Portogallo meravilhoso di ma non in Agosto

Ebbene sì. L’euforia degli europei di calcio ha contagiato anche me. Forse è proprio il momento giusto per raccontarvi il nostro viaggio in Portogallo la scorsa estate, una delle estati più calde e secche degli ultimi anni, da boccheggiare lunghi e tirati per terra! Sbarcati a Faro con altre centinaia di tedeschi (la TUI ci ha portato da...
portogallo meravilhoso di ma non in agosto
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Ebbene sì. L’euforia degli europei di calcio ha contagiato anche me. Forse è proprio il momento giusto per raccontarvi il nostro viaggio in Portogallo la scorsa estate, una delle estati più calde e secche degli ultimi anni, da boccheggiare lunghi e tirati per terra! Sbarcati a Faro con altre centinaia di tedeschi (la TUI ci ha portato da Düsseldorf direttamente alla capitale dell’Algarve), ci mettiamo subito in coda sotto il sole cocente per ritirare il nostro mezzo di trasporto che ci condurrà nel nostro “Portugal tour”: una Clio grigio metallizzato piuttosto nuova. Meno male. E via! Subito alla ricerca di un luogo meno turistico sulla costa (difficile, molto difficile) per goderci la prima serata portoghese. Olhão ci accoglie con la sua simpatia di tranquilla cittadina di mare addobbata dai classici ristorantini di pesce e coni gelati leccati con avidità lungo la passeggiata marina. Prime impressioni dopo una buona cena a base di sardinhas asadas, olive e vino locale: “Il Portogallo è un mix di Messico, Brasile, Italia…O forse Napoli”- dice Jens. Poi concordiamo nella simpatia della gente locale e sulla difficoltà della lingua portoghese, fortuna che con un po’ d’italiano e spagnolo ci si fa capire! La prima notte ci anticipa, purtroppo, quello che sarà la norma nelle pensioni lungo la via: caldo mostruoso, materassi duri come pietre, letti formato mini (fortuna che nessuno di noi due può definirsi una stanga…) e rumori della strada fino a notte fonda…Ringraziamo di aver portato una tenda da campeggio, in alternativa alle stanze rumorose! La voglia di mare c’induce a trascorrere qualche giorno nella famosa regione dell’ Algarve, la spettacolare costa Sud del Portogallo. E come tutte le coste famose che si rispettino (vedi Costa Azzurra, Costa Brava, Costa Ligure, Costa Romagnola, ecc.), al posto della spiaggia il paesaggio è caratterizzato da un ammasso di ombrelloni colorati, bambini che corrono dappertutto inseguiti da genitori, palline da beach tennis che ti sfiorano le orecchie, radio a palla, pance oleate al sole e occhi indiscreti. Per la cronaca: il peggio del peggio è Praia de Rocha, non lontano da Portimão, una lingua di sabbia bianca stracolma di bagnati e sovrastata da palazzoni, albergoni e mega insegne turistiche senza nessun amore per la bellezza e per il paesaggio circostante. Peccato. Alla Praia do Barril, così come all’Ilha de Tavira, invece, se si fa un po’ di slalom per circa mezz’oretta, si può arrivare a distese di sabbia deserte col solo rumore dell’oceano. Notevole bellezza selvaggia. A proposito di Tavira, la cittadina dal ponte romano, non è affatto male; il Castelo dal bel giardino botanico trova la sua ragione d’esistere al tramonto, quando il caldo non è così soffocante e i colori che risplendono sulla cittadina d’abbasso si fanno tenui e romantici. Per allontanarci dal caldo -e dalla folla- decidiamo di passare qualche giorno in altura a Monchique, dove troviamo esattamente quello che stiamo cercando: fresco, tranquillità e pochissimi turisti. Per festeggiare ci concediamo un ottimo pollo piri-piri con magnifica vista sulla vallata e mendronho, una sorta di grappa di produzione locale, che ci aiuta a digerire (perfetto). Rigenerati, ci mettiamo nuovamente in viaggio verso la punta occidentale più estrema del Portogallo e d’Europa: Capo de São Vincente. Il “campismo Ingrina” non lontano da Sagres sarà la nostra prima esperienza, decisamente positiva, di campeggio portoghese. Il posto è fantastico, quasi dimenticato da Dio. Non aspettatevi super-campeggi stile Croazia o Stai Uniti: qui all’Ingrina ci si accampa in modo selvaggio, si va in bagno tra le migliaia di api, si mangia al lume di candela. Fantastico. Per arrivare in spiaggia si può percorrere un sentiero in mezzo ad arbusti simili a rododendri o avventurarsi nella strada sterrata, utile se ci si vuole avvicinare a sentieri che portano più lontano, a solitarie baie da acque cristalline e tranquillità. Finalmente! Peccato che l’acqua del mare sia decisamente gelida e che solo un vero crucco come Jens possa sguazzarci dentro come se niente fosse. Io mi abbrustolisco al sole e ogni tanto mi bagno con la mano per rinfrescarmi dai 39 gradi. Tutta la costa che va da Lagos a Capo São Vincente è spettacolare e merita di essere percorsa con le dovute tappe, tra cui la maestosa Fortaleza de Sagres e le scogliere mozzafiato del Capo (al tramonto, quando i rossi raggi solari danzano con la fitta umidità proveniente dal mare, è decisamente un’esperienza da non perdere). Portatevi una birra Cintra o Super Bock e vi godrete lo spettacolo al meglio! Lasciamo a malincuore Ingrina per percorrere la costa atlantica in direzione Lisbona. Anche in questo caso decidiamo di campeggiare e cucinare usando le ottime risorse locali: pesce, verdura, formaggi, olive e, naturalmente vino. A Zambujera do Mar ci becchiamo una marea di teen-ager carichi d’energia (e pertanto propensi al casino più totale) affluiti in massa per assistere ad un Festival musicale rock -Tipo Jammin’ Festival italiano- e ad Odexeice un vento oceanico solo piacevole ai surfisti. Ovviamente l’acqua è gelida, quindi niente tuffi in mare tra le onde (Jens ovviamente ci sguazza, eccome, rompendo persino il body board acquistato di recente). Sigh. Bene, è giunta l’ora di raggiungere la tanto desiderata Lisbona, che avrebbe dovuto essere il mio trampolino di lancio per il Giro del Mondo intrapreso tre anni fa, ma poi sostituito con un volo diretto Milano-Londra-Bangkok (e terminato, per i curiosi, in Germania!!). Un terribile intasamento autostradale ci porta a deviare per stradine interne al Paese, tra intere piantagioni d’alberi da sughero carbonizzati dai recenti incendi e paesaggi illibati dai colori di un’estate arida e infuocata. I 42 gradi centigradi di Grandola, sono troppi anche per me, amante del caldo. Nel tardo pomeriggio, finalmente, percorriamo i 18 chilometri dello spettacolare gioiello architettonico “Ponte do Vasco da Gama” che ci immettono nel caotico via-vai della Capitale. Mi sento elettrizzata. Che città Lisboa…Viva, calda, esuberante, palpitante, rumorosa, vecchia, nuova…Semplicemente meravigliosa! In tre giorni e tre notti cerchiamo di goderci il più possibile di questa incredibile metropoli. La veduta dal Castello di San Jorge, i mitici elevadores (ascensori), le storiche piazze cittadine, l’Oceañario, la Torre di Belem e naturalmente il Barrio Alto, il vecchio quartiere del fado e del divertimento notturno. Non con poca difficoltà riusciamo ad introdurci in un piccolissimo e fumoso locale, uno dei pochi senza menù turistico all inclusive (fado+cena tipica), per assistere a diverse interpretazioni del fado portoghese, la più spettacolare della quale cantata da un’ingioiellata ottantenne dalle labbra colorate di rosso e dalla voce ancora suadente. Saudade! Per riprenderci dalle fatiche e dai miriadi d’ impulsi di Lisbona, cerchiamo quiete a Cascais e Praia do Guincho, molto bella e suggestiva, ma molto ventosa (non per altro la chiamano “windsurfer paradise”). Troppo ventosa. Per questo decidiamo di ripartire per il nostro Cultour che ci porterà dalla meravigliosa e colorata Sintra, patrimonio dell’Unesco, e il suggestivo Castelo de los Moros ai luoghi simbolo di un Portogallo terra di conquista e conquistadores: Castelo de Vide, Marvão, Elvas ed Evora. Sono le cittadine fortificate all’interno del Paese, vicino al confine con la Spagna. Decisamente spettacolare, con il suo imponente acquedotto romano, è Elvas, che consiglio vivamente a tutti gli appassionati di storia, conquiste e rivoluzioni. Evora, capitale dell’Alentejo, è un gioiellino di eleganza storica e pertanto va assolutamente inserita nell’itinerario di viaggio!!!! 4 giorni di scarpinate sotto il sole cocente, scatti fotografici spettacolari e chilometri macinati con l’inarrestabile Clio, ci danno la benedizione per terminare il nostro viaggio in terra portoghese in uno dei nostri luoghi favoriti: Campismo Ingrina, vicino a Sagres. Ultimi giorni di mare accompagnati da squisito queso, piccante chorizo e deliziosa pasta di sardine, il tutto abbondantemente innaffiato da ottimo viño! Portogal olé!


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