra qualche anno sarà tutto completamente restaurato e bellissimo. Percorrendo salite e discese (è una città davvero impegnativa da girare a piedi, però se si prende la metro non si vede nulla) arriviamo alla sponda nord del Douro, il secondo fiume del Portogallo, nel pittoresco quartiere Ribeira i cui vicoletti pullulano di ristoranti, taverne, caffè. Sulla banchina lungo il fiume invece c’è una distesa di bancarelle di souvenir e prodotti artigianali.
Quanto è cambiata Porto rispetto a 28 anni fa! Riguardando le vecchie diapositive si vede che il turismo era minimo. Oggi il centro è strapieno di turisti. Attraversato il ponte di ferro Luiz I, passeggiamo lungo la sponda sud del fiume. Le barche delle cantine che producono il porto 28 anni fa facevano bella mostra di sé con le vele decorate con il logo dei vari produttori, oggi c’è parecchio vento e quindi le vele non sono issate. Peccato.
Ci riposiamo in un bar sul lungo fiume a fare merenda con pasteis de nata e porto. La quantità di porto è generosa e quindi andiamo via leggermente brilli. Si riprende il cammino alla ricerca di una trattoria portoghese. Non è facile perché il turismo ha fatto sorgere molti (troppi) ristoranti turistici. Trovata una churrasqueria che propone vari piatti tipici dell’ottima tradizione culinaria del Portogallo (tra l’altro pure a prezzi modici).
È una prassi piuttosto comune ricevere al tavolo quando ci si siede del pane e dei piattini (che poi ti trovi sul conto). In realtà se non si vogliono basta dirlo e li portano via (e ovviamente non si pagano). Tornati in camera piuttosto provati dalla stanchezza.
Sabato 1 luglio
Colazione alla pasticceria Nandinha. Economicissima e ottima. Una delle migliori paste di nata mangiate durante il nostro tour. Ci alziamo dal tavolo e lascio la fotocamera appesa alla sedia. Il cameriere si premura di darmela. Oggi per andare in centro ci affidiamo alla metro (stazione a 600 metri dalla guesthouse).
È tutto ben spiegato in portoghese. Che non è così difficile da interpretare, però una traduzione in inglese aiuterebbe. Una gentile ragazza vedendo che siamo in difficoltà ci dà una mano. Si deve comperare una tessera ricaricabile (60 cent) più il biglietto il cui prezzo varia a seconda della zona da raggiungere. Una volta che si ha la tessera poi basta ricaricarla le volte successive.
Ottenuti i biglietti bisogna prendere il treno giusto. E per questo un’altra gentile signora ci indica quello giusto da prendere (le indicazioni non sono proprio chiarissime) e quando arriviamo a Bolhao, nostra destinazione, scende anche lei e ci accompagna fino al mercato coperto. È molto curato e ci sono banchi che espongono pesce da sogno a tonnellate e prezzi bassissimi.
Nella zona di Bolhao ci sono vie con belle case restaurate. Vale la pena fare un giro a scattare foto alle facciate di alcuni edifici.
Con una breve passeggiata arriviamo alla Capela das Almas (o di Santa Caterina), del XVIII secolo, che ha le facciate esterne ricoperte da circa 16.000 piastrelle (azulejos) applicate nei primi anni del ‘900. Pare sia la chiesa più fotografata di Porto. In effetti è bellissima.
Passeggiando su e giù per le strade di Porto arriviamo davanti al Municipio che si può visitare gratuitamente in occasione della manifestazione “openhouse”. Attesa di una ventina di minuti.
Ci spostiamo poi alla Torre dos Clerigos dove c’è una lunga coda per salire sulla torre. Rinunciamo.
La guida segnala che l’atrio della stazione Sao Bento presenta belle decorazioni di azulejos nell’atrio. I 20000 azulejos che decorano l’atrio della stazione, realizzata sul sito di un vecchio monastero del XVI secolo, raccontano la storia del Portogallo. Peccato la quantità esagerata di turisti per cui non si riesce a vedere questa meraviglia con l’attenzione che meriterebbe.
Dopo un pranzo non proprio soddisfacente, andiamo alla chiesa di San Francesco, edificata nel XIV secolo e rimaneggiata nei secoli successivi. Tutte le sculture lignee sono ricoperte di foglia d’oro.
Per riposarci un po’ decidiamo di prendere il tram storico, fermo davanti alla chiesa, per andare fino alla foce del Douro. Qui c’è un bel parco ombreggiato e con una comoda passeggiata in piano si arriva a vedere l’oceano Atlantico che infrange onde molto alte contro un molo di protezione.
Ritornati con il tram giriamo un po’ per i vicoli e le strade del quartiere Ribeira capitando davanti alla vetrina della pasteleria Castro. Vuoi non approfittare? Pasteis de nata straordinarie preparate dal pasticcere dietro una vetrina così si può seguire tutto il processo di lavorazione.
Recuperate le forze saliamo alla Cattedrale. Dal piazzale si vede un bel panorama sulla città e sul fiume.
Cena in una churrasqueria molto soddisfacente e poi con la metro si torna stanchi morti in camera.
Domenica 2 luglio
Colazione superlativa da Nandinha e poi si parte per Braga, una cittadina gradevole con centro storico pedonale.
Per visitare la Cattedrale si pagano 2€. Merita davvero la visita. Interessanti i 2 grandi organi uno di fronte all’altro. Girando per le viuzze del centro storico vediamo una tavola calda che propone la bifana, un panino tipico portoghese a base di carne di maiale marinata. Noi ne prendiamo una con anche il formaggio ed è proprio buona. Partiamo per andare a vedere il Santuario di Bom Jesus do Monte.
L’interno della chiesa non presenta pregi artistici. Invece tutto l’esterno presenta curatissime aiuole fiorite e alberi ombrosi, Fa un caldo opprimente con 34 °C. Ci spostiamo a Guimares. Arrivo 14.30 al Dom José by Guestify. Meno male che è domenica perché qui il parcheggio a pagamento ha il limite di due ore.
Il check in è previsto alle 15. Proviamo a suonare il campanello e non risponde nessuno. Telefono. La ragazza che risponde mi dice che sta arrivando il suo collega che ci farà lasciare i bagagli. Dopo 10 minuti buoni ci apre un tizio, evidentemente svegliato dalla collega, che in portoghese ci dice che per la camera ci va più di un’ora, nonostante ormai manchino pochi minuti alle 15. Ci dà le chiavi della camera così almeno posiamo bagagli. La camera è spaziosa. Il letto si rivelerà un po’ scomodo e il wifi si rivelerà molto scadente. Si disconnetteva tutti i momenti.
Ci dirigiamo verso il centro storico, facendo un giro assurdo a causa dell’errata impostazione di google maps.
La Chiesa di Nossa Senhora de Oliveira è chiusa quindi la vediamo solo da fuori seduti all’ombra al bar nella piazzetta antistante. È una giornata calda e poco ventilata. Ma visto che siamo qui andiamo almeno a visitare il Palazzo dei Duchi di Bragança, un casato nobile molto importante nella storia del Portogallo.
Il costo del biglietto è 5€ (2,50 per over 65), ma non è niente di che. Spoglio con mobili banali. Poi, nonostante la calura, siamo andati ancora fino ai ruderi del castello (difensivo) diroccato e non valeva assolutamente la fatica di salire sotto il sole. Torniamo alla camera percorrendo la via corretta e in 4 min arriviamo. Doccia e poi di nuovo alla piazza storica per cena.
Lunedì 3 luglio
Dopo un’ottima colazione, che si fa perdonare il ritardo nella consegna della camera, lasciamo Guimares che ci è piaciuta per il bel centro storico
Direzione Coimbra dove arriviamo in tarda mattinata. Vicino all’appartamento Rius studios and suits. C’è un grosso parcheggio con la sbarra che costa 3 €/giorno. Lasciata l’auto andiamo a dire alla reception che siamo arrivati e che ci avvisino quando la camera sarà disponibile.
Partiamo alla scoperta della città. Sole e aria fresca. Clima perfetto.
Giruliamo per la parte bassa. Quella alta poi nel pomeriggio. Arriviamo al Monasteiro de Santa Cruz. L’interno della Chiesa è davvero pregevole. Con 4€ si possono visitare alcune parti del monastero. Soldi ben spesi. Vale proprio la pena. Ben organizzate le spiegazioni con i QrCode. Mentre ci premiamo con una ennesima pasta nata (mediocre) riceviamo il messaggio che la camera è pronta. Andiamo a sistemarci e attendiamo un paio d’ore che il sole sia meno intenso.
Poi affrontiamo la parte alta che è davvero impervia. Passiamo davanti alla vecchia cattedrale e continuiamo a salire fino ad arrivare in cima dove c’è una delle sedi dell’università di Coimbra. Un edificio storico imponente. Altro che le sedi universitarie di Torino (prima tra tutte Palazzo Nuovo). Deve esserci qualche sessione di laurea perché ci sono studenti/esse vestiti/e con camicia bianca e abito nero e mantello nero che, sotto il sole a picco, deve essere una goduria.
Andiamo a fare un giro nel giardino botanico, dove ci sono dei bei fiori di agapanto, molti alberi (senza nemmeno un cartello che dica cosa sono) e una miliardata di mosche noiosissime. Per cui torniamo all’università per visitare la Capela de San Miguel, ma bisogna fare un tour completo e non abbiamo più il tempo. Si torna in camera per darci una rinfrescata. Poi a cena alla Churrascaria Cidreira II. Posto da portoghesi. Siamo gli unici turisti. Anche qui salita piuttosto faticosa.
Bella vista su Coimbra. Un ultimo passeggio nella parte bassa e poi in camera. Il contapassi oggi segna circa 22500.
Martedì 4 luglio
Colazione al bar poi al parcheggio a prendere l’auto. Tutte le sbarre sono alzate, il gabbiotto per pagare (only cash) è chiuso per cui è inevitabile andare senza pagare. Prima tappa Monastero di Batalha via strada nazionale per vedere un po’ di paesaggio. Molti boschi di eucalipti.
Poco prima di arrivare il telefono di Franca smette di connettersi alla rete dati. Tentativi vari di farlo resuscitare falliscono. Semi-panico perché tutte le prenotazioni sono collegate a questo telefono. Decidiamo comunque di non rovinarci la visita e speriamo che qualche entità superiore sistemi i problemi tecnologici.
Entriamo a visitare il monastero. 6€ intero, 3€ over 65. È semplicemente una meraviglia. Nel frattempo il telefono resuscita. Ci rimettiamo in marcia e ci fermiamo a Fatima che richiede una minima deviazione dal percorso per Tomar, meta conclusiva di oggi. Ci sono parcheggi di dimensioni galattiche oggi gratuiti (forse è un giorno festivo portoghese) quasi completamente vuoti. Probabilmente si riempiono in occasioni speciali che richiamano folle immense.
La chiesa, dove sono sepolti i tre famosi pastorelli, è molto sobria di dimensioni tutto sommato modeste. Dopo un ottimo pranzo in un ristorante nelle vicinanze, partiamo per Tomar, città fondata dai templari. Ogni 4 anni a Luglio viene organizzata la “Festa dos Tabuleiros”, che ha le sue origini nel Culto dello Spirito Santo, iniziato nel XVI secolo.
Noi siamo capitati in mezzo ai preparativi, per cui la circolazione delle auto (e anche quella pedonale) è piuttosto difficoltosa perché molte vie sono chiuse, sensi unici, un delirio. Troviamo un posto per parcheggiare gratis senza limiti di tempo a 800 m dall’appartamento Tomar Housing.
Andiamo a piedi con non poche difficoltà. Alla guesthouse non c’è nessuno (sembra essere una abitudine diffusa). Telefono e la signora che gestisce la struttura mi dice che in pochi minuti arriva. Dopo un bel po’ ritelefono e mi dice che non riesce ad accedere causa preparativi della festa (ma non dovrebbe saperlo?). Comunque finalmente ci troviamo, scavalchiamo un blocco stradale e finalmente siamo nell’ampio monolocale. Bello, spazioso e pulito. Dopo aver sistemato le nostre cose usciamo a girare per Tomar. Ci sono centinaia di persone che decorano le vie del centro storico con magnifiche ghirlande di fiori di carta.
La giornata è molto calda e poco ventilata. Girando per il centro vedo un barbiere che taglia i capelli per 5€. Dentro non c’è nessuno, ma poco dopo arriva un ragazzo che conferma che mi taglia i capelli in pochi minuti e così accetto sperando di alleviare la canicola. È davvero bravo. Me li taglia benissimo. Peccato sia un po’ fuori mano per diventare cliente fisso.
Continuiamo a girulare e guardare quelli che lavorano (tipo pensionati nei cantieri) superando sbarramenti vari. Mancano solo trincee e cavalli di frisia.
Rientriamo in camera, con molte peripezie, per prepararci per andare a cena.
La titolare della guesthouse ci aveva suggerito di andare alla Cerveceria Fernando a poche centinaia di metri dalla casa. È pienissima. Arrivati giusto in tempo per l’ultimo tavolo libero. Ottima cena di pesce (a prezzi economici).
Quando siamo usciti c’era una coda lunghissima di gente che attendeva che si liberassero i tavoli.
Mercoledì 5 luglio
Saliamo con l’auto al Convento do Cristo, ritenuto uno dei monumenti storici ed artistici più importanti del Portogallo. Originariamente era una fortezza appartenente ai cavalieri templari costruita nel XII secolo. In seguito alla dissoluzione dell’Ordine dei templari, avvenuta nel XIV secolo, il ramo portoghese dell’ordine si trasformò nell’Ordine del Cristo.
C’è un parking a pagamento nel piazzale. Il biglietto di ingresso al convento costa 6€ (3€ over 65).
Il complesso è enorme e molte parti sono in restauro, per cui a causa dei numerosi ponteggi alcune parti non sono visibili. Quelle restaurate sono splendide. Probabilmente tra qualche anno tornerà al suo antico splendore. Di particolare pregio la Chiesa circolare (rotunda), le decorazioni e i chiostri. Terminata la visita si parte per Evora dove eravamo stati già nel 1995. Dopo circa 2h30′ siamo al parcheggio gratuito fuori dalle mura. La nostra guesthouse è dentro le mura a poche centinaia di metri. Oggi è una giornata decisamente molto calda, ma a quanto ci ha detto la proprietaria della struttura non dobbiamo lamentarci perché la settimana precedente sono arrivati a 43° e ventilazione nulla.
Partiamo per visitare la città sfruttando ogni pezzetto di ombra. Arriviamo in Praça do Giraldo, la piazza principale della città. In pieno sole, quindi ci dirigiamo subito verso la Chiesa di San Francesco, un imponente edificio terminato nei primi anni del XVI secolo. All’interno vi sono decorazioni con motivi nautici a celebrare le varie scoperte geografiche dell’epoca. Di fianco c’è un altro ingresso che conduce alla “Capela dos ossos”, costruita nel XVI secolo per iniziativa di un monaco francescano e successivamente rimaneggiata nel XVIII secolo. È un filino macabra. Infatti le pareti e le colonne che sostengono il soffitto sono “decorate” con ossa e teschi umani cementati. Si stima che il numero di scheletri umani conservati sia intorno a 5000.
Per compensare la lugubre esposizione, si sale poi ai piani superiori dove c’è una interessante esposizione di presepi artigianali (oltre 200) che arrivano da tutto il mondo. Nonostante il caldo torrido che non accenna a diminuire saliamo alla cattedrale e poi al tempio romano. Passeggiando per le vie acciottolate vediamo che Evora è decaduta rispetto a 28 anni fa, quando era diventata patrimonio UNESCO da 9 anni. Allora era curatissima, perfettamente restaurata. Oggi purtroppo si vedono muri scrostati e rovinati da scritte. Peccato.
Ci sarebbe ancora da vedere l’università, la seconda più antica del Portogallo, dopo quella di Coimbra, ma il caldo è insopportabile e la rimandiamo a domani mattina. Un baretto con dehor sotto grossi alberi ci attira di più. Cenato in una trattoria vicino a Praça do Giraldo e poi passeggiamo per le stradine acciottolate. Notiamo che c’è una forte escursione termica. Infatti la temperatura si è abbassata di molti gradi (fa quasi freddo).
Giovedì 6 luglio
Colazione insoddisfacente in un bar sotto i portici vicino a Praça do Giraldo. Poi saliamo per visitare l’università. Apre alle 9.30. Biglietto 3€. La facciata del secolo XVI è bella ma si vede anche senza comprare il biglietto che serve per vedere le aule. Belle. Hanno tutte le pareti ricoperte di azulejos con soggetti diversi a seconda della materia che si studia nell’aula. Però vista una viste due viste tre sono tutte più o meno uguali. Inoltre ci sono banchi accatastati malamente. Sarebbe meglio che allestissero per bene qualche aula con un cartello esplicativo. Così non vale molto la pena.
Si parte per Sintra. Obiettivo visita al Palácio da Pena. Il viaggio, in prevalenza autostradale, è lungo e noioso. Arrivati a pochi km dalla meta c’è una coda lunga e ferma a tratti su una strada stretta, a curve e impervia. Troviamo parcheggio e chiediamo informazioni per i biglietti. Risposta: c’è la macchinetta. L’accesso al sito è contingentato e i primi posti liberi sono dopo due ore e c’è da fare una salita a piedi abbastanza impegnativa (almeno mezz’ora ci dice il guardiano).
Valutiamo pro e contro e decidiamo di dedicare la mezza giornata a visitare Sintra e lasciamo perdere il Palácio da Pena. Scendiamo alla guesthouse Comfy Sintra. Alla reception non c’è nessuno. In giro c’è una cameriera che dice in portoghese che il check in è alle 15. Andiamo a mangiare qualcosa. Con la lentezza di servizio (standard) arrivano le15. Alla reception non c’è nessuno. Ce ne andiamo in città. Verso le 15:45 telefono e non risponde nessuno. Ogni 10’ provo a chiamare e finalmente la 5° volta risponde e gli faccio presente che mettere il cartello col numero da chiamare se poi non si risponde non aiuta i clienti. Pessimo comportamento.
Giriamo per centro storico di Sintra. Anche questa cittadina ha delle salite ripidissime. C’è moltissima gente. Arriviamo alla Quinta da Regaleira, una tenuta (in portoghese: quinta) di 4 ettari con palazzo, giardini e grotte costruita – nella veste attuale – tra il 1904 ed il 1910. Biglietto di ingresso11€ adulti, 6€ over 65. Una delle curiosità è il pozzo iniziatico, costituito da una scala a spirale di nove piani, dalla quale si scende fino a 30 metri di profondità. Il luogo si ispira ai gironi della “Divina Commedia”. In fondo al pozzo, è scolpita la croce dei Templari.
Il parco è davvero immenso e va bene per passare qualche ora al fresco. Il castello di inizio ‘900 non mi è piaciuto. È arredato in tonalità scure che ho trovato pesanti e un po’ opprimenti. Mi è piaciuta, invece, la cappella. Alle 18.30 siamo alla guesthouse per il check in e poi sfatti ci sistemiamo in camera. Spaziosa, pulita con letto comodo e deumidificatore (Sintra è umdissima).
Ceniamo vicino alla guesthouse. La cosa migliore della giornata.
Venerdì 7 luglio
Colazione buona.
Trasferimento a Lisbona puntando direttamente alla Torre di Belem. Ci sono ampi parcheggi gratuiti con parcheggiatore abusivo. Andiamo al Mosteiro dos Jerónimos dove, sotto il sole a picco, ci sono due code lunghissime che confluiscono verso l’ingresso. Dopo 15 minuti la coda non avanza nemmeno di un centimetro. O passiamo almeno due ore in coda sotto il sole o andiamo a visitare altro in città. Optiamo per la seconda e ci avviamo in auto verso Praça do Comercio dove c’è un grande cantiere stradale. Giretto sotto i portici e nelle strade laterali poi andiamo all’hotel Neya Lisbona.
Il parcheggio in strada costa 1.20 €/h con il limite di tempo di 4 ore. Però oggi è venerdì e basta arrivare alle 19 perché dal sabato è gratuito senza limiti di tempo. Comperiamo l’abbonamento 24h della metro che include anche i vari ascensori di Lisbona. Andiamo subito a Rossio e da lì prendiamo verso il Barrio alto. La coda all’Elevador de Santa Justa, l’ascensore storico, è modesta, ma aspettiamo comunque 40 minuti (a piedi avremmo fatto molto più in fretta).
Tornando sotto a piedi transitiamo davanti alla Pasteleria Castro (quella di Porto) e ci sentiamo in obbligo di confrontare le “nate” di Lisbona con quelle di Porto. Direi ugualmente eccellenti. Una delle attrazioni di Lisbona è il tram storico. Ce ne sono due. Il 12 e il 28. Chiediamo informazioni, troviamo la fermata ma dopo mezz’ora siamo ancora lì che aspettiamo. Sta diventando tardi, ci scade il parcheggio (e i controllori sono parecchi). Quindi rientriamo in hotel con la metro.
Poi cena di pesce strepitosa da Baia do Peixe in Campo Pequeno dove c’è l’arena delle corride portoghesi
Sabato 8 luglio
L’idea è di alzarci presto, andare con la metro a fare colazione da A Brasileira e poi all’appuntamento con il free tour a piedi (in italiano) che parte da Restauradores. Arrivati alla stazione vicina all’hotel troviamo il cartello “stazione temporaneamente chiusa” (perché non è dato a sapere). Andiamo a quella successiva (è nuvoloso e non fa caldo). Chiusa pure quella. Cerchiamo di capire se c’è un bus ma non troviamo nulla.
Passa il tram giallo storico 28 quasi vuoto e approfittiamo dell’inaspettata occasione. Tra l’altro dopo aver fatto un lungo giro in salita e discesa per le strette stradine di Lisbona ferma proprio davanti al caffé “A Brasileira”. Che fortuna!
Due paste nata (meno buone di quelle di Castro) e 2 caffè espresso “solo” 9.20€. Non proprio prezzi popolari, però è bellissimo. Mentre ci muoviamo per andare al free tour passa l’altro tram storico, il 12, che fa capolinea a poche centinaia di metri da Restauradores. E ci facciamo un giro pure su questo. Al free tour ci attende Martina, una ragazza italiana che da anni vive a Lisbona (e si trova benissimo). Presentiamo il voucher della prenotazione e alle 10.35 il gruppo di 30 persone parte e il tour durerà circa 3 ore. Martina si capisce subito che è molto ben preparata e chiara nell’esposizione.
Restauradores è la piazza realizzata per commemorare la liberazione del Portogallo dal dominio spagnolo avvenuta nel 1640. Martina fa notare che la pavimentazione della piazza presenta in un angolo una caravella stilizzata protetta da due corvi. Stazione Ferroviaria Rossio da cui partono i treni per Sintra. La facciata di fine ‘800 ha decorazioni che si ispirano allo stile portoghese del XVI secolo,.
Chiesa maledetta di Sao Domingo del XIII secolo. In questa chiesa nel 1506 iniziò il massacro degli ebrei della città. Nel 1531 la Chiesa fu danneggiata dal terremoto. Poi di nuovo nel 1755 il grande terremoto di Lisbona ha fatto danni molto ingenti. Infine nel 1959 è stata quasi distrutta da un incendio. È stato deciso di non restaurarla e di limitarsi a dipingere di rosso pareti e volta. È abbastanza inquietante.
Il giro prosegue all’Elevador de Santa Justa dove c’è un murales fatto con immondizia dall’artista Bordalo II (in via Bidone a Torino c’è un suo murales fatto con immondizie che rappresenta un orso)
Saliti a piedi al Convento do Carmo dove c’è la terrazza a cui arriva l’ascensore e da cui si vede il panorama di Lisbona.
Torniamo a Chiado, dove ci sono statue di poeti portoghesi famosi. La statua principale è dedicata a Luís De Camões, vicino ad A Brasileira c’è la statua in bronzo di António Ribeiro, conosciuto come O Chiado e proprio di fianco al caffé la famosa statua di Fernando Pessoa.
Scendendo vediamo la libreria Bertrand, la più antica del mondo ancora in funzione. Espone il riconoscimento del Guinness dei primati per i suoi 283 anni di vita. Fu aperta nel 1732 dai fratelli Bertrand nel quartiere Chiado di Lisbona.
Il tour finisce a Praça do Commercio. Stanchi ma soddisfatti. La “mancia” per Martina direi che è stata piuttosto consistente. A occhio abbiamo messo tutti 10€ a testa che fa 300€ circa.
Mangiamo qualcosa alla veloce poi cerchiamo un bus ma non si capisce dove fermi e torniamo in hotel con la metro dopo aver vagato un po’ a vuoto. Dopo esserci un po’ riposati e rinfrescati andiamo con l’auto a Cabo da Roca, il punto più occidentale dell’Europa continentale. Il panorama è semplicemente spettacolare! Per chiudere in bellezza il soggiorno a Lisbona puntiamo il navigatore verso il ristorante Baia do Peixe visto che ieri sera ci ha davvero soddisfatti e ci rifacciamo il menu crostacei e molluschi da 32.90€ all you can eat.
Satolli e soddisfatti torniamo in hotel per la penultima notte.
Domenica 9 luglio
Colazione minimale in una pasteleria vicina all’hotel e poi si parte per Obidos, una bella cittadina fortificata storicamente di proprietà della regina del Portogallo. Si entra dalla Porta da Vila che presenta una bella decorazione di azulejos che rappresentano la passione di Cristo. Con una scalinata piuttosto impegnativa si arriva sulle mura che si possono percorrere abbastanza agevolmente anche se dal lato interno il camminamento non ha alcuna protezione e in certi punti il salto è di 4-5 metri.
Passeggiando per la via principale assaggiamo la ginjinha, un liquore di ciliegie (a bassa gradazione) che viene servito in uno scodellino di cioccolato fondente. Potremmo definirlo un ” Mon Cheri destrutturato”.
Passeggiare per Obidos è molto rilassante, ma ci aspetta un’altro dei Monumenti imperdibili del Portogallo: il Monastero di Alcobaça, fondato nel 1153 per commemorare la vittoria sui Mori a Santarém nel marzo del 1147. Il terremoto del 1755 danneggiò parte della sagrestia e distrusse alcuni edifici minori. I danni maggiori vennero però causati dall’invasione delle truppe francesi nel 1800 che saccheggiarono la biblioteca, depredarono le tombe e rubarono o bruciarono parte delle decorazioni della chiesa. Qui si trovano collocati l’uno di fronte all’altro i tumuli di Dom Pedro I (1357-67) e Dona Inês. Due capolavori della scultura medievale. Oltre alla Chiesa si visitano anche ii Refettorio, il Dormitorio, la Sala Capitolare, il Chiostro, la Cucina con un camino di dimensioni impressionanti e la Sala dei Re.
A pochi km c’è Nazaré, rinomata per le sue spiagge. Il fronte mare è una lunga fila di piccoli condomini sotto i quali ci sono bar, ristoranti, negozi turistici uno dietro l’altro. Il sole picchia, ma il forte vento molto fresco dell’Atlantico rende sopportabile stare al sole.
Stiamo un paio d’ore a prendere il sole e poi partiamo alla volta di Coimbra, per essere domani, giorno del ritorno, abbastanza vicini a Porto. Abbiamo così anche la possibilità di visitare l’università che non avevamo visto il 3 luglio. Il percorso di visita con 4 siti costa 13.50€ (11€ over 65). L’Istituto di chimica espone una serie di strumenti antichi e moderni. Una visita che si apprezza se si è appassionati della materia. Gli ingressi alla Biblioteca Joanina sono contingentati, per cui quando si compera il biglietto è imposto l’orario di visita.
È stata costruita tra il 1717 e il 1728 ed è considerata una delle biblioteche barocche più ricche d’Europa. L’unica cosa davvero straordinaria sono le 3 sale però: non è consentito fare foto nemmeno col cellulare e questo è un vero sopruso visto il costo del biglietto e dopo 10 minuti ti cacciano senza troppe cerimonie. Per sapere qualcosa della biblioteca sono a disposizione dei fogli plastificati da leggere (ci sono anche in italiano). Curiosità: nella biblioteca vive una colonia di pipistrelli che nutrendosi di insetti evita la proliferazione di larve che potrebbero danneggiare la carta degli antichi libri. Però c’è un effetto collaterale, e cioè gli escrementi. Quindi gli antichi tavoli di legno vengono coperti ogni sera con teli di cuoio per proteggerli.
Successivamente entriamo nella Capela de San Miguel, costruita nel 1517 per sostituire un antico oratorio privato medievale. Una meraviglia. Qui è consentito scattare foto (senza flash).
Infine visitiamo l’ex Palazzo Reale (ora Paço das Escolas) dove l’ex sala del trono è oggi usata per le cerimonie universitarie.
Lunedì 10 luglio
Dopo colazione si caricano i bagagli in macchina e si parte per Porto. Arrivati da KlassWagen, avendo stipulato l’assicurazione Kasko, la procedura di restituzione dell’auto è stata senza intoppi e rapida. Con lo shuttle ci portano in aeroporto. Controllo bagagli abbastanza rapido nonostante la quantità di passeggeri. Il volo parte e arriva in perfetto orario. All’uscita la navetta del parcheggio ha appena scaricato passeggeri in partenza, per cui la prendiamo al volo senza attese. Abbiamo lasciato un clima gradevole fresco e ventilato e ci ritroviamo dopo nemmeno tre ore con un clima caldo umido tipo sud est asiatico.