Portogallo meravigliosa scoperta
Abbiamo percorso circa 1600 km.
Abbiamo visitato Lisbona, Sintra, Nazaré, Alcobaca, Fatima, Leiria, Obidos, Cascais, e trascorso alcuni giorni sulle spiagge dell’Algarve.
13/08/2009 Lisbona Partiti da Venezia, dopo due ore e mezza di volo, atterriamo senza problemi all’aereoporto di Lisbona. Per arrivare al nostro albergo, il Tiara Hotel prenotato via internet dall’Italia, decidiamo di prendere un taxi, che con poco piú di 12 euro ci porta a destinazione (circa 20 minuti di tragitto). Durante tutta la nostra permanenza a Lisbona ci siamo sempre mossi in taxi: ce ne sono tantissimi, e costano davvero poco: per noi era la soluzione piú economica oltre che la piú pratica – una corsa in taxi costava meno di quattro biglietti dei mezzi pubblici.
Lasciati i bagagli nelle nostre stanze, usciamo subito in esplorazione. Dopo una camminata di una ventina di minuti lungo la Avenida de Libertade ci troviamo per caso alla fermata dell’Ascensor de Gloria, col quale raggiungiamo il quartiere Rossio. Ci aggiriamo tra i viottoli ammirando le case decorate dagli azuleios, facciamo una sosta rigenerante per l’aperitivo e poi scegliamo di cenare alla Cervejaria de Trinidade dove inauguriamo formalmente la nostra avventura portoghese con una cena a base di granchio dell’Atlantico, bacalhau e Açorda de Mariscos (un piatto a base di pane raffermo, molluschi, baccalà, olio, aglio e uova mescolate a crudo al tavolo prima di servire il piatto…) talmente pesante e abbondante che non riusciamo a finire… Per circa 25€ a testa! Usciamo dal ristorante verso le 11, e osserviamo incuriositi la lunga fila di persone in attesa di un posto a sedere; contrariamente a quanto avevamo letto, gli orari dei pasti, a Lisbona almeno, sono estremamente elastici: noi cenavamo normalmente verso le 9, ma non di rado abbiamo visto persone aspettare pazientemente un tavolo fino a mezzanotte.
Passeggiamo un po’ per le viuzze strette e affollatisime del Rossio, piene di piccoli locali che servono i soliti cocktails e di ragazzi che stanno tranquillamente seduti per terra a godersi la serata, e poi rientriamo in albergo.
14/08/2009 Lisbona: quartieri Belem e Alfama Iniziamo la giornata con una colazione a base di pasteis de Belem, caratteristiche tortine ripiene di crema, e un buon cappuccino (il caffè in Portogallo è ottimo) nella famosa pasteleria, poi ci mettiamo in fila per visitare il vicino Mosteiro de los Jeronimos: stiamo in coda una ventina di minuti, e finalmente entriamo nel chiostro che ci lascia a bocca aperta: archi e colonne del porticato sono scolpiti con tale maestria, da dare l’impressione di trovarsi di fronte a dei merletti anziché a strutture in pietra. È particolarmente piacevole l’atmosfera del chiostro del monastero al centro del quale si trova una bella fontana circondata da un bel giardino. Spendiamo qui buona parte della mattinata, poi ci dirigiamo verso il Padrao dos Descombrimentos, candido e imponente, e poi verso la Torre di Belem. All’ingresso, siamo nuovamente in coda, e anche all’interno dobbiamo aspettare prima di poter salire ai livelli superiori attraverso una strettissima scala a chiocciola. Raggiungiamo la sommità della torre accaldati, ma ne valeva la pena, il panorama del Tejo è molto bello e una foto sotto le torrette è d’obbligo. La scala è stretta davvero, e infatti al momento di scendere dobbiamo aspettare che una famiglia in …Sovrappeso raggiunga l’uscita e liberi il passaggio.
Nel pomeriggio ci spostiamo verso la Praça do Comercio, che peró non è possibile ammirare a causa dei lavori in corso. Il caldo nelle ore centrali della giornata è veramente insopportabile. Mentre noi ragazze trascorriamo qualche ora al fresco dall’aria condizionata dedicandoci allo shopping in alcuni negozi nelle vie della Baixa, i nostri accompagnatori approfittano della frescura offerta da un piccolo bar. Qui fanno amicizia con il gestore, un ragazzo brasiliano che ci suggerisce un ristorante dove recarci per la cena. Concludiamo il pomeriggio con un giro sul tram numero 28; vale la pena di prenderlo solo se si ha un biglietto giornaliero, che permette di scendere e salire lungo il percorso, altrimenti, è un trasporto come un altro. Raggiungiamo così l’ Alfama: gironzoliamo un po’ per le strette e ripide viuzze, ad ogni angolo c’è un ristorante con relativo “buttadentro” che offre cena deliziosa con accompagnamento musicale (il Fado, le tipiche ballate portoghesi); il ristorante consigliatoci dal barista di questo pomeriggio è vuoto e per nulla invitante, ma per fortuna abbiamo l’imbarazzo della scelta: decidiamo per il Praço13, tavoli e panche sistemati in una piccola piazza all’ombra di un pergolato. Ci attira perché sembra che non ci siano altri turisti seduti ai tavoli, e siamo fiduciosi sulla qualità del cibo perché dopo pochi minuti si forma una lunga fila di persone che si accomodano sui gradini a lato della piazzetta e attendono che si liberi un tavolo. Le nostre aspettative verranno parzialmente deluse: la cena a base di pesce non è eccezionale, ma siamo comunque ripagati dall’atmosfera caratteristica del locale.
Dopo cena, evitiamo di addentrarci nei poco invitanti vicoli bui e rientriamo in albergo.
15/08/2009 Lisbona Oggi decidiamo di dedicarci alla visita approfondita dell’Alfama, di cui ieri abbiamo avuto un assaggio. Dopo una sostanziosa colazione in pasteleria, iniziamo la nostra esplorazione dal Mirador de Graça, da dove si vede tutta la città, e nonostante la foschia mattutina appiattisca i colori, il panorama è molto bello: da qui riusciamo anche a vedere lo spettacolare ponte che unisce le due rive del Tejo, e la statua del Cristo Rei sull’altra sponda.
Raggiungiamo la Igreja de Santa Clara (che non visitiamo perché è chiusa per lavori) e da lí la Feira da Ladra, il mercatino delle pulci, dove viene esposto un po’ di tutto su bancarelle improvvisate o semplicemente su coperte stese a terra. Ci inerpichiamo lungo le ripide vie dell’Alfama fino a raggiungere il Castelo de Sao Jorge, che visitiamo: è tutto molto pulito e curato, sembra quasi nuovo… Dall’alto delle sue mura possiamo guardare nuovamente il panorama, adesso splende il sole e dall’alto si vede bene che Lisbona è una cittá piena di colori.
Lasciato il castello, scendiamo lungo le viuzze strette dell’Alfama, ma forse perché è Ferragosto, non ci sono i tipici negozietti dei quali avevamo letto. Stanchi per la lunga passeggiata, prendiamo un taxi e andiamo a Campo Pequeno, la Praça de Toros, dove si tengono le corride. L’arena è chiusa, si riesce solo a sbirciare dentro; nel seminterrato c’è un piccolo centro commerciale.
Dopo un aperitivo con il tipico Vino Verde, ceniamo al Pap’Açorda (40€ a testa), ambiente molto particolare ma cena assolutamente troppo costosa in rapporto alla qualità del cibo: il baccalá navigava – letteralmente – nell’olio, e il Porco à Alentejana (un altro piatto tipico a base di carne di maiale e vongole) era asciutto e anch’esso troppo unto. Ci siamo rifatti con gli ottimi dessert, ma vista l’ampia scelta di ristoranti a Lisbona, questo non è da consigliare.
16/08/2009 Verso l’Algarve – Sagres È domenica, e sono le ultime ore che trascorreremo a Lisbona, almeno fino al momento di ripartire per l’Italia. È tutto chiuso, comprese le caffetterie, così fatichiamo un po’ a trovare un posto dove fare colazione. Perdiamo un po’ di tempo perché dobbiamo tornare in aereoporto per ritirare la macchina a noleggio – avremmo avuto un ufficio della Budget a 10 metri dall’albergo, peró è chiuso la domenica – quindi montiamo in taxi e una volta arrivati ci mettiamo in coda allo sportello. Al termine di una lunghissima attesa, prendiamo possesso della nostra Mazda e partiamo alla volta dell’Algarve. Abbiamo scelto di proposito di evitare la zone prettamente turistiche, cioè Lagos, Portimão e tutta la costa Sud: al contrario, siamo andati in cerca di zone il piú tranquille possibile dove poterci rilassare in spiaggia e trascorrere serate lontano dalla folla. L’autostrada è perfetta e non troppo trafficata, il paesaggio una volta fuori Lisbona è desertico…Non ci sono edifici, fabbriche, paesi…Nulla o quasi. Dopo tre ore di terra rossa, cespugli e qualche coltivazione di sugheri siamo a destinazione. Raggiungiamo Sagres alle 4 di pomeriggio, e dopo qualche tentativo a vuoto, troviamo alloggio all’ Hotel Mareantes (75€ a notte), carino e pulito, nel centro del paese. Volevamo un posto tranquillo, ed effettivamente l’abbiamo trovato… Sagres è piccolissima, poco piú di una strada principale con case basse, molte delle quali sono alberghi e case-vacanza. Nonostante sia pomeriggio inoltrato, vogliamo subito fare il bagno nell’Atlantico. La spiaggia piú vicina è Beliche: pochi minuti di macchina dall’Hotel, una scalinata che scende verso il mare ed ecco apparire una baia piccola e tranquilla, la sabbia bianca e soprattutto…L’Oceano! L’acqua è calma (…Niente onde…Ammetto di essere un po’ delusa, dopo precedenti eperienze “oceaniche” me l’aspettavo piú movimentata – ma ci rifaremo piú avanti…) e freddina, ma l’entusiasmo di essere giunti qui è tale, che ci tuffiamo subito. Verso le 5 e mezza si alza un vento teso e inizia a fare fresco, quindi ci ritiriamo in albergo e dopo una doccia usciamo in cerca della cena. Dopo un giretto esplorativo, troviamo quello che diventerá il “nostro ristorante”: il Retiro do Pescador. In questo ristorante la cucina semplice la fa da padrone, ma è proprio questa caratteristica a permetterci di entrare in contatto con i veri sapori della terra portoghese, sino a quel momento celati dalla predominanza del famigerato bacalhau. Mangiamo pesce, talmente buono ed abbondante che torneremo qui anche le sere successive – facendo sempre onore alla tavola e senza riuscire, mai, a superare i 25 euro a testa.
Dal 17 al 19/08/2009 – In spiaggia Abbiamo scelto ogni giorno una spiaggia diversa: in generale, quelle che abbiamo visto sulla costa Sud sono piú adatte alle famiglie, l’acqua è calma e un po’meno fredda. Quelle sulla costa occidentale, sono piú adatte ai surfisti, o a chi ama le onde: l’acqua qui é fresca, sui 20 gradi al massimo. Le spiagge sono tutte di sabbia grossa e pesante, non fastidiosa (neanche col vento). Nessuna di quelle da noi visitate, tranne la Praja da Rocha a Portimão, è attrezzata. Consiglio di comprare un ombrellone, costano pochissimo nei negozietti di paese, e il sole picchia forte. In tutte abbiamo trovato un chiosco dove comprare panini, bibite e gelati: ma ovviamente è piú conveniente comprare il pranzo al sacco al supermarket ogni mattina. Si sta in spiaggia fino alle 5, le 6 al massimo, c’è sempre vento e dopo quell’ora fa freddo (nonostante fosse pieno agosto, dopo le sette di sera era obbligatoria la maglia a maniche lunghe). Nell’ordine, siamo stati a: Beliche, costa Sud: una suggestiva piccola spiaggia in una baietta chiusa, mare tranquillo e poca gente (ma era tardo pomeriggio).
Cordoama, costa Ovest: spiaggia lunghissima, belle onde, frequentata dai surfisti. Dopo Villa do Bispo la strada sale in collina e prima di ricominciare a scendere verso la spiaggia, c’è un belvedere sulla sinistra dal quale c’è una vista meravigliosa e dove vale la pena fermarsi a vedere il tramonto sull’oceano.
Amado, costa Ovest: è simile a Cordoama, anch’essa frequentata da surfisti e in genere più affollata.
Da Rocha, costa Sud (Portimão): spiaggia attrezzata, mare calmissimo, un po’ troppo simile all’Adriatico. Non ci è piaciuta, di fatto siamo rimasti solo poche ore, e poi siamo tornati verso Sagres.
Bordeira, costa Ovest: forse la piú bella di quelle visitate: spiaggia bianca sterminata che si raggiunge dopo una passeggiata sulle dune – c’è anche un parcheggio piú in alto, la scelta è se fare la traversata in piano sulla sabbia o le scale in salita al rientro. Onde alte e turbolente, tanti kite-surfers e tanti inglesi! Peccato per l’unico chiosco, dove compriamo a peso d’oro degli hamburger pessimi che ci resteranno sullo stomaco fino all’ora di cena. Portatevi il pranzo al sacco! Per raggiungere Portimão da Sagres abbiamo preso la strada statale perché volevamo goderci un po’ il paesaggio. Di fatto, fin nelle vicinanze di Lagos il panorama è deludente – non c’è assolutamente nulla lungo la strada, niente case, niente di niente, finché iniziano a vedersi gli enormi orrendi palazzoni (hotel, immagino) di Lagos, e di seguito quelli di Portimão. Ci siamo rallegrati di aver scelto di non alloggiare qui.
20/08/2009 Sintra Partiamo in mattinata per raggiungere Sintra: impieghiamo circa tre ore per il trasferimento, e arriviamo a Sintra a mezzogiorno: non abbiamo scelto bene i tempi, infatti ci troviamo imbottigliati nel traffico per piú di un’ora. Riusciamo miracolosamente a trovare un parcheggio proprio in centro, di fronte al Palacio Nacional, e troviamo a poca distanza l’ufficio del turismo dove vorremmo chiedere aiuto per trovare una sistemazione per la notte. Di fronte alla coda di persone in attesa decidiamo di fare un tentativo con i numeri riportati dalla Lonley Planet…E subito troviamo posto in una casa a pochi passi dal centro, Villa Marquez: arredamento stile vecchia New Orleans, decine di soprammobili impolverati ovunque, un vago odore di muffa e bagno in comune non proprio pulitissimo…Ma andrà bene per una sola notte.
Usciamo e facciamo un primo giretto esplorativo: Sintra è un piccolo borgo con strade acciottolate, pieno di negozietti dove curiosare. Dopo esserci fatti abbindolare da un “ristorante” che offriva pessimi pranzi a prezzo fisso (decisamente il peggior pasto della vacanza), decidiamo di visitare il Palacio Nacional: impieghiamo circa un’ora per la visita, poi cerchiamo inutilmente un taxi che ci porti fino in cima alla collina per visitare il Castelo do Mouros: l’unico che troviamo ci dice che la strada non è percorribile dalle auto (cosa che come scopriremo poi, non era vera…Forse non ci siamo fatti capire bene); scoraggiati dalla folla in attesa alla fermata dell’autobus che porta in cima, ci rassegnamo alla scarpinata, che è in effetti piuttosto lunga e faticosa, sarebbe stato meglio aspettare e prendere l’autobus. Dopo una passeggiata sui bastioni del Castelo, ci dirigiamo, sempre a piedi, verso il Palacio National da Pena: arriviamo all’ingresso alle 6, appena in tempo per visitarne l’interno che è assolutamente straordinario, un miscuglio di stili e colori che peró in qualche modo si fondono bene assieme, rendendo diversa e particolare ogni stanza. Quando usciamo, è calata la nebbia e fa decisamente freddo. Ammiriamo l’esterno del Palacio, che si rivela sorprendente per forme e colori in ogni sua parte, soprattutto considerando che è stato costruito a metá del 1800, e poi ci avviamo alla fermata dell’autobus per scendere in città. L’ultimo bus arriva dopo mezz’ora, saliamo di corsa e in breve, congelati ma soddisfatti, siamo di nuovo in centro. Il traffico di mezzogiorno è sparito; avendo il tempo, sarebbe stato meglio arrivare il giorno prima in serata, e dedicare una giornata intera alla visita di Sintra, andando prima al Palacio National da Pena e poi al Castelo do Mouros.
Ceniamo da Don Pipas, buono ed abbondante.
21/08/2009 Nazaré Lasciamo Sintra di prima mattina, il paese è deserto: troviamo un bar per fare colazione davanti alla stazione ferroviaria – l’unico aperto alle 8! – e poi partiamo verso Nord. Avevamo pensato di soggiornare ad Alcobaca, a una decina di km dalla costa, ma quando la raggiungiamo ci appare come una cittadina industriale senza alcuna attrattiva, cosí ripieghiamo su Nazarè. È in buona posizione per visitare i paesi nei dintorni, inoltre, è raccomandata dalla Lonley Planet come la stazione balneare favorita dagli abitanti di Lisbona, e pensiamo che eventualmente potremmo fare ancora qualche bagno. Facciamo un paio di tentativi di trovare posto negli alberghi sul lungomare, ma sono molto costosi e alla fine decidiamo di provare a Nazarè “alta”. Troviamo subito alloggio presso una casa particular, la signora – ce ne sono ovunque!, – ci avvicina mentre giriamo con la macchina e ci affitta un intero appartamento al primo piano della sua casa a prezzo leggermente superiore a quello delle sole 2 stanze (spendiamo 60€ a notte, ed evitiamo cosí di dividere la casa con sconosciuti). Risolto il problema dell’alloggio, scendiamo a visitare Nazarè: è una cittadina molto turistica, con tanti negozietti di souvenirs vari sul lungomare e quasi nulla all’interno. La spiaggia è molto affollata e attrezzata con tende paravento – il vento soffia sempre – e il mare è inaffrontabile, tanto è agitato: la violenza delle onde è tale che non c’è assolutamente nessuno in acqua, il massimo che si possa fare è stare sul bagnosciuga ad aspettare di essere bagnati dagli spruzzi. Ci chiediamo perché questa sia la spiaggia preferita dai Lisbonesi. Dopo un pranzo a base di pollo alla brace in una piccolissima rosticceria, rimontiamo in macchina e andiamo a visitare Alcobaca, dove dovrebbe esserci un monastero. Siamo sfiduciati dopo la pessima impressione ricevuta stamattina, ma dobbiamo ricrederci: una volta oltrepassata la zona industriale, il centro storico è grazioso e il monastero imponente, con una magnifica facciata e una cucina incredibile: le canne fumarie sono alte una trentina di metri, e i monaci avevano addirittura convogliato il fiume all’interno per avere sempre a disposizione il pesce fresco. Mentre rientriamo verso casa, ci fermiamo in un grande supermarket e acquistiamo tutto il necessario per la cena: è il primo pasto “fatto in casa” da oltre una settimana, ma non per questo è stato meno che abbondante…
22/08/2009 Fatima – Leiria – Nazaré Trascorriamo la mattinata a Fatima: parcheggiamo a pochi minuti di cammino dall’enorme piazzale principale, ammiriamo un magnifico mosaico all’interno del Centro Pastoral Paolo IV, dove è in corso una funzione e che è straordinariamente affollato, e la piú antica Basilica sul lato opposto: ci sono moltissime persone, alcune percorrono in ginocchio il percorso di lastre di marmo che porta dal centro della piazza fino alla Cappella delle Apparizioni. Sicuramente Fatima rappresenta un luogo speciale per i pellegrini: purtroppo l’impressione che ne abbiamo tratto, è che sulla fede sia stato costruito un enorme carrozzone turistico che poco ha a che fare con la vera spiritualitá: è tutto “a tema”, dai banchetti di souvenirs pieni di statuette benedicenti ai nomi dei bar e degli hotel – abbiamo visto un Hotel Alleluja… Vicino alla Cappella delle Apparizioni sono in vendita arti di cera da poter bruciare come ex-voto in una enorme fornace lí accanto.
Lasciamo Fatima alla volta di Leiria: anche qui il centro storico è carino, ma tutto quello che si incontra prima di arrivarci potrebbe scoraggiare la visita. Stavolta non ci fermiamo alla prima impressione e facciamo un giro. Mangiamo – benissimo – al Cardamomo, cucina fusion indo-portoghese in un locale molto raffinato e curato, nulla a che fare con le solite trattorie, ma con prezzi piú che abbordabili.
Ritorniamo a Nazarè e facciamo una camminata fino al belvedere da cui parte la teleferica per scendere sul lungomare: anche questa zona è molto animata, anche se non cosí affollata coma la cittá bassa. Scendiamo per fare gli ultimi acquisti e prendere l’aperitivo a bordo spiaggia, poi andiamo a cena in una vongoloteca dove ordiniamo un enorme piatto di vongole per ciascuno, e alle 9 riprendiamo la teleferica per risalire: alle 10.00 siamo di fronte alla Arena de Toros, per assistere alla Corrida! In Portogallo la corrida è leggermente meno cruenta che in Spagna, non si conclude con la morte del toro nell’arena, bensì con la sua immobilizzazione da parte di otto ragazzi vestiti da folletti che si fanno caricare e con il loro peso devono cercare di fermarlo e placcarlo. Va detto, peró, che l’insegna della macelleria a lato dell’Arena lampeggiava già dal pomeriggio… Ci accomodiamo, si fa per dire, sugli strettissimi gradini di cemento dell’Arena, circondati da una folla di tutte le etá attrezzata con coperte e maglioni; fa freddissimo, e rimpiango di non aver comprato il cuscinetto da seduta che vendevano fuori poco fa. Ad ogni modo, dopo un po’ entrano in parata i tre toreri del giorno: sfilano sotto gli spalti, poi rientrano e finalmente è il momento del primo toro. Scattiamo decine di foto, la folla fa il tifo – noi tifiamo per il toro – e lo spettacolo è coinvolgente. Alla fine, tutte le banderillas vanno a segno e il toro furibondo viene placcato dai “simil-toreri” (uno di loro peró ha la peggio, viene schiacciato contro la balaustra e portato via in barella). A questo punto, vengono fatte entrare delle mucche, il toro come per magia si calma e viene condotto fuori dall’arena. Ci sarebbero 6 tori in tutto: il terzo torero (un estudiante alle prime armi), riesce a far incornare il cavallo e a perdere almeno tre banderillas… Dopo i primi tre, dato che fa freddo e lo spettacolo è abbastanza ripetitivo, decidiamo di andarcene.
23/08/2009 Obidos – Cascais – Lisbona È l’ultimo giorno di vacanza: lungo la strada per rientrare a Lisbona, visitiamo Obidos, un borgo medievale delizioso ma assolutamente troppo affollato di turisti; è tutto aperto nonostante sia domenica, e a giudicare dal numero di pullman che arrivano in parcheggio mentre siamo lì, i viaggi organizzati scelgono Obidos come destinazione domenicale. Scendendo lungo l’autostrada, ci fermiamo ad ammirare le scogliere a Boca do Inferno (visto il mare calmo, non molto impressionanti a dir la verità), poi raggiungiamo Cascais. La cittá è carina e qui visitiamo il museo Conde de Castro Guimaraes, molto interessante, e il circostante parco dove ci sono alcuni pavoni in libertá. Raggiungiamo Lisbona nel tardo pomeriggio, in tempo per ammirare l’architettura della stazione ferroviaria e del vicino centro commerciale Vasco de Gama, e poi, per concludere da dove avevamo iniziato, ceniamo alla Cervejaria de Trinidade: stavolta peró, niente bacalhau!