Portogallo on the road in van: 600 chilometri alla scoperta della “Porta d’Europa”

Scritto da: Taga
portogallo on the road in van: 600 chilometri alla scoperta della porta d'europa

Per il nostro viaggio in Portogallo on the road abbiamo noleggiato un van, un Peugeot J5 del ’94, tramite l’app Yescapa. C’erano van ben più moderni e attrezzati, ma noi decidiamo fin da subito che dev’essere un’avventura unica e poi Federico non vedeva l’ora di guidare un Ducato prima serie con cambio al volante! Diciamo che non è nemmeno la soluzione più economica, ma è la nostra prima vacanza insieme e vogliamo viverla così. Il prezzo totale è di 426 euro per quattro giorni inclusi 200 km al giorno, assicurazione integrale e secondo conducente. Volo Ryanair da Torino a Porto 190 euro totale per due andata e ritorno (incluso solo bagaglio a mano piccolo). 

Diario di viaggio in Portogallo on the road

Giorno 1. Porto e dintorni 

Sbarchiamo a Porto verso mezzogiorno, con la metro ci dirigiamo in centro e cerchiamo subito qualcosa di buono al mercato centrale, le prime pastel de bacalhau della vacanza le mangiamo qui tra i banchi di un coloratissimo mercado. Saliamo poi al piano di sopra per sederci in un vero ristorante dove io ordino un ottimo bacalhau a bras e lui un baccala fritto e una zuppa con i fagioli, con 24 euro abbiamo pranzato. Ovviamente per concludere due pastel de nata (da qui inizierà la nostra degustazione alla ricerca dei più buoni). Soddisfatti, ci avviamo a ritirare il nostro van: Mr. Peanut. Conosciamo i proprietari Renato e Sam, che ci illustrano tutto per bene, registriamo le ultime formalità e siamo pronti a partire davvero per la nostra avventura. Usciamo da Porto direzione sud, breve tappa al supermercato per prendere qualcosa per cena e colazione del giorno dopo. Al tramonto siamo a Praia da costa nova, dove decidiamo di fermarci completamente privi di servizi, poichè i bagni pubblici sono chiusi, davanti a noi una distesa di dune sabbiose attraversate per km da una passerella in legno e l’oceano…Facciamo due passi per Bairro dos pescadores e ci prepariamo una pasta senza lode e senza infamia, accompagnata da una birretta.  

A nanna presto, per svegliarsi presto…. o meglio, io dormo poco mentre Fede taglia legna a tutto andare. Comunque non poteva esserci buongiorno migliore che una passeggiata tra le dune all’alba. 

Giorno 2. Aveiro e Figueira Da Foz 

Un buon caffè della moka (buono si fa per dire) e andiamo a visitare la vicina Aveiro, cosiddetta Venezia del Portogallo, perchè attraversata da un canale dove notiamo subito che ci hanno copiato le gondole! Ma queste sono a motore chiaramente. Seconda colazione d’obbligo con pastel de nata. Dopo la visita della città ripartiamo percorrendo una bellissima strada nella foresta di eucalipti, fino ad arrivare di nuovo sul mare a Gafanha da Boa Hora, dove pranziamo nuovamente con la pasta. 

Percorriamo la strada florestal n.1, un infinito rettilineo con pista ciclabile ai lati e dossi ogni 500 metri, 30 km davvero suggestivi ma interminabili. Giungiamo a Figueira da Foz dove troviamo un’area di sosta con altri camper e bagni pubblici dove possiamo farci la doccia calda per la modica cifra di 1,50 euro a testa. Servizi molto puliti e personale gentilissimo. 

Stasera il tramonto lo ammiriamo dal faro in fondo al molo, i pescherecci rientrano in porto e un delfino saluta, molto romantico. Figueira Da Foz è una cittadina fin troppo caotica, cerchiamo una trattoria tipica ma abbiamo paura di imbatterci in trappole per turisti, ripieghiamo su un hamburgeria, e ci strafoghiamo un po’ spendendo 50 euro però era tutto molto buono. 

Giorno 3. Peniche e Nazaré

Colazione in Van e si parte verso il punto più a sud del nostro viaggio, la penisola di Peniche, qui il vento si fa sentire davvero. La meta vera sarebbe la più nota Nazaré, ma guardando a caso la cartina mi ispirava scendere fino qui e abbiamo fatto decisamente bene. Le scogliere di Cabo Carvoeiro ci lasciano a bocca aperta, le onde hanno scolpito le rocce in un modo davvero unico.  

Parcheggiamo sotto al forte di Peniche. Pranziamo nel van con un’ottima minestra pronta, che è stata una vera scoperta al supermercato, tanto che la prendiamo per due volte di fila, una scaldata e via. Un caffè espresso in un baretto dove ci sentiamo a casa, perchè la proprietaria sembra ligure dal muso che ha e ci fa sentire tutto il suo astio con una passata di spugna sporca sul bancone, fantastica!!  Ormai pochi km ci separano da Nazaré, un posto che ho sognato di vedere per tanto tempo, e finalmente sono qui. Un lungomare stupendo con spiaggia immensa, sovrastata dal promontorio dove si può salire via strada o con la funicolare (che chiaramente proveremo). 

Nazaré è molto turistica rispetto agli altri posti che abbiamo visitato, ma davvero molto bella, passeggiamo fino al faro, che è accessibile con solo 2 euro e al cui interno si trova il museo del surfista. La vista da qui è spettacolare, anche se non abbiamo potuto ammirare le famose onde giganti, ci siamo goduti un ventosissimo tramonto mozzafiato.  Girovagando tra le vie, studiamo un po’ i locali e scegliamo un ristorantino che ha l’aria di trattoria a gestione familiare e infatti non ci deluderà, qui gustiamo la cena migliore della vacanza, per iniziare una zuppetta di pesce e poi uno spiedone di calamari e gamberi per me e calamari grigliati per Fede, contorno, vino e caffè, tutto ottimo (abbiamo speso 47 euro). Ah, ricordate in Portogallo il coperto non è una tassa obbligatoria come in Italia, ma a inizio pasto vengono proposti stuzzichini come pane, olive, burro e patè, che vengono pagati solo se consumati. 

Giorno 4. Pateira de Fermentelos 

Lasciamo Nazaré, per tornare verso nord, percorrendo stavolta la strada atlantica. Facciamo una tappa ad Agueda, che però non ci entusiasma. Pranzetto nel van, passeggiata e nel pomeriggio ci spostiamo alla Pateira de Fermentelos, il più grande lago naturale della penisola iberica. Qui godiamo del più bel tramonto della vacanza e di quella pace che solo i laghi sanno trasmettere.   La serata si preannuncia molto fredda, dall’Italia ci giunge notizia di nevicate sparse. Cerchiamo un posticino tranquillo dove passare la notte e optiamo per un parcheggio vicino al miradouro di Fermentelos. Ci sono pochi locali aperti, ma leggiamo delle buone recensioni del ristorante O Lampiao e decidiamo di provare: purtroppo ci va male, intanto fa freddo anche all’interno nonostante il braciere, io credo di ordinare le costine invece mi arrivano due fettine di carne con contorno di riso scotto, Fede prende i calamari, ma sono una suola… spendiamo 36 euro e si guadagnano una brutta recensione. Le temperature sono scese e ci facciamo una bella tisana calda in van prima di dormire, ben coperti con tanto di maglia termica e cappello la notte passa alla grande. 

Giorno 5. Ritorno a Porto 

Dopo aver sbrinato per bene Mr. Peanut, facciamo colazione in pasticceria con degli ottimi pastel de nata, e al calduccio e ci mettiamo in marcia direzione Porto. Per pranzo, vogliamo stare ancora una volta sulla spiaggia e andiamo nella riserva naturale di Sao Jacinto, qui troviamo diversi pescatori di molluschi col loro rastrello. Nel Bairro dos pescadores andiamo per mangiare appunto pesce, ma un simpaticissimo ristoratore ci informa che è finito e ha solo carne, quindi decide lui per noi cosa dobbiamo mangiare e ci porta una zuppetta come antipasto e poi carne e patatine fritte e riso come contorno, ma oggi è tutto più che buono e il prezzo ottimo: 20 euro.  

L’ora di riconsegnare Peanut purtroppo si avvicina e ci dirigiamo verso la città, felici però di avere presto una stanza vera con una doccia calda tutta per noi. Lungo la strada ci colpisce la presenza di numerosissimi nidi di cicogne sui pali della luce.  Ritroviamo Renato e Sam, breve resoconto del viaggio, controllo del mezzo, ci rendono la caparra e siamo liberi di visitare Porto in tutto il suo splendore, le vie del centro già illuminato per natale, i murales, il ponte Luis I. Vediamo le numerose cantine lungo il fiume, ma su internet risultano tutte chiuse la sera.  

Per cena la missione è Francesinha! Girando a caso per il Bolhau ci troviamo davanti a tre locali attaccati che fanno tutti questa specialità, pieno di gente, decidiamo un po’ trainati da quello dove c’è meno coda e da Casa Guedes troviamo un’ ottima Francesinha davvero, il locale è stracolmo quindi si attende un po’, personale molto gentile. Terminiamo con un bis di pastel de nata ustionanti da Manteigaria ( è una catena, ma siamo daccordo sull’eleggerli i migliori). 

Giorno 6. Rientro in Italia

La vacanza giunge al termine e piove finemente. Dopo una lauta colazione, lasciamo la nostra camera al 100 contos, b&b centralissimo, molto carino ed accogliente, pagato 60 euro in due.  Nella mattinata facciamo un giro sul tram storico della linea numero 1 lungo il fiume, il biglietto si fa a bordo 5 euro solo andata, 8 andata e ritorno. Gli ultimi acquisti di souvenir, un boccone al volo e si è fatta l’ora di dirigersi verso l’aeroporto. Ci aspetta un altro viaggio aereo-bus-treno prima di arrivare a casa in tarda serata.   La stanchezza è accompagnata dalla nostalgia del ritorno, ma siamo strafelici dell’esperienza fatta e dei luoghi meravigliosi scoperti. Alla prossima avventura! 

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